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Autore: Stria93    21/02/2020    1 recensioni
Raccolta di One-Shots, più o meno brevi, a tema Aziraphale/Crowley ispirate alle canzoni dei Queen.
[...]
11 - Pain is so close to pleasure..........21 - I'm going slightly mad............31 - Funny how love is
12 - Somebody to love......................22 - Let me live............................32 - '39
13 - Good old fashioned lover boy.......23 - Hammer to fall......................33 - Radio Ga-Ga
14 - Don't try suicide.........................24 - Innuendo (Halloween shot).....34 - Brighton Rock
15 - Delilah......................................25 - Ride the wild wind..................35 - You take my breath away
16 - You're my best friend..................26 - You and I (Halloween shot)
17 - A kind of magic.........................27 - Made in heaven
18 - One vision................................28 - Jealousy
19 - Killer Queen..............................29 - A winter's tale
20 - Back chat.................................30 - You don't fool me
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Missing Moments, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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brighton

A happy pair they made, so decorously laid

Neath the gay illuminations all along the promenade

It’s so good to know there’s still a little magic in the air

I’ll weave my spell



Le luci del Brighton Palace Pier si stagliavano verso l'alto contro il cielo terso della notte estiva e contemporaneamente anche verso il basso tuffandosi nell'acqua per essere poi rifratte in un variopinto gioco psichedelico.
Il suggestivo luna park di Brighton occupava fieramente l'ultimo tratto del molo panoramico inaugurato nel 1899 che malgrado la veneranda età attirava ancora a sé frotte di visitatori e costituiva una delle principali mete turistiche dell'Inghilterra.
La serata era stata molto piacevole: Crowley e Aziraphale avevano cenato in un delizioso ristorantino con vista sulla spiaggia e ora passeggiavano sul molo mano nello mano, confondendosi tra la variegata fiumana di persone, inglesi e non, che si godevano la frescura notturna dopo una giornata di rovente sole agostano.
Ogni tanto qualcuno li intercettava con lo sguardo e magari si lasciava sfuggire un sorriso intenerito da quanto quei due formassero una bella coppia: bizzarra, forse, ma certamente unita e affiatata. L'amore che li legava sembrava irradiarsi oltre la superficie dei loro corpi e lambire chiunque entrasse a contatto con quell'aura di gaiezza.
Percorsero il molo fino ad arrivare all'ingresso del Pier, con la sua pomposa insegna luminosa e le torri parallele sulle quali svettava la Union Jack mossa appena dalla pigra brezza marina. Dall'interno del parco proveniva una musichetta allegra: una fanfara irriverente e scanzonata dal sapore un po' vintage appositamente scelta per regalare agli avventori la sensazione di trovarsi alcune decadi indietro nel tempo, quando, prima dell'avvento di internet e dell'era digitale, posti come quello rappresentavano un baluardo di sollazzo e aggregazione per umani di tutte le età.
La coppia si fermò ad ammirare la facciata costruita in modo da richiamare quella di un palazzo reale balzato fuori direttamente dalle pagine de Le Mille e una Notte.
- Che ne dici, angelo? - domandò Crowley, voltandosi verso il biondo al suo fianco. - Andiamo a dare un'occhiata? Ti va? -
Aziraphale gli rispose con un sorriso che, agli occhi del demone, fece sfigurare miseramente il tripudio di luci che sfavillavano intorno a loro. - Con piacere, caro. Non ci sono mai stato. -
I due si avviarono senza fretta verso l'entrata, accodandosi a uno stuolo di ragazzini ridanciani. Crowley allungò una banconota al ragazzo dei biglietti, il quale staccò due rettangoli di carta colorata da un blocchetto e augurò loro una buona permanenza.
Una volta entrati, furono investiti da un miscuglio di odori, suoni e colori che, tutti insieme, gridavano una sola parola d'ordine: “DIVERTIMENTO!”
L'aroma zuccheroso e penetrante dei dolciumi si univa a quello degli hot-dog e dei popcorn che scoppiettavano vivacemente; tutt'intorno a loro risuonava un concerto di risa, chiacchiere spensierate e voci di bambini che andavano ad unirsi al sottofondo della fanfara preregistrata che aveva appena attaccato un valzer dai toni sfacciati e un po' dissonanti, quasi che i musicisti fossero stati ubriachi durante l'esecuzione; le giostre dai colori sgargianti erano tutte in movimento creando l'impressione di trovarsi in un chiassoso caleidoscopio multidimensionale.
Crowley fece scorrere lo sguardo sulle attrazioni e gli stand. - Be', è quasi uguale a come lo ricordavo. -
Aziraphale lo guardò, incuriosito. - Se già stato qui? -
Il demone aggrottò la fronte e una piccola ruga di concentrazione gli comparve tra le sopracciglia. - Mmh, dovevano essere gli anni '80, credo. Appena dopo la costruzione del parco per rimpiazzare il vecchio teatro. Forse l'88, ma non ci giurerei. - fece una pausa e distolse l'attenzione dalle attrazioni del parco per farla confluire tutta su Aziraphale. - Però, in effetti, qualcosa di diverso c'è. -
- Che cosa, caro? -
- Tu, angelo. - rispose con semplicità, sfiorando con le nocche le gote morbide del Principato. - Direi che è una differenza degna di nota. -
Il biondo emise una gioiosa risata argentina e depositò rapidamente un bacio sulle dita del demone, dopodiché passò un braccio intorno alla sua vita sottile e gli posò il capo sulla spalla.
- Be', direi che è perfetto! Così puoi farmi da guida. - disse allegramente, premendosi più forte contro il fianco di Crowley. - Non sono un grande esperto in fatto di luna park. Per esempio, quello cos'è? -
Aziraphale indicò una struttura circolare sulla quale ruotavano almeno una decina di coloratissime tazze da tè con tanto di manico e motivi decorativi.
- Sono le tazze rotanti. - rispose il demone, sorpreso che l'amico non ne avesse mai viste. - Ti siedi all'interno, ti aggrappi al sostegno al centro e quelle ruotano su loro stesse mentre girano anche in tondo. -
L'angelo osservò la giostra in funzione: le persone ridevano in quel modo un po' isterico tipico di quando il divertimento si interseca con una punta di paura, che paradossalmente non fa che amplificarlo. Alcuni gridavano ma nessuno sembrava davvero spaventato.
Quando la corsa terminò, tutti abbandonarono le postazioni barcollando e pendendo ora a destra, ora a sinistra come se avessero bevuto troppo. Molti di loro avevano un colorito indefinibile tra il bianco e il verdognolo.
- Oh, cielo. Non sembrano stare molto bene. - constatò Aziraphale seguendo con gli occhi la figura vacillante di un ragazzo in preda alle vertigini e pallidissimo.
Crowley si permise un piccolo sogghigno. - Non è un'esperienza per i deboli di stomaco, questo è vero. - ammise. - Però ti assicuro che ha il suo perché. -
La giostra si svuotò, pronta ad accogliere nuovi intrepidi che desiderassero mettere alla prova la resistenza dei propri stomaci.
- Vuoi salire? - Il tono del demone era suonato piuttosto neutro, ma ad Aziraphale non era sfuggita la nota speranzosa nascosta in fondo a quella domanda.
Crowley si sarebbe volentieri concesso un giro su quelle tazze scatenate, era palese; lo si poteva facilmente intuire dal malcelato desiderio col quale scrutava le sedute che si stavano pian piano riempiendo un'altra volta.
L'angelo venne afferrato dall'improvvisa voglia di esaudire le speranze dell'amico, sebbene quel tipo di giostra non sembrasse incontrare esattamente i suoi gusti.
Aziraphale si accorse che Crowley stava sbirciando la sua espressione per capire se avrebbe infine acconsentito a provare quella nuova esperienza. Ma sì, che male c'era nello sperimentare qualcosa di inedito? Era stato proprio il demone, nel corso della loro millenaria frequentazione, a fargli comprendere come il divergere dagli schemi e dalle abitudini potesse aprire nuovi, spettacolari orizzonti e portare a risvolti sorprendentemente gradevoli.
Il Principato mise fine all'attesa di Crowley volgendosi verso di lui con un sorrisone. - Sì, mi piacerebbe molto. -
La stupita felicità che illuminò i tratti del demone fu più che sufficiente per convincere Aziraphale che, nel bene o nel male, ne sarebbe comunque valsa la pena.
I due si accomodarono all'interno di una tazza e strinsero saldamente il sostegno circolare. L'ultima cosa che l'angelo vide prima che il mondo iniziasse a vorticare a più non posso fu l'occhiata colma d'amore ed entusiasmo che Crowley gli indirizzò.
Le tazze presero sempre più velocità. Aziraphale, schiacciato contro lo schienale dalla pressione del movimento, era solo vagamente coscio della risata euforica del demone seduto accanto a lui poiché tutti i suoi sensi erano troppo occupati nel tentativo di raccapezzarsi e trovare un baricentro che potesse riportare ordine in quella folle doppia centrifuga.
Le dita del Principato stringevano spasmodicamente la maniglia, tuttavia egli non poté fare a meno di scoppiare a ridere a sua volta quando la forza della rotazione finì per scaraventarlo senza tanti complimenti addosso a Crowley.
La corsa durò per un tempo che Aziraphale non avrebbe saputo inquadrare, ma quando finalmente le tazze rallentarono il ritmo convulso della loro giravolta, l'angelo scoprì di essere scivolato di lato e di essere finito lungo disteso col busto addossato a Crowley, anch'egli afflosciato sul sedile della giostra.
Tutti e due scoppiarono in una fragorosa risata che, nel caso del Principato, conteneva un'evidente sfumatura di sollievo.
- Come ti senti, angelo? Tutto bene? - domandò il demone, cercando a tentoni il braccio di Aziraphale, impresa non così facile dato che vedeva la sua immagine quadruplicata.
- Sì, ma ora mi verranno le vertigini ogni volta che vorrò bermi una tazza di tè. - gemette l'angelo, sistemandosi il cravattino tutto storto.
- Poco male. - ironizzò Crowley, rimettendosi in piedi e tendendo una mano ad Aziraphale malgrado l'equilibrio precario. - Ci sono sempre gli alcolici. -


Il tour del luna park proseguì seguendo all'incirca lo stesso schema: Aziraphale indicava una giostra e Crowley gliene illustrava il funzionamento, lasciando poi che fosse l'angelo a stabilire se fosse il caso di provarla oppure no. Le adrenaliniche montagne russe vennero strategicamente ignorate, mentre la giostra dei cavalli meritò addirittura un bis. Aziraphale si era sistemato su un maestoso cigno a due posti con tanto di coroncina, Crowley si era seduto accanto a lui e le loro mani erano rimaste allacciate l'una all'altra per tutta la durata della corsa.
L'alta torre dello scivolo elicoidale, decorata a patriottiche strisce bianche, rosse e blu, era, purtroppo e con grande delusione di Aziraphale, un'attrazione riservata ai soli bambini.
L'Horror Hotel aveva fornito ad entrambi il pretesto, se mai ce ne fosse stato bisogno, per stare ben bene appiccicati l'uno all'altro nella penombra inquietante del locale degli orrori. Crowley era quasi letteralmente saltato in braccio ad Aziraphale quando un orrendo mostro meccanico era comparso all'improvviso di fronte a lui. Il demone aveva cercato di uscirne con nonchalance e contegno, ma aveva capito dal sorrisino malizioso del biondo che quella clamorosa caduta di stile gli sarebbe stata rinfacciata molto a lungo.
Anche la ruota panoramica aveva regalato ai due una gemma preziosa da conservare nel proprio scrigno dei ricordi: le luci della città costiera di Brighton brillavano placide nella notte mentre una magnifica luna piena e pasciuta splendeva sul mare specchiandosi sulla superficie ondeggiante. Una vista incantevole alla quale tuttavia entrambi dedicarono solo una fugace occhiata d'apprezzamento, preferendo poi contemplare il paesaggio, non meno mozzafiato, dei rispettivi volti uno di fronte all'altro.
Nessuno faceva caso a loro: gli umani che li circondavano erano troppo presi dal proprio svago per dedicarsi ad altro ma, a onor del vero, un discorso analogo valeva anche per gli stessi Crowley e Aziraphale, immersi in quella moltitudine festante ma uniti nella loro personale bolla di serenità e armonia.
Quando ebbero provato tutte (o quasi) le attrazioni offerte dal Palace Pier, angelo e demone visitarono la sala giochi che sorgeva esattamente al centro del luna park sotto una vasta cupola dalla struttura in ferro.
Aziraphale sgranò gli occhi davanti a quello spettacolo di lucine lampeggianti, box di vetro colmi di peluche e apparecchiature più o meno datate ideate al solo scopo di intrattenere e divertire. Lì sotto l'aria era ancora più satura di profumini invitanti, probabilmente a causa di un paio di chioschi rasenti le pareti, e la melodia ironica della fanfara arrivava alle orecchie più smorzata, sovrastata dai suoni emessi dalle macchine per giocare: un'irritante cacofonia di Bip, Bang!, Crash! Ai quali si aggiungevano gli immancabili “Ritenta, sarai più fortunato” e i più rari “Bravo! Hai vinto!”.
- Caro, come funziona quello? Sembra piuttosto spassoso. -
Aziraphale indicò un chiosco strabordante di peluche e animali di pezza davanti al quale si era radunata una famigliola: i due bambini stavano lanciando degli anelli di plastica alla volta di uno strano pupazzetto che sorrideva sornione e seguitava a muoversi sconnessamente e senza schema lungo il fondo della struttura, rendendo l'impresa più ardua alla coppia di determinati fratellini.
Crowley seguì la direzione dell'indice di Aziraphale tra la folla di giocatori e macchinari fino a intercettare la scena.
- Si tratta di un gioco molto semplice, almeno a parole. - fornì con tranquillità. Ormai si era abituato al suo ruolo di cicerone e, a dirla tutta, non gli dispiaceva per niente anzi cercava di interpretarlo al meglio delle sue capacità. - Stanno cercando di centrare il bersaglio a forma di clown con quanti più cerchi possibile. Più anelli riesci a impilare attorno al pupazzo meccanico, più sale il punteggio e alla fine puoi ritirare un premio, in base a quanto hai totalizzato. -
Aziraphale aveva ascoltato la spiegazione puntuale del demone con aria rapita, neanche Crowley gli stesse rivelando la formula alchemica per tramutare la materia in oro. Osservò affascinato il bambino più grande fare un centro perfetto ed emettere un ruggente urlo di trionfo.
Crowley sorrise davanti alla sua espressione stupefatta: Aziraphale era un angelo millenario, aveva visto l'Eden e brandito una spada di fuoco, operava miracoli e aveva attraversato la Storia intera della Terra fino a quel momento, eppure bastava un'invenzione semplice come un passatempo umano per stupirlo e incantarlo. Era una delle cose che amava di lui: l'età e la sua condizione di entità sovrannaturale non intaccavano minimamente la sua capacità di provare stupore e meraviglia per le cose più banali. Qualità che quella serata stava ponendo eccezionalmente in risalto.
La partita era terminata e i bambini avevano appena scelto di portarsi a casa un orso di peluche grande il doppio di loro due messi insieme. La famiglia si allontanò dallo stand con il gigantesco premio peloso proprio nel momento in cui Crowley e Aziraphale lo raggiunsero.
- Vuoi provare? - fece il demone, al quale non sfuggì la lunga occhiata che il suo compagno rivolse al clown ghignante.
L'angelo gli scoccò uno sguardo raggiante. - Possiamo? -
Crowley scrollò le spalle. - Ormai siamo qui. Tanto vale immergersi nell'esperienza del luna park a 360 grandi, non credi? -
La coppia si avvicinò al chiosco, dove li accolse una sorridente signora di mezz'età. - Buonasera, ragazzi! Volete tentare la sorte? -
Crowley annuì. - Ci dia un cesto di anelli, per favore. -
La donna posò un cestino colmo di cerchi colorati proprio di fronte a loro, dopodiché azionò il meccanismo del gioco: la musichetta insolente ripartì e il supporto sul quale era collocato il pupazzo riprese a muoversi.
Aziraphale agguantò una manciata di anelli e iniziò a lanciarli verso il clown mentre Crowley cercava di aiutarlo con qualche consiglio sconclusionato.
- No, non da quella parte... aspetta, hai lanciato troppo presto... a sinistra, a sinistra! Troppo a sinistra! -
- Smettila, Crowley! Mi stai mandando in confusione! -
- Prendi la mira, angelo! Non gettare i cerchi a caso! -
- Ci sto provando! Quel coso si muove troppo in fretta! -
Alla fine, grazie agli sforzi congiunti di angelo e demone, almeno un terzo del totale degli anelli centrò il bersaglio.
- Molto bravi! - cinguettò la donna del chiosco, recuperandoli uno ad uno e contandoli con l'occhio esperto di chi praticava quell'attività tutti i santi giorni da anni. - Avete raggiunto un punteggio finale di 50! Complimenti! Potete scegliere uno di questi come premio. - indicò una serie di animali di peluche appesi al soffitto che li scrutavano con i loro occhi vitrei e le espressioni simpatiche quantomai improbabili.
- A te la scelta. - fece Crowley. - Io mi chiamo ufficialmente fuori. -
Aziraphale non parve convinto. - Sei sicuro? -
- Assolutamente. - dichiarò il demone, alzando le mani. - Questa è la tua prima volta al luna park ed è giusto che tu abbia un souvenir. Forza, scegline uno. - lo incoraggiò con una strizzatina d'occhio.
Aziraphale studiò attentamente l'assortimento di peluche prima di aprirsi in un grande sorriso e indicare un buffo serpente verde acceso con tanto di occhietti strabici (dorati, guarda caso) e linguetta biforcuta di stoffa rossa. - Prendo quello, se non le dispiace. -
Mentre la signora del chiosco era intenta a recuperare l'animaletto prescelto, Aziraphale ne approfittò per far balenare un sorrisetto allusivo verso il demone.
- Molto spiritoso. - commentò Crowley con un sogghigno divertito che fece miseramente fallire ogni proposito di allestire un'espressione imbronciata che risultasse anche solo lontanamente credibile.
- Lo chiamerò Anthony, in tuo onore. - scherzò l'angelo prendendo il serpente dalle mani della donna.
- Idiota. - bofonchiò Crowley girandosi dall'altra parte per sottrarre all'angelo la vista della stupida espressione lusingata che troneggiava stupidamente sulla sua stupida faccia.


La luna aveva compiuto ormai più della metà del suo cammino nel cielo quando i due arrivarono allo stand delle caramelle. Acquistarono un sacchetto di dolciumi assortiti e uno di popcorn, più un enorme matassa di zucchero filato rosa confetto da dividersi. Solo a quel punto si avviarono verso l'uscita del parco.
- Allora, - esordì il demone, staccando una nuvoletta fragrante dal bastoncino di legno. - com'è stata la tua prima volta al luna park? Qual è il verdetto? -
Il Principato finì di sgranocchiare i popcorn. - Oh, è stata un'esperienza molto interessante, caro. -
- Molto interessante? - ripeté Crowley arricciando il naso in una smorfia contrariata. - Solo “molto interessante”? -
- Che c'è? Ho detto qualcosa di male? - chiese l'angelo con un mezzo sorriso furbo.
Crowley sbruffò plateale. - Un documentario sulle anatre è molto interessante. Un libro sulle auto d'epoca può essere molto interessante. Una maledettissima Apocalisse mancata è una storia molto interessante... -
- E va bene, mi sono divertito tantissimo. - si corresse l'altro, sghignazzando. - Una delle serate migliori che abbia mai passato in vita mia. Assolutamente tickety-boo! Questa versione ti piace di più? -
- Direi di sì. - borbottò Crowley, prendendo tardivamente coscienza dello scherzo. - Bastardo. -
- Permaloso. -
Aziraphale lasciò che il demone gli cingesse le spalle con il braccio mentre si lasciavano alle spalle l'insegna scintillante del Palace Pier e ripercorrevano a ritroso la promenade.
Camminarono in silenzio per un po', peni di una felicità e una spensieratezza che avevano conosciuto di recente, per la precisione da quando erano quasi morti per mano dei rispettivi dirigenti.
Popcorn e zucchero filato erano terminati a una velocità impressionante durante la passeggiata ma il sacchetto delle caramelle poteva vantare ancora qualche superstite.
Infine, Crowley prese la parola dando voce ad un pensiero che lo assillava già da qualche ora. - Sai, non posso credere che tu non avessi mai visitato un luna park prima di oggi. -
Aziraphale si strinse nelle spalle, ancora cinte nell'abbraccio del demone. - I miei ex-capi non hanno mai approvato quel genere di luogo. - ammise con noncuranza. - Gabriel non era troppo contento neppure del fatto che mi fossi stabilito a Soho e non mi sembrava il caso di mettere ulteriormente alla prova la sua pazienza. Era molto prevenuto. -
- Ha senso. - commentò Crowley annuendo con fare pensieroso. - In effetti non mi sorprende che lassù non approvino i luna park. -
- Che vuoi dire? -
- Hai visto com'è, no? Se ci pensi bene, un luna park è un concentrato di vizi e tentazioni. Un paese dei balocchi in piena regola. -
Aziraphale inarcò le sopracciglia, stupito. - Vizi e tentazioni, dici? -
- Ma sì. - fece Crowley, prendendo a contare sulle dita. - Dunque, abbiamo il gioco d'azzardo, - indicò il peluche che l'angelo teneva sottobraccio e sollevò il pollice. - poi i peccati di gola, - continuò, alludendo al sacchetto di caramelle e alzando l'indice, - e naturalmente i tunnel dell'amore: antri di lussuria e lascivia. -
L'angelo rise. - Antri di lussuria e lascivia, addirittura? Non ti sembra di esagerare un po'? -
- Affatto! - esclamò l'altro, sgranando gli occhi. - Sai quanti bambini sono stati concepiti grazie ai tunnel dell'amore di tutti i luna park del mondo? - Crowley ammiccò furbescamente.
- Mmh, mi sa che questa te la sei inventata, caro. -
Il demone fece affiorare alle labbra un sorrisino colpevole. - Può darsi. - concesse, enigmatico. - Ma, d'altra parte, chi può saperlo con certezza? -
Azirapahle gli scoccò una finta occhiata di rimprovero, dopodiché estrasse dal sacchetto dei dolciumi un bastoncino di zucchero caramellato e se lo portò distrattamente alla bocca. L'ingenua sicurezza con cui si preparò ad addentare il dolce mise in allarme il demone: era chiaro che egli non avesse la minima idea della minaccia nascosta in quel subdolo cilindro dai colori squillanti.
Crowley sbiancò: sapeva cosa sarebbe successo e doveva assolutamente impedirlo prima che fosse troppo tardi.
- Sta' attento! Quella caramella è... -
Nel momento esatto in cui il bastoncino entrò in collusione con i denti di Aziraphale, si udì uno schiocco secco immediatamente seguito da un gemito di dolore da parte dell'angelo.
- ...dura come un sasso. - concluse Crowley con un sospiro. Non aveva fatto in tempo.
- Ouch! Me ne sono accorto. - fece il biondo, tenendosi una mano premuta contro la guancia destra con aria sofferente.
- Be', c'è un motivo se si chiama Brighton Rock. - commentò il demone con un sottile velo di ironia nella voce. - È davvero della stessa consistenza di una roccia. Credo che molti dentisti abbiano fatto fortuna grazie a questi bastoncini traditori. -
- Mmh. - mugolò Aziraphale, continuando a premersi la mano contro la guancia. - Credo di essermi appena giocato almeno un canino e forse un paio di molari. -
Crowley lo guardò con infinita tenerezza. - Fortunatamente per te, sei più che in grado di guarirti da solo senza ricorrere all'ortodonzia degli umani. -
- Già. - assentì Aziraphale, massaggiandosi delicatamente la mascella dolorante. - Ma potresti... potresti farlo tu? -
Il demone sbatté le palpebre, interdetto. - Io? E perché mai? - domandò. - Ti basterebbe un banalissimo miracolo per risolvere il problema. -
Aziraphale sospirò. Era ovvio che gli sarebbe bastato ricorrere ad un banalissimo miracolo, se avesse voluto. Il punto era proprio quello: la volontà, che, nel suo caso, nulla aveva a che fare con la necessità. Perché a volte la sorte gli presentava su un piatto d'argento delle occasioni imperdibili per spingere Crowley a elargirgli una dose extra di coccole, premure e tenerezze. Non che il loro rapporto risentisse della mancanza di tali elementi, ma Aziraphale non se ne sentiva mai sazio e fare gli occhi dolci al demone era qualcosa che lo divertiva oltremodo.
- Per favore, caro. Accontentami. - mormorò con voce morbida, esibendosi nella sua migliore interpretazione del cucciolo ferito.
Crowley capitolò all'istante: sentì la bocca prosciugarsi all'improvviso, il cuore mancare un battito e si convinse a gettare via qualunque obiezione circa la completa inutilità pratica di un suo intervento per una questione che Aziraphale sarebbe stato in grado di risolvere tranquillamente da solo. Alzò una mano verso il viso dell'angelo, preparandosi a guarire il danno provocato dalla caramella rocciosa, poi parve ripensarci e la ritirò, esitando.
Aziraphale lo guardava in attesa, totalmente fiducioso, totalmente innamorato. La fede limpida e incondizionata che lesse nel suo sguardo cristallino diede al demone il coraggio di assecondare la curiosa idea che lo solleticava. Si chinò un poco e accostò le labbra alla guancia destra di Aziraphale. Le mantenne a contatto con la sua pelle per qualche secondo, assaporandone il tepore e la morbidezza e inalandone il profumo divino. Sarebbe potuto rimanere in quella condizione di beatitudine per ore, giorni, settimane. Il respiro dell'angelo gli lambiva l'orecchio e anche se in quel momento non lo poteva vedere, ebbe la certezza che un sorriso si fosse appena dipinto sulla sua bocca fragrante di zucchero. Crowley si prese ancora un secondo per incamerare le sensazioni meravigliose che quel momento gli aveva generosamente regalato, infine lasciò cadere un serico bacio e soffiò lievemente sulla gota dell'angelo provocandogli la pelle d'oca sul collo.
- Come va ora? - chiese in un sussurro, allontanandosi e guardando l'altro con intensità, come se lo stesse accarezzando con gli occhi.
Aziraphale rilasciò un espiro più profondo prima di rispondere: era evidente che l'iniziativa del demone non avesse avuto un effetto piacevole solo su di lui.
- Mai stato meglio, caro. - dichiarò il Principato, arrossendo leggermente. - Mai stato meglio. -




O rock of ages, do not crumble,

love is breathing still

O Lady Moon, shine down

a little people magic if you will


Brighton Rock, Queen, 1974






Nota:

Ho cercato di presentare il Brighton Palace Pier e le sue attrazioni il più fedelmente possibile alla realtà, basandomi soprattutto sulle immagini che ho trovato in rete e sui social. Le giostre nominate sono tutte presenti nel vero luna park, così come la sala giochi sotto la cupola.

  
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