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Autore: sab2fab4you    04/02/2020    0 recensioni
Non ho mai capito cosa fosse l’amore. L’ho sempre visto come una specie di droga, l’uomo è sempre alla ricerca di una nuova dose da iniettare nel suo corpo perché ne sente il bisogno, senza curarsi del fatto che essa lo uccide pian piano fino a portarlo all’overdose. Non ho mai capito cosa fosse l’amore fino a quando non ho incontrato lei, la mia droga personale, portatrice di salvezza e distruzione allo stesso tempo e da allora tutto ha iniziato ad avere senso.
***
Lily e Ben sono due semplici ragazzi di Bristol ma la loro vita è sempre stata complicata. Lily non sa chi sia suo padre e sua madre è in prigione; Ben vive con dei genitori completamente assenti, il padre lavora giorno e notte e la madre è sempre in giro. Sono l'uno il punto di riferimento dell'altro. Ben è da sempre innamorato di Lily ma non ha il coraggio di confessarle i suoi sentimenti perché ha paura di rovinare la loro amicizia. Lily d’altro canto prova dei forti sentimenti per Ben ma non ha mai capito cosa significhino realmente. L'amore tra Ben e Lily sboccerà oppure appassirà per sempre?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 14
 
Baby, I'm dancing in the dark with you between my arms
Barefoot on the grass, listening to our favorite song
When you said you looked a mess, I whispered underneath my breath
But you heard it, darling, you look perfect tonight






Lily


Mi asciugai i palmi sudati sulla superficie delle mie coperte per l’ennesima volta mentre tentavo di non far cadere la sigaretta che avevo fra le labbra. Era troppo presto per dormire e anche se avessi voluto non ci sarei riuscita, avevo troppi pensieri che mi ronzavano per la testa.

non è da egoisti desiderare di stare con la persona che si ama”.
se lui ti ama significa che sei abbastanza”.
Ben ha iniziato a soffrire dal momento in cui hai deciso per entrambi che stare lontani è la cosa migliore”.

La voce di Hana era impressa nella mia mente e più ci riflettevo più le sue parole iniziavano ad avere senso. Forse mi sarei potuta lasciare andare, far cadere definitivamente quel muro che avevo costruito per proteggermi, mettere da parte la paura di ferirlo e finalmente godermi ciò che avevo di più bello nella vita. Non ero mai stata il tipo che rinunciava ancor prima di provare ma era proprio ciò che stavo facendo.

Guardai il mio riflesso nello specchio e vidi una luce nuova nei miei occhi, tutto d’un tratto sembravo più coraggiosa, anzi mi sentivo più coraggiosa. Decisi però che se avessi dovuto fare ciò avevo in mente l’avrei dovuto fare bene e con le parole giuste, quindi mi avvicinai alla mia scrivania e dopo aver preso un foglio e una penna iniziai a scrivere.


**


Percepivo il mio cuore aumentare di battito ad ogni scalino che salivo, ero così emozionata che sentivo la testa leggera. Ero finalmente arrivata davanti la porta di casa di Ben e ormai il petto mi stava per esplodere.

Knock, knock

Il rumore della mia mano sulla porta mi rimbombò nelle orecchie e improvvisamente mi mancò il fiato tanto che mi dovetti appoggiare al muro per trovare un po’ di sostegno.

Ad aprirmi la porta però non fu chi mi aspettavo.

<< Lily! Che ci fai qui? >>.

Il padre di Ben aprì la porta con l’aria di chi vorrebbe essere solo nel proprio letto ma non appena mi vide spalancò gli occhi e mi rivolse subito un caldo sorriso.

<< Ciao Frank, sono venuta per incontrare Ben, è in casa? >>.

Mi sorpresi del fatto che riuscii a parlare in modo tranquillo, senza dare segni di cedimento.

<< Purtroppo non c’è, è uscito già da un po’ >>.

Frank si accorse del mio repentino cambio d’espressione perché lessi nei suoi occhi la preoccupazione nel vedermi sbiancare all’improvviso.

<< Ma credo che sarà qui a momenti, puoi aspettarlo in camera sua >> continuò accogliente per poi farmi spazio per entrare.

Lo ringraziai silenziosamente rivolgendogli uno dei miei sorrisi più sinceri.

Una volta entrata in camera di Ben mi fermai un secondo e presi un grosso respiro. Percepii l’odore pungente del tabacco misto ad acqua di colonia ed infine avvertii quella scia di profumo di shampoo che si lascia sempre dietro, mi venne la pelle d’oca.

Osservai la stanza nel suo più completo disordine. Il letto era sfatto e una moltitudine di vestiti ricoprivano il piumone e il pavimento. Il davanzale della finestra, che era stata lasciata aperta, era decorato solo dal posacenere e dalle tante cicche spente al suo interno; La cenere invece era stata sparsa ovunque dal vento.

Presi posto nell’angolo più scomodo del suo letto, mi sentivo quasi un’intrusa lì, nella sua stanza ad osservare le sue cose senza che lo sapesse.
Infilai una mano nella tasca della giacca per poi tirare fuori il foglio di carta che precedentemente avevo piegato con tanta cura, ce l’avrei fatta, lo sapevo.


Ben


Osservai il ragazzo guardare a destra del suo avversario per poi scattare verso sinistra, saltare e tirare la palla verso il cesto. Fu un canestro perfetto e per quanto mi infastidisse ammetterlo, Thomas giocava molto bene a basket.

Ero seduto sugli spalti da così tanto tempo che ormai avevo perso la sensibilità alle mani per colpa del freddo.

Uno spostamento d’aria distolse la mia attenzione dalla partita e la portò sulla ragazza che si era appena seduta affianco a me.

Georgia era imbacuccata nel suo enorme e presumo caldissimo piumino, con la faccia coperta a metà da uno spesso strato di sciarpa, in parte per il freddo e in parte per nascondere il viso malconcio.

<< Che mi sono persa? >>.

<< Tuo fratello ha fatto canestro >>.

<< Avrei voluto vederlo, cavolo >>.

Si toccò per sbaglio uno zigomo e contrasse il viso in una smorfia di dolore.

<< Ti fa tanto male? >> chiesi, cercando di sembrare il più preoccupato possibile.

<< Sì, i lividi mi fanno un male cane… tutto per colpa di Lily, non capisco ancora perché mi abbia aggredita! Sono proprio contenta che abbia ricevuto una sospensione >>.

Venni investito immediatamente da un’ondata di calore provocata dalla rabbia ma cercai di contenermi, non era ancora il momento di scoppiare.

<< Già… se non sbaglio quel giorno qualcuno ha fatto girare dei volantini riguardo l’arresto di sua madre, tu ne sai qualcosa? >>.

Inchiodai i miei occhi nei suoi ma la ragazza distolse subito lo sguardo, chiaramente a disagio.

<< N-no, non so proprio nulla >>.

Una risata amara mi scappò dalle labbra e ciò fece scattare sull’attenti Georgia. Fissai la punta delle mie scarpe prima di incastrare di nuovo il suo sguardo con il mio.

<< Ne sei proprio sicura? Perché vedi, io credo che tu sappia chi sia stato >>.

Avevo usato un tono tranquillo, ma non c’era traccia di gentilezza nella mia voce e la ragazza se ne era resa conto, aveva perso tutta la sua sicurezza.

<< Ben, ma sei impazzito? Che diavolo ti prende? >>.

<< Lascia che ti spieghi ciò che penso. Io sono convinto che sia stata tu a far circolare quei volantini e di conseguenza Lily ti ha aggredita per fartela pagare, come biasimarla >>.

Georgia si alzò di scatto, rossa di rabbia. << Come biasimarla? Per poco non mi uccideva! >>.

<< Proprio come pensavo, ho ragione >>.

La vidi sbiancare di colpo, era consapevole del fatto che si era tradita da sola.

<< Quello che io non capisco è perché, perché fare una cosa così crudele senza pensare neanche un minimo al danno che avresti fatto, anzi che hai fatto >>.

<< Ma che te ne importa? Hai litigato con quella e continui a difenderla! >>.

Mi alzai anche io, sovrastandola di parecchi centimetri per poi chinarmi verso di lei.

<< E’ vero ci ho litigato, ma ciò non significa che io abbia smesso di amarla e se per caso avessi pensato di sì beh hai preso una grossa sbandata, non hai mai avuto speranze perché c’è sempre stata Lily avanti a tutto >>.

Ero stato duro, forse anche un po’ cattivo ma non mi importava.

La ragazza era rimasta visibilmente ferita dalle mie parole, lo potevo capire dai suoi occhi lucidi e anche dal fatto che non sapeva più che dire per difendersi.

<< Mi dispiace che sia andata a finire così, all’inizio credevo davvero che fossi una brava persona >>.

Le rivolsi un ultimo sguardo, prima di girarmi e darle le spalle.


**


Quando entrai in casa trovai mio padre addormentato sul divano ma di mia madre non c’era traccia, per fortuna.
Setacciai ogni mobile della cucina alla ricerca di qualcosa da sgranocchiare ma l’unica cosa commestibile che trovai furono delle fette biscottate. Sbuffai mentre il brontolio del mio stomaco si fece sentire.

Spalancai la porta di camera mia e la prima cosa che feci fu quella di lanciare in aria il mio giubbotto solo che nel mentre mi resi conto che c’era un’altra presenza nella stanza e ciò mi fece sobbalzare dalla paura.

<< Cazzo, chi sei? >>.

Misi a fuoco la figura che si era alzata di scatto e capii subito che si trattava di Lily. Il mio cuore prese a battere velocemente e la bocca si fece improvvisamente secca.

<< Lily che ci- cosa stai facen- >> le parole mi morirono in bocca, ero così sorpreso che non stavo capendo più niente.

La ragazza avanzò verso di me ed io mi sentii quasi di morire per quanto era bella. Una volta che fummo faccia a faccia si tolse il cappuccio e fu come se la stessi guardando per la prima volta.

Non c’era più traccia dei capelli e questo faceva risaltare la bellezza del suo volto; aveva le gote rosse dal caldo, le labbra erano piegate in un sorrisetto che non avevo mai visto prima e gli occhi, quei grandi e meravigliosi occhi a cerbiatta risplendevano.

<< So che è strano presentarsi così dal nulla ma sono qui perché ti devo dire una cosa >>.

Non staccai gli occhi dai suoi neanche per un secondo. << Certo, io.. io voglio sentire cosa hai da dire, ecco >>.

Perché sembrava che mi fossi dimenticato come si parla?

Vidi che fra le mani stringeva un pezzo di carta.

<< Voglio che tu adesso mi ascolti attentamente e che aspetterai fino alla fine prima di parlare >>.

Annuii con la testa, ero come ipnotizzato dalle sue labbra.

Lily iniziò ad aprire il pezzo di carta che poi si rivelò essere un foglio, mi rivolse un ultimo sguardo prima di iniziare a leggere.

<< Caro Ben,
ti starai chiedendo il perché di questa lettera, in effetti non è da me ma avevo bisogno di fare un ordine mentale perché non posso incasinare anche quello che sto per dirti.
Mi dispiace, mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto passare, per le cose che ti ho detto, per come ti ho trattato, sono stata davvero meschina.
Ho avuto paura di quello che ho provato la notte che abbiamo passato insieme perché ho capito che per me eri molto più di un amico e quando mi hai detto di amarmi ho avuto ancora più paura perché sapevo che niente sarebbe più stato come prima e tu sai quanto mi spaventano i cambiamenti.
Non sapevo cosa fare, mi ero convinta che se mi fossi lasciata andare avrei finito per farti del male e che ti avrei perso.
Ma ora ho capito, ti amo e finalmente non ho più paura di dirlo. Credo di averti sempre amato.
Ci sei stato sempre e solo tu.
In te ho trovato quel senso di appartenenza, di calore, di familiarità che non ho mai avuto.
Sei il mio punto di riferimento e come ti ho già detto una volta non riesco a immaginare una vita senza di te.
Ti amo Ben cazzo, te lo sto dicendo con il cuore in mano, ogni fibra del mio corpo ti ama.
Ogni volta che mi capisci anche solo con uno sguardo, che sai cosa voglio o cosa penso ancor prima che te lo dica, che mi guardi come solo tu sai fare, mi fanno capire che voglio solo te e nessun altro.
Spero che potrai accettare le mie scuse, ancora una volta mi dispiace.
Da sempre tua,
Lily >>.

Ero senza parole, non riuscivo a credere alle mie orecchie. Tutto mi sarei aspettato ma non questo, non che la ragazza che amavo da una vita avrebbe ricambiato i miei sentimenti. Stavo cercando di metabolizzare le sue parole perché ancora non mi sembrava vero.

La guardai negli occhi e vidi che stava aspettando una risposta ma non riuscivo a parlare, c’erano così tante cose che avrei voluto dire che mi si accavallavano in testa, per cui smisi di pensare e agii di istinto.

Le presi il viso tra le mani e la baciai, con una foga e un bisogno che non credevo di avere. Mi era mancata da morire e averla qui, tra le mie braccia mi sembrava un sogno.
Non ci pensai due volte e la presi in collo per poi dirigermi verso il letto e cadere con lei sotto di me.

Iniziai a darle tanti piccoli baci a stampo mentre lei mi districava i capelli con le dita; poi iniziò a toccarmi la faccia proprio come aveva fatto la prima volta, con i polpastrelli tracciava ogni mio lineamento come ad imprimerlo nella sua mente.

Le mie mani si mossero da sole, ero alla disperata ricerca della sua pelle, necessitavo il contatto con essa e dopo essermi fatto spazio sotto la sua felpa entrai in contatto con la carne morbida e calda e da lì non capii più niente.

A un certo punto il bacio si intensificò, divenne più passionale perché Lily prese il mio labbro inferiore fra i denti per poi mordicchiarlo.

Mi staccai da lei solo per poter prendere una boccata d’ossigeno. Il silenzio della stanza era interrotto dai nostri respiri affannosi.

Entrambi con gli occhi sgranati e le pupille dilatate, era come se ci avessero iniettato una dose di qualche droga.

Avvertii la sua mano calda farsi spazio sul mio viso per accarezzarmi, chiusi gli occhi e mi godetti il tocco gentile. Mi lasciai trasportare da lei che pian piano mi stava guidando di nuovo verso la sua bocca.

Strusciai il naso contro il suo collo e vidi chiaramente la pelle d’oca formarsi, per cui iniziai a lasciare dei lenti e umidi baci, beandomi dei piccoli sospiri che si faceva sfuggire.

All’improvviso la situazione cambiò perché nel momento in cui percepii le sue mani sotto la mia maglietta fui completamente alla sua mercé. Mi fece sedere per poi mettersi a cavalcioni su di me, così approfittai della situazione per toglierle la felpa. Rimase con il reggiseno sportivo ed io mi persi a guardare la curva perfetta del suo seno, dei suoi fianchi.

Dopo che anche io rimasi senza maglietta la strinsi a me, il suo corpo caldo contro il mio era qualcosa di perfetto. Era tutto così giusto.

Le mani mi scesero involontariamente sul suo sedere che strinsi con prepotenza e lei non si oppose, mi lasciò fare.

Vederla ricambiare in modo così passionale, ardente non mi fece preoccupare minimamente di quello che poi sarebbe stato perché capii che qualunque cosa fosse successa lei ci sarebbe stata, questa volta lei sarebbe rimasta per davvero.



 
   
 
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