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Autore: God_Eden_Imperial    25/01/2020    0 recensioni
Raccolta di momenti su Mikado Anna e Nosaka Yuuma, la mia nuova OTP
Storia pubblicata anche su Wattpad
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mikado Anna, Nosaka Yuuma
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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I primi raggi di sole avevano fatto capolino dalla finestra già da un bel pezzo quando Anna aprì gli occhi, svegliata  sia dal profumo che proveniva dalla cucina, sia dalla luce  che si era fatta ormai difficilmente ignorabile. Aprì lentamente gli occhi, tentando di non fissare il bagliore che proveniva dall'esterno. Si mise a sedere sul letto che condivideva con il suo ragazzo da ormai qualche mese. In quel momento si rese conto che non stava indossando il solito pigiama, e nemmeno una semplice maglietta, bensì una camicia decisamente troppo grande per appartenere a lei: era di Yuuna. Tornò con la mente alla sera prima, e tutto le fu chiaro. Non l'aveva visto ritornare a casa e, nonostante sapesse perfettamente dove si trovasse, non poteva fare a meno di sentire la sua mancanza, ragione per cui aveva aperto l'armadio e ne aveva tirato fuori la sua camicia preferita, quella che aveva il suo profumo e che gli sembrava così grande che poteva sentirsi fra le braccia dell'altro. L'aveva indossata e si era addormentata. Adesso, però, si pentita amaramente di quel gesto: probabilmente Nosaka l'avrebbe presa in giro, o peggio, si sarebbe arrabbiato. Aveva pensato di togliersela, ma poi cosa ci avrebbe fatto? Non poteva lasciarla sul letto, né rimetterla nell'armadio e fare finta che non fosse successo nulla. In quel momento era tutta stropicciata e Nosaka se ne sarebbe accorto e avrebbe fatto domande, quindi decise di tenersela addosso. Si alzò e si diresse a piccoli passi verso la cucina, dove vide Yuuma intento a cucinare qualcosa che le era parso fossero uova. Esordì semplicemente con un "Buongiorno", ma ciò bastò per far sobbalzare il ragazzo che si voltò verso di lei.
"Oh Anna. Non ti avevo sentita arrivare"
Disse con un'espressione a dir poco sgomenta, ma quando guardò più attentamente la più piccola, a questa si sostituì uno sguardo sorpreso e incuriosito. 
"Anna... quella che indossi è la mia camicia?"
Le chiese, e Anna non poté che annuire, tenendo lo sguardo basso. 
Sul volto di Nosaka si dipinse un'espressione di tenerezza 
"Come mai?"
Domandò, sperando in una risposta più completa rispetto ad un semplice cenno con la testa. Per alcuni secondi Anna rimase in silenzio, poi riuscì a raccogliere un po' di coraggio, e le parole iniziarono ad uscire dalla bocca con un filo di voce
"Mi mancavi. Stavo andando a dormire, e visto che tu non eri ancora tornato mi è sembrato l'unico modo per avere l'impressione che tu fossi accanto a me. So che eri ad allenarti, non volevo disturbarti"
Mentre pronunciava quelle flebili parole aveva chinato il capo, il suo viso era in preda a rossori ben visibili, ed era convinta che questi si sarebbero accentuati con la risposta dell'altro; ciò non avvenne, o almeno, non del tutto. Nosaka, infatti, non si era messo a ridere, né tanto meno si era arrabbiato: un puro e semplice sorriso di gioia si era dipinto sul suo volto non appena aveva sentito le parole della ragazza, e con altrettanta gioia, la strinse a se in un abbraccio forse anche troppo intenso per il suo piccolo corpicino.
Anna, dal suo canto, si aspettava tutto meno che quello: Nosaka era sempre stato un ragazzo abbastanza chiuso in sé stesso, capace di aprirsi solo con persone con le quali entrava davvero in intimità, e una volta che accadeva ciò diventava dolce e buono come pochi, che però non era mai stato troppo propenso ai gesti d'affetto slanciati e immotivati. Se c'era qualcosa che amava però, quello era poter sentire la pelle del ragazzo sulla sua, così calda, profumata, confortante... 
Era ciò che più si avvicinava al suo concetto di casa.
Una volta separatisi da quella stretta, che Anna era stata incapace di ricambiare poiché le braccia di Nosaka le circondavano tutto il corpo e, di conseguenza, anche le braccia, il ragazzo chiese, pur conoscendo già la risposta
"Ti sono mancato così tanto?"
E anche qui ricevette, in risposta, solo un imbarazzato cenno con la testa, al quale ribatté con "Allora vedrò di farmi perdonare"
Detto ciò, si limitò a caricarla di peso e a farla sedere sul piano della cucina, nemmeno troppo distante dai fornelli, ma si limitò a lasciar perdere quel dettaglio, e a concentrarsi di più su chi aveva davanti.
Le cinse i fianchi con le mani, oltrepassando il leggero tessuto della camicia che aveva ancora addosso, facendola rabbrividire e andò a baciarla sulle labbra, dapprima in modo più leggero per poi giungere a intrecciare la propria lingua con quella di Anna. La ragazza, come al suo solito, non si perse in convenevoli, specie in una situazione del genere e, portando le braccia intorno al collo di Yuuma, approfondì immediatamente, e con una certa sfrontatezza, il bacio.
Andarono avanti per una manciata di secondi, ma sarebbero stati molti di più se solo qualcosa nella stanza non fosse mutato all'improvviso: l'aria si era fatta fastidiosa, pesante, si faceva quasi fatica a respirare. Anna aveva interrotto il contatto con quelle labbra che gli erano mancate così tanto, e non l'avrebbe fatto se non avesse avuto un motivo più che lecito. Difatti si era voltata verso destra, e aveva visto delle uova, all'interno di una padella, su un fuoco acceso, che emanavano del fumo nero poco rassicurante.
Non disse nulla, si limitò a scendere dal ripiano su cui Yuuma l'aveva fatta sedere, si diresse  verso il piano cottura per spegnere il fuoco, poi verso la finestra per aprirla e far arieggiare la stanza, e prima che Nosaka potesse dire qualsiasi cosa, si tolse la camicia, lasciandola cadere per terra e restando cosi solo con l'intimo addosso. Successivamente, non perse tempo a trascinare il ragazzo in camera da letto.

 

 

   
 
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