Hopeless
wanderers
Piccoli Pugni
[o di bambini e demoni
che corrono]
20
giugno [One For All: 5%]
Ryu
avrebbe dovuto capire che quella non sarebbe stata una giornata tranquilla già
di prima mattina, quando appena uscito dal dormitorio della 1-A Naeko ha cercato di riportarlo indietro con la poca forza
che possiede.
-…buongiorno anche a te, Naeko.-
sussurra, osservando l’amica cercare di spostarlo di peso, trascinandolo per un
braccio.
-Non puoi uscire, oggi!- ansima lei, continuando a sforzarsi senza però
smuoverlo di un millimetro. –Non puoi! È pericoloso!-
-Naeko,
ma che stai dicendo?- con delicatezza, per non farle
male, Ryu si libera della sua presa e si incammina
verso le aule. Sono anche in ritardo.
La ragazza gli è davanti un istante
dopo, a sbarrargli la strada, testarda come non mai. –L’ho sentito, Ryu. Il pericolo. È… Devi credermi, per favore!-
Ryu
sospira, esasperato. –Ti ringrazio, Naeko, davvero,
ma non hai niente di cui preoccuparti: dovesse succedere qualcosa, so difendermi.-
Detto questo si carica meglio la
sacca sulla spalla e la supera, sotto lo sguardo triste e sconfortato della
ragazza.
-…ma io gli ho promesso che avrei
fatto di tutto per aiutarti.- la sente sussurrare, ma
non le dà troppo peso. A volte il Quirk di Naeko le si ritorce contro, rendendola un groviglio confuso
e indistinto di emozioni non sue, e Ryu sa che in
questi casi è meglio lasciarla sola a dare un senso a quello che prova.
E, tutto sommato, nonostante le
paure di Naeko, la mattina passa tranquilla tra
lezioni e simulazione – tutto nella norma, nessun pericolo, visto, Naeko si era agitata per niente.
-Mi ero agitata per niente.- lo ammette lei stessa, sedendosi accanto a lui, con
il suo bento del pranzo sulle ginocchia e le gambe
che dondolano oltre il muretto. –Scusami, Ryu, non so
cosa mi sia preso… Ehy!-
Ryu
ridacchia, mangiucchiando il wurstel a forma di polpo che ha appena rubato dal bento della ragazza. –Stai tranquilla, Naeko.
Non posso dire che capisco cosa significhi avere un Quirk
come il tuo, ma penso di comprendere come ci si sente.-
L’ha vista già troppe volte andare
nel panico per colpa di qualche emozione percepita, per non comprendere come si
deve essere sentita.
La ragazza sospira ancora, forse
sollevata dell’essere stata perdonata, e inizia a mangiucchiare il suo pranzo
mentre parlano della loro giornata. Ryu le chiede,
tutti i giorni, cosa ha deciso di fare durante il Festival Sportivo.
-Ti ho già detto che non lo so.- ribatte lei, sbuffando. –Non so se sono davvero così
sicura di voler passare alla sezione A… Mi piacciono, i ragazzi della Ordinaria.-
-Sì, ma è la Sezione Ordinaria.- puntualizza lui.
-Siamo Ordinari se paragonati a
voi, ma a nostro modo siamo StraOrdinari!- ribatte allora lei, piccata, tirandogli un pugnetto sul
braccio.
L’istante esattamente successivo, Ryu la vede impallidire e sgranare gli occhi.
-…Naeko?- ha anche iniziato a
tremare tra le sue braccia, quando cerca di scuoterla dallo stato catatonico in
cui è caduta. Quale emozione ha percepito, adesso, per farla reagire in questo
modo? –Naeko, ti prego rispondimi!-
-Sono qui.-
la ragazza si aggrappa alle sue braccia come alla ricerca di un appiglio. –Sono
qui. Sono di nuovo qui.-
Sta per chiederle chi, o cosa, sia
di nuovo qui e perché è così spaventata, che qualcosa lo colpisce con violenza
alla nuca – sente Naeko strillare e chiamare il suo
nome, mentre qualcuno lo solleva dopo essere caduto a terra.
-Ryu!- urla ancora Naeko, iniziando a piangere. –Lasciami! Lasciami ho detto!
Lasciateci andare!-
-Cazzo, ma quanto strilla questa?- sbuffa una voce, femminile.
-Ryu!-
–È peggio di un’arpia.-
-Lasciala, Ten.- ordina una voce,
più profonda, maschile. –Lei non ci serve.-
-Se la lascio andare questa
stronzetta ci fre... Ahia! Mi ha morsa, Emil! Mi ha morsa, la bastarda!-
Ryu
approfitta della confusione per sferrare un pugno allo stomaco dell’uomo, che
per il dolore lo lascia andare. Naeko è già lontana,
veloce e agilissima sulle sue gambe da ballerina, quando lui inizia a correre
per cercare di allontanarsi.
-Dove credi di andare?-
la donna, Ten, gli è addosso in un attimo e Ryu non ha scampo: qualcosa, una siringa, sospetta, affonda
nel suo collo e perde i sensi.
Non sa bene dopo quanto abbia
recuperato conoscenza, né dove si trova e tantomeno dove sia diretto, Ryu sa soltanto che non è da solo: ci sono due ragazzini e
un ragazzo suo coetaneo, insieme a lui. Il ragazzo, quando nota che si è
risvegliato, gli sorride.
-Ehy, ben
svegliato.- l’accento è quello di Kōbe.
–Ti devono aver dato un bel colpo per stenderti così.-
Quando cerca di alzarsi, una fitta
di dolore gli trafigge le tempie. –Dove… ?-
-Non ne ho idea.-
il ragazzo scrolla le spalle, sbuffando spazientito. –Sono Shiki,
comunque.-
-Ryu.- bofonchia, cercando di
mettersi seduto. –Che cosa è successo, esattamente?-
-Di nuovo, non ne ho idea.- Shiki ridacchia,
scostandosi un ciuffo di capelli biondi dalla fronte e socchiudendo gli occhi viola.
–Io mi sono svegliato… penso un paio di giorni fa, purtroppo chiusi qui dentro
non abbiamo indicazioni del tempo che passa. È un problema.-
Ryu
sospira scoraggiato, le lacrime che pizzicano agli angoli degli occhi. Ha
paura, tanta, troppa, e non ha idea di come tirarsi fuori da questo pasticcio.
Eppure Katsuki
gli aveva detto di stare attento.
Approssimativamente Cinque giorni dal rapimento [One For All: 5%]
Alla fine, Ryu
e Shiki – e Akiko e Haruya, gli altri due ragazzi – scoprono che quella che
credevano una stanza senza porte e finestre è in realtà una sorta di vagone
merci.
Lo scoprono quando sentono una
serratura scattare e due ante spalancarsi, inondando il piccolo spazio di luce
– a Ryu bruciano gli occhi, quando tenta di aprirli e
resistere alla luce, almeno per carpire qualche dettaglio su ciò che lo
circonda. Nota due figure, un uomo altissimo e muscoloso come un armadio e una
donna con quelle che sembrano orecchie e coda da cane; non riesce a distinguere
un singolo lineamento di entrambi perché sono in controluce, ma riconosce le
voci.
-Oh, stanno bene.-
commenta la donna, Ryu riconosce in lei Ten. –Mi
aspettavo di trovarli più fiacchi.-
L’uomo si limita a sbuffare,
facendo poi un cenno con la testa. –Non provate a fare scherzi.-
Oh, questo è Emil.
Quindi sono questi i due individui che l’hanno portato via, pensa ancora,
mentre li studia nel breve tragitto che dal vagone li porta verso una villa.
Ten
è una donna mingherlina e slanciata, i capelli bianchi raccolti in un codino
sulla nuca fanno risaltare le orecchie da lupo che si muovono a ogni rumore
sospetto, mentre Emil – capelli castani dal classico
taglio militare - è davvero grosso come una montagna di muscoli.
No, non potrebbero mai riuscire a
scappare, nemmeno se Ryu usasse tutta la forza del One For All, Ten sarebbe subito alle loro calcagna con l’agilità
dell’animale con condivide i tratti ed Emil li
schiaccerebbe come noccioline nei suoi pugni senza nemmeno provare a faticare.
Per adesso, meglio stare tranquilli
e osservare.
Akiko
e Haruya, terrorizzati, si stringono a Shiki, che li abbraccia dolcemente.
Ryu
spera che, nel frattempo, Katsuki lo stia cercando.
La Collezionista, a discapito di
tutto quello che Ryu aveva immaginato su di lei, si
presenta come una donna gentile e amorevole. Per certi aspetti, avrebbe
preferito fosse un mostro sia dentro che fuori, che mostrasse di essere
spietata e senza scrupoli senza nascondersi dietro la facciata da affabile
padrona di casa, gli sarebbe stato più facile odiare quella signora sempre
vestita con completi eleganti, una spilla d’argento a forma di luna sulla
giacca e un fermaglio trai capelli scuri, con una stupenda pietra azzurra
proprio come i suoi occhi.
-Immagino abbiate fame.- sta sorridendo, le labbra tirate in un dolce sorriso
tinto di rosso rubino mentre indica loro una tavolata imbandita con una mano
pallida e affusolata, da pittrice. –Mangiate quanto volete, ho fatto preparare
tutto solo per voi.-
Accanto al tavolo un giovane con i
capelli neri sposta leggermente una sedia, invitando Akiko
a sedersi con un gesto silenzioso del capo. Lei accetta, sedendosi un po’
impacciata, e ringraziando il giovane quando accompagna la sedia di nuovo
vicino al tavolo. Haruya la imita, sedendosi accanto
a lei e riempendosi il piatto.
Ryu
sente la potenza del One For All
corrergli sotto la pelle in piccole scosse elettriche, Shiki
gli posa una mano sulla spalla, mormorandogli all’orecchio poche parole.
-Per adesso facciamo il loro gioco.-
Con passo deciso, dopo uno sguardo
d’intesa, anche loro si avvicinano al tavolo.
Approssimativamente Dieci giorni dal rapimento [One For All: 5%]
I problemi cominciano poco dopo, e
all’inizio né lui e nemmeno Shiki se ne accorgono.
Sembrano semplici incubi, almeno così pensa Shiki, e
alla fine anche Ryu si convince.
Forse per la paura, gli incubi
tornano a perseguitarlo e le figure scure ed evanescenti dei precedenti
possessori del One For All
cominciano a togliergli il sonno: Ryu si sforza di
stare sveglio, di resistere, ma la stanchezza alla fine vince sempre e loro
sono di nuovo lì, immobili e in silenzio, ad osservarlo, e a Ryu sembra lo stiano giudicando.
“Sei
un fallimento.”
“Ci
hai abbandonati.”
“Abbiamo
sbagliato a scegliere te.”
-State zitti.-
sibila al nulla, chiuso a chiave nella sua stanza alla villa della
Collezionista. –Riuscirò a uscire da qui. Vi dimostrerò che Deku
non ha sbagliato a scegliere me.-
Fuori dalla finestra, Ten ed Emil pattugliano il
perimetro – un’altra ragazza arrivata prima di loro, Lily, ha spiegato che
hanno iniziato a pattugliare i dintorni durante la notte quando un paio di
ragazzi hanno cercato di scappare, quasi un mese prima.
Quando Ryu
le ha chiesto che cosa fosse accaduto loro, Lily ha assottigliato gli occhi
verdi e stretto i denti.
-Prova a immaginare.-
ha ribattuto. Ryu non ha più voluto chiederle altro.
Nel frattempo, Shiki
ha iniziato a pensare un modo per scappare, memorizzando ogni singolo
spostamento effettuato nella villa – Ryu ringrazia il
suo Quirk, la sua memoria infallibile, e la sua
capacità di restare impassibile davanti al pericolo. Lily, quando le chiedono
di aiutarli, inizialmente rifiuta, forse troppo spaventata per fare qualcosa,
ma alla fine accetta e la sua capacità di modificare parti del suo corpo in
altri materiali diventa parte fondante del loro piano di fuga.
Ora devono solo aspettare il
momento adatto.
E, magari, Katsuki
sta continuando a cercarlo.
Approssimativamente Quindici giorni dal rapimento [One For All: 5%]
Nonostante l’opprimente e
soffocante sensazione di essere sempre osservati, Ryu
constata che sono comunque liberi di girovagare per la villa come preferiscono,
con il solo obbligo di non uscire, mai.
Non è stato necessario domandare
alla Collezionista il perché, anche Haruya l’ha
comunque fatto: vuole giocare a calcio in giardino, quella mattina c’è un bel
sole e la temperatura è piacevole, ma la donna è irremovibile.
-Perché?-
domanda allora il ragazzino, battendo un piede per terra.
La collezionista gli sorride, le
labbra di un bellissimo rosso geranio. –Perché è pericoloso, caro. Non voglio
che tu ti faccia del male.-
Ryu
sente brividi gelati di paura corrergli lungo la schiena, osservando il
luccichio glaciale nei suoi occhi chiarissimi.
Ryu
si chiede, per l’ennesima volta, se Katsuki riuscirà
mai a trovarlo e a portarlo a casa prima che sia troppo tardi.
Approssimativamente Venti giorni dal rapimento [One For All: 5%]
Non si era nemmeno accorto di
essersi addormentato - crollato a causa della stanchezza sul divanetto nel
soggiorno proprio accanto a Shiki e Lily, mentre
osservavano distrattamente Haruya e Akiko giocare con dei pastelli donati dalla Collezionista –
e in un attimo apre gli occhi in un luogo buio, per niente famigliare, di
fronte a uno specchio.
Ryu
comprende che non si tratta di uno specchio quando il sé stesso riflesso inizia
a camminare verso di lui trascinandosi dietro qualcosa, come se trasportasse un
sacco piuttosto pesante. Con un gesto svogliato del braccio, la copia di sé gli
getta davanti ai piedi quello che non è sacco ma un cadavere.
Ryu
non riesce a trattenere un urlo che gli graffia la gola, quando riconosce la
tuta da Eroe di Deku.
-Lo sai, che è stata solo colpa tua?- lo sguardo della copia e impassibile, la voce gelida,
mentre si avvicina. Ryu rimane bloccato per la paura,
gli occhi scuri sgranati e fissi sul cadavere di Deku,
riverso a terra come un giocattolo rotto e abbandonato senza cure.
-Non… - balbetta. –Non è vero! Io…
-
-È stata colpa tua.-
ripete il suo riflesso, mentre Ryu indietreggia.
-Basta! Non è vero!-
scuote la testa e si porta le mani alle orecchie. –Basta, lasciami in pace!-
-Lo sai che è invece è vero.- continua la voce. –Deku è
morto per colpa tu... –
Alle spalle di Ryu,
l’aria si muove con la rapidità di uno schiocco e una figura scura appare alle
sue spalle, superandolo e allungando un braccio per stringere la testa della
sua copia, schiacciandola fino a farla esplodere. Ryu
sgrana gli occhi pieni di lacrime, barcollando all’indietro per lo spavento.
-Giù le mani dal mio pupillo.- sentenzia una voce autoritaria ma gentile, severa
ma affettuosa al tempo stesso, che Ryu non sentiva da
troppo tempo. Gli viene da piangere.
-De.. ku... – balbetta, mentre Deku si volta lentamente verso di lui e gli sorride. Il suo
solito sorriso rassicurante.
-Ciao, Ryu.- sussurra. –Ti vedo bene.-
–Deku!- Ryu,
se possibile, scoppia a piangere ancora più forte. Prende la rincorsa e fa per
abbracciarlo, ma gli passa attraverso e cade a terra con un tonfo sordo.
-Scusami, Ryu.- sospira scoraggiato, Deku, accucciandosi vicino a lui. –Non sono tornato in vita
o qualcosa del genere. Sono quello che resta del Deku
che conoscevi, fa parte dei poteri del One For All.-
…i poteri del One For All? Ryu
non capisce, continuando a fissare Deku con
un’espressione stranita. Katsuki non gli ha mai
parlato di questa cosa, possibile che non lo sappia?
-Ah, a quanto pare Kacchan non te l’ha detto.-
ridacchia. –Ora capisco perché eri così spaventato quando ci vedevi… -
Alle spalle di Deku,
Ryu scorge altre figure emergere dall’ombra:
riconosce l’imponente figura di All Might, avvolta in un’accecante luce gialla, e accanto alla
sua quella più minuta di una donna e un’altra figura massiccia, di sicuro un
uomo.
-Abbiamo sentito che eri in
pericolo e siamo venuti ad aiutarti.- spiega Deku. –Non potevamo lasciarti in balia di quel Quirk di controllo mentale… Anche se ammetto che ci ha
messo parecchio in difficoltà.-
-Che intendi dire?-
Deku
si siede a gambe incrociate di fronte a lui. –Ryu,
penso che Kacchan ti abbia spiegato quanto è
importante il One For All.-
Il ragazzo annuisce. –Sì, me l’ha
detto. Ha spiegato che se dovesse finire nelle mani sbagliate… Che paragone
aveva usato… Ah, sarebbe come sganciare una bomba all’idrogeno.-
-Sì, il paragone rende l’idea.- Deku ridacchia e scuote
la testa. –Per questo non potevamo permettere che cadessi vittima di quel Quirk, Ryu.-
Quirk?
Quale Quirk? –Non capisco… -
-Il leccapiedi della Collezionista,
quello che non parla mai.- spiega Deku,
e Ryu capisce che sta parlando del ragazzo che segue
sempre la donna. –Il suo Quirk, da quello che ho capito, induce degli incubi
basandosi sulle paure della persona colpita e nel frattempo di costringe a fare
quello che desidera.-
Ryu
impallidisce. Cosa sta facendo adesso, se era sotto il controllo di quel Quirk? Potrebbe fare qualsiasi stupidaggine e nemmeno
ricordarselo!
-Stai tranquillo, per adesso non
sei in pericolo.- lo rassicura l’Eroe. –Ma devi
comunque restare in guardia, Ryu. La Collezionista
non è da sottovalutare, questo immagino tu lo abbia capito da solo, ma non ti
scordare di chi lavora per lei.-
-Certo.-
Deku
gli sorride, dolcemente, a Ryu ricorda tantissimo uno
dei sorrisi di suo padre… -Sono così fiero di te, Ryu.
Di te, di Kacchan, di tutti quanti. Vorrei potervelo
dire di persona.-
Ryu
non capisce cosa stia succedendo. -Deku, cosa… -
-Ma adesso ti devi svegliare.-
E Ryu
apre gli occhi all’improvviso.
Si sveglia in mezzo al lungo
corridoio che porta al salone centrale, quello con il lampadario di cristallo
dell’Ottocento, a metà di una lunga fila indiana composta da tutti i ragazzi
presenti alla villa.
Che cosa sta succedendo?
Senza pensarci due volte, prende un
profondo respiro e trattiene il fiato, contando fino a cinque. Emil gli passa accanto, contando tutti i ragazzi in fila, e
lo salta senza nemmeno vederlo. Perfetto, il suo Quirk
ha già fatto effetto.
Silenzioso come un gatto, Ryu esce dalla file e si allontana, in punta d’alluci,
osservando gli occhi vuoti dei ragazzi in fila, tutti sotto il giogo del
controllo mentale. Ryu trattiene a stento un
imprecazione, quando finalmente trova Shiki e Lily:
sono uno accanto all’altra, immobili come marionette a cui hanno tagliato i
fili, gli occhi vuoti e inespressivi che gli mettono i brividi. Li scuote
entrambe per le spalle, dolcemente, per non spaventarli.
Lily è la prima a riprendersi. –Cosa…
Ryu?-
Ryu
le fa segno di fare silenzio. –Se mi notano sono finito. State bene?-
Shiki
annuisce. –Che cosa è successo?-
-Un Quirk
di controllo mentale, ora ne siete liberi.- spiega,
esortandoli a seguirlo. –Ora andiamocene da qui. Non possiamo più rimandare.-
-Tu come hai fatto a liberarti?- domanda Lily, seguendolo come un’ombra. Ryu si limita a sorriderle e lei capisce che è qualcosa che
non può spiegarle.
Dopo un paio di passi, Shiki si immobilizza in mezzo al corridoio ora deserto. –Lo
sentite anche voi?-
-Cosa?-
Shiki
piega un poco la testa, annusando l’aria. –Sembra odore di ga…
-
Un’esplosione sconquassa l’intera
struttura, facendoli quasi cadere a terra. Il controllo mentale si spezza e
tutti i ragazzi, ora liberi e spaventati, cominciando a correre in ogni
direzione. Lily afferra Akiko e Haruya
per un braccio, attirandoli a sé.
-…sì, era proprio gas.- conclude allora Shiki, più
confuso di prima, sporgendosi da una finestra per cercare di capire cosa stia
succedendo: tutti gli ospiti della Collezionista – ricchi scapoli in cerca di
una moglie giovane, magnati senza scrupoli o semplici contrabbandieri - si
precipitano fuori dalla villa, verso il cancello principale, dove sembra ci sia
qualcuno ad attenderli.
-Beh, sembra che ci abbiano anticipato.- esclama, sorridendo. –Abbiamo un diversivo per scappare.-
-E allora che aspettiamo? Che vengano
a prenderci?- sbotta Ryu. –Muoviamoci,
prima che questo posto salti in aria.-
-Ryu?- è una voce femminile,
dalla cima delle scale alla loro sinistra. Ryu ha un
tuffo al cuore quando se la vede davanti.
-Zia Chaco!- urla, correndo verso
di lei e abbracciandola. Ochaco lo stringe a sé come
se avesse paura di vederlo scomparire da un momento all’altro. –Sei qui! Lo sapevo
che sareste venuti a cercarmi!-
-Non potevamo starcene con le mani
in mano, tesoro. Bakugou probabilmente ci avrebbe
massacrati tutti.- ridacchiano entrambi, immaginandosi
Katsuki dare di matto e minacciare di andare a cercarlo
da solo. –Non potete stare qui, dovete uscire. È troppo pericoloso.-
Ryu
annuisce, facendo un cenno verso gli altri e iniziando a correre lungo il
corridoio, lui in testa con Shiki accanto e Lily con
i fratelli subito dietro di loro.
C’è un gran trambusto, nei corridoi
della villa, tra persone che corrono in ogni direzione e altre esplosioni –
rumore di vetri infranti e altre esplosioni, in rapida sequenza, diverse dalle
precedenti. Ryu le riconosce, e se non stesse
correndo per salvarsi la pelle si metterebbe a piangere.
Katsuki
è davvero venuto a cercarlo.
Lo strillo spaventato di Akiko e il gemito di dolore di Lily lo riscuotono dai suoi
pensieri: Emil incombe su di loro, immenso nella sua
stazza, con Akiko stretta per la vita nel pugno e
Lily tenuta ferma per i capelli – ma la ragazza, rapida come il fulmine che ha
messo fuori gioco l’impianto elettrico, trasforma le proprie dita in lame di
ferro e con un gesto secco e disperato taglia di netto la treccia, poco lontano
dalla nuca, ferendo Emil per costringerlo a liberare
la bambina.
L’uomo non demorde, nemmeno con
tutti i decibel raggiunti dalle urla di Akiko che
iniziano a ferire anche le sue orecchie – e Ryu lo
sente, può giurare di averla sentita, la mano di Deku
sulla spalla e la sua voce a un soffio dall’orecchio.
-Avanti,
Ryu, fagli vedere di cosa è capace il One For All.-
Filamenti neri si allungano dalle
sue dita protese in avanti e si stringono attorno a Emil,
immobilizzandolo, Ryu fa forza sulle gambe e colpisce
l’uomo al plesso solare: il colpo è così forte da sfondare il muro alle spalle
del militare e quello dall’altra parte della stanza. Emil
si accascia su se stesso con un lamento, incosciente o morto a Ryu non interessa. Akiko è al
sicuro tra le braccia del fratello.
-Di qua!-
esclama Shiki. Ha trovato un fucile. –Siamo vicini alle cucine!-
Ryu
annuisce, prendendo per mano i fratelli e osservando Lily per assicurarsi che
stia bene – si è ferita, nel tentativo di liberarsi, e qualche ciocca di
capelli castani è stata strappata, ma nulla di cui preoccuparsi.
Ora devono solo pensare a uscire da
lì.
Poi dei passi.
Lenti, strascicati, qualcuno che zoppica,
esattamente verso di loro: Akiko e Haruya si stringono a lui e Ryu
cerca di nasconderli dietro di sé, mentre Shiki
carica il fucile e Lily si prepara a combattere.
I passi rallentano, forse li ha
sentiti, e anche Shiki arretra di qualche passo – ed
è un attimo: appena l’estraneo svolta l’angolo, Lily gli salta addosso con
tutta l’agilità e la velocità che possiede, scaraventandolo a terra e cercando
di immobilizzarlo, prima di essere colpita ed essere costretta ad allontanarsi.
Shiki punta il fucile in direzione dell’estraneo e Ryu decide di intervenire per aiutarla, quando sentono
quella voce.
-Ma che cazzo?!-
D.D.N.A.:
Deliri Del Nuovo Anno
BUON ANNO A TUTTI! *stappa spumante*
Wow, non ci credo nemmeno io, ho finito questo capitolo.
Oemmegi, è stato un trauma. Ho iniziato a scriverlo esattamente tre giorni dopo aver postato il precedente, ma ho passato tutto il tempo a cancellare a riscrivere tutto.
Ho perso il conto delle riscritture dopo la decima volta, così, per dire.
E comunque il record dello scorso capitolo non l’ho battuto: sono solo 3700 parole :”D
*si butta nel fiume con un sasso legato al collo*
Okay, la smetto, lo giuro.
Spero che questo capitolo vi piaccia, e che io non ci metta una vita a finire il prossimo.
Voi… abbiate fede.
Maki