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Autore: Etace    19/01/2020    3 recensioni
Londra, metà anni 60.
In un'università decentrata e apparentemente trascurabile, tre giovani promesse della musica si incontreranno per puro caso durante una lezione di biochimica. Non hanno niente in comune, se non un grande, smodato amore per la musica...
Vi propongo la storia dei Queen, quando ancora frequentavano l'università e non erano diventati i famosi miti che noi tutti adoriamo. Cercherò di attenermi il più possibile alla realtà dei fatti.
Freddie/Mary, accenni Freddie/Roger.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, Mary Austin, Roger Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cercasi batterista con esperienza per spettacoli, feste ed esibizioni varie ed eventuali, preferibilmente in stile Ginger Baker/Mitch Mitchell.

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No perditempo.



 

Roger lesse l’avviso almeno dieci volte, con una stretta allo stomaco.

Possibile che quella band doveva cercare proprio un batterista? Cos’era, una prova di resistenza a cui lo sottoponeva il destino? Brian e Tim non potevano cercare un violinista, un trombettiere, un sassofonista!? Proprio un batterista!

Tra l’altro lo aveva chiamato perfino un suo caro amico per informarlo di quello stesso avviso, segno che il suo compagno di corso doveva averlo appeso in più luoghi, non solo nell’ateneo.

Una band.

E farmacologia? E biochimica? E la palestra? E le ragazze? E parodontologia?

Non che la musica fosse l’ultima delle sue priorità, anzi, era la prima, visto aveva preso in affitto una stanza insonorizzata solo per poter suonare ogni volta che voleva senza disturbare la quiete pubblica, tuttavia il dovere lo chiamava, e a gran voce. Dopotutto, si era iscritto all’università per diventare dentista, non per suonare gratuitamente in locali squallidi e di terza categoria.

Però, se quell’astrofisico trovava il tempo di gestire una band, perché non doveva riuscirci anche lui?

Più passavano i secondi, più lui si sentiva indeciso, teso. L’ultima volta che aveva suonato in una band era stato un disastro totale. “Mai più” si era detto, risoluto. La smania di diventare una rockstar gli era passata da un pezzo: troppe porte in faccia, troppe delusioni, litigi, incomprensioni, solo che...

Solo che quel giovane gli ispirava. Aveva tutta l’aria di essere un fenomeno, uno di quei geni musicali che possiedono l’orecchio assoluto e che sentono le melodie dalla sola lettura dello spartito.

Avevano parlato il giorno prima, poco prima che cominciasse la lezione…

 

-Ma come siete organizzati?- gli aveva chiesto Roger, cercando di risultare casuale -Nel senso, quante volte provate alla settimana?-

-Quando c’era il batterista di prima, anche tre volte, sempre alla sera tardi. Adesso che lui è stato ammesso ad Harvard, io e Tim abbiamo un po' mollato. Poi c’è stata l’estate, l’inizio dei corsi, i traslochi, e sai come succede, ci si perde di vista. Non ci esibiamo da una vita-

Roger accennò un sorriso -Deve essere una figata esibirsi-

Anche Brian sorrise tra sé e annuì -Non puoi immaginare quanto. Non l’hai mai fatto?-

-No. O quanto meno, non sul serio-

-Bisogna provare per capire. Ti dà una potentissima scarica di vibrazioni positive, è come stare in un campo magnetico di adrenalina ed entusiasmo- cercò di descrivergli -Ascolta, se vuoi venire anche solo per capire se siamo musicalmente compatibili, ti posso lasciare il numero di Tim-

-No, meglio di no- aveva declinato Roger, a malincuore -Magari vi vengo a vedere, quando fate serata-

-Magari- concordò con lui, forzando un sorriso.

-E magari mi porto anche il tipo dell’altra volta, te lo ricordi? Quello che è arrivato in ritardo-

-Il designer?-

Roger annuì -Ma lo sapevi che ha una ragazza!?- aggiunse, come se gli avesse rivelato chissà quale scoop.

Brian però alzò le spalle, poco impressionato -Buon per lui-

-Come buon per lui? Non ti è sembrato un po’ molto gay?-

 

 


 

 

-…Figaro no, è inflazionato- esclamò Freddie, sdraiato sul letto con due gatti appollaiati di fianco -Non trovi sia inflazionato, amore mio?-

Mary, che stava cercando di studiare, alzò un attimo gli occhi al cielo e gli sorrise.

-Tesoro, sto cercando di studiare-

-Anche io-

-No, tu stai scrivendo dei testi-

-Sì, ma questo- esclamò Freddie, sollevando il blocco -Questo ha del potenziale, solo che non riesco a esprimerlo. È come se le parole fossero bloccate dentro di me e avessero bisogno di una chiave per uscire fuori-

Mary sospirò, preoccupata. Non stentava a crederci, dopotutto quante volte lo aveva sorpreso sveglio, in piena notte, e preda di un frenetico fervore creativo?

-Troverai la chiave- gli sorrise.

-Certo che la troverò- le rispose Freddie, sicuro di sé. Poi le sorrise e allungò un braccio verso di lei, Mary colse l’invito e lo raggiunse sul letto. Tanto sapeva che quando c’era lui in casa, di studiare non se ne parlava nemmeno. Perciò si sdraiò al suo fianco e si lasciò abbracciare, spingendosi in mezzo a due gattoni, che poltrivano irremovibili come due scogli.

-Come ti è sembrato il biondino di ieri?-

-L’aspirante dentista che non vuole diventare dentista?- gli chiese lei -Hm. Simpatico, forse un po' spocchioso-

-Per me è fantastico- si sbilanciò, senza neanche rendersene conto -E d'altronde, quando nasci biondo, bello e ricco è chiaro che la vita ti ha sorriso e ti ha voluto premiare con dei doni che andrebbero come minimo condivisi. Vorrei essere come lui-

-Ma tu sei molto meglio di lui- gli fece notare Mary dolcemente, voltandosi dalla sua parte. Ora i loro nasi quasi si sfioravano, tanto erano vicini.

Freddie le fece un bel sorriso, senza paura di mostrarle i denti -Lo pensi davvero? Anche se lui è così bello?-

-Non lo trovo così bello- minimizzò Mary, accarezzandogli la frangia.

-Oh, dai, è bellissimo-

-Bellissimo…?- ripetè lei, perplessa.

-Beh, sì- le rispose, sicuro -Ha gli occhi azzurri, un fisico scolpito e i suoi capelli, oltre a essere biondi, hanno tutta l’aria di essere anche…- la guardò ed esitò: Mary aveva cambiato espressione.

-Morbidi- finì, un po' imbarazzato

-Sembra quasi che tu lo trovi più bello di me-

-No!- negò subito, arrossendo -Figurati… È che sono un po' invidioso, tutto qui-

Peccato solo che lui non era mai stato un tipo invidioso. Se voleva qualcosa, Freddie se la prendeva, punto.

-Però, c’è una cosa che io ho e che Roger non ha- le disse, afferrandole la mano -Una cosa bellissima, che vale più di tutte le sue fortune messe assieme-

-La voce?- ipotizzò lei, un po' abbacchiata.

-Tu-

Mary non poté che sorridere. Non si sa bene come o perché, ma lui riusciva sempre a trovare le parole giuste, a dire ciò che lei agognava di sentirsi dire. Era romantico in modo quasi poetico, commovente.

Gli diede un bacio e aderì sul suo corpo, ma non fece in tempo a intrecciare le gambe tra le sue che Freddie si girò dall’altra parte.

-Allora, com’è Figaro?- le chiese invece, riprendendo il blocco in mano. Mary lo guardò un po’ delusa, avrebbe approfondito quell’iniziativa volentieri.

-Hmm- sussurrò, accarezzandogli il braccio -È carino…-

-Mi dici qualche altro nome italiano, possibilmente eufonico?-

-Perché italiano?-

-Perché l’Opera è nata in Italia- le rispose Freddie, accarezzando il proprio micio tutto nero.

Mary fece un’espressione stupita. Avrebbe voluto chiedergli un "E allora?", ma preferì non farlo. Si limitò ad alzarsi dal letto: il momento intimità, a quanto pare, era finito prima ancora di iniziare. I gatti, in compenso, non si erano spostati di un millimetro.

-D'accordo, quindi… Leonardo?- tentò, svogliata, mentre si avvicinava alla scrivania. 

-Nah…-

-Michelangelo-

-Troppo lungo- obbiettò subito Freddie.

-Dante?-

-Troppo corto- rispose altrettante rapido.

-Morricone?- azzardò Mary dopo un po', puntando sul famoso compositore.

-Troppo contemporaneo-

La ragazza alzò gli occhi al cielo e continuò a pensare, cercando di riordinare un po' i vari e variopinti vestiti sparsi un po' ovunque.
-Cicerone?- disse poi, contenta della sua trovata. Ma l'altro la smontò subito.

-Oddio, Mary! Ho detto eufonico!-

-E che ne so io di che cosa è eufonico per te!- replicò, lanciandogli addosso una sciarpa viola che usavano entrambi.

Freddie gliela lanciò di rimando, dispettoso -Qualcun altro?-

-Sto pensando!- gli rispose, per poi tornare ad aprire il suo manuale per l’esame di fisica. Lesse l’incipit del capitolo, che recitava le seguenti parole:

“Galileo Galilei was an Italian astronomer, physicist and engineer, sometimes described as the father of…"

-Amore?- lo chiamò Mary, sollevando la testa.

-Hm?-

-Che ne dici di Galileo?-

 


 

 

Tutuuu tutuuu…

Il suo telefono di casa squillava…

“Cosa cazzo sto facendo?” pensava Roger, agitato sulla sedia “No, adesso riaggancio. In dicembre ho tipo quarantatré esami, come potrò…”

-Pronto?-

Il batterista biondo si irrigidì e sgranò gli occhi. Era troppo tardi.

-Ehm, Brian? Sei tu?-

-Sì?- rispose l’altro -Chi parla?-

-Ciao, sono Roger, il tipo di biochimica, non so se ti ricordi-

-Ma certo, il batterista!- lo riconobbe subito -Come stai?-

-Bene, grazie. Tu?-

-Non male. Dimmi, avevi bisogno di qualcosa?-

Roger chiuse gli occhi -Ascolta, riguardo a quel posto vacante nella tua band… È ancora libero? Perché sarei interessato-

Brian sorrise sulla cornetta, sorpreso -Abbiamo sentito due ragazzi parecchio bravi, però sentiremo più che volentieri anche te, Roger. Ti va bene stasera alle 22:00?-

-Certo, siete qui nel campus?-

-No, Tim non vive al college. Però abita qui vicino, hai presente il nuovo osservatorio di astronomia che hanno aperto da poco, quello vicino alla questura?-

-In realtà no…-

-Okay, ehm… Harrods?- propose Brian, immaginando che non tutti avessero una passione per le stelle come lui.

-Sì!- rispose subito il ragazzo biondo -Harrods, certo. Come no-

-Bene, da Harrods prosegui dritto…-

Roger si appuntò tutte le indicazioni stradali a penna, sotto gli appunti di farmacologia.

Appena terminò la chiamata sorrise, con un sorriso aperto e spontaneo.

Una band.

E chi l’avrebbe più studiata quella palla di farmacologia?











Note
Ciao amici.
Sappiate che con questo capitolo ho superato una fase di blocco e d'ora in poi la storia sarà più semplice da scrivere e più interessante da leggere. Ho già le idee piuttosto chiare. Come avete visto, qui siamo ancora in una fase del tutto embrionale rispetto alla creazione di Bohemian Rhapsody. Ho sempre pensato Freddie ce l'abbia avuta per la testa almeno per qualche anno, magari degli spezzoni, prima di perfezionarla con la band. 
Sono consapevole che alcune cose non aderiscono alla realtà (non so, ad esempio, se Mary abbia mai frequentato l'università), ma spero che vi piaccia comunque!
A presto,
E.


 

 

   
 
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