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Autore: Saruwatari_Asuka    06/02/2020    0 recensioni
{Spoiler dei capitoli dal 195 al 211 circa}
{ShinOji of course}
{Angst a palate perché fa sempre bene}
--
“Buongiorno, Shinsou.”
Sgranò gli occhi, a quel saluto, fermandosi come una statua di sale all’ingresso dell’aula.
Lo aveva salutato. Davvero? Anche adesso che era libero di muoversi, di saltargli addosso ed ucciderlo?
Dio, che aveva fatto?
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hitoshi Shinso, Kaminari Denki, Mashirao Ojiro, Shōta Aizawa
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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CAPITOLO 2

 

 

 

 

Come aveva previsto Tokoyami, la squadra di Iida aveva un piano decisamente migliore del loro. Non era neanche difficile, in effetti, visto che loro un piano non ce l’avevano.

Erano riusciti a spingere quasi subito anche Ojiro ad allontanarsi da Tokoyami, visto che Awase li aveva subito attaccati.

Letteralmente.

Si era attaccato a Ojiro e l’aveva trascinato via.

La scelta di mandare avanti Awase era sicuramente bizzarra, ma non poi così strana. Monoma poteva copiare facilmente il suo quirk e quindi era meglio che non si incontrassero e non potessero toccarsi, e loro avevano comunque un membro in più con cui giocare le proprie carte.

Era molto probabile che ognuno della squadra A fosse stato allontanato per essere tenuto impegnato da qualcuno dell’altra squadra, e anche così facendo Tokoyami rischiava di trovarsi contro due di loro, visto che era lui l’obiettivo.

Per ora andava ancora bene, perché Tokoyami era sicuramente in grado di contrattaccare e difendersi o scappare, se ce ne fosse stato bisogno. Anche se non per sempre.

Ojiro doveva togliersi di torno Awase il più velocemente possibile, il che non era per nulla semplice con quel suo potere così noioso e insidioso. Lo colpì con la coda al fianco, forte, ritirandosi subito dopo averlo colpito, prima che potesse attaccarlo anche con quella. Doveva essere velocissimo, o Awase l’avrebbe preso di nuovo, e allora non sarebbe riuscito a liberarsi.

Aveva già un braccio bloccato, attaccato al suo corpo.

“Lasciami!” sbottò, colpendolo di nuovo, stavolta al volto, veloce.

“Non è nei piani,” brontolò Awase, incassando di nuovo l’impatto. Una volta che lo ebbe allontanato abbastanza, Awase se lo staccò di dosso e, con il suo potere, lo attaccò al muro, bloccandolo lì.

“Accidenti! Torna qui!”

“Non ci penso neanche!”

Il suo compito, ideato dal piano di Kendo e Iida, era allontanare per primo Ojiro, ben lontano da Tokoyami, e poi tornare indietro. Se fosse riuscito a incollare anche Tokoyami ad un muro, avrebbero vinto loro senza alcun dubbio, poiché non sarebbe stato più in grado di muoversi.

E Awase era del tutto intenzionato a portarlo a termine per bene.

Ma Pony gli comparve davanti proprio quando stava per tornare da Tokoyami.

Awase sgranò gli occhi nel vedere la compagna di classe. “E tu che ci fai qui? Dov’è Ashido?”

Tsunotori si aprì in un enorme sorriso, “Svolazza qui e lì!” esclamò. Dall’aspetto della piccola Pony di sicuro neanche il loro combattimento era stato semplice, anche se veloce, entrambe avevano attacchi ben calibrati a distanza e doveva essere stato un faccia a faccia estremo, ma alla fine Pony, pur di togliersela di torno, doveva aver usato lo stesso trucchetto con cui aveva fregato lui l’anno prima, usando i corni per tenersela lontano.

“Prima o poi mi cadrà se continua a divincolarsi come l’ho vista fare prima!” fece verso Ojiro, “Ma ho visto Monoma in difficoltà! Devi andare ad aiutarlo!”

“Come se lo lasciassi andare, Pony!” brontolò Awase, “E tu senza i corni sei disarmata!”

“Appunto per questo, Ojiro-kun, devi andare tu!” proseguì lei, ignorando completamente il compagno di classe.

Ojiro sospirò, “Sono un po’ impegnato!”

“Lo so! Ma vedi...” Tsunotori sogghignò di nuovo, puntando entrambi gli indici verso di lui, “Ho tenuto un corno da parte proprio per questo!”

Awase si bloccò di colpo, girò i tacchi e puntò dritto verso Tsunotori, “Eh no!”

“E invece sì!” sorrise Pony, nel momento esatto in cui il suo corno  distrusse, dopo l’ennesimo colpo, il muro su cui Ojiro era stato attaccato con così tanta attenzione.

Awase digrignò i denti, vedendo l’altro di nuovo libero, ma Tsunotori non gli diede il tempo di seguire l’altro, bloccandolo a terra col corno.

Ojiro si voltò velocemente verso di lei, “Grazie mille, Tsunotori!”

“Figurati!” urlò anche lei in risposta, prima di inchiodare a sua volta il compagno col corno alla parete. “So perché non hai preso me di mira ma Ojiro, perché pensi che ti sia troppo difficile prendere i miei corni e attaccarli da qualche parte!”

“Non contarci. E poi te ne è rimasto uno solo. Adesso me ne libero e vado a riprendere Ojiro!”

 

Se avesse seguito il buon senso, Ojiro avrebbe virato per tornare indietro, da Tokoyami, e aiutare lui, che era il loro bersaglio e andava quindi protetto. Monoma, tutto sommato, poteva anche finire k.o, non era un grosso problema.

Ma non riuscì proprio a farlo. Aveva detto a Tsunotori che sarebbe andato ad aiutarlo. Tokoyami avrebbe capito, in fin dei conti.

E aveva fatto bene a prendere quella decisione.

Monoma, infatti, stava affrontando, da solo, Kendo e Shinsou.

E certo, per quanto antipatico e insopportabile Monoma lì era il più pericoloso di tutti, poiché poteva copiare quasi qualsiasi potere. Probabilmente anche quello di Kendo, tutto sommato.

Questo significava che Iida stava affrontando Tokoyami. Portabandiera contro portabandiera. Doveva sbrigarsi a salvare Monoma e andare da lui.

“Non ho bisogno di te!” sbottò Monoma. Non riuscì a vederlo in volto, quindi non gli rispose, la vicinanza di Shinsou era troppo pericolosa.

Quindi Ojiro puntò proprio a lui.

Kendo provò a fermarlo ingigantendo le mani ma, sorprendendolo, Monoma la fermò copiando il potere di Pony e usando due corna.

Se fosse stato qualcun altro, Ojiro l’avrebbe subito ringraziato, ma con Monoma non ne aveva proprio voglia.

Adesso, almeno, erano uno contro uno e potevano avere decisamente più speranze di riuscire a fermarli e poi tornare dal loro portabandiera.

Hey, Monkey Boy, non pensavo che ti saresti liberato così in fretta di Awase,” esclamò Shinsou, sotto di lui. Il sogghigno perenne sporcato da appena un velo di preoccupazione.

Era stato di nuovo troppo lento e non era riuscito a usare le bende.

Ojiro si morse la lingua, pur di non rispondergli.

Shinsou approfittò comunque della distrazione, tirandogli un calcio dritto ad altezza stomaco per poterselo allontanare. Ojiro saltò all’indietro, riuscendo ad evitarlo solo in parte, ma dando modo a Shinsou di rialzarsi e afferrare le bende pronto ad usarle.

Era più veloce dell’ultima volta. Decisamente più veloce.

Una piccola parte di sé ne fu contento, anche se non era qualcosa di sensato.

Fu Shinsou ad attaccare per primo, lanciando le bende contro Ojiro e riuscendo però a catturargli solo un polso, con cui lui si era protetto. Ojiro non si fece pregare troppo.

Aveva il polso bloccato da Shinsou, ma poco importava. Poteva usare la coda e fu proprio con quella che colpì l’altro, dritto al fianco.

Shinsou incassò bene, non poteva lamentarsene, giusto la smorfia che si lasciò andare faceva capire quanto gli avesse fatto male.

“Ho fatto bene a sceglierti quella volta, al Festival Sportivo,” sogghignò ancora, “Ma è più forte di quanto mi aspettassi. Che bravo, Monkey Boy. Allora facciamo così!”

Ojiro ebbe appena il tempo di sgranare gli occhi, prima che Shinsou gli saltasse letteralmente addosso. Corpo a corpo, in una battaglia troppo ravvicinata per riuscire ad usare la coda liberamente, perché Shinsou gli stava troppo addosso e per di più gli bloccava ancora il braccio.

Riuscì a capovolgere la situazione un paio di volte, rotolandosi letteralmente a terra l’uno sull’altro.
“Cosa, Monkey Boy? Non riesci a liberarti?”

Ojiro digrignò ancora più forte i denti, ma prima che potesse colpirlo di nuovo l’enorme mano di Kendo lo afferrò e lo sbatté al muro.

“Grazie, Kendo,” mormorò Shinsou, nonostante sembrasse parecchio contrariato. Cercò Monoma con gli occhi, ma la ragazza l’aveva già conciato per le feste e legato in modo che non potesse essere più troppo pericoloso.

“Posso ancora usare i corni, cara Kendo!” esclamò quest’ultimo, che ancora stava cercando di liberarsi, “Non dovresti sottovalutarmi!”

“Non lo faccio,” rispose lei, seria e compunta, “Va da Iida, Shinsou-kun. Li tengo occupati io.”

“Sicura?”

“Sì. Abbiamo ancora cinque minuti, possiamo ancora farcela.”

“Non così in fre...tta! Ah!” Monoma non riuscì neanche a finire di parlare, la mano enorme di Kendo lo schiacciò in un attimo lasciando Shinsou libero di andare.

“Ribadisco,” soffiò anche Ojiro, seppur a fatica, “Non così in fretta...”

Itsuka inarcò le sopracciglia sentendo Ojiro fare forza per liberarsi, ma era inutile. In quelle condizioni era molto più forte lei.

Ojiro, però, riuscì a liberare la coda dalla presa della sua stessa schiena contro il muro. Poco, ma sufficiente a cercare di colpire Kendo come poteva, costringendo lei a fare un passo indietro e ad allontanare il tanto da liberarsi definitivamente.

“Non ti lascio andare!”

“Mi nuoce gravemente alla salute dirlo!” sbottò Monoma, riemergendo, “Ma temo proprio di sì invece!”

Itsuka non si aspettava di certo che Monoma copiasse il quirk di Tokoyami, invece che di nuovo i corni di Pony, ma così facendo, anche se legato, poté colpire Kendo il tanto necessario per dare via libera a Ojiro.

“Accidenti!”

“E’ la seconda volta che la classe B ti salva, scimmione!” urlò Monoma, “E’ la dimostrazione che siamo i migliori! Vedi di non dimenticarlo e almeno fa qualcosa di utile!”

Ojiro sogghignò appena, alzando il pollice verso di lui in segno di approvazione.

 

Quando arrivò da Tokoyami, era già accerchiato e legato dalle corde di Shinsou, che si dava probabilmente già per vittorioso.

Ojiro era ben consapevole di non essere veloce come Iida, ma non era quello l’intento. Atterrò Shinsou con una codata, riuscendo a malapena a liberare Tokoyami dalle sue bende prima che anche Iida gli finisse addosso.

“Ti chiedo scusa Ojiro-kun!” urlò Iida, prima di colpirlo con forza e spedirlo contro al muro.

Shinsou si tirò su a fatica, “Che male,” bofonchiò.
Anche Ojiro si stava rialzando, ma contro di lui ormai era chiaro ci sarebbe stato Iida.

Peccato.

Gli sarebbe piaciuto combattere ancora un po’ corpo a corpo contro di lui. Sentire i muscoli sodi sotto le dita quando lo colpiva, vedere il petto scolpito quando, per sbaglio –o forse no- aveva afferrato lo Ji e gliel’aveva scostato.

Scosse il capo. No, si stava distraendo per nulla.

Doveva riprendersi.

Tokoyami era ancora in circolazione, e adesso ce l’aveva con lui.

 

Il suono della sirena che annunciava la fine del primo mach dall’allenamento li colse un po’ tutti impreparati.

IidaTokoyami erano finiti impossibilitati del tutto a muoversi né erano stati catturati, quindi di comune accordo sia Vlad King che Aizawa dichiararono la sfida in parità.

Ojiro non poteva dirsi del tutto insoddisfatto, e neanche i loro compagni di squadra sembravano così infelici del risultato. Ce l’avevano messa tutti al massimo.

Gli unici due totalmente contrari erano Mina e Monoma, l’una perché sentiva di non essere riuscita a fare quasi nulla, l’altro perché non accettava la sconfitta se a causarla era stato, secondo lui, l’inutilità della A.

Kendo lo mise k-o in due secondi netti.

“Lo avessi fatto prima non avrei avuto speranza di sfuggire,” rise Ojiro, incrociando le braccia.

“Prima non era distratto dai suoi deliri di onnipotenza,” sorrise Itsuka, “Quando ci si mette, credetemi, anche se può non sembrare Monoma è un bravo eroe. Ma vi chiedo scusa per i suoi modi di fare.”

“Figurati,” affermò composto Tokoyami, “E’ stato un piacere avere a che fare con voi.”

“Anche per me!”

“Io sono felicissima di essere stata in squadra con voi della A!” esclamò anche Pony, correndo verso Ojiro, “Rifacciamolo!”

“Non mi dispiacerebbe,” fece anche Ojiro, porgendole la mano, “E grazie ancora dell’aiuto, Tsunotori!”

“E’ stato un gioco di squadra! Siamo stati bravi, io credo!”

“Non c’è stato male,” annuì Tokoyami.

“Tutti hanno dato il massimo e questo è senz’altro la cosa più importante!” sentenziò con decisione Iida, il braccio ben teso verso l’alto, “E’ stato un onore lavorare con voi della B!”

 

Vedendoli parlare tutti quanti insieme come un gruppo ben affiatato Vlad e Aizawa si scambiarono uno sguardo divertito. Non era la prima volta, ma erano sempre orgogliosi di vedere come i loro ragazzi fossero riusciti a mettere da parte la rivalità e diventare anche amici e compagni.

A parte Monoma.

C’era da lavorare su di lui. Vlad King si chiedeva ancora dov’era che sbagliava.

Eppure Monoma era così amico di tutti, nella classe B.

“Siamo d’accordo allora?” domandò Aizawa, estrapolandolo dai suoi pensieri.

Vlad King annuì.

Sì, era la scelta migliore.

Anche Aizawa annuì in risposta, prima di annunciare il secondo gruppo misto che si sarebbe sfidato e ordinare a tutti di andare ognuno al proprio posto.

Fu solamente alla fine dell’allenamento, quando tutte le squadre si erano scontrate, che i due docenti richiamarono l’attenzione generale di tutti i ragazzi.

“In generale ci riteniamo soddisfatti dei risultati che siete riusciti a raggiungere quest’oggi, ragazzi. Ci sono ancora delle cose che non vanno bene, sia nel vostro modo di affrontare i problemi che in quello di relazionarsi con gli altri compagni...cosa che crea poi una serie di eventi che porta inesorabilmente alla disfatta. E non credere, Bakugou, che solo perché le cose sembrino sempre andarti bene tu non sia il primo in lista su questo punto. Oggi abbiamo dimostrato che con persone che non ti conoscono e non sanno come starti dietro il tuo modo di fare è deleterio.”

Bakugou schioccò la lingua, “Quindi l’avete fatto apposta a mettermi in mezzo a quegli stronzi della B.”

“Di proposito o no non ti deve interessare,” gli rispose Vlad King, “Sta di fatto che nonostante il tuo modo di lavorare in squadra, a sentire Aizawa, è migliorato, hai ancora molta strada da fare. Non tutti riescono a passare sopra all’essere costantemente sbeffeggiati e le dispute interne, come hai potuto costatare oggi, non portano a nulla. Vale anche per te, Monoma. Hai creato zizzania iniziale nel gruppo, perso tempo prezioso e impedito ai tuoi compagni di mettersi d’accordo per una strategia d’attacco. Ti sei comportato bene durante lo scontro, ma questo è stato un grosso handicap per voi e non vi ha concesso la vittoria.”

Monoma storse la bocca, “Se il ragazzo scimmione avesse saputo fare qualcosa di decente avremmo comunque vinto! Non sono io che ho fallito!”

“Ojiro si è comportato bene, invece,” lo redarguì Aizawa, “Ha affrontato tre avversari diversi in pochissimo tempo dovendo quindi adeguarsi ad ognuno di loro. Idem Tsunotori. Ashido, tu devi lavorare sulla precisione dei tuoi attacchi e sulla velocità con cui riesci ad usarli. Non ho niente da dire su Tokoyami e Iida invece. Continuate così.”

“Grazie, professor Aizawa!” esclamò Iida, gli occhiali lanciarono uno scintillio d’orgoglio sotto la luce del sole. Tokoyami non si mosse, annuendo solamente.

Ojiro era invece rimasto felicemente colpito dal velato complimento di Aizawa, e per un lungo istante, mentre i due docenti continuavano ad elencare ad ognuno di loro cosa era andato storto e cosa no, si isolò completamente.

Non gli interessava.

Per una volta le cose erano andate bene, bene sul serio. Non avevano vinto, ma era riuscito a dare una prestazione soddisfacente, seppur aiutato in più occasioni anche lui si era ritrovato ad aiutare gli altri quindi, a conti fatti, erano tutti più o meno sullo stesso piano.

Per lui tutto quello era un traguardo importante, ed era felice di averlo raggiunto.

Si voltò appena, sentendosi lo sguardo di qualcuno addosso, insistente e pungente.

Shinsou.

Distolse subito il suo, di sguardo, sistemandosi meglio lo Ji addosso. Era sciocco e insensato ma si sentiva come se lo stesse sondandolo, spogliandolo strato per strato.

E non era sicuro gli piacesse.

“Ma tornando al motivo per il quale abbiamo ideato questo allenamento, oggi,” la voce di Aizawa lo riportò bruscamente alla realtà.

Già, il motivo per cui erano lì, tutti loro delle due sezioni eroe.

Non era del tutto sicuro di cosa volesse realmente, Ojiro.

“Shinsou ha dimostrato buon affiatamento sia con la sezione A che con la B, qui oggi e la volta precedente, quindi siamo certi che in entrambe le sezioni sarebbe ben accolto e darebbe il massimo,” iniziò Vlad, “Ma banalmente Aizawa ha seguito il suo percorso fin da principio ed è forse il più adatto a continuare a farlo, fra noi due.”

Aizawa annuì, poi si voltò verso Shinsou stesso, che lo fissava ancora imbambolato, “Benvenuto nella sezione A, Shinsou.”

Il broncio di Aizawa diventò velocemente un sogghigno divertito quando Shinsou, ancora bloccato al suo posto, gli occhi spalancati e la bocca semiaperta per lo stupore, venne travolto da Kaminari e Midoriya, e subito dopo da tutti gli altri.

Evvai! Lo sapevo che saresti venuto con noi!” squittì Kaminari, poggiandoglisi sulla spalla con nonchalance. Shinsou non lo scostò, si limitò a portarsi con un certo imbarazzo la mano dietro al collo e voltarsi verso Midoriya che stava ancora parlando.

“Sono felicissimo, Shinsou-kun! Benvenuto!”

“Vedrai che ti troverai benissimo!”

“Cerchiamo di andare tutti d’accordo e di fare per bene il nostro dovere di studenti!” si avvicinò anche Iida.

Anche alcuni studenti del B vennero a congratularsi con lui, e anche Monoma si avvicinò, ma prevalentemente per lamentarsi della –secondo lui- pessima decisione da parte del professori.

Shinsou non poté che sorridere, contenuto ma felice.

 

Angolino Autrice:

In realtà non sono sicura che Monoma possa copiare Dark Shadows. Io non l’ho capito che tipi di poteri possa copiare e cosa no. Cioè la coda la può copiare, per esempio? Quando prova a copiare il Rewind di Erichan gli spunta il corno, quindi suppongo di sì? Quindi forse anche Dark Shadows, anche se penso che non sia senziente come quello originale...o forse proprio per questo non può?
Boh, chi lo sa. Monoma è un mistero per me.
E sinceramente non è neanche un pg che ci tengo a svelare x°°D
Ad ogni modo avevo bisogno che usasse Dark Shadows e quindi nulla, l’ha usato x°°D
Fan di Monoma scusate e correggetemi se lo ritenete necessario!

Ad ogni modo non so descrivere i combattimenti. Un po’ li odio.
Aiuto.
Me ne vado.

Un bacione fortissimo!
Asu

   
 
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