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Autore: Mistress Lay    10/05/2005    8 recensioni
Dopo l'assassinio di Sirius la vita di Harry è radicalmente tanto che fugge da Privet Drive senza dare più notizia di sè, senza avvertire gli amici, senza dare una spiegazione. Torna dopo due anni. Non solo, ma accompagnato da un altro ragazzo che odia ferocemente Albus Silente. Ma durante l'assenza di Harry è cambiato qualcosa a Hogwarts? Sono cambiati i suoi amici? E i suoi nemici? Chi sono i Rinnegati? E Draco Malfoy, che ruolo avrà?
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry, Potter, Serpeverde, Tom, Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Raggi di Speranza - Capitolo II By Mistress Lay

- HARRY POTTER -

RAGGI DI SPERANZA

 

Titolo: Raggi di Speranza (cap. I, part. II)

Autore: Mistress Lay

Categoria: Drammatico, generale

Sottocategoria: Slash, PG 13, AU

Personaggi: Harry Potter, Draco Malfoy, Tom Riddle, Ron Weasley, Hermione Granger, Tutti...

Pairing: Harry/Draco, Harry/ Tom Riddle etc...

Disclaimer; tutti i personaggi appartengono a J.K. Rowling, i personaggi nuovi, che escono fuori direttamente dalla mia fantasia malata... ^___^;;;

 

 

 

 

CAPITOLO SECONDO

HOGWARTS, UN ANNO DOPO

(PART II)

 

 

 

Ufficio del preside Silente.

 

Davanti alla sua scrivania ci sono due ragazzi sui diciassette anni, l'uno di statura media, piuttosto magrolino, con indosso vestiti scuri da mago, capelli castani, occhi nocciola, niente di notevole nel fisico o nello sguardo, uno come tanti, l'altro completamente diverso, alto più del castano di almeno due spanne, capelli corvini lunghi, un poco ondulati, fisico prestante, sorriso strafottente, occhi scurissimi, che non si dimenticano, che lampeggiano di continuo.

 

Tom Riddle.

 

Un nome era uscito dalle labbra di Albus Silente. Più involontariamente che altro.

Ma lui lo aveva conosciuto quel ragazzo attraente, molto ricercato, elegante nei modi, ambito, un modello da prendere in considerazione, quel ragazzo di serpeverde brillante e che aveva contribuito alla consegna dell'Erede di Serpeverde, quel ragazzo poi divenuto il temuto Lord Voldemort, l'Oscuro Signore.

La mano corse ovviamente alla bacchetta ma non mosse un muscolo. I ritratti sibilarono. Lo conoscevano, Tom Orvoloson Riddle, lo conosceva bene Armando Dippet, suo preside, lo conosceva bene Albus Silente, suo vecchio professore di Trasfigurazione.

 

- O forse dovrei dire, preside? - si corresse sarcastico Tom Riddle.

- Tom Riddle - una constatazione ripetuta dal preside.

Minerva McGranitt si spostò accanto a Silente e lui si accorse che la professoressa aveva sempre tenuto sotto controllo Riddle con la bacchetta, sospettosa e scossa.

- Come mai sei qui? - chiese calmo Silente.

Tom si rabbuiò: - Non di certo per una visita di piacere - e fece cenno al ragazzo castano di intervenire.

I due professori fissarono il ragazzo castano che stava in disparte accanto a Riddle, lo fissarono sorpresi perchè si erano dimenticati della sua presenza silenziosa, come se riuscisse ad ammantarsi di nebbia agl occhi e alla considerazione altrui. Chissà come faceva…

Albus Silente lo guardò con benevolenza, sospetto e aspettativa.

Ma quello non disse niente, solo gli rivolse uno sguardo apatico.

Però a quanto pareva l'atteggiamento del ragazzo castano dava noia a Tom perchè gli diede una spinta leggera al fianco ammonendolo: - Puoi anche smetterla di fare commedia -

L'altro mostrò un ghigno a Tom e poi rivolse un sorriso ai due professori a tiro di bacchetta e ai ritratti, che non capivano l’identità di quello strano ragazzo, chi fosse, che cosa facesse lì.

 

Un sorriso insignificante che subito viene dimenticato.

 

Poiché, sotto gli occhi sorpresi di tutti i presenti, quello sguardo cominciò ad acquistare una nota sempre più eloquente e poco a poco l’aspetto del ragazzo si trasformò, come una crisalide si trasforma in una splendida farfalla: si alzò di statura, anche se rimase comunque più basso di Tom, il fisico divenne da magrolino a prestante, il viso divenne più espressivo e significativo e quel viso da insignificante si stampò nelle loro menti, così tanto indimenticabile che mai sarebbe potuto essere scordato...

 

E videro il suo vero e celato aspetto: gli occhi verde brillante, profondi, duri, espressivi, capelli corvini un pò ritti e un pò arruffati e l'inconfondibile cicatrice a forma di saetta sulla fronte.

Lui. Lui che era tornato a Hpogwarts, che era tornato dai suoi amici, sfuggito dai suoi nemici, vivo e vegeto.

La speranza che tornava sotto forma di ragazzo fuggito e ritornato.

 

- Salve a tutti – disse con estrema semplicità.

 

- Harry Potter - mormorò Silente senza celare la sorpresa nel tono di voce mentre la professoressa lasciava cadere la bacchetta a terra per lo stupore, scossa e fremente, e tutti i ritratti, compreso Phineas, sorpresi, meravigliati, tutti tranne Emilia, sibillina ma compiaciuta che sorrideva dall'alto del suo scanno, si chinarono guardando in basso.

 

La professoressa si slanciò in avanti per abbracciare il ragazzo ma Silente la fermò: - Aspetta, non possiamo sapere se sia veramente lui -

Tom Riddle scoppiò in una risata fredda: - Certo, chissà chi avrei portato, vero? -

Silente lo ignorò e si rivolse direttamente a Harry Potter, un accento duro nella voce: - A chi appartiene la spada dorata che ti è stata donata dal Cappello Parlante al tuo secondo anno? -

Harry Potter ghignò: - A Godric Grifondoro -

Silente tirò un sospiro di sollievo, sentendosi inumidire gli occhi e tolse la sua mano dalla spalla della professoressa, che, avendo capito che quel ragazzo aveva superato la prova ed era davvero colui che diceva di essere, lo abbracciò.

 

- HARRY! -

 

Harry sorrise e tutti poterono osservare il ritorno dell'espressione che sempre era dipinta sul viso di quel ragazzo, fuggito e poi, ritornato. Oh, che strana espressione… quella di un ragazzo profondamente segnato dalla sua esistenza, dai suoi dolori e dalla sua ricerca di risposte.

Silente lo abbracciò subito dopo che la professoressa McGranitt lo ebbe lasciato per asciugarsi le lacrime di gioia: - Bentornato, Harry Potter - disse il preside anziano mentre i ritratti lo fissavano felici, ammirati, sibillini ma anche sorpresi come Phineas Nigellus.

Tom Riddle guardò Harry stranito: - Hai combattuto con la spada del fondatore? -

- Guarda caso proprio contro di te -

L'altro non disse altro ma lo guardò male come per rimproverarlo di non avergliene mai fatta parola o forse per qualche motivo più oscuro, più misterioso, più importante.

- Harry, Tom, sedetevi, sono sicuro che abbiate entrambi molte cose da raccontarci - li invitò il professore - Minerva, prego, siediti anche tu -

I due ragazzi si sedettero sulle comode poltrone di chitz di fronte alla scrivania del preside mentre la professoressa evocava una poltroncina accanto ai due e si metteva comoda, apprestandosi ad ascoltare di ciò che i due volevano parlare, aspettandosi un resoconto dettagliato di pericoli e nascondigli, della vita da fuggitivo che doveva aver trascorso in quell’anno da quando il ragazzo era fuggito da casa Dursley.

Tom guardò Harry con aspettativa, chiedendosi che cosa avrebbe detto e che cosa avrebbe celato e tenuto per sé.

Passare così tanto tempo con lui lo aveva portato a conoscere la sua natura e parte dei suoi pensieri: sapeva che Harry non avrebbe tradito il loro segreto, dove erano stati, chi li aveva aiutati, da dove lui, Tom Riddle, fosse arrivato o, per meglio dire, come aveva fatto a tornare.

Chissà se avrebbe anche omesso come si erano conosciuti, in quella calda serata di un anno fa quando erano stati in procinto di uccidersi a vicenda.

Ma c’era anche da dire che Harry non sembrava molto allettato all'idea di raccontare qualcosa. Anzi, sembrava divertirsi a giocherellare con la bacchetta in mano, un sorriso strafottente stampato sulle sue labbra. Forse godeva della situazione – per una volta era lui che nascondeva qualcosa, per una volta non era lui a chiedere ad altri spiegazioni che non sarebbero mai arrivate – forse semplicemente aspettava la domanda.

I due suoi professori pensarono di non aver mai visto Harry così simile al padre, James Potter, quell’espressione divertita, quella posa arrogante...

Silente spezzò il silenzio creatosi chiedendo se qualcuno volesse un po' di tea. Tutti rifiutarono ovviamente.

 

- Allora, Harry -

 

Harry alzò lo sguardo, stringendo la bacchetta in un pugno.

 

- Non vuoi raccontarci cos'hai fatto in questo anno? E per quale motivo Tom Riddle si trova qui, vivo, e con te? -

 

Harry sospirò ma non disse niente.

 

Intervenne Tom Riddle, divertito e scocciato: - Ha trascorso tutto l'anno a non farsi scoprire nè da voi nè dall'Oscuro Signore, che lo stava disperatamente cercando. E devo dire che il piccolo Potter sa combattere davvero molto bene... - rise - Chiedi per quale motivo io sia in questo mondo, Silente, quando ero stato distrutto da Harry Potter nella Camera dei Segreti dopo che lui ha salvato la piccola rossa? Bè, non te lo dirò - concluse con voce dura - Ma sappi che io sono vivo, in carne ed ossa e... -

 

- ... E non vuole uccidermi - concluse per Tom Riddle, Harry.

 

Riddle lo fissò, non disse nulla, si appoggiò allo schienale della poltroncina e si limitò a guardarsi intorno con malevolenza. Non più almeno.

 

- Raccontaci, Harry - lo invitò la McGranitt.

 

Tom sentì che lo stava perdendo.

 

Harry era tornato nel luogo al quale aveva era sempre appartenuto, nella sua scuola, dai suoi protettori e amici… quello era il momento di separarsi, era arrivato il tempo che ognuno prendesse la propria strada e proseguisse verso il proprio destino.

 

Destino, che grandissima stupidaggine.

 

Ma si riscosse.

 

Lui l'avrebbe seguito anche lì, per impedirgli di cambiare e dimenticarsi di lui.

 

Guardò duramente Silente, intento ad ascoltare Harry parlare, e pensò: "Tu non lo porterai via"

 

 

 

 

Hogwarts, Anonimo Corridoio

 

Draco Malfoy stava percorrendo il lungo corridoio delle armature al quarto piano del maestoso castello di Hogwarts, passando tra i ritratti addormentati o vuoti e dirigendosi verso il ritratto di fantasma perlaceo che continuava a camminare su e giù per il ritratto raggiungendo un estremo di cornice all'altro, chiaramente assorto nei suoi pensieri.

Normalmente, ogni quadro aveva un’incisione sotto la tela, una piccola mostrina di metallo impiantata nella cornice dov’era scritto il nome del ritratto ma in questo non c’era nessuna iscrizione, solo il segno di una mostrina strappata molto tempo addietro, quindi, per Draco Malfoy, era semplicemente il quadro della sua nuova sala comune, un fantasma senza nome e piuttosto… strano, oltre che indifferente a qualsiasi cosa e muto nei confronti di tutti.

 

- Chiaro di luna - declamò.

 

Il fantasma lo guardò con occhi spiritati e tornò a camminare avanti e indietro mentre il ritratto si scostava, lasciando passare il ragazzo biondo.

Draco entrò nella saletta che da un anno a quella parte era diventata la sua sala comune dove trovò Pansy Parkinson e Millicent Bulstrode chine sul divano a parlare, Tiger e Goyle che mangiavano delle Cioccorane e Blaise Zabini che leggeva un libro di pozioni ma, alla sua entrata, tutti sospesero le loro attività e si rivolsero a lui.

- Allora? - chiese Pansy concitata.

Draco non rispose subito e si concesse il tempo di sedersi stancamente su una poltrona accanto al divano occupato dalle due ragazze: - Niente -

- Come niente? - domandò Millicent.

- Niente - ripetè Malfoy - Il professor Piton ripete solamente di stare calmi e goderci queste vacanze -

- Calmi? - chiese Blaise, sedendosi accanto a Pansy - Come si può stare calmi in una situazione del genere? -

Draco alzò le spalle.

- Ma... è successo qualcosa? - chiese perspicace Pansy.

- Tre babbani sono stati uccisi - disse Draco.

- Tre? - era stato Tiger a fare quella domanda ma nessuno gli rispose nè lui si aspettava che lo facessero.

- E così le morti salgono a quindici - sentenziò Blaise - Quindici morti in meno di un anno, fantastico -

Draco non lo stava ascoltando.

 

Stava pensando a suo padre, Lucius Malfoy, anche se lui ormai non lo definiva tale, anzi.

Più di due anni prima aveva rifiutato il marchio perentoriamente e non lo rimpiangeva.

Lo aveva fatto per lui stesso, perchè non poteva considerare genitori un padre che non gli prestava nemmeno attenzione e si occupava solo del buon nome della famiglia e di servire un Oscuro Signore che lo costringeva ad uccidere persone innocenti, babbane o no, che adorava vedere le loro espressioni terrorizzate, che le torturava... durante tutta la sua vita non si era mai considerato "figlio" quanto più un delizioso soprammobile da esporre quando più se ne aveva voglia per paragonarlo a stupidi mezzosangue o babbanofili.

 

E quando poi era giunto a Hogwarts la goccia che fa traboccare il vaso: Harry Potter.

 

Harry Potter che aveva rifiutato la sua amicizia, disdegnato la sua mano tesa, che era famoso, ricercato, ammirato, preso a modello, a volte deriso ma sempre circondato da una schiera di amici, di sostenitori, nel bene e nel male.

Coraggioso, intrepido, audace, fiero come un vero Grifondoro, onesto e leale come un Tassorosso, che sempre aiutava le persone in difficoltà, che le salvava anche dalla morte, che sempre si distingueva da tutti, che si cacciava sempre nei guai.

Lucius Malfoy non poteva sopportare che il proprio figlio fosse secondo al famoso Harry Potter, pupillo di Silente, il più giovane cercatore di tutta la storia, che già al suo primo anno di Hogwarts era famosissimo anche nel Quidditch, che ad ogni partita che partecipava vinceva.

In quegli anni Lucius era stato più severo del solito: mai lasciarsi superare da Harry Potter o dalla mezzosangue Hermione Granger, la migliore studentessa di Hogwarts.

Draco così si doveva mostrare odioso, sprezzante, subdolo, provocatore.

Aveva seguito quel copione di dramma tragico per cinque anni senza recitarlo fino in fondo, senza volerlo veramente recitare, lasciandosi trascinare nel turpe turbinio di apatia, di desiderio di compiacere il padre, di ricercare la sua approvazione nonostante tutto, di seguire la via più semplice, di non ribellarsi.

Per lui Harry non era un rivale ma una preda ambita.

Si era accorto di amarlo già dal suo primo incontro da Madama McClan e si era anche accorto di amarlo ogni giorno di più, di essere geloso di Weasley e della Granger, suoi migliori amici, di Neville Paciock o i gemelli Weasley, e per anni era stato furioso con le ammiratrici di Harry: con Ginny Weasley aveva capito che veramente Harry per lui era importante e non poteva perderlo, poi anche Cho Chang lo aveva fatto così infuriare che nel solitudine della sua stanza spesso lanciava contro la parete qualsiasi cosa gli capitasse a tiro, che aveva passato il quinto anno a tiranneggiare quelli del primo per il solo gusto di sfogarsi...

 

Per lui Harry era importante e non aveva mai voluto vederlo morto.

Ma come disobbedire al padre, il rispettabile Lucius Malfoy, per lui punto insostituibile di riferimento?

La risposta la sapeva.

 

Non avrebbe mai potuto ribellarsi e il suo destino era segnato: divenire un nuovo mangiamorte.

 

Ma al suo quinto anno di scuola aveva visto il palesarsi di Voldemort e l'arresto dei mangiamorte in particolare di Lucius Malfoy aveva capito veramente da che parte stare e, anche se non voleva ammetterlo a sè stesso, ringraziava Harry Potter di aver condannato il padre alla prigione.

 

Ma lui era fuggito.

 

Poi, una volta tornato a casa, il padre era stato ancora più fermo e deciso di iniziarlo a divenire mangiamorte e uccidere Harry Potter, fargliela finalmente pagare.

E allora aveva capito.

 

Aveva capito che la vita e la salvezza di Harry Potter era più importante anche della sua vita, dell'onore della famiglia Malfoy, del disobbedire a suo padre. Un padre che adesso odiava.

Aveva capito che amava follemente Harry Potter ed era disposto a tutto per salvarlo.

E poi Draco aveva capito che se rimandava ancora la sua decisione di ribellarsi non avrebbe più avuto opportunità.

Quindi aveva deciso, nell'estate che precedeva il suo sesto anno, di dichiararsi a Harry, di parlargli, di fargli capire che per lui era disposto a rifiutare il marchio e schierarsi dalla sua parte.

E con quei propositi aveva potuto sopportare l'estate e suo padre.

Ma quell'anno era stato il più terribile.

 

Harry non c'era.

Era fuggito.

 

Nessuno sapeva dove fosse, che fine avesse fatto, se fosse ancora vivo.

E Draco si era sentito morire dentro.

Aveva parlato con Pansy, Millicent, Blaise, Tiger e Goyle che sapeva essere titubanti ad accettare il marchio e li aveva convinti a rifiutare l'assoggettamento al Signore Oscuro e passare dalla parte di Silente.

Li aveva rassicurati dicendogli che avrebbe cercato di convincere Harry Potter delle loro intenzioni perchè sapeva che Harry era una delle colonne portanti, che era dentro agli affari di Silente, che forse li avrebbe aiutati e così tutti e sei avevano deciso di comune accordo di parlargliene sul treno.

 

Ma lui non c'era.

 

Avevano trovato nel vagone solitamente occupato dal ragazzo i suoi amici: Ron, Hermione, Neville, Ginny, Luna... ma di Harry nessuna traccia.

Quello che avevano ottenuto erano state solo minacce, più pesanti e orribili del solito, odio e una porta sbattuta così forte da essere quasi scardinata.

E allora avevano saputo.

Harry aveva visto morire una persona a lui molto cara nell'incursione nell'Ufficio Misteri, quando era stato di nuovo etichettato un eroe agli occhi di tutti, e quell'estate, trascorsa dai suoi zii babbani, era fuggito per non si sa dove e tutti lo stavano cercando, Silente e i suoi da una parte e dall'altra Voldemort e i suoi seguaci.

E a quei sei serpeverde il mondo era caduto addosso.

Così si erano rivolti al professor Piton che sospettavano essere un fedele di Silente infiltrato tra i mangiamorte per spiarne le mosse e avevano cominciato a respirare: erano sotto la protezione di Silente, dell'Ordine della Fenice.

 

Ma si erano sbagliati.

Non avevano seriamente considerato il ruolo di Harry all'interno della scuola.

 

Avevano scoperto che aveva un ruolo cardine, di armonia tra le case, era il capo dell'ES, Gruppo di Difesa contro le Arti Oscure che traeva il suo punto di forza dalla coesione pacifica dai tre diversi dormitori: ma con la sua fuga Grifondoro era divenuto ancor più altero e odioso nei confronti dei serpeverde, gli stessi Serpeverde li snobbavano per aver scelto una strada diversa, i Tassorosso e Corvonero erano dello stesso avviso di Grifondoro dal momento che i loro "capi" (tra cui anche i prefetti delle case) erano tutti fedelissimi di Harry e alleati dei Grifondoro.

 

E così si erano trovati isolati da tutti e la loro unica speranza non c'era.

 

Avevano trascorso le vacanze di Natale e estive a Hogwarts, protetti dai propri genitori, e assegnati in un "appartamento" sotto la sorveglianza del professor Piton e del ritratto strano del fantasma a sorvegliare il passaggio.

Ora stavano intraprendendo il loro settimo e ultimo anno.

Si stava preannunciando molto difficile tra le minacce e le persuasioni dei loro genitori, tra la paura delle derisioni a cui saranno sottoposti all'inizio dell'anno e Draco soffriva ancor di più perchè Harry Potter non c'era.

Come poteva sopportare l'agonia?

La notte era formata di incubi raccapriccianti dove sempre era presente il suo amato ucciso dal padre o sanguinante...

Scosse la testa per allontanare quel pensiero.

 

- Nessuna notizia di Potter? - chiese Pansy riscuotendolo dai suoi pensieri.

Draco sospirò stancamente: - No. Sembra essersi dileguato -

- Ma come farà... - intervenne Blaise - In fondo quasi tutto il mondo magico lo sta cercando... -

Draco non disse nulla. Sentiva solo una stretta allo stomaco.

- E noi come faremo quest'anno? - chiese con voce querula Pansy.

Millicent le posò una mano sulla spalla: - Ce la caveremo -

- Non voglio che cominci la scuola - si lamentò Pansy.

"Io voglio che Harry torni..." pensò Draco ma non disse nulla anche perchè non ce n'era bisogno, tutti avevano capito.

 

 

 

Grimmauld Place numero dodici, periferia di Londra.

 

Una casa speciale in mezzo a tante altre, una casa di maghi in mezzo a quelle tante babbane, una casa soggetta ad un viavai assiduo, di persone stranissime e diversissime tra loro, persone avvolte in strani mantelli, persone con sospetti vestiti, persone che camminavano a passo spedito per il vialetto, persone che non suonavano mai il campanello.

L'atmosfera all’interno della casa era sempre la stessa, tesa, soffocante a volte, con tutte quelle persone che entravano e uscivano per rinchiudersi in una stanza a parlare, confabulare, ideare piani, e poi a volte uscivano con circospezione dalla porta, scatenando urli furiosi da un ritratto malevolo e disgustato, a volte rimanevano e tutti si facevano forza di sembrare allegri e di buon umore, con un'allegria forzata e ipocrita.

Hermione Granger si sedette sul letto nella piccola stanzetta assegnatale.

Guardava la busta che aveva tra le mani e che le era arrivata non meno di una settimana prima: Hogwarts.

Lista dei libri, avvisi, la spilla argentata da Caposcuola.

Sospirò.

E ancora un altro anno scolastico, l'ultimo.

Ma quest'anno non ci sarebbe stato Harry.

Non lo aveva mai creduto capace di fuggire ma sapeva del profondo affetto che nutriva per Sirius Black, il suo padrino assassinato.

Certo, nell'ultimo anno aveva capito quanto Harry era molto emotivo ma non avrebbe mai creduto Harry capace di tanto: tanto da fuggire e non farsi più sentire, di non confidarsi con i suoi migliori amici...

Ripensò al sesto anno: non c'era Harry, alcuni serpeverde avevano rifiutato il marchio, altri lo avevano accettato, erano stati uccisi maghi e babbani e in più Silente non ammetteva all'Ordine della Fenice nè lei nè Ron nè Neville nè Ginny.

Nonostante fossero maggiorenni.

"Quando finirete la scuola..." aveva detto il preside Silente in un tono che Hermione aveva capito indiscutibile, che rivelava che non voleva perdere anche loro.

 

E così non sapevano nulla.

 

Solo che l'Oscuro Signore e i suoi mangiamorte stavano cercando Harry per ogni dove, che l'arma contenuta all'Ufficio Misteri, la profezia sulla distruzione di Voldemort, si era rotta ed era perduta ma sapevano anche (grazie alle utilissime Orecchie Oblunghe) che Harry sapeva il contenuto della profezia.

 

Era per questo che era fuggito?

Perchè non ne aveva parlato con i suoi amici?

 

Qualcuno bussò leggermente alla porta.

 

- Avanti -

 

La porta si aprì ed entrò Ginny Weasley, sua compagna di stanza, le sorrise brevemente: - Hermione, ci vogliono tutti di sotto -

Hermione si alzò da letto e seguì Ginny giù per le scale per riunirsi nel salotto dove erano presenti tutti i membri della famiglia Weasley e altri dell'Ordine della Fenice e non si stupì nel vedere le lacrime della signora Weasley, così sensibile a tutti gli attacchi che si erano susseguiti durante quell’ultimo, durissimo, periodo di scontri senza esclusioni di colpi.

Ma questa volta era diverso.

Hermione l’aveva capito nell’osservare con attenzione le facce dei presenti, il loro atteggiamento, anche i singhiozzi di Molly Weasley erano diversi, come pure l’atmosfera, non più satura e impaziente, ma più serena, immobile, che aspettava qualcosa.

Ed era presente anche il preside Albus Silente, lui si faceva vedere molto spesso a Grimmauld Place ultimamente ma non si era mai trattenuto a parlare di argomenti non pertinenti a Voldemort, ai Mangiamorte o alla ricerca di Harry Potter, andava e veniva, stanco in volto. Rassicurava, cercava di dare speranze.

Ma quel giorno era là, sorridente come non lo vedeva spesso, gli occhi azzurri più scintillanti del solito, espressione meno enigmatica e più consona a un sorriso, meno rughe sul suo viso e un'espressione indecifrabile sul volto.

Sapeva anche era preoccupato nonostante l’aria lieta che aveva.

- Che succede? - chiese bruscamente Ron. In quell’estate era cresciuto di altri tre centimetri ed era più alto persino dei gemelli Weasley nonostante la differenza di età - Perchè ci volevate qui? -

- Pensavo voleste sapere la bella notizia subito. Harry è tornato - disse Silente, sorridendo.

 

 

 

 

Hogwarts

 

I sei Serpeverde, non appena varcarono la soglia della Sala Grande per la cena, capirono subito che c'era nell'aria qualcosa di diverso:lo si capiva non solo dagli insegnati che confabulavano fra loro ma anche dalle risa e i sorrisi che aleggiavano.

Normalmente la Sala Grande, durante il periodo scolastico, ospitava i quattro tavoli dei quattro dormitori di Hogwarts e, in un piano rialzato, il tavolo degli insegnanti, ma nelle vacanze estive i Serpeverde avevano sempre consumato i loro pasti assieme agli insegnati in un grande e unico tavolo circolare che ospitava i professori rimasti a Hogwarts e gli studenti.

I Serpeverde presero posto, e istantaneamente si troncarono a netto tutte le conversazioni dei professori, ma l’atmosfera rimase, lieve, quieta.

Draco si sedette accanto al professor Piton, che sembrava più arcigno che mai: - È successo qualcosa? -

I professori rivolsero uno sguardo a Silente, che si schiarì la voce e sorrise: - Si può dire di sì -

- È un bella notizia, immagino - intervenne Blaise.

- Dipende dai punti di vista - replicò il professor Piton con la sua voce bassa.

- Decisamente, Severus - ribattè la professoressa McGranitt, elargendo un grande sorriso.

- Potreste dircela o no? - Draco si stava alterando.

Silente sospirò: - Quest'anno ci saranno due studenti nuovi a Hogwarts -

Millicent stava per obiettare che è normale che ci siano studenti nuovi ma Pansy le diede un calcio da sotto il tavolo per non farle operare quell'osservazione e disse invece: - Che cosa intende dire? –

 

- Torneranno a Hogwarts due studenti che credevamo perduti - rispose sibillino il professor Silente.

 

Draco Malfoy sentì la rabbia invaderlo: quanto odiava le frasi a metà del preside!

Le odiava almeno quanto odiava dover chiedere di sapere di più.

Dentro di sè si sentiva deluso: se fosse stato un unico studente avrebbe già la risposta… sarebbe tornato finalmente Harry. Ma no, era certo che l’udito non l’aveva ingannato, aveva detto due, due studenti.

 

Due studenti.

 

Chissà chi erano, si stavano chiedendo i sei ex serpeverde.

 

Ma dal momento che nessuno dei professori si degnò di rispondere alla domanda sottesa e che continuavano a mangiare e guardare i studenti con un sorriso felice, decisero di arrischiare la domanda e Blaise quindi chiese, bruciando di curiosità: - Chi sono? -

 

- Harry Potter -

 

Pansy mentre stava bevendo un sorso d'acqua, nel sentire quel nome, ne spruzzò metà sul tavolo, rischiando il soffocamento, Tiger e Goyle, che stavano mangiando un dolcetto cominciarono a tossire, Millicent e Blaise si limitarono a fissarli a bocca aperta. Ma quello che fece più scalpore fu Draco che abbassò così velocemente il braccio che non si accorse di averlo appoggiato sulla posata che era nel piatto e sporgeva così la fece volare al centro del tavolo assieme a metà della sua zuppa.

Ma non vi badò e, con la camicia sul davanti mezza inzuppata chiese, con voce roca: - HARRY? Harry Potter? –

- Sì, proprio lui - rispose Silente.

I Serpeverde si animarono: e se fosse la fine delle angherie? Tutto dipendeva dal primo impatto che Potter avesse verso di loro.

Per la prima volta dopo che avevano rinnegato il marchio, gli studenti mangiarono con inaspettato gusto e anche Draco, che a dir la verità più che mangiare si cacciava in bocca qualsiasi cosa gli capitasse sotto le mani, incurante se fosse una costoletta o un tovagliolo, ed era tutto preso dalle sue considerazione personali sul caso: come dichiararsi? Come farsi accettare? Come provare la sua fedeltà e devozione agli avversari del padre e di Voldemort?

Gli altri rivolsero un sacco di domande ai professori, per di più lasciate in bianco: Quando era arrivato? Come aveva fatto a nascondersi in quell'anno? Serbando nel cuore pensieri, speranze… quel settimo anno forse non sarebbe stato peggiore del precedente.

Ma tutto quello che ricevettero fu un: - Vi dirà lui se vorrà -

E Pansy chiese poi: - Chi è l'altro studente? -

- Lo vedrete presto - disse Silente con un'ombra nello sguardo azzurro e penetrante.

 

Draco si sentì pervadere da una strana sensazione, come se presagisse un guaio all'orizzonte.

 

 

 

 

Luogo imprecisato

 

Tom Riddle osservava la figura dormiente del ragazzo che riposava al chiaro di luna: il corpo che si sollevava per il respiro regolare, gli occhi chiusi, le labbra semiaperte.

Erano mesi che condividevano la stessa stanza e Tom non si era mai abituato nel vedere la figura del ragazzo dormiente. Si chiese per l'ennesima volta se avesse operato la scelta giusta nel volerlo seguire ma subito dopo si diede dell'idiota: non voleva perderlo.

Ma lui odiava Hogwarts, odiava Silente, odiava l'atmosfera che regnava in quella scuola, odiava i grifondoro e si supponeva che odiasse anche Harry James Potter.

 

No, non era più così…

"Ho smesso di odiarlo tanto tempo fa. Ho smesso di volerlo morto. E chi lo volesse morto se la dovrà vedere con me. Potrei combattere anche me stesso... Anzi... lo dovrò fare..." pensò.

 

Guardò ancora Harry che muoveva e mormorava nel sonno, agitato e sorrise furbescamente "Una sorpresa..." pensò reprimendo una risata all'idea che aveva in mente e che il mattino dopo avrebbe messo in atto.

 

Aveva solo tutto il giorno dopo per prepararsi per varcare nuovamente i cancelli di Hogwarts e rivedere tutti quei luoghi che pensava di aver dimenticato, dove aveva trascorso anni felici, protetto dalle mura, lontano dal mondo dei babbani, un mondo così odiato, quel mondo a cui apparteneva il padre, odiato e rinnegato. Le cose non erano poi così cambiate: non era cambiata l'avversione per il padre Tom Riddle, per i babbani, l'odio per il professore... anzi, il preside Silente, figura elevata di uomo che sembrava perfetto, che dava aiuto a chiunque, che dava fiducia a tutti coloro che gliela chiedevano, che parlava in quella maniera così enigmatica da risultare irritante, ma preservava anche dentro di sè l'amore per i purosangue, per gli studi e per quella cosa chiamata orgoglio e ambizione.

 

Doveva comunque ammettere che entrava ad Hogwarts con un qualcosa in più, senza quel sentimento che aveva costellato la vita del suo... alter ego: l'odio per l'ultimo dei Potter.

 

No, lui non lo odiava.

 

Ricordava di averlo odiato quando l'ingenua Ginny Weasley aveva confidato al diario segreto tutta la storia di Harry Potter e le sue vittorie sull'Oscuro Signore, lo aveva odiato tre anni prima quando era risorto Voldemort ma aveva cominciato a provare quel sentimento confuso, che non sapeva bene identificare, come una rabbia mista ad avversione mista a...

 

Lo aveva provato quando lo aveva conosciuto, un lontano giorno di quasi un anno prima.

 

La strada per la comprensione era stata irta di ostacoli ma entrambi avevano unito di comune accordo le loro forze, avevano tolto le proprie avversioni e poco a poco avevano scoperto di non odiarsi, permettendo all'altro di entrare poco a poco nel proprio cuore.

 

Ed era per quello che Tom Riddle voleva seguire Harry Potter nel luogo ove risiedeva la persona per lui più odiata: Hogwarts.

 

Sì, lo avrebbe seguito.

 

Per adempiere al suo giuramento, per assicurarsi che tutto vada per il verso giusto, che il Grifondoro non lo dimenticasse e tornasse quello di un tempo, molto diverso da quello di adesso... ma soprattutto lo seguiva per il suo giuramento che aveva fatto senza che Harry lo sapesse.

 

Chiuse gli occhi e si abbandonò al mondo dei sogni.

 

"Ci rivediamo, Hogwarts..." pensò e, in fondo, per Hogwarts non c'era quel gran odio.

 

 

 

 

FINE SECONDO CAPITOLO

CONTINUA...

Mistress Lay

 

Secondo cap finito! Che dire… non ve lo aspettavate che il bruno era Harry, eh? ^__^

E… il TERZO capitolo sarà pubblicato moooolto presto!

Wow, non mi aspettavo tutte quelle recensioni alla mia prima ff!!! Grazie e continuate, mi raccomando!!!

 

piropiro – Grazissime!!! Continua a farmi sentire il tuo parere!!! Per quanto riguarda la fine… bè, non la prevedo molto vicina… spero che non ti spiaccia! ^__^;

 

Michelle Malfoy – Ho aggiornato quasi subito… Eccoti il secondo capitolo, che ne pensi?

 

Bryn – Felice che ti sia piaciuta, spero che questo capitolo non sfiguri!!!

 

kristima – Chi è il castano rompicoglioni? Presto detto: Harry Potter. Sorpresa? Ma non temere… Tom e Harry…  ah, non svelo niente ma ti consiglio di leggere il pairing! ^__-

 

Carina – Anche io adoro la coppia Harry/Tom in quanto al castano… bè, soddisfatta la tua curiosità adesso?

 

Rowan_MayFair – Un altro ragazzo e Tom? Ummhhh… chissà… ^__- Cmq felice di avere un’assidua commentatrice: spero di non deludere nessuno!!!!

 

Un grazie va anche alle persone hanno avuto l’ardire di leggerla!!!

Commentate, mi raccomando!!!

 

Lay

 

  
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