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Autore: _Miwako_    10/05/2005    8 recensioni
Hermione è innamorata di Ron da anni. Tutti lo sanno, tranne lui. Ma le cose cambiano, ed improvvisamente Ron comincia a studiare di più e ad alzarsi presto per la colazione. Cosa ha causato questo cambiamento?
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parte settima – Illusioni spezzate

Parte settima – Illusioni spezzate

 

 

Delle braccia forti mi circondano la vita da dietro, attirandomi efficacemente nelle ombre della sala. Un sussurro spaventato mi sfugge di bocca, ma presto una voce calma al mio orecchio scaccia ogni preoccupazione.

Shht. Sono io”, sussurra leggermente la voce di Ron. Il suo sospiro caldo mi fa il solletico alla pelle mentre respira piano accanto al mio collo, provocandomi un brivido giù per il corpo.

Mi rilasso velocemente sotto la sua presa, la sensazione delle sue braccia che mi tengono stretta contro il suo petto, una sensazione paradisiaca che non pensavo avrei mai provato. Proprio quando comincio ad abituarmi a quelle braccia intorno a me, Ron mi da un bacio dietro l’orecchio, facendomi trattenere il respiro.

Non bada comunque alla mia reazione, e subito la sua bocca scivola giù dal mio collo, lasciando una scia di baci a labbra semi chiuse. Non posso fare a meno di chiudere gli occhi per le sensazioni che mi provoca. E’ come se ogni parte di me, ogni mia cellula, stia andando a fuoco, ed i suoi baci sono l’unico modo per addomesticare le fiamme… mentre allo stesso tempo le fanno bruciare ancora di più.

Dopo aver accuratamente esplorato una parte del mio collo, Ron si sposta verso l’altra, rifacendo la stessa cosa. Sposto la testa dall’altra parte, per dargli maggiore libertà. Mi devo concentrare molto per bloccare il gemito che tenta di sfuggirmi. E’ solo una piccola preoccupazione prima ancora del fatto che qualcuno potrebbe entrare, e ci potrebbero vedere molto facilmente… ma per qualche ragione, non mi fermo.

E’quando sento veramente qualcuno che esce dalla Sala Grande che la realtà mi si sbatte in faccia. Potremmo essere visti, da chiunque. Non va affatto bene che una Caposcuola venga colta mentre amoreggia con il suo… migliore amico? Cosa siamo adesso?

Smettila di prenderti in giro, Hermione. Tutto questo non cambierà nulla. E’ solo un esperimento, ricordi? E’ solo la pozione che agisce… almeno, per quanto riguarda lui.

Questo pensiero mi fa incupire, e solo in questo momento mi accorgo che Ron ha sbottonato i primi tre bottoni della mia camicia per avere più accesso al mio collo ed alle clavicole.

Ron!”, dico, incredula, mentre spingo via la mano che stava per sbottonare il quarto bottone.

Lui ritira la mano completamente e sembra che la realtà colpisca pure lui.

S-scusa”, balbetta, “sono andato un po’ troppo veloce.”

“Va tutto bene”, dico, voltandomi a guardarlo, cercando di riallacciare un paio di bottoni. Una parte di me non può fare a meno di sentire la mancanza delle sue braccia intorno a me.

“E’ solo che chiunque può vederci”, dico, a bassa voce, “pensavo volessi che ci vedessimo nella Sala Comune, no?”

“Non riuscivo ad aspettare”, mormora, e perfino nel buio della parte della sala vedo che arrossisce.

Rido un po’, sorpresa di come mi sento a mio agio con lui. Pensavo che dopo questo piccolo... ehm… momento… sarei stata troppo imbarazzo per dire qualcosa., se non timida. Ma invece mi sento quasi rinvigorita, se riuscite a capirmi. Soltanto il pensiero che ho potuto far andare Ron così… fuori controllo… beh, mi fa venire un gran sorriso, pozione o no.

La voce di Ron interrompe i miei pensieri.

Quindi, tu non… non sei arrabbiata con me o qualcosa del genere?”

“No, certo che no”, dico, tranquillamente, “non hai mica il completo controllo delle tue azioni, con la pozione e tutto il resto.

Comunque, in questo momento, faccio molta fatica a non pensare a quanto lui sembri normale… nonostante la Pozione del Desiderio abbia guidato le sue azioni, ovviamente.

“Giusto”, dice, “la pozione.”

Lo guardo, curiosa, dopo quel tentennamento. Per un momento, potrei giurare di vedere un luccichio o qualcosa del genere nel suo sguardo. Non sono sicura di che cosa sia… ma troppo presto sparisce ed il sorriso furbo torna sul suo viso.

“Allora, dovremmo tornare in Sala Comune?”, chiede, porgendomi la mano. La stringo un po’ confusa, ma quando il suo pollice scivola sul dorso della mia mano, scaccia via tutto il resto dalla mia mente, mentre andiamo verso la Torre di Grifondoro.

 

Ron, che succede? Dove stiamo andando?”, chiedo, leggermente affannata. Ci stiamo giusto dirigendo verso la Sala Comune di Grifondoro, quando improvvisamente Ron cambia direzione, svoltando in un corridoio sconosciuto, e trascinandomi senza tanti scrupoli dietro di lui.

“Mi sono appena reso conto di una cosa”, risponde, senza fermare la nostra corsa nel castello.

E cosa sarebbe?”

Si ferma così improvvisamente di fronte a me, che vado a sbattere contro il suo petto. Sarei crollata all’indietro nell’impatto se non fosse stato per le braccia di Ron, che mi hanno presa sapientemente al volo per la vita evitando la caduta, tenendomi comodamente in piedi a pochi centimetri dal suo petto. Come ha fatto a farlo così facilmente?

Alzo lo sguardo verso il suo viso e vedo quel sorriso che fa fare una capriola al mio stomaco, e quegli occhi azzurri che hanno perseguitato i miei sogni. Una delle sue mani sale fino a spostare una ciocca di capelli dal mio viso, dietro l’orecchio, i suoi occhi che non distolgono mai lo sguardo dai miei.

“Non ti ho ancora baciato decentemente.”

“Oh”, dico, senza sapere come altro rispondere. Questa non era esattamente la risposta che mi aspettavo, non che avessi un’idea di quello che mi aspettavo. E perfino con il rossore che comincia ad bruciare sulle mie guance, non riesco a spostare lo sguardo.

E prima che me ne renda conto, mi bacia. Le sue labbra tiepide che si appoggiano urgentemente contro le mie, mentre la mano che prima mi aveva spostato i capelli, ora è appoggiata sulla mia nuca. Rispondo al bacio altrettanto urgentemente, cercando di non pensare alle conseguenze che avrà tutto ciò su domani. Come spiegherò a Ron perché l’ho baciato anch’io, e così entusiasticamente?

Alzo un po’ le braccia e gli circondo il collo, permettendomi di perdermi completamente nella sensazione delle sue labbra contro le mie. Ci occuperemo delle spiegazioni quando sarà il momento.

Sembra che questo sia il gesto di cui aveva bisogno per avvicinare di più il mio corpo al suo, le sue braccia che mi circondano dalla vita e la sua lingua che sfiora le mie labbra per cercare di entrare. Apro leggermente la bocca d’istinto, completamente persa.

Non so quanto duri tutto ciò prima che ci interrompiamo, ma è solo il suono delle voci che viene dal corridoio a far scomparire la nostra… sensuale foschia. Ci facciamo da parte in fretta, rimettendo a posto vestiti e capelli per ritornare come prima. Non passa nessuno, tranne due Tassorosso del quinto anno che svoltano l’angolo.

Annuiamo nella loro direzione mentre ci passano vicino, cercando di avere un aria assolutamente indifferente. Non so quanto siamo convincenti, ma non riceviamo occhiate sospettose o commenti, quindi non dev’essere andata poi così male.

Eravamo un po’ troppo vicini, prima, comunque. E non per la prima volta.

Mi volto verso Ron, quando degli altri studenti sono fuori dal campo visivo, e non sono molto sicura sul da farsi, ora. Lui mi guarda, e nonostante l’interruzione, riesco ancora a vedere il fuoco che brucia nei suoi occhi. Porta una mano all’altezza del mio viso, l’appoggia alla mia guancia e la accarezza delicatamente prima di portarla tra i miei capelli. Devo chiudere gli occhi per assaporare quel gesto così lento e gentile, così in contrasto rispetto ad i gesti appassionati che ci hanno travolto poco fa.

In un attimo, Ron prende la mia mano, e comincia a trascinarmi di nuovo attraverso il corridoio, stavolta nella direzione da cui siamo venuti. Sono molto sorpresa del fatto che praticamente gli sto incespicando dietro, senza essere in grado di tenere il passo.

Ron”, sbotto, respirando più affannosamente, “dove stiamo andando?”

“In un posto in cui possiamo stare da soli”, replica, indifferente, voltandosi soltanto un attimo per sorridermi, prima di andare avanti.

“Soli?”

“Sì”, adesso sta proprio gongolando, “non possiamo continuare granché se ce ne stiamo nel corridoio verso la Sala Grande, no? Non dopo che ci hanno quasi beccati.”

Non ho parole dopo questo suo piccolo annuncio, e non sono sicura di come rispondere, e immagino soltanto tutte le possibili conseguenze che ‘continuare’ potrebbe portare.

 

Mi accorgo che stiamo camminando in un corridoio familiare, ma in effetti siamo praticamente dentro la Stanza delle Necessità prima ancora che realizzi effettivamente dove siamo. Ron mi spinge dentro, e chiude la porta mentre mi guardo intorno, divertita. La stanza è la copia esatta della Sala Comune di Grifondoro… con una sola differenza: Ron ed io siamo gli unici Grifondoro presenti.

“Come… come hai fatto?”, chiedo, stupita.

“Non ne sono sicuro”, replica, guardandosi attorno incerto come me, “credo di aver soltanto pensato a quello che volevo fare, ed a stare da solo con te… ed è venuto fuori questo.”

Il suo viso è imbarazzato ed un leggerissimo rossore copre le sue orecchie per l’ammissione. Mi stupisce come un momento è imbarazzato di fronte a me, per poi baciarmi assurdamente, ed il momento dopo si gratta la nuca nervosamente e si rifiuta di ricambiare il mio sguardo.

Ma questa ansietà mi da una sorta di furbizia che non pensavo di avere, perché prima che me ne accorga, o che possa fermarle, le parole sono giù uscite dalla mia bocca.

“Allora, adesso che sono sola con te, che cosa hai intenzione di farmi?”, chiedo, maliziosamente.

I suoi occhi incontrano i miei. Sono sicura che sia sorpreso di ciò che ho appena detto. Ma non posso ritirare le mie parole. Mi guarda, con quel sorriso furbo, e quel desiderio negli occhi.

Cammina verso di me lentamente, e nonostante abbia una gran voglia di scappare, le mie gambe rimangono ferme. Non scapperò. In pochi passi, lui è di fronte a me, pericolosamente vicino, ma non abbastanza perché i nostri corpi si tocchino. Muovo leggermente la mano. Ma rimango ben piantata per terra. Voglio vedere dove vuole arrivare.

“Oh, posso pensare ad un sacco di cose”, dice, inarcando le sopracciglia.

“Oh, davvero, tipo cosa?”

Non so minimamente da dove venga questo mio modo di parlare, ma non me ne preoccupo, in realtà. E’ praticamente una tortura avere Ron così vicino, ma non abbastanza vicino. Sapendo che entrambi lo vogliamo, ma nessuno dei due fa la prima mossa. L’aria intorno a noi sembra quasi potersi tagliare, la tensione aumenta.

“Potrei dirtelo…”, comincia.

So dove vuole arrivare. E se vuole lanciarmi un invito…

O potresti semplicemente farmi vedere.”

Questo è tutto l’incoraggiamento di cui ha bisogno e con un braccio mi cinge la vita, stringendomi a lui mentre le sue labbra si posano sulle mie. Il bacio è frettoloso, come è stato prima, ma sotto sotto c’è qualcosa di diverso. Un bisogno disperato di conservare il momento, di memorizzare questo bacio. Come se fosse l’ultimo.

E qualcosa in questo bacio mi ricorda cosa stiamo facendo, perché sta accadendo tutto questo, e devo spingerlo via.

Quando interrompo il bacio, abbiamo entrambi l’affanno. Le sue braccia sono ancora al sicuro intorno a me, mentre le mie sono posate delicatamente contro il suo petto, cercando di tenerlo lontano.

“C’è… qualcosa che non va?”, chiede Ron, respirando affannosamente, con aria interrogativa.

“Niente… avevo solo bisogno di respirare”, spiego, un po’ goffamente.

“Sicura?”, chiede, e sono certa che non se la sia bevuta.

“Sto bene. Davvero”, dico, guardandolo con il mio sorriso più persuasivo.

“Okay”, dice lui, sorridendo leggermente, tornando a colpirmi, e momentaneamente dimentico i miei dubbi. Una mano mi accarezza il viso, per un attimo, e non sono in grado di descrivere quello che provo prima che le sue labbra scendano sulle mie, in un casto bacio. E’ così diverso dal primo che sono presa alla sprovvista.

Lo guardo negli occhi con aria interrogativa, ma lui semplicemente si sposta per baciarmi il naso, la guancia, dietro l’orecchio… lentamente, comincia a tracciare dei baci lungo il mio collo e la sensazione è praticamente insuperabile.

Finalmente, ritrovo i miei limiti, e sto per fare la domanda che mi tengo dentro da quando è iniziata tutta questa faccenda.

Ron?”, chiedo, cercando di catturare la sua attenzione.

Mmmm”, mormora, contro il mio collo.

“Posso farti una domanda?”

“Suppongo di sì”, mormora di nuovo, senza fermarsi.

Cosa ti fa la pozione?”

Sembra che finalmente questo catturi il suo interesse, e smette di fare quello che sta facendo per guardarmi un po’ negli occhi.

Che vuoi dire?”

Cioè, come ti fa sentire? Cosa fa?”

“Beh, uh…”, comincia, “mi va volere questo”, dice, avvicinandosi un po’ di più per dimostrarlo.

Ovvero?”

Lui rimane in silenzio per un minuto, come se stesse pensando.

“Mi fa desiderare di baciarti”, dice, venendo di nuovo più vicino, “e stringerti”, congiunge le braccia intorno a me, “e toccarti”, mi accarezza leggermente la schiena, “e non lasciarti mai andare.

Ma come mai un minuto sembri senza controllo, ed il minuto dopo sembri tornare te stesso?”

Avvicina il suo viso al mio, posando le sue labbra sulle mie, e dice, con il suo respiro che scivola sulle mie labbra: “Perché è quello che mi fai tu”, dice, prima di baciarmi di nuovo. Questo bacio è più dolce, più gentile, ma sempre pieno della passione che ho potuto avvertire prima.

Mi sposto. Voglio risposte.

“Ma perché certe volte sei così controllato ed altre no? Voglio dire, mi aspettavo che saresti stato completamente fuori controllo…”

Mi interrompe con un bacio.

“Abbiamo parlato abbastanza”, dice piano prima di baciarmi di nuovo.

Ma…”, comincio, ma di nuovo mi zittisce con un bacio e finalmente mi lascio andare.

Non so per quanto tempo ci baciamo prima di passare dalla nostra posizione al muro fino di fronte al fuoco; non so nemmeno come siamo arrivati qui. Siamo l’uno accanto all’altra, e Ron mi preme leggermente contro la sedia con l’urgenza dei suoi baci. In una mossa veloce, mi tira su e mi fa sedere a cavalcioni sul suo grembo, fermandosi solo per un momento.

“Fermami se vado troppo veloce, okay?”

Annuisco, sorridendo, per poi abbassarmi a baciarlo di nuovo. Le sue mani che scivolano sulla mia schiena mi provocano un brivido lungo il corpo. Semplicemente, adoro la sensazione delle sue mani su di me, delle sue labbra sulle mie, cosa potrei chiedere di più?

Voltando una pagina del libro su Ron, sposto la mia bocca sulla sua guancia, vedendo che sulle sue orecchie è tornato quel glorioso rossore di quando è imbarazzato. Lo bacio leggermente proprio sull’arrossamento, adorando i sospiri che ricevo in cambio, prima di tornare sul suo collo.

Le mani di Ron sono occupate a cercare uno spiraglio al di sotto del mio maglione, verso la mia pelle. La sensazione delle sue mani sulla mia pelle scoperta è semplicemente indescrivibile.

Sono completamente persa nel tocco di Ron. Bacio leggermente una parte del suo collo, e la risposta che ne ricevo non me la sarei mai aspettata.

Merlino, io ti amo.”

Queste tre piccole parole mi bloccano. Oh, quante volte ho sognato che Ron mi dicesse queste parole, ma non è mai stato come ora. Mai erano il risultato di una qualche pozione d’amore. Mai queste parole sono suonate così false nelle mie orecchie.

Queste parole mi fanno tornare come prima, come niente avrebbe potuto. E subito mi sono alzata dal suo grembo, e sto di fronte a lui ad una distanza di sicurezza.

“Io, uh… credo che dovremmo andare, ora. Si sta facendo tardi. Dovremmo tornare in Sala Comune.

Mione”, comincia, ma non posso ascoltare, ora. Non posso.

“Per favore, Ron.”

La mia voce suona stanca, bisognosa di aiuto. Anche lui deve averlo notato, perché fa un profondo respiro e fissa il pavimento.

“Certo”, dice, con aria avvilita mentre usciamo dalla stanza.

Non parliamo per tutta la strada fino alla torre di Grifondoro ed appena arriviamo in Sala Comune, mi congedo e salgo al dormitorio. Prendo al volo un pigiama pulito ed un asciugamano, e mi fiondo nel bagno, annesso alla stanza della Caposcuola, per fare una doccia.

Mi spoglio frettolosamente, andando sotto l’acqua calda e lasciando che lavi via tutta la tensione dal mio corpo.

Ed è quando rivivo tutto, che lascio che tutte le emozioni vengano lavate via, e che le lacrime scivolino con loro.

 

 

**

 

Pegleg: vi prego, non odiatemi…

 

Ed eccoci giunti al penultimo capitolo. Da una parte mi dispiace che questa fic stia per finire, ma dall’altra mi sento sollevata perché tradurre è veramente faticoso ed impegnativo. Ad ogni modo, io stessa non ho ancora letto il finale per non rovinarmi la sorpresa… non ho idea di cosa succederà XD L’autrice mi (ci) ha fatto conoscere un Hermione particolarmente sensibile, ed un Ron decisamente ambiguo, cosa a cui non sono assolutamente abituata °_° Spero che voi siate curiosi riguardo al finale quanto lo sono io, anche perché vogliamo porre fine alle sofferenze di questa ragazza (spero)…

A presto! *_*

 

 

Miwako__

 

  
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