Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
Segui la storia  |       
Autore: Eris Gendei    30/01/2020    1 recensioni
[Finale alternativo Vento Aureo_Parte 5]
Chariot Requiem e Diavolo sono stati sconfitti, la Bucci Gang ha perso la sua guida e non sa come andare avanti. Cosa succederebbe se Gold Experience riuscisse per la seconda volta ad operare l'impensabile? E se vecchi e nuovi sentimenti venissero alla luce?
Piccola reinterpretazione super fluff e demenziale a tratti, perché soffro per la carenza di materiale BruTrish in giro.
[Angst_Fluff_POV_Headcanon; BruTrish_Giomis]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Bruno Bucciarati, Giorno Giovanna, Guido Mista, Jean Pierre Polnareff, Trish Una
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nota sul racconto
Come potete vedere, questo capitolo è numerato in modo particolare e diverso dagli altri: da questo punto in poi la storia prenderà ben tre direzioni, seguendo dei filoni completamente opposti.
Inizialmente le opzioni di scelta dovevano essere soltanto due, ma nello scrivere il terzo capitolo è nato praticamente da solo, quindi ho deciso di portarlo a termine e pubblicarlo.
Il nocciolo della questione è il comportamento di Bruno.
In un caso, il personaggio resterà piuttosto affine al suo design originale (ma ricordate che stiamo comunque parlando di una BruTrish fluff), mentre negli altri due verrà reinterpretato in un modo che io ritengo molto realistico, ma che è totalmente ooc…o almeno, lo sembra.
Avendo cambiato idea in itinere devo ancora stabilire quale risvolto dare all'ultima nata fra le storie: le due presenti nell'idea originale daranno chiaramente origine a due diversi finali, la terza potrebbe essere una semplice opzione autoconclusiva.
Quale Bruno sceglierete?
A voi l’ardua sentenza.




POV del capitolo: Bruno

Bucciarati rientrò nella stanza, le mani strette a pugno nelle tasche e la mascella serrata dalla preoccupazione.
Temeva di trovare Trish ancora sveglia, decisa ad affrontarlo di nuovo e accusarlo di essere incoerente.
Come faceva Guido a pensare che sarebbe stata bene accanto a lui? Poteva trattarsi di un’infatuazione, forse era una specie di strana versione della Sindrome di Stoccolma, ma non poteva avere un reale interesse verso una persona che reputava orribile.
Lo aveva tacciato di essere ridicolo e si era beffata dei suoi principi, uno come lui non era tenuto ad avere una morale: chi mai avrebbe scelto come compagno un individuo ritenuto così spregevole?
Forse Mista riusciva davvero a leggere bene l’animo di Trish, ma con esso tutto il suo carico di dramma adolescenziale e spirito di ribellione; ciò che sentiva restava comunque filtrato da lei, che poteva avere più o meno inconsciamente edulcorato la questione nella sua testa.
Sembrava proprio il tipico soggetto che si lascia prendere la mano dalla crisi ormonale della pubertà, pensò il ragazzo, trovandosi involontariamente a sorridere.
Quando se ne rese conto si prese la testa fra le mani, cercando di scacciare la sensazione di familiarità che gli aveva invaso il petto; non poteva, non doveva permettersi di pensare a lei in certi modi.
Cercando di non fare rumore si avvicinò cautamente al letto, quel tanto che il suo senso etico consentiva, per controllare che la ragazza dormisse sul serio.
Doveva essere andata a letto senza asciugarsi i capelli, che ora formavano un’aureola spettinata intorno al viso: il cuscino era fradicio, si vedeva anche al buio.
Serrò con forza le braccia lungo i fianchi per resistere all’impulso di sollevarle delicatamente il capo e sostituire il guanciale con un altro asciutto. Non era certo di quanto potesse il suo autocontrollo e non voleva svegliarla: sarebbe stato imbarazzante trovarsi in una situazione simile.
Restò immobile per lunghi minuti, cercando di regolare il respiro per calmarsi, osservando le spalle della ragazza che si alzavano e si abbassavano ritmicamente; c’era qualcosa di asincrono nel suo modo di respirare, lasciava sfuggire dei sospiri corti e leggeri, come se avesse il fiato spezzato dalla fatica. O dal pianto.
Con lo stomaco che minacciava di annodarsi si chinò sulla figurina abbracciata a se stessa rannicchiata fra le lenzuola, ma nel buio era impossibile leggere tracce di lacrime sulle sue guance; con tutta la delicatezza possibile sfiorò la pelle dallo zigomo al mento e si portò il dito alle labbra: sapore di sale, pianto o sudore.
Ci volle un istante perché si rendesse conto di cosa aveva fatto, prima che le sensazioni di Trish gli esplodessero dentro come una bomba ad orologeria: come aveva potuto non realizzare che anche senza leccare direttamente lei avrebbe attivato il suo potere?
Ansia, paura, desiderio, senso di rifiuto, malinconia, speranza, fiducia, languore. I sentimenti di Trish furono un attacco improvviso per i suoi nervi già tesi, non c’era spazio in lui per quella incredibile complessità emotiva.
Gli impulsi di lei si mescolarono a quelli di lui, dando vita ad una specie di dialogo silenzioso nella sua testa, quello che non erano mai riusciti a sostenere a parole: dove Trish pativa il rifiuto, Bruno tremava di desiderio; quando lei riponeva in lui le sue fiducie e speranze lui era spaventato dal futuro e dai pericoli che comportava. Ma al languore rispondeva il languore, quel dilagante senso di calore in fondo allo stomaco che lo prendeva ogni volta che la osservava. E la malinconia del sentirsi lontani pur essendo vicini era la stessa.
Frastornato, acceso d’entusiasmo e immobilizzato dal panico allo stesso tempo, fece un passo indietro, sperando che la sua involontaria incursione nell’animo di Trish finisse in fretta.
Gli sembrava che il cuore dovesse scappare dal petto tanto batteva furioso, come se volesse farsi sentire da lei, svegliarla e mandare alle ortiche la sua copertura.
In un attimo raggiunse la porta del bagno e senza neanche premurarsi di aprirla scivolò all’interno grazie ad una delle sue cerniere, girando poi con foga la chiave.
Appoggiò la fronte al legno compatto, gli occhi strizzati e le dita serrate sulla cornice come se volesse sradicarla dal muro. Era uno stupido, un incosciente, aveva lasciato che il suo istinto prendesse il sopravvento sulla ragione e cosa aveva combinato?
I sentimenti di Trish dentro di lui stavano lentamente scemando, ma non poteva cancellare in alcun modo l’impronta indelebile che avevano lasciato: era lui che scioccamente si aggrappava ad essi perché non svanissero, non voleva dimenticare il senso di desiderio che lo aveva invaso e colmato, il richiamo più potente che avesse mai percepito nei confronti di un altro essere umano.
Sapeva che non avrebbe mai più potuto guardare la ragazza con gli stessi occhi; ora che aveva scoperto la verità sarebbe stato un dolore troppo grande vederla allontanarsi, proseguire sulla sua strada per una vita felice, una vita senza di lui.
Eppure era così che doveva andare.
Lei non era fatta per il suo mondo, non avrebbe mai dovuto entrare in contatto con i pessimi elementi di cui era popolato. Avrebbe dovuto vivere serena, in una bella casa e con una bella famiglia, lontana dalla bruttezza e dal pericolo.
Cercò con tutte le forze di scacciare l’assurda sequela di immagini che andava formandosi nella sua mente a quell’idea: Trish in cucina che prepara un dolce per lui, Trish seduta nella sua piccola barca che lo guarda sorridendo e si crogiola al sole, Trish che stende i panni sul terrazzo, attorniata da uno stuolo di bambini dai capelli rosa e blu…
Per la miseria!
Bucciarati spalancò gli occhi e si portò una mano alla bocca per soffocare un singhiozzo, sconvolto da se stesso.
Doveva essere impazzito, non c’era altra spiegazione.
Per la prima volta dopo mesi si trovò a domandarsi, con una punta di colpevolezza, se allearsi con Giorno non fosse stata in fondo una maledetta, pessima idea.
Represse il pensiero all’istante, sapendo che non avrebbe mai potuto fare una scelta diversa.
Se proprio doveva prendersela con qualcuno quello era il Boss, non certo il compagno. O, forse, la colpa era semplicemente del destino.
Se solo la madre di Trish non fosse morta, se Doppio non fosse stato un completo scriteriato, se Diavolo e suo padre non fossero mai esistiti…
Non poteva mentire a se stesso, anche se avrebbe voluto. Senza quegli eventi Trish non sarebbe mai arrivata da lui…che si faceva orrore da solo, ma non poteva ignorare quella parte di sé felice che tutto ciò fosse successo.
Se ne vergognava, ma non poteva smettere di rievocare i sentimenti di lei. Ed era come ricevere un pugno nello stomaco ogni volta.
Il panico lo mandò in iperventilazione.
Gli sembrava quasi di rivivere la morte di Abbacchio, di Narancia, di suo padre…ancora una volta una persona a cui teneva se ne stava andando, lasciandolo indietro senza dargli la possibilità di raggiungerlo.
A peggiorare le cose, stavolta era lui che la stava spingendo lontano.
Inspirò profondamente nel tentativo di tornare lucido.
Un assurdo aroma di frutta e fiori gli riempì immediatamente le narici, facendogli girare la testa per un istante; ricordava il profumo che colpisce all’ingresso della bottega di un fioraio, ma molto meno equilibrato e molto più stordente.
Sembrava quasi che Trish avesse mescolato tutti i prodotti a disposizione mentre faceva la doccia.  Storcendo il naso si avvicinò alla mensola dove faceva bella mostra un’esposizione di bottiglie e bottigliette di tutti i colori, e una rapida occhiata al livello del sapone all’interno bastò a confermare la sua ipotesi.
Se ad ogni lavaggio fosse stata intenzionata a consumare una quantità simile di bagnoschiuma non sarebbe bastato un mutuo solo per permetterle di lavarsi.
In effetti, se inspirava profondamente, l’odore di quella bizzarra macedonia gli ricordava proprio il profumo che aveva sentito su Trish avvicinandosi.
Aveva sperato di potersi concedere una doccia per distrarsi da tutte le sue preoccupazioni, ma a quanto pare non era possibile.
C’era un solo modo per sottrarsi a tutto ciò, e non si trattava di qualche tecnica segreta della fuga.
Con un profondo sospiro ruotò la manopola della doccia puntandola sul simbolo del freddo.
A mali estremi, estremi rimedi.

Gli sembrava di tremare sotto il getto ghiacciato della doccia da un’eternità.
Sentiva i muscoli completamente contratti scattare involontariamente e brividi dolorosi serpeggiare lungo la spina dorsale; l’acqua era così fredda da far male, ogni goccia sulla pelle sembrava uno spillo acuminato: ora capiva il significato della metafora “morsa del ghiaccio”.
Non poteva più resistere: con una mano intorpidita cercò alla cieca il rubinetto e girò fino a quando non sentì un glorioso tepore scivolargli addosso.
Al contatto con l’acqua calda i brividi si fecero ancora più intensi; si appoggiò alla parete di piastrelle, la testa seppellita nelle braccia, e attese che il calore spegnesse gli spasmi che lo scuotevano.
Probabilmente non era stata una grande idea, di certo Giorno non aveva in mente questo quando gli aveva parlato di “riposarsi”,“evitare sforzi” e “stare al caldo”.
Preoccupato, si guardò il torace pallido e le braccia, finalmente libero dai vestiti.
Gold Experience aveva un potere veramente straordinario: oltre ad avergli letteralmente ridato la vita, o meglio, acchiappato quell’ultima scintilla che c’era in lui prima che si spegnesse del tutto, aveva curato ogni ferita e cancellato qualsiasi segno dal suo corpo.
I lividi e i tagli che ricordava erano spariti, restava soltanto qualche alone rossastro laddove lo sforzo di Giorno non era stato comunque abbastanza: ci sono danni che solo il tempo può cancellare.
Curioso e preoccupato, portò un dito alla bocca e morse la falange con forza: il dolore che sentì fu quasi un sollievo e la vista della goccia di sangue che affiorava sulla pelle bianca una meraviglia. Era tornato normale, era vivo davvero.
Sentiva che avrebbe quasi potuto ridere.
Chiuse il getto dell’acqua e si avvolse in un asciugamano, rabbrividendo all’abbraccio dell’aria fresca; la finestra doveva essere rimasta aperta e le tre del mattino erano passate da un pezzo.
Afferrò distrattamente un altro asciugamano per frizionarsi i capelli e si studiò nel grande specchio sopra il lavandino: cosa avrebbe dovuto fare adesso?
Ora che aveva scoperto per caso i reali sentimenti di Trish (non voleva immaginare l’espressione di Guido se glielo avesse confessato) non poteva ignorarli, ma le sue preoccupazioni rimanevano le stesse: come poteva essere così egoista da volerla tenere al suo fianco, portarla nella sua vita e nel suo mondo?
Eppure Mista aveva ragione; scegliere quale direzione avesse dovuto prendere la sua esistenza senza nemmeno interpellarla significava comportarsi esattamente come aveva fatto suo padre.
Bucciarati non voleva essere un tiranno. Voleva esserle amico.
Forse più che amico.
Si portò le mani alle tempie con un gemito. L’unica possibilità era affrontare Trish e parlare con lei.
Gettò l’asciugamano da una parte e si diresse a passo deciso verso la porta.
Nel buio, appena sfiorate dalla luce della luna, si stagliavano le sagome del letto e del divano.
Con un sospiro profondo fece un passo avanti.
Sarebbe stato corretto. In fondo non era proprio capace di essere egoista.




Nota dell'autrice

Ed eccoci qui con un nuovo capitolo.
D'ora in avanti cercherò di pubblicare sempre in coppia i doppi brani su Bruno "buono" e Bruno "cattivo" (vorrei metterne online uno la mattina e uno la sera), in modo da portare avanti in parallelo i due filoni della storia.
Finalmente ci siamo, la vera parte BruTrish sta arrivando e questa è solo una piccola pausa prima della tempesta: come risolveranno l'annosa questione i nostri piccioncini arrabbiati?
La brevità di questo capitolo dipende dal suo essere un semplice anello di congiunzione fra le due parti significative della storia, come vedete la narrazione procede relativamente poco mentre è lasciato largo spazio all'introspezione...d'altronde è il primo brano interamente dedicato al buon Bruno.
L'interpretazione che ho dato al suo potere è chiaramente originale e un pò edulcorata, ma mi era piaciuta troppo come idea...ed era comodissima ai fini di trama.
Come sempre, grazie per aver letto.
Enojoy

 


 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo / Vai alla pagina dell'autore: Eris Gendei