Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: fame    06/01/2020    1 recensioni
Rosa guardava sua figlia dinanzi a lei.
Le diceva parole che la bambina non capiva; riusciva a distinguere solo: suore e brava.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Novecento/Dittature, Olocausto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Giuseppe era nato in città all'inizio del Secolo; sua madre era una donna malaticcia; suo padre era morto in miniera. Giuseppe crebbe con la zia, che dovette prendersi cura sia di lui, che della sua povera madre. All'età di 40 anni, Mariuccia ( così si chiamava la zia) morì d'infarto, mentre dava da mangiare ad Ada (ossia sua sorella, la madre di Giuseppe). Fu così che quest'ultima e Giuseppe si ritrovarono soli, senza alcun aiuto. Non conoscevano nessun parente, nessun amico, che gli potesse dare una mano, nella lotta per la sopravvivenza. Dopo il funerale di Mariuccia, Giuseppe, si dedicò lui alla sua povera madre: l'assisteva ogni giorno; la sera le accarezzava il viso, la notte dormivano l'uno accanto all'altro. Ma una mattina di gennaio, di quelle mattine in cui i raggi del sole entrano fitti dalle finestre, ma senza riscaldare nulla; proprio durante quella mattina, ne le carezze di Giuseppe, nè l'invernale tepore di quei raggi, bastarono a riscaldare il viso di Ada. Suo figlio chiamò invano la madre: "Mamma svegliati; è mattino, c'è la colazione"; ma lei non rispondeva, non si svegliava. Giuseppe scese nei vicoli, a chiedere aiuto ai suoi vicini, ai passanti, ai bottegai. Nessuno gli rispondeva, gridava invano, piangeva. Sentiva il suo cuore scoppiare. Per fortuna passava di li il prete della chiesa vicina, che era appena tornato da qualche sua commissione; quest'ultimo era un uomo buono, sempre disponibile con i poveretti dei vicoli, con i bisognosi e i poveri di ogni tipo. Don Paolo (così si chiamava il sacerdote) camminava veloce, ma non tanto da non notare le lacrime di Giuseppe: "Cos'hai ragazzo" gli chiese. Giuseppe rispose:"sto cercando aiuto; mia madre non respira più". Al che, Don Paolo e il fanciullo salirono le scale, entrarono in casa e attraversarono il corridoio; infine, una volta giunti dinanzi ad Ada, nella camera da letto, il prete diede l'ultima unzione alla salma. La bocca di quest'ultima, era come se fosse immortalata in un eterno sorriso; come se quella morte fosse stata la sua salvezza più grande; come se, prima chiudere definitivamente gli occhi, fosse riuscita ad intravvedere qualcosa di magnifico; forse un suo vecchio famigliare, forse il suo povero marito; o forse qualcosa di più lieto, di quello che si vede solitamente in questo mondo. Don Paolo, da quel giorno, si prese lui cura di Giuseppe. Il bambino crebbe tra la chiesa e la sacrestia, tra una bibbia e l' altra. Don Paolo era un uomo che amava leggere; aveva una immensa biblioteca, nascosta dietro la sacrestia, come se fosse stato un luogo pieno di verità, e quindi segreto. Giuseppe, passava le giornate a leggere quei libri che il suo tutore gli consigliava. Leggeva i grandi classici della letteratura: Dickens, Stendal, Dumas e bisognerebbe riempire dieci pagine piene di nomi, per passare a rassegna ogni autore su cui si cimentava. Lui prendeva spunto da questi ultimi, perche gli riteneva dei grandi saggi, ed i saggi devono essere ascoltati, per il bene dell'umanità. Era un pò come l'ascoltare le Sacre scritture durante la messa; o le parole di don Paolo all'omelia: poichè Giuseppe le riteneva parole di un certo peso, e di grande saggezza. Il bambino leggeva ogni giorno, ogni notte; sognava di leggere pure quando s'addormentava. Don Paolo un giorno si ammalò; dopo qualche mese morì. Giuseppe, ormai abbastanza grande ( aveva si e no 13 anni); fu lasciato solo nella parrocchia per una settimana. Passava le giornate ad alternare pianti e letture; piangeva per la perdita del suo tutore, e leggeva per sentirlo più vicino al suo cuore. Andava pure a trovalo al cimitero ogni giorno: gli parlava, gli leggeva quel passo di quel tale libro; pregava per lui. Era in una domenica di giugno, che Giuseppe conosceva il suo prossimo tutore: il Cardinale della diocesi della città, che non ci pensò due volte, a far rinchiudere il bambino nel collegio della curia.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: fame