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Autore: Laviestar    30/12/2019    0 recensioni
Il silenzio può far tremare l'anima, ma può anche assuefare, facendo perdere la misura del tempo.
I rumori della città di Parigi nel mese di dicembre, arrivano ovattati da una distanza che stordisce i pensieri e li isola tra il passato presente e futuro di Adrien e Marinette.
*Fanfic partecipante al contest #Miraculouswinterholidays2019 su Wattpad.
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel dicembre era stato clemente, aveva regalato ai parigini parecchie giornate di sole nonostante le basse temperature, ma alla fine, come ogni anno la neve era arrivata e aveva ammantato ogni singola strada della città, scovando persino i vicoli più nascosti e riparati di Parigi.
Le scarpe affondavano nella coltre, le orecchie erano gelate e i guanti non bastavano a scaldare le mani.
Marinette rabbrividì, ma non avrebbe saputo dire se il freddo che sentiva era fuori o dentro di sé.

«Marinette mi stai ascoltando?» Chiese Alya passandole una mano davanti al viso.

«Cosa?» Rispose cadendo dalle nuvole.

Non la stava ascoltando e se ne dispiacque, Alya era la sua migliore amica e in quel periodo aveva fatto davvero di tutto per dimostrarle quanto le volesse bene e quanto potesse essere sempre presente per lei.

«Sei più distratta del solito» asserì «Hai per cas..»

«Si, ma sto bene, non preoccuparti» cercò di rassicurarla interrompendola.

«Davvero?» Domandò allora Alya incredula.

«Si, sto bene»

«Non hai idea di quanto sia sollevata!» Si rassicurò Alya facendo un gesto secco con le mani «Sinceramente, non pensavo che l'avresti presa così» continuò, e fu in quel momento che Marinette domandò allarmata «C'è qualcosa che dovrei sapere e che non so?»

Alya era sempre stata premurosa nei suoi confronti, specialmente nell'ultimo periodo, dopo che la sua sbandata per Adrien aveva creato una voragine dentro di lei, ma l'impressione che Marinette ebbe a seguito di quella strana discussione fu quella di non sapere nulla su qualcosa di estremamente importante.
Vide il panico scorrere negli occhi della sua amica che capì immediatamente di aver fatto una gaffe tremenda e che Marinette non era a conoscenza assolutamente di nulla.

«Non sai nulla, vero?» Si accertò Alya, cercando di scoprire se Marinette stesse semplicemente bluffando.

«Cosa non avrei preso così?» Continuò con tono deciso noncurante delle parole di Alya.

«Avevo promesso a Nino di non dirti nulla» si lasciò sfuggire ben consapevole di quanto odiasse avere dei segreti con Marinette.

«Alya» la spronò a continuare. 

«Riguarda Adrien» 

Rimase quasi impietrita nel sentir pronunciare il nome dell'altro. «Adrien?» Sussurrò non capendo cosa l'amica volesse dirle.
Non sapeva molto su Adrien e su quello che accadeva nella sua vita personale nell'ultimo periodo, erano ancora buoni amici, si, ma Marinette si era autoimposta di mettere l'amore per se stessa prima di quello per lui, lasciando andare in parte quello che provava per il ragazzo.
Ce l'aveva messa tutta per andare avanti cercando di non pensare costantemente a quel ragazzo, alle volte la cosa aveva funzionato e altre volte no, specialmente nei periodi in cui tutti i social network pullulavano di foto di Adrien che presenziava ad un evento di moda dietro l'altro in compagnia di Kagami Tsurugi.

«Andrà a New York» confessò Alya 

Ebbe un tuffo al cuore e sentì un nodo alla gola.
Improvvisamente respirare le provocava dolore, ma cercò di nascondere agli occhi di Alya lo stato di disagio che stava provando.

***

«Dobbiamo parlare» si annunciò il kwami della distruzione parandosi difronte al suo viso ancora addormentato.

«Buongiorno anche a te Plagg» biascicò Marinette girandosi dall'altra parte per poi mettersi il cuscino sopra alla testa.
Voleva solo dormire e far finta che la sua vita fosse una vita normale. Non chiedeva troppo in fondo.
Parigi in quei giorni era ancora interamente sommersa dalla neve, Papillon giaceva in uno strano stato di letago, e in una giornata come quella non c'era cosa migliore che starsene a letto a poltrire e godersi in pieno il tepore che le coperte davano.

«Sto per infrangere un milione di regole» pronunciò consapevole di lanciare una bomba «ma devi fare qualcosa» continuò cercando di attirare l'attenzione di Marinette che si tirò su a sedere intuendo che la faccenda a cui Plagg stava per fare riferimento potesse essere più seria del previsto.

Non aveva mai visto Plagg così accigliato e se ne sorprese.

«Quali regole?» Chiese Marinette allarmandosi. 

Faceva ancora fatica a tenere in mente la sua nuova condizione.
Lei era la nuova guardiana e purtroppo faticava ancora ad entrare nell'ottica che dal momento in cui lo era diventata tutti i kwami avrebbero risposto a lei, per qualsiasi cosa.

«Plagg» cercò di dissuaderlo Tikki, intuendo che l'altro aveva davvero tutta l'intenzione di far cadere la spada di Damocle sulla testa di Marinette. Plagg era consapevole che così facendo avrebbe sconvolto la ragazza, ma se c'era una persona in grado di tenere Adrien a Parigi, quella era Ladybug, quindi Marinette, e Plagg sapeva bene quanto potere avesse quella ragazza sul suo portatore. 

«No Sugarcube, no» disse rivolto verso Tikki «Devi evitare che Chat Noir se ne vada» sputò poi rivolto verso Marinette senza fare troppi giri di parole.

«Mi avevi promesso di non farlo» sussurrò Tikki, ma Plagg la ignorò.

Non sarebbe mai riuscito a rivelare il nome di Adrien per via di quella stupida regola del non poter pronunciare il nome del proprio portatore difronte ad un'altra persona, ma determinato com'era avrebbe portato Marinette nella condizione di intuire di chi stesse parlando.

«Perché Chat Noir dovrebbe andarsene?» Replicò spaesata.

«Se ne andrà» rivelò fermo «E se dovesse andarsene, io andrò con lui»

In ogni fibra del suo essere fisico e mentale, in ogni muscolo, in ogni sinapsi nervosa, percepì di aver compreso ciò che non avrebbe forse mai dovuto scoprire «C-cosa stai dicendo?»
Il cuore nel petto cominciò a batterle furiosamente, mentre nella testa riusciva a formarsi solo in unica consapevolezza: New York.
Prima che Plagg riuscisse a dire altro annaspò e in un sussurro dalla sua bocca uscirono quelle due parole: «New York»

«New York» annuì Plagg, dandole conferma.

Aveva fatto centro.
Eppure, nonostante quello, le si spalancò il vuoto sotto ai piedi.
Colui di cui si stava innamorando era la persona che aveva sempre amato.
E li stava perdendo, lo stava perdendo.

«Adrien...» 

***

   
 
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