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Autore: Ace of Spades    31/01/2020    1 recensioni
“Mio padre non era così, prima di perdere mia madre era un'altra persona. Di sicuro non una dolce e carina, ma almeno era una persona. Dopo la morte di sua moglie è diventato un mostro senza sentimenti, animato solo da ciò che ci potrebbe essere di più oscuro dentro un cuore vuoto.”
Degli occhi neri lo fissarono.
“Come se avessero aperto il Vaso di Pandora”
“Aperto? Direi più che è caduto al suolo e si è frantumato. Quando si perde una persona amata in modo traumatico è come perdere il sostegno che ti teneva sulla retta via, come la colonna su cui posava il Vaso. Senza quella, le piaghe dentro al tuo cuore prendono vita e ti divorano da dentro”
“Ho sempre trovato quel mito abbastanza insulso”
“Come mai?”
“Sai perchè esiste il detto ‘la speranza è l’ultima a morire’? Perchè è l’ultima che esce dal Vaso di Pandora. Ma perchè dovrebbe essere l’ultima se è ciò di cui si ha più bisogno?”
“Perchè le speranze le hanno le persone, ma i destini li distribuisce il diavolo.”
•••
DoflaCroc + Mihawk / AkaTaka/ KiddLaw/ KillerPenguin.
Genere: Angst, Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Crocodile, Donquijote Doflamingo, Drakul Mihawk, Eustass Kidd, Trafalgar Law | Coppie: Shichibukai/Flotta dei 7
Note: AU, Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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53) “Il bello delle fotografie è che rimangono sempre uguali anche se le persone cambiano






 
Perona fissò le due bambine davanti a sé, erano davvero adorabili, si tenevano per mano e parlottavano di storie d'amore e matrimoni futuri. Quando capí che non stavano discutendo il loro, ma quello degli uomini che stavano parlando con Mihawk inorridí.
 
Altro che bambine, pensò, queste sono due demoni, anche se sono adorabili.
 
Decise che alla fine le piacevano, d'altronde lei adorava i demoni. Si aggiunse alle due dietro al muretto, presentandosi e dicendo che era lí perché aveva seguito l'uomo con gli occhi gialli; entrambe annuirono, perse nei loro discorsi che inclusero immediatamente lo spadaccino.
“Perché io lo so che da giovani loro tre erano amici” sussurrò la bimba coi codini.
“Il Boss non parla mai della sua vita privata, ma una volta sono stata a casa sua, e ho trovato in un cassetto una foto incorniciata, erano loro tre, ne sono certa! Il Boss beveva il caffè, e di fianco a lui il ragazzo con gli occhiali mangiava delle patatine, mentre quello con gli occhi dorati rideva con lo zucchero filato in mano. Era inverno perché avevano i cappotti e le sciarpe, ma erano loro!”
Sugar annuí convinta.
“Ti credo, oltre a quella io ne ho trovata una in cui stavano dormendo uno sopra l'altro su una poltrona. Erano giovani ma sono sicura”
 
Perona rimase senza parole.
Mai si sarebbe aspettata che un tipo come Mihawk potesse essere stato in un qualche modo collegato a Sir Crocodile e a Donquixote Doflamingo; sapeva che aveva degli amici o presunti tali, ma loro?
Incredibile.
 
La bimba coi capelli azzurri riprese la parola.
“Il Signorino non parla mai di quando era giovane, ma una volta sono stata alzata e ho visto che si ubriacavano tutti, allora ho fatto delle domande a Dellinger e mi ha detto che Doflamingo è arrabbiato con Crocodile perché gli piace ancora, e quando ci piace qualcuno con cui abbiamo litigato siamo sempre arrabbiati con noi stessi”
La bambina coi codini sorrise.
“Il Boss è sempre triste quando sta tanto da solo, e si tocca sempre la mano. Voglio che sia felice”
 
Perona le guardò, apprezzando la dolcezza e l'innocenza di quando si è ancora piccoli e sembra tutto semplice.
“Sono cose da grandi, sapete, quei tre non hanno un carattere facile” aggiunse.
Poco dopo cercò di far cambiare idea alle bambine, ma quando vide quella coi codini correre in mezzo alla strada saltò fuori dal suo nascondiglio senza pensarci due volte.


 
-


 
Mihawk si chiuse la porta alle spalle.
“Non ficcare mai più il naso nella mia vita privata”
La ragazza sapeva che aveva ragione, ma anche a costo di farsi cacciare doveva provarci. Doveva molto a quell'uomo.
“Lo sai che quei due hanno ancora delle foto di voi tre da piccoli? Me lo hanno detto le bambine. Se eravate tanto amici perché avete smesso di parlarvi? So che sono un'impicciona ma voglio davvero aiutarti, a volte hai uno sguardo cosí spento che mi fa stringere il cuore.”
L'uomo la fissò sorpreso.
“Se non vuoi parlarne con me fallo con Shanks, lui è tuo amico da più tempo, magari può aiutarti”
 
E Mihawk fece una cosa che non faceva da tanto: rise.
Perona rimase sbigottita a fissare lo spadaccino; la risata, proprio come era iniziata, finí, ma durò abbastanza a lungo da farle pensare che fosse davvero un bel suono.
 
“Non credo sia saggio parlare con il Rosso, dato che è la fonte di metà dei miei problemi, ma ti ringrazio per l'offerta.” disse, ed uscí dalla cucina.
Perona rimase ferma qualche secondo poi lo vide rientrare con un portafoto in mano.
Lei lo guardò incuriosita e lui glielo porse. L’immagine era come quella descritta dalla bambina che si chiamava Golden Week: tre ragazzini uno di fianco all’altro, nessuno dei tre guardava in camera, segno che qualcuno doveva avergli scattato quella fotografia di nascosto mentre passeggiavano per strada durante una giornata d'inverno.
 
“L'unica volta in cui siamo riusciti a vederci quando era freddo, solitamente ci incontravamo durante le vacanze estive. Quel giorno abbiamo saltato la scuola e ci siamo incontrati in una città a metà strada e abbiamo girato per le vie del centro. Proprio non c'eravamo resi conto che Vergo aveva seguito Doflamingo, quel tizio ci ha scattato più di una foto in diverse occasioni, non pensavo che loro le stessero conservando ancora”
 
Perona guardò i tre ragazzini, immortalati per sempre in una cornice. L'espressione sul volto di Mihawk era serena, aveva uno sguardo limpido, Crocodile era intento a bere il caffè caldo mentre Doflamingo… Non aveva gli occhiali.
Lo fece notare anche allo spadaccino e lui alzò gli occhi cielo.
 
“È stata l'unica volta in cui Crocodile è riuscito a farglieli togliere, anche se quell'idiota si è messo delle lenti a contatto nere.”
 
La ragazza annuí mentre sul suo volto si dipingeva un sorriso dolce.
“Eravate davvero un bel trio, inusuale, certo, ma sembra che questo non vi abbia fermati”
“Il trio dorato” sussurrò l'uomo.
“Shanks ha coniato l'espressione Golden Trio e all'epoca sembrava davvero stupido”
 
Lei gli porse la fotografia e lui la guardò un'ultima volta prima di ritornare in camera.
La ragazza abbassò lo sguardo pensando che giudicare una persona dalle apparenze era davvero una cosa cretina.
Mihawk la guardò.
“Non ho mai saputo perché abbiano smesso di parlare, nel tempo ci siamo persi di vista.
Vado in palestra, se viene la piattola non farla entrare”
“Se una persona cambia, lo fa per due motivi: o perché gli si sono aperti gli occhi, o perché gli si è chiuso il cuore.” commentò a bassa voce, non sapendo che l'uomo l'aveva sentita.


 
Quando la porta dell'ingresso si chiuse, Perona si sedette davanti alla tavola e appoggiò il mento sul palmo delle mani.
Golden Trio era davvero appropriato.
Un legame così bizzarro da funzionare comunque doveva per forza avere il nome del metallo usato per sancire le unioni tra le persone.



 
-

 
Crocodile guardò Miss Golden Week passargli davanti; non aveva alcuna intenzione di lasciare uscire la bambina da sola, ma poteva sempre seguirla a debita distanza per controllare che non si cacciasse nei guai. Certo che venire a sapere dell'amicizia tra lei e Sugar era stata una sorpresa.
Non era la prima volta che usciva da sola, ma era la prima volta che doveva incontrarsi con un membro della famiglia Donquixote. Voleva davvero dirle che non poteva andarci, ma sapeva quanto era difficile per la bambina stringere amicizia e non volle imporsi più di tanto.
In ogni caso aveva già preso la decisione di seguirla, quindi discutere era del tutto inutile.
 
Quando la vide entrare nel parco e sedersi su una panchina decise di appostarsi al bar più vicino, da cui si aveva un'ottima visuale.
Stava per sedersi quando un colpo di tosse lo bloccò.
Si girò e nel tavolino dietro notò dei capelli biondi uscire da dietro un giornale.
Non dirmi che…
 
Prese una sedia e un altro quotidiano e si mise a sedere di fianco a Doflamingo, vestito con un girocollo nero e una giacca grigia scura.
Crocodile lo fissò cosí a lungo che il biondo se ne accorse.
“Che c'è? Se avessi messo qualcosa di rosa mi avrebbe notato subito”
“Tipico della tua testa bacata vestirsi bene per un appostamento, devo ammettere che forse c'è ancora qualche speranza per il tuo armadio” commentò il moro tornando a fissare Miss Golden Week, che era stata raggiunta da Sugar. Entrambe stavano scarabocchiando su un blocco da disegno.
Questa volta fu Doflamingo a girarsi per fissare l'uomo di fianco a sé, notando come fosse sempre vestito alla perfezione.
Una stretta al petto lo fece voltare nuovamente verso il parco.
Era sempre dannatamente attraente, cicatrici e protesi incluse; cominciava a sospettare di aver bevuto una pozione d'amore da piccolo, o semplicemente era nato masochista.
Anche se era finito bruciato una volta, non ci pensava due volte ad entrare nell'orbita del moro ancora e ancora, come una falena che si brucia un'ala dopo essersi avvicinata troppo alla fiamma non smette però di battere l'unica rimasta per tornare ad essere vicino a quel calore avvolgente.
Lo aveva odiato, lo aveva odiato con tutte le sue forze in quegli anni. Pensava di meritarsi una spiegazione e non il trattamento che Crocodile gli aveva riservato, un silenzio opprimente e parole stupide, messe una in dietro l'altra per formare scuse patetiche.
Avrebbe voluto ucciderlo, stringergli la gola fino a quando il cuore che era stato suo anche se solo per poco non avesse smesso di battere.
Lo avrebbe volentieri riempito di botte fino a quando non si fosse rotto le nocche delle mani e non avesse più avuto fiato.
Lo aveva odiato cosí tanto che non era riuscito a dimenticarlo, i suoi pensieri erano rivolti a lui almeno una volta al giorno, pieni di insulti sí, ma pur sempre rivolti a lui.
Il problema dell'odio è che ti lega troppo strettamente all'altra persona, e lui non era preparato a rivederlo, né in quella stanza con il Rosso e il Falchetto, né mai.
Ora non sapeva più se ammazzarlo di botte e poi urlargli contro o rompergli le ossa, strangolarlo e baciarlo prima di togliergli la vita.
 
Doflamingo deglutí e rimase in silenzio.
Crocodile sembrava essere a suo agio nell'assenza di dialogo, con lo sguardo fisso davanti a sé.
 
Dopo qualche minuto il moro cominciò a battere il piede per terra, in un evidente gesto di stizza.
“Questa volta non credo tu possa fumare, quanto mi dispiace” lo prese in giro, non nascondendo un ghigno sardonico allo sguardo nervoso che gli rivolse l'altro.
“Ero rimasto alle sigarette, come mai sei passato ai sigari?”
Crocodile lo fissò scocciato.
“Dovremo pur far passare il tempo”
Il moro sbuffò. “Un uomo deve avere qualche vizio, se possibile di classe, altrimenti quando arriva alla vecchiaia non ha nulla da cui redimersi.”
E Doflamingo sorrise.
 
“A volte mi chiedo cosa ti passi per la mente, ma non sono certo di volerlo sapere” continuò, notando l'espressione dell'altro.
“Se pensassi ad alta voce sarei ai domiciliari.”
 
Il moro chiuse gli occhi e sorrise, sentendosi dilaniare dalla nostalgia di quei giorni passati davanti al pc ad insultarsi.
Era stata dura tagliare i ponti con il passato, estraniare dalla sua vita le persone a cui teneva di più, ma lo aveva fatto sapendo che il vero debole era lui. Non era riuscito a sopportare il fatto che a lui quei due piacevano.
Aveva rotto il cuore di Doflamingo, lo stesso cuore che era rimasto chiuso per anni, aveva tradito la sua fiducia e aveva preso le distanze anche da Mihawk.
Pensava che col tempo le cose si sarebbero aggiustate e che entrambi lo avrebbero dimenticato, rifacendosi una vita.
Non era abituato a sbagliare.
La vicinanza costretta era diventata quasi insostenibile, il polso non gli aveva dato così fastidio come in quelle settimane, quasi traendo piacere dalla sua sofferenza.
Ora allontanarsi era diventato impossibile, sia perché non ci sarebbe più riuscito, sia perché sembrava che più cercava di essere indifferente e più il caso o le scelte altrui lo spingessero nella vita di quei due.
Assurdo.
 
Entrambi rimasero in silenzio a guardare le due bambine per un'altra ora.

 
“Sugar”
“Dimmi”
“Dici che ora possiamo andare?”
“Decisamente, come primo appuntamento non è andato male, ho visto che si sorridevano”
“La prossima volta che ci facciamo pedinare dove andiamo?”
“Il bar lo abbiamo fatto, direi che come prossima location un ristorante è perfetto, conosco una gelateria che ha di fronte un bellissimo posto specializzato in pesce”
“Ok! Ci sentiamo per messaggio così ci mettiamo d'accordo”
 
Le due bambine misero i blocchi negli zainetti e si salutarono con un abbraccio, separandosi.
Crocodile e Doflamingo aspettarono una trentina di secondi e si alzarono dal tavolino, si rivolsero solo uno sguardo veloce prima di dividersi, tornando a seguire le due bambine.


 
-


 
Kidd lesse il fascicolo per l'ennesima volta; Smoker era arrivato alle loro stesse conclusioni ma in più aveva interrogato alcune prostitute di cui non riportava il nome, ricavando un piccolo dettaglio che lui e il dottore non avrebbero potuto sapere: un ringhio.
Il rosso appoggiò la tazza piena di tè sul tavolo davanti a sé mentre sentiva Killer lanciare improperi ad una Nissan.
Alcune donne avevano sentito, in diversi momenti, un ringhio che sembrava appartenere più ad un animale che ad un uomo.
Smoker si era soffermato su questo dettaglio, che all'apparenza poteva essere superfluo per le indagini, solo dopo che una delle testimoni si era ricordata di aver visto l'ultima vittima salire in auto con un uomo, e che lo aveva sentito distintamente ringhiare prima che si chiudesse la portiera.
Inoltre aveva visto di sfuggita le sue mani, affermando che fossero ricoperte da profonde cicatrici.
 
Ricapitolando: ce l'ha con le donne che indossano il Poison Kiss, ma solo con quelle alle dipendenze di Crocodile e Doflamingo.
 
Anche le ultime due vittime rientravano nel profilo.
 
Ma perché quel profumo? Ci deve essere un motivo specifico. Quel coglione deve avercela anche con Hancock.
 
La porta si aprí e Trafalgar entrò abbassandosi il cappuccio di un cappotto blu.
“Sono entrato dal retro e no, non mi ha seguito nessuno, ma ho pensato ad una cosa che forse non abbiamo considerato” iniziò il dottore appoggiandosi al tavolo.
“Buongiorno anche a te”
Law lo ignorò.
“Se ce l'avesse non con Hancock, ma con ciò che rappresenta?”
 
Kidd alzò il sopracciglio aspettando.
 
“Rifletti. Quando pensi alla Principessa Serpente, qual è la prima cosa che ti viene in mente?”
Kidd ghignò ma quando aprí la bocca il moro alzò una mano. “La seconda”
“Che è una donna tosta, ha un impero, è potente, può schiacciarti come un insetto…”
“Esatto” lo interruppe “lui non sopporta le donne forti, o più semplicemente quelle che si comportano come tali. Da lí ad odiare tutto il genere femminile il passo è breve”
 
Kidd rimase in silenzio, contemplando le parole del dottore.
“Potrebbe essere un'idea, in effetti le prostitute sono un target facile, e quelle che lavorano per Crocodile e Doflamingo non devono essere donne deboli”
 
Law annuí e concluse il discorso.
“Donne forti, al servizio di uomini forti, che le lasciano agire come vogliono sotto compenso mensile. Questo tizio pensa come uno del Medioevo, le donne devono servire l'uomo e abbassare la testa, non può sopportare che facciano quello che vogliono. Probabilmente le altre che ha ucciso oltre alle prostitute erano prove, o semplicemente è stato troppo irruento.
Crede di far un favore sia a Crocodile sia a Doflamingo, pensando che non sappiano che le donne che lavorano per loro si intascano una percentuale extra, quando so abbastanza a riguardo da poter affermare che Doflamingo ne è a conoscenza, ma se c'è una cosa che ha sempre disprezzato è la violenza sulle donne. Almeno non giustificata. E lui sicuramente non punta i suoi affari solo sulla prostituzione, quindi questo problema non esiste.”
Kidd sorrise.
“Stessa cosa per Crocodile. Ho sempre pensato che fosse un po’ troppo gentiluomo, ma credo sappia benissimo cosa fanno i suoi sottoposti. Il fatto che lo ignori non vuol dire che non ne sia a conoscenza. E anche lui punta su altro, penso ritenga il giro di prostituzione al suo servizio come un passatempo, alla fine alcune lavorano nei suoi casinò per arrotondare, e lui ci guadagna il doppio.”
 
Law sorrise, imitato dal rosso.
 
“Bravi”
La voce di Killer li distrasse, facendoli voltare.
“Quando andate a riferire del ringhio e di tutto il resto, ricordatevi di dire anche che c'è un uomo che corrisponde alla descrizione, con precedenti di abuso e tentato stupro”
Killer lasciò sulla scrivania un foglio ed uscí.
“Absolom? Ma non lavora per Moria?” commentò Kidd.
“Ringrazia Penguin!” gli urlò Law beccandosi un dito medio, che uscí tra i cofani delle auto.
 
In quei giorni erano riusciti a collegare i punti, stranamente come squadra funzionavano nonostante di quattro non ce ne fosse uno normale.
“È ora di andare a riferire i risultati, non credi?”
“Dopo pranzo, prima andiamo a mangiare”
“Posso invaderti casa di nuovo quindi”
 
Kidd gli rispose con un sorriso tutto denti.
 
Arrivati a casa sua, il rosso si mise a preparare della pasta all'amatriciana e Law si sedette davanti al tavolo, assicurandosi un'ottima visuale sulla schiena e sul fondoschiena dell'altro.
La scena quasi domestica venne interrotta dallo squillo del cellulare del rosso, Dancin’ Queen risuonò per tutto l'appartamento facendo fare un salto ad entrambi.
“Porca troia stavo per rovesciare tutto.”
Kidd estrasse il cellulare dalla tasca.
“Bon Clay che cazzo-”
 
“Kiddino, ascolta un secondo. Ho parlato con Goldy e mi ha detto parecchie cose interessanti, dammi due minuti e non vorrai più uccidermi”
 
“Ti sto ascoltando”
“Si tratta del Boss e di Doflamingo”
“Aspetta. Metto il vivavoce”
 
Una volta appoggiato il cellulare sul tavolo davanti a Law gli disse di continuare.
“Vivavoce? Hai visite?”
“Trafalgar Law, piacere” commentò il moro, godendosi l'espressione contrariata dell'altro, ben sapendo che voleva restasse zitto.
 
“Kiddy, frequenti persone strane e pericolose, ma sono contento per te. Comunque, quello che volevo dirvi è ciò che è successo nei giorni scorsi e che sicuramente tu non sai, e nemmeno il tuo boy”
 
Kidd stava già per insultarlo quando Bon Clay cominciò a parlare; la bambina gli aveva detto del pedinamento, dell'incontro tra i tre uomini a cui aveva assistito, della foto, e del successivo incontro tra lei e l'altra bimba al servizio di Doflamingo.
I due ragazzi rimasero in silenzio, Kidd si ricordò di scolare la pasta in tempo ma nessuno dei due parlò.
 
“Quindi” disse Law quando Bon Clay ebbe finito il suo racconto “Si devono incontrare tra qualche giorno per parlare del caso.”
Alzò gli occhi e li piantò in quelli ambrati del rosso; il messaggio era chiaro: non avrebbero detto nulla della loro scoperta per un altro po’, giusto il tempo per costringerli a incontrarsi ancora.
 
“Sí esatto, e non mi aspettavo certo questo retroscena! Il Boss era amico anche di Occhi di Falco, in effetti me li ricordo quei due, anche se li ho visti solo una volta! E finalmente è confermato che aveva una storia con il pallone rosa, lo sapevo! Ora che l'ho detto a te devo andare a dirlo ad un'altra persona”
“A chi?” chiese Kidd, ben sapendo quanto fosse pettegolo il collega.
 
“Oh, lo dirò solo a lei, ma dato che conosce Crocodile da quando era piccolo devo informarla. Sto parlando della grande Iva, naturalmente! Ciao bambini, buon pranzo!”
 
La chiamata si interruppe e i due rimasero a fissarsi.
Kidd trovò la forza di distogliere la sua mente dai mille pensieri che si erano formati nella sua testa ed impiattò.
“Che trio inusuale” commentò Law ingoiando gli spaghetti.
“Ivankov lo conosce da tempo, lo sapevo, ma non credevo da cosí tanto. Chissà quante cose ancora non sappiamo su di loro”
“Io voglio sapere come si sono conosciuti, chi è stato sotto, qual era la loro posizione preferita e perché è finita” rispose il dottore e Kidd rise.
“Sempre ottime priorità”
“Sono anche una persona romantica, un giorno te lo dimostrerò”
“È una minaccia” Confermò, non ponendosi nemmeno la domanda.
Law inforcò altri spaghetti e lo guardò con una strana luce negli occhi.
“Assolutamente.”













 

Angolo dell'autrice:
Un capitolone bello lungo ma ho deciso che proverò a farli tutti cosí da qui in avanti. La foto che viene nominata più volte in questo capitolo esiste ed è un capolavoro di Anso, la trovate su Instagram con il nome di @thegreatanso, adoro come disegna il Golden Trio e ho fatto in modo di usare un suo disegno per l'occasione.
I fili pian piano vengono al pettine e abbiamo il nome del killer; ho preferito usare un pg non inventato per ragioni di trama, anche perché è per colpa sua che le vite di tutti si sono intrecciate nuovamente. Vedremo cosa succederà, solo guai si prospettano…
A presto!
Ao. Spades



 
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