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Autore: Miriallia    04/02/2020    2 recensioni
Durante una giornata come tante, i Giovani Detective, intenti a giocare a nascondino, trovano uno strano gatto nero appeso a un albero. Da questo avvenimento in poi cominceranno una serie di fatti strani che porteranno quasi a una tragedia. Una giostra di sentimenti e circostanze che condurrà tante coppie - e non - a dover dimostrare quanto valgono il loro amore e il loro coraggio. Inoltre, non mancherà anche il mistero, insieme a un colpevole: stiamo pur sempre parlando di Detective Conan!
Verranno coinvolti tantissimi personaggi della serie, con l'aggiunta di alcuni puramente inventati. Per quanto riguarda la storia, non credo che ci possano essere degli spoiler. Ma se non conoscete Amuro Toru nella sua totalità, vi consiglio di non leggere!
Spero che la storia possa piacervi, ci metterò l'anima a scriverla! Grazie a tutti coloro che la leggeranno!
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Detective Boys, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Quasi tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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All'esterno della villa, si poterono vedere i pompieri giunti finalmente sul posto. Si apprestarono a spegnere gli incendi che si stavano formando lentamente. Insieme a loro, su un altro mezzo era arrivato anche Kuroda Hyoue. 
 
Caposquadra: «Lasci fare a noi. Cercheremo di fare del nostro meglio nel minor tempo possibile.» affermò con orgoglio. 
 
Kuroda: «A noi interessa solo che lo facciate bene. Il tempo non conta, perché va bene sfruttare tutto quello che sarà necessario al fine di riuscire a salvare chi è rimasto intrappolato all'interno dell'abitazione.» disse con tono serio. 
 
Shiratori: «Sperando che ci siano dei sopravvissuti, certo.» disse con un filo di voce. 
 
Kuroda lo guardò senza aggiungere nemmeno una parola. 
 
Caposquadra: «Bene!» si mise sull'attenti. «Se mi dà il suo consenso, allora, noi procediamo!»
 
Kuroda: «Sì, certo. Cominciate pure.» annuì senza distogliere lo sguardo dalla villa. 
 
Caposquadra: «Signorsì!» tornò dalla sua squadra. 
 
Shiratori: «Non appena avranno finito, sicuramente avremo una visione migliore e, soprattutto, più completa sull'accaduto.» si voltò anche lui a guardare in che condizioni fosse la villa.
 
Kuroda: «Sì, indubbiamente. È brutto da dire, ma non ci rimane altro che sperare e lavorare sodo, fino alla fine.»
 
Chiba: «È vero… la speranza è sempre l'ultima a morire!» cercò di essere positivo, vedendo tutti interdetti intorno a lui. 
 
Nakamori: «Sovrintendente Kuroda!! Io voglio andare a cercare mia figlia!! Si troverà lì dentro… devo vederla e accertarmi che stia bene!! Mi faccia andare!» cercò di supplicarlo. 
 
Kuroda: «È assolutamente vietato allontanarsi da qui.» disse impassibile. 
 
Nakamori: «Ma il sovrintendente Chaki non è nemmeno stato interpellato a riguardo! Io prendo gli ordini da lui!!» insistette. 
 
Kuroda: «Ci ho già parlato io ed è d'accordo con me. Quindi la prego di non insistere.» rispose stoico.
 
Nakamori: «Aoko…» guardò nuovamente le macerie. 
 
Kuroda: «Sono al corrente del fatto che tra i dispersi ci sia anche sua figlia. Ma sono certo che starà bene, e, come lei, anche tutti gli altri.» sollevò lo sguardo. «Ormai il tempo è quasi giunto.»
 
Nakamori: «…eh?» esclamò perplesso dalle parole dell'uomo. 
 
Lentamente, si avvicinò a loro una figura di un ragazzo zoppicante, che si teneva a stento un braccio chiaramente ferito. 
 
Kuroda si voltò verso di lui. 
 
Hakuba: «Sono Hakuba Saguru. Ho assoluto bisogno di raggiungere la stazione di polizia per poter dare la mia testimonianza sull'accaduto…» disse trascinando le parole. 
 
Nakamori: «Hakuba-kun!!» si precipitò da lui e lo sostenne. «Dov'è Aoko?!»
 
Hakuba: «Mi dispiace, ma purtroppo non era insieme a me già da tempo.» scosse la testa. «Da ciò che mi ha chiesto… ne deduco che non è ancora uscita da lì.»
 
Nakamori: «Esatto… dannazione…!» strinse il pugno che aveva libero. 
 
Chiba: «Aspetti...» aiutò Hakuba anche lui. «Lo accompagno io in centrale.»
 
Kuroda: «No. Accompagnalo in ospedale. Una volta medicato, potrà deporre.» affermò con voce ferma. 
 
Chiba: «Signor sì!» annuì. 
 
Hakuba: «Grazie.» si voltò verso la villa. (Dover mentire mi manda in bestia, ma non ne posso fare a meno. Tsk… Kuroba-kun, Aoko-san… cercare di stare bene!) 
 
I due si allontanarono insieme e Chiba lo accompagnò in ospedale.
 
Nel frattempo, i pompieri si diressero in direzione della villa e cominciarono a cercare di spegnere degli incendi che si erano inevitabilmente formati in alcune parti dell'abitazione. Alcuni di essi non furono insistenti, mentre, uno in particolare, non accennava a smettere di bruciare. Era esattamente quello in concomitanza con la parte dove si trovava la cucina. 
 
L'interno, infatti, stava bruciando da un po', ma era uno dei pochi luoghi a non essere ancora crollato. I pompieri stimarono che non ci sarebbe stato ancora molto tempo affinché anch'esso diventasse solo un cumulo di macerie come la maggior parte delle zone di quell'abitazione ormai fantasma, andate sgretolate.



Facendo un passo indietro, nel preciso attimo in cui erano appena scoppiate le bombe… 
 
Masumi: «L'altra parte della…?! Aah!» cercò di reggersi in piedi appoggiando la mano sul muro e sostenendosi da esso. 
 
Chihiro: «Alla fine… sono esplose davvero…» anche lui cercò di appigliarsi a qualcosa, come meglio poteva. 
 
Masumi: «Pensavi che non avrebbe fatto sul serio?!» sbottò innervosita. 
 
Chihiro: «Non lo so… Ero convinto che solo Tsukimi Ryu fosse il colpevole di tutto ciò. Questa è la prova contraria… c'era qualcun altro che stava tramando alle spalle di Itou-san. E chissà…» rifletté. 
 
Masumi: «No. Non credo che c'entri anche tuo padre con questo stupido maggiordomo!» fece per sorpassare Chihiro e controllare dove fosse il passaggio segreto. 
 
Lui la afferrò per l'avambraccio. 
 
Chihiro: «Fermati!! Non lascerò mai che tu muoia!!» urlò con disperazione. 
 
Masumi: «Non m'importa se sta tremando tutto e se stanno esplodendo delle bombe!! Devo fare del mio meglio affinché quei due… tre… escano vivi da lì!!» replicò con altrettanta angoscia. 
 
Chihiro: «Ma non sai nemmeno dove sono! Dovresti cercarli ulteriormente! Perderesti troppo tempo!!»
 
Masumi: «Ne vale la pena per salvare tre vite!!»
 
Chihiro: «No!! No che non importa se devi rimetterci la tua!»
 
Masumi: «Come potrei continuare a vivere con questo peso sul cuore?! Tre persone morte a causa mia! Anzi, almeno tre! Non so se possano esserci anche dei complici o simili! O il bambino che è scomparso!!»
 
Chihiro: «Tch…» strinse il pugno. «So di essere prepotente e anche ingiusto.» serrò i denti. «Però andare lì significherebbe per certo trovare almeno tre persone prive di vita, come hai detto tu. A maggior ragione se è il luogo dove si trovavano le bombe. Vuoi ragionare per una buona volta, eh?! L'unica che morirebbe davvero sei tu!»
 
Masumi lo schiaffeggiò. 
 
Masumi: «Ascoltami bene.» lo guardò dritto negli occhi. «Sono libero di fare ciò che voglio senza doverti dare spiegazioni, chiaro? Non hai il diritto di scegliere per gli altri, men che meno per il sottoscritto!»
 
Chihiro: «Sto solo cercando di---» si tenne la guancia schiaffeggiata che, nel frattempo, era diventata di una tonalità rossa incandescente e gli bruciava da morire.
 
Masumi: «Non me ne importa! Lasciami o farò di testa mia e ti posso assicurare che se sopravviverai, finirai comunque in ospedale!» disse interrompendolo. 
 
Chihiro: «Mpf…» accennò un sorriso triste. «E va bene, come vuoi tu, Sera-san.» le lasciò il braccio libero.
 
Masumi: «Guarda quanto tempo che mi hai fatto perdere!!» si scostò e cercò di individuare il luogo esatto per aprire la porta. «Tu prova pure a fuggire, vattene!»
 
Chihiro: «Ma come? Io non posso darti ordini e tu, invece, sì?» rispose consapevole.
 
Masumi: «Era un suggerimento, come hai fatto anche tu con me, no?» rispose casualmente, presa dalla ricerca del passaggio. 
 
Chihiro: «In qualche modo… hai ragione.» si guardò intorno. «Però, resterò con te.»
 
Masumi: «Non devi, non ne ho bisogno. Ooh!» trovò il meccanismo che fece aprire il passaggio. «Sarà per di qua!»
 
Chihiro: «È davvero stretto…» lo guardò e ponderò le possibilità di sopravvivere che si prospettavano a entrambi. «Una volta dentro non potremo più scappare.»
 
Masumi: «Non credo che sia poi così diverso dalla realtà. Intendo… non so nemmeno se riusciremmo a scappare da qui, in ogni caso.» sospirò dandogli le spalle. «Koseki-kun.»
 
Chihiro: «Cosa?» le guardò le spalle. 
 
Masumi: «Chi sei tu in realtà?» chiese facendo un passo verso l'entrata del passaggio. 
 
Chihiro: «Sono chi ti ho detto di essere.» ammise senza esitare. 
 
Masumi: «…però?» 
 
Chihiro: «Dopo l'incidente, a causa della scarsa quantità di prove e del disinteresse della polizia giapponese, ho discusso con alcuni agenti dell'FBI. Sono stati loro a farmi sapere che qui in Giappone ci sono degli studenti… dei detective liceali.» chiuse gli occhi. 
 
Masumi: «L'FBI…?» ripeté esterrefatta.
 
Chihiro: «Esattamente. Non ti posso dire niente di più preciso perché non saprei cosa posso aggiungere. Ma sono stati loro ad aiutarmi con le ricerche in America. Solo che la questione compete la polizia locale, a maggior ragione se la vittima era un cittadino giapponese.» riaprì gli occhi e guardò nuovamente la schiena della ragazza di fronte a lui. 
 
Masumi: «E dunque… ti sei appoggiato a me.» distolse lo sguardo. 
 
Chihiro: «Sì. È stata una mia scelta credere in te.» rispose secco. 
 
Masumi: «Però ti hanno consigliato un detective liceale. Non è partito tutto da te.»
 
Chihiro: «No, non è affatto così. Io sapevo che esistevano delle persone assolutamente fuori dalla norma, tanto da essere definite detective nonostante l'età. Ma non potevo mica essere sicuro del vostro operato… La questione era troppo delicata per esporla a un ragazzo della mia età pensando di non coinvolgerlo in grossi guai. Tuttavia, il resto era come ti ho raccontato quando ci siamo conosciuti qualche ora fa. Ti ho vista alla festa e credevo che fosse destino… non ho più avuto dubbi che fosse così… Quindi ho deciso di provare. »
 
Masumi: «…»
 
Chihiro: «…»
 
Masumi: «Hai scelto di credere in me per via delle circostanze, perché non c'era altro modo che qualcuno ti potesse aiutare.»
 
Chihiro: «No, ti sbagli!»
 
Masumi: «Dove mi starei sbagliando, eh?!» si voltò verso di lui e lo afferrò per le spalle, scuotendolo. «Non avevi altre alternative!!»
 
Chihiro: «Sì che ne avevo…» assottigliò lo sguardo. «Tu non eri la mia unica via di scampo, anche se ho creduto che fosse un caso fortuito vederti lì, davanti ai miei occhi.»
 
Masumi: «No?? Qual era l'altra?! Kudo Shinichi che non c'è?!»
 
Chihiro: «No. Anche io sapevo che non c'era per via di quanto si è sentito parlare di lui riguardo il caso di quegli attori a Kyoto.» scosse la testa. «I miei parenti e amici mi avevano consigliato di rivolgermi a un detective privato, cosa che non ho fatto e nemmeno ho contemplato.»
 
Masumi: «C-Cosa?! Perché?!?» si scostò da lui. 
 
Chihiro: «Perché mi sono fidato della tua fama e del mio sesto senso. Mi sono informato sia sul tuo conto che su quello degli altri detective liceali e tu eri quella che mi sembrava la più indicata per il mio caso… Sei anche stata in America, non potevo chiedere niente di meglio. A me andava bene così… e ti ho spiegato i miei motivi, sono autentici.»
 
Masumi: «…» si morse il labbro inferiore. (Dunque, mi sono davvero sbagliato sul suo conto…? Non capisco nemmeno più… perché me la prenda così tanto a cuore. Forse è solo una questione di orgoglio…) 
 
Chihiro: «È la verità che non ti sto nascondendo più niente!» cercò di spiegarle per convincerla che era sincero. 
 
Masumi: «Avevo già deciso di fidarmi di te. Nel momento in cui ho accettato ciò che mi avevi proposto… Mi sono fidata.» distolse lo sguardo e gli diede nuovamente le spalle. «Quindi non tornerò sui miei passi, non importa ciò che accadrà.»
 
Chihiro: «Grazie.» fece un sorriso, ma tornò serio subito dopo. «Perché credi che Tsukimi Akihiro non c'entri con ciò che è accaduto a mio padre?»
 
Masumi: «Perché lui non era interessato alla fortuna pecuniaria di Itou-san. È una spiegazione veloce e semplice, ma racchiude alla perfezione il mio ragionamento. Se c'è un colpevole per la morte di tuo padre, quello è Tsukimi Ryu. Ma sono certo che si costituirà non appena sarà possibile. Certo, ammesso e non concesso che gli sarà permesso far---»
 
I due sentirono un rumore provenire dal soffitto e, con pochissimo preavviso, si staccò una trave da esso, proprio sopra le loro teste. 
 
Chihiro: «Attenta!!!» la tirò a sé e la strinse più forte che poté, facendo un salto indietro.
 
Masumi: «Koseki-kun!!» urlò con tutta la voce che aveva in corpo. (No… potevo salvarmi da solo… dovevi… dovevi pensare a te!!) 
 
Chihiro: «Ugh…» si girò su se stesso per fare da scudo e proteggerla.
 
Masumi: «Koseki-kun!!» si scostò da lui perché sentì che la presa non era salda come in un primo momento. «Koseki-kun!!» lo guardò con gli occhi travolti dalla preoccupazione, una volta constatato che aveva la parte posteriore della testa sanguinante. (Probabilmente, si è ferito nel fare quel salto indietro…) scosse la testa. (Avrebbe dovuto lasciarmi passare da lì da sola… doveva…) sentì che c'erano degli scoppi e, pian piano, tutto intorno sembrava esserci un leggero fumo. 
 
Chihiro: «Sera-san…» la guardò negli occhi, cercando di mantenere lucidità. «Grazie per tutto ciò che hai fatto per me. Te ne sarò riconoscente per il resto della mia vita…» strinse gli occhi per il dolore. 
 
Masumi: «Stupido!» afferrò il fazzoletto che aveva sul collo del completo e cercò di tamponare il sangue che continuava a uscire dalla ferita. «Fa' almeno in modo che questa riconoscenza possa durare per un sacco di tempo e non giusto nel momento in cui l'hai detto!»
 
Chihiro: «Mpf… non ho mica detto di voler morire… no…?» disse trascinando le parole. 
 
Masumi: «No, non l'hai detto. Ma lo dico per certo io… che non morirai… tsk!» gli fasciò la testa come poteva e lo appoggiò sulla sua spalla, sollevandolo con sé. «Adesso vedi di non intralciarmi! Il fumo si fa sempre più visibile… ma ce la possiamo fare!» 
 
Chihiro: «Mi dispiace… cough…» cominciò ad avere la vista appannata. «Io… arrendo…»
 
Masumi: «No che non ti devi arrendere!! Devi ancora riscattare tuo padre!!» disse cercando di avanzare, ma non sapendo esattamente dove dirigersi dato che il fumo stava invadendo sempre di più la stanza. 
 
Chihiro: «…no… io…» cercò di coordinarsi per camminare insieme a lei. (Non riesco nemmeno più a parlare… mi dispiace… ho fatto del mio meglio…) 
 
I due sentirono una voce. 
 
…: «Follow me! Quickly!*»
*Trad: "Seguitemi! Presto!"
 
Era chiaramente la voce di una donna. Si era avvicinata a loro, porgendo a Masumi una maschera antigas e mettendone una a Chihiro. 
 
La ragazza la guardò perplessa per un attimo e poi la indossò. Nel farlo, si accorse che quella donna aveva preso Chihiro dall'altro lato, facendolo reggere dalla sua spalla. 
 
Masumi: «…F… FBI?» tossì una serie di volte. 
 
…: «None of your business. Right, charming boy?**»
**Trad: "Non sono affari tuoi. Giusto, ragazzo affascinante?"
 
Masumi: «Ma cose...» si incamminò con entrambi, fino a giungere fuori dall'abitazione, come se quella donna sapesse per certo che quella fosse la via giusta da seguire. (E se non lo avesse saputo un agente dell'FBI, chi avrebbe dovuto?) 
 
Una volta giunti all'aperto, sia Masumi che la donna, sentirono dei rumori che segnalavano lo sgretolamento dei locali interni della villa. Anche se per miracolo, ce l'avevano fatta. Adesso non restava altro che avanzare il più velocemente possibile per raggiungere un posto dove avrebbero potuto raggiungere la salvezza. La terra tremava ogni volta che si distruggeva qualcosa all'interno della villa e, il posto, era diventato abbastanza pericoloso. 
 
A un certo punto, videro che proprio davanti a loro c'era un gruppo di persone. 
 
Shinichi: «E voi… da dove uscite fuori?» chiese perplesso. 
 
Masumi: «Da dentro la villa, da dove se no? Non fare domande stupide e aiutami, Kudo Shinichi!» rispose alterata, ma mantenendo la calma. (Ecco, lui è Kudo Shinichi… e…) 
 
Kaito: «Certo, eccomi!» si avvicinò a Masumi e alla donna. «Aiutami anche tu, come ti chiami!» disse puntando Shinichi. 
 
Shinichi: «Coooosa?! Ovviamente sono io quello v--!!!»
 
Masumi: «…» li fissò per un secondo con gli occhi a puntino. (Non credo di avere dubbi sulla sua vera identità… Ma non è questo il problema adesso.) 
 
Kaito: «Kekeke!!» rise sguaiatamente per qualche secondo, ma poi si diede un contegno, sentendo una strana aura dietro di lui. 
 
Aoko: «Senti senti, la risata di Kaito…» lo guardò storto, poi si fece seria. «Come state? Questo ragazzo è ferito, sta perdendo sangue dalla testa!»
 
Ran: «Sera-chan!! Come stai?! Cos'è successo?» la guardò preoccupata. 
 
Masumi: «Ragazze, ne parliamo dopo, ok?» fece l'occhiolino per far capire che stava bene. «Come ha detto anche lei… È necessario che andiamo via di qui al più presto per Koseki-kun e non solo…»
 
Ran annuì senza infierire oltre. 
 
Ran: «Già… ne va dell'incolumità di tutti.» volse lo sguardo sulla donna che era con loro.
 
Lei la guardò senza aggiungere una parola in merito.
 
Kaito: «Dai, muoviamoci che questo qua sta seriamente male!!» si incamminò reggendo Chihiro, ormai svenuto, insieme a Shinichi. 
 
Heiji: (E questi… da dove usciranno fuori?) li guardò con interesse. (Quella donna, soprattutto… posso credere che facesse parte del piano anche lei?)
   
 
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