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Autore: Roberto Turati    22/01/2020    1 recensioni
Storia ideata e iniziata dal mio amico Jack02forever, autore su Wattpad, scritta in collaborazione tra lui e me.
 
[Monster Hunter World + Monster Hunter Stories]
 
Ambientata tra Monster Hunter World e MHW Iceborne. Quattro mesi dopo la sconfitta dello Xeno'Jiiva, la Commissione di Ricerca continua ad operare serenamente nel Nuovo Mondo. Ma una minaccia colpisce l'ecosistema: l'Orrore Nero, una malattia nata in un'estensione recondita del Vecchio Mondo, che affligge i mostri e li rende estremamente pericolosi. Per rimediare a ciò, la Gilda manda un Rider dal villaggio di Hakum, affinché aiuti la Commissione a debellare la malattia. Ma per Xavia Rudria, una cacciatrice della Quinta Flotta, la giovane Rider che si è offerta per l'incarico si rivelerà molto di più di quello che sembra...
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Commissione di Ricerca'
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«E questo è quanto. Redan mi ha detto di restare a riposo, perché altrimenti la mia pietra finirà per infettarsi» disse Yuri, tenendo in mano il suo bracciale.

Aveva finalmente raccontato della visione ai gemelli, ora che avevano messo i mostri a riposo ed erano tornati nell'aeronave, in cui ora c'erano solo l'Ammiraglio e la comandante della Terza che discutevano all'ultimo piano. I Rider presero posto a un tavolo con delle cartine sopra, nel piano inferiore, facendo attenzione a non toccarle o rovinarle. Cominciarono a discutere sulle implicazioni della visione della loro amica:

«Sarebbe un disastro: la tua pietra è l'unica arma che abbiamo contro il Makili Nova, non possiamo perderla così!» affermò Ross.

Yuri annuì e Lucille, come se le avesse letto la mente, parlò prima di lei:

«Hai paura che a vederti rilassata i cacciatori pensino che tu prenda tutto sottogamba, fregandotene del pericolo che stiamo correndo?»


«Sono davvero così facile da capire?» chiese Yuri, imbarazzata.

«Ti preoccupi troppo! Con tutte le cose che avranno da fare, dubito che possano anche solo accorgersene - la confortò Ross - E poi dovresti rivelarlo anche a loro. Non farà bene tenere segreta la tua conversazione con lui troppo a lungo»

Yuri non sembrava affatto convinta:

«Lo so benissimo. Ma voi mi conoscete, vi fidate di me perché sapete che posso mettermi in contatto con Redan; loro no. Redan per loro è solo un personaggio storico. Mi prenderebbero per pazza, se dicessi di aver parlato col suo fantasma!»

Incapaci di controbattere, i gemelli si guardarono per qualche secondo. Ross pareva preoccupato e Lucille non era da meno. Yuri era solita non darsi pace per qualunque piccolezza: appena faceva un torto a qualcuno o diceva qualcosa col tono sbagliato, si scusava mille volte e cominciava subito a sentirsi in colpa, anche se non aveva offeso nessuno.

«Ne hai parlato almeno con tua madre?» chiese Lucille. 

«Volevo farlo, ma non ho ancora trovato il momento più adatto. Inoltre, ho paura di rivelare anche a lei l'ultimo dettaglio che Redan mi ha svelato»

«Di cosa parli?» domandò Ross.

Yuri trasalì e si strofinò il collo con lo sguardo chino. Sembrava molto a disagio:


«Diciamo che potrebbe spiegare perché quel pazzo di mio padre ha voluto sposare mia madre e avere figli da lei»

Lucille le poggiò una mano sulla spalla e la guardò in viso, anche se Yuri aveva cominciato a tenere gli occhi fissi sulla sua pietra:


«Ce lo potresti dire?»

«Vogliamo aiutarti, ma non possiamo fare niente, se fai l'omertosa» aggiunse Ross.


Gli occhi di Yuri diventarono lucidi e la Rider alzò lo sguardo. Aprì la bocca per parlare, ma non ci riuscì. Dalla sua bocca non uscì nessuna parola, solo un rantolo animalesco. Si portò le mani alla bocca di colpo, lasciando cadere il suo bracciale sul tavolo e sulle mappe e indietreggiò così in fretta da travolgere uno sgabello e rovesciarlo. Aveva gli occhi sbarrati e la fronte imperlata di sudore. I gemelli la guardarono confusi e Ross si alzò per primo, facendo un passo avanti.

«Yuri? Stai bene?»

La Rider strinse i denti, socchiuse gli occhi e scosse la testa con forza. Si piegò sulle ginocchia col fiatone, tenendosi una mano sul cuore. Seppur confusi, i gemelli non persero tempo: Ross la raggiunse e la aiutò a reggersi in piedi, mentre Lucille si avvicinò e la prese per mano per confortarla.

«Fa male! Fa male!» sussurrò Yuri.

«Yuri, che ti sta succedendo?» chiese Lucille, nel panico.

Con un'espressione molto sofferente, Yuri guardò il suo amico e, parlando con un tono supplichevole, gli disse:


«Ross, non devi farmi prendere la mia pietra, qualunque cosa faccia o dica. Ti supplico!» 

Il ragazzo guardò Yuri confuso, prima di posare lo sguardo sul tavolo di legno di fronte a loro. Il bracciale di Yuri si trovava ancora sulle mappe. Sembrò brillare di una luce azzurra per un fugace istante, quando Ross ci diede un'occhiata.

«Se prometti di dirci tutto dopo, lo farò» sibilò, mentre lo raccoglieva.


«Lo prometto. Grazie» sorrise Yuri, sollevata.

All'improvviso, però, il suo sorriso scomparve. Abbassò la testa; adesso riusciva a stare in piedi senza il loro aiuto. Le sue braccia ricaddero lungo i fianchi. Adesso, tuttavia, qualcosa in lei era cambiato e i gemelli riuscivano a percepirlo: un senso di oppressione, terrore e sconforto si insinuò in loro di punto in bianco ed entrambi fecero qualche passo indietro, perché il disagio era troppo grande. Yuri alzò gli occhi e si stirò. Si guardò intorno, poi sospirò e disse: 

«Scusate, ragazzi. Di recente, mi succede spesso. Penso che sia quel dannato Fatalis: vuole ribellarsi a me, ma sta faticando per niente!»

Ross e Lucille si scambiarono un'occhiata d'intesa e il ragazzo fece di nascosto un cenno alla gemella, che ammiccò. Yuri guardò il bracciale nelle mani del suo amico con un po' troppo interesse, per i gusti di Ross. Sorrise e tese la mano:


«Ah, giusto! La mia pietra! Ora puoi ridarmela, Ross»

Ma lui scosse la testa e si allontanò.

«Mi hai fatto promettere di non dartela, ricordi?»


«Davvero? Scusa, quello stupido drago mi incasina la testa. Posso riaverla?» ripeté, massaggiandosi le tempie.

Ross la guardò disgustato, il che la lasciò di sasso:

«Certo che non ti sforzi nemmeno di impersonarla, brutto bastardo!» esclamò.

«Cosa?»

Ross si avventò su di lei e la colpì con una spallata, facendola schiantare seduta sulle assi di legno, e le puntò contro un indice accusatore:

«"Quello stupido drago"? Sul serio? Yuri non direbbe mai una cosa simile, men che meno del Fatalis!»

«Lei porta rispetto anche ai Velociprey, sai?» aggiunse Lucille, furiosa.


Yuri rimase in silenzio qualche secondo, prima di mettersi a ridere. La sua era una risata da pazza, che fece raggelare il sangue ai due Rider.

«Che noia! Dovevo trovarmi davanti proprio degli amici così cari? Volevo divertirmi con l'ordine, volevo vedere le vostre facce sorprese quando avrei spaccato quella stupida pietra! Ah, cara Lu-Lu, le vostre pietre non servono a niente! Non potrete purificarmi con quelle!» rise, scattando in piedi.


Tese il braccio destro, che fu improvvisamente ricoperto da fiamme. Fece un sorriso inquietante: 

«Sto entrando sempre più in confidenza con quello stupido mostro: presto lo sottometterò. Papà sarà così contento, quando mi vedrà controllare alla perfezione questi poteri!»


Ross assunse una posa difensiva, mentre Lucille attivò la sua Pietra del Legame. La luce verde abbagliò Yuri, ma sembrò non sortire alcun effetto.

«Siete degli stupidi! Vi ho appena detto che non funziona! Adesso brucerò questa bagnarola volante, poi spaccherò la pietra come mi è stato ordinato! Il Makili Nova sarà fiero di me! Anche se potrei anche distruggerlo, quando avrò il pieno controllo del mio gene»


Si preparò a scagliare fiamme dappertutto, quando si sentì come rallentare: i suoi movimenti si fecero più lenti e si sentiva più pesante di prima all'improvviso. Il suo corpo non rispondeva più ai suoi ordini. Sbatté le palpebre, tentando di capire cosa stesse accadendo, poi vide che anche Ross aveva attivato la sua pietra. Stava perdendo il controllo: le fiamme sul suo braccio si spensero improvvisamente come si erano accese e lei cadde in ginocchio, poggiando le mani sulle assi di legno.

«Bastardi! Non finisce qui! Oggi compirò il mio dovere, costi quel che costi!» minacciò, fissando i gemelli con odio. 

Di colpo, però, i suoi occhi sembrarono riprendere vitalità e si spalancarono come se si fosse appena svegliata da un sonno tormentato dagli incubi. Yuri fece diversi respiri profondi, trattenendo a stento un conato di vomito.


«Aiuto! Ragazzi, mi dovete aiutare, vi supplico!» balbettò, con le lacrime agli occhi.

Ross la aiutò ad alzarsi e lei continuò a farfugliare in preda al panico: 

«Ho... ho bisogno di mia madre... devo... devo sdraiarmi... non è finita, continua a farmi male il petto... brucia!»


«Vado a cercarla! - esclamò Lucile - Te l'affido, fratellino! Faccio il più in fretta possibile!»

Detto questo, si precipitò fuori dall'aeronave gridando il nome di Xavia.

Ross annuì e continuò a sorreggere l'amica, aiutandola a camminare fino all'infermeria, mentre lei continuava a lottare per resistere all'Orrore Nero.

«Come va, Yuri?» chiese Ross, seduto su uno sgabello accanto al lettino su cui i medici l'avevano sistemata.

Yuri era rimasta in silenzio dopo quello che era accaduto nell'aeronave. Continuava ad ansimare, la sua espressione era sempre sofferente: teneva gli occhi chiusi mentre, combattendo a denti stetti per resistere alla malattia, si stringeva con forza le tempie. Si sentiva come se il suo cuore e il suo cervello potessero esplodere da un momento all'altro, per quanto facevano male. Il silenzio si era fatto insopportabile e Yuri fu grata a Ross per averle fatto quella domanda: voleva parlare per distrarsi, ma non riusciva a farsi venire in mente assolutamente nulla.

«Per ora riesco a resistere. Ma fa davvero malissimo» rispose, con un filo di voce. 

Ross la guardò negli occhi, serio e terrorizzato al contempo, e la prese per mano: 

«Andrà tutto bene. Tua madre arriverà tra poco, ne sono sicuro» le disse gentilmente, facendola arrossire.

«Grazie, Ross»


Stava per dire qualcos'altro, quando all'improvviso un'altra fitta dolorosa le lacerò il petto. La Rider si morse il labbro inferiore per non lasciarsi scappare un altro urlo, visto che quello di prima aveva già attirato l'attenzione di alcuni cacciatori nei paraggi. I medici non capivano cosa potevano fare per aiutarla, visto che lei aveva rifiutato di farsi somministrare degli anestetici, ma Ross disse loro di non preoccuparsi, quindi loro fecero spallucce e andarono ad occuparsi degli altri infortunati. Yuri tentò di resistere, ma alla fine si arrese e cacciò un grido straziatissimo.

«Cazzo! Aspetta, Yuri!» 

Ross scattò in piedi e attivò la sua Pietra del Legame, lasciando che la sua rilassante luce verdastra splendesse attorno a loro dal bracciale. Come la prima volta, il dolore cominciò ad attenuarsi lentamente. Dopo un minuto che a Yuri parve un'eternità, tornò sopportabile. 
Quandò la luce si spense, la ragazzina era esausta. 

«Yuri, che ti succede?!» irruppe la voce di Xavia. 

Ross, che aveva avvolto il braccio intorno alle spalle di Yuri per confortarla, si allontanò di corsa per l'imbarazzo e arrossì. Yuri non fece in tempo a voltarsi a guardare, che vide il volto di sua madre a pochi centimetri dal suo, mentre sua madre le prendeva le mani in preda all'agitazione. L'aveva sicuramente sentita urlare, voleva vedere se stava bene. 
Yuri guardò l'ingresso e vide che anche Lucille era arrivata, tutta affannata.

«Scusa se ci ho messo tanto, ma non riuscivo a trovarla»

«Fa niente. Grazie, Lucy!» disse Yuri, mentre Xavia la aiutava a mettersi seduta.

«Cos'è successo, Yuri?» chiese sua madre.

«Il Makili Nova ha cercato di controllarmi e ci sta ancora provando. Ho bisogno di te, mamma! Per favore, tu sei l'unica che può aiutarmi a liberarmene per sempre!»

Xavia sbarrò gli occhi, perplessa e incredula:

«Che vuoi dire, Yuri?» le chiese, confusa.

Yuri tentò di spiegare, ma strabuzzò gli occhi, mugolò e si strinse le tempie quando l'ennesima ondata di dolore la travolse. Dalla sua pelle cominciò a fuoriuscire quel pestilenziale fumo nero, che ormai tutti i cacciatori del Nuovo Mondo avevano imparato ad odiare. 
Lucille e Ross si scambiarono un rapido sguardo d'intesa e attivarono le Pietre del Legame all'unisono. Il fumo scomparve, ma Yuri non stava meglio: il dolore non faceva che aumentare, nonostante i due Rider tentassero di contenere l'influenza del Makili Nova.

«Mamma, fa' in fretta! Prendi la mia Pietra del Legame, devi purificarmi! Ti supplico, non lo sopporto più!» supplicò Yuri.

«Io? Non sono una Rider, Yuri! Non ho idea di...»

«Invece sì! Non c'entra niente essere Rider o no! Con una pietra autentica e benedetta fra le mani, chiunque può farlo»

Lucille sollevò un sopracciglio, con aria scettica:


«Ma Yuri, la tua pietra è diversa! Solo gli eredi di Redan sono in grado di usarla e l'unica sei tu!»

«Devo pur aver ereditato il suo sangue da qualcuno, no?» 

«Sì, ma come facciamo a sapere che l'hai preso da tua madre? Senza offesa, signora Aros!»

«Quel cognome...» sbuffò Xavia, infastidita. 

«Comunque, tra una cacciatrice e un Rider, penso che tuo padre sia il candidato migliore»


«Non c'è tempo! Mamma, devi fidarti di me!» esclamò Yuri, sul punto di perdere i sensi.

«Sempre» sussurrò Xavia, annuendo.

Era ancora dubbiosa e d'accordo coi due gemelli. Non aveva mai sentito parlare di Redan, prima di conoscere Xander. Come poteva lei essere una sua discendente? Nonostante quei dubbi, si fece dare il bracciale della pietra di Yuri da Ross e se lo legò al polso destro.

«Se non funziona, ti giuro che andrò a stanare Xander di persona. Lo trascinerò qui e ti farò guarire da lui. È una promessa, Yuri» disse Xavia, in parte scherzando per alleviare la tensione.


«Grazie, mamma. Sai come funziona la purificazione?» chiese Yuri, fradicia di sudore.

Xavia rimuginò per un attimo, poi annuì: 

«Ho purificato un mostro, una volta. Me l'ha fatto vedere Xander, poi mi ha fatto provare. Me lo ricordo ancora» 

Yuri parve sopresa, ma era quasi contenta di non doverle spiegare come fare: né lei né Ross sarebbero stati capaci di descrivere il procedimento, ormai a loro veniva spontaneo. Magari Lucille avrebbe potuto, ma di certo avrebbe divagato.


«Cominciamo» sussurrò Xavia, facendo un respiro profondo.

Yuri annuì, dandole il via libera mentre si preparava mentalmente. La cacciatrice poggiò la mano sinistra al centro del bracciale, sulla brillante pietra azzurra. Chiuse gli occhi e tentò di concentrarsi. Tolse la mano sinistra e sollevò il braccio destro: il bracciale si accese e la Pietra del Legame si illuminò di celeste. 
Yuri sorrise e chiuse gli occhi. Sapeva quello che arrivava dopo quel momento. L'aveva già provato, anche se per poco e con un effetto ridotto, al nascondiglio di suo padre alla Landa dei cristalli. Quando la luce azzurra della pietra la raggiunse, la Rider si sentì quasi bruciare. Strinse i denti e i pugni al punto di farsi sbiancare le nocche. Dalla sua pelle cominciò a fuoriuscire un'altra volta il fumo dell'Orrore Nero, il che le causava un dolore immenso, quasi come se le perforasse la cute. Ma questa volta si consolava sapendo che stava finalmente per guarire. Dovette sopportare il dolore per un tempo che le parve infinito: sentiva gli sguardi di Ross e Lucille puntati su di lei, intenti ad osservare quell'enorme quantità di fumo nero fuoriuscire dal suo corpo. Alla fine, il dolore cessò e la malattia fu completamente eradicata. Yuri si sentiva molto più leggera e poté finalmente rilassarsi. Ansimava ancora, ma anche il suo respiro si stava stabilizzando, assieme al battito del suo cuore. Riaprì gli occhi, sorrise e guardò Xavia. Voleva ringraziarla con tutta se stessa, voleva mostrarle tutta la sua riconoscenza. Ma la sua espressione gioiosa svanì appena la vide: sua madre aveva un'espressione vuota. Era impossibile capire il suo stato d'animo. Yuri guardò Lucille e Ross in cerca di suggerimenti, ma anche i gemelli non sapevano cosa dire per aiutarla.

«Sono una discendente di Redan?» sussurrò Xavia, fissando il vuoto.

«Sì» rispose Yuri, seria. 

Gli occhi di Xavia diventarono lucidi e la cacciatrice si coprì la bocca, disgustata e triste: 

«Immagino che in realtà Xander l’abbia sempre saputo. Ecco perché ero così importante per lui. Voleva solo entrare in contatto con la dinastia Rudria, non gli interessava altro. Non gli è mai importato nulla di me»

Xavia era sul punto di scoppiare a piangere.


«Da come si comportava con me e dalle domande che mi faceva nel suo covo, sembrava che non lo sapesse, ma non escludo che potesse fingere di esserne all'oscuro solo per farsi dare una conferma da me. Mamma?» 

Yuri sapeva che quella notizia l'avrebbe distrutta. Ne era sicura da quando Redan gliel'aveva detto. Scoprire la risposta alla domanda che l'aveva tormentata per quindici lunghi anni in quel modo? Sarebbe stato difficile da accettare per chiunque, ma col passato tragico di Xavia, era un colpo ancora più duro.

«Sto bene, Yuri» rispose Xavia, strofinandosi gli occhi. 

La cacciatrice dai capelli viola si sedé sul letto della figlia e le accarezzò le guance.

«Ho solo bisogno di riflettere un po'. È che non mi aspettavo di fare una scoperta come questa, tutto qui. Starò bene, devo solo assimilare la notizia. Ma ricorda: non hai nessuna colpa. Capito, Yuri? Non sertirti responsabile in alcun modo. Presto o tardi l'avrei scoperto comunque, dopo questo mese. D'accordo?»

«Va bene, mamma» 

Yuri, ovviamente, si sentiva in colpa per averglielo fatto scoprire in quel modo, le dispiaceva di averla sentita con quel tono di voce. Ma lei le aveva chiesto di non sentirsi colpevole, quindi si sforzò di scacciare il pensiero. 
Xavia si sforzò di sorridere e le baciò la fronte:

«Adesso riposati: immagino che abbia sofferto molto. Parleremo più tardi, va bene? Solo noi due, in privato, senza distrazioni»

Yuri annuì, comprensiva: 

«Grazie, mamma» sussurrò.

Xavia le scompigliò i capelli, quindi si alzò e uscì dall'infermeria.


«Era questo il fantomatico dettaglio che Redan ti ha confidato?» sospirò Lucille, sconsolata.

Yuri annuì: 

«Lo stavo tenendo nascosto perché volevo dirlo a mia madre di persona. Ragazzi, mi dispiace se vi ho fatti preoccupare così tanto»

«Non fa niente. Almeno sappiamo che tuo padre non discende dal nostro fondatore: sarebbe stata una vergogna» affermò Ross.

«Be', ora ti lasciamo riposare. Andiamo a controllare se Irene è tornata! Dovrebbe essere vicina ormai: è quasi sera» suggerì Lucille.

Yuri sorrise:

«Grazie ancora, ragazzi! Senza di voi avrei fatto un casino, avrei potuto distruggere l'aeronave»

«Almeno ora non dovrai più preoccuparti. Va tutto bene» le sorrise Lucille e Ross annuì.

«Già. Allora a dopo!»

«A dopo!»

Yuri si addormentò e si svegliò un paio d'ore dopo, sentendosi molto meglio di prima. Dopo essersi rimessa l'armatura e aver indossato il bracciale della pietra, la Rider uscì dall'infermeria. Stirandosi, osservò attorno a sé e vide che ormai tutti i preparativi della tendopoli erano terminati: attorno all'aeronave della Terza c'erano innumerevoli tende per i cacciatori, oltre ad una mensa e una fucina improvvisate. Si era ormai fatta sera e il Sole stava tramontando, quindi le fonti di luce dell'accampamento erano principalmente lanterne, falò e torce, quindi Yuri pensò che, probabilmente, non avrebbe visto Mikayla molto spesso di sera, con tutto quel fuoco in giro; non voleva disturbare l'Ammiraglio o il Comandante, quindi pensò semplicemente di cercare sua madre per conto suo. Era un po' in ansia, ora che finalmente avevano la possibilità di parlarsi su quell'argomento delicatissimo. Non sapeva cosa dire, non aveva idea di cosa sua madre volesse sapere o meno. Con quei pensieri in testa, si ritrovò a girare tra le tende, tentando di trovare un indizio su dove poter trovare Xavia. Però non dovette cercare a lungo: la sua attenzione fu attirata da una tenda in particolare, da cui sentiva provenire delle risate. Tra loro, riuscì a distinguere quella di sua madre. Seppur titubante, dato che non voleva disturbare gli altri, Yuri si avvicinò all'entrata della tenda, spostando il telo quanto bastava per permetterle di sbirciare dentro. Vide la squadra di Ayla, sua madre e la loro assistente: Gionata, Carson, Ayla, Xavia e Eden stavano ridendo, mentre Yuna aveva un'espressione confusa in volto. 

«Eppure questa volta pensavo di averla capita!» sospirò la wyverniana.

«C'è da dire che stai migliorando da quando abbiamo iniziato, su quello non ci piove!» rispose Gionata.

Ayla ne suggerì un'altra:

«Vediamo questa, la dice sempre mio nonno. Due medici: "Ho un paziente con le perdite di memoria, tu cosa consigli?" "Di farti pagare in anticipo"»

Tutti quanti scoppiarono a ridere, ma Yuna la prese molto seriamente e cominciò a riflettere concentratissima. Alla fine, timidissima, rispose:

«Dunque, se ho capito bene i meccanismi del cinismo umano, il collega gli ha suggerito di farsi pagare subito perché così, se la cura non funziona, non è un problema perché ha già gli zenny e può ignorare le critiche del paziente?» 

Tutti quanti risero ancora più forte ed Eden, scuotendo la testa, spiegò:

«Ma no, Yuna! È perché il paziente ha le perdite di memoria, quindi meglio farsi pagare prima che se ne dimentichi!»

«Aaaaah! Ora so che devo ancora migliorare con le logiche ciniche» sospirò la wyverniana.


Xavia prese un respiro per non farsi venire il singhiozzo, poi notò Yuri per caso. La Rider arrossì e ritirò il telo in fretta e furia, allontanandosi dalla tenda. Sentì dall'interno uno "scusatemi, esco un attimo" da parte di sua madre, prima di vedere il telo spostarsi e che lei uscisse. Yuri, ancora paonazza, si scusò con la madre per averli interrotti, ma lei scosse la testa e sorrise: 

«Va tutto bene. Anzi, scusami tu: dopo che mi sono calmata, sono venuta a controllare in infermeria e ho visto che dormivi. Poi loro mi hanno invitata a una delle lezioni di ironia umana per Yuna e a cenare con loro, visto che è da tanto che non lo facciamo ho pensato di accettare. Ehi, vorresti unirti anche tu?»


«Oh? Non vorrei dare fastidio»

Yuri scosse la testa, ma Xavia ridacchiò:

«Non credo che ti troveranno fastidiosa! Eddai, ti divertirai! E poi, dopo tutto quello che hai passato oggi, dovresti svagarti almeno un po'. Non trovi?» 


Yuri ci pensò per qualche secondo, ma poi si convinse e annuì: 

«Va bene, mamma»

Xavia sorrise, prima di voltarsi e sollevare il telo della tenda: 

«Ho invitato Yuri a mangiare con noi, vi va bene? Pago io per lei» scherzò, facendo cenno alla Rider di seguirla.

«A me va bene» annuì Ayla.

«Nessun problema» disse Gionata, e Yuna annuì in assenso, così come Eden.


Carson, invece, passò qualche momento a fissare la figlia di Xavia, poi pestò una mano sul ginocchio.

«Dannazione! E io che speravo di giocare ai nostri "non-ho-mai" e scolarmi qualche boccale! Ehi, bamboccia, quanto pensi di reggere l'alcol?» ammiccò.


Yuri arrosì e si grattò il collo: 

«Ho provato del liquore solo una volta, a Pokke»

«Carson, non ci pensare nemmeno! Ha quindici anni, non può resistere: non ci riesco io, che ne ho trentasei!» protestò Xavia.

«Bah, che gran rottura! E va bene, sarà per la prossima»

Quando tutti uscirono per andare alla mensa, Yuri poté sentire Carson ridere e domandare a Xavia:


«Dimmi la verità, volevi solo evitare che ti costringessi a raccontare ancora della tua sbronza epica finita male per colpa di quella sorellastra che dici di avere, eh? Davanti a tua figlia, soprattutto!»

«Giuro che se glielo racconti non so cosa ti faccio!» sibilò sua madre.

Yuri si sentì incuriosita e imbarazzata nello stesso momento, quindi decise di fare finta di niente e seguì il gruppo in silenzio.

I cacciatori, Eden e Yuri si spostarono alla mensa di fortuna gestita dallo Chef Miauscoloso e i suoi aiutanti Felyne. Yuri era rimasta in silenzio all'inizio, pur mangiando con golosità i piatti dello chef. Si sentiva quasi come un'intrusa in quel momento, l'unica che stava zitta mentre attorno a lei i cacciatori conversavano allegramente. Per la sua timidezza, non era ancora riuscita a parlare se non quando veniva interpellata, biascicando qualche risposta alle domande che le venivano poste. Quando ormai la cena stava per finire, però, la Rider prese coraggio e fece un respiro profondo, prima di richiamare l'attenzione del gruppo:

«Scusatemi? Ecco, io volevo sdebitarmi con voi per essere venuti a salvarmi, in quella grotta alla Landa dei Cristalli. C'è qualcosa che posso fare per voi?»

La volontà di sdebitarsi le era sorta mentre volava su Asta assieme ad Ayla e, dopo quelle due giornate, ci stava ancora pensando. 
Ayla, Gionata, Carson e Yuna si guardarono per qualche secondo.

«Per me non ne hai bisogno, non preoccuparti!» la rassicurò Ayla.

Carson fece spallucce:

«Sono a posto così»

«
Ecco, ho una richiesta particolare - disse Yuna - Ho sentito da Nina che tu hai un Kushala Daora, che è il mio Drago Anziano preferito. Sarebbe possibile farmelo cavalcare?»

Yuri guardò la wyverniana sorpresa, prima di capire l'equivoco: 

«Eh? In realtà mi sono espressa male quella volta: io non ho un Kushala Daora, ho volato solo su un esemplare domato! È di un Rider corrotto redento di nome Gust, ci ho avuto a che fare come nemico e poi come amico. Ora ad Hakum siamo in rapporti di amicizia con lui e tutta la sua banda, visto che gli abbiamo dato l'opportunità di uccidere il loro capo Anvis»

«Oh, capisco» Yuna parve dispiaciuta.

Yuri la guardò e rifletté un secondo: 

«In realtà posso andare da lui e chiedermi di prestarcelo. Ti farò sapere, ma è fattibile!» suggerì allegra, sorridendole.

«Oh! Sarebbe fantastico! Grazie infinite!» esultò la wyverniana.

«Anch'io avrei una richiesta un po' insolita, ma preferisco fartela in privato quando torneremo in tenda. Posso?» si intromise Gionata.

Occhi di Sangue gli lanciò subito un'occhiata perplessa e allarmata.

«Be', immagino che possa andare» disse la Rider, un po' confusa.

«Bene!» ridacchiò lui senza risponderle.

«Ehi! Xavia, posso chiederti una cosa?» domandò Eden, dopo aver divorato tutto ciò che aveva nel piatto.

La cacciatrice dai capelli viola sollevò un sopracciglio, perplessa:

«Cioè?»

«Di solito non seguo molto i pettegolezzi, ma la storia di te, Yuri e tuo marito mi ha incuriosita, così ho chiesto un po' a Nina e Nick. È proprio vero che ci hai messo quasi dieci anni a raggiungere il grado maestro?»

A quella domanda, Xavia arrossì e si grattò il collo con imbarazzo, sentendo lo sguardo di Gionata posato su di sé.

«Davvero?» chiese lui, sorpreso. 

Xavia annuì, a braccia conserte:

«Vi risparmio tutti i dettagli di quella storia, ma sì. Ho iniziato a cacciare a diciotto anni dopo la morte di mio padre, perché me l'aveva proibito fino a quel giorno, e prendevo parte coi miei amici a missioni di basso grado. Non sono passata all'alto grado prima dei ventiquattro anni, dopo tutta la faccenda con Xander, e sono salita al grado maestro cinque anni dopo, solo perché venivo spronata dall'annuncio della formazione della Quinta Flotta e dalla mia sorellastra. È vero, ci ho messo proprio tanto» concluse con un sospiro. 

Yuri, sorpresa da quell'aneddoto, incrociò le braccia e iniziò a guardare le stelle, mentre provava a immaginare la carriera di sua madre in base ai suoi racconti. Poco dopo, Gionata si schiarì la gola e commentò:

«Già, direi che è parecchio! In quanto a me, ho iniziato con l'alto grado a quindici anni. A diciotto anni, io e Ayla eravamo già cacciatori di grado maestro» raccontò, fiero.

Ayla 
fulminò Gionata con lo sguardo, prima di giustificarsi:

«I miei genitori mi hanno cresciuta a pane e Gore Magala: ne ho affrontato uno ad appena quattordici anni, dannazione! Non penso che ci sia da stupirsi troppo della nostra scalata ultrarapida» 

«Avete un enorme talento. Molto più di me, è innegabile. E poi non è una competizione: sul serio vorresti paragonarmi a Occhi di Sangue? Non avrei speranze!» ironizzò Xavia.

Toccava a Carson:

«Sono uscito dal basso grado con un Malfestio. In realtà, detto tra noi, io sono ancora registrato come un cacciatore di alto grado: ho smesso di fare rapporto sulle taglie che accettavo quando ho iniziato a fare il bracconiere. Sono del tutto in regola per il grado maestro, però! Non in modo ufficiale sui documenti della Gilda, ma che volete farci? Le scartoffie non fanno per me»

Anche Yuna parlò di sé:


«Ho cambiato squadra un paio di volte, nella mia carriera. Di norma passavo interi anni da sola, nella natura: non cacciavo in compagnia molto spesso, quindi col mio primo gruppo mi sono fermata al basso grado. Qualche decennio dopo, quando i miei colleghi sono andati in pensione perché erano umani, mi sono unita ad un secondo gruppo composto solo da wyverniani e nei trecento anni a seguire sono passata prima all'alto grado e poi a quello maestro. Tutto ciò mi ha portata ad unirmi alla Commissione di Ricerca e dove sono ora»

«Be', mi fa piacere sapere di non essere l'unica ad averci messo un po' di tempo in più a salire al grado maestro - sorrise Xavia - Ripensandoci, è stata solo la mia depressione in seguito a Xander a farmi rallentare in quel modo: ero stanca di combattere i mostri deboli e lenti del basso grado, ormai sapevo il loro comportamento a memoria. Ma non volevo passare al grado successivo per paura. Sono felice di essermi aperta un po', a forza di stare con voi quattro!»

«Lo sapevo! Il mio commento di quella volta ti ha fatto bene, eh? Lo ammetti?» rise Gionata.

Stava per continuare la frase, ma una doppia occhiataccia di Xavia e di Ayla lo fece desistere. Il ragazzo alzò una mano per scusarsi e fece segno di avere le labbra cucite. Yuna, però, fece una domanda al riguardo in tono innocente:


«Intendi quella volta che l'hai chiamata "milf cupa e depressa, simpatica come una Melynx gravida"? Mi ricordo che per qualche settimana mi è sembrata ragionare molto su cosa dire, prima di parlare con noi»

Xavia arrossì di colpo, Ayla, Eden e Gionata guardarono la wyverniana a occhi sbarrati, dopodiché Carson scoppiò in una fragorosa risata e mormorò un sarcastico "ops". Yuri non capì niente di quello che avevano detto e inclinò il capo perplessa: 

«Cosa vuol dire "milf"?» chiese alla madre.

Xavia la guardò, in preda all'imbarazzo: 

«Nulla, non significa niente! È solo... ehm... un modo per dire che una volta ero stata una madre e in quel momento non lo ero più! Cioè, lo sono ancora, ma capiscilo: Gionata non lo sapeva, non sapevo nemmeno io che ti avrei ritrovata! Yuna, perché hai dovuto dirlo?!» sibilò poi. 

Si coprì il volto rosso come pomodoro per l'imbarazzo, mentre la wyverniana osservava le espressioni divertite o imbarazzate degli altri con uno sguardo disorientato.

Ritornati nella tenda di Ayla e Gionata, Yuri chiese al cacciatore cosa volesse, ora che potevano parlarne.

«Ecco, mi piacerebbe un piccolo Rajang!» ammise lui, con sguardo sognante.

Yuri sperava di aver sentito male, quindi batté le palpebre un paio di volte, prima di domandare: 

«Vuoi cavalcarne uno? Irene ha un Rajang, posso chiederle di...»

«No, no! Intendevo esattamente quello che ho detto: voglio un cucciolo di Rajang tutto mio, da crescere!» la interruppe Gionata.

«Ma cosa ti salta in mente?!» sbottò Carson. 

«Adottare un Rajang?! Sei pazzo?» sobbalzò Ayla.

Yuri, nel frattempo, era impallidita al solo pensiero di dover cercare una Rajang partoriente, narcotizzarla e fare l'imprinting col cucciolo appena venuto al mondo con la Pietra del Legame: le sue gambe tremarono, mentre teneva uno sguardo attonito fisso di fronte a sé. Magari poteva aspettare che quello di Irene trovasse una compagna e prendere uno dei loro cuccioli? Non sapeva quanto tempo ci avrebbero messo. A riscuoterla dai suoi pensieri fu la mano di Xavia, poggiata sulla sua spalla.

«Yuri, stai bene? Sei pallida!»


«Un Rajang. Devo trovare un Rajang» sussurrò la Rider, spaventata.

"Dovrò un favore enorme a Gust" pensò.

Disse a Gionata che ci avrebbe provato, ma poi chiese di potersi sedere un momento per calmarsi. Era terrorizzata dai Rajang, dopo l'unico che aveva affrontato a Pokke e da cui si era salvata solo grazie a Ross. 
Xavia, a un certo punto, sobbalzò come se avesse avuto un'illuinazione e chiese al lanciafuciliere: 

«È per il tuo fumetto, vero?»

Gionata annuì, allegro:

«Sì, è ovvio! Sapete quanto sarebbe bello avere un Rajang in carne ed ossa come mascotte? Saitama diventerebbe reale! Certo, non si metterà a combattere dieci cacciatori di grado maestro al giorno o mangiare tutte quelle corna di Kirin; ma il più grande sogno della mia infanzia diventerebbe finalmente realtà!»


«Saitama?» chiese Yuri, ricordando di aver già sentito quel nome.

Gionata annuì ma, prima che potesse rispondere, fuori dalla tenda udirono la voce di Lucille: 

«No, Ross, aspetta! Non puoi...» la sua frase si troncò di colpo quando vide il suo gemello scostare il telo della tenda all'improvviso.

Quando i presenti lo guardarono, lui arrossì:

«Ah! Perdonatemi! È solo che ho sentito qualcuno nominare Saitama. Stavate parlando di One Punch Rajang? Adoro quel fumetto!»

Gionata parve sorpreso, mentre Lucille si scusava e tirava uno scapellotto al fratello per la figuraccia che aveva fatto. Xavia, invece, ridacchiò:

«A quanto pare hai incontrato un tuo ammiratore, Gionata!»

Appena Ross sentì quelle parole, i suoi occhi si illuminarono e fece un sorriso meravigliato.

«Aspetti, lei è davvero Gionata Uberti?! È l'autore?!»

Gionata annuì e il Rider ridacchiò, entusiasta: 

«Allora potrebbe autografare una copia che mi sono portato da casa? Sono un suo grandissimo ammiratore!»

Gionata sembrava al settimo cielo. Annuì e ammiccò: 

«Sì, certo! Te lo firmo molto volentieri!»

Allora Ross schizzò via, euforico, mentre Lucille e Yuri si scambiarono uno sguardo imbarazzato. Dopo nemmeno due minuti, Ross fu di ritorno con un volume del fumetto, il quattordicesimo: sulla copertina c'era un Nargacuga a mezz'aria e un Rajang col pugno alzato verso le sue parti basse; ma un pannello nero censurava quello che si trovava nel mezzo. Lo porse a Gionata, dicendo che era il suo numero preferito, e lui ridacchiò quando controllò la copertina: 

«Ah, la prima apparizione di Sonic il Nargacuga Supersonico! Questo è anche il preferito di Xavia, sai?»


«Mamma?! Anche tu leggi quella me... storia ?!» sobbalzò Yuri.

Sua madre arrossì di colpo, imbarazzata:

«Be', sì. Voglio dire, che problema c'è? È divertentissimo! È perfetto da leggere in pausa tra una caccia e l'altra. L'ho iniziato perché Gionata mi offriva i suoi volumi da leggere, per ringraziarmi per le lezioni di martello. Quando posso, leggo i numeri nuovi, ecco tutto»

«Già, è uno dei fumetti migliori che abbia mai letto! - esclamò Ross - In tutti gli altri, ci sono cacciatori imbattibili come personaggi principali, ma qui il protagonista è un Rajang fortissimo che tenta di convincere la Gilda a classificarlo come Drago Anziano! Ha addirittura un Valstrax di nome Genos come allievo!»

«Lo leggevo anche io, ma ho dovuto interromperlo a causa di impegni - ammise Lucille - Sì, faceva ridere, ma non ho capito come può un Rajang essere così forte da uccidere un Lao Shan Lung solo con un pugno»

«In realtà lo spiega qualche capitolo dopo che ti sei interrotta, nel combattimento con Mordicchio il Deviljho selvaggio brigante! - sghignazzò Ross - Ormai la so a memoria: "Ho fatto mille flessioni, ho tirato mille pugni alla roccia, ho fatto mille sollevamenti alberi, ho fatto cento chilometri di corsa e ho sconfitto dieci cacciatori di grado maestro tutti i giorni per gli ultimi tre anni! Il tutto accompagnato da pasti abbondanti per temprare lo spirito: la mattina bastavano cinque corni di Kirin, a mezzogiorno e di sera venti!". Mi sono piegato in due dal ridere, quando l'ha detto!»

Mentre ripeteva quelle esatte battute, Yuri si sbatté un palmo sulla fronte e Lucille distolse lo sguardo. Le due ragazze si scambiarono un'occhiata piena di imbarazzo. Gionata fissò Ross con un'espressione stupefatta e quasi commossa. Dopo aver autografato la copia del fumetto, si alzò e lo abbracciò, facendo arrossire il Rider.

«Possiamo andare, mamma?» sussurrò Yuri, imbarazzata.

Xavia prese a ridacchiare, prima di annuire:

«Va bene. Alla prossima, ragazzi! Buonanotte!» 

I cacciatori ricambiarono il saluto della loro collega, prima che lei e sua figlia uscissero dalla tenda. Anche Lucille si diede alla fuga, paonazza per la figura che suo fratello le stava facendo fare.


«Notte, Yuri!» si congedò con l'amica.

«A domani, Lu-Lu!»

A quel punto, la ragazzina seguì sua madre fino alla loro tenda. Dentro di sé, si stava già preparando mentalmente per parlare con Xavia della questione della discendenza di Redan e gli interessi che Xander aveva a riguardo.

   
 
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