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Autore: Ace of Spades    26/12/2019    1 recensioni
“Mio padre non era così, prima di perdere mia madre era un'altra persona. Di sicuro non una dolce e carina, ma almeno era una persona. Dopo la morte di sua moglie è diventato un mostro senza sentimenti, animato solo da ciò che ci potrebbe essere di più oscuro dentro un cuore vuoto.”
Degli occhi neri lo fissarono.
“Come se avessero aperto il Vaso di Pandora”
“Aperto? Direi più che è caduto al suolo e si è frantumato. Quando si perde una persona amata in modo traumatico è come perdere il sostegno che ti teneva sulla retta via, come la colonna su cui posava il Vaso. Senza quella, le piaghe dentro al tuo cuore prendono vita e ti divorano da dentro”
“Ho sempre trovato quel mito abbastanza insulso”
“Come mai?”
“Sai perchè esiste il detto ‘la speranza è l’ultima a morire’? Perchè è l’ultima che esce dal Vaso di Pandora. Ma perchè dovrebbe essere l’ultima se è ciò di cui si ha più bisogno?”
“Perchè le speranze le hanno le persone, ma i destini li distribuisce il diavolo.”
•••
DoflaCroc + Mihawk / AkaTaka/ KiddLaw/ KillerPenguin.
Genere: Angst, Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Crocodile, Donquijote Doflamingo, Drakul Mihawk, Eustass Kidd, Trafalgar Law | Coppie: Shichibukai/Flotta dei 7
Note: AU, Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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52) “A volte il miglior modo per attirare l'attenzione di qualcuno è smettere di dargli la tua.









 
“Hai detto che entrambi sono dei rompiscatole” cominciò Shanks mentre apriva un pacchetto di Ringo, “ma devi ancora spiegarmi cosa c'entra Cenerentola”
Mihawk sorrise.
“Crocorentola vorrai dire. Crocodile ha un problema con lo sporco e con il disordine, è più che appropriato.”

 
E Shanks capí che con gli anni la battaglia coi germi era solo peggiorata, quando, al primo incontro con i Sette, notò distrattamente Crocodile pulire la sua porzione di tavolo con un fazzoletto.
Se pensava che Mihawk era stato amico di quei due si metteva a ridere; era un trio parecchio inusuale, soprattutto per la mancanza di cose in comune, per non parlare delle differenze caratteriali.
Da quando il moro gliene aveva parlato aveva deciso di nominarli Golden Trio.
Durante gli incontri aveva notato diverse cose, e,anche se lo spadaccino non si era troppo espresso a riguardo, era riuscito a capire abbastanza, unendo i racconti ai comportamenti: Doflamingo e Crocodile, noti per il loro odio verso l'altro, avevano avuto una relazione; Mihawk li vedeva ancora come persone interessanti e, anche se non se ne era accorto, come amici; Doflamingo aveva ancora un grosso debole per Crocodile; Crocodile stava nascondendo qualcosa di importante.
Il tempo avrebbe chiarito ogni punto oscuro, al momento non gli restava altro che restare nell'ombra e osservare.
 
Oppure poteva dare una spinta al corso degli eventi, pensò, sgranchiendosi le dita e digitando velocemente sulla tastiera.


 
-


 
Boa Hancock si presentò nell'aula conferenze del suo palazzo in perfetto orario, con quindici minuti di ritardo.
Una signora si fa desiderare in ogni occasione.
Le Amazzoni erano già tutte presenti, e al suo ingresso si ammutolirono e presero posto, sedendosi.
Il gruppo di donne, vestite alla perfezione con tailleur e gonne a tubino, allenate al corpo a corpo e al tiro al piattello, rivolse uno sguardo adorante alla Principessa Serpente.
 
“Margaret, che cosa avete scoperto dalle mail e dalle lettere?”
Margaret, una donna dai corti capelli dorati, si alzò in piedi quando sentí il suo nome.
“Ci sono diverse lettere preoccupanti, abbiamo ristretto il campo a cinque individui che, dato il lessico usato e le minacce velate, potrebbero essere pericolosi.” rispose la donna.
Boa le fece segno di continuare.
 
“Abbiamo torturato tutti e cinque dopo averli rintracciati, ma non è venuto fuori niente, sono solo della spazzatura.” concluse per poi tornare a sedersi.
Hancock si accarezzò i capelli.
“Molto bene, quindi abbiamo appurato che questo schifoso ha preso di mira il Poison Kiss, ma non ce l'ha con me, o almeno non è tanto stupido da mandare minacce scritte.”
 
Ringraziò le sue sottoposte e ricordò loro di segnalare qualsiasi cosa ritenessero interessante per la loro ricerca, poi uscí, dirigendosi al suo ufficio.
Aprí il pc e si trovò una mail da parte di un certo redgryphon.
Proprio non sapeva chi potesse essere.
La mail era stata inoltrata ad altri sei contatti, e conteneva un link per un gruppo Skype, segno che la sua lamentela era stata ascoltata.
Cliccò il link e la schermata del pc si divise in otto rettangolini.
Pian piano ogni sezione da nera si colorava, mostrando il volto di uno dei Sette.
Quando anche Jinbe aprí il link, Shanks prese la parola.
 
“Vi avevo detto di trovare un modo per contattarvi ma immagino che nessuno mi abbia ascoltato. Ho rimediato. Ora, qualcuno ha delle novità a riguardo?”
 
Boa si schiarí la voce e disse quello che aveva scoperto.
“È evidente che, non morendo altre persone se non prostitute al servizio di Crocodile e Doflamingo, la spazzatura responsabile ce l'ha anche con voi, quindi consiglierei di guardarvi le spalle”
 
Crocodile per tutta risposta sorrise.
“Mi piacerebbe vedere quel codardo provarci”
Doflamingo si leccò le labbra.
“Giá, un uomo non se la prende con una donna se ce l'ha con un altro uomo. È da vigliacchi.”
Per una volta Hancock fu d'accordo con lui; l'immagine del volto del Doflamingo di quel momento si sovrappose per qualche secondo a quella del Doflamingo che veniva a scuola con lei.
Scosse la testa.
 
“In ogni caso è un campo parecchio amplio, voi due avete molti nemici” commentò Jinbe.
 
“Dovreste confrontare gli appunti, sicuramente dimezzereste i tempi” aggiunse Shanks per poi notare cinque sguardi allarmati puntati su di lui.
“Ok, potreste uccidervi nei primi due minuti, vi serve una persona che faccia da intermediario e che sia abbastanza spaventosa da tenervi testa. Mi fa piacere che tu ti sia offerto Mihawk. Ci riaggiorniamo quando avrete dei risultati, in tempo breve magari. Ciao!”
E come era comparso, Shanks scomparve, lasciando un quadratino vuoto e degli sguardi allibiti.
 
“Non l'ha detto davvero” commentò divertito Moria per poi scoppiare in una fragorosa risata.
“Kishishishi! Divertitevi, e se uno crepa tanto meglio”
Concluse, disconnettendosi.
Jinbe scosse la testa.
“Vi prego, provate a essere ragionevoli, muoiono delle persone. Sono sicuro che riuscirete ad ottenere dei risultati se vi impegnate”
Pian piano aumentarono i quadratini neri, Boa fu l'ultima a togliersi.
“Spero davvero riusciate a capire quello che ci serve.”
Chiuse il pc e alzò lo sguardo, notando sulla porta Cav e Bartolomeo, il primo con una confezione di pasticcini e il secondo palesemente irritato.
Avrebbe aspettato i risvolti della situazione che si era creata, ben sapendo che poteva concludersi solo in un modo: o quei due si ammazzavano e Mihawk si addormentava, o finalmente sfogavano anni di tensione accumulata.
Prendere il killer era solo una questione di tempo alla fine.



 
“Bene, dato che non abbiamo scelta direi di trovarci in un posto neutrale, in cui non possiamo ucciderci e siamo abbastanza rilassati da non perdere la testa. Una pasticceria. Quella all'angolo qua vicino. Domani alle tre di pomeriggio.”
Mihawk aspettò che gli altri due acconsentissero alle sue richieste e poi si disconnesse.
 
Shanks lo aveva fatto apposta.


 
-


 
Crocodile si svegliò di malumore solo al pensiero di doversi alzare per incontrare Doflamingo e Mihawk.
Sapeva già che sarebbe andata a finire male, quindi tanto valeva prepararsi.
Si vestí con una camicia blu notte e dei pantaloni neri, si avvolse la sciarpa tartan verde e blu scura attorno al collo, si infilò il suo trench coat grigio ed uscí, dirigendosi al lavoro.
Si assicurò di bere minimo due caffè prima di aprire la porta del suo ufficio. Poco dopo Miss All Sunday entrò e la richiuse alle sue spalle; il sorriso falso dipinto sul suo volto sparí, ben conscia che davanti a quell'uomo era inutile fingere.
Nico Robin era entrata a far parte degli impiegati della Baroque Works da adolescente; per colpa del suo passato turbolento aveva bisogno di qualcuno di potente che potesse proteggerla dai cacciatori di taglie e Crocodile, resosi conto che la ragazzina possedeva un'intelligenza fuori dal comune, la accolse sotto la sua ala, non facendo domande.
E lei gli era sempre stata riconoscente, anche quando avrebbe potuto andarsene non lo aveva fatto del tutto.
Ufficialmente, lavorava al museo archeologico della città e insegnava storia all'università, ma qualche volta tornava per dare il suo contributo al gruppo di Mister Zero. Il suo carattere diplomatico era molto utile in diverse situazioni spinose, compresa la sua abilità oratoria.
Quella volta era stata incaricata di contrattare con un convento di suore per il prezzo di alcune armi pericolose appena testate, e aveva capito subito perché quel compito era stato affidato a lei.
Quelle donne erano davvero brave a condurre i loro affari e non ci pensavano due volte a far sparire qualcuno nei sotterranei, magari dentro ad una delle tante tombe di guerrieri cristiani senza nome.
 
Nico Robin si schiarí la voce e raccontò i problemi che aveva riscontrato.
 
“Anche un uomo di chiesa può essere corrotto, per quanto possa essere credente, e  sai perché?” chiese Crocodile guardandola, espirando una boccata di fumo.
“No, perché?”
“Perché è, appunto, un uomo, come un uomo politico; tutti, per definizione, vogliono qualcosa, basta solo sapere cosa.”
“Ah, ognuno ha un prezzo.”
“Ovviamente. Che siano soldi, fama, donne, automobili o un lavoro, l'essere umano brama e bramerà sempre cose materiali.”
“Credo sia inevitabile.”
“Ma non farti fregare. Sai, esistono persone che non sono così.”
 
“Così come?”
La donna lo guardò curiosa, appoggiando la schiena al muro.
 
“Bisogna essere consci del fatto che il comportamento umano è la cosa più imprevedibile su questo pianeta, oltre al meteo a Natale.” cominciò l'uomo.
“Secondo te esistono ancora persone non corruttibili?”
“Forse, chissà, è probabile. I sognatori ci sono in ogni epoca storica, alla fine sono loro che cambiano il corso degli avvenimenti. Si alzano e decidono di fare una cosa che nessuno avrebbe mai pensato di fare perché ritenuta impossibile dalla gente comune, ma loro se ne fregano e la fanno. Questo è il genere di persona che più temo, non chi usa la violenza, quello posso farlo anche io.”
Crocodile si passò una mano tra i capelli sorridendo leggermente.
 
“Sentiamo, come si fa con loro?”
“Beh, come ho detto, vogliono tutti qualcosa, e se non la vogliono si fa in modo che cambino idea, basta giocare con il più grande problema umano ed il gioco è fatto.”
 
“Il problema sarebbe?”
Robin era sempre stata affascinata dal moro, molte volte aveva dimostrato di essere una persona arguta e deduttiva, per quello le interessava il suo punto di vista. Riteneva sempre che fosse troppo violento, ma non si può essere perfetti.
 
“La capacità di provare emozioni, ciò che ci distingue dalle bestie e di cui andiamo tanto fieri, l'empatia in realtà è un'arma a doppio taglio.”
“Ti sto ascoltando.”
“Durante la nostra vita commettiamo l'errore di legarci a qualcuno, una madre, un padre, fratelli, sorelle, amici, amanti… Succede sempre, anche contro la nostra volontà.” commentò Crocodile appoggiando il sigaro sul posacenere. Robin lo guardò attenta, notando la pausa.
“È successo anche a te, Boss?”
“Non cambiare discorso. Come dicevo, tutti vogliono qualcosa, ad esempio che si risparmi la vita di chi si ama.”
“Questa è cattiveria.”
“No, questi sono affari.” concluse Crocodile allungando un fascicolo rilegato.
“Qui troverai tutto ciò che ti serve, torna da me quando hai concluso l'affare”
 
Robin annuí, prese i fogli ed uscí.
Poco dopo, seduta all'interno di un caffè, nell'angolo più isolato, sfogliò il fascicolo e sbuffò, divertita.
‘Queste suore sono cattive ma pur sempre donne di chiesa, fanno donazioni tutti i mesi ma a quanto pare sono affezionate ad un orfanotrofio specifico, le loro donazioni sono più alte per questi bambini.’
Continuò a leggere e scoprí che più di una suora aveva avuto una relazione con un uomo, da cui erano nati dei bambini che, per non destare sospetti, erano stati affidati alle cure del suddetto orfanotrofio.
‘Tutti hanno una debolezza, basta trovarla, e quando la si trova, si ha in mano la situazione. Sir Crocodile è davvero malvagio, ma rispetto il fatto che prima di passare alle mani ricatti le persone, nessuno si fa male almeno’.
 
Finí di bere il suo tè nero alla vaniglia ed uscí, passeggiando e godendosi la giornata di sole.



 
Crocodile, una volta uscita Nico Robin, si alzò in piedi e raggiunse la vetrata che dava sulla strada, finendo di fumare e cercando di staccare il cervello.
Qualche minuto dopo sentí un leggero bussare e si voltò, trovandosi davanti Miss Golden Week. La bambina indossava una magliettina violetta e aveva i capelli sciolti, gli occhi grandi color nocciola lo fissavano.
“Boss, mi fa i codini?”
 
L'uomo si liberò del sigaro e si pulí le mani in una salvietta profumata, poi fece segno alla bambina di avvicinarsi. Si sedette e la prese in braccio, mettendola sulle sue gambe mentre lei appoggiava sulla scrivania in mogano davanti a sé un pettine e due elastici.
“Bon Clay non c'è?” chiese mentre cominciava a pettinare i capelli castani.
“È impegnato, e poi oggi ho visto che sei di cattivo umore quindi ti sono venuta a fare compagnia cosí non stai da solo. Fumi troppo, fa male, sai? L’ho letto in un libro”
Crocodile sorrise, conscio che la bambina non poteva vederlo.
“Brava, non fumare mai, io sono un cattivo esempio.”
 
Mentre le faceva i codini, lei gli raccontò della scuola e dei bulletti che prendevano in giro le altre bambine e di come lei, senza lasciare prove, li aveva chiusi nello sgabuzzino per tutta la giornata, procurandosi poi un alibi perfetto. Nessuno aveva sospettato nulla, tranne i tre bambini che, col viso rigato dalle lacrime, se ne erano tornati a casa, non mancando di guardarla intimoriti.
Crocodile annuí dicendole che era stata brava, e che se aveva bisogno di lezioni di autodifesa poteva insegnarle qualche trucco.
I codini erano stati legati perfettamente ma la bambina rimaneva seduta su di lui, e lui la lasciò lí per tutta la mattinata; le persone che entravano nel suo studio rimanevano sbigottite per un attimo e poi tornavano a parlare.
Quando l'ora fatidica dell'incontro era quasi giunta, il moro dovette portare Miss Golden Week da Das, mentre lei, percependo il nervosismo dell'uomo, si era attaccata saldamente alla sua gamba, non volendo lasciarlo andare.
Una volta liberato dalla morsa della bambina si incamminò verso la pasticceria prescelta, non accorgendosi dello sguardo determinato di quest'ultima.

 
-

 
Mihawk si svegliò a mezzogiorno, guardando il soffitto e restando immobile a letto per un'altra ora.
Quando si alzò per fare colazione, non si accorse dello sguardo preoccupato di Perona, che lo guardò per tutto il tempo, notando il suo comportamento assente e quasi rassegnato. Quando lo spadaccino uscí, lei aveva preso la sua decisione.

 
-

 
Doflamingo era irrequieto.
E nervoso.
Non dormire le sue otto ore di sonno era già indice di una giornata no, ma quella giornata era davvero un no grande quanto l'ego di Hancock.
Passeggiando avanti e indietro per casa, non si accorse di essere seguito da Sugar, che, nel mentre, sgranocchiava la sua colazione, incuriosita dal comportamento inusuale del capo famiglia. Senza che se ne accorgesse gli infilò una bambolina delle dimensioni di una biro nel cappotto di piume  e, quando il biondo uscí di casa, Sugar sgattaiolò fuori ed estrasse il cellulare, guardando il rilevatore di posizione brillare sullo schermo.

 
-

 
Crocodile fu il primo ad arrivare, come sempre.
In ogni situazione preferiva essere cinque minuti in anticipo, era diventata un'abitudine che si portava dietro da ragazzino e non l'aveva abbandonata durante l'età adulta.
Si sedette in un tavolino all'esterno, sapendo che gli sarebbe servita della nicotina a breve.
Doflamingo vide la pasticceria e notò subito dopo l'uomo seduto con le braccia incrociate e un cipiglio corrucciato; inspirò e si piantò le unghie nel palmo della mano, poi si incamminò verso di lui.
Senza dire una parola si sedette e cominciò a tamburellare sul tavolino con le dita della mano destra.
Se si accorsero degli sguardi allarmati e dei bisbigli delle persone che passavano e che si allontanavano in fretta, nessuno dei due lo fece notare apertamente, preferendo mantenere la politica di ignorarsi finché era possibile.
Mihawk arrivò quasi cinque minuti dopo, incredibilmente in orario per uno come lui, o forse aveva semplicemente paura di quello che avrebbe potuto trovare al suo arrivo.
Si sedette alla sinistra di Crocodile e alla destra di Doflamingo, sbuffando.
Se prima le persone attorno erano allibite, in quel momento nessuno sembrò respirare; solo dopo qualche secondo, evidentemente convinti che non si trattasse di un miraggio, la strada si svuotò e i passanti decisero di passare dalla parte opposta, lasciando lo spazio della pasticceria deserto.
 
“Abbiamo intenzione di restare in silenzio a fissarci per tutto il pomeriggio? A me va bene” commentò Mihawk alzandosi e dirigendosi verso la cameriera, capendo che non si sarebbe mai avvicinata per chiedere gli ordini.
Dopo averla rassicurata e aver ordinato per tre, ritornò a sedersi, trovando la situazione esattamente come l'aveva lasciata.
“Vediamo di fare una cosa veloce” sbottò Doflamingo accavallando le gambe.
“Come vogliamo procedere?”
“Conviene guardare mail e spostamenti delle persone più pericolose, il metodo di Hancock non è sbagliato” rispose atono Crocodile.
La cameriera lasciò sul tavolo un tè alla rosa canina, uno alla vaniglia e uno all'Earl Grey, con un vassoio di pasticcini alla fragola, al cioccolato e allo zabaione, poi si allontanò velocemente.
I due uomini si girarono a fissare lo spadaccino che, per tutta risposta alzò un sopracciglio.
“Immagino che i vostri gusti siano rimasti invariati” commentò, versandosi il tè alla vaniglia.
Crocodile sbuffò ma non disse nulla, Doflamingo invece sorrise.
 
“Questa cosa è una farsa, nessuno dei tre vuole stare qui” irruppe il moro dopo qualche secondo. “È parecchio stupido, ma a quanto pare non abbiamo scelta”
 
Mihawk posò la tazza sul piattino.
“Dipende, io sto benissimo qui, il tè buono.”
“Credo si riferisca al grado di stupidità della situazione” commentò il biondo. “E devo ammettere che è abbastanza alto”
Degli occhi dorati si spostarono verso l'altro uomo. “E secondo te qual è l'apice massimo della stupidità?”
Crocodile ingoiò un pasticcino alla fragola, leccandosi le labbra, movimento che catturò lo sguardo del fenicottero.
“Quanto sei alto?” rispose guardando con aria di sfida Doflamingo, che per tutta risposta distese le labbra in un sorriso sardonico.
“Divertente Croco-chan
 
Quando si rese conto di aver pronunciato quel soprannome si irrigidí; era da anni che era passato ad usare il nome completo e il fatto che gli fosse sfuggito così facilmente non era un buon segno.
Contro i sentimenti siamo disarmati, poiché esistono e basta, e sfuggono a qualunque censura; possiamo rimproverarci un gesto, una frase, ma non un sentimento.
Su di esso non abbiamo alcun potere.
 
Crocodile abbassò lo sguardo sul tè e non commentò.
“Avete un sacco di rabbia repressa voi due, dovreste parlarne”
Gli sguardi sarcastici che si beccò gli fecero schioccare la lingua sul palato.
“Oppure potreste continuare a sfogarvi uccidendo persone, ignorarvi e farvi la guerra, ottimo piano” disse Mihawk fermandosi per mangiare un pasticcino.
"A volte il miglior modo per attirare l'attenzione di qualcuno è smettere di dargli la tua, ma voi state portando questo gioco a un livello superiore.”
“E tu continui a parlare con la bocca piena” borbottò Crocodile allungandogli un fazzoletto.
Lo spadaccino lo fissò quasi divertito, e poi lo accettò, pulendosi il naso dallo zucchero a velo.
 
C’è una storia dietro ogni persona, c’è una ragione per cui siamo quello che siamo, non ci comportiamo così solo perché lo vogliamo. Qualcosa nel nostro passato ci ha resi tali e alcune volte è impossibile cambiare, o semplicemente siamo così e basta.
Lui continuerà sempre ad avere un istinto materno più sviluppato del normale, e l'altro rimarrà sempre un inguaribile goloso, pensò sconsolato.
 
Doflamingo si riscosse dai suoi pensieri.
“Direi di fare una lista e incrociare i risultati per vedere se qualche nome combacia. Se poi riuscissimo a capire anche cosa centri il Poison Kiss non sarebbe male.”
I due uomini annuirono e ripresero a mangiare o a bere, tornando a far regnare il silenzio.
 
“No, ferma! Torna qui!”
I tre si girarono verso la strada, dove una imbarazzata Perona, con una Sugar sulle spalle, cercava di tenere ferma una Miss Golden Week parecchio agitata.
“Perona, cosa stai facendo?” chiese Mihawk alzandosi in piedi e notando le bambine che correvano, una si attaccò alla gamba di Doflamingo e l'altra a quella di Crocodile.
“Posso spiegare” commentò lei alzando le mani in segno di resa. “Stamattina non eri proprio in te, e quando ho visto che a colazione non hai mangiato molto ho pensato che qualcosa ti preoccupasse. Dato che Zoro era già uscito ho deciso di seguirti per vedere se-”
“Mi hai pedinato” concluse lui e lei annuí sorridendo, per nulla imbarazzata.
“Se vogliamo dirla cosí. E a quanto pare non sono l'unica ad averlo pensato” concluse indicando con un cenno del capo le due bambine.
“Quella coi capelli azzurrini ha pure un rilevatore di posizione! Geniale”
Doflamingo la prese in braccio, poi si mise una mano in tasca, estraendo una bambolina.
“Sugar, ti ho detto che non devi andare in giro da sola”
La bambina lo guardò con una finta aria angelica.
“Ops?”
 
Crocodile sollevò Miss Golden Week.
“Io e te facciamo i conti dopo”
E lei sorrise alla faccia fintamente arrabbiata.
 
“Visto? Se parlassi di più non avrei dovuto pedinarti- che stai facendo?” sbottò Perona mentre Mihawk la tirava per un braccio.
“Voi due sapete cosa fare, tra una settimana qui alla stessa ora” disse rivolto ai due uomini prima di trascinare via la ragazza.
 
“Stamattina a colazione, ha detto. Interessante. E ha nominato un certo Zoro, dove ho già sentito questo nome?” si chiese Doflamingo ad alta voce, e Miss Golden Week alzò la mano.
“Io lo so! Roronoa Zoro, conosciuto anche come Il Cacciatore di Taglie, è il famoso spadaccino che va in giro a sfidare la gente”
Il biondo le sorrise.
“Che memoria”
Sugar annuí. “Domani ci troviamo dove abbiamo stabilito” e l'altra bambina annuí, con aria complice. “Ora andiamo Signorino”
Crocodile e Doflamingo guardarono le bambine e sollevarono lo sguardo, fissandosi per qualche secondo.
Senza dire una parola si allontanarono, ognuno diretto in direzioni diverse.









 

Angolo dell'autrice:
Che dire, le cose cominciano a farsi interessanti. Adoro l'idea della combriccola improvvisata formata dalle ragazze, chissà cosa vorranno fare le due bambine…
Nel discorso con Nico Robin, quando Crocodile parla dei sognatori si riferisce ad un ipotetico Rufy ovviamente.
A presto, e buone feste,
Ao. Spades
  
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