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Autore: crazy640    24/01/2020    3 recensioni
SEGUITO DI "IL PAGAMENTO DI UN DEBITO"
I personaggi di Harry Potter appartengono a J.K. Rowling. NON permetto la pubblicazione della storia in altri siti.
"Hermione Granger-Malfoy osservò il via vai di gente che quotidianamente animava la stazione di King’s Cross dal proprio tavolino e, puntuale come ogni anno, il ricordo del suo primo arrivo in quella stazione riaffiorò alla sua mente: una ragazzina di undici anni, ancora una bambina, in mezzo ai propri genitori, spaventata a morte da quella novità inaspettata, ma allo stesso tempo elettrizzata per il nuovo mondo cui andava incontro.
A ripensarci adesso sembrava un’altra persona.
Tante cose erano successe dalla prima volta che aveva messo piede sul binario che l’avrebbe condotta a Hogwarts: aveva combattuto tante battaglie, personali e non, si era fatta degli amici che capivano la sua intelligenza e non ne erano spaventati, aveva conosciuto la paura, la rabbia, l’odio…l’amore."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Blaise Zabini, Ginny Weasley, James Sirius Potter, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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once upon a time

 

"E questa strana fiaba poi che fine ha
È la più grande storia raccontata mai
Siamo soli in cento personalità
Mentiamo promettendo a noi non finirà
E sono sempre i miei pensieri rigirati e basta
La nostra storia che continua su pezzi di carta
La nostra storia mai finita che non ha una fine
Perché torno come il diavolo a rubare vite"


 

-Come lo hai scoperto? –

Quando sua madre aveva aperto la porta d’ingresso le erano bastate poche parole per capire il motivo della loro visita.

Immediatamente il volto di Hermione si era trasformato: la felicità che era sempre presente sul suo viso ogni volta che Prudence era a casa, si era trasformata in apprensione e ansia per le conseguenze della conversazione tra padre e figlia.

Li aveva accompagnati allo studio di Draco, malgrado entrambi conoscessero benissimo la strada e, prima di lasciarli aveva fissato il volto di Prudence.

-Dopo aver parlato con tuo padre, ho bisogno che tu mi conceda qualche minuto per ascoltare la mia versione della storia- disse Hermione, un tono titubante nella voce che poco si addiceva alla persona forte e determinata che da sempre Prudence identificava con sua madre.

La ragazza aveva annuito, intrigata e allo stesso tempo preoccupata da quello che avrebbe ascoltato di lì a poco.

Dopodiché, Hermione aveva voltato loro le spalle e si era diretta verso il salotto.

Quando Prudence e Ben erano entrati nello studio, Draco era immerso nel proprio lavoro ma, non appena li aveva visti nello specchio della porta aveva chiuso i fascicoli aperti davanti a sé e aveva fatto loro cenno di sedersi.

Per alcuni istanti erano rimasti in silenzio, chiaramente indecisi su come iniziare quel discorso così importante, ma alla fine Draco le aveva posto quella domanda.

Istintivamente, Prudence aveva accennato un sorriso.

-Il mio gruppo sanguigno è O.

Quello delle gemelle è A mentre quello di Jude è AB.

Il gruppo sanguigno della mamma è A, quindi anche se non te l’ho mai chiesto posso solo dedurre che il tuo sia AB- rispose Prudence.

Senza parlare, Draco annuì.

Prudence alzò le spalle e accennò un sorriso mesto.

-Inoltre, i miei occhi sono verdi.

I tuoi sono azzurri, quelli di mamma sono marroni… Non c’era alcuna possibilità che avessi gli occhi verdi.

Semplice e pura genetica- commentò Prudence, fissando il volto di Draco.

Nonostante le sua parole, Draco accennò un sorriso.

-Sei identica a tua madre. I tuoi fratelli avrebbero iniziato ad urlarmi contro, mentre tu mi hai esposto i fatti in maniera pacata e lucida.

Tutta tua madre…- ripeté.

Ancora una volta, Prudence alzò le spalle.

-Ho avuto molto tempo per metabolizzare la notizia- commentò.

Il silenzio calò per qualche istante nella stanza, mentre Draco fissava attentamente il volto di sua figlia prima di sospirare.

-Prima di iniziare a parlarti della storia tra me e tua madre, voglio che sia chiara una cosa.

Non ho mai amato nessuna donna come ho amato tua madre… Anzi, se devo essere sincero, credo sia l’unica donna che abbia mai amato- Draco disse con voce ferma e profonda.

Prudence e Ben lo fissarono in silenzio, osservandolo mentre si alzava dalla propria sedia e si voltava verso la cassaforte che da sempre era incassata nel muro a pochi passi dalla scrivania.

Lo osservarono aprire la cassaforte e cercare al suo interno finché non tirò fuori due pergamene rovinate dal tempo.

-Ho bisogno che tu ascolti quello che sto per dirti senza fare troppe domande- disse tornando a sedersi. -La storia tra me e tua madre è iniziata molto tempo fa e per molto tempo i nostri rapporti sono stati quasi inesistenti, quindi molte cose potrebbero sembrarti strane o difficili da capire, ma ti prometto che ti spiegherò tutto- aggiunse Draco.

I due ragazzi annuirono.

Draco prese un nuovo respiro profondo e annuì, quasi avesse bisogno di farsi coraggio con quel piccolo gesto.

-Dunque… Immagino tu sappia il ruolo avuto da tua madre prima e durante la Seconda Guerra Magica? –

Ancora una volta, Prudence annuì.

-Il suo nome è su tutti i libri di Storia della Magia, insieme a quello di Harry Potter- rispose Prudence.

Nuovamente nella stanza calò il silenzio per pochi istanti, prima che Draco iniziasse a parlare.

-La prima volta che ho incontrato Hermione avevamo entrambi undici anni, la sera del nostro arrivo ad Hogwarts e, fin dal primo momento in cui ci siamo incontrati, fra noi è stato odio a prima vista- commentò Draco, accennando un sorriso divertito.

A quelle parole, sia Prudence sia Ben aggrottarono la fronte stupiti.

-Come sai, tua madre è la prima strega in una famiglia di babbani, pertanto prima del suo arrivo ad Hogwarts si era documentata leggendo tutti i libri che aveva potuto trovare che parlassero di Hogwarts e del mondo Magico.

Eravamo arrivati da trenta minuti e già aveva iniziato a fare lezione agli altri bambini indicando tutte le particolarità della Sala Grande di Hogwarts- ricordò Draco, con lo stesso sorriso ancora sul volto.

Questa volta, Prudence sorrise a sua volta, ritrovando nelle parole del padre molte delle caratteristiche della madre.

-Ora capisco che non era altro che un meccanismo di difesa per nascondere la sua paura per un ambiente sconosciuto e totalmente estraneo alla sua normalità; inoltre sono certo che volesse dimostrare a tutti di avere le capacità necessarie per essere ad Hogwarts.

Ma in quel momento la considerai una ragazzina saccente e odiosa- commentò Draco.

-Inoltre, era una Mezzosangue- commentò Prudence, incapace di controllarsi.

Draco annuì.

-Quello era il problema principale.

Ero stato cresciuto con l’idea che soltanto i maghi con il Sangue Puro potessero essere considerati veri maghi, quindi credo sia chiaro il motivo che mi spinse a odiarla fin da subito.

A peggiorare ulteriormente la situazione, ci fu la sua assegnazione a Grifondoro e la sua amicizia con Harry Potter-

Draco ritornò in silenzio per qualche istante, lo sguardo fisso sul volto della ragazza, prima di sospirare.

-Potrei dirti tante cose su Harry Potter, cose che non leggeresti mai sui libri…

Ma questa è una storia per un altro momento.

Posso solo dire che Potter ed io non andammo mai d’accordo, fin dalla prima sera, e che nonostante sia il Salvatore del Mondo Magico e la mia vita non sarebbe quella che è senza di lui, è una delle persone che odio di più al mondo- commentò Draco sovrappensiero.

Prudence lo osservò, sorpresa dalle sue parole, incerta se fare una domanda o meno, ma l’attimo dopo Draco tornò presente a sé stesso e riprese il racconto.

-Ho capito di essere innamorato di tua madre durante il nostro terzo anno ad Hogwarts.

Quell’anno Hagrid era stato nominato professore in Cura delle Creature Magiche e, ad una lezione, si presentò con un Ippogrifo.

A sentire tua madre, Hagrid ha sempre considerato gli animali più pericolosi alla stregua di docili animali domestici e, anche in quel caso era convinto che un Ippogrifo non fosse affatto pericoloso per gli studenti del terzo anno.

Ci chiese di “fare amicizia” con l’animale e ovviamente il primo studente a interagire con la bestia fu Potter, il quale ebbe un successo enorme con l’Ippogrifo.

-Probabilmente avrai già capito che non ero molto intelligente a quell’epoca quindi non ti stupirà sentire che, spinto dall’invidia per il successo di Potter, decisi di provare a fare amicizia con quello stupido animale.

Naturalmente utilizzai l’approccio sbagliato e fui leggermente ferito- raccontò Draco, mentre un nuovo sorriso sarcastico distendeva le sue labbra sottili.

Prudence e Ben strabuzzarono gli occhi increduli e, in tutta risposta, Draco annuì.

-Era una ferita marginale, un graffio in realtà, ma io la usai a mio vantaggio per rovinare la carriera d’insegnante di Hagrid, chiedendo che smettesse di insegnare e che l’animale venisse abbattuto.

Quando tua madre seppe la notizia andò su tutte le furie.

Lei ed i suoi amici si presentarono alla capanna di Hagrid per confortarlo prima dell’esecuzione e fu lì che ci incontrammo.

Io stavo andando alla baracca con Tiger e Goyle per godermi lo spettacolo, ma in lontananza vidi arrivare Hermione ed i suoi amici…- raccontò Draco, la mente invasa dai ricordi di quel momento.

-Appena mi vide, la sua rabbia esplose.

Mi venne incontro come una furia e prima che me ne rendessi conto, mi diede un pugno-

Inaspettatamente, nello studio risuonarono la risata allegra di Prudence e quella profonda e più breve di Ben, portando Draco ad imitarli per un breve istante.

-È la verità! Ebbi un livido viola sulla guancia destra per giorni- commentò Draco.

Prudence rise di nuovo, cercando di mascherare la propria risata con una mano, quasi fosse in imbarazzo.

-Credo sia stato allora che ho iniziato a provare qualcosa per tua madre- disse Draco, tornando serio.

L’ilarità che era aleggiata nello studio fino a pochi istanti prima venne smorzata immediatamente da quelle parole.

-Nei giorni successivi al nostro scontro non riuscivo a smettere di pensare a lei.

All’inizio pensai fosse per il pugno, ero furioso all’idea che una Mezzosangue avesse avuto l’ardire di colpirmi, ma con il passare dei giorni il suo pensiero era sempre nella mia mente.

Mi ritrovavo a fissarla nei corridoi o nella Sala Grande, cercando ovviamente di non farmi scoprire, chiedendomi cosa ci fosse di così interessante in lei da far si che il suo pensiero si fosse conficcato nella mia mente- disse sincero Draco.

 

-Sei riuscito a capirlo? - domandò Prudence curiosa.

Draco scosse la testa.

-Quando ritornammo ad Hogwarts per il quarto anno, ero fidanzato con tua zia Pansy…Fu lei a capire i miei sentimenti per tua madre prima di me- le disse.

-È davvero strano sentirti parlare della tua storia con la zia Pansy- commentò Prudence leggermente a disagio.

Draco sorrise.

-Se le cose fossero andate diversamente io e lei ora saremmo sposati.

Certo, saremmo incredibilmente infelici, ma avremmo tenuto fede alla tradizione delle nostre famiglie- si limitò a commentare l’uomo.

-Come ha fatto a capire che provavi qualcosa per la mamma? – gli chiese curiosa.

Draco sospirò.

-A sentire tua zia, continuavo a seguirla con lo sguardo ogni volta che ci incontravamo per i corridoi o nel giardino, cercavo di attirare l’attenzione di Hermione ogni volta che eravamo nella stessa stanza… Anche se come al solito, lo facevo nel modo sbagliato, con battute sarcastiche o commenti acidi, ottenendo l’effetto opposto.

Ma stando a quanto racconta Pansy, ne ebbe la conferma durante il Ballo del Ceppo.

-Durante il nostro quarto anno ad Hogwarts venne organizzato il Torneo Tremaghi.

Una competizione tra Hogwarts e le scuole di Durmstrang e Beauxbatons. In aggiunta venne organizzato il Ballo del Ceppo.

Come al solito, Potter si ritrovò invischiato nel Torneo Tremaghi e quindi l’attenzione fu ancora una volta su di lui e conseguentemente su tua madre, visto che era la sua migliore amica.

Ma la sera del Ballo, Hermione brillò di luce propria…Era stupenda- ricordò Draco, lo sguardo perso nel vuoto, immerso nei ricordi.

L’attimo dopo tornò a guardare i due ragazzi seduti di fronte a lui e, nervosamente, si passò una mano tra i capelli.

-Quella sera io sarei dovuto andare al Ballo con Pansy, ma prima del suo arrivo vidi Hermione scendere le scale insieme a Victor Krum, il rappresentante di Durmstrang al Torneo.

Era bellissima…- commentò di nuovo Draco.

-So che può sembrare presuntuoso, ma avevo dato per scontato che non avrebbe trovato un cavaliere per il Ballo o che non fosse interessata a quel genere di cose…-

-Papà…-lo rimproverò Prudence.

Draco annuì più volte.

-Lo so… Non dimenticarti mai che all’epoca ero un ragazzino viziato convinto che tutto gli fosse dovuto.

Ero molto diverso dalla persona che conosci- replicò Draco, consapevole del proprio comportamento.

-Comunque… La vidi arrivare al braccio di Victor Krum e mi sentii rodere dalla gelosia.

Quella è stata la prima volta in vita mia che sono stato geloso di un altro uomo.

Di quella festa ho ricordi confusi: ho iniziato a bere subito dopo aver visto tua madre in compagnia di Victor Krum e non ricordo molto di cosa è successo né di come mi sono comportato- ammise.

Prudence lo fissò con un’aria di rimprovero.

-So soltanto che a fine serata sia Pansy sia tua madre erano in lacrime.

Ma se le lacrime di Pansy erano colpa mia, quelle di tua madre erano causate da quell’idiota di Ron Weasley- aggiunse con una vena di odio nella voce.

Prudence si mosse leggermente sulla sedia, colpita dal sentimento che accompagnava il nome del suo padre naturale.

-È la prima volta che fai il suo nome- gli disse.

Draco abbassò lo sguardo per qualche istante sul piano della scrivania, cercando di riprendere il controllo di sé stesso, passandosi nuovamente una mano tra i capelli.

-Nonostante tutto quello che ho vissuto nella mia vita, non sono una persona incline all’odio.

Sono veramente poche le persone che odio con tutto me stesso: Voldemort, ovviamente, mio padre per quello che ha fatto a me e a mia madre, Potter…

Ma credo di non aver mai odiato nessuno quanto ho odiato e odio tuttora Ron Weasley- concluse Draco, prima di rialzare lo sguardo sui due ragazzi.

Il silenzio tornò nella stanza per qualche secondo prima che Draco si lasciasse andare ad un sospiro.

-Weasley è arrivato ad Hogwarts insieme a me e a tua madre.

Veniva da una famiglia numerosa, il penultimo di sette fratelli, e i suoi genitori avevano combattuto nella Prima Guerra Magica contro Voldemort.

Venne smistato tra i Grifondoro, proprio come tua madre e Potter, e per tutti i sei anni della loro permanenza al Castello, loro vennero considerati il Trio d’ Oro.

-In realtà, tua madre mi ha raccontato che prima di diventare un Trio, Potter e Weasley avevano stretto amicizia già sull’ Espresso accomunati dai loro vestiti di seconda mano e dalla loro curiosità per Hogwarts.

Mi raccontò che per i primi mesi, né Potter né Weasley la tenevano in grande considerazione, ritenendola una ragazzina troppo saccente.

Soprattutto Weasley.

Le cose sono cambiate la sera di Halloween durante il nostro primo anno e da quel momento il Trio d’Oro non si sarebbe più diviso- raccontò Draco.

-Che tipo era? – domandò Prudence non riuscendo a trattenere la curiosità.

Un suono sarcastico scappò dalle labbra dischiuse di Draco.

-Se vuoi una risposta sincera dovrai chiedere a tua madre.

Posso dirti che io l’ho sempre considerato un’idiota.

Durante il secondo anno andava in giro con una bacchetta spezzata a metà e, durante una lite con tua madre, ha cercato di farmi un incantesimo ma invece di colpire me ha colpito sé stesso.

Ha sputato rane per un giorno intero- raccontò Draco.

Ben si lasciò andare ad una breve risata.

-Era uno studente mediocre, abituato a copiare da tua madre e ad approfittare della sua generosità d’animo, ma nonostante questo non perdeva occasione per preferirle Potter, assecondando ogni sua idea strampalata-

-Erano fidanzati durante gli anni di Hogwarts? – domandò Prudence.

Draco scosse la testa.

-Te l’ho detto era un idiota, come e forse più di me.

Io ho capito di essere innamorato di tua madre durante il terzo anno, ma credo che lui abbia iniziato a provare qualcosa per lei già dal secondo anno.

Hermione mi ha detto che ha capito di essere innamorata di Weasley durante il terzo anno, ma di non aver mai fatto nulla per paura di rovinare la loro amicizia- le disse.

Prudence annuì, capendo la decisione della madre: in fondo anche lei quando aveva conosciuto Ben era stata restia a trasformare la loro amicizia in una relazione, proprio per paura di perdere quello che reputava un buon amico.

-Come ti ho detto, durante il nostro quarto anno, si è tenuto il Ballo del Ceppo.

Tua madre mi ha raccontato che nonostante avesse accettato la proposta di Krum, ha sperato fino all’ultimo di ricevere un invito da parte di Weasley.

Ma lui e Potter si presentarono al ballo con due Grifondoro, due ragazze verso cui non avevano alcun interesse.

A fine serata, tua madre e Weasley ebbero una discussione in cui tua madre gli rinfacciò l’assurdità della sua gelosia verso Krum, visto che non aveva avuto il coraggio di invitarla al ballo.

Quindi, nonostante fosse stata una bella serata, Hermione tornò alla casa dei Grifondoro in lacrime- ricordò Draco, uno sguardo duro negli occhi.

-Le cose non migliorarono durante il quinto anno.

Io era invischiato nei miei effimeri sogni di gloria durante il regno di terrore creato dalla Umbridge mentre Hermione era impegnata con l’Esercito di Silente.

Malgrado le nostre strade si incrociassero raramente durante quell’anno, ricordo che tua madre diventava ogni anno più bella.

Ma quelli non erano tempi per cose frivole come l’amore- commentò amaro Draco.

-Eri ancora fidanzato con la zia Pansy? - domandò Prudence curiosa.

Draco scosse la testa.

-Mi aveva lasciato poco dopo il Ballo del Ceppo e dopo una serie di storie senza senso, avevo deciso di fidanzarmi con la zia Daphne- spiegò Draco.

-Un’ altra strega Purosangue…- commentò la ragazza.

Draco alzò le spalle.

-Non avrei potuto fare altrimenti. Mio padre mi avrebbe ucciso se avesse saputo dei miei sentimenti per una strega Mezzosangue, per giunta amica di Potter- replicò Draco.

Prudence lo fissò e per un attimo sembrò sul punto di alzarsi ed abbracciarlo per fargli sentire tutto il suo affetto.

Nonostante non sapesse molto dell’infanzia e dell’adolescenza di suo padre, Prudence capì grazie a quelle poche parole e al tono di voce usato dall’uomo quanto la sua vita non fosse stata né facile né felice.

-Il sesto anno toccò a tua madre fare i conti con la gelosia- ricominciò a raccontare Draco.

-Quell’anno Weasley entrò a far parte della squadra di Quidditch di Grifondoro e improvvisamente divenne interessante per le ragazze della loro Casa. Una fra tutte, Lavanda Brown, ebbe la meglio e per un po’ ebbero una storia.

Quella è stata la prima volta che ho visto Hermione veramente gelosa… Ed il mio atteggiamento verso di lei divenne più sarcastico e cattivo ed ebbe l’effetto di far capire anche a Daphne i miei sentimenti per tua madre- raccontò Draco.

-Che ne è stato di quella ragazza? - domandò Prudence.

-Fu una delle vittime della Seconda Guerra- rispose brevemente l’uomo.

Ancora adesso, dopo tanti anni, Draco trovava difficile parlare di quell’argomento, consapevole di quale fosse stato il suo ruolo in quella battaglia.

-Alla fine del sesto anno, dopo la morte del Professor Silente, Potter decise che non sarebbe tornato al Castello l’anno seguente e ovviamente tua madre e Weasley assecondarono la sua decisione.

Quello che successe puoi leggerlo nei libri di Storia della Magia…

Ciò che non viene raccontato in quei libri fu la lite tra Potter e Weasley che portò quest’ultimo ad allontanarsi per un po’, mandando in crisi tua madre per la sua fuga, e la rabbia che gli riversò addosso quando Weasley ricomparve improvvisamente insieme a Potter dopo aver distrutto il primo Horcrux-

Draco si interruppe e prese un respiro profondo.

-Ora inizia la parte che non viene raccontata in nessun libro di storia…- commentò l’uomo, abbassando nuovamente lo sguardo sulla scrivania dinanzi a sé.

-Al termine della Guerra, mio padre venne messo processato e condannato per il suo ruolo avuto nella Battaglia e per il supporto indefesso a Voldemort. Lo stesso accadde alla famiglia di Pansy, che preferì scappare all’estero, e a quella di Blaise.

Nonostante tutto, noi decidemmo di ritornare ad Hogwarts per terminare gli studi.

Lo stesso fece il Trio d’Oro ma, durante quell’anno, nonostante i miei sentimenti per tua madre non fossero cambiati, mi concentrai sullo studio e sui miei amici.

Ora so che al termine della Battaglia, Hermione e Weasley ebbero finalmente il coraggio di ammettere i loro sentimenti e durante quell’anno iniziarono una relazione, ma all’ epoca mi disinteressai completamente di quello che succedeva intorno a me- raccontò.

-Cosa è successo quando avete terminato gli studi? - domandò Prudence cauta.

-Io sono andato per la mia strada.

Mi sono occupato della mia carriera e dei miei amici, ma ho sempre seguito da lontano quello che succedeva nella vita di tua madre.

Dovevo farlo con discrezione, ovviamente, ma non avevo la minima intenzione di perderla di vista.

Nonostante il passare degli anni e una serie di relazioni senza senso, i miei sentimenti per tua madre non mi lasciavano libero.

Hermione e Weasley si sposarono dopo aver terminato gli studi e si trasferirono in un appartamento a Fulham.

Era un monolocale sopra un ristorante indiano… Ricordo ancora l’odore che si sentiva per ogni stanza dell’appartamento nonostante siano passati quasi vent’anni- ricordò Draco.

L’uomo sospirò.

-Tua madre certamente ti dirà che i primi anni di matrimonio furono felici… Ma credo che quella felicità ebbe vita breve.

Dopo un anno di matrimonio Weasley iniziò a giocare a poker e la situazione iniziò a peggiorare velocemente.

Hermione non mi ha mai raccontato tutto quello che è successo durante quegli anni, ma so che non furono facili per lei: Weasley non era mai a casa, la riempiva di bugie per giustificare le sue assenze e la mancanza di soldi e so per certo che in più di un’occasione è stata costretta a medicarlo dopo un pestaggio- raccontò Draco in tono asciutto e distaccato.

-Come fai a saperlo? -domandò Prudence curiosa.

Draco accennò un sorriso triste.

-Perché, come ti ho già detto, nonostante il passare del tempo e la lontananza, i miei sentimenti per tua madre non erano cambiati e quindi continuavo a raccogliere informazioni su di lei da ogni fonte possibile per assicurarmi che stesse bene- ripetè Draco.

-Perché allora non ti sei fatto avanti? – chiese ancora la ragazza.

Draco scosse la testa.

-Non era il momento adatto. Se mi fossi intromesso nel loro matrimonio troppo presto, Hermione avrebbe rifiutato il mio aiuto per orgoglio o per quel briciolo d’amore che ancora la legava a Weasley.

Ma devo confessarti che quando ho saputo della gravidanza di Hermione ho temuto che fosse troppo tardi- confessò l’attimo dopo.

Prudence corrugò la fronte a quelle parole.

-Ero convinto che il loro matrimonio fosse in pezzi, ma la notizia della sua gravidanza mi fece momentaneamente ricredere.

Ho creduto di aver perso la mia occasione, di essere arrivato troppo tardi e che non sarei mai riuscito a convincerla a darmi una chance-raccontò Draco, ancora una volta con lo sguardo perso nel vuoto, immerso nelle sensazioni provate molti anni prima.

-Per alcuni mesi, Weasley si comportò come un marito modello, ma alla fine ritornò alle vecchie abitudini dando il peggio di sé al momento della tua nascita-

Draco si interruppe per qualche istante, chiaramente indeciso se raccontare quel particolare alla figlia o meno, ma alla fine decise di essere completamente sincero.

-Quando sei nata tua madre era da sola in ospedale.

Tuo padre si presentò il giorno dopo con un mazzo di fiori ed una faccia colpevole.

Io lo vidi arrivare…-

-Aspetta un attimo…Tu eri lì? – chiese incredula Prudence.

Draco si rese conto dell’errore commesso e per un’istante chiuse gli occhi e sospirò.

-Non potevo lasciarla da sola…-commentò senza guardare i due giovani.

Durante quelle ultime settimane, Prudence aveva avuto dei brevi momenti di incertezza in cui era arrivata a dubitare l’amore che legava i suoi genitori, ma bastarono quelle parole per farle realmente capire la profondità del sentimento di suo padre.

Quale uomo si sarebbe comportato come aveva fatto suo padre, nonostante avesse la consapevolezza che sua madre era in ospedale per dare alla luce il figlio di un altro uomo?

-Ovviamente tua madre non sa nulla.

Quando ho saputo che si era presentata al San Mungo da sola, ho agito d’istinto: ho mollato tutto e sono andato all’ospedale per essere vicino a lei.

Sono rimasto ore in sala d’attesa, preoccupato che potesse succedere qualcosa a lei o a te.

Sono anche riuscito a vederti di sfuggita…- aggiunse Draco, con un lieve sorriso a distendergli le labbra sottili.

Gli occhi di Prudence si velarono leggermente di lacrime, immaginando una versione molto più giovane di suo padre che la osservava da dietro un vetro.

L’attimo dopo Draco ritornò presente a sé stesso e si schiarì leggermente la gola.

-Weasley arrivò la mattina dopo con un grande mazzo di fiori e la speranza che tua madre lo perdonasse per l’ennesima volta.

Quando lo vidi arrivare, avrei tanto voluto prenderlo a pugni… Non so davvero che cosa mi ha fermato.

Forse è stata la consapevolezza che se lo avessi fatto Hermione non mi avrebbe mai perdonato e ogni chance che avrei potuto avere di portarla via da Weasley sarebbe sfumata in un istante- commentò Draco, con aria meditabonda.

-Dopo la tua nascita, le cose tra Hermione e Weasley precipitarono. Credo che quello fu il momento in cui tua madre si arrese e smise di lottare per quel matrimonio-raccontò Draco.

-È stato allora che ti sei fatto avanti? – domandò Prudence.

Ancora una volta, Draco scosse la testa.

-Non era ancora il momento. Anche se Hermione e Weasley erano insieme soltanto nominalmente, tua madre non avrebbe lasciato Weasley senza un motivo valido.

Tua madre era infelice, ma il suo orgoglio non le avrebbe mai permesso di ammettere una tale sconfitta: aveva aspettato tanto per coronare il suo sogno d’amore con Weasley e nonostante tutto, non era ancora pronta per arrendersi- disse Draco.

Nella stanza calò il silenzio per qualche secondo mentre Prudence si ritrovava a concordare con le parole di suo padre per l’ennesima volta: aveva conosciuto poche persone testarde e orgogliose come sua madre e, se molte volte quelle caratteristiche erano positive, altre volte invece impedivano di andare avanti bloccando ogni possibilità di cambiamento.

-Cosa le ha fatto cambiare idea? – domandò Prudence, convinta che il racconto di suo padre fosse arrivato ad un punto di svolta.

Draco restò in silenzio, lo sguardo fisso sul volto della ragazza per qualche istante, prima di sospirare e prendere in mano una delle pergamene che aveva tirato fuori dalla cassaforte prima che quella conversazione avesse inizio.

-Questo- le disse tendendole la pergamena.

Prudence aggrottò la fronte, fissando ora suo padre ora la pergamena che l’uomo le tendeva, prima di prenderla tra le dita della mano sinistra.

La carta era leggermente consumata e ingiallita dal tempo e, posando lo sguardo sull’inchiostro, si rese conto che aveva iniziato a sbiadire.

-Che cos’è? - domandò titubante.

-Leggila-

Prudence abbassò lo sguardo sulle parole scritte sulla pergamena, consapevole che Ben accanto a lei aveva fatto lo stesso e, dopo aver letto le prime parole, impallidì.

-Che significa? – chiese confusa.

Un lieve sorriso apparve sul volto di Draco.

-Tua madre mi fece la stessa domanda- le disse. -Quella pergamena è stata la spinta di cui tua madre aveva bisogno per mettere fine a quel matrimonio-

Prudence tornò a leggere la pergamena e mentre le parole scorrevano davanti ai suoi occhi una sensazione di incredulità si impossessò di lei.

"Accetto di annullare il mio matrimonio con Hermione Jean Granger seduta stante e di cedere la suddetta e mia figlia, Prudence Lucy Weasley, a Draco Lucius Malfoy”

Mentre quelle parole danzavano davanti a lei, Prudence ricordò una frase nel diario di sua madre che l’aveva colpita particolarmente e che non aveva saputo spiegarsi.

 

25 Maggio 2009
Ron non fa più parte della mia vita: non è più mio marito.
Ora appartengo a Draco Malfoy

 

Possibile?

Senza parlare, Prudence rialzò lo sguardo sul volto di suo padre e gli restituì la pergamena, sentendo distrattamente la mano di Ben stringere la sua per farle sentire la propria vicinanza ed il proprio conforto.

-Dimmi che non è come credo-

Draco si inumidì il labbro inferiore con la punta della lingua e sospirò.

-Dopo la tua nascita, ho aspettato un anno e mezzo perché si presentasse l’occasione giusta.

Nel frattempo, Weasley ha continuato a giocare a poker e a perdere grosse somme di danaro, indebitandosi con molte persone, alcune delle quali pericolose.

Ho fatto di tutto perché né tu né tua madre veniste infastidite da quei parassiti, ma per mesi sono dovuto rimanere in silenzio e nell’ombra in attesa che Weasley commettesse un passo falso.

Finalmente il giorno arrivò- raccontò con voce calma e moderata.

Prudence fissò attentamente lo sguardo di suo padre e si stupì di vedere i suoi muscoli contrarsi ancora adesso per l’ansia e la rabbia che doveva aver provato due decenni prima.

-Weasley sapeva che a quell’incontro di poker sarei stato presente anche io, ma la sua idiozia lo ha portato a credere che potesse sfidarmi e addirittura che potesse battermi.

Era un giocatore mediocre e, allora, era alla disperata ricerca di danaro per pagare i suoi debiti.

Quella sera era fermamente convinto che sarebbe tornato a casa con una somma sufficiente per pagare parte dei suoi debiti e togliersi di dosso diversi creditori, ma a fine serata era il giocatore che aveva perso più di tutti.

Ed era a me che doveva la somma più alta-raccontò Draco.

Ancora una volta, nella stanza cadde il silenzio, mentre Prudence cercava di scendere a patti con ciò che suo padre aveva raccontato fino a quel momento.

-Che cosa ha fatto? - domandò Ben, parlando per la prima volta da quando quella lunga conversazione aveva avuto inizio.

-Fin dal primo momento in cui ci siamo seduti intorno al tavolo da gioco, sapevo già cosa avrei fatto.

Non aveva importanza l’ammontare della somma, non avrei mai preso un centesimo da quell’uomo.

Io volevo altro. Volevo Hermione e Prudence.

Così gli proposi lo scambio: io avrei pagato tutti i suoi debiti se Weasley mi avesse ceduto Hermione e Prudence, promettendomi di sciogliere il loro matrimonio e di non avere nessun contatto né con Hermione né con Prudence- spiegò Draco, sempre con lo stesso tono moderato.

Un singhiozzo spezzato scappò dalle labbra dischiuse di Prudence, scioccata dalle parole di suo padre.

Come aveva potuto proporre uno scambio simile? Cosa diavolo gli era passato per la testa?

Un sorriso triste distese le labbra di Draco.

-Tua madre fece la stessa espressione quando le mostrai quella pergamena- commentò.

-Come hai potuto fare una proposta del genere? Non hai pensato alla mamma? A me? – domandò Prudence, dando voce alla propria confusione.

Lo sguardo di Draco si indurì istantaneamente.

-È proprio per tua madre che ho fatto quella proposta.

Sapevo che era pericoloso parlarti del contratto, ma non potevo nasconderti la verità: non è stata una scelta azzardata, né una decisione presa sul momento.

Sapevo che quella era la mia unica possibilità di portarvi via da quell’uomo e ho fatto tutto ciò che era in mio potere perché Weasley non si avvicinasse mai più a voi.

-Tua madre non era felice: era intrappolata in un matrimonio senza amore, con un marito assente e totalmente disinteressato a lei e a te.

Perché avrei dovuto lasciarla marcire tra quelle quattro mura? Perché avrei dovuto lasciare che passasse gli anni migliori della sua vita convinta di non aver fatto il possibile per salvare quell’uomo dal vizio del gioco?

Addossandosi colpe che non aveva per un uomo inutile come Weasley…

Quell’uomo non merita una donna come Hermione. Non l’ha mai meritata e quando ha avuto la possibilità di starle accanto ha dimostrato di non esserne all’altezza- ribatté con veemenza Draco.

-Non hai pensato che forse la mamma avrebbe qualcosa da ridire in proposito? Pensavi davvero che ti avrebbe seguito senza fare storie? – domandò Prudence con la stessa veemenza.

Draco sospirò.

-Prudence…Credi veramente che farei del male a tua madre? Che la costringerei a fare qualcosa contro la sua volontà? – le domandò con una punta di incertezza nella voce.

La ragazza lo fissò, sorpresa da quella domanda.

Fino a quel momento avrebbe considerato assurda quella possibilità, ma ora poteva essere altrettanto sicura?

Chi le assicurava che all’inizio della loro relazione suo padre non aveva costretto sua madre a stare insieme con la forza?

L’attimo dopo che quel pensiero attraversò la sua mente, Prudence rigettò quell’idea.

Era impossibile. Inaccettabile. Suo padre non lo avrebbe mai fatto.

Pertanto, in risposta alla domanda di suo padre, scosse la testa.

Sollevato, Draco si lasciò scappare un sospiro.

- La mattina dopo la partita di poker mi sono presentato nel vostro appartamento e ho mostrato ad Hermione la pergamena- ricominciò a raccontare.

-Come ha reagito? – chiese Prudence, cercando di venire a patti con tutte quelle informazioni.

Draco ridacchiò.

-Andò su tutte le furie: se la prese con me, per aver proposto quell’accordo e anche con Weasley per aver accettato.

Poi si lasciò prendere dallo sconforto, convinta di non avere altra scelta.

È stato allora che le dissi che era libera di prendere la propria decisione: avrei tenuto fede alla mia parte del contratto anche se Hermione avesse deciso di fare i vostri bagagli e scomparire.

L’unica cosa che mi interessava realmente era la sua felicità- commentò Draco.

Prudence aggrottò la fronte.

-L’avresti lasciata andar via? – gli chiese incredula.

Draco alzò le spalle.

-L’amore ti porta a fare delle pazzie…- si limitò a commentare.

La ragazza lo fissò chiaramente confusa.

-Quindi se la mamma è qui…- iniziò.

-È perché ha scelto di venire di sua spontanea volontà- confermò Draco.

-Perché? - si ritrovò a chiedere Prudence.

Draco alzò nuovamente le spalle.

-Mi piace pensare di essere stato abbastanza convincente, ma per sapere realmente cosa le è passato per la mente in quel momento dovrai chiedere a lei- commentò Draco.

Prudence lo fissò per qualche istante in silenzio, ripensando alla conversazione avuta neanche ventiquattro ore prima con Sadie e Ben, in cui i due le avevano parlato della titubanza e diffidenza che traspariva chiaramente dalle pagine del diario di sua madre ogni volta che si parlava dei Serpeverde o di suo padre.

-Ora capisco perché in alcune pagine del diario parla di te e degli altri come se foste dei nemici…- commentò.

Draco annuì.

-L’inizio della nostra storia non fu facile.

Mentre eravamo nel vostro vecchio appartamento, Potter si presentò pronto ancora una volta ad essere l’eroe della situazione: era venuto per portar via te e tua madre in modo da risolvere la situazione tra Hermione e Weasley, ma per la prima volta da quando si conoscevano tua madre decise di andare controcorrente.

Decise di venir via con me. Fu allora che Potter le raccontò del gossip che aveva sentito su me e tua madre- raccontò Draco.

-Quale gossip? - chiese Prudence curiosa.

Draco la fissò qualche istante, prima di passarsi una mano tra i capelli.

-Una voce che era iniziata a circolare nella comunità magica subito dopo la partita di poker, che vedeva me e tua madre amanti da diverso tempo, e che avrebbe dato una spiegazione logica alla mia proposta- riferì Draco.

-È assurdo! - replicò la ragazza.

A quelle parole, Draco aggrottò la fronte.

-Perché mai? - le chiese.

-Perché nel diario della mamma non è scritto nulla che possa far pensare ad una relazione tra voi due durante il suo matrimonio con Weasley- rispose prontamente Prudence.

Un sorriso sarcastico distese le labbra sottili dell’uomo.

-Ancora una volta hai preferito usare la logica… Se non avessi avuto il diario di tua madre, saresti stata altrettanto sicura dell’impossibilità di una relazione tra me ed Hermione? - le domandò curioso.

Prudence lo fissò a lungo in silenzio, riflettendo sulle sue parole: avrebbe potuto escludere a priori una relazione tra i suoi genitori durante il matrimonio di sua madre?

Chi le assicurava che se si fossero incontrati per caso i suoi genitori non sarebbero stati capaci di riallacciare i rapporti, trovare l’intesa che avevano tuttora e iniziare una relazione extraconiugale?

Ai suoi occhi era evidente l’amore che provavano l’uno per l’altra, quindi era veramente così assurda l’idea che questo sentimento potesse nascere clandestinamente, durante il precedente matrimonio di sua madre?

-No. Forse avrei creduto anche io al pettegolezzo- ammise infine Prudence.

Draco annuì, soddisfatto per essere riuscito a mostrare a Prudence un altro punto di vista.

-Cosa fece la mamma quando seppe del pettegolezzo su di voi? – domandò Prudence.

-Io e te eravamo andati a caricare i vostri bagagli nella mia macchina, quindi non ero presente quando Potter le raccontò della voce su di noi, ma arrivai in tempo per confermare la nostra relazione.

Ed ancora una volta, tua madre mi assecondò, confermando le mie parole- raccontò Draco.

-Potter si infuriò, se la prese con tua madre accusandola di aver tradito lui e la loro amicizia, per poi andare via sbattendo la porta.

La solita primadonna…

Dopodiché anche noi ce ne andammo finalmente da quell’appartamento e venimmo qui.

Da quel momento iniziò la nostra convivenza.

All’inizio non fu facile… Il giorno in cui vi trasferiste, Blaise mi chiese di ospitarlo per alcuni lavori di ristrutturazione alla Zabini House quindi tua madre ed io fummo costretti ad inventare su due piedi una storia plausibile riguardo come ci eravamo rincontrati e l’inizio della nostra relazione-raccontò l’uomo.

-Da quello che ho letto, la mamma non sembrava andare molto d’accordo con lo zio Blaise- commentò Prudence.

Draco ridacchiò ironico.

-Il loro rapporto per le prime settimane fu basato su un cordiale disinteresse: vivevamo tutti insieme eppure quei due non si scambiavano più di dieci parole al giorno.

Tuo zio non si fece alcuno scrupolo nel rendermi partecipe dei suoi dubbi su tua madre: la considerava un’arrampicatrice sociale.

Era preoccupato che Hermione stesse con me soltanto per i soldi e cercò più volte di farmi aprire gli occhi- ricordò Draco, lo stesso sorriso ironico sulle labbra.

-Quindi non credeva alla vostra relazione? – chiese Prue.

Draco scosse la testa.

-Non all’inizio. All’epoca Blaise era molto diverso da come lo vedi oggi, sempre pronto a vedere il marcio in ogni donna… È una fortuna che abbia incontrato Ginny, altrimenti non so davvero che fine avrebbe fatto.

-Le cose migliorarono lentamente già dalla prima settimana di convivenza: io e tua madre demmo la nostra prima cena ufficiale con l’Ambasciatore americano e sua moglie e, proprio come avevo immaginato, tua madre fu fantastica.

Una perfetta padrona di casa e moglie di un diplomatico.

Poi ci fu l’anniversario di matrimonio di Pansy e Theo- aggiunse Draco.

Un lieve rossore comparve sulle guance di Prudence, ricordando ciò che aveva letto sulle pagine del diario.

Istantaneo un sorriso distese le labbra sottili di Draco.

-Vedo che non sono l’unico a ricordare cosa è successo a quella festa…- commentò divertito. -Era il primo incontro di Hermione con i Serpeverde…Era terrorizzata.

Ma fin dall’inizio si dovette ricredere: Pansy non vedeva l’ora di incontrarla per dirle quanto fosse felice della nostra relazione, per vantarsi di come avesse sempre saputo che io e tua madre saremmo finiti insieme prima o poi.

Ci furono anche delle note negative, è vero: Daphne non perse occasione per punzecchiare me e tua madre con domande inopportune e per rimarcare il mio comportamento poco affidabile in passato- disse Draco, lasciandosi andare ad un sospiro frustrato. -Hermione andò completamente nel panico- aggiunse.

-Questo non c’era scritto sul diario…- commentò Prudence.

Draco sorrise.

-È stata una serata lunga e piena di eventi… Posso solo dirti che un attimo prima io e tua madre ci stavamo urlando contro e l’attimo dopo ci siamo baciati per la prima volta- rispose Draco, lo sguardo perso nel ricordo di quella serata lontana.

L’istante dopo, Draco si riscosse e si schiarì la gola.

-Dopo quella sera, le cose fra me e tua madre andarono decisamente meglio.

Durante le settimane seguenti ci avvicinammo sempre di più e osservandoci insieme, nessuno avrebbe avuto il minimo dubbio sulla nostra relazione.

Fin dal vostro primo incontro tu e Sadie siete diventate inseparabili e questo ha favorito anche l’inizio di un’amicizia tra Hermione e Pansy.

Hermione sembrava finalmente aver trovato il proprio posto tra di noi… Ma in gran parte è merito tuo- confessò Draco.

-Che vuoi dire? - domandò Prudence aggrottando la fronte.

Draco accennò un sorriso affettuoso.

-Fin dal primo istante in cui ci siamo incontrati, tra noi due c’è stata subito un’intesa.

Eri una bambina timida, eppure non hai mai avuto paura di me.

Ogni sera mi correvi incontro quando tornavo dal lavoro, fin dai primi giorni, pronta ad accogliermi con un sorriso e un abbraccio.

Ti sei integrata perfettamente nel gruppo dei Serpeverde, ancor prima di Hermione.

Mi hai chiamato “papà” per la prima volta dopo neanche un mese dall’inizio della mia relazione con tua madre.

Sono certo che se tu avessi avuto problemi, se io e te non fossimo riusciti a sviluppare il rapporto che abbiamo ancora adesso, forse le cose tra me e tua madre sarebbero andate in modo diverso- disse sincero.

Prudence abbassò per qualche istante lo sguardo sulle proprie mani, riflettendo sulle parole di suo padre.

Per quanto si sforzasse le era difficile immaginare una vita diversa da quella che aveva vissuto fino a quel momento: era assurdo pensare ad una vita senza suo padre, senza i suoi fratelli, senza Sadie o le persone che le erano state accanto tutta la vita.

Durante quei giorni, da quando aveva scoperto il nome del suo padre naturale aveva provato più volte a vedersi in un contesto completamente diverso: un altro membro della numerosa famiglia Weasley, circondata da parenti rumorosi e buffi, una Grifondoro come sua madre…

Probabilmente non sarebbe stata una vita triste o terribile... Ma non era la vita che le era stata destinata e che voleva.

Forse anche lei, come sua madre si sarebbe integrata perfettamente tra i Grifondoro riuscendo ad eccellere in diverse materie, senza accorgersi che una parte di lei era rimasta sopita, quasi anestetizzata per la mancanza di stimoli appropriati.

-Da quando ho scoperto la verità, ho provato più volte a scavare nella mia memoria per cercare un ricordo che mi aiutasse a capire chi fosse mio padre.

Ho provato tutti gli incantesimi possibili, eppure non sono riuscita a ricordare nulla…

Il mio ricordo più vecchio, oltre alla mamma che ogni sera mi cantava la ninna nanna, sei tu che ti sedevi accanto a me per leggermi una storia prima del suo arrivo- gli disse.

Draco ricambiò il suo sguardo in silenzio, leggermente commosso.

Prudence alzò le spalle.

-Tu sei mio padre, lo sei sempre stato. Da quando ho scoperto la verità, il mio desiderio non è mai stato quello di incontrare il mio padre naturale, ma di conoscere il motivo per cui avete mantenuto il silenzio tutti questi anni-

Per alcuni istanti nella stanza calò il silenzio, mentre padre e figlia continuavano a fissarsi, immersi in una conversazione silenziosa.

Quando finalmente Draco distolse lo sguardo, fu costretto a schiarirsi nuovamente la gola.

-Ho sempre saputo che questo momento sarebbe arrivato.

Sei una ragazza intelligente ed inoltre, sei identica a tua madre: se qualcosa non ti è chiaro, continui ad indagare finché non hai scoperto la verità.

Avrei voluto raccontarti parte di quello che era successo tra me e tua madre prima della tua partenza per Hogwarts.

Ero consapevole della concreta possibilità che tu incontrassi qualcuno della famiglia Weasley ed ero spaventato dalla tua reazione… Avevo paura che ti raccontassero una versione distorta della realtà- confessò Draco.

-Perché non lo hai fatto? – chiese Prudence.

Draco sospirò.

-Dovresti saperlo ormai che non riesco a negare nulla a tua madre…

Hermione era terrorizzata dalla tua reazione: era convinta che fossi troppo giovane e che avresti finito per odiare entrambi.

Per giorni restò sveglia, pensando a ogni tua possibile replica, cercando subito dopo tutta una serie di soluzioni per contenere i danni.

Così, decisi di cedere-

-La mamma ha paura del mio giudizio? – domandò sorpresa Prudence.

-Certo che sì, Prudence.

Tua madre ti adora, sei e resterai sempre la sua bambina…

Credi veramente che tua madre ed io non siamo terrorizzati all’idea di perderti per quello che è successo in passato? – replicò Draco sincero.

Prudence abbassò lo sguardo sulle proprie mani, incapace di sostenere oltre lo sguardo di suo padre.

Per un breve istante, la ragazza si interrogò sulle parole di suo padre: era reale la paura dei suoi genitori di veder cambiare il rapporto che avevano avuto fino a quel momento?

Cosa avrebbe fatto una volta saputa tutta la verità? Avrebbe continuato la sua vita come se nulla fosse o quei segreti a lungo taciuti avrebbero avuto delle ripercussioni?

Ancora una volta Draco sospirò, costringendola a rialzare lo sguardo.

-Mentre il rapporto tra me e te si rafforzava giorno dopo giorno, anche la relazione tra me e tua madre cresceva e diventava più forte.

Quello che purtroppo non sapevamo era che qualcuno aveva iniziato a tramare nell’ombra contro di noi- iniziò Draco.

-Weasley? - chiese Ben, aggrottando la fronte.

Draco annuì.

-Non soltanto lui. Anche Potter non accettò mai la relazione tra me ed Hermione.

In un paio di occasioni ci mancò poco che non venissimo alle mani…-

-Cosa c’entrava Harry Potter con voi due? - domandò Prudence confusa.

Draco sogghignò.

-Ottima domanda.

All’epoca, Potter continuava a ripetere che Hermione fosse sotto Imperius, o qualche altro incantesimo di Magia Nera.

L’unico motivo plausibile per cui avrebbe accettato di venire con me, o addirittura di iniziare una relazione con il sottoscritto visto il nostro passato.

Ora è evidente che il suo comportamento era dovuto alla gelosia- commentò Draco.

-Gelosia? Verso di te? – chiese Prue.

Draco scosse la testa.

-Verso tua madre. Nonostante all’epoca fosse sposato con Ginny, era innamorato di tua madre- rivelò l’uomo.

Prudence corrugò la fronte e scosse la testa.

-E’ assurdo! Se era innamorato di lei, perché ha lasciato che sposasse un altro? – domandò la ragazza.

-Perché tutti si aspettavano che sposasse Ginny Weasley e soprattutto perché tua madre lo ha sempre considerato alla stregua di un fratello.

Ancora adesso ti direbbe che Potter ha agito in quel modo deplorevole perché si è sentito tradito dall’amica di sempre.

Nonostante tutto quello che ci ha fatto, tua madre non è in grado di vedere Harry Potter per ciò che è: un uomo come tutti gli altri a cui il potere ha dato alla testa- commentò Draco.

-Lei come fa a sapere che Harry Potter era innamorato di Mrs. Malfoy? – domandò Ben, leggermente sospettoso.

Draco accennò un sorriso malizioso.

-Al contrario di Hermione, ho sempre visto Potter per ciò che era realmente.

Inoltre ho avuto la conferma dei miei sospetti da Blaise e Ginny.

Potter era sempre pronto a correre in soccorso di tua madre durante il matrimonio con Weasley, mostrandosi partecipe e desideroso di risolvere i suoi problemi: era in attesa dell’occasione giusta per farsi avanti, ma non aveva fatto i conti con me e la mia proposta.

Ho mandato all’aria tutti i suoi piani…- disse Draco, un sorriso soddisfatto sul volto.

-E’ per questo che ha aiutato Weasley? – domandò Prudence.

Il volto di Draco tornò immediatamente serio e, l’attimo dopo, l’uomo annuì.

-Quando Weasley si rese conto della veridicità delle voci che circolavano su di me e tua madre, iniziò a ideare un piano per portarvi via da me.

Credo che inizialmente volesse rapire entrambe, ma poi qualcosa deve avergli fatto cambiare idea e ha concentrato tutte le sue forze su di te.

Potter gli procurò dei documenti falsi e una Passaporta illegale, inoltre convinse tua zia Ginny a essere complice inconsapevole nel loro piano-

-La zia Ginny era coinvolta? – chiese Prudence scioccata.

-Inconsapevolmente- ripeté Draco. – Fu lei a presentarsi qui, chiedendo a tua madre di farti partecipare ad una festa in cui sarebbe stata presente gran parte della famiglia Weasley.

Io ero contrario e credo che anche Hermione avesse delle remore, ma finì con dare il suo assenso per l’affetto che ancora provava nei confronti dell’anziana Mrs. Weasley-

Draco abbassò lo sguardo sul piano della scrivania, passandosi una mano tra i capelli con un gesto nervoso.

Agli occhi di Ben e Prudence era evidente quanto fosse difficile per Draco anche solo ripensare a quei momenti.

-E’ bastato un attimo…- mormorò Draco. -Un solo momento di distrazione e ti ha portato via-

Per un lungo istante nella stanza calò il silenzio: se Prudence e Ben erano intenti a fissare entrambi Draco, in attesa che l’uomo ricominciasse a parlare, dal canto suo Draco Malfoy avrebbe voluto interrompere quella conversazione all’istante.

Si era sempre detto che sarebbe stato completamente sincero con sua figlia, che avrebbe risposto a tutte le sue domande, ma probabilmente non aveva fatto i conti con i propri sentimenti; quello che era successo quindici anni prima era un argomento difficile, di cui preferiva non parlare, consapevole che se avesse aperto la porta a quei ricordi, allora le emozioni provate all’epoca sarebbero tornare ad assalirlo con la stessa forza di un tempo.

-Avrei tanto bisogno di un Firewhiskey in questo momento…- mormorò Draco.

Lasciò che il silenzio cadesse nuovamente nella stanza, cercando di dare un ordine ai pensieri confusi che gli affollavano la mente e infine si lasciò andare ad un respiro profondo.

-E’ stato il mese più brutto della nostra vita- iniziò, lo sguardo fisso sul parquet. -Abbiamo iniziato le ricerche immediatamente, abbiamo contattato tutte le persone che avrebbero potuto darci una mano, ma per i primi giorni non abbiamo avuto fortuna.

Hermione…- Draco iniziò prima di fermarsi e schiarirsi la voce.

-Tua madre era a pezzi… Era in uno stato di torpore, incapace di rendersi conto di quello che stava succedendo intorno a lei.

C’è voluto qualche giorno, ma alla fine è stata lei ad avere l’idea giusta che ci ha permesso di restringere il campo delle ricerche.

Decise di andare a parlare con Potter…-raccontò Draco.

Prudence ascoltò in silenzio le parole di suo padre, gli occhi velati di lacrime per il dolore visibile sul volto dell’uomo e per un breve istante fu tentata di interrompere la conversazione, consapevole di quanto fosse difficile per suo padre ricordare quei momenti, ma alla fine vinse il suo desiderio di sapere la verità e la consapevolezza che se lo avesse fatto non sarebbe più stata in grado di riprendere quel discorso.

-Ancora adesso, dopo tanti anni, non so cosa si dissero ma quando tua madre uscì dall’ufficio di Potter aveva ottenuto l’informazione di cui avevamo bisogno e aveva definitivamente messo la parola fine alla sua amicizia con l’uomo.

Ora sapevamo che Weasley ti aveva portato in America, sapevamo i vostri nomi ma eravamo certi che Weasley aveva trovato il modo di confondere ulteriormente le acque.

Nelle settimane seguenti contattammo le autorità magiche americane per denunciare la tua scomparsa e tappezzammo di volantini con la tua foto ogni luogo pubblico nelle principali città americane.

Finalmente, venti giorni dopo la tua scomparsa, ricevetti una telefonata- ricordò Draco.

Un lieve sorriso apparve sulle sue labbra sottili.

-Credo che sarò per sempre riconoscente a quella donna per l’enorme regalo che ci ha fatto.

Anche se non l’ho mai confessato neanche a tua madre, ero pronto a partire e a portare avanti le ricerche di persona se non avessimo ottenuto dei risultati il prima possibile.

Fortunatamente, è arrivata quella telefonata… Quando ho sentito la tua voce dall’altra parte della cornetta ho iniziato a piangere come un bambino- disse Draco senza incontrare lo sguardo di Prudence.

Dal canto suo la ragazza si lasciò andare ad un sorriso commosso leggendo ancora una volta sul volto del padre i sentimenti che lo avevano animato in quella situazione difficile.

-Pansy e Theo vennero a prenderti a New York per evitare che sentendosi braccato Weasley non tentasse la fuga, ma alla fine l’uomo accettò di ritornare a Londra ponendo come condizione di riconsegnarti a noi in territorio neutrale: l’appartamento di Potter.

Tua madre era talmente ansiosa di riabbracciarti che accettò quella condizione all’istante.

Ma ancora una volta quando si tratta di Weasley e Potter si rivelò una decisione sbagliata…- aggiunse Draco.

Prudence sapeva cosa le avrebbe raccontato di lì a poco suo padre e deglutì a vuoto, nervosa.

Leggere quelle pagine nel diario di sua madre era stato incredibilmente doloroso: era entrata a contatto con il dolore, il rimorso ed i sensi di colpa di sua madre per quello che era successo; aveva letto degli incubi che l’avevano tormentata per settimane e per la prima volta si ritrovò a condividere l’odio che suo padre provava per Weasley.

Come poteva, un uomo che professava di amare sua madre, farle tanto male? Trattarla in quel modo senza avere il minimo rispetto verso di lei e tutto quello che avevano condiviso insieme?

-Hermione mi chiese di lasciarle qualche minuto per parlare da sola con Weasley… Ancora adesso mi chiedo come ho fatto ad essere così stupido: avrei dovuto insistere, entrare in quella stanza insieme a lei, ma era una situazione talmente caotica che decisi di assecondare la sua decisione-

 Per un lungo istante Draco restò in silenzio, le dita di una mano intente a strofinare il mento e gli occhi fissi sul parquet, prima di sospirare.

-Quando sono entrato in quella stanza non ho capito subito cosa stesse succedendo…

Ricordo di aver sentito dei rumori e che la mia prima reazione è stata la gelosia- disse lasciandosi andare ad una risata amara, piena dei sentimenti negativi che ancora adesso provava verso se stesso ogni volta che ripensava a quei momenti.

-La mia reazione istintiva è stata la gelosia…-ripeté. – Per me è stato più facile credere che tua madre potesse tradirmi, nonostante tutto quello che avevamo vissuto insieme in quei mesi e ciò che sapevo su di lei, piuttosto che rendermi conto all’istante di quello che stava realmente accadendo davanti ai miei occhi- ammise coprendosi gli occhi con una mano.

Un silenzio pesante cadde nuovamente nella stanza mentre Draco ripensava per la prima volta da anni a quei terribili momenti ed i due ragazzi osservavano il dolore e la vergogna chiaramente espresso sul volto dell’uomo.

-Cosa ha fatto dopo? - domandò Ben con voce bassa.

Draco sospirò e allontanò la mano dal volto.

-Gli ho lanciato uno Stupeficium per allontanarlo da Hermione.

Credo che se non fosse intervenuta Pansy lo avrei ucciso…-aggiunse Draco, lo sguardo perso nei ricordi.

Draco finalmente allontanò lo sguardo dal parquet e incontrò lo sguardo di Ben, trovando negli occhi del giovane un’espressione determinata che gli fece capire che, al suo posto, Ben avrebbe agito come lui.

-Mentre io ero impegnato a torturare quell’essere, Hermione aveva perso i sensi e decidemmo di portarla in ospedale…

Ed è stato allora che scoprimmo della gravidanza- aggiunse Draco.

Questa volta sul suo volto apparve un’espressione triste accompagnata da un sorriso accennato.

-Parlami del bambino…-disse Prudence con voce rotta dall’emozione.

Il sorriso sul volto di Draco si accentuò leggermente e l’uomo cercò lo sguardo della figlia per la prima volta da quando aveva iniziato a parlare dei momenti più difficili della suo primo anno con Hermione.

-Adesso avrebbe avuto quasi diciannove anni…

All’epoca ero convinto che sarebbe stato un maschio, ma visto l’arrivo delle gemelle subito dopo non ne sono così sicuro- Draco commentò. -Probabilmente avrei avuto un’altra donna di cui essere terribilmente geloso- aggiunse.

Prudence lo imitò sorridendo a sua volta, gli occhi velati di lacrime.

Draco si schiarì la gola per l’ennesima volta e si passò una mano tra i capelli, cercando di ritrovare il proprio contegno.

-Le settimane successive furono pesanti per tutti.

Come sicuramente avrai letto nel diario di tua madre, una volta dimessa dall’ospedale Hermione fu tormentata dagli incubi.

Contemporaneamente si tenne il processo a Weasley…- Draco riprese a raccontare.

-Per cosa su accusato? - chiese Ben.

-Sottrazione di minore, contraffazione di documenti, utilizzo di una passaporta illegale e tentativo di stupro- elencò Draco. -Presenziai a tutte le udienze in tribunale e fu evidente fin da subito che quel processo si sarebbe risolto a nostro favore.

Divenne ancora più evidente quando Seamus Finnegan e Blaise testimoniarono in tribunale e parlarono del contratto che Weasley aveva firmato durante quella famosa partita di poker.

Hermione fu presente soltanto all’ultima udienza, durante la lettura del verdetto-

-Lo condannarono, giusto? – domandò Ben.

Draco annuì.

-Quindici anni ad Azkaban.

Relativamente poco per tutto il dolore che ha inflitto a Hermione e Prudence, ma ha avuto quello che si meritava…- commentò Draco con voce dura.

Per alcuni istanti i due ragazzi restarono in silenzio, portando Draco a chiedersi chi tra i due avrebbe fatto la domanda successiva.

-Che ne è stato di Weasley? – chiese infine Ben dando voce al pensiero di entrambi.

Draco fissò i due ragazzi per qualche secondo in silenzio prima di sospirare.

-Ho sempre detto che era un uomo debole e me lo ha confermato anche in quell’occasione.

Non ha resistito neanche un anno ad Azkaban- rivelò con voce atona. -Per qualche tempo il suo desiderio di vendetta lo ha sostenuto, ma con il passare dei mesi ha perso velocemente la ragione: ha iniziato a passare notti insonni e a rifiutare il cibo in una sorta di protesta verso la sua ingiusta condanna, finché non si è lasciato morire di fame- concluse.

Prudence si ritrovò a fare un cenno con il capo, assimilando quell’informazione: il suo padre naturale era morto.

Un uomo che non aveva mai conosciuto e che ora non avrebbe mai incontrato.

Ora più che mai il nome di Ron Weasley era soltanto una parola su un certificato… Una parola senza alcun significato.

Era strano che non provasse alcun sentimento per quella notizia?

Avrebbe dovuto provare tristezza per la sua morte oppure rammarico per la mancata opportunità di conoscere l’uomo, ma in quel momento non provava nulla.

Probabilmente avrebbe avuto tempo per analizzare meglio tutto quello che le era stato detto e per capire i suoi veri sentimenti al riguardo, ma ora si sentiva completamente svuotata.

-Come ha reagito la mamma alla notizia della sua morte? – si ritrovò a chiedere curiosa.

Le labbra di Draco si sollevarono in un sorriso leggermente ironico.

-Nonostante tutto quello che aveva sopportato durante gli anni con quell’uomo e il dolore che le aveva causato, quando seppe che Weasley era morto tua madre scoppiò in lacrime.

Pianse a lungo…In ricordo dei tempi passati insieme ad Hogwarts- disse semplicemente Draco in tono neutrale, incapace di nascondere i propri sentimenti al riguardo.

Prudence annuì e restò in silenzio per qualche istante.

-E’ tutto? - gli chiese.

Suo padre le aveva raccontato tutto oppure c’era qualche altro scheletro nell’armadio di non era ancora a conoscenza?

Draco sospirò nuovamente e poggiò le spalle contro lo schienale della poltrona.

-C’è ancora una cosa…

Dopo il processo, le cose tra me e tua madre tornarono lentamente alla normalità: dopo averti riportato a casa, ti avevo fatto un incantesimo per cancellare ogni ricordo di quel mese trascorso con Weasley, per evitare che quell’episodio potesse confonderti e fortunatamente eri tornata la bambina adorabile di sempre.

Perciò decisi che era venuto il momento di chiedere a tua madre di sposarmi- raccontò.

Prudence accennò un sorriso alle parole del padre.

Ricordava le parole scritte da sua madre al riguardo sul diario, gli accenni a ciò che aveva preceduto la proposta di matrimonio e ringraziò il padre per la delicatezza dimostrata al riguardo.

-Chissà quale sarà stata la sua risposta…-Prudence commentò ironica.

Draco sorrise ironico a sua volta.

-Per mia fortuna, Hermione decise di accettare la mia proposta di matrimonio.

Pose un’unica condizione: che ci sposassimo entro la fine dell’anno, in modo da chiudere positivamente quell’anno pieno di avvenimenti.

Così, grazie soprattutto alle capacità organizzative di Pansy, organizzammo il matrimonio in un mese e finalmente ci sposammo- raccontò Draco.

-Mi ricordo il vostro matrimonio…- commentò Prue.

Draco annuì.

-Eri adorabile… Ma probabilmente io sono di parte- considerò Draco con un lieve sorriso a distendergli le labbra sottili.

Prudence ridacchiò.

-Subito dopo il matrimonio partimmo per la luna di miele e, al nostro ritorno, i documenti per l’adozione erano pronti…-

-Adozione? – chiese Ben confuso.

Draco annuì ancora una volta.

-Quando chiesi ad Hermione di sposarmi, le dissi che era mia intenzione adottare Prudence, farla diventare una Malfoy a tutti gli effetti.

Credo che questa mia richiesta abbia convinto tua madre della serietà della mia proposta di matrimonio.

Come ho detto, al ritorno dal viaggio di nozze i documenti erano finalmente pronti.

Tua madre avrebbe dovuto solo firmarli e tu saresti diventata mia figlia anche dal punto di vista legale.

Ed è stato allora che Hermione mi ha lasciato- confessò Draco.

Come aveva previsto, sul volto dei due ragazzi si dipinse un’espressione incredula.

-Cosa? – chiese Prudence scioccata.

Draco annuì.

-La mamma ti ha lasciato dopo neanche un mese di matrimonio? – domandò ancora Prudence.

Draco annuì nuovamente, allungando una mano verso la seconda pergamena che aveva preso dalla cassaforte e che fino a quel momento era rimasta sulla scrivania, dimenticata da tutti i presenti.

-Ma perché? –

Draco sospirò e tese la pergamena verso Prudence.

-Per questo documento- rispose.

 

"Io Narcissa Lestrange Malfoy, nel pieno delle mie facoltà fisiche e mentali, lascio le mie ultime volontà".

 

 Prudence rialzò lo sguardo sul volto di suo padre, la fronte corrugata.

-E’ il testamento di tua madre- disse confusa.

-Continua a leggere- Draco disse con voce calma.

Prue abbassò nuovamente lo sguardo sulla pergamena ingiallita e lesse velocemente le prime righe, capendo immediatamente il motivo che aveva portato sua madre a lasciare suo padre.

Interrompendo la lettura del documento a metà, Prudence rialzò lo sguardo su suo padre e lo fissò incredula.

-Quanti anni avevi quando tu e la mamma vi siete sposati? –

Draco sostenne lo sguardo di Prudence e restò in silenzio per qualche istante.

-Avrei compiuto ventisette anni di lì a poco- Draco disse confermando i dubbi che leggeva chiaramente sul volto di Prudence.

-Quindi hai fatto tutto questo per i soldi? - gli domandò incapace di trovare un senso a tutto quello che suo padre le aveva detto finora e le parole scritte nel testamento di Narcissa.

Draco sospirò, lasciandosi andare ad un gemito frustrato.

-Tesoro, ti adoro e amo il fatto che tu assomigli così tanto a tua madre, ma certe volte questa tua caratteristica è veramente frustrante.

Credo che se tu ti fossi trovata al suo posto avresti reagito esattamente come lei- commentò Draco.

-Allora dimmi tu cosa devo pensare…- replicò Prudence, leggermente irritata.

-Continua a leggere il testamento! – le disse.

Dopo un ultimo istante di incertezza in cui pensò di far vincere la propria irritazione e andarsene dallo studio di suo padre, Prudence abbassò nuovamente lo sguardo sul testamento di Narcissa e riprese a leggere.

Soltanto quando fu arrivata all’ultima riga si rese conto di quanto fosse stata avventata nel proprio giudizio e si vergognò di aver dubitato di suo padre anche soltanto per qualche minuto.

Il suo unico vero amore.

Quella postilla era la conferma definitiva alle parole di suo padre, al suo comportamento durante gli anni prima che i suoi genitori diventassero una coppia e durante il loro matrimonio.

Spiegava inoltre perché tutte le relazioni precedenti di suo padre, comprese quelle con la zia Pansy e la zia Daphne si erano concluse con un nulla di fatto.

Prudence rialzò lentamente lo sguardo sul volto dell’uomo e lo fissò in silenzio.

-Hai capito adesso? - le domandò Draco, leggermente divertito dall’espressione imbarazzata sul volto di Prudence.

Prudence annuì.

-Mi dispiace aver dubitato di te…- iniziò.

-Non preoccuparti, tua madre mi urlò contro insulti peggiori- la interruppe Draco.

Nonostante l’imbarazzo, Prudence accennò un sorriso.

-Come sei riuscito a farle cambiare idea e a riportarla a casa? - gli domandò.

Draco alzò le spalle.

-Diciamo che è stato un lavoro di gruppo.

Dopo avermi lasciato, tu e tua madre vi trasferiste per qualche giorno da tua zia Ginny.

Hermione era convinta che tutti i miei amici fossero a conoscenza del testamento e l’avessero ingannata per tutti quei mesi, quindi furiosa aveva interrotto ogni contatto con Pansy e Daphne.

Il primo che andò a parlare con lei fu Theo; le mostrò di nuovo il testamento e le fece notare la clausola introdotta da mia madre.

Grazie a lui, Hermione ricucì la sua amicizia con Pansy e si trasferì nella casa di campagna dei Nott.

Sono certo che tua madre e Pansy abbiamo passato ore a parlare di me…

In fondo tua zia Pansy ha sempre amato parlar male del sottoscritto- aggiunse ironico Draco.

Prudence rise e scosse leggermente la testa; non sarebbe mai riuscita a capire fino in fondo l’intricata rete di legami che legava i suoi genitori con gli altri membri della loro grande famiglia allargata.

-Infine mi sono presentato a Nott House.

Sono riuscito a convincere tua madre dei miei sentimenti per lei e a riportarvi a casa.

Il resto è storia: qualche settimana dopo tua madre ha scoperto di aspettare le gemelle e dopo diciassette anni siamo ancora qui- concluse Draco.

Era evidente dall’espressione del suo volto che quella era realmente la fine del suo racconto.

-Niente più segreti? - gli domandò Prudence.

Draco scosse la testa.

-Niente più segreti.

Ora tocca a te decidere cosa fare.

Puoi perdonarci per averti nascosto la verità per tutti questi anni? – gli domandò Draco di nuovo serio.

Prudence aggrottò la fronte.

-Certo che sì- replicò prontamente.

Draco scosse lentamente la testa.

-Non prendere decisioni affrettate.

Oggi hai scoperto una parte della tua vita che non conoscevi, molti segreti che poco si addicono all’immagine che da sempre hai di me e di tua madre…

Ho bisogno che tu rifletta a lungo e con calma su tutto quello che ci siamo detti oggi in questa stanza e prenda liberamente la tua decisione- le disse.

Per quale istante, Prudence lo fissò in silenzio confusa dalle sue parole.

-Di cosa stai parlando papà? – gli domandò.

Draco sospirò.

-Io e tua madre ne abbiamo parlato e siamo entrambi d’accordo che per noi non sarebbe un problema se tu, in luce delle nuove informazioni ricevute, decidessi di visitare la tomba di Weasley oppure decidessi di contattare la famiglia Weasley- Draco disse infine.

-Stai scherzando? - gli domandò Prudence incredula.

Draco restò in silenzio.

-Assolutamente no! Per quale assurdo motivo dovrei volere una cosa simile? - ribatté la ragazza alzando leggermente la voce.

Draco si alzò in piedi e aggirò velocemente la scrivania, prima di fermarsi accanto a Prudence, piegandosi sulle ginocchia per poter incontrare il suo sguardo.

L’attimo dopo le prese una mano tra le sue e la strinse dolcemente.

-Tesoro ascolta… Ti sto soltanto chiedendo di prenderti del tempo per analizzare con calma tutto quello che hai scoperto.

Sei una delle persone che amo di più al mondo e non voglio che tu un giorno possa rinfacciare a me e a tua madre di averti rovinato la vita con le nostre scelte.

Se deciderai che quello che hai scoperto non ha nessuna importanza per te, la nostra vita andrà avanti come se le ore passate in questo studio non siano mai accadute; ma se decidi di voler contattare la famiglia Weasley per scoprire qualcosa di più sul tuo padre naturale o per soddisfare la tua curiosità di conoscere come sarebbe stata la tua vita in quell’enorme famiglia, allora sappi che io e tua madre saremo comunque al tuo fianco e appoggeremo qualsiasi decisione tu prenda-

Prudence sospirò e chiuse gli occhi per un breve istante.

Forse suo padre aveva ragione: doveva riflettere a lungo e attentamente su quello che aveva scoperto, lasciare che le emozioni prendessero il sopravvento in modo da fare la scelta più giusta.

In modo da non avere alcun rimpianto in futuro.

Riaprendo gli occhi, annuì.

-Va bene, ti prometto che ci penserò-

 

Salve a tutti!!! Bentrovati!

Finalmente ce l'ho fatta a postare questo capitolo!!! Non avete idea di quanto sia stato difficile... Avevo un'idea precisa di come avrei dovuto impostarlo e cosa si sarebbero detti Prudence e Draco, ma ogni volta Draco continuava ad aggiungere pezzi di conversazioni nella mia mente che dovevano assolutamente trovare posto nel dialogo.

Come avete visto, tutti i grandi segreti sono stati svelati, inoltre abbiamo scoperto anche che fine ha fatto Ron dopo la sua condanna. Ve lo aspettavate?

Il confronto, se così vogliamo chiamarlo, tra Prudence ed Hermione farà parte di un Outtakes che sarà pubblicato a breve; avevo paura di creare un capitolo mostro di 1000 pagine xD

Come avevo anticipato in precedenza questa storia è alle battute finali, credo che manchino massimo 4 capitoli...

Nel frattempo volevo chiedere il vostro consiglio: non ho ancora scelto il sesso del bambino di Prudence e Ben... Avete delle preferenze? Boy or Girl? Fatemi sapere! ^_^

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa come sempre per eventuali errori di battitura e/o ortografia.

La frase all'inizio del capitolo è tratta da "C'est la vie" di Achille Lauro.

Ed ora i ringraziamenti: Vittoria_p( Benvenuta! Grazie per i complimenti! ^_^ Spero che questo nuovo capitolo sia di tuo gradimento), Fiorentinasara( I ricordi purtroppo non possono tornare perchè sono stati cancellati con un incantesimo, ma credo che Prudence avrà sicuramente molto su cui riflettere dopo la lunga chiacchierata con Draco), Stefmassetti( Benvenuta! E grazie per aver dato fiducia al seguito de "Il pagamento" ^_^ Grazie per i complimenti! E' sempre difficile portare avanti storie parallele, sia tra i junior ed tra i seniors, ma ammetto che è una grande soddisfazione quando riesco a dare un senso ad una FF così complessa....La scelta di Harry è dovuta principalmente alla vergogna per il proprio comportamento: sa che i suoi figli sono "innocenti", ma sono anche la prova vivente di tutti gli errori che ha fatto in passato e quindi continuare a frequentarli sarebbe come trovarsi di fronte ad uno specchio che gli riflette continuamente le sue colpe; Spero che questo capitolo sia di tuo gradimento! ^_^), Germana( Bentornata! ^_^ Grazie per i complimenti! Si, puoi ufficialmente festeggiare la nascita della nuova coppia: dopo tanto penare Albus e Richard hanno chiarito tutti i fraintendimenti e sono pronti per godersi un pò di felicità. Povero James, forse sono stata un pò crudele con lui? Però aveva bisogno che qualcuno gli aprisse gli occhi... Devo confessarti che anche io mi sono leggermente commossa scrivendo la parte tra Jim e Blaise e sono contenta di averla scritta "decentemente" visto la situazione particolare...Ed ora tocca vedere quale sarà la reazione di Prudence: cambierà qualcosa nella sua vita?).

Bene, per il momento è tutto.

 Io vi saluto e vi do appuntamento al prossimo capitolo...

Baci, Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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