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Autore: evelyn80    01/02/2020    9 recensioni
Una raccolta di dodici momenti, più o meno romantici, tra Peter Cetera e Robert Lamm.
Questa raccolta partecipa alla sfida "12x12" lanciata da Soul Dolmayan su EFP
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Peter Cetera, Robert Lamm
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Hot Streets'
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Tu sei mio

 

Robert Lamm Peter Cetera

 

 

 

New York, 28 ottobre 1977

 

Occhi negli occhi. Era così che piaceva loro rimanere, dopo aver fatto l'amore: gli occhi blu fissi negli occhi verdi, fronte contro fronte, mentre ancora ansimavano per l'orgasmo appena raggiunto, i petti villosi poggiati l'uno sopra l'altro che si muovevano al ritmo del loro respiro affannoso, sfregando tra loro e riempiendo le loro orecchie del rumore del mare.
Robert passò le dita lunghe e sottili tra le ciocche bionde di Peter, stringendole poi nel pugno. Percorse con lo sguardo tutto il suo volto – le guance arrossate, le labbra calde e morbide, il mento lievemente sporgente – per poi tornare a fissarlo nei suoi occhi. Quegli occhi che, ogni volta che si trovavano da soli, lo imploravano di amarlo.
«Tu sei mio... solo mio... per sempre mio», sussurrò, strappandogli un bacio rude. Allentò la stretta sui capelli e portò le mani a stringere quelle del bassista, intrecciando le dita con le sue per poi baciarlo di nuovo, affondando la lingua nella sua bocca.
Peter rispose al bacio, ingaggiando una lotta di labbra, lingue e denti che si concluse soltanto quando entrambi, ormai senza fiato, furono costretti a separarsi per respirare.
Di nuovo occhi negli occhi, il biondo liberò le mani dalla presa ferrea del suo amante e le alzò a carezzargli il viso liscio.
«Sono tuo... solo tuo... per sempre tuo», disse, rispondendo alle parole di Robert, senza mai distogliere lo sguardo dal suo volto. Senza nemmeno battere le palpebre, per dimostrargli che stava dicendo la verità. Quasi come se Bobby fosse stato un ippogrifo pronto a divorarlo e lui avesse avuto bisogno di guadagnarsi la sua completa fiducia. *1)
Il moro si mosse su di lui e i loro velli frusciarono ancora. Quel rumore così caldo e profondo fece gemere Peter che piegò la testa all'indietro allungando il collo, esponendolo allo sguardo di Robert.
Lui non si fece pregare, e lo leccò e lo morse delicatamente per poi costringere il suo amante a chinare di nuovo il capo e tornare a fissarlo negli occhi.
Il mare e il cielo. Ecco a cosa gli facevano pensare i loro occhi. Verdi come il mare quelli di Peter, blu come il cielo i propri. Un orizzonte infinito che nessun ostacolo poteva spezzare.
Il biondo parve leggergli nel pensiero. «Tu sei il mio cielo...», sussurrò nella penombra tiepida della stanza.
«E tu sei il mio mare...», replicò il tastierista, tornando a insinuargli le dita tra i capelli.
«E allora, se sono il tuo mare, fammi cantare», implorò Peter.
Bobby non ebbe bisogno di spiegazioni, sapeva benissimo di cosa il suo amante avesse bisogno. Ricominciò a sfregare insieme i loro velli, e il rumore della risacca invase ancora le loro orecchie e tutta la camera. Le loro virilità si ersero di nuovo e si scontrarono dolorosamente, calde e pulsanti.
E, mentre fuori dalla finestra, le strade di New York venivano pian piano illuminate dall'alba, i due uomini fondevano nuovamente i loro respiri, gli occhi fissi negli occhi. *2)

 

Spazio autrice:

Ed eccoci al quarto momento. Questa volta la parola da usare – suggerita da Juriaka – era "occhi". Beh, devo dire, mia cara, che mi hai fatto uno splendido assist, perché avevo decisamente bisogno, dopo tutto l'angst dei capitoli precedenti, di scrivere qualcosa di molto più “intenso” tra i miei due patatosi. Che, tra l'altro, nella mia story line qui sono all'inizio del loro rapporto, visto che sono diventati amanti alla fine di agosto del 1977, e quindi sono molto più focosi.
Stavolta, il rumore del mare torna prepotente a farci visita, ormai marchio di fabbrica della mia OTP preferita. Lo so, l'immagine di due petti pelosi che strofinano insieme potrebbe non essere così piacevole XD, ma io la trovo incredibilmente eccitante. (E di sicuro avrò qualche problema ahahahaha).
Potevo non lasciarvi alle note numerate? Ma certo che no! Ma, suvvia, stavolta sono veramente minuscole XD.
*1) Il concetto dell'ippogrifo che deve essere fissato dritto negli occhi, senza nemmeno sbattere le palpebre, per potersi guadagnare la sua fiducia, è tratto direttamente dai libri di Harry Potter.
*2) Nella data indicata, i Chicago hanno tenuto un concerto al Madison Square Garden, ecco perché il capitolo è ambientato a New York.

 

  
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