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Autore: hilaros    27/12/2019    4 recensioni
{TROS SPOILER}
Storia ambientata dopo la fine de L’ascesa di Skywalker.
La Resistenza ha vinto contro il Primo Ordine, e l’imperatore Palpatine è stato sconfitto.
Mentre Ben viene nuovamente schiacciato dalle sue scelte e dai suoi pensieri, la giovane Rey continua il suo percorso da Jedi.
Ma una nuova minaccia sta covando dietro l’angolo.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Finn, Nuovo personaggio, Poe Dameron, Rey
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolo autrice: Ciao a tutti! Spero che abbiate passato un buon Santo Stefano e che vi stiate godendo appieno questi giorni di festa! Per quanto riguarda me, sono stata all'anniversario di matrimonio dei miei nonni! Ah, l'amour...
E a proposito di amore, sarà proprio di quello che andremo a parlare in questo e nei prossimi capitoli!

C3PO: Oh, amore? Dedizione appassionata ed esclusiva, istintiva ed intuitiva tra-

Zitto, 3PO. Potresti occuparti piuttosto del momento in cui entrerai in scena? Non credo manchi ancora molto. In fondo, come potrei mai dimenticarmi di te?

C3PO: Oh, certamente, autrice. C'è qualcos'altro che io possa fare? Per esempio introdurre questo capitolo?

Beh, non sarebbe affatto male. Fai pure.

C3PO: Oh, bene! Dunque, ci terrei a ringraziare tutti coloro che stanno recensendo questa storia. Francamente, da una storia dove IO non sono il protagonista principale, non me lo sarei mai aspettato. Ma è comunque molto gradito dalla nostra autrice, che ci tiene davvero molto e terrà in considerazione qualsiasi consiglio o critica voi le lascerete, quindi di nuovo, grazie a tutti. Se vi manco, non preoccupatevi, ci sarà spazio anche per me in questa novella.
Ora vi lascio, trucco e parrucco mi aspettano.

Grazie, 3PO.
Bene, detto questo, direi che è il momento di entrare nel vivo del terzo capitolo, che ne dite? Buona lettura, e spero vi piaccia!

~~~

 


Aveva tentato con tutte le sue forze di mettersi in contatto con lui... aveva utilizzato buona parte delle sue energie per trovarlo, anche soltanto per sentire la sua voce, anche solo per poter avere un pezzo del puzzle che stava disperatamente cercando di ricomporre. 
Sembrava scomparso nel nulla, sì. Sembrava che di lui non fosse rimasto nulla... ma Rey sapeva che non era così. Sapeva che Ben era vivo, che era lì da qualche parte, nell’universo. E che anche lui, come lei, la stava cercando.
Si stavano cercando entrambi, come avevano sempre fatto.
Non vi era mai stata una volta in cui Rey non avesse sperato che Ben la trovasse e la portasse via dal suo inferno personale; non vi era mai stata una volta in cui Ben non avesse sperato che Rey lo salvasse dalla sua infinita guerra con sé stesso. Una guerra che aveva sempre continuato a perdere, battaglia dopo battaglia, finché non era arrivata lei.
Ed entrambi, in quel momento, sentivano il disperato bisogno di ricomporre quel puzzle... entrambi, in quel momento, sentivano il disperato bisogno di sentirsi, anche solo per un secondo, anche soltanto di sfuggita.
Aveva stretto i pugni e chiuso gli occhi, Rey, nella speranza di poter usare ancora un misero briciolo delle sue energie, per poter assumere anche solo un misero contatto con lui. 
Ed alla fine, come se qualcuno avesse udito le sue preghiere, come se non fosse stato affatto merito suo, come se fosse appena stato compiuto un miracolo... Rey ce la fece.
Fu un attimo. Un fugace istante.
Ma fu in grado, in quell’attimo, di poter sentire il suo battito cardiaco, esattamente come se fosse il suo; fu in grado di poter sentire il suo respiro proprio come se fosse lì, a pochi centimetri da lei; fu in grado di udire la sua voce.

«Rey.»

Sembrava sorpreso, lei lo sentiva.
Non se l’aspettava, non si aspettava che potesse arrivare a tanto, fino a consumare così tanta energia per poterlo trovare, per poter avere la conferma che era vivo e che stava bene.
Rey sorrise. Era vivo, la speranza non l’aveva ancora abbandonata. E non aveva abbandonato neanche lui.
«Ben...»
Era stanca. Tremendamente stanca.
Aveva usato fin troppa energia per quel misero contatto, ed ora si sentiva sfinita. Non aveva completamente esaurito le energie, ma aveva decisamente bisogno di una pausa.
E questo glielo dimostrò immediatamente il suo corpo: la testa iniziò a girare e, non appena riaperti gli occhi, la vista cominciò ad appannarsi, e continuò così per un istante prima che, come un cencio, non cascasse a terra a peso morto.
O meglio, sarebbe cascata a terra a peso morto, se soltanto qualcuno non l’avesse acchiappata al volo, prendendola in braccio.
Era troppo esausta per cercare di capire chi fosse quel qualcuno, ed al momento nemmeno le interessava: aveva trovato un piccolo pezzo di ciò che cercava. Ora non le restava che capire dove effettivamente fosse, ciò che cercava.

«Rey, tutto apposto?»

Era arrivato appena in tempo, Poe. 
Appena in tempo per poter sorreggere la propria amica prima che rovinasse a terra come una cretina. Non sembrava star male, sembrava soltanto stanca. Probabilmente anche lei, come aveva già fatto Leia, aveva cercato di mettersi in contatto con qualcuno.
E quel qualcuno, a quanto pareva, era ancora vivo.
Certo, c’era da aspettarselo: l’erba cattiva non muore mai, e Poe non sapeva se Kylo Ren si sarebbe potuto effettivamente definire l’erba cattiva. Ma era di sicuro l’erbaccia degli Skywalker.

~

«Rey?» la chiamò Zorii, dandole qualche schiaffetto in viso, sperando che si riprendesse «Rey, va tutto bene?»

Dopo aver recuperato BB8 e tutta la roba che si era portata appresso sull’altra navicella, i tre l’avevano portata sul Millennium Falcon, affidandola alle amorevoli cure di Chewbe, che l’aveva gentilmente accomodata su un lettino, coperta dal freddo ed accudita finché non si fosse calmata.
Anche se, in fin dei conti, sembrava piuttosto calma. Anzi, sembrava... quasi felice.

«Rey?» chiamò di nuovo l’altra ragazza, non ricevendo risposta «Niente, è completamente andata. Ma cos’hanno i Jedi, che non va?»
«Lasciala stare.» fu la risposta di Poe «Si riprenderà da sola, prima o poi.»


Era stanca, ma felice.
Poteva sentire chiaramente dei rumori e delle voci provenire ovattati dall’esterno e, nonostante non potesse riconoscerle, era abbastanza sicura che appartenessero ad i suoi amici.
Erano cocciuti come dei muli: più volte aveva ripetuto a Poe che avrebbe dovuto sbrigarsela da sola, ma lui, a quanto pareva, aveva deciso di seguirla ovunque lo stesso, come se dovesse farle da balia.
Ma, in fin dei conti, era contenta che i suoi amici fossero così insistenti: volevano soltanto il bene l’uno per l’altro, e si sarebbero protetti fino alla fine. D’altronde, se l’erano anche promesso una volta, no?
Eppure, in quel momento, i suoi unici pensieri erano per Ben. Voleva sapere dove fosse... si stava tormentando per poter sapere dove si trovasse.
Doveva riprendersi al più presto possibile.
Si sforzò di aprire gli occhi e, come volevasi dimostrare, si ritrovò, proprio di fronte alla faccia, Chewbecca e Poe, che la guardavano con un accenno di preoccupazione negli sguardi.

«Poe... Chewbe...» sbiascicò, con voce impastata «D-dov’è Ben? È... è al sicuro? Sta bene?»
Poe sorrise «Rey, tesoro, con tutto il rispetto, ma lo chiedi a me?» 
«No, io... non lo stavo chiedendo a...» cercò di alzarsi a sedere, fallendo miseramente «Ma dove sono? Come avete fatto a trovarmi?»
«Se non ti avessimo trovata, ora saresti da sola in quel luogo orribile.» si intromise Zorii «Che diavolo stavi facendo, di nuovo qui?»
«Io dovevo... fare una cosa.»

Poe aveva capito. Aveva intuito tutto quanto.
Era stata davvero stupida a pensare che avrebbe potuto tenere nascoste le sue intenzioni all’amico pilota: in fondo, il giovane aveva sempre dimostrato di essere tremendamente intelligente ed intuitivo e, nonostante fosse uno che si faceva gli affari propri, ogni volta che sentiva il bisogno di correre in aiuto dei suoi amici, lo faceva. 
Lui c’era sempre, nel momento del bisogno.
E non aveva neanche detto nulla a Zorii. Probabilmente non aveva detto nulla nemmeno a Chewbecca... era qualcosa che aveva deciso di tenere per sé stesso, soltanto per rispettare le sue decisioni.
Era una persona d’oro. Leia aveva fatto proprio bene ad affidare a lui il ruolo di generale, se lo meritava su tutti i fronti.

«Rey...» la interpellò il pilota, lanciando uno sguardo all’altra sua amica ed al Wookie «Possiamo parlare un secondo in privato?»
«Certo.» 

Come se avessero già udito le sue parole ancor prima che parlasse, i due uscirono dalla stanza, dirigendosi in cabina di comando, e lasciando i due ad i loro discorsi.
Una volta ricevuto lo spazio necessario, Poe si sedette accanto all’amica, incrociando le braccia al petto. Non gli piaceva farsi gli affari degli altri, ma in quel momento Rey aveva evidente bisogno di appoggio.
Aveva paura di essere giudicata. Questo, il giovane, l’aveva capito fin dall’inizio.
Era per questo che, nonostante non nutrisse alcuna stima nei confronti del figlio di Leia, Poe era pronto ad offrirle tutto il suo aiuto ed il suo appoggio, se lei li avesse accettati.

«Ho l’impressione» iniziò lui «Che Kylo Ren sia vivo.»
Lei non rispose.
«Altrimenti perché saresti venuta qui a cercarlo?»
Silenzio.
«Ed il fatto che tu fossi totalmente disarmata, quando ti ho riportata qui... mi fa pensare che tu non sia tornata per finirlo. Sbaglio?»
«Poe...»
«Stammi a sentire. Io non so come tu possa essere attratta da uno così, insomma, diciamo che esistono uomini di gran lunga più affascinanti.» la interruppe lui «Ma... non sei di certo costretta a vagare in giro per l’universo tutta sola con BB8. Insomma, ci siamo noi. E poi, francamente, non sono abituato a starmene tranquillo per troppo tempo. Una nuova avventura non mi dispiacerebbe.»

Rey sorrise, soddisfatta.
Aveva ragione, era stata proprio una stupida. 
I suoi amici non l’avrebbero mai abbandonata, non avrebbero mai lasciato che affrontasse una battaglia da sola.
Loro ci sarebbero sempre stati... anche in momenti come quelli. Anche quando, come stava succedendo ora, non approvavano appieno le sue decisioni.

«Torniamo alla Base.» le disse Poe «Se anche lui ti sta cercando ed è intelligente, sarà il primo posto in cui guarderà.»

~

Era sicuro di averla vista.
Era stato un fugace momento, un attimo fuggente, uno di quelli che scorrono tra le dita come granelli di sabbia, qualcosa che chiunque altro avrebbe sicuramente dimenticato nel giro di pochi istanti.
Ma non Ben Solo.
Lui non si sarebbe mai dimenticato di quel momento, perché quello poteva significare soltanto che Rey stava bene, che lo stava cercando, che aveva tentato di mettersi in contatto con lui.
Aveva sorriso, Ben, prima di bere quel tanto agognato sorso d’acqua e salire immediatamente sulla propria nave. Adesso toccava a lui.
Avrebbe girato in tondo tutta la galassia, persino tutto l’universo, pur di trovarla... si sarebbe fermato su ogni pianeta, avrebbe chiesto ad ogni passante, avrebbe sprecato anche tutte le sue energie, pur di poter di nuovo sentire la sua voce, guardare il suo viso, toccare la sua mano... baciarla di nuovo.
Avrebbe fatto di tutto, pur di riunirsi a Rey. Pur di ricominciare insieme a lei.
Ma, al momento, si sentiva troppo debole per fare appello alla forza. Doveva aspettare di riprendersi, doveva trovare un luogo in cui l’avrebbero curato ed in cui avrebbe potuto recuperare tranquillamente le forze.
E quel luogo, purtroppo-o per fortuna-, non era di certo Tatooine.
Si mise al collo il ciondolo regalatogli dalla piccola Bree e, come se non fosse mai stato più sicuro di sé in vita sua, decollò immediatamente. Non aveva una meta precisa, ma nella testa aveva soltanto un’immagine, un indizio.
Doveva cercare il Millennium Falcon.

«Non è partita da sola.» si disse, compiendo il salto a velocità luce una volta sparito oltre l’atmosfera.
No, non poteva essere partita da sola... o, pensandoci bene, avrebbe anche potuto farlo, sì, ma quei guastafeste erano sempre in mezzo ai piedi. Di sicuro, l’avevano seguita per aiutarla, mettendo in mezzo tutte quelle sciocchezze sull’amicizia e sulla fiducia.

Ben non aveva mai avuto amici, e per questo non poteva capire che cosa significasse averne qualcuno. Non poteva capire che cosa significasse aiutarsi sempre nel momento del bisogno, anche a costo della vita, anche a costo di perdere.
Non era mai stato apprezzato da nessuno, lui.
Eppure, pensandoci bene, su Tatooine un’amica se l’era fatta: era piccola, certo, ed anche debole, ma questo non significava che non avrebbe lottato per aiutarlo. Gliel’aveva detto anche lei: erano amici.
Avrebbe tanto voluto rivedere quella bambina, un giorno... sarebbe voluto tornare, in futuro, per assicurarsi che stesse bene e che tutto stesse andando per il meglio. Sia per lei, che per la sua famiglia.
Ma aveva paura. Paura che l’unica amica che si fosse mai fatto potesse ben presto dimenticarsi di lui e del piccolo aiuto che si erano dati a vicenda. Aveva paura che, in realtà, nessuno l’avesse mai apprezzato per ciò che era.
In fondo, lui era sempre stato due persone diverse, no?
Ma qual era, effettivamente, la vera identità di Ben Solo? Chi era veramente, colui che era stato Kylo Ren, Leader Supremo del Primo Ordine?
A questa domanda, probabilmente, soltanto lui poteva rispondere. E al momento, una risposta non ce l’aveva.

Ma, forse, aveva la risposta ad un’altra domanda. A quella che si stava facendo fin dal momento in cui si era svegliato, stanco e ferito.
Dov’era Rey?
Esattamente dove sarebbe dovuta essere.
Alla Base della Resistenza.

~

«Signore, vi abbiamo portato ciò che cercavate.»

Era seduto al suo tavolo personale, all’interno di quella lurida locanda frequentata da sporchi mercanti ed orribili schiavi, ma che in compenso serviva delle bibite veramente spettacolari.
Non avrebbe mai pensato, tuttavia, che durante la sua misera traversata su quel minuscolo pianeta da quattro soldi, avrebbe avuto tanta fortuna da imbattersi proprio in lui.
Kylo Ren.
O, per meglio dire, Ben Solo. Il ragazzino che, con la forza di un giunco, aveva tentato di guidare il Primo Ordine, fallendo miseramente.
Fortunatamente, due stupidissimi aguzzini del posto, che si divertivano ad andare in giro a riscuotere tasse per conto di qualcuno  del quale non conosceva l’identità, erano riusciti a portargli qualcosa di suo, giusto per confermare che ciò che aveva visto non fosse soltanto frutto della sua immaginazione, o che non si fosse semplicemente sbagliato.
Ma, come volevasi dimostrare, lui non sbagliava mai.
Ciò che aveva tra le mani in quel momento, era proprio lo stemma del Primo Ordine. Qualcosa che soltanto uno come Kylo Ren avrebbe potuto cedere così facilmente a due sconosciuti.

«Mio padre si è sempre sbagliato, sul mio conto.» affermò, pagando i due farabutti con due sacche piene di denaro «Peccato che non sarà vivo a godersi la scena, quando finalmente il vero Impero schiaccerà definitivamente quella grandissima feccia ribelle. E nel momento in cui io... manderò Kylo Ren esattamente nel posto in cui sarebbe già dovuto essere. All’inferno.»










   
 
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