Capitolo
16: Jiraya combina guai
Passarono altri due mesi e in quell’arco
di tempo cambiammo spesso villaggio.
In uno in particolare ci fermammo, un
paese conosciuto per le sue piante curative.
Scoprii solo più tardi che Jiraya ci aveva condotto in quel luogo, apposta per farmi
studiare un po’ di medicina.
A quanto pare Tsunade,
prima di partire, gli aveva chiesto di fare un salto in quel villaggio, per
farmi continuare gli studi.
In più Jiraya
conosceva una persona specializzato in medicina e mi affidò ai suoi
insegnamenti.
Mentre io riprendevo a studiare, Jiraya cominciò un estenuante allenamento, per insegnare a Naruto le basi per essere un buon ninja.
Esso era molto portato al combattimento
corpo a corpo e al lancio delle armi, mentre era più scarso nel controllo del chakra.
Infatti per imparare a camminare sull’acqua
ci mise parecchio, rispetto alla sottoscritta… e
pensare che ha una fonte inesauribile di chakra
grazie al Kyuubi.
Purtroppo, dovendo studiare, non potevo
rimanere vicino ai miei compagni a controllarli e capitava spesso che i due ne
combinassero di tutti i colori.
Un giorno, quando rincasai nel piccolo
appartamento che avevamo affittato, sentii dei connotati di vomito provenire
dal bagno.
Mi precipitai nella stanza e vidi Jiraya inginocchiato, dare delle pacche sulle spalle a un Naruto piegato sul gabinetto.
Allarmata mi avvicinai a loro e chiesi
delle condizioni del ragazzo.
“Cosa è successo? Sta male?”
Naruto sentendo la mia voce alzò la testa.
Aveva un aspetto orribile, il volto
pallido e due profonde occhiaie.
Pensai avesse l’influenza, ma non era
niente di tutto ciò.
“il ragazzino non regge l’alcool!” mi
disse Jiraya.
Mi girai a guardarlo come se davanti
avessi un alieno. Possibile che alcuni adulti fossero così irresponsabili?
Il ragazzo aveva bevuto solo acqua in
vita sua, al massimo qualche succo di frutta, ma non sapeva cosa fosse l’alcool
e che esso potesse fare male.
Di certo non era stata un’idea del mio
compagno di mettersi a bere chissà quale porcheria.
“L’ha fatto bere? Ma è completamente
impazzito? Ha solo 16 anni” gli dissi furibonda.
“Siamo andati in un delizioso bar all’angolo
e dato che c’era sakè in offerta ne ho approfittato!” disse cercando di
difendersi.
“Ma come le è saltato in mente di fare
bere pure lui?”
“Andiamo, volevo solo farlo svagare un po’?”
“Le sembra che in questo momento si stia
svagando? Quanto l’ha fatto bere?”
Jiraya sembrò rifletterci “Più o meno quanto ho
bevuto io…qualche bicchierino!”
Non mi trattenni…gli
diedi un pugno in testa e, subito dopo, cercai di portare Naruto
a letto.
Era talmente ubriaco che non riusciva
nemmeno a reggersi in piedi.
Era il momento di mettere in pratica
quanto imparato. Gli preparai un infuso di erbe adatte a combattere la sbronza
e a calmare il mal di testa che si sarebbe susseguito.
Per fortuna Naruto
si riprendeva in fretta e il giorno dopo, era più voglioso di allenarsi del solito.
Ma non finì là.
Jiraya adorava ficcarsi nei guai e chi ci
rimetteva se non Naruto?
Un altro giorno dovetti curare un
bernoccolo al mio compagno. Da cosa gli era stato procurato?
Da un gruppo di ragazze furiose che gli
lanciarono addosso tutto ciò che gli capitava a tiro.
Il vecchio pervertito l’aveva portato
alle terme e l’aveva spinto a spiare le ragazze dicendogli che era un
allenamento ed esso senza pensare di far male obbedì.
“Sei troppo lento ragazzo mio! Devi essere
più rapido se non voi farti prendere la prossima volta!”
Lanciai uno dei suoi adorati libri in
faccia all’uomo e girandomi verso Naruto, dissi lui
con tono severo
“Non ci sarà nessuna prossima volta,
capito?”
Il ragazzo annuì, ma vidi Jiraya sogghignare. Quello era un cattivo segno…quel vecchio non era intenzionato a comportarsi in
maniera decente.
Una domanda mi fece dimenticare il
prurito che avevo le mani. Avrei tanto voluto conciarlo per le feste.
“Jiraya, perché
spia donne?” chiese Naruto, non capendo il perché di
certi comportamenti.
“Come perché? Davvero mi stai porgendo
questa domanda?” chiese sbattendo le palpebre per la sorpresa.
Ma povero, cosa vuole che ne sappia lui
di certe cose? Era libero da solo pochi mesi.
“non hai notato niente oggi alle terme
quando hai guardato dallo spioncino creato da me?”
Il ragazzo ci pensò sopra.
“Uhm…visto
corpo diverso da mio, ma perché uomo e donna diversi, ma…perché
deve essere bello guardare?” chiese continuando non capire.
Avrei tanto voluto che rimanesse
ignorante su questo punto.
“Dovresti imparare da lui!” dissi a Jiraya.
“cosa? ma…ma
qualcuno dovrà pure insegnargli queste cose della vita!” si giustificò il
vecchio
“vuol dire insegnargli a essere un
pervertito come lei? Penso che ne possa fare a meno!” gli dissi imbronciata.
“sei peggio di Tsunade…mi
togli tutto il divertimento! Comunque…Naruto cosa hai
guardato in Sakura per prima cosa quando l’hai conosciuta?” gli chiese.
Sussultai, ma che razza di domande
faceva?
“Occhi!” disse pensieroso
“Nient’altro?” insistette Jiraya
“chakra?”
“Poi?”
“Capelli!”
“Poi?”
“bocca?”
“Ma ti sei soffermato al viso?” disse
esasperato “Comunue…” tossì per ricomporsi e
portandosi le mani al petto “Qui non l’hai mai guardata?”
Naruto si girò a guardarmi e per istinto mi
portai le braccia al petto per coprirmi il seno.
“Bhe si, ho
visto anche la maglia, ma cosa…”
Jiraya si portò una mano in faccia sconsolato,
mentre io ero piegata in due dal ridere.
Naruto dal canto suo ci guardava, non avendo
capito niente.
“Ci sarà molto da lavorare con te,
ragazzo!”
Sospirai.
Naruto mi piaceva così com’era, senza
pregiudizi e strane idee per la testa, ma mi rassegna all’idea che presto anche
lui sarebbe diventato una copia di Jiraya. L’unica
cosa che potevo fare io, era fare in modo che non apprendesse tutte quelle stupidaggini
che il vecchio gli insegnava.
Presto giunse il giorno di ripartire.
Dopo circa una settimana passata nei
boschi, intravvedemmo una cittadina.
Conoscevo quel posto, ne avevo sentito
parlare molto bene.
Era un paese famoso per le grandiosi
feste che creava in onore della fioritura di alcune piante speciali che
sbocciavano solo d’inverno.
Era tradizione festeggiare perché la
fioritura indicava un anno prosperoso e pace per il mondo, mentre in caso contrario,
se i fiori non avessero dato segno di voler fiorire…qualcosa
di spaventoso sarebbe accaduto.
In un volantino lessi che solo tre volte
il fenomeno della fioritura invernale non avvenne e ogni volta, poco più tardi
era scoppiata una guerra ninja e guarda caso le grandi guerre ninja erano state
proprio tre.
Giungemmo al villaggio proprio il giorno
della tanto attesa festa.
Coincidenza?
In giro c’erano un sacco di belle
ragazze, alle quali Jiraya cominciò subito a correre
dietro.
No…era stato tutto calcolato.
Lasciai perdere quel pervertito, ma Naruto questa volta lo portai con me.
C’era un mercatino con un sacco di
bancarelle interessanti.
Peccato che non avevo abbastanza soldi
per prendere qualche ricordino.
Quella giornata fu divertente, anche se
non senza problemi.
Qualche ragazza aveva addirittura provato
ad attaccare bottone con Naruto e ovviamente lui
parlava tranquillamente con coloro che gli rivolgeva la parola, ma non sapeva
cosa significasse fare il filo a una persona.
Nonostante sapessi dell’ingenuità di Naruto e che quindi non c’era niente di cui preoccuparsi,
il mio stomaco si contorceva ogni volta che qualcuno lo fermava con qualche
scusa banale.
Solitamente Naruto
veniva accerchiato quando mi allontanavo un po’ da lui, ma arrivavo sempre io a
rovinare la festa a quelle ragazze.
Lo chiamavo con nomignoli affettuosi e
gli prendevo la mano, tanto per far capire che Naruto
non era disponibile.
Non lasciai la mano del mio compagno per
tutta la serata. La tattica funzionò, nessuno gli si era avvicinato ancora, ma
io mi sentivo estremamente in imbarazzo, per fortuna lui non capiva.
La sera fu il momento più bello.
Erano in programma i fuochi d’artificio. Si
sarebbero tenuti vicino a un lago del posto.
Il luogo era pieno di persone, tanto che
mi sentivo soffocare.
Lo spettacolo iniziò.
La gente urlava, fischiava, era molto
rumorosa. Era di un fastidio tremendo.
Naruto, forse capendo i miei pensieri, mi prese
la mano e mi trascinò fuori da quel casino.
Mi portò sopra una piccola collinetta,
dove si trovavano solo alcune coppiette.
Ci sedemmo in cima per vedere lo
spettacolo, che finì più o meno verso l’una.
Il viaggio prima di arrivare al villaggio
era stato estenuante e io non durai così a lungo.
Mi appoggiai alla spalla del mio compagno
e mi addormentai.
Il mattino dopo mi risvegliai in un
letto, confusa e non ricordando di esserci mai arrivata.
Fu Jiraya a
raccontarmi tutto, quando Naruto uscì a fare una
passeggiata.
Dopo essermi addormentata il mio compagno
mi aveva riportato a casa in braccio. Era stato delicatissimo dato che non mi
ero accorta di niente.
“Sai? È rimasto diversi minuti a
guardarti dormire!”
Mi disse facendomi arrossire.
“Secondo me gli piaci e parecchio! E anche
a te piace lui. Mi ha raccontato della passeggiata al mercato, che cercavi di
allontanare in tutti i modi le ragazze da lui. Ho dovuto spiegargli io del perché
di certi comportamenti, dato che non capiva!”
Mi colse impreparata. Chissà cosa poteva
avergli raccontato quel pervertito.
“Come dice lei Naruto
non capisce certe cose e quindi è impossibile che io gli piaccia in modo
diverso da un’amica!”
“Non capirà, ma anche l’uomo ha un suo
istinto. Per la maggior parte è addormentato, ma dato che lui ha vissuto come
un animale per tutto questo tempo, il suo istinto sarà ancora forte e forse
esso lo guida a cercarsi una compagna! Comunque che è molto legato a te e che
ti vuole bene lo si vede lontano un miglio!”
Arrossii “si, lo so!”
“Sono tornato!” disse Naruto
con una busta in mano.
“Finalmente si fa colazione!” disse Jiraya prendendo un croissant dal pacchetto, per poi
addentarlo.
“Ma sono alla crema, lo sai che non mi
piacciono!” si lamentò il vecchio.
“Ma a Sakura si! Ieri mangiato croissant
come piace te, oggi tocca Sakura!”
Arrossii, era davvero dolcissimo.
“Brutto ingrato, fino a prova contraria
sono io che ti insegno a diventare ninja!”
“Si, ma è sempre lei che mette me nei
guai. Poi Sakura sgrida me, perché dato retta a te!” gli disse facendogli una
linguaccia.
Quei due erano buffissimi. Erano soliti
punzecchiarsi per ogni minima cosa.
Ero felice, voleva dire che ognuno di
loro teneva all’altro.
“Sakura? Ho incontrato una ragazza di
ieri e mi ha chiesto che fine avevi fatto tu e se eri la mia fidanzata!”
Sgranai gli occhi.
“e tu?”
“Bhe non
sapendo cos’è una fidanzata ho detto che sei mia amica, ma lei ha detto che l’atteggiamento
che avevamo ieri era da fidanzati, ma esattamente cosa significa?”
Jiraya gli mise un braccio intorno al collo.
“Bhe ragazzo
mio, significa che tu e Sakura non siete semplici amici, ma qualcosa di più.
Una coppia,mi capisci? Abbiamo fatto questo discorso qualche giorno fa”
Naruto annuì “Si, più o meno! Ma io e Sakura no
fidanzati!”
“Oh suvvia ragazzo, si capisce che questa
ragazza ti piace e la gelosia che lei ha mostrato ieri nei tuoi confronti è un
segno che hai fatto centro nel suo cuore!”
Disse Jiraya
spingendo il ragazzo e facendolo cadere a terra vicino a me.
Mi guardò e non potei fare a meno di
arrossire e di girarmi dall’altra parte.
“Vedi? È pure arrossita. Forza datevi un
bacino!”
In quel momento non ci vidi più e
alzandomi come una pazza dal letto, tirai in faccia a Jiraya
una scarpa e dopo essermi cambiata uscii
per levarmi di dosso quell’imbarazzo che mi si era creato addosso.
Con Naruto
ormai capitava spesso, sia perché mi piaceva
e quindi mi imbarazzavo facilmente quando mi guardava e sia perché spesso
faceva domande, anche se lecite, che Jiraya rigirava
sempre a piacere suo.
E già…la vita
con quei due non sarebbe stata facile.