-MAGIA-
(Stregoni & Principi)
[...] Nel frattempo Sasuke si stava recando nella sua stanza, non vedeva l'ora di terminare quella lunghissima e devastante giornata. Il corridoio non gli era mai sembrato così lungo.
Passò davanti alla porta della camera di suo fratello e sentì d'improvviso un fracasso immenso.
Dopo un'iniziale titubanza, si catapultò dentro la stanza e vide Itachi inginocchiato a terra. Dal braccio sinistro gocciolava copioso del sangue e disseminati ovunque sul pavimento c'erano cocci di vasi e frammenti di vetro.
Le tende strappate si muovevano davanti alla finestra spalancata, seguendo il ritmo del vento.
"Fratello"
Il maggiore degli Uchiha si voltò, con gli occhi di un bianco vitreo, così diversi dalla pece che di solito li animava,
"Chi sei?" gli chiese.
Sasuke sospirò e si chiuse dentro la stanza insieme al parente. Sembrava proprio che quella giornata non ne volesse sapere di finire. [...]
"Itachi
sono io, tuo fratello"
Il più grande continuava a scuotere con forza il volto. La coda
elegante che era solito portare per mantenere in ordine la folta chioma scura,
era quasi sfatta. Ciocche disordinate gli ricadevano sul volto contorto
dall'agonia.
"Andate via! Basta!" urlò con gli occhi sgranati. Sasuke
cercò di afferrare per le spalle il parente per rassicurarlo, ma il più grande
si scostò brutalmente facendo arretrare il principe più giovane,
"Fratello torna in te! Sono io, Sasuke"
Itachi continuò a muovere freneticamente la testa, come a voler
impedire a quelle parole di entrargli in testa.
Il più piccolo si ritrovò a pensare che la cura assegnata
all'altro Uchiha non fosse molto efficace, non stava facendo altro che
peggiorare. Ogni giorno c'era il rischio di una crisi ed era sempre più
difficile tenere nascoste quelle problematiche tra le mura del castello.
I loro sudditi non dovevano sapere, la famiglia reale era
considerata perfetta e il Re voleva che si continuasse a pensare così.
La perfezione aveva un nome, Uchiha. Questa era la bugia più
grande e vera della storia.
Sasuke fece qualche passo in avanti, ma il fratello lo bloccò,
"Non avvicinarti! Te non sei reale, lasciami in pace,
lasciatemi da solo" lo sguardo vacuo girava freneticamente per la stanza,
a chi si riferisse non era dato sapere.
"Itachi calmati" il moro più giovane alzò la voce e lo
afferrò con forza per le spalle, i muscoli tirati che cercavano di trattenere
gli scatti dell'altro.
Un gemito di dolore gli fuoriuscì dalle labbra, le ferite sulla
schiena si stavano riaprendo. Si chiese perchè non potesse essere una giornata
come le altre, dove avrebbe passato le ore calde ad allenarsi sotto il sole
e a torturare il suo nuovo servitore.
Sarebbe stato a prenderlo in giro tutto il giorno, per scoprire
quante sfumature poteva cogliere nel suo sguardo così blu e limpido.
Uno strattone più forte degli altri gli fece perdere l'equilibrio,
facendolo cadere a terra proprio sulla schiena piena di sangue caldo.
Itachi gli salì sopra e lo afferrò per il collo,
"Sasuke non può essere qui, lui non è morto. Vattene e
lasciami in pace"
La situazione non si stava mettendo nel migliore dei modi, la
perdita di sangue e la solida presa del più grande, stavano facendo perdere dei
colpi a Sasuke che si malediceva per essersi interessato alle sorti del
fratello.
Fratello che, tra l'altro, ha distolto l'attenzione di Naruto da me
Sasuke non capiva perchè anche in quel momento critico il pensiero
andava al biondino che lo accompagnava durante le ore delle giornate, l'unica
sua speranza era che Itachi tornasse in sè prima di terminare l'aria a
disposizione nei polmoni.
Nel frattempo Naruto si trovava nelle sue stanze, in uno dei pochi
momenti che aveva liberi, a sfogliare il libro di incantesimi donatogli dal
medico di corte.
Leggeva, ma in realtà non assimilava nulla.
Il suo pensiero andava alla grande schiena di Sasuke, pur di
proteggerlo aveva rischiato di lasciare il Regno senza un erede; forse non era
così male essere l'altra metà della medaglia.
Naruto
la voce demoniaca gli rimbombò nella mente, facendolo riprendere
dal vortice di pensieri,
Un pericolo si nasconde tra le mura di questo castello
Sei serio? Abbiamo appena finito di combatterne uno
E' dormiente, ma presto si sveglierà
Il biondo si buttò esasperato sul duro materasso su cui prima era
seduto, quella volpaccia si divertiva sicuramente a prenderlo in giro e a
torturarlo.
La voleva fuori dalla sua testa.
Mentre stai sprecando il
tuo tempo a detestarmi il pericolo sta uccidendo l'altra parte della medaglia
Naruto sgranò gli occhi a quelle parole, poteva essere che stava
scherzando? Possibile che non riusciva ad avere un attimo libero da quanto era
giunto a Konoha?
Sbrigati o morirà
Il pensiero allarmato gli aveva fatto vibrare i sensi, il mago si
catapultò fuori dalla stanza e sorpassò un Jiraya intento a miscelare intrugli.
Certo, se mi dicessi dove si trova farei prima
si ritrovò così a correre per i corridoi freddi con un peso sul cuore.
Tra i corridoi del palazzo reale, intanto, i soldati ed i
servitori passeggiavano tranquilli e inconsapevoli della pazzia che aleggiava
tra le mura della camera del primogenito degli Uchiha.
Sasuke era ancora bloccato a terra, con il peso del più grande su
di lui. Fortuna che era riuscito a fargli allentare la presa, ma non sapeva
quanto poteva resistere; gli occhi del più grande completamente spiritati si
specchiavano nei suoi.
Il principe più giovane iniziava a sentire la stanchezza gravargli
addosso, la perdita di sangue era troppa ed il dolore alla schiena lancinante.
D'un tratto, dopo un lieve cigolio, la presa sul suo collo
scomparve e il corpo del fratello gli crollò addosso.
Sbalordito Sasuke si ritrovò bloccato a terra per colpa del peso
morto del fratello,
"Principe, non posso proprio allontanarmi un attimo da lei.
Sempre a cacciarsi nei guai" un inaspettato aiuto l'aveva tolto dagli
impicci tramortendo Itachi e, soprattutto, aiutandolo a scrollarsi di
dosso il corpo svenuto.
Quando incontrò gli occhi chiarissimi del nuovo arrivato un
lievissimo sorriso, fin troppo per un Uchiha, gli inquinò il volto,
"Era l'ora che tornassi a fare il mio cavaliere Hyuuga"
afferrò la mano che gli venne prontamente offerta, poi diede una veloce
occhiata a quello che poteva definirsi il suo unico amico, all' oscuro del
sovrano che non avrebbe gradito.
Il figlio di un fabbro e un principe, che buffa barzelletta.
Sasuke fece per lasciare l'arto del nuovo arrivato, ma ebbe un
capogiro che lo fece quasi ricadere a terra,
"Si può sapere che sta succedendo Sasuke?" il cavaliere
rinforzò la presa sull'avambraccio dell'amico impedendogli di abbandonarsi a
peso morto sul freddo marmo,
"Assolutamente nulla, portami nelle mie stanze. Ho solo
bisogno di riposo"
Poi Hyuuga notò una vistosa macchia scura a terra, sangue fresco.
Più preoccupato rispetto a prima, rinforzò lo sguardo,
"Sei sicuramente messo peggio di me, faremo un salto da
Jiraya"
"Ci sono già stato, voglio solo tornare a letto"
"Le ferite, che non so come ti sei fatto, sono completamente
aperte. Sii ragionevole"
"In camera mia, è un ordine!" non si sarebbe fatto
vedere in quelle condizioni, già non aveva sconfitto lo stregone ed era stato
costretto ad abbandonare il campo.
Un completo disonore... Avrebbe dovuto preoteggerli... Proteggerlo.
Il cavaliere emise un sospiro, poi, proprio quando stava per
acconsentire sotto la testardaggine del reale, la porta si aprì e apparve una
chioma dorata.
"Oh mi scusi se ho disturbato, mi sembrava di aver sentito la
voce del principe Sasuke" si scusò l'aiutante del medico di corte.
Naruto fece per andarsene senza dare al cavaliere il tempo di
ribattere, poi sentì il tipico schioccare di denti che produceva il principe
quando si trovava sotto stress.
Quindi si scostò dalla soglia liberando il suo campo visivo dalla
vistosa armatura, quasi distrutta, del soldato di Konoha e lo spettacolo che si
trovò davanti non era per niente roseo.
Lo sguardo si incupì notevolmente passando dall'azzurro vitreo ad
un blu notte.
"Cos'è successo qui??" chiese,
"Nulla di tua competenza" ribattè Sasuke liberandosi
dalla presa dell' amico che non vedeva da tempo,
"Stavo giusto dicendo al cavaliere di accompagnarmi nelle mie
stanze " continuò serafico.
Il servitore diede una veloce occhiata al ragazzo che non aveva
mai visto a corte, aveva gli occhi identici a quelli di Hinata. Fece per
chiedere dei chiarimenti, ma un lieve lamento di dolore gli fece riordinare
velocemente le sue priorità.
"Ora andiamo da Jiraya, altro che nelle tue stanze"
"Gli e l' ho fatto notare, ma non vuole sentire ragioni"
concordò il cavaliere. Naruto lanciò un'occhiata inviperita a quello che doveva
essere il suo principe.
"Dato che qui sono quello con maggiori conoscenze mediche, decido
io. Si va da Jiraya"
Sasuke a quelle parole si rizzò con la schiena e incupì lo sguardo,
"Non hai l'autorità per dirmi cosa fare. Non puoi nemmeno
scegliere cosa fare della tua vita, figurati se hai la possibilità di importi
sulla mia" quelle parole ferirono l'animo del mago, che fece di tutto per
nasconderlo.
Purtroppo il suo sguardo era uno specchio per il moro, che si
pentì quasi subito di aver pronunciato quelle parole.
Naruto in compenso si chiese il motivo per cui faceva così male,
poi strinse i denti... Doveva essere più forte per adempiere al suo destino.
"Partiamo dal fatto che c'è tuo fratello disteso a terra, la
camera è messa a soqquadro, te sembri messo molto peggio del solito e ti sta
gocciolando sangue dalle vesti! Ora verrai con noi da Jiraya e prima che tu
possa opporti sappi che il tuo culo io e Shikamaru non l'abbiamo salvato per
farti morire dissanguato. Quindi mordi la tua lingua reale e vieni con noi"
A Sasuke parve di notare una leggera sfumatura rossa nello sguardo
del servitore, riconosceva la verità nelle parole del biondo ma non poteva
permettersi di accettare il suo errore. Ma soprattutto, come mai gli dava così
tanto fastidio sentire il nome del suo servitore accanto al comandante delle
guardie?
"Come ho detto tu non puoi"
"Io posso fare quel cazzo che mi pare" lo interruppe
"ricordati che essere il tuo servitore è il mio 'premio', scusa la leggera
ironia, per averti salvato il reale deretano nonostante ci odiassimo. Io posso
scegliere di andarmene, non sono uno schiavo e, soprattutto, vengo da un paese
fuori Konoha. Sorpresa sorpresa non sono nemmeno un tuo suddito, quindi ora non
voglio sentire storie, se non un chiarimento su quello che è successo qui! Tu
aiutami a mettere il principe Itachi nel letto, poi andremo dal medico"
Quindi fece un cenno al soldato, che in un primo momento rimase
sbigottito per il temperamento di quel ragazzo e per l'atteggiamento di Sasuke
che non pareva per niente scomposto dal tono con cui gli si era rivolto il
nuovo arrivato.
Dato che il moro non si disse contrariato da questa iniziativa,
Naruto e lo Hyuuga afferrarono il corpo del reale più grande e con un movimento
più o meno fluido lo issarono e lo depositarono con poca delicatezza sul
letto,
"Beh non era proprio leggerissimo" scherzò Naruto per
stemperare l'aria tesa, quindi si diresse verso Sasuke e si fermò ad un soffio
dal suo viso.
"Ti ci dobbiamo portare di peso? In queste condizioni non
potresti nemmeno difenderti"
Dopo attimi interminabili, il principe piegò la testa di lato,
"Tsk" ed ecco il classico suono, Naruto lo aspettava ed
ora aveva campo libero,
"Bene allora andiamo, lo aiuti te ... Scusa non so come ti
chiami" il cavaliere lo guardò e gli fece un lieve sorriso cordiale.
Quindi fece una flessione del busto e si presentò,
"Neji Hyuuga, guardia personale di Sasuke. Per servirti"
il biondo fece un enorme sorriso, era sicuramente un parente di Hinata,
"Io sono Naruto, piacere mio"
Il
principe osservò le presentazioni, non sopportando in alcun modo che il
sorriso sul volto del biondo sorriso non fosse destinato a lui.
"Allora Neji, lo aiuti te?"
Il cavaliere acconsentì e riuscirono, finalmente, ad avviarsi
verso le stanze di Jiraya mantenendo un passo svelto per quanto possibile.
Il peggio non è ancora
giunto, spiriti maligni incombono
Non ti sopporto in
questo momento, capisci quando è tempo di stare zitta!
Nonostante l'affermazione, Naruto si ritrovò a pensare
alle parole di Haku. Forse in un periodo diverso sarebbero stati grandi amici.
Decise di utilizzare le sue
ultime parole per consigliargli di uccidere coloro che avrebbero contrastato il
suo cammino, ma alla fine continuava a pensare che l'unico utilizzo della magia
fosse di proteggere e tutelare.
Non di distruggere.
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Nel
frattempo in un angolo remoto della foresta, vicino ai confini di Konoha, si
aggirava una donna incappucciata.
Con
passi lievi si muoveva tra la selva e gli arbusti, il viaggio sarebbe stato
lungo per la capitale e poche donne si sarebbero avventurate sole in quel
tragitto.
Ma
lei aveva una missione, finalmente dopo tanti anni poteva dimostrare il suo
valore.
E
l’avrebbe fatto, sicuramente.