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Autore: Fran_s    24/01/2020    0 recensioni
Raccolta di oneshot Larry, piccole pillole di vita.
Fanfiction inserite:
1) Ritorno a casa [VERDE]
2) Ti dedico il silenzio, ispirata all'omonima canzone di Ultimo [VERDE]
3) Caruso, ispirata all'omonima canzone di Lucio Dalla [GIALLO]
4) Experience, ispirata all'omonimo brano di Einaudi [ROSSO]
Genere: Angst, Erotico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, Lemon, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questa one-shot è ispirata dal brano "Experience" di Einaudi, pertanto vi invito a tenerla in sottofondo mentre leggete.
AVVERTIMENTI: Contiene scene di sesso consenziente tra persone adulte.

Sentì il suono secco della maniglia aprirsi e dalla portiera socchiusa entrarono veloci le urla dei fan che lo stavano aspettando; il suo agente aveva scelto per lui un hotel poco fuori città chiedendo massima discrezione, ma probabilmente qualcuno aveva fatto trapelare la notizia. Uscì dall’auto ringraziando prestamente l’autista e, dirigendosi verso l’entrata dell’edificio, cercò di porgere un sorriso verso ogni persona lì presente evitando con tutto se stesso gli obbiettivi dei paparazzi: per ogni passo che lo distanziava dalla sua camera sentiva un po' della sua energia liquefarsi ai suoi piedi, abbandonata alle sue spalle.
Superato l'ingresso vetrato individuò subito il suo stilista alle prese con il concierge, così si avvicinò loro e prese la propria chiave d'accesso della suite e, scambiate le parole di dovere, accompagnò Alessandro - il designer - alla sua stanza di fronte alla quale lo rassicurò che gli avrebbe portato il suo abito elegante subito dopo essersi concesso un bagno rilassante e infatti, dopo la lunga giornata, fu libero di salire al piano superiore per darsi una rinfrescata.

Stava facendo scivolare la sua carta nella serratura elettronica quando una voce dall’altra parte del corridoio lo fece bloccare, il petto rimase fermo per qualche secondo e non riusciva a sentire altro se non i battiti del cuore raggiungergli prepotentemente le tempie.
– Queste cazzo di tessere non funzionano mai – il tono era stizzito, la voce acuta e lontana, ma l’avrebbe riconosciuta anche se fosse stata un solo sussurro in mezzo a una folla urlante; si era chiesto spesso come avrebbe potuto reagire se lo avesse rincontrato e ora ecco la sua risposta. Gli comparvero davanti agli occhi fulmini di immagini, ricordi, momenti felici, altri distruttivi e altri ancora semplicemente dolci, nel petto tuoni di dolore per tutte le giornate passate a piangere chiuso in se stesso e al riparo da qualsiasi parola o gesto di conforto di chi gli stava accanto. Dopo tutto quel tempo ogni tanto si riscopriva ancora con le lacrime sulle guance nei momenti che lo sottoponevano maggiormente allo stress, aveva impiegato mesi a riprendersi agli occhi degli altri, anni allo sguardo affranto del suo cuore.

Sentì il forte bisogno di entrare in camera senza farsi sentire, ma la testa si girò senza chiedere permesso e lo vide: stava raccogliendo la card da terra e, alzando il busto, si accorse a sua volta della presenza di Harry immobile, una mano ancora poggiata al pomello lucido.
Harry continuò ad osservarlo mentre Louis abbassava lo sguardo tendendo gli spigoli delle labbra in un leggero sorriso triste, forse nervoso, e poi ancora quando, tenendo il mento vicino al petto, alzava gli occhi per controllare la reazione di Harry il quale, però, non gli diede alcun segno perché era confuso: rivedere quella esatta sfumatura di blu gli aveva acceso una strana sensazione di agitazione, ma il suo cervello non riusciva più a ragionare in modo corretto; i pensieri cercavano di galleggiare a discapito l’uno dell’altro in un mare mosso ricoperto di nebbia.
Poi risentì la sua voce inaspettata alla quale spesso aveva accostato l’aggettivo “celestiale”, questa volta rivolta a lui.
– Ehi, come va? – balbettò incerto.
Ciò di cui aveva bisogno arrivò all’istante, lanciata con forza da un angelo in volo sopra il suo cuore a diramare la foschia e calmare le onde: la consapevolezza della sua mancanza, della voglia che aveva di lui anche solo un’ultima volta affondò qualsiasi altro pensiero.

Mise da parte ogni pensiero razionale e si diresse con passo svelto verso l’uomo che per anni gli era stato accanto prima di essere la causa delle sue sofferenze.
Gli fu a pochi centimetri di distanza quando si bloccò assalito dalle incertezze, puntò le sue iridi in quelle di Louis e ci lesse lo stesso bisogno carnale che stava provando in quel momento, scollegò definitivamente l’interruttore del cervello e si scaraventò sulle sue labbra; per una volta non si chiese cosa lui stesse provando, né ripensò al loro passato insieme, né si domandò se quello che stava facendo fosse giusto: voleva sentire solo il suo calore e il contatto della sua pelle.
Si appoggiò sullo stipite della porta trascinando Louis con sé e, premendoselo contro, aprì leggermente le gambe per dargli modo di mettere la sua coscia tra di esse. L'altro non si lasciò sfuggire l'occasione, Harry sentì i suoi muscoli premergli contro e le sue anche compiere dei piccoli movimenti ondulatori; le loro lingue non si erano ancora staccate fino a quando il moro iniziò a tracciare con la bocca i lineamenti della mandibola dal mento all'orecchio e poi più giù, seguendo la muscolatura per arrivare a mordere la clavicola, la mano sinistra ferma sul lato opposto del collo, l'altra si era fatta strada verso i glutei morbidi per aumentare la stretta dei due corpi.

I movimenti erano frenetici e la lussuria gli stava esplodendo nel cuore raggiungendo capillarmente ogni cellula del suo corpo, ma era in lotta continua con un senso di inquietudine che rischiava di travolgerlo. Scattò togliendosi le mani calde di Louis dalla schiena senza neanche capire i suoi stessi gesti, poi vide la chiave abbandonata chissà da quanto sulla moquette e la raccolse, sopprimendo ancora una volta i propri messaggi di allarme. Aprì l'ingresso della suite e si fece guidare da Louis fino alla camera da letto immacolata: lì si prese qualche secondo per osservarlo da qualche metro di distanza e desiderò di vederlo nudo per mordergli ogni centimetro di pelle, ma abbandonò subito l'immaginazione per spogliarsi suggerendo così anche all'altro di seguire le sue azioni.
Sentiva di avere fretta e che non poteva aspettare troppo per non dare il tempo alla coscienza di realizzare di star facendo un errore, allora gli si avvicinò velocemente premendo la mano destra sulle costole sopra al fianco per tenerlo vicino a sé e la sinistra si alzò svelta verso il petto, lo toccò con i polpastrelli e si sentì improvvisamente calmo, i muscoli gli si stesero e le spalle si rilassarono; poi poggiò il palmo sul pettorale e scandagliò l’intera superficie scendendo piano verso gli addominali, la testa china ad osservare ogni centimetro di pelle abbandonato dalle proprie mani. Raggiunse l’elastico dei boxer e, dopo aver alzato gli occhi su quelli di Louis per avere la certezza che fosse d’accordo, ci infilò le dita sotto, il cuore tornò a battergli con ritmo accelerato e un flusso di calore iniziò a divagare fino a ogni capillare del suo corpo. Tornato ad occuparsi della bocca dell’altro, prese in mano il membro semi eretto sotto lo strato di cotone ed iniziò a massaggiarlo accompagnando Louis sopra le lenzuola bianche del letto dove lo fece sdraiare sotto di lui, non prima di averlo reso completamente nudo; non rimase troppo tempo in quella situazione perché strisciò tra le sue gambe aperte fino ad avere l’erezione davanti al suo viso. Nessuno dei gesti che avevano compiuto gli fece ricordare un solo momento vissuto insieme, neanche una reminiscenza nostalgica e neanche un sentimento, gli sembrava di star vivendo un’esperienza nuova, ma nonostante tutto il suo corpo agiva inconsapevolmente esperto dei punti che più rendevano Louis soddisfatto. Non la fece attendere ulteriormente e lo avvolse con la bocca umida, una mano ad aiutare le sue azioni, l’altra a concedere un po’ di piacere a se stesso fino a quando, resosi conto che non poteva aspettare oltre, abbandonò il suo corpo per sputare sulle sue dita ed iniziare a preparare l’apertura di Louis. Dopo pochi movimenti, quest’ultimo si scostò per recuperare un preservativo e del lubrificante dal beauty case sul comodino, Harry indossò il profilattico e fece sdraiare Louis in modo tale da vedergli la schiena. Lo penetrò piano, ma le spinte divennero subito più veloci, l’altro gli veniva incontro mantenendo lo stesso ritmo; la sola visione di Louis sotto di lui con il fondoschiena alzato e la schiena piegata verso il materasso a creare una curva vertiginosa, lo fece rischiare di avere un orgasmo immediato, gli si sdraiò addosso e, con il petto aderente alla sua schiena, diede gli ultimi affondi.

Si concesse qualche momento per riprendersi baciando distrattamente la base del collo sudata di Louis e passandogli una mano tra i capelli lisci; neanche per un istante si era chiesto cosa stesse pensando e provando Louis da quando si erano visti, né alle conseguenze di ciò che stavano facendo, l’istinto gli aveva offuscato la ragione.
Si sfilò dal corpo dell’altro e fece un nodo al lattice buttandolo poi nel cestino all’ingresso della camera da letto, tornando da Louis vide una bustina di condom di fianco all’abat-jour così la prese sedendosi poi di fianco all’altro ragazzo, l’aprì e lo srotolò sul membro rimasto insoddisfatto ricoprendolo di lubrificante. Alzò la testa verso quella di Louis che non aveva smesso di osservarlo neanche per un secondo, le guance erano rosse e gli occhi liquidi di cupidigia; Harry allungò il busto e baciò il punto che aveva morso prima, salendo lentamente verso le labbra, nel frattempo aveva iniziato a strofinarsi sull’erezione lubrificata provocandogli delle piccole scosse che traduceva in gemiti dentro la sua bocca. A cavalcioni sul corpo di Louis, alzò di scatto il busto e gli mise due dita in bocca per farsele inumidire, le sfilò dalle sue labbra per far percorrere loro la strada verso la zona lubrificata facendo tappa sul collo, poi sullo sterno e ancora sugli addominali, poi stuzzicò l’erezione di Louis unendo il gel alla saliva, si posizionò ed iniziò a prepararsi da solo davanti agli occhi dell’altro per poterlo accogliere dentro di lui, sentiva le mani dell’altro stringergli i fianchi mentre li faceva scendere inglobandolo completamente; lo sguardo dell’altro fisso sul suo corpo mentre si muoveva veloce e la sensazione di pienezza nel basso ventre lo fecero desiderare di rimanere in quella situazione per sempre, ma a Louis non servì molto tempo per venire ed Harry lo seguì per la seconda volta subito dopo grazie alle piccole mani abili dell’altro.

Sdraiati l’uno di fianco all’altro a osservare le reciproche micro-espressioni, non avevano ancora pronunciato alcuna parola; Harry d’improvviso, smaltito il desiderio fisico, venne investito da un immenso vuoto, i dubbi e le preoccupazioni non fecero in tempo a tornare a galla che Louis gli si accoccolò al petto come un gatto in cerca di calore dopo essere rimasto in mezzo alla neve per giorni. Iniziò a tremare e ad Harry venne naturale circondarlo con le braccia per difenderlo, ma si rese conto che il gelo non proveniva dall’esterno e che un cuore cristallizzato va maneggiato con cautela per non frantumarlo. Immerso nelle braccia forti, nascose con i palmi delle mani le lacrime che avevano iniziato a violare i suoi lineamenti perfetti; il moro si abbassò per poter guardare il suo viso e cingerlo nei lati con le mani ormai prive dei suoi anelli. Il suo pianto divenne ora difficile da controllare, i singhiozzi gli mozzavano il respiro ed ebbe la sensazione di non poter reggere il peso della sua stessa testa, tutto il dolore provato nel passato tornò fiondandosi come un macigno su entrambi. Harry iniziò a scostare le lacrime dal viso di Louis, in un disperato e irrazionale tentativo di cacciarle via per sempre, di raggiungere i suoi palpiti con del calore, incurante delle sue stesse che stavano bagnando il cuscino.
– No no no no no – iniziò a sussurrare – Lou no – come un mantra perché vederlo piangere gli stava facendo rigirare lo stomaco su se stesso in una dolorosa danza straziante, poi iniziò a dargli piccoli baci su tutto il viso facendo mischiare salive e lacrime, senza riuscire però a placare i tremiti dell’altro.
– Harry – la voce gli vacillava – è stato solo un grosso errore, non possiamo vederci mai più.


 

-Note d'autore-
Ciao e grazie a chiunque abbia letto la quarta one-shot della raccolta, questa è uscita un po' più lunga delle altre, ma soprattutto a @fearlesslou che mi ha fatto da beta e mi sopporta (e supporta) ogni giorno.
Ogni stellina o condivisione è ben gradita, ma ancora di più lo è il vostro parere: fatemi sapere cosa ne pensate di quello che avete letto, ogni parola per me è importante.

Un abbraccio grande,
Fran

   
 
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