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Autore: Stria93    01/02/2020    1 recensioni
Raccolta di One-Shots, più o meno brevi, a tema Aziraphale/Crowley ispirate alle canzoni dei Queen.
[...]
11 - Pain is so close to pleasure..........21 - I'm going slightly mad............31 - Funny how love is
12 - Somebody to love......................22 - Let me live............................32 - '39
13 - Good old fashioned lover boy.......23 - Hammer to fall......................33 - Radio Ga-Ga
14 - Don't try suicide.........................24 - Innuendo (Halloween shot).....34 - Brighton Rock
15 - Delilah......................................25 - Ride the wild wind..................35 - You take my breath away
16 - You're my best friend..................26 - You and I (Halloween shot)
17 - A kind of magic.........................27 - Made in heaven
18 - One vision................................28 - Jealousy
19 - Killer Queen..............................29 - A winter's tale
20 - Back chat.................................30 - You don't fool me
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Missing Moments, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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gaga

All we hear is Radio ga-ga

Radio goo-goo

Radio ga-ga

All we hear is Radio ga-ga

Radio blah blah

Radio, what’s new?

Radio, someone still loves you



Radio Ga-Ga, Queen, 1984





Warlock Dowling aveva compiuto un anno a fine estate.
In quei dodici mesi, Crowley e Aziraphale avevano vigilato su di lui con solerte attenzione, pronti a captare qualunque segnale della sua presupposta natura satanica. A quella giovanissima età, non potevano ancora sperare in una vera e propria influenza effettiva sull'educazione dell'Anticristo, ma almeno potevano studiare il bambino per rendersi conto della forza dei suoi poteri e prepararsi al meglio per adempiere al loro compito una volta che il bimbo fosse divenuto abbastanza grande da interiorizzare gli insegnamenti che avrebbero provveduto a somministrargli.
Nel corso del loro anno di osservazione, angelo e demone avevano potuto inaspettatamente constatare, non senza un certo sollievo, che Warlock sembrava proprio un comunissimo bambino umano. Non si erano verificati episodi insoliti che potessero mettere in allarme i due. Il latte del biberon non si era mai tramutato in sangue, gli oggetti della cameretta non si erano mai animati e, durante i bagnetti, Tata Ashtoreth aveva potuto accertarsi della totale assenza anche del più piccolo connotato diabolico nell'aspetto dell'Anticristo. Niente zoccoli caprini, codine o marchi infernali di alcun genere.
Anche l'intelligenza di Warlock sembrava perfettamente nella media e, qualche mese dopo lo spegnimento della sua prima candelina (operato in realtà da Harriet Dowling per evitare che il suo figlioletto si avvicinasse troppo alla fiamma e per il trascurabile fatto che ogni tentativo del bimbo si fosse risolto in un assai poco risolutivo spruzzo di saliva), egli aveva iniziato a sperimentare la magia del linguaggio verbale. Il suo vocabolario, per quanto ancora molto ridotto e primitivo, si stava gradualmente ampliando e Warlock si divertiva a ripetere i nomi, talvolta storpiandoli vistosamente, degli oggetti e delle persone a lui famigliari, oltre ad articolare una serie di altri suoni dal significato indefinibile.
Crowley e Aziraphale sapevano che molto presto il loro lavoro sarebbe entrato nel vivo. Avrebbero messo in campo tutta la propria abilità per allevare l'Anticristo in modo da scongiurare il destino di sventura che sarebbe toccato alla Terra da lì a dieci anni, se avessero fallito.
Con quella consapevolezza e un carico di responsabilità non da poco a gravare sulle loro spalle, angelo e demone affrontavano ogni giorno la pomposa quotidianità di casa Dowling, in attesa che i tempi fossero maturi per iniziare a manipolare la giovane e fresca mente dell'Anticristo.


Un pomeriggio, poco dopo l'ora di pranzo, Tata Ashtoreth si trovava nella cameretta di Warlock. La luce dorata del tiepido sole invernale era schermata dalle tende alla finestra per consentire al piccolo inquilino della stanza di godersi il sonnellino di metà giornata in tutta tranquillità.
La tata l'aveva deposto nel lettino cercando di ignorare le energiche proteste espresse a suon di calci, strilli, pugnetti, e acuti “No voio!”, che sembrava essere diventata la sua espressione verbale prediletta. Compiendo uno sforzo di volontà notevole per evitare di ricorrere ad un miracolino demoniaco che facesse sprofondare istantaneamente nel sonno un Warlock più sveglio che mai e per nulla intenzionato a trascorrere le ore successive tra le sbarre della sua confortevole prigione, Tata Ashtoreth aveva fatto appello a tutta la propria riserva di determinazione e non si era lasciata scoraggiare dalla fiera resistenza opposta dal piccolo.
Fortunatamente, il recalcitrante ragazzino si era infine rassegnato alla sua sorte di recluso e aveva cessato di strepitare, lasciando che la melodia ipnotica di un carillon lo acquietasse per poi accompagnarlo dolcemente nel mondo dei sogni, qualunque cosa potesse sognare un baby-Anticristo.
Si trattava di un trucchetto che Tata Ashtoreth aveva scoperto di recente ma che funzionava a meraviglia e le risparmiava un bel po' di fatica quando si trovava ad affrontare l'impresa sempre più ardua della nanna. Qualche tempo prima, una zia aveva inviato dall'America un regalo di Natale destinato al nipotino che per la bambinaia demoniaca si era rivelato sorprendentemente utile: un CD musicale sul quale era stata incisa una selezione di canzoncine per bambini e arie classiche eseguite per carillon.
Warlock ne subiva l'effetto tranquillante e soporifero come se si fosse trattato di cloroformio. Bastava inserire il CD nell'impianto stereo presente nella cameretta e azionare il tasto PLAY perché il bimbo si addormentasse nel giro di pochi minuti, anche quando pareva più riluttante che mai. Con grande amarezza, Crowley si era trovato costretto a riconoscere che le sue cupe litanie infernali non si avvicinavano neanche lontanamente a sortire quegli esiti mirabolanti, e così aveva deciso di affidarsi a quel metodo straordinariamente efficace ogni volta che ne avesse avuto necessità.
Tata Ashtoreth, seduta comodamente in poltrona, si stava appunto gustando quell'attimo di pace quando le casse dello stereo gracchiarono sonoramente e il suono deliziosamente malinconico e delicato delle note di Für Elise venne bruscamente sostituito da una voce cavernosa che Crowley riconobbe all'istante con un brivido.
- Croooleyyy? Ci sei? -
Il demone imprecò a denti stretti. Quell'idiota di Hastur aveva scelto un pessimo momento per mettersi in contatto con lui. Eppure gli aveva raccomandato tante volte di non cercarlo! La Sede Centrale sapeva di dover attendere che fosse lui a contattarli per non mettere a rischio l'operazione. Ma naturalmente le sue disposizioni erano state bellamente ignorate e adesso quella tarma di Hastur aveva deciso di fargli una visita non programmata e tutt'altro che gradita.
- Crowley? Rispondi, maledizione! - insistette, indispettito dal silenzio del suo sottoposto. - Sono un tuo superiore e un duca infernale ed esigo che tu venga subito qui a rispondere! -
Il tono del dispotico diavolo si era fatto impaziente e rabbioso. Crowley non si sarebbe stupito di vedere lo stereo sputacchiare e ringraziò di non trovarsi alla presenza fisica del suo sgradevole dirigente.
Lanciò uno sguardo a Warlock e lo vide muoversi nel lettino, disturbato dallo sbraitare di Hastur ma ancora addormentato. Tuttavia, se il duca infernale avesse continuato di quel passo, avrebbe certamente finito per svegliarlo, e allora le sue urla di sdegno sarebbero state una bazzecola in confronto a quelle del bambino.
Il demone sospirò, si alzò dalla poltrona e si avvicinò alle casse. - Sono qui, Hastur. Non c'è bisogno di gridare. Per poco non hai svegliato il figlio del nostro Signore. - sussurrò con un sogghigno, godendosi l'istante di silenzio pregno di terrore che seguì dall'altra parte di quell'insolito canale di comunicazione. Era sempre divertente instillare un po' di sano spavento nell'animo viscido di quel rospo.
- Lui... lui è lì con te? - balbettò Hastur, chiaramente impaurito di fronte alla prospettiva di aver involontariamente turbato il figlio di Satana.
- Ovvio che sia qui con me. - replicò Crowley, calmo. - Sono il suo tutore, no? Un anno fa, non avete forse affidato al sottoscritto l'incarico di preparare l'Anticristo alla sua missione? Mi sembra che domandarmi una cosa del genere sia oltremodo pleonastico. -
Dubitava fortemente che il suo superiore conoscesse il significato di quella parola.
- E ti sembra che io... ehm, l'abbia irritato? - chiese Hastur, la spocchia usuale surclassata da una remissività dettata dal timore reverenziale che il giovane Anticristo gli incuteva.
Crowley sorrise, godendo dell'appagante sensazione di avere in pugno l'irascibile duca. - Per tua fortuna, sembra che l'Avversario abbia il sonno pesante. Ma, fossi in te, adotterei un tono più gentile in futuro. Warlock non ama essere svegliato durante il pisolino e non vorrai che, tra qualche anno, si ricordi di te come del duca infernale che interrompeva sempre il suo riposino pomeridiano, vero? -
Il demone riusciva quasi a figurarsi Hastur mentre rabbrividiva e quell'immagine mentale gli diede una corroborante scarica di soddisfazione.
Il duca borbottò una rispostaccia incomprensibile, dopodiché tornò a rivolgerglisi con una voce decisamente più misurata, anche se non meno rude. - Non riesco a vederlo da qui. Perché cavolo non usi quell'aggeggio dove ci sono anche le figure? -
L'altro sollevò un sopracciglio. - Ti riferisci alla televisione? -
- Quello che è! - abbaiò Hastur.
- Oh, sai com'è. - rispose Crowley, vago. - Sono un tipo all'antica. -
Non era affatto vero, ovviamente. In realtà preferiva di gran lunga comunicare con l'Inferno tramite l'impianto stereo e la radio per non doversi ritrovare a fissare le brutte facce dei suoi superiori. Era già abbastanza spiacevole udirne le voci untuose e sgarbate.
- Bah! Fa' come vuoi. - sputò Hastur. - Ti chiamavo per avere un aggiornamento sulla situazione. Come procede? Ligur vuole sapere se Warlock ha già ucciso qualcuno. -
Crowley roteò gli occhi e dovette mordersi la lingua per trattenere la risposta sarcastica che gli era salita alle labbra.
- Ha un anno e mezzo, Hastur. - disse in tono pratico e ragionevole come se stesse parlando con un imbecille (cosa che, in effetti, si avvicinava molto alla realtà). - È già tanto se riesce a fare dieci passi di fila senza ruzzolare a terra. -
- Allora la tortura! - tentò il duca, senza mollare il colpo. - Come se la cava con quella? -
Crowley ci rifletté un attimo e concluse che, in fin dei conti, qualche giocattolo deliberatamente mutilato, l'esaurimento nervoso della cuoca che non sapeva più come mimetizzare le verdure nei piatti perché il bambino le mangiasse, e averlo quasi ridotto alla sordità a forza di strilli e capricci potevano a tutti gli effetti essere considerati atti di sevizia.
- Oh, magnificamente. - rispose il demone, convinto. - Sì, direi che il nostro Anticristo è un torturatore nato, come suo padre, del resto. -
Hastur sembrò approvare quella notizia. - Molto bene. Lo riferirò al nostro Signore. -
Crowley sbuffò. Certo che l'avrebbe fatto; il duca non perdeva mai occasione per farsi bello agli occhi del Gran Capo, anche quando il grosso del lavoro era svolto da altri e lui si fregiava del compito di semplice ambasciatore.
- Hai altro da aggiungere? - fece Hastur in tono speranzoso, forse accarezzando l'idea di allungare un po' la lista di buone nuove da riportare all'autorità massima dell'Inferno.
- Gli piacciono i dinosauri. - riferì il demone con voce piatta. - E i cartoni di SpongeBob. -
Il silenzio interdetto che ricevette in risposta a quelle considerazioni fu la conferma di aver gettato il duca nella confusione più totale, cosa che lo divertì parecchio.
- E cosa c'entrano queste sciocchezze con la preparazione dell'Anticristo alla sua gloriosa missione? -
Crowley alzò le spalle. - Be', mi hai chiesto se avevo qualcosa da aggiungere... -
- Non fare lo spiritoso con me, ti avverto. - ringhiò l'altro. - Lo sai che non sopporto le battute! -
Il demone si finse ammirato. - Wow! Impressionante, Lord Hastur. Il fatto che tu abbia colto l'ironia della mia replica è già un risultato ben oltre le aspettative. -
Sapeva di aver passato il segno, ma sapeva anche che finché fosse stato incaricato di badare all'Anticristo, la sua posizione delicata e imprescindibile per il compiersi dell'Armageddon l'avrebbe protetto da ogni proposito di rivalsa da parte dei suoi detestabili dirigenti, i quali, per quanto lui mettesse alla prova la fragile corda della loro pazienza, avevano le mani legate.
- TU, RAZZA DI INSOLENTE! TI FARÒ INGOIARE QUELLA LINGUACCIA VELENOSA! RICORDA CON CHI STAI PARLANDO! IO SONO UN DUCA INFERNALE MENTRE TU SEI SOLO LA BASSA MANOVALANZA! NON TI PERMETTERE MAI PIÙ DI... -
Ma la sfuriata di Hastur venne interrotta dal prorompere di un acuto pianto proveniente dal lettino.
- Ecco, hai visto? - fece Crowley, esalando un lungo sospiro. - Hai svegliato Warlock. Bel lavoro. -
Il demone poté sentire l'inspiro terrorizzato del suo dirigente, il cui fiume di parole iraconde si prosciugò all'istante mentre, al contrario, il pianto del bimbo aumentava d'intensità.
- Ora devo andare. - disse Crowley senza curarsi di dissimulare un certo fastidio. - Dopo la tua scenata, mi ci vorrà almeno mezz'ora per calmare Warlock. -
- Non... non gli dirai che sono stato io a svegliarlo, vero? -
- Oh, non lo so. Vedremo. - ridacchiò perfido.
- Non ti azzardare... -
Il seguito della minaccia si perse nell'aria satura delle urla del bambino.
- Buona giornata, Lord Hastur. - si congedò Crowley, allontanandosi dallo stereo e sporgendosi sul lettino per sollevare il disperato Warlock tra le braccia e stringerselo al petto.
- Aaaata. - piagnucolò, aggrappandosi con le ditine alla camicetta della sua bambinaia e nascondendo il visino nell'incavo della sua spalla.
Tata Ashtoreth gli sussurrò dolcemente qualche parola di conforto e il bambino parve tranquillizzarsi.
Lo stereo gracchiò di nuovo, dopodiché riprese a spandere per la stanza le note di carillon, come se fino a due secondi prima non avesse affatto ospitato la voce sbraitante di un diavolo imbestialito.
- Be', Warlock, hai appena fatto conoscenza con il duca Hastur e, nel caso te lo stessi chiedendo: sì, è un idiota. -
- Iota! - le fece eco il bimbo, imitandone il timbro sprezzante con impressionante abilità. - Attur, iota! -
- Proprio così, tesoro. - sghignazzò la tata, ricompensando l'acume del suo pupillo con un buffetto sul pancino che lo fece prorompere in un risolino deliziato. Lo spavento di poco prima, provocato dal collerico duca infernale, era ormai nient'altro che un fumoso ricordo che presto sarebbe svanito del tutto.
Tata Ashtoreth camminò avanti e indietro per la cameretta con in braccio il bambino e attese pazientemente che il CD della sconosciuta zia americana compisse ancora una volta il suo miracolo.
Quando il demone sentì il respiro di Warlock farsi profondo e regolare, il corpicino inerme abbandonato e rilassato contro di sé, si azzardò a rideporlo nel lettino con la massima cautela.
Trattenne il fiato quando il bimbo toccò la superficie del materasso e si contorse nel sonno, emettendo dei mugolii. Fortunatamente, una volta assestatosi meglio tra le copertine, Warlock continuò a dormire beato e pacifico.
Crowley si concesse di tornare a respirare e sprofondò nella poltrona, maledicendo tra sé l'incommensurabile mancanza di tatto e intelligenza degli esponenti della sua fazione. Non che gli angeli dell'Opposizione potessero vantare un grande sfoggio di quelle qualità, ma almeno non irrompevano dalla radio di una casa umana nel bel mezzo della giornata, rischiando di mandare a monte il progetto anti-Apocalisse in cui lui e Aziraphale si impegnavano strenuamente ogni giorno.


Trascorse circa un mese da quell'episodio e nessuno dei suoi superiori provò più ad insinuarsi nelle apparecchiature audio o video presenti in casa Dowling.
Quella latitanza prolungata di messaggi dall'Inferno indusse Crowley a pensare (e sperare) che giù alla Sede Centrale avessero infine deciso di lasciarlo in pace, attendendo i suoi rapporti periodici senza più intromettersi.
Speranza che però venne presto disattesa e ciò accadde ancora una volta durante il sonnellino pomeridiano di Warlock.
Come la volta precedente, il demone si era appena accomodato dopo essere riuscito, non senza grandi sforzi, a persuadere il bambino a rimanersene disteso quieto nel suo lettino. La versione carillon di una dolce ballata ungherese* risuonava nella cameretta e il piccolo si stava ormai per arrendere all'abbraccio di Morfeo quando accadde di nuovo. Una gracchiante distorsione si inserì tra le note della melodia.
- Oh, no, no, no. - gemette Crowley, portandosi una mano alla fronte. - Non adesso, per l'amor di Qualcuno. -
- Crowley? Sei lì? -
Il demone dovette combattere contro l'istinto di ignorare la chiamata, ma fare finta di nulla non avrebbe portato a niente di buono e così si alzò di malavoglia, accostandosi all'impianto stereo.
- Sì, presente. - disse, senza alcun entusiasmo. - Con chi ho l'onore di parlare, di grazia? -
- Dagon, Signore degli Schedari e Padrone dei Tormenti. -
Crowley si ritrovò a sogghignare. Quel codardo di Hastur doveva essersi preso proprio una bella paura in occasione del loro ultimo scambio, tanto da non osare più disturbarlo di persona. Ben gli stava!
Si produsse in un atteggiamento falsamente cortese e disponibile. - Salve, Dagon. Cosa posso fare per te? -
- Lord Hastur mi ha chiesto di contattarti per sapere come vanno le cose con l'Anticristo. Novità? -
- Procede tutto a meraviglia. - riferì stancamente. - E, nel caso Ligur abbia domande su eventuali uccisioni, puoi dirgli che due giorni fa Warlock ha ucciso il canarino, brutalmente. -
Crowley omise di specificare che il tragico uccellicidio fosse avvenuto a causa di uno sfortunato incidente durante il quale il bimbo aveva fatto inavvertitamente cadere una serie di spessi volumi di storia politica degli Stati Uniti da un'altezza considerevole, facendoli schiantare proprio sopra la gabbietta del pennuto e provocando l'immediata dipartita dello stesso per attacco cardiaco conseguente all'enorme spavento.
- Splendido! - approvò Dagon. - Suo padre ne sarà molto fiero. Ottimo lavoro, Crowley. -
- Sì. - assentì il demone con lo stesso tono annoiato. - Ora posso tornare al mio lavoro? -
- Ma certo, va' e rendici fieri di te, vecchio serpente che non sei altro! -
La voce di Dagon svanì per lasciare nuovamente spazio alle armonie delicate di Tavaszi szél vizet áraszt.
Crowley scosse la testa. Era stato uno sciocco a sperare che i suoi dirigenti avessero capito l'antifona. Non lo avrebbero lasciato in pace, ormai era chiaro.
Le sue rassegnate riflessioni si dissolsero quando udì la vocina di Warlock provenire dal lettino. - Aa-ta. -
Il demone si avvicinò e vide che il bimbo era completamente sveglio e gli tendeva le braccine con aria imperiosa.
Tata Ashtoreth assecondò il suo desiderio e lo prese in braccio. Il bambino le indicò lo stereo.
- Àdio? - disse, rivolgendole uno sguardo interrogativo colmo di aspettativa.
La tata annuì. - Sì, esatto: quella è la radio. -
- Àdio! - ripeté Warlock, trionfante. - Gagon! -
La sorpresa di Crowley fu tale che per poco non si fece sfuggire il piccolo dalle braccia.
- Cosa hai detto? - chiese con voce strozzata.
- Gagon! - ripeté il bimbo, indicando forsennatamente lo stereo. - Àdio! Gagon! Àdio gaga! -
- Dagon? È questo che vuoi dire? -
- Gagon! - ribadì Warlock, annuendo.
- Allora eri sveglio, razza di demonietto! -
Il bambino rideva come un matto ma Crowley non era sicuro di quali sentimenti provare. Certo, Warlock era ancora molto piccolo, ma aveva pur sempre sentito la sua conversazione con Dagon, e se fosse andato a riferire a uno degli adulti della casa che la tata comunicava segretamente con qualcuno tramite l'impianto stereo della sua cameretta? E se se ne fosse ricordato in futuro? Al momento, le sue capacità verbali erano decisamente troppo scarse per poter mettere insieme anche solo una frase di senso compiuto, ma se avesse conservato quell'avvenimento nella sua memoria per poi raccontarlo una volta divenuto più abile nell'uso del linguaggio? Era abbastanza cresciuto per ricordare qualcosa? Di norma, sapeva che i piccoli umani sviluppano facoltà mnemoniche solo intorno al terzo anno di vita, ma chi gli assicurava che le cose funzionassero allo stesso modo anche per l'Anticristo?
- Tata, àdio gaga! - trillò di nuovo il piccolo con vocetta allegra, indicando prima la propria bambinaia e poi le casse dello stereo. - Tata, Gagon, àdio bla bla! -
Complice l'effetto della risata briosa del bimbo, Crowley decise di rilassarsi e di ridimensionare le sue preoccupazioni. Se anche, da grande, Warlock avesse narrato a qualcuno di quel fatto bizzarro, nessuno gli avrebbe comunque dato il minimo credito. Eventualmente, lui stesso si sarebbe adoperato per indurlo a credere di aver solo sognato che la sua eccentrica tata parlasse con qualcuno attraverso lo stereo.
Il demone permise a se stesso di sorvolare su quei pensieri e di archiviarli in un recesso della sua mente sotto la voce “preoccupazioni inutili”. Si ritrovò perfino a ridacchiare all'idea che il bimbo stesse, senza saperlo, citando uno dei più famosi successi musicali dei Queen.





* Tavaszi szél vizet áraszt è una canzone popolare ungherese che Freddie Mercury cantò accompagnato dalla chitarra di Brian May in onore del paese che ospitò il concerto dei Queen nel luglio del 1986, durante una data del Magic Tour. Imparò il testo in lingua originale e se lo scrisse perfino su una mano per non rischiare di sbagliare le parole. Non è rilevante ai fini della storia, ma tenevo particolarmente a menzionare questa ballata almeno in una OS della raccolta, e questa mi sembrava un'occasione propizia.



Angolo autrice:


Storiella assurda e senza senso scritta solo ed esclusivamente per poter sfruttare il prompt di Radio Ga-Ga e, nella migliore delle ipotesi, strapparvi un sorriso. :)
Mi scuso per l'assenza di Aziraphale ma non sapevo proprio come inserirlo all'interno di questa trama non-trama.
L'idea per suddetta stupidata mi frullava in testa già da un po' ma ho deciso di metterla in pratica solo dopo aver scoperto che le origini di questa canzone si devono al figlio di Roger Taylor, che all'epoca stava proprio imparando a parlare e un giorno se ne uscì con “Radio caca”. È stato come avere una conferma del fatto che l'idea non fosse poi così campata per aria.


  
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