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Autore: _Giuggiola_    04/08/2009    4 recensioni
[...] Esiste una teoria nel mondo babbano secondo la quale due anime destinate ad unirsi, per farlo debbano trovare il lato combaciante con l’altra anima.
Harry ed Hermione erano due anime destinate ad incontrarsi e a combaciare perfettamente.[...]
Scrivo da tanto fanfiction su Harry/Hermione, ma questa è la prima che pubblico e mi farebbe piacere vedere tante belle recensioni! Un bacio
------> Postato Capitolo 11 <------
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Luna Lovegood, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Prima di tutto chiedo scusa a tutte le persone che hanno seguito la mia storia fino ad un anno fa. Se oggi non ci sarete vi capisco benissimo. Non ho alcuna giustificazione per la mia assenza, e dirvi che ho avuto il classico blocco dello scrittore e che ora è passato mi sembra anche abbastanza inutile perchè A)non mi reputo ancora una scrittrice e B)non posso promettervi che aggiornerò con frequenza e costanza.
Detto questo ringrazio tutte le persone che hanno recensito il decimo capitolo e tutte le persone che hanno inserito me e le mie storie tra i preferiti e spero comunque che apprezzerete questo capitolo, anche se non lo reputo uno dei migliori.
Un abbraccio e (spero!) a presto.

Il Lato dell'Anima



"...era una domanda a cui non si poteva dare risposta."



**************

Era lì.
Fermo a pochi metri dalla tenda in cui avrebbe dovuto trovarsi per dormire.
Era lì.
Immobile, come congelato davanti a quella scena.
Un attimo prima era seduto sulla sabbia accanto ad un arabo che gli spiegava quanto fosse difficile nel suo Paese amare una donna promessa ad un altro uomo, e ora era lì.
Era lì.
Immobile, come se gli avessero appena scagliato un Petrificus Totalus solo per farlo rimanere fermo davanti a quella scena.
Non aveva senso.
Non c’era alcuna logica in quello che stava guardando.
Non vi era alcun perché a cui si potesse dare una risposta. Logica o illogica che fosse.
E poi un acre odore di ferro gli invase le narici.
Stringendo i pugni in una morsa inestricabile aveva conficcato le unghie nella carne, fino a lacerarla.
Era sangue quella sostanza liquida che sentiva impastargli le mani? Si, non aveva alcun bisogno di guardarlo.
Conosceva l’odore e la consistenza del nettare rosso come conosceva la cicatrice che si trovava sulla sua fronte, come segno imperituro della morte dei suoi genitori.
L’aveva rimirata tante volte, cercando di trovare un senso a quel segno.
Ma non aveva mai trovato una spiegazione ragionevole.
Esattamente come per quello che stava osservando, nascosto dietro la tenda di Antony e Kristal.
Perché il fatto che Hermione Granger e Draco Malfoy si stessero baciando non aveva alcun significato.
Perché il fatto che Hermione Granger e Draco Malfoy si stessero baciando, inconsapevoli di essere stati visti da lui, Harry Potter, era una domanda a cui non si poteva dare risposta.


******


Si era in fretta sparsa per tutto il campo la notizia di un aggressione al Ministero della Magia Araba, ai danni del Ministro e del suo vice.
Presto infatti era stata indetta una riunione per verificare l’entità dei danni causati dall’attentato e per prendere decisioni in merito.
Alle 8.30 am tutti gli Auror provenienti da Londra, i cosiddetti Salvatori del Mondo Magico, si ritrovarono riuniti all’interno della tenda n° 123.

“Naturalmente avete già tutti appreso la notizia dell’attentato al Ministero. Ma nessuno di voi sarà stato informato circa i danni subiti. Le notizie rilasciate dal portavoce del Ministro hanno rassicurato la popolazione, ma diciamo che si è cercato di limitare il dilagare del terrore. La verità è che ogni dieci Auror ne sono stati abbattuti 6, per un totale di 134 persone. E’ stato detto che il Ministro è stato ricoverato solo per accertamenti. In realtà è stato materializzato d’urgenza al San Mungo di Londra, nel reparto Ferite Magiche Causate da Maledizioni. Non vi è alcuna notizia di miglioramento. Il Ministro arabo è entrato in un coma che si teme sia irreversibile.” Concluse Draco con un tono freddo, distaccato, quasi assente.

I volti di tutti gli Auror presenti in quella stanza lasciavano poco all’immaginazione dei loro pensieri.
Il panico si era scolpito su i loro volti.
Nessun osò parlare, consapevoli di quello che il racconto aveva significato.
Una distruzione di massa, di questa portata, non si era verificata più dalla Seconda Guerra.
Auror uccisi, famiglie distrutte dal dolore, Ministro in coma.
Parole che avevano già sentito, che li aveva più volte toccati da vicino.
Che più volte erano quasi arrivate a riguardare anche loro stessi.
Quando Lord Voldemort era finalmente stato sconfitto tutti avevano brindato alla sua scomparsa e alla fine del dolore nel Mondo dei Maghi.
Ma la pace era durata poco.
In tutto il mondo, all’oscuro di gran parte della popolazione magica, presto, tutti i seguaci del Signore Oscuro si erano riuniti decisi ad eleggere il nuovo Lord.
Un nuovo Signore che li salvasse da tutta quella luce in cui il mondo era sprofondato. Una luce per loro sconveniente, che aveva messo in risalto le loro cattiverie, le loro abilità di maghi oscuri.
Pochi ne erano a conoscenza, si preferiva non allarmare il mondo intero.
In pochi sapevano che i Mangiamorte in tutto il mondo avevano giurato vendetta per colui che era stato il loro Capo Supremo e avevano promesso che un giorno non molto lontano qualcuno, tra di loro, sarebbe ritornato a regnare, ristabilendo l’Oscurità.
L’eterna lotta tra Tenebre e Luce.
Era sempre stato così, e così avrebbe continuato ad essere.
I Mangiamorte erano tornati, decisi a non sbagliare più.

“Preparatevi, tra mezz’ora ci smaterializzeremo al Ministero.” Queste erano state le uniche parole sussurrate in maniera decisa ma senza alcuna emozione nella voce, da Harry.

Annuirono tutti contemporaneamente e in breve la tenda si svuotò, fatta eccezione per Harry, Draco, Ron ed Hermione.
Il viso della bruna era solcato di lacrime. Non singhiozzava o si lamentava. Era un pianto silenzioso.
Non credeva che tutto quello attraverso cui era passata qualche anno prima si sarebbe ripresentato. O almeno, non così presto.
Pensò alle famiglie degli Auror. Ai loro figli che si erano ritrovati improvvisamente senza un genitore, se non tutti e due.
Al Ministro che giaceva immobile in un letto del San Mungo.
Ronald invece guardava un punto fisso davanti a sé chiedendosi se avesse davvero fatto bene ad accettare quel rientro in azione.
Come era stato in passato si ritrovava adesso -spaventato ma pronto a far qualsiasi cosa per evitare altre stragi.
Draco invece stava controllando una cartelletta in religioso silenzio, sfogliando le pagine senza procurare il minimo rumore. Aveva la fronte corrugata, segno di tensione.
E poi c’era Harry la cui espressione era indecifrabile.
Non aveva alcun segno di paura o tensione o agitazione.
Non sembrava né spaventato né altro.
Guardò intensamente la sua compagna, la sua…amica. Stava piangendo silenziosamente come era solita fare ogni volta che non voleva mostrarsi debole.
Aveva il respiro affaticato da questo suo volere mostrarsi sempre forte, in ogni caso.
Le labbra che tremavano impercettibilmente.
E lui avrebbe solo voluto avere la forza di alzarsi per correre ad abbracciarla e rassicurarla.
Ma in realtà, l’unica forza che in questo momento sentiva di poter usare era quella di alzarsi e urlarle contro tutto il suo sdegno, il suo dolore, il suo sgomento per quanto aveva visto.
Quella scena che continuava a ripetersi nella sua mente. Senza fermarsi mai.
Malfoy che la faceva voltare e la baciava. E lei, che rimaneva ferma.
Non aveva voluto vedere altro.
Era scappato via quando l’aveva vista immobile.
Non aveva voluto essere testimone di altro.
E ora era arrabbiato. Era incazzato. Era deluso. Era…stanco.
Avrebbe voluto alzarsi e prendere quel figlio di puttana a botte.
Ma non lo fece.
Sfogò il suo dolore alzandosi di scatto e dando un pungo al tavolo.
Un colpo così duro, così forte, così ben assestato che riuscì a provocare un segno indelebile su quel vecchio tavolo in noce.
Hermione alzò lo sguardo spaventata.
Ron sussultò.
Draco rimase immobile alzando lo sguardo e…ghignando?
Nessuno si accorse di quel ghigno indelebile.
Harry uscì fuori dalla tenda, furioso.
Cominciò a correre.
Corse, corse lontano.
Lontano dal campo.
Lontano da Malfoy, da quel bacio.
Lontano da lei.
Corse e ritrovandosi in mezzo al nulla, urlò.
Urlò con quanto fiato aveva in gola.
Urlò senza stancarsi.
Urlò accasciandosi a terra.
Urlò di dolore.
Urlò, semplicemente urlò.
Ancora e ancora fin quando non ebbe del tutto sfogato il suo risentimento.
La sua rabbia.
Quando si fu calmato, quando riuscì a rimettersi in piedi su quella sabbia ormai ardente notò che era arrivato il momento di materializzarsi al Ministero.
E così raggiunse nuovamente il campo.


******


Quando entrarono all’interno dell’edificio che un tempo era stato il più importante in tutta la comunità araba uno strano senso di consapevolezza li colse.
Fin quando i danni gli erano solamente stati raccontati dalla voce atona di Draco Malfoy avevano sì capito ciò che era successo, senza però davvero comprenderlo.
Macerie in ogni angolo, quello che in principio doveva essere stato un lampadario di cristallo giaceva in mille pezzi al centro dell’atrio, probabilmente distrutto da uno Stupeficium scagliato erroneamente.
Ma quello che li sconvolse più del dovuto fu ciò che trovarono nella stanza adiacente.
134 corpi distesi in fila, coperti da lenzuoli bianchi o sacchi neri lacerati.
Ai lati famiglie distrutte, sconvolti dalla vista dei cadaveri.
Uomini e donne che piangevano, urla che echeggiavano in tutto ciò che rimaneva dell’edificio.
Maghi del Ministero intenti a consolare prima l’una poi l’altra moglie di un Auror morto.
Bambini piccoli che non riuscivano a capire cosa stesse accadendo ma che piangevano vedendo i loro genitori disperarsi. E poi bambini un po’ più grandi che avevano compreso di aver perso per sempre alcuni cari.
Madri che piangevano senza sosta sui corpi dei loro giovani figli, morti cercando di salvare la magia.
Padri che cercavano di essere forti.
O figli adolescenti che cercavano di mostrarsi più grandi di quel che in realtà erano, solo per dimostrare che anche se il loro padre era morto ora c’erano loro per la famiglia.
E poi ancora cadaveri.
In ogni angolo della stanza, e in quella seguente.
Pareti squarciate, intrise di dolore.
Eric si avvicinò ad un cadavere e si inginocchiò, congiungendo le mani ed eseguendo il suo compito di pastore.
Stava pregando per i morti, in modo che trovassero la loro pace.
E per i vivi, in modo che riuscissero ad andare avanti.
Sarah lasciò la mano di Matt e si avvicinò ad un gruppo di donne chine su diversi corpi.
Antony abbracciò Kristal.
Hermione ripose la sua penna magica, non riuscendo a concepire come altri giornalisti stessero invece riuscendo a scrivere di quella tragedia di fronte a quella devastazione.
Neville e Jacob, dopo aver rivolto uno sguardo ad Harry, si avviarono verso l’altra stanza dove avevano capito di poter trovare alcuni degli Auror rimasti vivi.
David, Scott e Ron invece ritornarono in quello che rimaneva dell’atrio per poter interrogare alcuni testimoni che erano riusciti a nascondersi presso i livelli superiori del Ministero.
Harry e Draco invece si avvicinarono al portavoce del Ministro che aveva uno sguardo afflitto.

Era un uomo bassino, capelli grigi, robusto e dall’aria buona.
Osservava ciò che era intorno a lui con preoccupazione, timore, ansia e rassegnazione.
I suoi occhi, di un azzurro ceruleo erano velati dalla tristezza.
Di origine francese, Monsieur Jacqués li invitò a seguirli con un cenno del capo.
Percorsero un piccolo corridoio tra i cadaveri, schivando donne, uomini e bambini chini sui corpi senza vita.
Giunsero in una piccola stanza con una scrivania.
Dove tutto era intatto.

“Questa è…era la stanza del Ministro. Alcuni testimoni hanno riferito che un Mangiamorte ha semplicemente sfondato la porta dopo aver abbattuto i due Auror di sorveglianza e schiantato il vice Ministro. E’ entrato, ha scagliato quello che al San Mungo credono sia un Gravis Sopor sul Ministro e poi è uscito. Non ha toccato nulla come noterete.” Disse Monsieur Jacqués sedendosi stanco su una sedia in mogano.
“E immagino che nessuno sia in grado di descrivere il volto di questo Mangiamorte. Giusto?” chiese Draco.
“Immagina bene. Come tutti i Mangiamorti che erano legati a Voi-Sapete-Chi…”
“Lo chiami con il suo nome, Monsieur. Voldemort è stato annientato e non tornerà.”
“Oh signor Potter la smetta con queste stupidaggini! Sappiamo tutti quel che i Mangiamorte vogliono! Vogliono il ritorno del loro Oscuro Sire! E sappiamo anche che prima o poi tornerà.” Sbottò il portavoce infervorandosi.
“Per quanto mi dolga dire che Potter ha ragione, devo farlo. L’intento dei Mangiamorte non è quello di far risorgere il Signore Oscuro.” Sussurrò Draco guardando con disprezzo quell’uomo che si era lasciato andare ad una dimostrazione delle sue emozioni. Non amava chi non riusciva a trattenersi.
“E’ quel che tutti hanno ripetuto in passato, quando…quando Lei-Sa-Chi ha lasciato il segno del suo passaggio sulla sua fronte! E poi eccolo ritornare, uccidendo innocenti, creando una guerra. No, signori, questa volta io non vi crederò. Né io né il mio popolo!” Gridò quasi l’omino alzandosi dalla sedia e uscendo dalla stanza.
“Mi pare di capire che il Ministero arabo non sia stato adeguatamente informato di ciò che invece sappiamo noi, Potter. Pare che qui nessuno sappia il motivo di questi attentati.”
Sussurrò Draco camminando per la piccola stanza cercando qualcosa che gli facesse venire in mente chi potesse essere stato ad aver scagliato quella potente maledizione sul Ministro. “Non credo che qualcuno ne sia informato a parte noi, Malfoy.”
“Vuoi dire che neanche i tuoi amichetti lo sanno?” chiese il biondo ghignando.
“No. Li informeremo domani. Credo che per oggi sia giunta l’ora di finirla con le notizie.”

Harry si voltò e fece per andarsene quando però una frase lo fece girare, cambiando completamente espressione.
Da concentrato com’era divenne furioso.

“Vuoi dirmi che neanche la Granger ne è a conoscenza?”

Draco non ebbe quasi il tempo di reagire che venne inchiodato al muro da un Harry furente.
Lo prese alla gola e rimase per un attimo stupito da come il biondo riuscisse a controllare le sue emozioni anche in quel momento.
Non lo sentì fiatare, mormorare o cercare di difendersi.
Si fece semplicemente sbattere al muro dal moro.

“Credi davvero che io non sappia quello che stai cercando di fare, Malfoy? Osa ancora sfiorarla con le tue mani e non ne uscirai vivo. E’ chiaro, Furetto? Osa avvicinarti a lei, guardarla. Osa pronunciare ancora il suo nome. Osa anche solo pensarla e la mia bacchetta si ritroverà conficcata nel tuo cuore.”

Detto questo lo lasciò andare e si girò osservandolo con la coda dell’occhio mentre si portava le mani alla gola massaggiandola.

“Sarà lei a venire da me, Potter. Stanne certo.” Sussurrò Draco alle spalle del ragazzo che stringendo i pugni dopo aver sfondato il muro con uno di questi, abbandonò la stanza, non accorgendosi ancora una volta del ghigno che si era dipinto sul viso del biondo.

  
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