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Autore: KuroRyuu    08/02/2020    0 recensioni
Anno 1317
L’anno in cui il modo di vivere delle persone cambiò drasticamente.
L’anno in cui le stesse persone cambiarono drasticamente.
L’anno della Morte.
*Periodi di pubblicazione irregolari*
Genere: Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo III
 
Andalya era una delle regioni in cui la guerra era cominciata poco prima dell’avvento degli WarMat; era infatti una zona particolare, in cui i problemi erano molteplici e molto diversi tra loro. In certe zone le piogge erano talmente abbondanti da far marcire le coltivazioni, in altre queste erano così rare da creare un deserto quasi invivibile. Altre  zone, soprattutto quelle situate in montagna, erano spesso affette da bufere che rendevano complicata la crescita regolare delle coltivazioni; in una zona marittima, e quindi mediamente più fertile, si assisteva invece a improvvise inondazioni.
Questa era la regione di Andalya, occupata da tre città riconosciute: Denim, situata nella zone boscosa a ovest; Leonias, situata sui monti a nord e Wailia, situata su un isola poco distante dalla costa a sud. Tra queste tre era guerra aperta da ormai più di un secolo e nessuno dubitava del fatto che avrebbero continuato così per almeno altrettanto; anzi, in molti pensavano che non avrebbero mai smesso.
La popolazione di  Leonias, considerata la più forte in battaglia, contava anche un numero mediamente basso di abitanti; la loro era una società molto rigorosa in cui i più forti comandavano e i più deboli o venivano sottomessi, o venivano uccisi. In quegli anni dominavano tre famiglie, considerate al pari degli antichi nobili, che erano comandate dai tre più grandi strateghi al tempo presenti nella città. La più importante di queste, gli Airoson, era a capo della città da generazioni, e dava origine a WarMat sempre più forti, che poi addestrava all’arte della strategia militare. Proprio nel ‘500 era nato il primo figlio dell’attuale capofamiglia, chiamato Gispel.
La seconda famiglia, gli Deyvson, da lungo tempo in conflitto con gli Airoson per il posto di famiglia più importante, avevano avuto anch’essi un figlio in quel periodo, che chiamarono Axel; questo, come Gispel, appena nato si trovava già le aspettative dell’intera famiglia sulle spalle.
E infine la terza famiglia, quella dei Knomson, solo recentemente divenuta nobile, era quella i cui membri erano più accondiscendenti e meno cruenti; qualche mese dopo le nascite nelle altre due famiglie, anche nella loro nacque un figlio, che chiamarono Unfayr.
Queste tre famiglie comandavano l’Assemblea per il semplice fatto che erano l’assemblea; tutti i membri dell’Assemblea della città, infatti, o facevano parte di una delle famiglie, o avevano dei legami molto stretti con una di esse, o ne avrebbero fatto parte.
Nel gradino sociale inferiore a queste tre famiglie stavano i WarMat che più si erano distinti in battaglia  o che più avevano aiutato nella formulazione di una o più strategie efficaci; venivano chiamati generali ma non godevano di grandi benefici, se non una paga un po’ più altra rispetto ad altri WarMat. In quegli anni si era distinto un generale, da tutti chiamato Bratum, che aveva più volte aiutato i nobili a formulare delle strategie vincenti, oltre che aver combattuto in prima linea per lungo tempo. Avendo avuto un figlio, Obsidian, nello stesso periodo dei nobili, sperava che questi concedessero ai bambini di giocare insieme, cosa che non avvenne mai.
Sotto ai generali stavano i WarMat semplici e, infine, i contadini.
Nessuno nella città poteva trascurare l’esercizio fisico, se non per malattie gravi o perdita di due o più arti; pensavano infatti che solo genitori sani e forti avrebbero potuto generare figli robusti e in salute.
Il loro nutrimento si basava sulla carne degli animali cacciati, sulle bacche raccolte e sulle piante che crescevano nei periodi più miti.
Le case, costruite prevalentemente in legno e in pietra, avevano un rialzo dal terreno che serviva a dare una maggiore stabilità e ad avere un piccolo rialzo dalla neve; tra le città era considerata la più fortunata perché, nonostante la posizione fredda, era una città preesistente e certi edifici erano molto più solidi e meglio costruiti di quelli delle altre due. L’Accademia, per esempio, era un edificio a due piani, completamente di pietra e quindi molto solido; il campo di addestramento, un tempo un arena di gladiatori, era completo di qualsiasi attrezzatura da allenamento, dalle sbarre per le trazioni, ai manichini per il tiro al bersaglio allo spazio per il combattimento corpo a corpo.
 
Gli abitanti di Denim, imbattibili e quasi invisibili nei territori boschivi, avevano una società meno rigida, ma molto più propensa alla caccia e, di conseguenza, più abituata a brevi inseguimenti, uccisioni dalla distanza e con un solo colpo; nel tempo si erano specializzati nell’arte dell’agguato ed erano diventati gli assassini migliori della regione.
Per motivi che a loro stessi non erano chiari, si proibivano di uccidere i giovani durante la ricerca del loro materiale, a meno che questi non fossero i primi ad attaccare; la loro Assemblea era formata dagli assassini o dai cacciatori migliori. Il ruolo del cacciatore era un ruolo di grande prestigio perché, vivendo loro sugli alberi, erano principalmente gli animali a riuscire ad entrare nel villaggio, peraltro circondato da una piccola muraglia di tronchi; quando questo succedeva, erano quindi i cacciatori a intervenire e a uccidere le bestie, per poi spellarle e sviscerarle al fine di poterle successivamente mangiare.
Nonostante il clima fosse caldo, e quindi teoricamente adatto alla coltivazione, la forte e perenne umidità della foresta la rendeva molto difficile, in alcune zone anche impossibile; di conseguenza gli alimenti coltivabili erano scarsi e l’alimentazione si basava su carne e frutta.
Le case, tutte costruite in legno, erano collegate da piccoli ponti sospesi, che rendevano possibile l’attraversamento della città a chiunque e senza troppi pericoli; i più giovani e spericolati si divertivano però a saltare da un albero all’altro, rischiando ogni volta di cadere ma, fortunatamente, non accadeva spesso. Oltre ai giovani, erano anche gli WarMat a spostarsi in questo modo, poiché ritenuto più rapido e quindi più utile nei momenti di crisi; solo i guerrieri dovevano allenarsi quotidianamente, e per il loro allenamento avevano creato uno spazio molto largo abbattendo quegli alberi che avevano usato per costruire le loro case e la muraglia.
La loro accademia non era altro che un altro spazio in cui, suddivisi per età, gli allievi venivano istruiti alla strategia, alle tecniche di battaglia e di assassinio; per l’allenamento usavano lo stesso spazio usato dai guerrieri, solo in un orario diverso. Al suo interno erano stati lasciati dei tronchi adibiti da bersagli per le esercitazioni di tiro con l’arco e altri a manichini per il combattimento a distanza ravvicinata, oltre a un piccolo spazio per l’arena del combattimento uno contro uno, ogni tanto anche due contro uno o due contro due; non era certo un campo d’allenamento al pari con quello della montagna, ma era lo stesso molto ben attrezzato.
 
Infine, gli abitanti di Wailia, erano sicuramente dei bravi combattenti ma, in circostanze migliori, avrebbero sicuramente vissuto di commercio e non di guerra; tra di loro erano in pochi ad allenarsi quotidianamente, poiché anche i combattenti, durante i periodi di alta marea, tendevano a rilassarsi e a dimenticare la guerra in corso. Questa situazione, all’apparenza una fortuna, era però anche una maledizione; ogniqualvolta che l’alta marea superava le aspettative, infatti, parte del coltivato assorbiva troppo sale e moriva. A causa di ciò i contadini avevano creato dei campi enormi, la cui parte più esterna rimaneva coltivata ben poco o proprio per nulla, mentre più si andava verso l’interno, più il numero di piante aumentava; nonostante queste accortezze buona parte della coltivazione andava a male o a causa dell’alta marea, che sommergeva le piante, o della bassa marea, che consisteva in una pressoché completa mancanza d’acqua.
La loro alimentazione, oltre alla parte di coltivato sopravvissuta, comprendeva i pesci che venivano pescati nei periodi in cui le maree erano stabili ed era possibile uscire con le barche; molti di questi, come il pesce palla, erano però velenosi, il che richiedeva una visita dai cuochi professionisti, che sapevano cucinare quello e altri animali velenosi in modo da renderli sia buoni che innocui.
La loro assemblea era formata principalmente da veterani della guerra o dagli WarMat che più si distinguevano in battaglia; c’era anche qualche giovane stratega, ma erano principalmente i veterani a decidere le strategie da usare in battaglia, mentre i giovani erano lì per imparare e poter essere d’aiuto come futuri aiutanti strateghi. Mettendo da parte la distinzione tra gli WarMat, era un popolo abbastanza aperto e cordiale, molto altruista con chi ne faceva parte; contro i nemici, invece, tendevano a sfogarsi il più possibile, essendo spesso molto cruenti.
La città, costruita nelle pareti di un vulcano inattivo da molto tempo, era costituita da case scavate grossolanamente nella pietra e dall’edificio dell’Accademia, posto circa al centro della città; lo spazio per l’allenamento dei giovani era invece posto ai piedi del vulcano, in un luogo privo di campi coltivati. In quel luogo, privo di una qualsiasi attrezzatura, gli insegnanti dovevano ingegnarsi per rendere il loro gruppo di studenti ben allenati, o quantomeno capaci di combattere decentemente.
Ciò in cui differivano le tre Accademie era la durata dell’addestramento, ma tutte e tre lo facevano terminare ai 17 anni di età; in montagna durava dieci anni, nella foresta otto mentre sull’isola soltanto sette. Nonostante ciò, in base al materiale di ognuno, un allenamento più breve poteva non sfavorire eccessivamente, in quanto bilanciato da un buon materiale, ed è proprio per questo che l’equilibrio tra le tre fazioni, in cui una non prevaleva mai completamente sulle altre, continuava ormai da moltissimo tempo.
 
 
 Nota dell’idiota autore:
Salve ancora dal dragone,
e grazie di stare leggendo la storia. Sappi che con questo ho finito la parte introduttiva alla storia e nel prossimo capitolo compariranno molti dei personaggi importanti della storia; quindi, se hai letto questi tre capitoli, non abbandonarmi ora ti prego…
Tralasciando questa parte dei miei scleri personali causati dal pensiero della mediocrità della mia introduzione (probabilmente causata dalla mia mancanza di esperienza come scrittore), volevo informare tutti che sì, mi sono sforzato un sacco per creare un’ambientazione plausibile; inoltre non c’è bisogno che qualcuno se ne esca dicendo che ho descritto meglio la montagna delle altre due città, perché lo so di mio, ma non potevo farci niente se si prestava molto meglio a essere descritta e anche all’introduzione di qualche personaggio.
Perché sì, quei quattro bambini saranno personaggi importanti, e non vedo l’ora di torturarli farli viaggiare alla scoperta di Andalya; ah una cosa: se pensate che questa storia sia tranquilla, un bel viaggetto per il mondo allegri e spensierati, fate meglio a prepararvi mentalmente perché ne succederanno di ogni.
Tra parentesi… mi spiace non aver potuto inserire le immagini ma sono cambiate un po’ di cose e non so più come fare. Scusatemi per questa mancanza, se potete, e continuate a leggere la storia.
Bene, penso di avervi fracassato le palle abbastanza e, dopo avervi invitato a porre domande qualora ci fosse qualcosa di poco chiaro, vi auguro una buona continuazione e,
                                                                                                           Saluti dal Dragone
   
 
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