All we hear is Radio ga-ga
Radio goo-goo
Radio ga-ga
All we hear is Radio ga-ga
Radio blah blah
Radio, what’s new?
Radio, someone still loves you
Radio
Ga-Ga, Queen, 1984
Warlock Dowling
aveva compiuto un anno a fine estate.
In quei dodici mesi,
Crowley e Aziraphale avevano vigilato su di lui con solerte
attenzione, pronti a captare qualunque segnale della sua presupposta
natura satanica. A quella giovanissima età, non potevano ancora
sperare in una vera e propria influenza effettiva sull'educazione
dell'Anticristo, ma almeno potevano studiare il bambino per rendersi
conto della forza dei suoi poteri e prepararsi al meglio per
adempiere al loro compito una volta che il bimbo fosse divenuto
abbastanza grande da interiorizzare gli insegnamenti che avrebbero
provveduto a somministrargli.
Nel corso del loro
anno di osservazione, angelo e demone avevano potuto inaspettatamente
constatare, non senza un certo sollievo, che Warlock sembrava proprio
un comunissimo bambino umano. Non si erano verificati episodi
insoliti che potessero mettere in allarme i due. Il latte del biberon
non si era mai tramutato in sangue, gli oggetti della cameretta non
si erano mai animati e, durante i bagnetti, Tata Ashtoreth aveva
potuto accertarsi della totale assenza anche del più piccolo
connotato diabolico nell'aspetto dell'Anticristo. Niente zoccoli
caprini, codine o marchi infernali di alcun genere.
Anche l'intelligenza
di Warlock sembrava perfettamente nella media e, qualche mese dopo lo
spegnimento della sua prima candelina (operato in realtà da Harriet
Dowling per evitare che il suo figlioletto si avvicinasse troppo alla
fiamma e per il trascurabile fatto che ogni tentativo del bimbo si
fosse risolto in un assai poco risolutivo spruzzo di saliva), egli
aveva iniziato a sperimentare la magia del linguaggio verbale. Il suo
vocabolario, per quanto ancora molto ridotto e primitivo, si stava
gradualmente ampliando e Warlock si divertiva a ripetere i nomi,
talvolta storpiandoli vistosamente, degli oggetti e delle persone a
lui famigliari, oltre ad articolare una serie di altri suoni dal
significato indefinibile.
Crowley e Aziraphale
sapevano che molto presto il loro lavoro sarebbe entrato nel vivo.
Avrebbero messo in campo tutta la propria abilità per allevare
l'Anticristo in modo da scongiurare il destino di sventura che
sarebbe toccato alla Terra da lì a dieci anni, se avessero fallito.
Con quella
consapevolezza e un carico di responsabilità non da poco a gravare
sulle loro spalle, angelo e demone affrontavano ogni giorno la
pomposa quotidianità di casa Dowling, in attesa che i tempi fossero
maturi per iniziare a manipolare la giovane e fresca mente
dell'Anticristo.
Un pomeriggio, poco
dopo l'ora di pranzo, Tata Ashtoreth si trovava nella cameretta di
Warlock. La luce dorata del tiepido sole invernale era schermata
dalle tende alla finestra per consentire al piccolo inquilino della
stanza di godersi il sonnellino di metà giornata in tutta
tranquillità.
La tata l'aveva
deposto nel lettino cercando di ignorare le energiche proteste
espresse a suon di calci, strilli, pugnetti, e acuti “No voio!”,
che sembrava essere diventata la sua espressione verbale prediletta.
Compiendo uno sforzo di volontà notevole per evitare di ricorrere ad
un miracolino demoniaco che facesse sprofondare istantaneamente nel
sonno un Warlock più sveglio che mai e per nulla intenzionato a
trascorrere le ore successive tra le sbarre della sua confortevole
prigione, Tata Ashtoreth aveva fatto appello a tutta la propria
riserva di determinazione e non si era lasciata scoraggiare dalla
fiera resistenza opposta dal piccolo.
Fortunatamente, il
recalcitrante ragazzino si era infine rassegnato alla sua sorte di
recluso e aveva cessato di strepitare, lasciando che la melodia
ipnotica di un carillon lo acquietasse per poi accompagnarlo
dolcemente nel mondo dei sogni, qualunque cosa potesse sognare un
baby-Anticristo.
Si trattava di un
trucchetto che Tata Ashtoreth aveva scoperto di recente ma che
funzionava a meraviglia e le risparmiava un bel po' di fatica quando
si trovava ad affrontare l'impresa sempre più ardua della nanna.
Qualche tempo prima, una zia aveva inviato dall'America un regalo di
Natale destinato al nipotino che per la bambinaia demoniaca si era
rivelato sorprendentemente utile: un CD musicale sul quale era stata
incisa una selezione di canzoncine per bambini e arie classiche
eseguite per carillon.
Warlock ne subiva
l'effetto tranquillante e soporifero come se si fosse trattato di
cloroformio. Bastava inserire il CD nell'impianto stereo presente
nella cameretta e azionare il tasto PLAY perché il bimbo si
addormentasse nel giro di pochi minuti, anche quando pareva più
riluttante che mai. Con grande amarezza, Crowley si era trovato
costretto a riconoscere che le sue cupe litanie infernali non si
avvicinavano neanche lontanamente a sortire quegli esiti mirabolanti,
e così aveva deciso di affidarsi a quel metodo straordinariamente
efficace ogni volta che ne avesse avuto necessità.
Tata Ashtoreth,
seduta comodamente in poltrona, si stava appunto gustando
quell'attimo di pace quando le casse dello stereo gracchiarono
sonoramente e il suono deliziosamente malinconico e delicato delle
note di Für Elise venne bruscamente sostituito da una voce
cavernosa che Crowley riconobbe all'istante con un brivido.
- Croooleyyy? Ci
sei? -
Il demone imprecò a
denti stretti. Quell'idiota di Hastur aveva scelto un pessimo momento
per mettersi in contatto con lui. Eppure gli aveva raccomandato tante
volte di non cercarlo! La Sede Centrale sapeva di dover attendere che
fosse lui a contattarli per non mettere a rischio l'operazione. Ma
naturalmente le sue disposizioni erano state bellamente ignorate e
adesso quella tarma di Hastur aveva deciso di fargli una visita non
programmata e tutt'altro che gradita.
- Crowley? Rispondi,
maledizione! - insistette, indispettito dal silenzio del suo
sottoposto. - Sono un tuo superiore e un duca infernale ed esigo che
tu venga subito qui a rispondere! -
Il tono del
dispotico diavolo si era fatto impaziente e rabbioso. Crowley non si
sarebbe stupito di vedere lo stereo sputacchiare e ringraziò di non
trovarsi alla presenza fisica del suo sgradevole dirigente.
Lanciò uno sguardo
a Warlock e lo vide muoversi nel lettino, disturbato dallo sbraitare
di Hastur ma ancora addormentato. Tuttavia, se il duca infernale
avesse continuato di quel passo, avrebbe certamente finito per
svegliarlo, e allora le sue urla di sdegno sarebbero state una
bazzecola in confronto a quelle del bambino.
Il demone sospirò,
si alzò dalla poltrona e si avvicinò alle casse. - Sono qui,
Hastur. Non c'è bisogno di gridare. Per poco non hai svegliato il
figlio del nostro Signore. - sussurrò con un sogghigno, godendosi
l'istante di silenzio pregno di terrore che seguì dall'altra parte
di quell'insolito canale di comunicazione. Era sempre divertente
instillare un po' di sano spavento nell'animo viscido di quel rospo.
- Lui... lui è lì
con te? - balbettò Hastur, chiaramente impaurito di fronte alla
prospettiva di aver involontariamente turbato il figlio di Satana.
- Ovvio che sia qui
con me. - replicò Crowley, calmo. - Sono il suo tutore, no? Un anno
fa, non avete forse affidato al sottoscritto l'incarico di preparare
l'Anticristo alla sua missione? Mi sembra che domandarmi una cosa del
genere sia oltremodo pleonastico. -
Dubitava fortemente
che il suo superiore conoscesse il significato di quella parola.
- E ti sembra che
io... ehm, l'abbia irritato? - chiese Hastur, la spocchia usuale
surclassata da una remissività dettata dal timore reverenziale che
il giovane Anticristo gli incuteva.
Crowley sorrise,
godendo dell'appagante sensazione di avere in pugno l'irascibile
duca. - Per tua fortuna, sembra che l'Avversario abbia il sonno
pesante. Ma, fossi in te, adotterei un tono più gentile in futuro.
Warlock non ama essere svegliato durante il pisolino e non vorrai
che, tra qualche anno, si ricordi di te come del duca infernale che
interrompeva sempre il suo riposino pomeridiano, vero? -
Il demone riusciva
quasi a figurarsi Hastur mentre rabbrividiva e quell'immagine mentale
gli diede una corroborante scarica di soddisfazione.
Il duca borbottò
una rispostaccia incomprensibile, dopodiché tornò a rivolgerglisi
con una voce decisamente più misurata, anche se non meno rude. - Non
riesco a vederlo da qui. Perché cavolo non usi quell'aggeggio dove
ci sono anche le figure? -
L'altro sollevò un
sopracciglio. - Ti riferisci alla televisione? -
- Quello che è! -
abbaiò Hastur.
- Oh, sai com'è. -
rispose Crowley, vago. - Sono un tipo all'antica. -
Non era affatto
vero, ovviamente. In realtà preferiva di gran lunga comunicare con
l'Inferno tramite l'impianto stereo e la radio per non doversi
ritrovare a fissare le brutte facce dei suoi superiori. Era già
abbastanza spiacevole udirne le voci untuose e sgarbate.
- Bah! Fa' come
vuoi. - sputò Hastur. - Ti chiamavo per avere un aggiornamento sulla
situazione. Come procede? Ligur vuole sapere se Warlock ha già
ucciso qualcuno. -
Crowley roteò gli
occhi e dovette mordersi la lingua per trattenere la risposta
sarcastica che gli era salita alle labbra.
- Ha un anno e
mezzo, Hastur. - disse in tono pratico e ragionevole come se stesse
parlando con un imbecille (cosa che, in effetti, si avvicinava molto
alla realtà). - È già tanto se riesce a fare dieci passi di fila
senza ruzzolare a terra. -
- Allora la tortura!
- tentò il duca, senza mollare il colpo. - Come se la cava con
quella? -
Crowley ci rifletté
un attimo e concluse che, in fin dei conti, qualche giocattolo
deliberatamente mutilato, l'esaurimento nervoso della cuoca che non
sapeva più come mimetizzare le verdure nei piatti perché il bambino
le mangiasse, e averlo quasi ridotto alla sordità a forza di strilli
e capricci potevano a tutti gli effetti essere considerati atti di
sevizia.
- Oh,
magnificamente. - rispose il demone, convinto. - Sì, direi che il
nostro Anticristo è un torturatore nato, come suo padre, del resto.
-
Hastur sembrò
approvare quella notizia. - Molto bene. Lo riferirò al nostro
Signore. -
Crowley sbuffò.
Certo che l'avrebbe fatto; il duca non perdeva mai occasione per
farsi bello agli occhi del Gran Capo, anche quando il grosso del
lavoro era svolto da altri e lui si fregiava del compito di semplice
ambasciatore.
- Hai altro da
aggiungere? - fece Hastur in tono speranzoso, forse accarezzando
l'idea di allungare un po' la lista di buone nuove da riportare
all'autorità massima dell'Inferno.
- Gli piacciono i
dinosauri. - riferì il demone con voce piatta. - E i cartoni di
SpongeBob. -
Il silenzio
interdetto che ricevette in risposta a quelle considerazioni fu la
conferma di aver gettato il duca nella confusione più totale, cosa
che lo divertì parecchio.
- E cosa c'entrano
queste sciocchezze con la preparazione dell'Anticristo alla sua
gloriosa missione? -
Crowley alzò le
spalle. - Be', mi hai chiesto se avevo qualcosa da aggiungere... -
- Non fare lo
spiritoso con me, ti avverto. - ringhiò l'altro. - Lo sai che non
sopporto le battute! -
Il demone si finse
ammirato. - Wow! Impressionante, Lord Hastur. Il fatto che tu abbia
colto l'ironia della mia replica è già un risultato ben oltre le
aspettative. -
Sapeva di aver
passato il segno, ma sapeva anche che finché fosse stato incaricato
di badare all'Anticristo, la sua posizione delicata e imprescindibile
per il compiersi dell'Armageddon l'avrebbe protetto da ogni proposito
di rivalsa da parte dei suoi detestabili dirigenti, i quali, per
quanto lui mettesse alla prova la fragile corda della loro pazienza,
avevano le mani legate.
- TU, RAZZA DI
INSOLENTE! TI FARÒ INGOIARE QUELLA LINGUACCIA VELENOSA! RICORDA CON
CHI STAI PARLANDO! IO SONO UN DUCA INFERNALE MENTRE TU SEI SOLO LA
BASSA MANOVALANZA! NON TI PERMETTERE MAI PIÙ DI... -
Ma la sfuriata di
Hastur venne interrotta dal prorompere di un acuto pianto proveniente
dal lettino.
- Ecco, hai visto? -
fece Crowley, esalando un lungo sospiro. - Hai svegliato Warlock. Bel
lavoro. -
Il demone poté
sentire l'inspiro terrorizzato del suo dirigente, il cui fiume di
parole iraconde si prosciugò all'istante mentre, al contrario, il
pianto del bimbo aumentava d'intensità.
- Ora devo andare. -
disse Crowley senza curarsi di dissimulare un certo fastidio. - Dopo
la tua scenata, mi ci vorrà almeno mezz'ora per calmare Warlock. -
- Non... non gli
dirai che sono stato io a svegliarlo, vero? -
- Oh, non lo so.
Vedremo. - ridacchiò perfido.
- Non ti
azzardare... -
Il seguito della
minaccia si perse nell'aria satura delle urla del bambino.
- Buona giornata,
Lord Hastur. - si congedò Crowley, allontanandosi dallo stereo e
sporgendosi sul lettino per sollevare il disperato Warlock tra le
braccia e stringerselo al petto.
- Aaaata. -
piagnucolò, aggrappandosi con le ditine alla camicetta della sua
bambinaia e nascondendo il visino nell'incavo della sua spalla.
Tata Ashtoreth gli
sussurrò dolcemente qualche parola di conforto e il bambino parve
tranquillizzarsi.
Lo stereo gracchiò
di nuovo, dopodiché riprese a spandere per la stanza le note di
carillon, come se fino a due secondi prima non avesse affatto
ospitato la voce sbraitante di un diavolo imbestialito.
- Be', Warlock, hai
appena fatto conoscenza con il duca Hastur e, nel caso te lo stessi
chiedendo: sì, è un idiota. -
- Iota! - le fece
eco il bimbo, imitandone il timbro sprezzante con impressionante
abilità. - Attur, iota! -
- Proprio così,
tesoro. - sghignazzò la tata, ricompensando l'acume del suo pupillo
con un buffetto sul pancino che lo fece prorompere in un risolino
deliziato. Lo spavento di poco prima, provocato dal collerico duca
infernale, era ormai nient'altro che un fumoso ricordo che presto
sarebbe svanito del tutto.
Tata Ashtoreth
camminò avanti e indietro per la cameretta con in braccio il bambino
e attese pazientemente che il CD della sconosciuta zia americana
compisse ancora una volta il suo miracolo.
Quando il demone
sentì il respiro di Warlock farsi profondo e regolare, il corpicino
inerme abbandonato e rilassato contro di sé, si azzardò a rideporlo
nel lettino con la massima cautela.
Trattenne il fiato
quando il bimbo toccò la superficie del materasso e si contorse nel
sonno, emettendo dei mugolii. Fortunatamente, una volta assestatosi
meglio tra le copertine, Warlock continuò a dormire beato e
pacifico.
Crowley si concesse
di tornare a respirare e sprofondò nella poltrona, maledicendo tra
sé l'incommensurabile mancanza di tatto e intelligenza degli
esponenti della sua fazione. Non che gli angeli dell'Opposizione
potessero vantare un grande sfoggio di quelle qualità, ma almeno non
irrompevano dalla radio di una casa umana nel bel mezzo della
giornata, rischiando di mandare a monte il progetto anti-Apocalisse
in cui lui e Aziraphale si impegnavano strenuamente ogni giorno.
Trascorse circa un
mese da quell'episodio e nessuno dei suoi superiori provò più ad
insinuarsi nelle apparecchiature audio o video presenti in casa
Dowling.
Quella latitanza
prolungata di messaggi dall'Inferno indusse Crowley a pensare (e
sperare) che giù alla Sede Centrale avessero infine deciso di
lasciarlo in pace, attendendo i suoi rapporti periodici senza più
intromettersi.
Speranza che però
venne presto disattesa e ciò accadde ancora una volta durante il
sonnellino pomeridiano di Warlock.
Come la volta
precedente, il demone si era appena accomodato dopo essere riuscito,
non senza grandi sforzi, a persuadere il bambino a rimanersene
disteso quieto nel suo lettino. La versione carillon di una dolce
ballata ungherese* risuonava nella cameretta e il piccolo si stava
ormai per arrendere all'abbraccio di Morfeo quando accadde di nuovo.
Una gracchiante distorsione si inserì tra le note della melodia.
- Oh, no, no, no. -
gemette Crowley, portandosi una mano alla fronte. - Non adesso, per
l'amor di Qualcuno. -
- Crowley? Sei lì?
-
Il demone dovette
combattere contro l'istinto di ignorare la chiamata, ma fare finta di
nulla non avrebbe portato a niente di buono e così si alzò di
malavoglia, accostandosi all'impianto stereo.
- Sì, presente. -
disse, senza alcun entusiasmo. - Con chi ho l'onore di parlare, di
grazia? -
- Dagon, Signore
degli Schedari e Padrone dei Tormenti. -
Crowley si ritrovò
a sogghignare. Quel codardo di Hastur doveva essersi preso proprio
una bella paura in occasione del loro ultimo scambio, tanto da non
osare più disturbarlo di persona. Ben gli stava!
Si produsse in un
atteggiamento falsamente cortese e disponibile. - Salve, Dagon. Cosa
posso fare per te? -
- Lord Hastur mi ha
chiesto di contattarti per sapere come vanno le cose con
l'Anticristo. Novità? -
- Procede tutto a
meraviglia. - riferì stancamente. - E, nel caso Ligur abbia domande
su eventuali uccisioni, puoi dirgli che due giorni fa Warlock ha
ucciso il canarino, brutalmente. -
Crowley omise di
specificare che il tragico uccellicidio fosse avvenuto a causa di uno
sfortunato incidente durante il quale il bimbo aveva fatto
inavvertitamente cadere una serie di spessi volumi di storia politica
degli Stati Uniti da un'altezza considerevole, facendoli schiantare
proprio sopra la gabbietta del pennuto e provocando l'immediata
dipartita dello stesso per attacco cardiaco conseguente all'enorme
spavento.
- Splendido! -
approvò Dagon. - Suo padre ne sarà molto fiero. Ottimo lavoro,
Crowley. -
- Sì. - assentì il
demone con lo stesso tono annoiato. - Ora posso tornare al mio
lavoro? -
- Ma certo, va' e
rendici fieri di te, vecchio serpente che non sei altro! -
La voce di Dagon
svanì per lasciare nuovamente spazio alle armonie delicate di
Tavaszi szél vizet áraszt.
Crowley scosse la
testa. Era stato uno sciocco a sperare che i suoi dirigenti avessero
capito l'antifona. Non lo avrebbero lasciato in pace, ormai era
chiaro.
Le sue rassegnate
riflessioni si dissolsero quando udì la vocina di Warlock provenire
dal lettino. - Aa-ta. -
Il demone si
avvicinò e vide che il bimbo era completamente sveglio e gli tendeva
le braccine con aria imperiosa.
Tata Ashtoreth
assecondò il suo desiderio e lo prese in braccio. Il bambino le
indicò lo stereo.
- Àdio?
- disse, rivolgendole uno sguardo interrogativo colmo di aspettativa.
La tata annuì. -
Sì, esatto: quella è la radio. -
- Àdio!
- ripeté Warlock, trionfante. - Gagon! -
La sorpresa di
Crowley fu tale che per poco non si fece sfuggire il piccolo dalle
braccia.
- Cosa hai detto? -
chiese con voce strozzata.
- Gagon! - ripeté
il bimbo, indicando forsennatamente lo stereo. - Àdio!
Gagon! Àdio gaga! -
- Dagon? È questo
che vuoi dire? -
- Gagon! - ribadì
Warlock, annuendo.
- Allora eri
sveglio, razza di demonietto! -
Il bambino rideva
come un matto ma Crowley non era sicuro di quali sentimenti provare.
Certo, Warlock era ancora molto piccolo, ma aveva pur sempre sentito
la sua conversazione con Dagon, e se fosse andato a riferire a uno
degli adulti della casa che la tata comunicava segretamente con
qualcuno tramite l'impianto stereo della sua cameretta? E se se ne
fosse ricordato in futuro? Al momento, le sue capacità verbali erano
decisamente troppo scarse per poter mettere insieme anche solo una
frase di senso compiuto, ma se avesse conservato quell'avvenimento
nella sua memoria per poi raccontarlo una volta divenuto più abile
nell'uso del linguaggio? Era abbastanza cresciuto per ricordare
qualcosa? Di norma, sapeva che i piccoli umani sviluppano facoltà
mnemoniche solo intorno al terzo anno di vita, ma chi gli assicurava
che le cose funzionassero allo stesso modo anche per l'Anticristo?
- Tata, àdio gaga!
- trillò di nuovo il piccolo con vocetta allegra, indicando prima la
propria bambinaia e poi le casse dello stereo. - Tata, Gagon, àdio
bla bla! -
Complice l'effetto
della risata briosa del bimbo, Crowley decise di rilassarsi e di
ridimensionare le sue preoccupazioni. Se anche, da grande, Warlock
avesse narrato a qualcuno di quel fatto bizzarro, nessuno gli avrebbe
comunque dato il minimo credito. Eventualmente, lui stesso si sarebbe
adoperato per indurlo a credere di aver solo sognato che la sua
eccentrica tata parlasse con qualcuno attraverso lo stereo.
Il demone permise a
se stesso di sorvolare su quei pensieri e di archiviarli in un
recesso della sua mente sotto la voce “preoccupazioni inutili”.
Si ritrovò perfino a ridacchiare all'idea che il bimbo stesse, senza
saperlo, citando uno dei più famosi successi musicali dei Queen.
* Tavaszi szél vizet áraszt è una canzone popolare ungherese che Freddie Mercury cantò accompagnato dalla chitarra di Brian May in onore del paese che ospitò il concerto dei Queen nel luglio del 1986, durante una data del Magic Tour. Imparò il testo in lingua originale e se lo scrisse perfino su una mano per non rischiare di sbagliare le parole. Non è rilevante ai fini della storia, ma tenevo particolarmente a menzionare questa ballata almeno in una OS della raccolta, e questa mi sembrava un'occasione propizia.
Angolo autrice:
Storiella assurda e
senza senso scritta solo ed esclusivamente per poter sfruttare il
prompt di Radio Ga-Ga e, nella migliore delle ipotesi,
strapparvi un sorriso. :)
Mi scuso per
l'assenza di Aziraphale ma non sapevo proprio come inserirlo
all'interno di questa trama non-trama.
L'idea per suddetta
stupidata mi frullava in testa già da un po' ma ho deciso di
metterla in pratica solo dopo aver scoperto che le origini di questa
canzone si devono al figlio di Roger Taylor, che all'epoca stava
proprio imparando a parlare e un giorno se ne uscì con “Radio
caca”. È stato come avere una conferma del fatto che l'idea non
fosse poi così campata per aria.