Libri > Twilight
Ricorda la storia  |       
Autore: violetmoon888    27/12/2019    0 recensioni
Non riuscivo a capire, non riuscivo proprio a capire come fosse possibile. La mia vita era cambiata in quelle poche settimane. Lo shock, era chiaro che lo stato di adrenalina e confusione impediva agli altri di parlare. Sentivo il respiro di Jasper accelerare. Mi stringeva ancora la mano. Immobile io fissavo il cielo, quel bagliore bluastro che quell’angelo aveva lasciato. Restammo tutti pietrificati come statue per qualche minuto. Poi fui io a sbloccarmi. Guardai Jasper, lo sentivo, provava una sensazione nuova, era spiazzato e mi fissava trasognato. Lo scossi leggermente e mi lasciò la mano si voltò verso gli altri, mi girai anch’io. Carlisle, il più lontano da noi fece qualche passo e sillabò un i-n-c-r-e-d-i-b-i-l-e.
ATTENZIONE: Questa storia è da definirsi un sequel, è necessario leggere la precedente, "NON SO PIU' CHi SONO" sulla mia pagina.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jasper Hale | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CIAO A TUTTI! HO DECISO DI PORTARE AVANTI UNA STORIA CHE MI AVEVA DECISAMENTE ISPIRATO E CHE CREDO SIA PIACIUTA MOLTO. APPROFITTO DI QUESTO PERIODO DI VACANZA E TEMPO LIBERO PER SCRIVERE E AGGIORNARE IN MANIERA CONTINUATIVA. LE VICENDE CHE HO MESSO SU CARTA ATTINGONO ALLA MIA BIZZARA VERVE FANTASTICA E AL PATRIMONIO DI LETTURE NERD CHE TUTTI AMIAMO . SUCCEDERANNO COSE BIZZARRE, COLPI DI SCENA CHE VI FARANNO INCURIOSIRE O STORCERE IL NASO, CHI PUO' SAPERLO?  DETTO CIO', BUONA LETTURA, SPERO VI PIACCIA.




POV ALICE


Non riuscivo a capire, non riuscivo proprio a capire come fosse possibile. La mia vita era cambiata in quelle poche settimane. Lo shock, era chiaro che lo stato di adrenalina e confusione impediva agli altri di parlare. Sentivo il respiro di Jasper accelerare. Mi stringeva ancora la mano. Immobile io fissavo il cielo, quel bagliore bluastro che quell’angelo aveva lasciato. Restammo tutti pietrificati come statue per qualche minuto. Poi fui io a sbloccarmi. Guardai Jasper, lo sentivo, provava una sensazione nuova, era spiazzato e mi fissava trasognato. Lo scossi leggermente e mi lasciò la mano si voltò verso gli altri, mi girai anch’io. Carlisle, il più lontano da noi fece qualche passo e sillabò un i-n-c-r-e-d-i-b-i-l-e.
“E’ possibile davvero?” Esmee gli si avvicinò, Bella venne ad abbracciarmi con troppa foga, io non capivo, non sapevo cosa fare. Mi lasciai abbracciare, chiusi gli occhi, cos’altro sarebbe potuto accadere?
“Alice, tutto bene?” Edward si accigliò, non riuscivo a pensare, tutto era così confuso.
“Si, io, continua a girarmi la testa” Jasper mi cinse da dietro, sentivo le sue mani gelide quasi tremanti, avevo ricacciato indietro le ali, non me ne ero neppure accorta. Ora qualcosa cominciavo a percepirla, era panico.
“Dobbiamo tornare a casa” sentenziò Carlisle, agitato, anzi quasi timoroso.
“Prima che qualcuno ci veda” aggiunse Edward. Cominciarono tutti a scendere, Jasper mi prese di nuovo la mano, lo trattenni.
“Jasper, io” non sapevo cosa dire, mi lasciò la mano, allora anche lui aveva timore, anche lui non sapeva cosa pensare seppur avvertivo quella scintilla di gioia, di calore per quello che era successo. Muovendomi in un millisecondo lo strinsi a me, dio, un figlio, io non ci avevo mai pensato, ero terrorizzata, affondai il viso nel suo maglione, volevo solo lui, sentire lui, il morbido dei suoi indumenti, la sua pelle liscia, il suo odore.
“Dobbiamo andare” disse accarezzandomi i capelli. Perché non potevamo restare lì da soli su quel tetto nel Montana e basta, perché? Lentamente ci avviammo alle macchine e durante il viaggio di ritorno restai appoggiata alla sua spalla con gli occhi chiusi, volevo sparire. Probabilmente pensarono che dormissi. Carlisle cominciò a sussurrare dal posto di guida, Edward gli era affianco, io e Jasper avevamo occupato i 3 sedili posteriori.
“Come dovrei fare…” non lo disse a nessuno in particolare ma Jasper si irrigidì e mi strinse  di più a sè ma con delicatezza.
“E’ impossibile saperlo con certezza” questa volta si rivolse ad Edward,
“Jasper, non so se potrò essere d’aiuto questa volta” avevo capito, parlavano del feto, di come sarebbe stato possibile accertarne l’effettiva esistenza. Una vita dentro il mio corpo, sono un vampiro, come posso essere incinta?
“I vampiri non possono insomma…” Edward ammiccò,
“Lei è di più” sussurrò Jasper impaziente,
“Proverò con qualsiasi cosa, vedremo se riusciremo a capirci qualcosa prima che quella creatura tornerà a manifestarsi”. Una brusca frenata mi fece sobbalzare, aprì gli occhi,
“Siamo arrivati tesoro” sorrisi fiaccamente a Jasper e mi fiondai sul divano di casa,Edward mi sorrise e si sedette sulla poltrona. Carlisle e gli altri erano saliti di sopra, Jasper indeciso tornò da me.
“Lo sappiamo che hai sentito” disse Edward, Jasper annuì parandosi in piedi davanti a me,
“Cosa ne pensi Alice?” mi chiese mio fratello, Jasper non riusciva a staccarmi gli occhi di dosso, un misto di ansia e di eccitazione.
“Io non lo so, non credo sia possibile, ma non lo so…”
“Io credo a quella creatura” Edward asserì fiero,
“Ma se prima…” ero confusa,
“Credere però non basta per Carlisle” sviò il discorso,
“Non capisco…” dissi esausta,
“Alice, vuole verificare se davvero tu sia incinta” Jasper si abbassò e mi sorrise massaggiandomi la schiena,
“Oh, certo, devo andare di sopra quindi” Jasper ti amo avrei voluto dire, Jasper cosa ci succederà ora avrei voluto dire, non riuscivo a sostenere il suo sguardo, lui voleva che fosse vero, io non potevo ancora capire cosa volessi. Mi alzai e vidi i riflessi delle mie iridi azzurre nella cristalliera di fronte, la paura forse era forte quanto la rabbia, quanto l’amore. Cercai di calmarmi, il blu a poco a poco si affievolì. In una falcata fui in cima alle scale. Carlisle ed Esmee sussurravano tra loro tenendosi per mano, Bella accarezzò il lettino rivestito di carta velata pensierosa.  Simultaneamente mi guardarono, impalata in cima alle scale.
“Alice, possiamo provarci ma non ti prometto nulla” Carlisle mi mise una mano sulla spalla preoccupato, Jasper salì, nel mentre io mi spostai sul lettino inquieta. Carlisle aprì gli armadi di quercia e tirò fuori una sorta di ecografo, un aggeggio tondo e una siringa. Jasper mi fu accanto, la paura stava per prendere il sopravvento.
“ Allora, facciamo tutti un bel respiro.” Si sgranichì nervoso,
“La creatura ha detto che sei incinta” mi fece un cenno e mi stesi sbottonando i jeans,
“E’ una situazione del tutto nuova, come quella di Renesmee, ma alla fine siamo riusciti a cavarcela” Jasper rabbrividì,
“Carlisle, Bella è quasi morta, pensi che Alice sia in pericolo?” chiese e mi guardò intensamente,
“Non lo so, ne so quanto voi, ma Alice è una vampira, e un angelo, ed è la più forte fra noi” sospirai, la creatura, così l’aveva definita Carlisle, ma era mia madre, si sarebbe fatta viva. Lei poteva, doveva darmi delle risposte. Rabbia. Ero furiosa con lei ora.
“Alice” Jasper mi posò una mano sulla spalla e osservai i miei occhi iridescenti, fiamme bluastre.
“proviamo con gli ultrasuoni” era freddo, e fastidioso, chiusi gli occhi pensando a Jasper e al nostro primo incontro, quel ricordo era la mia quiete. L’avevo trovato quel giorno, non sarebbe andato più via. Senza accorgermene cercai la sua mano con la mia.
“Sono qui” mi sussurrò all’orecchio,
“La nostra pelle, è troppo spessa, non vedo nulla” disse Carlsile, poi afferrò il robusto ago da 10 cm,
“Che…”Jasper mi abbassò la camicia,
“Jasper, non accadrà nulla, è un’amniocentesi” disse.
“Hey Jazz, va tutto bene, devo farlo…” si scostò dubbioso, l’ago penetrò nella mia pelle, il dolore era accettabile in fondo. Carlisle ebbe un sussultò.
“Sento qualcosa…” conficcò più a fondo,
“Ahhh” non era come il dolore alla schiena, era meno intenso, ma comunque forte adesso, non riuscivo a trattenermi, Jasper fremeva.
“Si, c’è, un feto si!” esclamò con entusiasmo, gridolini da parte di Bella ed Esme si diffusero in tutta la stanza. Jasper restò di sasso come me.
“Carlisle! P-u-oi” stava per succedere qualcosa, di nuovo, no! Un bagliore azzurro ci accecò tutti e la siringa fu scaraventata a 4 metri di distanza. Mi alzai e scattai all’indietro, avevo perso di nuovo il controllo.
“Che succede?” Edward ci raggiunse perplesso,
“Scusami Carlisle, non so cosa”
“Incredibile” Jasper si avvicinò e mi abbracciò prima ancora che potessi pensare di fargli del male e trattenerlo. Mi scoppiava la testa. Una giornata infinita.
 “E’ così, allora” mi sciolsi dall’abbraccio di Jasper,
“Aspetto un bambino” pronunciando tali parole spostai lo sguardo sul pavimento, cominciai a scrutare il futuro, mi voltai e saettai giù dalla finestra. Corsi veloce, volevo cacciare, distruggere qualcosa, quella creatura, mia madre aveva cambiato tutto e non si era degnata di dirmi nulla. Troppi cambiamenti, troppi. Volevo sparire.
 
 
 
POV JASPER
Non la seguii. Era scioccata, più di me. Era scappata, di nuovo. Esmee mi strattonò,
“Jasper, che aspetti, va da lei, è terrorizzata” Bella tornò giù, Edward allontanò Esme,
“Deve restare un po' sola, sono troppe emozioni da digerire in un giorno” io annuì, volevo seguirla ma la sua reazione, cosa avrei potuto dirle, non avevo idea di cosa significasse essere padre. E poi il bambino cosa sarebbe stato? Com’ era possibile.
“Jasper, non crollare anche tu ok?” Edward mi tirò a sé mentre Carlisle recuperò qualche libro dalla sua collezione di mitologia e cominciò a sfogliarli freneticamente.
“Lo so, è una cosa sconvolgente, posso capire almeno questa parte di quello che sta accadendo ad Alice, devi starle vicino, è sconvolgente ma bellissimo, lei lo sa” mi passai una mano tra i capelli esausto.
“Non credo sia quello che vuole, non sembra felice” svuotato di ogni energia avrei voluto dormire come lei e Renesmee e gli umani.
“Non dire sciocchezze, ha solo paura, ha bisogno di te, non commettere il mio stesso errore, non lasciarla sola.” No questo non l’avrei mai fatto. Salì nella nostra stanza pensieroso.
“Alice, sei qui” dissi sorpreso,  i suoi occhi azzurri si illuminarono appena mi videro,
“Non sei andata via” era seduta sul letto, il riflesso della luna ne illuminava metà sagoma, restai incantato a osservarla,
“Vieni qui” disse incerta e picchiettò sul copriletto, avvertivo paura e tristezza . Non mi guardava negli occhi.
“Alice Cullen guardami” le sollevai delicatamente il viso,
“Mi dispiace” mi alzai all’improvviso e lo dissi arrabbiato,
“Cosa?”
“Non credevo che l’idea di avere un figlio da me ti riducesse in questo stato” la stavo ferendo, le parole uscirono incontrollatamente,
“Che dici Jasper!” abbassò di nuovo lo sguardo,
“Hai paura e provi rabbia e sei infelice!” scattò anche lei corrucciata e mi spinse contro la parete, la sua forza era strabiliante.
“Non sono infelice, io si sono arrabbiata, puoi immaginarlo, scoprire dopo un secolo chi io sia e da qualcuno che non può aiutarmi, si sono terrorizzata per me, per il… bambino, per te” premeva entrambe le mani sulle mie scapole e mi teneva inchiodato al muro. Sospirò indietreggiando.
“Jasper non ho mai pensato ad avere un figlio ma come puoi credere che questo mi renda infelice!” mi guardava con quegli occhi fiammeggianti.
“Alice, io non riuscivo a capire, ci sono così tante emozioni che mutano all’istante dentro di te e io ne sono sopraffatto” l’abbracciai e la condussi a letto.
“Non devi avere paura per te, né per me né per il bambino, io ti proteggerò, sempre” si calmò,
“Perdonami”  stesa accanto a me fece per avvicinare il suo volto al mio per baciarmi,
“Se loro dovessero scoprirlo io non voglio perderti” si riferiva ai Volturi, raggelai.
“Non mi perderai” lei mi afferrò la mano e l’ avvicinò al suo grembo, gli occhi incandescenti, non c’era bisogno di aggiungere altro.
 
 
 
POV Alice
Dormii a lungo quella notte, non mi accorsi che il sole fosse ormai già alto, quando riaprii gli occhi erano le 11 del mattino, Jasper entrò nella stanza dopo 2 battiti di ciglia.
“Buon giorno” aprì la finestra per lasciare entrare l’aria fredda di Forks in pieno autunno, mi stropicciai gli occhi e mi diressi alla cabina-armadio. Lilla, oggi era necessario un colore tenue e rilassante. Saltellai agilmente davanti allo specchio, non pensai agli occhi, mi concentrai sul tessuto leggero e la svasatura del vestito. Jasper mi abbracciò da dietro e mi diede un bacio sul collo. Ridacchiai, fissai le nostre sagome allo specchio, le nostre sagome che combaciavano perfettamente. I suoi occhi, oro colato, scrutavano i miei capelli corvini, arruffati per il sonno. I miei occhi, neri come la pece. Mi portai la mano alla gola. Avevo una sete pazzesca.
“Dovresti andare a caccia” osservò Jasper, annuì e mi avvicinai alla finestra,
“Hey” mi ero bloccata, Carlisle voleva andare a Denali, voleva che Eleazer lo aiutasse a reperire delle informazioni sulla mia condizione. Jasper, sarebbe andato con loro.
“Carlisle, ti sta cercando” mi guardò preoccupato,
“Vuole andare in Alaska, per cercare notizie su di me, beh…su di noi” era strano abituarsi all’idea che qualcosa vivesse dentro di me, ma era piacevolmente bizzarro, risi senza motivo, al che Jasper si rilassò e venne ad abbracciarmi.
“Okay, sarò di ritorno stanotte” saltai giù dalla finestra con un salto all’indietro,
“Jasper!” esclamai irritata ma divertita,
“Cosa c’è?” continuai a fissarlo,
“Ah, oltre ad Edward lo chiederò anche a Jacob!” sgattaiolò via,
“So badare  a me stessa! Sono la più forte ricordi!?” un ringhio compiaciuto mi arrivò dal basso.
“Bene” dissi a me stessa, avevo la gola in fiamme, respirai, lentamente le ali si dischiusero in un fruscio accompagnate dal sibilo della stoffa in pezzi.
“Ah, accidenti…rovinerò tutti i vestiti” bisognava trovare una soluzione anche per quello, mi sentivo nuovamente leggera, libera. Avere le ali dischiuse era così piacevole, trattenerle era davvero difficile. Le sbattei energicamente e mi sollevai a 4 metri da terra. Annusai l’aria. Un gruppo di alci a sud. Che strano non ero affatto concentrata sulla caccia benché avessi così tanta voglia di sangue, ripensai alla giornata di ieri, a quella creatura, a Jasper, a Billy, alle loro voci, alle loro reazioni. Anche Eleazer lo saprà e tutti i nostri cugini di Denali. Non era rischioso? Billy aveva detto di mantenere il segreto. Scossi la testa. Basta. Dovevo bere. Mi fiondai a capo fitto sul grosso maschio e in pochi secondi l’ardore sparì. Mi sedetti in cima ad una roccia che sporgeva lì vicino, le ali mi attorniavano candide e fiere. Non mi ero mai sentita così completa. Quello che ero. Forse doveva andare davvero così.
“Chi c’è!” ringhiai ad un cespuglio, avvertivo l’odore di un lupo, ma nulla di familiare, apparve, era grosso, grigio pezzato di nero. L’istinto di attaccare quell’estraneo era troppo forte. Scattai verso di lui, lo sollevai  per il collo e lo scaraventai a terra. Mugolò per il dolore. Ferma. No. Non poteva essere un lupo dei branchi, avrei riconosciuto l’odore. Ululò. Vattene Alice. Dovevo andarmene. Un licantropo sconosciuto mi aveva vista. No. Ritrassi le ali di colpo, a che sarebbe servito? Vattene, cominciai a correre prima che arrivasse qualcun altro.
 
 
 
POV Edward
“Dai tesoro! Fai provare me!”
“No” Renesmee, ostinata continuava ad armeggiare con lo smartphone che Emmett le aveva regalato. Non ero mai stato d’accordo.
“Ecco, risolto, era un virus” mi guardò fiera lanciandomi l’oggetto. Tutta sua madre.
“La zia Alice avrà un bambino allora!” cominciò a saltellare nel porticato,
“E tu come fai a saperlo diavoletto!” ridacchiò,
“Me l’ha detto..emm…la mamma” l’afferrai dubbioso,
“Va bene, vi ho sentiti parlare stanotte a casa!” dimenticavo quanto i suoi sensi fossero sensibili,
“Papà posso vedere Jacob! Perché non è ancora arrivato!”
“Papà”
“Aspetta qui” Alice, era stata attaccata da un lupo, come? Mi fiondai nella sua direzione, dopo pochi minuti ci incontrammo, correva spaventata,
“Edward, accidenti” si guardò attorno inquieta,
“Perché un lupo del branco ti ha attaccato?” ero basito,
“Zia Alice stai bene?” Renesmee le cinse la vita, Alice affondò le mani nei suoi boccoli rossicci e le sorrise, annuì,
“Tu non ascolti mai vero?” la piccola mi fece una linguaccia.
“Non era un lupo del branco”
“Cosa?”
“Non era un lupo del branco” abbracciò Renesmee,
“Dobbiamo vedere Billy” altri problemi in vista.
 
 
 
POV Alice
“Jasper e Carlisle sono già partiti?” chiesi titubante, Edward correva affianco a me,
“Io credo che siano all’ospedale, non li vedi?”
“Li vedo già in Alaska” un licantropo di un altro branco mi aveva attaccata.
Corremmo più in fretta che potemmo, nell’aria c’era un odore strano, intenso, percepii la presenza di molti lupi, non riuscivamo a vederli però. Con ampie falcate superai di netto Edward, era più lento del solito, cominciò a frenarsi, sempre di più finché si arrestò completamente.
“Edward che hai?” urlai già lontana centinaia di metri, lo raggiunsi. Scrutava intorno a sé,
“Sono ovunque” se non tutti, la maggior parte del branco cominciò ad avvicinarsi scendendo dalla montagna. Distinguevo Jacob e una lupa grigia, Leah. Solo loro due si avvicinarono di più, gli altri si guardavano l’un l'altro agitati, le orecchie abbassate, qualcuno sfoderava gli enormi canini.
“Alice tu…” anche Edward sembrava agitato,
“Cosa?”
“Hai attaccato Seth” Seth? Impossibile non era Seth, non aveva il suo odore, l’avrei capito, quel lupo era un estraneo, voleva attaccarmi.
“Sei sicura?” mi chiese,
“Io…” non poteva essere altrimenti.
 
 
 
POV Edward
I loro pensieri erano vividi e riassumevano tutti la medesima cosa, Alice aveva attaccato Seth. Giungemmo a casa di Billy con i lupi alle calcagna, tenevano d’occhio Alice intimoriti, credevano che avrebbe potuto far del male sul serio. Non riusciva a controllarsi completamente. Era passato un mese o due dalla trasformazione, era difficile lo sapevo.
“Alice!” Billy era tranquillo, lievemente estasiato, non sapeva del bambino, Alice sembrò leggermi nel pensiero e mi lanciò un’occhiataccia.
“Billy non avvicinarti” Leah si era trasformata e sfrecciò davanti ad Alice parandosi tra lei e Billy, Alice si irrigidì, nei suoi pensieri vedevo un lupo grigio e nero che la fissava, in effetti non sembrava Seth ma l’odore era impossibile da nascondere.
“Leah spostati” nessun singulto,
“Leah!” Jacob la richiamò mi sfiorò una spalla e guardò Alice accigliato,
“Lei è pericolosa” pronunziò quelle parole arrabbiata e spaventata al tempo stesso,
“Leah non aveva capito che fosse Seth” tentai,
“Certo, insomma se i suoi sensi sono così acuti dovrebbe percepire l’odore di qualcosa che conosce da chilometri!”
“LEAH SPOSTATI!” la voce tonante di Billy riecheggiò tra gli alberi, finalmente Leah andò via, gli altri lupi erano tutti nei dintorni pronti a scattare in caso di necessità.
“Avvicinati pure Alice” non si mosse,
“Ha ragione Billy, a quanto pare non ho ancora il controllo” lui scosse la testa,
“ E’ così” mi accostai ad Alice sfiorandole il braccio, avrei voluto fare qualcosa ma eravamo tutti con le mani legate.
“Io stavo cacciando ed è comparso un lupo chiazzato di nero, non era Seth, cioè non lo avevo riconosciuto e poi lui…” si fermò,
“Seth era sporco di fango quando Leah e Sam lo hanno trovato…” disse Billy
“Eri nel bel mezzo della caccia, l’odore è stato camuffato e ti sei sentita minacciata” aggiunse, non mi era chiaro però, Seth nella sua mente l’aveva attaccata,
“Seth non ti ha attaccato Alice” ripetei,
“Sono confusa, è stato come se non potessi fermarmi, l’istinto di attaccare era troppo forte…mi dispiace” cominciò a fare avanti e indietro.
“Tranquilla Alice, è l’angelo che vuole proteggerti” restammo di sasso, lui sapeva?
“La vampira e l’angelo, le due parti di te sono in conflitto, devi imparare a farle lavorare insieme, capisci?” Alice tornò a respirare,
“Alice penso che dovr…” gli occhi le si illuminarono di blu, mi bloccai, meglio non farla arrabbiare.
“Tornare a casa, Billy, non possiamo fare qualcosa per il controllo?” sospettoso Billy girò le ruote della sedia e si allontanò sul porticato,
“Solo lei sa come acquisire il controllo”
POV Alice
Afferrai Edward per un braccio e lo sbattei con forza contro il tronco del pino alla nostra sinistra, ridacchiò leggermente ansimante,
“Glielo avresti detto!” mi fissava imbambolato, lo lasciai, provai a rilassarmi, il colore dei miei occhi provocava uno strano effetto sugli altri.
“Grazie a lui abbiamo scoperto chi sei, forse avrebbe potuto dirci di più” ringhiai,
“Perché credi che Carlisle non l’abbia fatto e sia andato in Alaska? Se lo sapessero i Volturi, hanno sentinelle ovunque, sarebbe la fine” mi portai una mano sulla fronte, non avevo avuto alcuna visione su di loro da mesi.
“Ma anche Denali potrebbero esserci spie” cominciò,
“Non dirà nulla. Dirà ad Eleazer solo di procurargli del materiale per una ricerca” dissi,Edward annuì, annusai l’aria, eravamo quasi a casa ma c’era ancora odore di licantropo nei dintorni. Non vedevo l’ora di librarmi di nuovo in cielo, era stata una mattinata pesante volevo solo salire in alto e che la testa eliminasse ogni pensiero. Giunti sul porticato mi fermai e chiusi gli occhi, era difficile aprirle quand’ero calma, rilassata, dopo 30 secondi uno scroscio e finalmente libera. Aprii gli occhi, con un movimento fulmineo le sgranchì. Sorrisi ad Edward e le contemplai insieme a lui, sfiorai con le dita i bordi morbidi, non emettevano quella luce azzurognola, non erano totalmente bianche, stavano cambiando, dalle scapole erano di un azzurro intenso che sfumava nel bianco alle punte. Guardai il vetro della porta scorrevole, gli occhi di un sottile ceruleo quasi impercepibile,
“ Credo che la tonalità cambi con le emozioni, prima eri rabbiosa ed erano fiamme blu notte” Edward si avvicinò, lo fermai con la mano.
“Attento, ora che mi sollevo la forza d’urto non è piacevole” tirai indietro le ali pronte a spalancarsi,
“Alice” Edward mi afferrò la mano, lo guardai interrogativa,
“Credo che sia il bambino, hai attaccato Seth perché lui si sentiva minacciato”.
 
 
POV Jasper
“Alice” era seduta sul bordo della porta-finestra, percepivo stanchezza e una sottile inquietudine, mi avvicinai e sedetti accanto a lei, era notte fonda, l’aria gelida strattonava le tende color avorio.
“Edward te l ha detto” affermò con quella sua voce cristallina, le presi la mano,
“Non è stata colpa tua” sospirò e alzò lo sguardo alla luna,
“La cosa mi sfuggirà di mano prima o poi e farò del male a qualcuno” disse con insolita calma,
“Jasper” si voltò verso di me e mi passò una mano sulla guancia,
“Voglio provare una cosa, ti fidi?” le sorrisi ammaliato,
“Certo che mi fido” le presi la mano e la baciai, ridacchiò e quello che accadde dopo mi stupì completamente. Mi tirò a sè alzandosi e spalancò le ali. In pochi secondi fummo in alto, nel blu della notte, mi stringeva  senza fatica. Sbattè nuovamente le ali e ci trovammo ad un’ altezza vertiginosa, le cime degli alberi facevano capolino da dense nubi grigiastre, il battito era lento ma costante quasi simile a quello di un cuore umano. Stupefatto mi guardai attorno e poi guardai lei, calma, felice, l’iridescenza tenue degli occhi azzurri.
“Allora come ti sembra?” non riuscivo ad aprire bocca, lei rise e mille cristalli attraversarono lo spazio aereo echeggiando sino alle montagne.
“E’ incredibile, sicura di riuscire a reggermi?” mi guardò in segno di sfida, avvolse più stretto il braccio in torno al mio fianco e virò bruscamente verso il basso, a mala pena distinguevo gli oggetti per quanto fosse veloce, l’aria gelida le scompigliava i capelli corvini, concentrata eseguiva giri e piroette, fletteva le ali come un falco, avvertivo quella leggerezza quella libertà che il suo corpo esternava. Mi sentì come lei. Ad un tratto rallentò il ritmo.
“Non so se siamo ancora negli Stati Uniti”. SI abbassò e scorgemmo un paesaggio completamente innevato e più freddo, annusai l’aria.
“Forse  siamo arrivati in Alaska” dissi sorpreso di quanto rapidamente avessimo superato i confini.
“Che c’è?” si era fermata, batteva di nuovo le ali in fretta per tenerci sollevati, un’espressione interrogativa sul volto,
“Non senti quest’odore?” chiese, fui sull’allerta, fiutai di nuovo l’aria ma non avevo sentito nulla, da quell’altezza non riuscivo a distinguere granchè, il vento che soffiava era stracolmo di odori.
“D’accordo, torniamo indietro” disse rilassata, mi diede un bacio sulla guancia e scattò fulminea.
 
POV Alice
Atterai vicino ad una spelonca enorme, mai vista nel nostro territorio, sgranchì le ali, era stato più faticoso del previsto portare anche Jasper, ero esausta ma non volevo darlo a vedere.
“Siamo ancora lontani!” esclamò entrando nella grotta, era ricoperta di muschio bianco, e la temperatura all’interno era molto più calda, sottili stalattiti ne ricoprivano la volta, era davvero spettacolare.
“Okay” gli feci un cenno pronta a partire, mi bloccò,
“Sei stanca, restiamo qui per qualche ora.” Sedette sul muschio. Incerta mi avvicinai chiudendo le enormi ali. Non parlammo per qualche minuto, avevo intensione di chiedergli cosa mai avesse scoperto Carlisle ma c’era qualcosa di strano. Gli presi la mano. Una sensazione davvero forte.
“E’ stato incredibile” disse sorridendo, quei denti bianchi e perfetti, quella bocca, avrei desiderato solo baciarlo, sentì le ali fremere.
“Alice?” aveva poggiato la mano sulla mia spalla, ero troppo assorta non me ne ero neanche resa conto, continuava a sorridere, certamente avvertiva cosa sentissi, scossi la testa.
“Tutto bene?” spostò la mano carezzandomi lo zigomo sino al collo,
“Si, credo…Jasper, Carlisle ha scoperto qualcosa?” si alzò pensieroso,
“No nulla che possa aiutarci, e soprattutto nulla riguardo il bambino” Edward gli aveva illustrato la sua teoria?
“Edward ti ha detto cosa pensa del bambino?” guardai automaticamente in basso, Jasper sembrò preoccuparsi, scattò verso di me e incerto appoggiò la mano destra sul mio ventre
“Hey è tutto okay” gli presi la mano e la portai alle labbra, aspirai quel profumo, mi venne la pelle d’oca. Passò 1 minuto, Jasper aspettava che parlassi.
“Si.. crede che io abbia attaccato Seth perché lui sta cercando di proteggermi” mi allontanai,
“Proteggerti?” Jasper mi seguì,
“Vedi, forse per questo non riesco ad avere il controllo, nonostante siano passati mesi, i licantropi sono una minaccia per me, è come se lo sapesse”.
“Billy lo sa?” domandò ,
“Jazz, non deve saperlo nessuno oltre alla nostra famiglia, nessuno…”lo presi per la giacca e lo bloccai contro la parete,
“Non voglio mettere in pericolo nessuno” intrecciò le sue mani alle mie, vedevo il riflesso più intenso delle mie pupille nelle sue, cominciai a baciarlo, freneticamente, ecco quella sensazione, io lo desideravo, come mai sino ad ora, volevo sentire tutto, il suo tocco, il suo odore, i suoi baci, lui dentro di me. Gli strappai la camicia, e cominciai a slacciargli la cinta. In attimo fummo sul muschio bianco completamente nudi, sentivo le sue mani cercare i miei seni, quella sensazione era così potente, quasi ci stessimo per fondere in un unico individuo, spalancai le ali che illuminarono di blu la grotta.
 
“Riesci a vederlo?” eravamo abbracciati l’uno all’altra quasi col fiato corto, mi scostai per guardarlo negli occhi,
“No, non lo vedo, non credo riuscirò a vederlo, è come per i lupi e per Renesmee, credo” annuì pensieroso,
“E’ quasi l’alba, siamo rimasti qui più a lungo del previsto direi” sfoderai un sorriso a 32 denti e mi avvicinai a pochi centimetri dal suo orecchio,
“Potremmo restare ancora un po’ o per sempre” sussurrai persuasiva, cominciai a mordergli l’orecchio,
“Alice, così non vale tu…” lo zittii con un bacio e feci scivolare la mano sino al suo inguine, il telefono squillò, mi bloccai,
“Edward, vuole parlarci…” Jasper scattò in piedi e cominciò a vestirsi, spalancai le ali e lo tirai a me,
“Tesoro sembra urgente” non lo ascoltavo, il suo odore, non riuscivo a resistere, a smettere di pensarci, a baciargli il petto,
“Alice” le ali divennero più luminose e calde, potevo sentirlo,
“Alice!” cosa stavo facendo? L’avevo bloccato, contro la parete con forza straordinaria, avevo sfoderato i canini, mi catapultai dalla parte opposta, ansimante,
“Jasper scusami non so cosa mi è preso…” ero terrorizzata, corse verso di me,
“Sta calma, non è successo nulla” mi abbracciò,
“Sei congelata, su vestiti” rinfoderai le ali e in un attimo fui vestita e fuori dalla grotta,
“Alice, non è successo nulla” disse deciso,
“Ho perso il controllo, ho perso il controllo con te” gli occhi mi bruciavano, una lacrima d’argento mi scivolò lungo la guancia,
“Torniamo a casa, okay?” era agitato anche lui, lo nascondeva bene però,
“Tu non mi stavi attaccando, forse non è il bambino, sono io Jasper” si passò una mano sulla fronte,
“Andrà tutto bene…Alice fidati di me tu ora” fece per abbracciarmi di nuovo, avrei voluto fermarlo ma non osavo muovere un muscolo, mi prese le braccia e mi guardò intensamente,
“Tu non mi farai del male”.
 
 
POV Jasper
L’aria gelida del mattino cominciò ad intiepidirsi, gli odori del bosco si miscelavano nella luce dell’alba, i licantropi erano arrivati sin lì, strano, adesso il loro territorio era più vasto, più lupi, con la trasformazione di Alice, più lupi. La sentivo appena avanti a me quasi non toccava terra mentre correva il più velocemente possibile. Pochi minuti e saremmo arrivati. Edward aveva detto che c’erano novità, di tornare subito, di non allarmarsi. Il bambino, era chiaramente lui ad avere quest’ effetto su di lei, voleva negare che fosse così, che lei fosse la sola causa, ma quei comportamenti non erano certo dissociabili dalla gravidanza, nessuno poteva saggiarne gli effetti, un concepimento unico nella storia probabilmente. Chi poteva dirlo. Si sentiva in colpa. Era stata una notte indimenticabile. Non aveva mai provato un desiderio così forte. E in verità neanch’ io. Rivedevo ancora l’immagine di lei che mi teneva inchiodato alla parete e mi baciava il petto, gli occhi una fiamma e poi mi aveva guardato negli occhi, i canini, un sottile ringhio. Non sapevo cosa intendesse fare, avvertivo solo quel desiderio così forte. La raggiunsi, stava rallentando, si fermò. Un’espressione di ghiaccio sul volto. Aveva forse visto quello che Edward intendeva dirci. Non feci in tempo a chiederglielo che Edward mi corse incontro, eravamo vicini al porticato.
“Eccovi finalmente!” mi diede una pacca sulla spalla un po’ agitato, lesse nelle nostre menti gli ultimi avvenimenti,  non disse nulla però. Imbarazzo.
“Allora come sapete che ce ne sono altri?” disse Alice visibilmente irritata,
“Entriamo…” sorpassò Edward e si fiondò in casa.
“Altri come lei?” chiesi sorpreso,
“Si, Carlisle ha contattato i Ticuna, come i Quiliete conoscono gli angeli, come i vampiri qualche volta scendevano sulla Terra per unirsi ai mortali ma il caso di Alice è un shock anche per loro…” lo bloccai,
“Aspetta Edward, tu sai cos’è successo questa notte…” ridacchiò imbarazzato,
“Si…a volte preferirei che foste tutti come Bella…”
“Il bambino ha quest’effetto su di lei…è più aggressiva…”
“Si, concordo” disse e si fermò sulla soglia,
“Non credo avesse acquisito ancora completamente il controllo, e ora questo l’ha destabilizzata. Credo che ci vorrà molto tempo. Dovremo tenerla d’occhio.” Girò la maniglia,
 “I Ticuna non hanno mai udito di una Nephilim trasformata in vampiro…” Carlisle era al centro della sala, Bella Alice Esme e gli altri seduti,
“Nephilim?” Alice si alzò e si parò davanti a Carlisle, mi guardò intensamente e per un secondo gli occhi le si illuminarono,
“Si, gli umani figli di angeli” si scostò, ed io le presi la mano, Carlisle sorrise fissando i due zaffiri,
“Mi hanno detto che i nephilim scoprono di essere tali in momenti diversi della loro vita, non c’è quantitativamente un numero di anni che ne definisce il processo di trasformazione, come per Renesme, possono anche restare umani fino ad 80 anni” proseguì,
“Certo.” Alice mi lasciò la mano, sospirò e avvertì profonda tristezza,
“Quando mi hanno rinchiusa, quando ho perso la memoria dopo essere stata morsa, ho perso la mia identità, non ricordavo chi fossi da umana, non potevo trasformarmi, è stato il recupero dei ricordi ad innescare tutto questo”
“Esatto…” tirai Alice a me,
 “Carlisle prima che tu continui, io e Jasper crediamo che la gravidanza stia amplificando le capacità di Alice, nonché le sue emozioni” esordì  Edward , non che fossi al corrente in merito al primo punto nominato, ma era così dopotutto,
“Ragazzi non è colpa del bambino, sono io a non avere il controllo”
“No Alice tesoro…non è una colpa, la gravidanza ha degli effetti, su ogni creatura, nel tuo caso potremmo sorprenderci, ma non c’è nulla da temere..” disse Carlisle,
“Non corre pericoli vero?” l’abbracciai dalle spalle, sorridendo mi scoccò un bacio sulla guancia, restò a pochi centimetri dal mio volto a contemplarmi per 40 secondi, Bella tossicchiò,
“Già, questa ne è una prova…” aggiunse Edward,
“EH?” Alice sembrò ritornare in sé,
“Beh, il tuo amore per Jasper, sotto ogni punto di vista è amplificato, non credi?” imbarazzata distolse lo sguardo ridendo,
“SI credo di si…” risi anch’io,
“Ma anche l’aggressività, e la forza, e le tue visioni?” divenne nuovamente di ghiaccio,
“Si, vedo tutto…. ma…”
“Non vedi le decisioni dei Volturi?” chiese Edward sorpreso
“Da quando mi sono trasformata…”
“Potrebbero avere qualcuno come Bella…” disse Carlisle,
“L’unica spiegazione che concordi con l’amplificazione del tuo potere… uno scudo mentale talmente forte da rederli invisibili…” deglutii,
“E pericolosi…” aggiunse Esmee timorosa,
“Si ma, congetturare in questo modo non aiuta Alice, e comunque non sanno nulla…ora la gravidanza ti sta potenziando, dovrai dirmi ogni cambiamento che avverti…” fece una pausa,
“La storia dei Ticuna non finisce qui… loro mi hanno messo in guardia su un consiglio, una sorta di consesso di angeli anziani” spalancammo gli occhi,
“Non chiedetemi dove siano e cosa facciano, non lo sanno, ma mi confermano la loro effettiva esistenza.”
“Ce ne sono altri…” sussurrò Alice inquieta,
“Sono contrari alla presenza dei Nephilim nel loro mondo…e in quello degli umani…”
“Bene, un altro gruppo di Volturi che prenderà di mira Alice” sbottò nervosa Bella, Edward la guardò corrucciato,
“Non possiamo dirlo, finchè non si manifesteranno non sapremo quale sia la loro intenzione, Alice è una creatura unica, neanchè per loro sarà facile digerire la notizia…” Alice si girò verso di me e mi s fece accanto poggiandomi la testa sul petto, era spaventata,
“Non ti toccheranno” le sussurrai all’orecchio,
“La donna…mia madre… non si è fatta viva…” disse con rabbia, gli occhi ancora due zaffiri,
“Lo farà,per ora questo sappiamo, dovremo imparare a convivere con le novità…” sorrise agli altri e dichiarò sciolta la riunione.
 
POV Bella
“Jasper!” si stava dirigendo verso la foresta lo chiamai sperando che mi sentisse nonostante fossi già sul portico. Si voltò e mi aspettò.
“Alice dov’è?” chiesi titubante,
“Credo sia a caccia, ‘è uscita stamattina presto, intendevo raggiungerla” annuì pensierosa,
“Sto bene” anticipai la sua domanda benchè stesse avvertendo la mia agitazione.
“E’ arrivata mia madre, e voleva venire qui” uno sguardò perplesso gli fece corrugare la fronte,
“Appunto, volevo portare Alice con me per farla desistere e distrarla.” Sorrise divertito,
“Charlie non ha detto nulla riguardo la tua guarigione?” chiese,
“No, ha promesso, e sono nervosa come ben sai, più di quanto non lo fossi l’anno scorso, le madri capiscono tutto, è…impressionante.”
“Andrà bene, Alice ti aiuterà” annuì leggermente più calma e tornai indietro, non riuscii ad arrivare sulla veranda, un forte turbinio d’aria accompagnato dalla scia odorosa di Alice smosse l’intero circondario. Era lei. Corsi felice della sua tempestività, l’aveva di sicuro già visto. Il mio buon umore mutò all’istante.
“Alice che succede?” Jasper preoccupato tentava di cingerle la vita, lei era appoggiata ad un tronco la mano destra sulla corteccia, la sinistra su una tempia, le ali tese, in pochi millisecondi Edward ci raggiunse, io ero impietrita e mi tenevo a distanza,
“Jasper, Alice, cosa sono?” Jasper lo guardò interrogativo, Alice finalmente si voltò, sembrava esausta,
“Non vedo più nulla, è stato… così all’improvviso…” si calmò e richiuse le ali, prese la mano di Jasper e gli sorrise incerta,
“Va tutto bene , scusate… stavo tornando qui dopo aver cacciato e mentre ero in volo ho iniziato a d avere strane visioni, non ho identificato il luogo o chi..cosa…fosse… c’era molta luce, e poi persone, umani forse, e sangue…qualcuno di noi, erano dei flash, non ho capito nulla. Non riuscivo a concentrarmi stavo per sbatter e contro una roccia, non avvertivo più nulla…è stato…” rabbrividì, Edward pensieroso ripercorreva quei pensieri confusi, Jasper ancor più confuso l’abbracciò preoccupato,
“Andiamo dentro Alice, meglio riposare” dissi io e le porsi un braccio,
“Bella, dovremmo andare da tua madre” disse più rilassata, sorrisi nervosa, non era una buona idea dopotutto,
“Oh certo…” sembrò leggermi nel pensiero,
“Non vorrei che scoprisse tutto, non ci basterebbe l’eternità per rispondere alle sue domande” risi e contagiai anche Alice, Edward e Jasper dietro di noi sussurravano ancora preoccupati,
“E poi pensa se…” cominciò lei ma si bloccò all’improvviso, smise di parlare e si pietrificò, la bocca semiaperta in un’  espressione di sofferenza, lo sguardo vitreo e assente, eravamo sulle scale, sembrò perdere l’equilibrio e si appoggiò alla ringhiera incurvandosi leggermente. Jasper alzò lo sguardo e le fu accanto in un millesimo di secondo. Edward mi fece scostare e mi abbracciò da dietro concentrato e pietrificato quanto lei.
“Che cosa ha visto?” nessuno sembrava aver il coraggio di rispondere.
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: violetmoon888