CAPITOLO
2
Come
aveva previsto Tokoyami, la squadra di Iida aveva un piano decisamente migliore del loro. Non era
neanche difficile, in effetti, visto che loro un piano non ce l’avevano.
Erano
riusciti a spingere quasi subito anche Ojiro ad allontanarsi da Tokoyami, visto che Awase li
aveva subito attaccati.
Letteralmente.
Si
era attaccato a Ojiro e l’aveva trascinato via.
La
scelta di mandare avanti Awase era sicuramente
bizzarra, ma non poi così strana. Monoma poteva
copiare facilmente il suo quirk e quindi era meglio
che non si incontrassero e non potessero toccarsi, e loro avevano comunque un
membro in più con cui giocare le proprie carte.
Era
molto probabile che ognuno della squadra A fosse stato allontanato per essere
tenuto impegnato da qualcuno dell’altra squadra, e anche così facendo Tokoyami rischiava di trovarsi contro due di loro, visto
che era lui l’obiettivo.
Per
ora andava ancora bene, perché Tokoyami era
sicuramente in grado di contrattaccare e difendersi o scappare, se ce ne fosse
stato bisogno. Anche se non per sempre.
Ojiro
doveva togliersi di torno Awase il più velocemente
possibile, il che non era per nulla semplice con quel suo potere così noioso e
insidioso. Lo colpì con la coda al fianco, forte, ritirandosi subito dopo
averlo colpito, prima che potesse attaccarlo anche con quella. Doveva essere
velocissimo, o Awase l’avrebbe preso di nuovo, e
allora non sarebbe riuscito a liberarsi.
Aveva
già un braccio bloccato, attaccato al suo corpo.
“Lasciami!”
sbottò, colpendolo di nuovo, stavolta al volto, veloce.
“Non
è nei piani,” brontolò Awase, incassando di nuovo
l’impatto. Una volta che lo ebbe allontanato abbastanza, Awase
se lo staccò di dosso e, con il suo potere, lo attaccò al muro, bloccandolo lì.
“Accidenti!
Torna qui!”
“Non
ci penso neanche!”
Il
suo compito, ideato dal piano di Kendo e Iida, era
allontanare per primo Ojiro, ben lontano da Tokoyami,
e poi tornare indietro. Se fosse riuscito a incollare anche Tokoyami
ad un muro, avrebbero vinto loro senza alcun dubbio, poiché non sarebbe stato
più in grado di muoversi.
E
Awase era del tutto intenzionato a portarlo a termine
per bene.
Ma
Pony gli comparve davanti proprio quando stava per tornare da Tokoyami.
Awase sgranò
gli occhi nel vedere la compagna di classe. “E tu che ci fai qui? Dov’è Ashido?”
Tsunotori si aprì
in un enorme sorriso, “Svolazza qui e lì!” esclamò. Dall’aspetto della piccola
Pony di sicuro neanche il loro combattimento era stato semplice, anche se
veloce, entrambe avevano attacchi ben calibrati a distanza e doveva essere
stato un faccia a faccia estremo, ma alla fine Pony, pur di togliersela di
torno, doveva aver usato lo stesso trucchetto con cui
aveva fregato lui l’anno prima, usando i corni per tenersela lontano.
“Prima
o poi mi cadrà se continua a divincolarsi come l’ho vista fare prima!” fece
verso Ojiro, “Ma ho visto Monoma in difficoltà! Devi
andare ad aiutarlo!”
“Come
se lo lasciassi andare, Pony!” brontolò Awase, “E tu
senza i corni sei disarmata!”
“Appunto
per questo, Ojiro-kun, devi andare tu!” proseguì lei,
ignorando completamente il compagno di classe.
Ojiro
sospirò, “Sono un po’ impegnato!”
“Lo
so! Ma vedi...” Tsunotori sogghignò di nuovo,
puntando entrambi gli indici verso di lui, “Ho tenuto un corno da parte proprio
per questo!”
Awase si bloccò
di colpo, girò i tacchi e puntò dritto verso Tsunotori,
“Eh no!”
“E
invece sì!” sorrise Pony, nel momento esatto in cui il suo corno distrusse, dopo l’ennesimo colpo, il muro su
cui Ojiro era stato attaccato con così tanta attenzione.
Awase digrignò
i denti, vedendo l’altro di nuovo libero, ma Tsunotori
non gli diede il tempo di seguire l’altro, bloccandolo a terra col corno.
Ojiro
si voltò velocemente verso di lei, “Grazie mille, Tsunotori!”
“Figurati!”
urlò anche lei in risposta, prima di inchiodare a sua volta il compagno col
corno alla parete. “So perché non hai preso me di mira ma Ojiro, perché pensi
che ti sia troppo difficile prendere i miei corni e attaccarli da qualche
parte!”
“Non
contarci. E poi te ne è rimasto uno solo. Adesso me ne libero e vado a
riprendere Ojiro!”
Se
avesse seguito il buon senso, Ojiro avrebbe virato per tornare indietro, da Tokoyami, e aiutare lui, che era il loro bersaglio e andava
quindi protetto. Monoma, tutto sommato, poteva anche
finire k.o, non era un grosso problema.
Ma
non riuscì proprio a farlo. Aveva detto a Tsunotori
che sarebbe andato ad aiutarlo. Tokoyami avrebbe
capito, in fin dei conti.
E
aveva fatto bene a prendere quella decisione.
Monoma, infatti,
stava affrontando, da solo, Kendo e Shinsou.
E
certo, per quanto antipatico e insopportabile Monoma
lì era il più pericoloso di tutti, poiché poteva copiare quasi qualsiasi
potere. Probabilmente anche quello di Kendo, tutto sommato.
Questo
significava che Iida stava affrontando Tokoyami. Portabandiera contro portabandiera. Doveva
sbrigarsi a salvare Monoma e andare da lui.
“Non
ho bisogno di te!” sbottò Monoma. Non riuscì a
vederlo in volto, quindi non gli rispose, la vicinanza di Shinsou era troppo
pericolosa.
Quindi
Ojiro puntò proprio a lui.
Kendo
provò a fermarlo ingigantendo le mani ma, sorprendendolo, Monoma
la fermò copiando il potere di Pony e usando due corna.
Se
fosse stato qualcun altro, Ojiro l’avrebbe subito ringraziato, ma con Monoma non ne aveva proprio voglia.
Adesso,
almeno, erano uno contro uno e potevano avere decisamente più speranze di
riuscire a fermarli e poi tornare dal loro portabandiera.
“Hey, Monkey Boy, non pensavo che
ti saresti liberato così in fretta di Awase,” esclamò
Shinsou, sotto di lui. Il sogghigno perenne sporcato da appena un velo di
preoccupazione.
Era
stato di nuovo troppo lento e non era riuscito a usare le bende.
Ojiro
si morse la lingua, pur di non rispondergli.
Shinsou
approfittò comunque della distrazione, tirandogli un calcio dritto ad altezza
stomaco per poterselo allontanare. Ojiro saltò all’indietro, riuscendo ad
evitarlo solo in parte, ma dando modo a Shinsou di rialzarsi e afferrare le
bende pronto ad usarle.
Era
più veloce dell’ultima volta. Decisamente più veloce.
Una
piccola parte di sé ne fu contento, anche se non era qualcosa di sensato.
Fu
Shinsou ad attaccare per primo, lanciando le bende contro Ojiro e riuscendo
però a catturargli solo un polso, con cui lui si era protetto. Ojiro non si
fece pregare troppo.
Aveva
il polso bloccato da Shinsou, ma poco importava. Poteva usare la coda e fu
proprio con quella che colpì l’altro, dritto al fianco.
Shinsou
incassò bene, non poteva lamentarsene, giusto la smorfia che si lasciò andare
faceva capire quanto gli avesse fatto male.
“Ho
fatto bene a sceglierti quella volta, al Festival Sportivo,” sogghignò ancora,
“Ma è più forte di quanto mi aspettassi. Che bravo, Monkey
Boy. Allora facciamo così!”
Ojiro
ebbe appena il tempo di sgranare gli occhi, prima che Shinsou gli saltasse
letteralmente addosso. Corpo a corpo, in una battaglia troppo ravvicinata per
riuscire ad usare la coda liberamente, perché Shinsou gli stava troppo addosso
e per di più gli bloccava ancora il braccio.
Riuscì
a capovolgere la situazione un paio di volte, rotolandosi letteralmente a terra
l’uno sull’altro.
“Cosa, Monkey Boy? Non riesci a liberarti?”
Ojiro
digrignò ancora più forte i denti, ma prima che potesse colpirlo di nuovo
l’enorme mano di Kendo lo afferrò e lo sbatté al muro.
“Grazie,
Kendo,” mormorò Shinsou, nonostante sembrasse parecchio contrariato. Cercò Monoma con gli occhi, ma la ragazza l’aveva già conciato
per le feste e legato in modo che non potesse essere più troppo pericoloso.
“Posso
ancora usare i corni, cara Kendo!” esclamò quest’ultimo, che ancora stava
cercando di liberarsi, “Non dovresti sottovalutarmi!”
“Non
lo faccio,” rispose lei, seria e compunta, “Va da Iida,
Shinsou-kun. Li tengo occupati io.”
“Sicura?”
“Sì.
Abbiamo ancora cinque minuti, possiamo ancora farcela.”
“Non
così in fre...tta! Ah!” Monoma non riuscì neanche a finire di parlare, la mano
enorme di Kendo lo schiacciò in un attimo lasciando Shinsou libero di andare.
“Ribadisco,”
soffiò anche Ojiro, seppur a fatica, “Non così in fretta...”
Itsuka inarcò le
sopracciglia sentendo Ojiro fare forza per liberarsi, ma era inutile. In quelle
condizioni era molto più forte lei.
Ojiro,
però, riuscì a liberare la coda dalla presa della sua stessa schiena contro il
muro. Poco, ma sufficiente a cercare di colpire Kendo come poteva, costringendo
lei a fare un passo indietro e ad allontanare il tanto da liberarsi
definitivamente.
“Non
ti lascio andare!”
“Mi
nuoce gravemente alla salute dirlo!” sbottò Monoma,
riemergendo, “Ma temo proprio di sì invece!”
Itsuka non si
aspettava di certo che Monoma copiasse il quirk di Tokoyami, invece che di
nuovo i corni di Pony, ma così facendo, anche se legato, poté colpire Kendo il
tanto necessario per dare via libera a Ojiro.
“Accidenti!”
“E’
la seconda volta che la classe B ti salva, scimmione!” urlò Monoma,
“E’ la dimostrazione che siamo i migliori! Vedi di non dimenticarlo e almeno fa
qualcosa di utile!”
Ojiro
sogghignò appena, alzando il pollice verso di lui in segno di approvazione.
Quando
arrivò da Tokoyami, era già accerchiato e legato
dalle corde di Shinsou, che si dava probabilmente già per vittorioso.
Ojiro
era ben consapevole di non essere veloce come Iida,
ma non era quello l’intento. Atterrò Shinsou con una codata,
riuscendo a malapena a liberare Tokoyami dalle sue
bende prima che anche Iida gli finisse addosso.
“Ti
chiedo scusa Ojiro-kun!” urlò Iida,
prima di colpirlo con forza e spedirlo contro al muro.
Shinsou
si tirò su a fatica, “Che male,” bofonchiò.
Anche Ojiro si stava rialzando, ma contro di lui ormai era chiaro ci sarebbe
stato Iida.
Peccato.
Gli
sarebbe piaciuto combattere ancora un po’ corpo a corpo contro di lui. Sentire
i muscoli sodi sotto le dita quando lo colpiva, vedere il petto scolpito
quando, per sbaglio –o forse no- aveva afferrato lo Ji e gliel’aveva scostato.
Scosse
il capo. No, si stava distraendo per nulla.
Doveva
riprendersi.
Tokoyami era
ancora in circolazione, e adesso ce l’aveva con lui.
Il
suono della sirena che annunciava la fine del primo mach dall’allenamento li
colse un po’ tutti impreparati.
Né
Iida né Tokoyami erano
finiti impossibilitati del tutto a muoversi né erano stati catturati, quindi di
comune accordo sia Vlad King che Aizawa
dichiararono la sfida in parità.
Ojiro
non poteva dirsi del tutto insoddisfatto, e neanche i loro compagni di squadra
sembravano così infelici del risultato. Ce l’avevano messa tutti al massimo.
Gli
unici due totalmente contrari erano Mina e Monoma,
l’una perché sentiva di non essere riuscita a fare quasi nulla, l’altro perché
non accettava la sconfitta se a causarla era stato, secondo lui, l’inutilità
della A.
Kendo
lo mise k-o in due secondi netti.
“Lo
avessi fatto prima non avrei avuto speranza di sfuggire,” rise Ojiro,
incrociando le braccia.
“Prima
non era distratto dai suoi deliri di onnipotenza,” sorrise Itsuka,
“Quando ci si mette, credetemi, anche se può non sembrare Monoma
è un bravo eroe. Ma vi chiedo scusa per i suoi modi di fare.”
“Figurati,”
affermò composto Tokoyami, “E’ stato un piacere avere
a che fare con voi.”
“Anche
per me!”
“Io
sono felicissima di essere stata in squadra con voi della A!” esclamò anche
Pony, correndo verso Ojiro, “Rifacciamolo!”
“Non
mi dispiacerebbe,” fece anche Ojiro, porgendole la mano, “E grazie ancora
dell’aiuto, Tsunotori!”
“E’
stato un gioco di squadra! Siamo stati bravi, io credo!”
“Non
c’è stato male,” annuì Tokoyami.
“Tutti
hanno dato il massimo e questo è senz’altro la cosa più importante!” sentenziò
con decisione Iida, il braccio ben teso verso l’alto,
“E’ stato un onore lavorare con voi della B!”
Vedendoli
parlare tutti quanti insieme come un gruppo ben affiatato Vlad
e Aizawa si scambiarono uno sguardo divertito. Non
era la prima volta, ma erano sempre orgogliosi di vedere come i loro ragazzi
fossero riusciti a mettere da parte la rivalità e diventare anche amici e
compagni.
A
parte Monoma.
C’era
da lavorare su di lui. Vlad King si chiedeva ancora
dov’era che sbagliava.
Eppure
Monoma era così amico di tutti, nella classe B.
“Siamo
d’accordo allora?” domandò Aizawa, estrapolandolo dai
suoi pensieri.
Vlad King
annuì.
Sì,
era la scelta migliore.
Anche
Aizawa annuì in risposta, prima di annunciare il
secondo gruppo misto che si sarebbe sfidato e ordinare a tutti di andare ognuno
al proprio posto.
Fu
solamente alla fine dell’allenamento, quando tutte le squadre si erano
scontrate, che i due docenti richiamarono l’attenzione generale di tutti i
ragazzi.
“In
generale ci riteniamo soddisfatti dei risultati che siete riusciti a
raggiungere quest’oggi, ragazzi. Ci sono ancora delle cose che non vanno bene,
sia nel vostro modo di affrontare i problemi che in quello di relazionarsi con
gli altri compagni...cosa che crea poi una serie di eventi che porta
inesorabilmente alla disfatta. E non credere, Bakugou, che solo perché le cose
sembrino sempre andarti bene tu non sia il primo in lista su questo punto. Oggi
abbiamo dimostrato che con persone che non ti conoscono e non sanno come starti
dietro il tuo modo di fare è deleterio.”
Bakugou
schioccò la lingua, “Quindi l’avete fatto apposta a mettermi in mezzo a quegli
stronzi della B.”
“Di
proposito o no non ti deve interessare,” gli rispose Vlad
King, “Sta di fatto che nonostante il tuo modo di lavorare in squadra, a
sentire Aizawa, è migliorato, hai ancora molta strada
da fare. Non tutti riescono a passare sopra all’essere costantemente sbeffeggiati
e le dispute interne, come hai potuto costatare oggi, non portano a nulla. Vale
anche per te, Monoma. Hai creato zizzania iniziale
nel gruppo, perso tempo prezioso e impedito ai tuoi compagni di mettersi
d’accordo per una strategia d’attacco. Ti sei comportato bene durante lo
scontro, ma questo è stato un grosso handicap per voi e non vi ha concesso la
vittoria.”
Monoma storse la
bocca, “Se il ragazzo scimmione avesse saputo fare qualcosa di decente avremmo
comunque vinto! Non sono io che ho fallito!”
“Ojiro
si è comportato bene, invece,” lo redarguì Aizawa,
“Ha affrontato tre avversari diversi in pochissimo tempo dovendo quindi
adeguarsi ad ognuno di loro. Idem Tsunotori. Ashido, tu devi lavorare sulla precisione dei tuoi attacchi
e sulla velocità con cui riesci ad usarli. Non ho niente da dire su Tokoyami e Iida invece.
Continuate così.”
“Grazie,
professor Aizawa!” esclamò Iida,
gli occhiali lanciarono uno scintillio d’orgoglio sotto la luce del sole. Tokoyami non si mosse, annuendo solamente.
Ojiro
era invece rimasto felicemente colpito dal velato complimento di Aizawa, e per un lungo istante, mentre i due docenti
continuavano ad elencare ad ognuno di loro cosa era andato storto e cosa no, si
isolò completamente.
Non
gli interessava.
Per
una volta le cose erano andate bene, bene sul serio. Non avevano vinto, ma era
riuscito a dare una prestazione soddisfacente, seppur aiutato in più occasioni
anche lui si era ritrovato ad aiutare gli altri quindi, a conti fatti, erano
tutti più o meno sullo stesso piano.
Per
lui tutto quello era un traguardo importante, ed era felice di averlo
raggiunto.
Si
voltò appena, sentendosi lo sguardo di qualcuno addosso, insistente e pungente.
Shinsou.
Distolse
subito il suo, di sguardo, sistemandosi meglio lo Ji
addosso. Era sciocco e insensato ma si sentiva come se lo stesse sondandolo,
spogliandolo strato per strato.
E
non era sicuro gli piacesse.
“Ma
tornando al motivo per il quale abbiamo ideato questo allenamento, oggi,” la
voce di Aizawa lo riportò bruscamente alla realtà.
Già,
il motivo per cui erano lì, tutti loro delle due sezioni eroe.
Non
era del tutto sicuro di cosa volesse realmente, Ojiro.
“Shinsou
ha dimostrato buon affiatamento sia con la sezione A che con la B, qui oggi e
la volta precedente, quindi siamo certi che in entrambe le sezioni sarebbe ben
accolto e darebbe il massimo,” iniziò Vlad, “Ma
banalmente Aizawa ha seguito il suo percorso fin da
principio ed è forse il più adatto a continuare a farlo, fra noi due.”
Aizawa annuì,
poi si voltò verso Shinsou stesso, che lo fissava ancora imbambolato,
“Benvenuto nella sezione A, Shinsou.”
Il
broncio di Aizawa diventò velocemente un sogghigno
divertito quando Shinsou, ancora bloccato al suo posto, gli occhi spalancati e
la bocca semiaperta per lo stupore, venne travolto da Kaminari
e Midoriya, e subito dopo da tutti gli altri.
“Evvai! Lo sapevo che saresti venuto con noi!” squittì Kaminari, poggiandoglisi sulla
spalla con nonchalance. Shinsou non lo scostò, si limitò a portarsi con un
certo imbarazzo la mano dietro al collo e voltarsi verso Midoriya
che stava ancora parlando.
“Sono
felicissimo, Shinsou-kun! Benvenuto!”
“Vedrai
che ti troverai benissimo!”
“Cerchiamo
di andare tutti d’accordo e di fare per bene il nostro dovere di studenti!” si
avvicinò anche Iida.
Anche
alcuni studenti del B vennero a congratularsi con lui, e anche Monoma si avvicinò, ma prevalentemente per lamentarsi della
–secondo lui- pessima decisione da parte del
professori.
Shinsou non poté che sorridere, contenuto ma
felice.
Angolino Autrice:
In realtà non sono sicura che Monoma possa copiare Dark Shadows.
Io non l’ho capito che tipi di poteri possa copiare e cosa no. Cioè la coda la
può copiare, per esempio? Quando prova a copiare il Rewind
di Erichan gli spunta il corno, quindi suppongo di
sì? Quindi forse anche Dark Shadows, anche se penso
che non sia senziente come quello originale...o forse proprio per questo non
può?
Boh, chi lo sa. Monoma è un mistero per me.
E sinceramente non è neanche un pg che ci tengo a
svelare x°°D
Ad ogni modo avevo bisogno che usasse Dark Shadows e
quindi nulla, l’ha usato x°°D
Fan di Monoma scusate e correggetemi se lo ritenete
necessario!
Ad ogni modo non so descrivere i
combattimenti. Un po’ li odio.
Aiuto.
Me ne vado.
Un bacione fortissimo!
Asu