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Autore: Cometa1975    07/02/2020    0 recensioni
La vita a volte ci sorprende portandoci in sentieri inesplorati ma dobbiamo essere coraggiosi e guardare oltre le apparenze per scoprire tesori nascosti in luoghi e persone a noi lontani anni luce..
Chissà se Andrea, giovane donna della società bene, vorrà guardare oltre a ciò che le viene mostrato e dare a Leonardo, architetto rampante, una possibilità per essere entrambi felici?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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11. LEONARDO

I ragazzi rimasti da soli a Maiorca cercano un locale per cenare e magari trovare qualche bella ragazza, almeno per quel che riguarda Tommaso e Leonardo.

Sono ormai le quattro del mattino quando riescono a ritornare alla villa, la serata non si era svolta esattamente come nei piani dei due amici, Alessio era sconvolto da quello che era successo durante l'aperitivo. Aveva bevuto troppo e non avevano fatto altro che rincorrerlo da un locale all'altro, mentre faceva lo stupido con il primo coglione di turno. I suoi amici sapevano che questo era solo una reazione al fatto che Andrea aveva coperto l'amico durante l'arrivo paparazzi, baciandolo. Ormai era chiaro per tutti che Nicholas e la bella contessina non erano una coppia, o almeno non lo erano sul serio. Leonardo era rimasto molto colpito da questo, non riusciva a capire come era possibile che una ragazza così interessante come Andrea Brandi dovesse fingere di avere un fidanzato. Gabriele gli aveva spiegato, durante il volo, che questa scelta degli amici era dettato dal fatto che le due famiglie erano assai vicine e che così facendo lasciavano loro molta libertà, in quel mondo fatto di apparenze che era l'alta società imprenditoriale italiana ed europea.

Entrati alla villa Leonardo accompagnò Alessio fino alla sua camera, ma appena arrivati vide la porta aperta e Nicholas che stava aspettando il compagno sul letto seduto a gambe incrociate con le spalle appoggiate alla testiera imbottita, con lo sguardo fisso nel cono d'ombra prodotto dal chiarore della luna al centro della stanza.

"Ti consiglio di parlarci domani, è ubriaco fradicio. Non reagisce mai molto bene alle delusioni, vacci piano con lui, anche se non sembra è estremamente fragile."

Detto questo lasciò i due ragazzi e scendendo di nuovo le scale si diresse verso la cucina, non aveva esattamente sonno e dopo aver preso dal frigo una birra uscì nella calda, seppur dicembrina, notte di Formentera.

Con suo grande stupore su un divanetto vicino al grande tavolo su cui avevano pranzato quel pomeriggio, vi trovò una figurina avvolta in una coperta di pile chiaro.

Leonardo rimase un attimo ad osservarla: i capelli rossi facevano contrasto con il tessuto bianco nella poltrona e il candore della coperta si intonava con quello del suo viso. Non aveva mai conosciuto nessuna ragazza come Andrea, quando l'aveva incontrata di fronte alla villa a mare avevo pensato subito che fosse la solita snob figlia di papà, ma si era dovuto ricredere quasi subito perché lei, oltre a dargli la possibilità di ottenere il lavoro, aveva dato la l'occasione ai suoi amici di effettuarlo e in quel modo fatto conoscere Domitilla a Gabriele.

Tutti i pregiudizi che i suoi genitori avevano radicato in lei, non le si attaccati veramente addosso, certo lei cercava in qualche modo di compiacergli e forse il fatto di essere fidanzata con quello che loro ritenevano il miglior partito sulla piazza, era per lei un modo di tenere un legame con i suoi familiari. In fondo anche lui non faceva la stessa cosa con sua madre? Accondiscendere la sua follia dei Natali in cui vigeva il ricordo del padre defunto da ormai vent'anni anni, non era il suo modo di compiacerla?

Leonardo sospirò prendendo un sorso di birra e sedendosi vicino alla ragazza, stando ben attento a non svegliarla. Con lo sguardo accarezzò il lieve movimento del respiro sotto la coperta. Da quando erano sull'isola Andrea era visibilmente nervosa. Quel giorno dopo il loro arrivo l'aveva osservata, stava scappando verso quella che probabilmente era la sua camera. Se lui non l'avesse apostrofata con quel nomignolo sciocco che usava per lei, forse non sarebbe neanche venuta a mangiare con loro. Sapeva cosa voleva dire nascondere sé stessi per compiacere gli altri, per molto tempo l'aveva fatto anche lui. Per poi perdersi in paradisi artificiali per sopportarlo, fino a quando suo zio con la forza della disperazione l'aveva condotto fuori da quel baratro. Alla fine di quel calvario avevo capito che l'architettura poteva essere la sua strada e che costruire cose per gli altri era un suo modo per lasciare un segno nel mondo, lo stesso segno che suo padre non era riuscito a fare poiché la morte se l'era portato via troppo presto.

Finì di sorseggiare la birra fino a quando non fu calda, osservando ancora la ragazza addormentata e chiedendosi se forse non era il caso di portarla a letto. Probabilmente la notte qui non era così rigida come in altri luoghi a dicembre, ma certamente per lei il giorno dopo non sarebbe stato un buon risveglio. Alzarsi infreddolita e indolenzita in un lettino non era il massimo per nessuno, benché quella davanti a loro fosse la più bella vista del Mediterraneo.

Con decisione e delicatezza, dopo aver appoggiato la bottiglia in uno dei cestini presenti nella veranda, sollevò Andrea avendo cura di non svegliarla. La ragazza non oppose resistenze, anzi si accoccolò contro il suo petto, mugugnando qualcosa di incomprensibile.

Una volta salite le scale, trovò senza difficoltà la stanza della ragazza e appoggiò il fagotto sul grande letto con il copriletto turchese. Come aveva sempre pensato non pesava nulla e sembrava stranamente piccola e indifesa in quel grande letto. Dopo un'ultima occhiata fugace decise che forse era l'ora anche per lui di andare a dormire.

Scosse la testa uscendo dalla stanza, se qualcuno mesi prima gli avesse detto che sarebbe stato a guardare una ragazza addormentata in un letto senza nemmeno provarci svegliandola, gli avrebbe dato certamente del pazzo furioso. Però a lui non importava, aveva sempre rifuggito a quello che sua madre chiamava amore, ma non riusciva a scappare da qualunque cosa si stesse muovendo nella sua cassa toracica quando incontrava lo sguardo verde della contessina, anche se questo era coperto dalle sue belle ciglia addormentate.
   
 
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