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Autore: Aqua Keta    09/02/2020    4 recensioni
Forse il destino è già scritto ma con ostinazione e coraggio lo si può cambiare e tornare a vita nuova. Esiste un tempo per soffrire ma esiste anche un tempo per la ricompensa della gioia
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Trascorsero quel grigio pomeriggio dal sapore quasi autunnale a chiacchierare,  ridere e scherzare, buttando giù  le prime basi per quell’evento a dir poco straordinario: il matrimonio.
Il luogo, gli invitati….ma soprattutto la data. 
Si divertirono a stuzzicarsi a vicenda.
Il Generale e Madame fecero rientro in tarda serata e dopo un breve saluto si accomiatarono.
Philip prima di andare a dormire fece il solito giro di controllo attorno la casa.
Accertatosi che tutto fosse in ordine, si ritirò. 
La porta si aprì e richiuse piano.
La luce fioca della candela sul comodino illuminò quanto bastò  per intravvedere la figura sinuosa di Oscar.
André sorrise. Sapeva che quella notte lei sarebbe venuta.
Ferma, di spalle, il cuore all’impazzata mentre restò in ascolto che nessuno avesse udito rumore.
Lui si avvicinò  e scostandole i capelli le sfiorò teneramente il collo.
Oscar ebbe un sussulto.
Le mani di André sui fianchi a sollevare lentamente la camicia fino a sfilarla per poi farle scorrere dalle spalle verso il basso….
Si volse.
Gli occhi estasiati di lui di fronte a quel corpo perfetto in ogni sua morbida curva.
La prese tra le braccia e la distese sul letto.
Chino su di lei, quei baci bollenti sui seni, a scendere sul ventre….in quel l’incavo fra le pelvi fino a sorprendere all’improvviso la sua femminilità. 
Incurvò di scatto la schiena insinuando le dita nei suoi morbidi capelli.
Un lungo gemito di piacere ruppe il silenzio della stanza.
Lui sollevò lo sguardo appena a scrutare il suo viso contratto dall’ estasi.
La lingua a spingersi in lei facendola sobbalzare tra un respiro mancato ed un mugugno fino a quando sentì le sue dita prenderne il posto.
Un grido le si smorzò in gola –“ André….fermati!!”
In uno stato di totale eccitazione la guardò perplesso.
La vide prendere un attimo di respiro con gli occhi chiusi,  sollevandosi dal letto.
Quando li riaprì con fare malizioso gattonò fino al bordo ove lui era in piedi.
La mano si posò là. ..dove non aveva ancora osato.
A quel gesto André buttò la testa all’indietro lasciando che un suono gutturale inciampasse tra i denti.
Quando si rese conto che non era più la mano ma le labbra a muoversi con dolce e lenta passione, le gambe quasi gli si piegarono.
Sibilò appena quel nome –“ Oscar……”.
Si accorse di quegli occhi smeraldo che la fissavano.
Avvampò leggermente d’imbarazzo, poi comprese quanto piacere, con quel gesto, fosse in grado di donare al suo uomo e si lasciò andare.
Quando sentì di non potersi più  trattenere, la spinse tra le lenzuola senza staccare la bocca dalla sua.
Un affondo…. quelle mani morbide gli strinsero le spalle ad ogni spinta fino a quando le dita affusolate quasi si conficcarono nella pelle al sopraggiungere dell’appagamento totale .
Giacquero così ….in quel silenzio ritrovato nella stanza….la fiamma tremolante della candela quasi del tutto consunta. 
I cuori ancora pazzi d’amore.
André fece ricadere il viso sul cuscino cercando i suoi occhi celesti.
Si girò sul fianco ancora ansimante ed allungò la mano accarezzandogli una guancia.
Gliela strinse e la baciò.
“Grandier….e’ così bello amarti”- sorrise e si accovacciò tra le sue braccia.
Sollevò il lenzuolo a coprire entrambi.
Attesero che i respiri si placassero.
 “Louis Antoine mi ha fatto una proposta” – si mise ad arricciarle capelli.
Appoggiò il mento ad una mano rimanendo sdraiata sul suo torace  sfiorando quella cicatrice.
“Preziosi o cavalli?”
“Preziosi. Vorrebbe portarmi a Morlaix da un famoso gioielliere per l’acquisto di un’ importante partita di pietre e monili”
“Beh….non sei contento? Personalmente la trovo un’ottima idea”
“…pensi per il nostro futuro?”
“Dopo sposati dovremmo contare sulle nostre forze…quindi ….”
“…sarebbe il caso che ci guardassimo attorno anche per una casa nostra….che ne dici?”
“Mi piacerebbe che la nostra camera da letto avesse le finestre verso il mare”
“Giardino?”
“Oh si, e. …una piccola terrazza….o pergolato”
“Un luogo di riparo per Cesar ed Alexander…”
“Domani potremmo fare un giro …..”
Alzò il viso e gli sfiorò dolcemente le labbra – “Domani Grandier…..domani…ma non hai dimenticato nulla?”
“….non saprei…..una bella sala …per quando verranno gli ospiti?”
Si sollevò sdraiandosi a pancia bassa su di lui e lasciando scivolare le gambe tra le sue.
Gli scostò i capelli dalla fronte –“ ……una stanza per l’ erede….”- accennò ad un sorriso.
“…una sola?”-
“….due?”
“….ecco….adesso ragioniamo”- concluse passandole le mani sulla schiena.
La candela si spense. Quel sottile velo di fumo sparse l’odore dello stoppino bruciato nella stanza.
Il contatto con la sua femminilità risvegliò il suo desiderio.
“Grandier……”- lo ammonì.
“….non so cosa farci”- rise.
Nel silenzio ….l’una nella braccia dell’altro. ……si addormentarono. …

L’uomo fece il suo ingresso senza il minimo rumore nonostante il servo avesse avvisato del suo arrivo.
“Vi saluto”- la voce attraversò la penombra facendolo quasi sobbalzare.
“Siete vivo allora!” – il tono severo –“ Vi pago profumatamente affinché mi portiate delle nuove se non quotidianamente….quasi!”-  batté violentemente i pugni sui braccioli della poltrona.
“La pazienza è la virtù dei forti”-
“Piantatela con questi detti!”- Inforcò gli occhiali nel tentativo di intravvederne almeno le sembianze ma, come in precedenza il cappuccio ne mascherava l’intero volto.
Vagamente riuscì  a scrutarne la bocca.
“Insomma, non potete presentarvi di giorno?”- tossì ripetutamente cercando di liberarsi la gola ostruita.
Trangugiò quell’ultimo sorso di cognac –“ Non siete altro che una dannata e schifosa creatura notturna succhia sangue !”- sputò nella ciotola accanto.
“Credo dobbiate mantenere un tono non dico ossequioso,  ma per lo meno un po’ più rispettoso….del resto ….non avete che me per ottenere novità. ….ricordatelo”- la voce lieve e pacata.
“Parlate, maledizione!”- lo intimò bruscamente.
Avanzò appena mostrando sotto quella luce fioca delle candele il nero mantello che lo avvolgeva.
“Pare che siano ben sistemati. L’abitazione non ha che un gran parco attorno senza cancelli o recinzione alcuna. Un semplice sorvegliante. Tutto sommato una posizione favorevole…..essendo isolata”- sfregò le mai.
“Cosa volete che m’importi della casa…ditemi di lei e il padre!” – nonostante l’ammonizione il tono continuò ad essere particolarmente arrogante.
“Allora gradirete sapere che ha una relazione col proprio attendente”
“Che dite…bifolco! Credete che il Generale acconsenta?”- tossì nuovamente.
“Vedendoli muoversi liberamente anche in paese direi proprio di si”
Incrociò i pugni sotto il mento lasciandosi andare a perfidi pensieri.
“Cos’altro?”- dopo un breve silenzio.
Si volse a cercare quella sagoma nella penombra.
“Che il cielo vi fulmini!!”- gridò lanciando il bicchiere verso la parete di fronte a sé. 
Questo andò a sbattere contro il grande specchio appeso sopra il camino mandando in frantumi entrambi.
Il frastuono attirò l’attenzione d’un paio di servitori.
“Che avete da guardare, idioti!  Rimuovete quel che resta di quello specchio  e ripulite”
Senza fiatare staccarono la cornice rimasta appesa e eliminarono velocemente i pezzi di vetro sparsi ovunque.
“..siate maledetti Jarjayes!!!!”- mormorò tra i denti.

Un raggio di sole filtrò attraverso la tenda stuzzicando gli occhi di Alain.
Fece per girarsi su quella coperta buttata sul pavimento quando si accorse di Leah rannicchiata accanto a lui.
Così minuta gli parve di vedere una bambina. Del resto lui era un uomo rispetto alla sua giovane età .
La camicia da notte leggermente arrotolata …le candide gambe scoperte…
Rimase immobile per non svegliarla.  
Il respiro lieve…quasi impercettibile.
Si mosse appena e aprendo gli occhi incrociò quelli scuri come la notte di Alain.
Avrebbe voluto baciarla…era così bella. A fatica si trattenne . Lo aveva promesso.
Allungò una mano passandola tra quei capelli corvino –“ Ciao!”
“Ciao”- le sorrise.
“Scusa….”
“Il più è stato per te che hai dormito a terra”
“..c’eri tu…”
Dentro una lotta tra abbracciarla o lasciar perdere. 
Appoggiò il viso nell’incavo del collo stringendosi a lui.
“Sentì Leah”- deciso andò al punto –“ Io non posso venire a stare da te….qui c’è Diane e questa è la nostra casa. Perché non ti trasferisci? Troveremo come organizzarci….che senso ha che tu stia sola?”
Sedette coprendo le gambe con la camicia.
“Potremmo portare le tue cose qui. Sistemeremmo la camera di mia madre….avresti il tuo spazio….la sera staremmo tutti assieme….e …saresti al sicuro. Pierre è quasi sempre qui….saremmo in due a garantire la vostra tranquillità “
Lo ascoltò  in silenzio.
“Poi avresti sempre compagnia”- sperò così di convincerla.
“Sarò sempre puntuale nell’accompagnarti e nel venirti a prendere”- le strinse una mano –“ Non capiterà mai più!”
“Credi che Diane sia d’accordo?”- gli occhi le si riempirono di lacrime ripensando alla brutta avventura.
“Si….non avrà problemi…anzi, ne sarà felice!”
Quelle parole furono di conforto a sopportare meglio quella ferita apertasi nell’anima.
Annuì.
Alain sentì una gioia sottile insinuarsi nel cuore. 
“Vieni…..andiamo a mangiare qualcosa. Nel mentre ne discuteremo con mia sorella. Decideremo poi in giornata il da farsi”


Oscar giaceva in adorazione di quel corpo scolpito affianco al suo. 
Il lenzuolo copriva a stento la sua virilità .
Sollevò appena quel telo leggero e l’occhio là ricadde.
Si morse un labbro …..allungò la mano e con tocco lieve sfiorò ove fino a quella notte non aveva ancora azzardato.
“Mhhh…che meraviglia! “- immersa in pensieri peccaminosi.
“Jarjayes. …che state facendo?”- cercò il cielo dei suoi occhi compiaciuto del gesto.
“….beh….”- arricciò il naso –“ ….controllo che nella mia proprietà tutto sia in ordine!”
Le rubò un bacio –“ Ti sei accorta che è già mattina e sei ancora nel mio letto?”
“Certo. …non esiste situazione più piacevole. Svegliarsi con il mio futuro consorte è un privilegio non da poco!”- si alzò infilando la camicia.
“Come farai ad uscire senza essere notata? A quest’ora Nanny sarà già  in piedi e sicuramente anche Rosalie”
“….se rammenti quella notte quando mio padre ti chiese di convincermi ad indossare quella mia prima uniforme dovresti ricordare quanto sono abile a sfuggire ad occhi indiscreti. …”
“Fosti veramente una pazza ad origliare sotto il temporale in quella maniera!”- 
“Abile….non pazza, astuta ….non pazza!”- aperta la porta, un’occhiata lungo il corridoio poi….via, sparì.  

“Diane….ecco…io…”- si passò una mano tra I capelli –“ ecco….vorrei che Leah venisse a stare qui….sai…temo che…”
“Ottimo, è  una splendida idea”- interruppe quel discorso sconnesso.
“Davvero?”- Alain non ebbe dubbi sulla risposta ma che accettasse subito proprio non se lo aspettava.
“Ma certo fratellone …considerando che quando mi sarò sposta la casa sarà troppo vuota…avrai pur bisogno di una figura femminile  che…..ti faccia mettere a posto soprattutto la testa”
Alain l’abbracciò –“ Ti adoro!”
“Credo che anche nostra madre ne sarebbe felice, no? Quante volte in passato ti chiese se tu avessi una ragazza?”
Si volse e si accorse della presenza di Leah.
“Non voglio crearvi problemi o darvi disturbo “- 
“Nessun  disturbo cara, sei o non  sei la ragazza di mio fratello ?”- le sorrise apparecchiando per la colazione.
Rimase in silenzio fissando Alain.
La sua ragazza? 
Lo aveva sentito urlare a quei briganti “la mia donna”…..
Stava bene con lui…le dava un senso di sicurezza e protezione indescrivibile.
…e poi ….francamente era un bell’uomo….e precisiamo UOMO….imponente. ….un po’  rozzo, d’accordo….eppure quando quelle mani grandi l’avevano sfiorata erano stati brividi….di piacere.
Non era André. …un abisso tra i due…
André. ..il suo bel moretto……
No, non era il suo bel moretto…ci aveva sperato…fino all’ultimo….non avrebbe potuto obbligarlo…c’era lei…..che amava da una vita…..
La invidiava ancora….un uomo così qualsiasi donna lo avrebbe desiderato….e lei aveva lottato per non perderlo  perché aveva rischiato….aveva tirato fuori le unghie quasi sfidandola, il coraggio di andare a casa sua…a mettere le cose in chiaro….
Non avrebbe avuto alcuna chance …..Oscar era Oscar. Punto!
Alain aveva promesso….e la promessa si era trasformata in qualcosa di nuovo.
Ma lei….che cosa provava?  Che cos’era Alain per lei?
….si, doveva essere sincera con se stessa…gli piaceva!
Non era una da saltare da un letto all’altro….aveva avuto una sola storia …..rimasta sola, era trascorso tanto tempo prima che desse confidenza ad una nuova figura maschile. …André.  L’aveva colpita, subito. Probabilmente il suo cuore era pronto a ricominciare. 
E non si erano spinti oltre…..destino?
“Coraggio. ..la colazione è pronta “- Diane versò il caffè nelle tazze e mise in tavola del latte, pane appena sfornato ed alcune mele fatte a fette.
“Caspita sorellina….da nobili!”- e scoppiò in una fragorosa risata.
Sedettero assieme.
Come una vera famiglia.

Rientrata nella sua camera tirò le lenzuola e spiumacciò il cuscino. Un letto ancora fatto avrebbe destato mille strani pensieri a chi avrebbe riassettato la  stanza.
Indossò camicia e pantaloni velocemente.
André le aveva promesso una cavalcata…in primis per la ricerca del loro futuro…..nido d’amore.
Spalancata la finestra il paesaggio attorno era meraviglioso.
Il mare in lontananza rifletteva i raggi del sole facendo brillare il pelo dell’acqua. 
Qualcosa attirò la sua attenzione. Sulla sua destra …verso la scogliera, quasi nascosta dagli alberi non troppo alti. …la piccola dependance …..ancora chiusa da quando si erano trasferiti.
Non ne avevano mai fatto uso…del resto l’abitazione aveva un numero sufficiente di stanze per accogliere famiglia e servitù.
Scese di corsa cercando André.
“E’ da vostro padre con vostro cognato,  Madamigella! “- Rosalie le versò la cioccolata calda.
“Sarà certamente per Morlaix”- fece per portare la tazza alla bocca quando provò un improvviso e strano senso di fastidio a quel profumo così dolciastro.
Bevve comunque …ma svogliatamente.
Strinse leggermente gli occhi arricciando il naso con disgusto lasciandone un po’ .
“Rosalie …perdonami…ma questa mattina la cioccolata è particolarmente strana…”
Si portò le mani alla bocca dispiaciuta –“ Veramente Madamigella? Vi prego di perdonarmi….forse l’ho lasciata troppo sul fuoco!”
“Tranquilla…può succedere”- le accarezzò I capelli….un gesto per rasserenarla. 
Raggiunse il piccolo studio e attese  sulla porta.
Avrebbe desiderato partecipare alla discussione…ma …del resto erano argomenti più “maschili” nonostante riguardasse anche il suo futuro.
Non vide l’ora che terminassero per poter parlare prima con lui della dependance. ..e successivamte con suo padre.
Chissà …. le chiavi.
Sicuramente Philip ……

“Te la senti di passare a casa a vedere le cose da portare via?”- Alain si pulì la bocca.
“Probabilmente avrete bisogno di un carretto…”- Diane sparecchiò. 
“Potrei chiedere a Du Mont….sono certo che riuscirebbe a trovarne uno”
Fissò Leah. Nei suoi occhi ancora l’ombra di quanto accaduto la sera precedente.
“Ehi…”- le sorrise. 
Quasi stuzzicata da quel gesto ricambiò tirando leggermente gli angoli della bocca –“ ...allora andiamo”.
Percorsero quel brave tratto di strada. Alain accelerò il passo quando si trovarono sul luogo dell’aggressione e lei non si accorse di nulla.
Entrati in casa Leah pensò di liberare prima la camera dove dormiva.
Piegò la suo poca e misera biancheria sul letto, vi mise accanto il piccolo specchio, la spazzola, quel l’unico fermaglio regalatole da sua madre, un paio di lenzuola pulite.
“E questo pentolame ..?”- Alain sbirciò nei mobiletti.
“Posso portarli via?”- prese le ultime cose rimaste nella camera dei suoi genitori e le rispose sulla tavola.
“Certo!”
“Ecco….questo è quanto”
Alain guardò quel mucchietto ammassato –“ Che miseria! “- pensò dentro di sé. …Leah viveva veramente di poco. Lui e sua sorella potevano dirsi in fin dei conti fortunati. 
La casa era loro e indubbiamente i suoi soldi da soldato e quelli di Diane potevano permetter loro di vivere degnamente se messi a confronto.
Ora che non era più nei Soldati della Guardia si era messo a fare qualche lavoretto e per loro due bastava.
Provò infinita tristezza.
“Queste possiamo portarle già  con noi, per il resto passeremo poi”

“Philip!”- Oscar raggiunse il guardiano in giardino. 
“Prego?”- ripose il ciocco di legno sulla catasta pulendo velocemente le mani nel grembiule.
“Sapete dirmi qualcosa sulla dependance?”
“Rientra nella proprietà,  ma i signori hanno preferito lasciarla chiusa e non utilizzarla”
“Chi tiene le chiavi?”
“Le tengo io con tutti gli altri mazzi in cucina”
“E ’ possibile vederla?”
“Sono a vostra disposizione. Se volete intanto avviarvi, le vado a prenderle”
Oscar percorse il vialetto ombreggiato al termine del quale apparve la costruzione.
Un grazioso cottage nello stile classico della zona: il tetto scuro e spiovente faceva risaltare l’esterno in pietra vista chiaro, le finestre non molto grandi dai classici vetri all’inglese. 
Due splendidi rosai si rintracciavano arrampicandosi attorno all’entrata.
In breve Philip la raggiunse. 
Le imposte chiuse non permisero di vedere l’interno.
Le aprì la prima finestra disponibile e il sole filtrò illuminando parte della stanza. Poi una seconda e finalmente la luce irruppe prepotentemente a spezzare quel buio sigillato da tempo.
L’odore di chiuso stuzzicò negativamente l’olfatto di Oscar quasi dandole fastidio.
Tutto attorno risultò essere in legno intagliato.
Sollevò un paio di lenzuoli a scoprire alcuni mobili.
“E’ bellissimo qua!” – era veramente estasiata da tanta bellezza nonostante la semplicità. 
“I proprietari precedenti inizialmente si stabilirono qua. Solo con l’arrivo degli eredi fecero costruire l’altra abitazione “
“Philip….potete lasciarmi le chiavi?”
“Senza problemi…purché ne mettiate a conoscenza il Generale”
“Consideratelo  come già fatto”.
Mentre il guardiano fece ritorno alle sue mansioni, Oscar si precipitò in casa.
Doveva assolutamente parlare con André  e con suo padre.
“Allora a questo punto siamo d’accordo. Te la senti di raggiungermi  a casa ….verso le 6? La strada è piuttosto lunga, meglio partire presto”
“Va bene Louis “- André gli strinse la mano.
“Che dire? Questi sono i miei due generi”- batté le mani sulle spalle di entrambi.
“I miei rispetti”- Louis salutò Augustin.
“Ciao Oscar”- la incrociò uscendo.
Trovò così suo padre ed André davanti lo studio.
“Che succede?”
“Devo ammettere che ultimamente voi ragazzi mi avete reso veramente orgoglioso!”
Allibita.
“Il tuo futuro marito parte domani con Louis Antoine per Morlaix. Ne vedremo delle belle!”- rise compiaciuto. 
Sgranò  gli occhi -“ Come parte domani?”

   
 
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