Nella notte gelida di San Silvestro a Ron era toccato uno snervante turno di lavoro a guardia del Ministero della Magia. Un gufo lontano puntò proprio verso di lui, quando il freddo minacciava pesantemente di conciliare il suo sonno. Il volatile gli lasciò tra le mani una piccola pergamena color cipria e quando l'Auror la srotolò, venne svelata una fotografia magica che raffigurava la sua bellissima moglie e i loro bambini con in volto grandi sorrisi rivolti a lui. Una scritta ancora fresca d'inchiostro spiccava sulla carta.
 

Ron distolse l'attenzione dalla lettera e scostò il polsino della divisa per leggere l'ora: mezzanotte e zero due. La sua lunga notte di lavoro era appena iniziata, solo il cielo e le rare stelle, non coperte dalle nuvole bianche cariche di neve e sporcate dal buio della notte, erano in grado di fargli compagnia, la medesima oscurità che separava lui dalla sua famiglia e che rispecchiava il suo malumore. Cercò di sfruttare ogni angolo della sua divisa per scaldarsi, sognava solo i caldi abbracci di Hermione, accoccolato lì immobile sull’umido terreno. Qualche barlume di luce colorata dei fuochi d’artificio, babbani oppure, chissà, firmati Tiri Vispi Weasley, faceva ancora un gran frastuono nel firmamento o forse era solo l’inizio di una lunga nottata di festeggiamenti, una gioia che a lui era totalmente estranea. Si strinse le ginocchia al petto e ripose nel taschino all’altezza del cuore la sua pergamena per custodirla gelosamente. Si concentrò sui dettagli della natura che probabilmente, in quello stesso momento, Hermione, presa anch’ella dalla malinconia, stava fissando insieme a lui e si fece una promessa: non avrebbe mai più accettato di lavorare la notte di San Silvestro, il Ministero avrebbe dovuto fare a meno di lui a qualunque costo, da quel momento in avanti Ron avrebbe salutato il nuovo anno insieme alla sua famiglia.