Francis Cox stava lentamente sorseggiando il
bicchiere di liquore che gli avevano offerto. Era il primo della serata, ma
dubitava che sarebbe stato l'ultimo, soprattutto se doveva servirgli a trovare
il coraggio di farsi avanti.
Il suo sguardo non lasciava un attimo la persona su
cui s'era posato dal momento che aveva
varcato la soglia. Era bellissima. Molto più di quello che pensava, anche se
aveva sempre creduto che dietro quelle parole preziose si nascondesse un angelo meraviglioso, una gioia per gli
occhi e per il cuore.
Da tempo scriveva lettere a una perfetta
sconosciuta, ma lui era avvantaggiato. Conosceva il nome e cognome della sua
corrispondente, mentre lui non firmava mai col suo nome per esteso neanche negli articoli che pubblicava e quindi
individuarla a quella festa, era stato semplice.
Ogni fibra del suo corpo gli urlava di correre da
lei, presentarsi e rivelarle finalmente la sua vera identità, ma la paura di
non essere all'altezza frenava tutto l'entusiasmo.
Francis si riteneva di aspetto passabile, svolgeva
un lavoro rispettabile anche se non era di nobili natali né di grandi sostanze.
Ma se per lei tutto questo non fosse stato
abbastanza? Ormai era inutile negarlo: i suoi sentimenti verso Camille Morgan
erano forti e dichiararsi sarebbe stata la mossa più giusta da fare. Quella
ragazza l'aveva stregato ancor prima di vederla, le sue parole avevano scaldato
il suo cuore solitario: eppure, ora che ce l'aveva davanti era restio ad
avvicinarsi. Non era mai stato bravo in questo genere di cose, si sentiva molto
più a suo agio nel suo studio con la carta bianca davanti e i pensieri che
fluttuavano attraverso l'inchiostro.
Quando Camille gli aveva scritto del ballo di Natale
a cui avrebbe partecipato, Francis aveva fatto di tutto per poter essere
presente.
Conosceva John Recher da diversi anni: era un ottimo
avvocato e un uomo onesto, il che, per un giornalista con la tendenza a dire
sempre la verità, lo rendeva una conoscenza assai raccomandabile. Erano
diventati buoni conoscenti, se non amici e da questa posizione era stato facile
sollecitare la compassione di Mrs. John Recher, alludendo alla propria
solitudine, nel lieto periodo delle feste. L'adorabile Mrs Recher non aveva
neppure immaginato che potessero esservi secondi fini in quelle allusioni e
aveva subito esteso l'invito a festeggiare il Natale a casa della sorella, in
campagna e in lieta compagnia.
Però adesso che era lì, non si stava godendo la
festa, bensì si struggeva d'amore per qualcuno che evidentemente lo stava
cercando. Il cuore gli batteva più forte vedendo Camille che si guardava
intorno discretamente, nonostante conversasse con le altre gentildonne accanto
alla sua amica Mrs. Knight. Sognava forse troppo nel pensare che cercasse
proprio lui? D'altronde, Francis le aveva chiaramente detto che sarebbe stato
presente alla festa: certo si sarebbe sentita offesa se lui non si fosse
presentato, magari avrebbe pensato che fosse un uomo che non manteneva la
parola data o peggio ancora un bugiardo.
Ipocrita Francis non lo era mai stato, anche nei
suoi articoli era ligio alla verità e quindi l'avrebbe per certo affrontata.
Ingoiò il resto del liquore che aveva nel bicchiere in un sol sorso e, prima
che quel po' di coraggio lo abbandonasse definitivamente, decise di andare da
lei. Sapeva benissimo che non poteva presentarsi da solo, quindi vagò con lo
sguardo nella sala per cercare qualcuno che lo aiutasse in quel compito. Il
pensiero di raggiungere finalmente quella che ormai lui considerava, la sua Camille lo riempiva di speranza.
Forse niente era perduto.