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Autore: DarkDarrik    06/02/2020    2 recensioni
Questa storia è un tentativo di romanzare le vicende del famoso videogioco sui Pokèmon.
Ho cercato di renderlo in un contesto abbastanza " realistico" prendendomi piccole libertà creative.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blue, Prof Oak, Red, Team Rocket
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Red prese il suo zaino e se lo mise in spalla, sua madre gli aveva procurato diversi vestiti come ricambio e gli aveva lasciato alcune provviste per il suo viaggio.

La donna aveva dato dei soldi al figlio, visto che aveva perso dei Punti Allenatore nel suo duello con Blue.

«Chiamami la sera dai Centri Pokèmon, io sarò al laboratorio del Professore tutti giorni dopo cena per aspettare le tue chiamate, lui ha un videotelefono» disse la madre al giovane.

«Va bene mamma! Sono pronto a partire, ci rivedremo quando avrò tutte e otto le medaglie!» affermò esplosivo Red per poi precipitarsi fuori di casa mentre salutava la madre sollevando una mano.

In pochi minuti il ragazzo fu sul Percorso 1, il sentiero era lineare e circondato da moltissimi alberi alti e robusti, tipici della regione di Kanto.

Alcune zone erbose abitate da Pokèmon selvatici interrompevano la stradina di terra battuta che delineava tutto il percorso da affrontare per raggiungere la città di Smeraldopoli.

Il sole batteva alto nel cielo e la brezza fresca di aria pulita invase le narici del giovane Allenatore quando si fermò ad osservare la strada che aveva di fronte.

Red camminò per un po’, per poi notare un piccolo gruppo di quattro Pidgey in una zona erbosa poco più avanti. Pidgey assomigliava a un piccolo uccello grassoccio di colore marrone, con la gola e il ventre di colore più chiaro. Anche la punta delle sue ali era di questo color crema. Entrambe le zampe e il suo becco erano grigio-rosato.

Il giovane prese la pokèball di Charmander e il suo Pokèdex e si preparò entusiasta alla sua prima lotta con dei pokèmon selvatici.

«Vai Charmander!» gridò Red lanciando la sfera e facendo uscire la salamandra bipede.

I Pidgey guardarono sorpresi la creatura di tipo fuoco e uno di loro si preparò ad attaccare.

Un ruggito ordinato dal ragazzo fece in modo che l’attacco del piccolo pokemon uccello non facesse male al suo starter, e poco dopo Charmander mise al tappeto il Pidgey con due attacchi Graffi in successione e ben assestati.

Il piccolo bipede arancione fu raggiunto da una carica disperata del secondo pennuto e dopo aver accusato il colpo reagì con un singolo e potente Graffio che mandò K.O. l’avversario in un solo colpo critico.

Uno dei due Pidgey rimasti si diede alla fuga zampettando goffamente fuori dalla zona dello scontro, ma l’ultimo del gruppo era deciso a combattere.

Un colpo di ali, potente e vigoroso, sebbene le dimensioni ridotte della piccola creatura, sollevò una coltre di terra dal suolo facendola finire direttamente negli occhi di Charmander il quale usò le zampe anteriori per coprirsi il viso. Poco istanti dopo un attacco “Azione” di Pidgey lo colpì in pieno sbalzandolo all’indietro.

«Avanti amico, puoi farcela! Lo cattureremo!» affermò risoluto Red al suo starter.

La creatura di tipo fuoco fissò il Pidgey battagliero e spalancò le fauci lanciando un attacco “Braciere”, sorprendendo il nemico e il suo stesso Allenatore.

Il pokèmon uccello capitombolò dopo quell’attacco e rimase stanco e ferito sull’erba.

«Ora tocca a me, grazie Charmander!» urlò festante Red prima di prendere la mira e lanciare una delle sue sfere pokè vuote.

La pokèball raggiunse Pidgey e lo catturò, poi si mosse tre volte in maniera convulsa prima di rimanere chiusa definitivamente.

Due notifiche arrivarono sul Pokèdex del ragazzo.

La prima era il fatto che il suo Charmander ora conosceva “Braciere”, la seconda era quella che i dati di Pidgey ora erano registrati sulla sua enciclopedia elettronica.

«Pidgey ha un senso dell'orientamento molto sviluppato. È sempre in grado di ritornare al suo nido, anche quando si spinge molto lontano dal suo ambiente abituale» trillò il Pokedex quando il giovane mise la pokèball nella cintura elettronica dove c’erano le sei sfere che ogni Allenatore poteva portare. Tutti i pokèmon in eccesso dovevano essere lasciati al Centro Pokèmon e potevano essere recuperati in altri momenti tramite un servizio gratuito e pratico che aiutava gli Allenatori.

Red notò che lo scontro con i Pidgey aveva allontanato i pokèmon selvatici dall’erba e la camminata verso Smeraldopoli fu tranquilla, anche perché Charmander e Pidgey avevano bisogno di riprendersi dopo il loro scontro, ed era meglio non farli lottare.

 

«Scusami hai un momento?» chiese un giovane dai capelli bruni egli occhi scuri, con addosso una tenuta da addetto al Pokèmon Market, una camicia azzurrina con sopra un grembiule bianco.

Red annuì semplicemente sistemandosi meglio lo zaino in spalla.

«Volevo offrirti una pozione omaggio per invitarti a fare compere da noi. Siamo a Smeraldopoli!» affermò il giovane porgendo lo strumento all’allenatore.

La pozione era un contenitore spray viola e bianco che serviva a curare i pokèmon feriti.

Red ringraziò di buon grado e proseguì la sua camminata per il Percorso 1.

Un piccolo gruppo di Rattata litigava per una bacca, e il ragazzo non s’intromise nella disputa lasciando perdere i piccoli roditori viola e bianchi, pensando che avrebbe avuto altre occasioni per catturarne uno.

Una volta nella cittadina di SmeraldopoliRed andò dritto al Centro Pokèmon senza deviazioni, all’uscita dell’edificio vi era un ragazzo che leggeva una rivista seduto su una panchina.

«Sai la differenza tra un Weedle e un Caterpie?» incalzò il giovane prima che l’allenatore potesse entrare al Centro Pokemon.

«Weedle è velenoso!» rispose con nonchalance Red, lasciando un po’ deluso il tizio che si limitò ad annuire.

I Centri Pokèmon erano strutture su due piani, servivano a curare le piccole creature ferite e a dare vitto e alloggio agli Allenatori registrati alla Lega Pokèmon, quindi che stavano viaggiando per raccogliere le medaglie. Permettevano inoltre di scambiare i propri pokèmon catturati con quelli lasciati in deposito e fornivano dei videotelefoni utilizzabili dagli allenatori;in tutto questo, fungevano da punto di ritrovo per gli stessi cittadini e i loro pokèmon.

«Lasciami pure le sfere, ci vorrà qualche minuto, abbiamo diversi pokèmon da curare, puoi fare un  giro per il Centro» lo accolse l’infermiera, che aveva i capelli rossi e un’uniforme bianca tipica delle addette al Centro pokèmon.

Mentre Red aspettava vide un signore distinto in giacca e cravatta in compagnia di un ragazzo che gli stava spiegando le funzionalità del PC, un dispositivo che permetteva di scambiare in tutta la regione i propri pokèmon non utilizzati e fermi nei vari centri.

«Il servizio è completamente gratuito, basta che inserisca il suo nome e cognome, il centro da cui deve ricevere il pokèmon e il centro nel quale lei aspetta la sua sfera, e in un paio di minuti riceverà il suo pokèmon» spiegò il giovane all’uomo.

«Ma è fantastico! La tecnologia fa passi da gigante!» commentò infine il signore in completo scuro.

Poco dopo Red riprese i suoi piccoli amici e decise di andare alla Scuola per Allenatori che distava pochi metri, voleva salutare i suoi vecchi insegnati.

«Che piacere rivederti Red! Sono contenta che tu sia passato a salutarci!» affermò la professoressa Lexi mentre il giovane le sorrideva.

Red lesse la lavagna e vide che l’insegnante stava spiegando le condizioni speciali che potevano affliggere un pokèmon, intanto una studentessa stava copiando gli appunti, in notevole ritardo visto che la lezione era già terminata.

«Blue è passato poco fa, ha detto che andava a iscriversi alla Lega e che se ti avessi visto dovevo dirti che ti aspettava per la vostra rivincita. Non so di cosa parlasse!» aggiunse la donna poco dopo, e in pochi attimi Red salutò Lexi in fretta e furia per poi fiondarsi verso il percorso 22 dove c’era la Lega Pokèmon e,soprattutto, dove lo attendeva un secondo scontro con Blue, che il giovane voleva vincere a tutti i costi.

   
 
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