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Autore: eli_mination    01/01/2020    2 recensioni
A Nuova Domino regna di nuovo la pace e i nostri eroi finalmente si concedono una pausa. Crow va a trovare i vecchi amici al Satellite, ma sulla via del ritorno incontra una ragazza che faceva parte del suo passato e che credeva di aver perso per sempre… Come, prego? La trama vi ricorda qualcosa? Significa che siete veterani di questa sezione!
(REMAKE DI “My love, My life”, FANFICTION SCRITTA DA ME E PUBBLICATA PER LA PRIMA VOLTA IL 28/06/2013)
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aki/Akiza, Crow Hogan, Jack Atlas, Nuovo personaggio, Yusei Fudo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Beline

Beline si risvegliò nel letto della casa di Martha. Si sentiva meglio rispetto al giorno prima, come se fosse la prima volta che dormiva dopo tanto tempo. La ferita causata dall’incidente bruciava, e anche tanto, ma per lei era nulla se considerava quello che le era capitato. Nella sua mente, il ricordo di quella bolla che la teneva in vita, da cui non poteva uscire, era segregato lì. In tutto quel tempo era riuscita a sopravvivere senza mangiare, bere e privandosi totalmente del sonno. Era quasi certa di essere impazzita. Aveva davvero subìto tutto ciò o era nella sua testa? Come poteva una persona vivere senza quelle necessità?

Gli effetti di quella sofferenza, però, si vedevano sul suo corpo: era visibilmente dimagrita e si sentiva più debole. Quando aveva finalmente trovato la libertà era stato difficile per lei correre e fuggire via. Cadeva in continuazione, come se stesse imparando solo in quel momento a camminare. Realizzò di essere stata rinchiusa all’interno di un edificio, ma era troppo buio per capirlo quando c’era dentro. La luce del sole che tramontava le accecò gli occhi quando notò un particolare. C'era una moto. L’istinto le diceva di scappare prima che qualcuno la rinchiudesse di nuovo o la uccidesse, fregandosene altamente di un possibile arresto (dopotutto, era come se la stesse rubando). Da lì percorse con il mezzo di fortuna il ponte per Nuova Domino (notando quanto era cambiato tutto attorno a sé), ma la spossatezza le costò una caduta dalla moto. Poi era arrivato Crow…

“E ora sono qui…” pensò, sollevata. Si guardò attorno e vide Crow su una sedia, con la testa e le braccia appoggiate al letto, che dormiva.

“È rimasto qui a sincerarsi che stessi bene…” notò lei. “Fa strano rivederlo dopo tutto questo tempo e con tutti quei segni in faccia…”

In un primo momento era stordita, ma ora che notava il viso di Crow vide i tre marchi della Struttura, segno che era stato arrestato e condotto in carcere più volte. Quanti anni erano passati?

Si alzò dal letto cercando di non svegliare il ragazzo e uscì dalla camera. Guardò l’orologio: erano le nove del mattino. Sul tavolo davanti a lei c’era un vassoio con alcuni biscotti.

“Ben svegliata, cara! Come ti senti oggi?” disse Martha, notando spaesata la sua presenza.

“Buongiorno… credo di stare meglio, grazie!” rispose prendendo una sedia e sedendosi.

“Tesoro, cosa ti è successo? Come mai sei sparita?” le domandò con una voce abbastanza preoccupata.

Beline non seppe cosa rispondere. Era tutto troppo strano, irreale e lungo da spiegare.

“Ecco, in realtà neanche io lo so… So solo che sono stata costretta in un posto, non potevo uscire, né chiedere aiuto… Terribile…”

“Belinda, stai tranquilla, l’importante è che ora sei qui! Crow non si è dato pace nel cercarti ed è molto contento di averti ritrovato!” disse Martha.

“Anche io ne sono contenta. Piangevo tutti i giorni perché volevo tornare alla mia vita normale… Spero che chi mi ha fatto ciò paghi per tutto il dolore inflittomi…”

Beline iniziò a tremare di rabbia. Fino a quel momento non le era mai capitato di arrabbiarsi per quello che aveva passato, in quei momenti sperava solo di uscirne viva, ma voleva capire chi fosse stato a rapirla. Si domandava chi avesse tanto voluto allontanarla da quei momenti che in quell'istante viveva come semplici ricordi.

“Forse pensare a voi erano l’unica cosa che mi teneva sana di mente lì dentro…” concluse lei.

“Eh già, ricordo quando tu e Crow giocavate insieme e tornavate a casa pieni di graffi e lividi. Invece di piangere vi facevate delle grosse risate mentre io vi rimproveravo! Haha!” le ricordò la sua madre adottiva.

Era vero, quelli sì che erano bei tempi. Cosa avrebbe pagato per riviverli dall’inizio! La prigionia le aveva tolto la possibilità di crescere gradualmente e di fare mille avventure con i suoi amici.

“A proposito, Sheila?” domandò Beline. Lei e la sorella di Crow erano grandi amiche.

“Non abbiamo più notizie di lei da un sacco, purtroppo… Un giorno ha deciso di andarsene da casa senza dare ulteriori spiegazioni…” sospirò Martha. La ragazza abbassò lo sguardo. Anche lei se n’era andata… Cosa diavolo era successo in quegli anni per farla andare via?

“Vedo che ti sei svegliata prima di me…”

Beline si girò. Crow, assonnato, era sulla soglia e si stiracchiava.

“Ehi, buongiorno!” lo salutò. “Hai dormito male, immagino… Ti ho ritrovato in quella posizione quando ho aperto gli occhi…”

“Figurati, non preoccuparti! Ci sono abituato.” le disse con un sorriso. “Piuttosto, tu sei sicura di aver dormito abbastanza?”

“Mi sento benone!” rispose la ragazza dai capelli viola, ricambiando il sorriso.

“Ecco che il fidanzatino si preoccupa!” si intromise Martha, provocando imbarazzo tra i due giovani, specialmente in Crow.

“Non sono il suo fidanzato… Sono solo in pensiero per lei, hai visto come stava?” si giustificò lui.

“Stavo solo scherzando, Crow!” disse la donna, ridendo. “Forza ragazzi, fate colazione… specialmente tu, Belinda. Hai bisogno di rimetterti in forze!”

Beline si gustò la sua prima colazione dopo anni. Aveva il sapore di tutte le belle giornate di quando era bambina. Tuttavia, non riuscì a smettere di pensare a Sheila.

 

Aki

Aki, insieme a Yusei e Jack, si stava dirigendo al Satellite per incontrare la ragazza che doveva chiamarsi Belinda. Le sue sensazioni erano un misto tra la curiosità e il timore.

Timore di cosa, poi?”  si domandava. “Mi sto facendo solo film mentali! È solo una vecchia amica dei ragazzi e, a quanto ho capito, non se la sta passando proprio bene. Perché dovrei pensare male di lei?”

Giunta a casa di Martha insieme agli altri, però, la sua mente ricominciò a vagare. Oltre alla donna e a Crow, che era rimasto lì per la notte, vide una figura sconosciuta. Una ragazza dai capelli mossi color viola e dai grandi occhi del medesimo colore era seduta su una delle sedie vicino al tavolo rettangolare della cucina. Indossava una vestaglia color pesca che le andava abbastanza grande. Ciò accentuò il suo fisico molto magro, le sue gambe nude (di cui una aveva una benda) che presentavano alcuni lividi e il suo viso rovinato da una macchia bluastra sulla guancia e da pesanti occhiaie.

Mentre quella ragazza salutava Yusei con un abbraccio e passava a salutare anche Jack, Aki non poté fare a meno di notare quanto lei fosse carina. Dimostrava di avere più o meno la sua stessa età.

“Aki, lei è Belinda, una nostra amica d’infanzia che abbiamo ritrovato.” disse Crow alla ragazza.

“Così lei è Belinda…” pensò Aki, mentre abbozzò un sorriso e stringeva la mano della ragazza.

“Molto piacere di conoscerti, Aki! Chiamami pure Beline!” esclamò la ragazza dai capelli viola con un sorriso.

“Che piacere rivederti dopo tanto tempo! Cosa ti è successo?” chiese il moro.

“È una storia un po’ complicata… Voi piuttosto come state? Crow ha accennato il fatto che avete salvato il mondo… Perché non mi raccontate un po’ voi?” domandò Belinda.

I ragazzi le raccontarono tutto quello che era successo, a partire dalla Fortune Cup fino alla sconfitta di Z-One. Ognuno di loro diede il proprio contributo alla storia. Tutti tranne Aki, che si faceva i fatti suoi senza partecipare alla conversazione. Troppi pensieri per la testa!

“Sarebbe stato meglio non venire!” pensò tra sé e sé. Vedere l’aspetto di quella ragazza e il suo modo di porsi con i ragazzi le aveva confuso ulteriormente le idee. Per quanto Belinda sembrasse più attaccata a Crow che agli altri, la considerava quasi come una rivale. Yusei seguiva interessato il discorso che stava facendo lei. “Non va bene…”

Una sensazione di insicurezza, sconforto e rabbia le assalirono la mente per un istante finché non si ricordò di avere dei poteri che in passato prendevano il sopravvento. È vero, aveva imparato a controllarli, ma un sentimento simile non le era mai capitato nei confronti di una ragazza come Belinda, di conseguenza non sapeva quanto si sarebbe controllata.

Si calmò quando iniziò ad interessarsi davvero di ciò che stava dicendo la sua “rivale”.

“… però non so chi possa essere stato…”

Crow la interruppe.

“Aspetta, quando hai detto di essere riuscita a scappare?”

“Proprio ieri…” rispose Belinda.

“Non vi sembra strano che, pochi giorni dopo la nostra vittoria, lei sia stata liberata?” chiese Crow. “E se c’entrasse qualcosa Z-One?”

“Può darsi… Perché se la storia avesse a che fare con lui e Yliaster non dovremo cercare chi l’ha rapita poiché non ci sono più…” osservò Jack.

“Io però non ne sarei tanto sicuro…” disse Yusei. “Potrebbe essere stato chiunque abbia determinati poteri.”

“Perché allora avrebbero colpito un soggetto vicino a voi?”

La voce di Aki, finalmente, si fece sentire in quella discussione.

“Lei non aveva motivazioni specifiche per essere stata rapita, ad eccezione del rapporto stretto che ha con voi…” disse lei, con tono freddo. “Loro erano i nostri nemici. La mia teoria è che l’abbiano rapita per causarvi sofferenza e che l’abbiano rinchiusa per molto. Si spiegherebbe perché, dopo averli sconfitti, siate riusciti a ritrovarla.”

“Effettivamente, Aki potrebbe avere ragione…” disse Crow. “Beline, tu ti ricordi un qualche volto sospetto di quella sera?”

“Purtroppo no, di quel giorno ho un black-out…” rispose lei, grattandosi la testa. “In tutto quel tempo ho cercato di ricordare, ma nulla…”

“In ogni caso lei è qui ed è la cosa più importante adesso. Se dovessimo scoprire qualcosa in più sull’eventuale rapitore inizieremo a seguire quella pista. Per ora, conviene a tutti accettare l’ipotesi iniziale che sostiene Aki.” sostenne Yusei. “Sarebbe meglio se le vite di tutti, compresa quella di Beline, tornassero alla normalità.”

Akiza fece un sospiro. Chissà cosa sarebbe accaduto d’ora in avanti. L’unica cosa certa è che preferiva vedere Beline il più lontano possibile da Yusei. Non avrebbe voluto perderlo o vederlo nelle braccia di qualcun’altra. In cuor suo, però, sperava che i suoi pensieri fossero infondati, ma la risposta a questo interrogativo sarebbe arrivata solo qualche giorno dopo…


  
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