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Autore: Piumadoro    09/02/2020    1 recensioni
"E la baciò..."
Siamo al quinto anno. I Malandrini stanno crescendo, la vita diventa più complicata e i sentimenti più profondi.
Quest'anno qualcosa cambierà.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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“Andiamo alla nostra torre.” Propose James. “Abbiamo molto di cui parlare." 

“Si, decisamente. Dammi solo il tempo di cambiarmi.” La ragazza fece per tornare al suo dormitorio ma suo fratello la bloccò. 

“Non cambiarti, sarà divertente.” Con un sorriso caldo e sincero la convinse. Si infilarono sotto il Mantello dell’Invisibilità. La ragazza dovette raccogliere la gonna e stringersela a sé per non farsi vedere o non inciampare, ma alla fine riuscirono a raggiungere la torre. 

“Allora...” James si sedette sul balcone atteggiandosi a psicologo. “Capisco che tu non sappia spiegarmi come è successo, ma dimmi almeno: cosa ci trovi un lui?” 

Star si portò le mani alle guance; la sensazione del bacio di Sirius era ancora vivida in lei. “Non lo so! Non capisco nemmeno io cosa sia successo! Lui è.... mi ha baciata!” 

“COSAAA?! Senza il mio permesso!?” Eccolo, il fratello maggiore che usciva fuori; il ragazzo si sporse verso di lei prima sconvolto e poi, dopo essersi passato la mano tra i capelli, le sorrise. “Sai, avrei dovuto sentirlo... ”  

Star lo guardò chiedendosi cosa intendesse, evidentemente la sua domanda le si leggeva in volto perché James si passò ancora la mano tra i capelli senza smettere di sorridere, anche se era un sorriso strano, imbarazzato. 

“Avrei dovuto sentire il bacio che hai ricevuto da Sirius, i tuoi sentimenti saranno esplosi in quel momento, ma vedi... forse ero un po' confuso anche io....” Raccontò lui. 

Sua sorella sperò che gli fosse successo qualcosa di bello, qualcosa di dolce e perfetto, si sedette a terra, completamente rivolta verso di lui, in ascolto. 

“Mary si era messa a cercare Sirius e le altre ragazze stavano ballando con i loro cavalieri, Lily non voleva disturbare nessuna e tu non tornavi, così le ho chiesto se potevo almeno riaccompagnarla in dormitorio... visto che lei non voleva ballare con me... e visto che anche io non avevo altro da fare lì al Ballo...” Il ragazzo fu interrotto da un suono molto acuto, Star stava trattenendo un gridolino, lui la guardò sconcertato. “Scusa, scusa, continua...” Mormorò lei fingendo di tossire. 

James guardò fuori dalla finestra, lasciò che il suo sguardo vagasse sul parco ricoperto di neve. “Ha detto di sì. Non c’è stato molto, ma mentre camminavamo abbiamo parlato del più e del meno, le ho chiesto come fa ad andare così bene a Pozioni e lei mi ha risposto che le piace perché sono utili per salvare le persone, sono potenti, e possono essere rimedi a tanti problemi. Vorrebbe inventare una pozione che faccia stare meglio Remus e gli altri come lui, sai? E' per questo che spesso aiuta Madama Chips in infermeria, per imparare come utilizzare al meglio le pozioni. Non è fantastica? Ha trovato del buono anche in una disciplina che viene studiata principalmente per avvelenare o ingannare gli altri!”  

Star rimase colpita da quelle parole; Lily era davvero in grado di trovare il buono in ogni cosa, anche in Mocciosus. Quindi era la sua unica vera amica, oltre ad Andromeda, proprio per quel motivo: lei trovava del buono in tutti. 

“Mi piace davvero,” Suo fratello riportò finalmente lo sguardo dentro la torre. “Lei è incredibile! Dolce, spiritosa, sensibile... E nonostante tutte le sue buone qualità l’unica persona che crede irrecuperabile sono io...” Il sorriso del ragazzo si spense all’improvviso e sua sorella non poté far altro che alzarsi di scatto e correre ad abbracciarlo. 

“Non è vero, non avrebbe accettato di farsi accompagnare se tu fossi davvero irrecuperabile, forse non ha semplicemente la forza di provare a recuperarti... però hai aperto uno spiraglio oggi, vero?” Lo rassicurò. 

James tornò a sorridere timidamente. “Ho solo cercato di ascoltarla. Credo ne avesse bisogno.” 

 “Sei sempre stato bravo ad ascoltare, ma un giorno dovrai dirle quello che provi davvero per lei.” Le consigliò la ragazza. 

Lui sbuffò. “Tu hai pensato a cosa fare, invece?” 

“Sto diventando piuttosto brava a fingere di essere una persona più coraggiosa e sicura di sé di quello che sono, credo che sia la fenice che è in me. Per questo immagino che Piumadoro sia un’altra me, una migliore, più impavida. Quindi credo che mi comporterò come si comporterebbe lei: fingerò che sia tutto normale.” Spiegò lei. 

“E’ al limite della schizofrenia ma credo che funzionerà. Non vuoi dirgli quello che provi, dopo avermi appena consigliato di farlo con Lily?” Le chiese James.  

La ragazza scosse la testa. “Non finché sta con Mary. È inutile rovinare il nostro rapporto di amicizia, se le cose tra loro non dovessero funzionare allora mi farò avanti.”  

“Certo, infondo che possibilità ha la ragazza che incarna la perfezione?” Scherzò lui. 

Star gli fece una linguaccia. “Non c’è solo l’aspetto esteriore, sai?” 

“Lo so, ma posso dire che influisce molto, non credo potrei innamorarmi di altri occhi se non dei suoi.” Il giovane tornò a guardare fuori. Sua sorella si sedette accanto a lui, la gonna che penzolava oltre il bordo del balcone, giù nel vuoto ai piedi della torre. Rimasero svegli quasi tutta la notte a parlare, i loro sussurri che si confondevano con il vento e quasi disturbavano il silenzio della neve che ricominciava a cadere. 

 

 

…................ 

 

“Sveglia! Abbiamo poco tempo prima che i due giovani promessi sposi tornino alla loro reggia e dobbiamo aprire i regali!” La voce di Remus era stranamente entusiasta, e anche se James era distrutto si alzò lo stesso. Star li raggiunse poco dopo e suo fratello ammirò la sua abilità nel comportarsi come se nulla fosse accaduto, quando scherzò con Sirius su come era andata con Mary James ebbe per un attimo paura che si fosse auto-colpita con un incantesimo Obliviante.   

I regali che si erano fatti erano tutte cose poco costose ma utili, dei libri, delle penne, qualche maglia; era stata Star a decidere così, diceva che avevano decisamente troppe cose inutili.  

Dopo un pranzo veloce la Malandrina salì in dormitorio a indossare l’abito da viaggio dell’anno precedente. Mentre stringeva il corpetto si accorse, con disappunto, che le era cresciuto il seno, non di molto, ma abbastanza da sentirsi ancora più costretta in quegli abiti. Sorrise allo specchio cercando di non scoprire i denti e di apparire fredda e austera come Narcissa, il risultato la fece rabbrividire, quindi si giudicò pronta. 

Sirius la attendeva in Sala Comune indossando abiti Babbani. “Devi proprio far infuriare subito i tuoi genitori?” Fu l’unico commento della ragazza.  

“Che divertimento ci sarebbe altrimenti?” Scherzò lui. 

Salutarono insieme James e Remus e poi raggiunsero l’ufficio della McGranitt dove, insieme a Regulus, presero la Metropolvere e si ritrovarono nel salone da ballo dei Black. 

“Bentornati.” La signora Black li accolse con un tono talmente normale da sembrare quasi ospitabile, salvo poi assegnare loro orari e incarichi che li avrebbero tenuti occupati tutta la giornata. 

A Star non dispiaceva. Tutte quelle lezioni, quello studio, le informazioni le si affollavano nella mente pronte ad entrare in ordinati cassettini. Questo le impediva di pensare alla sera precedente, e si stupì del fatto di sentirsi quasi grata a Walburga.  

Prima di cena si riunirono tutti in biblioteca: lei, SiriusRegulusNarcissa e BellatrixAndromeda non c’era. 

“Dov’è Andromeda?” Chiese Sirius con un informalità tale da provocare un'occhiataccia di disappunto da parte di sua madre. Era stato costretto a indossare un completo elegante e antico ma questo non gli aveva impedito di tenere la camicia fuori dai pantaloni e la giacca aperta in perfetto stile star del rock.  

Sua madre comunque non rispose. Star dal canto suo cercò di fargli sapere con lo sguardo che gliene avrebbe parlato dopo ma lui non vi badò. Piuttosto decise di alzarsi in piedi di scatto e battere la mano sul tavolo ripetendo in tono perentorio: “Dov’è Andromeda.” 

“Non possiamo più parlare di lei, cugino.” Fu la risposta fredda di BellatrixNarcissa abbassò lo sguardo. Walburga invece sorrise soddisfatta. “Esatto.” 

Gli occhi di Sirius cambiarono espressione un'infinità di volte mentre lui realizzava quello che era successo. Star era certa di essere l'unica nella stanza a vedere la disperazione del ragazzo. 

“L’hai diseredata!” Gridò puntando il dito contro sua madre. “E perché poi? La sua gonna era stropicciata? Ha camminato davanti ad un uomo? O era semplicemente una brava persona e tu non potevi sopportarlo?” 

Walburga sorrise gelida. “Non è importante. Comunque non credevo che ti interessasse, è successo quasi subito dopo che sei tornato a Hogwarts, lo scorso Natale.”  

La donna aveva sottolineato con cura le ultime parole sapendo perfettamente che effetto avrebbero sortito. Sirius aveva passato l'estate alla casa vacanze dei Potter e molto probabilmente prima e dopo la sua partenza non aveva incontrato nessuna delle sue cugine, motivo per cui non poteva aver notato che una delle tre non faceva più parte della famiglia. Ma lui si incolpò lo stesso. Con uno scatto improvviso il giovane uscì dalla stanza evidentemente diretto verso la sala dell'arazzo. Sua madre lo seguì con calma e una curiosità scientifica nello sguardo, come un uomo che osserva un topino intrappolato cercare di liberarsi.  

Bellatrix si alzò in piedi solo quando Walburga fu uscita dalla stanza e fece un breve cenno a sua sorella ancora seduta. “Muoviti, non voglio perdermi la scena.” Narcissa si alzò di controvoglia togliendo immaginari granelli di polvere dal suo vestito con le mani e poi le due si diressero fuori seguire da RegulusStar capì cosa stava per succedere: Sirius avrebbe ricevuto la sua punizione per quella scenata. Secondo le regole di casa lei non aveva nessun diritto di alzarsi da quella sedia e seguire gli altri Black, ma Sirius stava per affrontare l'ira di sua madre per l'ennesima volta, e lei gli sarebbe stata accanto. Anzi… avrebbe provato a fermare la sua sofferenza. La giovane prese un profondo respiro e si alzò dalla sedia procedendo a passo di carica verso la sala degli arazzi. Nel corridoio i giovani Black camminavano tranquillamente, se avessero corso si sarebbero beccati una bella punizione a loro volta. Ma a Star non importava, non importava più niente se non di SiriusCosì afferrò le lunghe gonne che la intralciavano e spinse di lato Bellatrix, “Levati.” le disse prima di superarla e correre verso la sua meta. 

Sirius era in ginocchio, le mani strette al petto e il muscolo della mandibola talmente teso da dare l’idea che il morso del giovane avrebbe potuto spezzare l'acciaio, eppure non gridava. Non un singolo suono uscì dalla sua bocca, ma una parola molto chiara uscì da quella di Star: “Sirius!” 

Walburga si fermò per voltarsi verso la nuova arrivata. La ragazza emanava rabbia ma cercò di calmarsi e assumere un aspetto decente. 

“Mi hai spinta lurida mocciosa?!” Bellatrix le arrivò alle spalle puntandole contro la bacchetta. 

Bellatrix, fermati.” L'ordine annoiato di Walburga arrivò tardi ma non sembrava che Star fosse stata colpita comunque, Sirius si stupì; Bellatrix aveva esitato? 

“Sono delusa da entrambe.” Proseguì la donna, le due giovani le si inchinarono in segno di scuse. “Mi aspetto di vedervi fare una ricerca sulle buone maniere e sull'eseguire gli ordini questa notte. Insieme. Me la consegnerete domani mattina. Saprò se avrete dormito o meno dalla sua lunghezza.” Detto questo la signora Black si avviò verso la porta, poi si fermò giusto un secondo per ricordare a tutti di prepararsi per la cena, infine li lasciò soli. 

“Come hai fatto?!” Bellatrix aggredì subito Star guardandola in modo strano. Sembrava davvero troppo furiosa. 

“Non ho fatto niente.” Replicò Star. 

“Avanti, dimmi quale assordo incantesimo da principiante hai usato!” La intimò la Black estraendo di nuovo la bacchetta. 

“Vattene, cazzo!” Sbraitò Sirius rivolto alla cugina. La rabbia dentro i suoi occhi superava di gran lunga quella della ragazza e il giovane mandava scintille, letteralmente. Era ancora in ginocchio a terra ma si alzò piano, i pugni stretti. 

“Che c’è, cugino? Hai preso male la scomparsa della dolce Andromeda? Non era abbastanza forte e fiera per questa famiglia. E in realtà non lo sei nemmeno tu. Spero che condividerete la stessa sorte.” Soddisfatta di aver avuto le ultime parole Bellatrix se ne andò seguirà da sua sorella e Regulus, che erano rimasti fermi in disparte per tutto il tempo, era evidente che quello era il loro modo per evitare i guai. 

Rimasero soli. Felpato e Piumadoro. Il ragazzo si voltò sfiorando con le dita il buco incenerito che un tempo era il ritratto di Andromeda.  

“Non me ne sono nemmeno accorto.” Mormorò poi. 

“Non è colpa tua. Lei non voleva che tu lo sapessi così.” Rispose Star piano. 

Sirius si voltò a guardarla sorpreso. “Tu lo sapevi?” Si stupì, poi realizzò: “Certo, tu le scrivi. A differenza mia.” 

La ragazza gli si avvicinò. “Voleva dirtelo di persona, Sir. Tuo zio ha già organizzato tutto. Ci avrebbe portato da lei domani. Quest'estate non era sicuro… e non è sicuro parlarne ora.” 

Il giovane annuì piano. Poi sorrise appena. “Sir” Ripeté. “È così strano quando mi chiami così.”  

“Scusa.” Sussurrò lei.  

Sirius scosse la testa. “Tranquilla, non mi dispiace affatto.” Dopo qualche secondo di silenzio in cui entrambi fissarono la bruciatura nell'arazzo, spalla contro spallaSirius tornò a guardare la sua amica. “Andiamo a prepararci.” 

 

 

………. 

 

La cena passò in assoluto silenzio finché Orion non chiese come si erano comportarti i suoi figli. 

Sirius, lo puoi vedere tu stesso, fatica ad abituarsi al ritorno alle buone maniere. Per così dire.” Commentò Walburga. 

Il signor Black fissò suo figlio che sedeva in una posizione impeccabile, se fosse stato una donna, alzava persino il mignolino ogni volta che beveva, inoltre l’unico cambiamento che aveva attuato al suo abbigliamento era l'aggiunta di un corpetto, forse rubato dall'armadio provvisorio di Andromeda, indossato sotto la camicia, ma comunque ben visibile. 

“Farai qualche ripasso con me. Questa sera.” Decretò Orion. 

Sirius non rispose, sorseggiò altra acqua e poi si alzò da tavola esibendosi in un elegante inchino da dama, prima di andarsene.  

Star dovette trattenersi dal ridere, e non fu molto difficile, le bastò incrociare i freddi occhi di Orion. Non abbassò il suo sguardo anche se sostenere quello dell'uomo le risultò difficile, la faceva sentire in pericolo, la calma prima di una tempesta terrificante. Alla fine, solo per educazione tornò a guardare il suo piatto, ma si sentì come se tutta la voglia di ridere le fosse stata portata via. Quello era il padre di Sirius. 

 

Il giorno successivo, dopo aver passato l'intera notte sui libri, Walburga esaminò gli elaborati delle due giovani e poi le condusse a fare una rapida colazione. Non concesse loro nemmeno un secondo di riposo per tutta la giornata. Star si stupì della resistenza di Bellatrix, non aveva certo il potere delle Deran a farla sembrare fresca come una rosa e di certo doveva aver bisogno di dormire, a differenza di Star, eppure non mostrò mai il minimo segno di debolezza. Era di certo la nipote preferita di Orion e Walburga per un motivo ben specifico: se l'era guadagnato con fatica e sudore… e molto probabilmente sangue. 

Poco prima di cena Alphard fece il suo ingresso in casa, era sempre molto strano vederlo in abito formali. Parlò a lungo con Walburga che sembrava restia a lasciarli andare via dopo i guai causati ma alla fine la vecchia volpe dello zio di Sirius la convinse con: “Se vuoi avere una Deran in famiglia devi anche dare la possibilità ai due di innamorarsi. Puoi costringere Sirius a sposarla ma lei sa bene chi è.” 

Qualche minuto dopo, in abiti da passeggio, Star, Sirius e Alphard uscirono dal numero 12 di Grimmauld PlaceAvevano avuto il permesso di cenare fuori, il che a Sirius sembrò un miracolo. Camminarono lungo la strada a distanza concordata finché non furono sicuri di essere fuori dalla vista di Walburga appostata di fronte a qualche finestra della villa. Subito dopo, in un vicolo nascosto, Alphard si smaterializzò portando con sé i due ragazzi. Riapparvero tutti in un boschetto innevato.  

“Però è davvero un bel posto.” Si stupì Sirius mentre si dirigevano verso una casetta in legno dall'aspetto molto accogliente. Star aveva letto la descrizione di quella casa così tante volte che, ora che la vedeva per la prima volta, le sembrava in realtà famigliare. 

Alphard bussò in modo un po’ bizzarro e la porta si aprì quasi subito. 

“Siete arrivati!” Esclamò Andromeda, nonostante quello che aveva passato ora il suo viso era molto più felice e sereno dell’ultima volta in cui Star l'aveva vista. Il suo sorriso naturale era così speciale che la ragazza dagli occhi cobalto si sentì arrabbiata con i Black per averlo spento così a lungo. 

Dopo aver salutato tutti abbracciandoli, Andromeda guidò i suoi ospiti in un salotto con un camino semplice ma molto bello. La giovane donna iniziò subito a spiegare a Sirius cosa aveva fatto e perché non gli aveva detto niente: 

È da tempo ormai che sono innamorata di Ted. Ma lui è un nato-babbanoSai che la nostra famiglia non avrebbe approvato. Però lo amavo troppo, ci vedevamo di nascosto. Era da tempo che volevo andarmene dalla nostra famiglia ma mia madre mi ha sempre pregato di restare. La protezione che offre una casara come i Black di questi tempi… bhe… non voleva che io rischiassi così tanto. Ma non ero felice. Fortunatamente sono la figlia di mezzo, nessuno ha fatto molto caso a me durante la mia infanzia, non ero dotata come Bellatrix o ligia come Narcissa quindi a tua madre non dispiaceva se mia madre decideva di mandarmi via per qualche tempo o tenermi a casa.”  

Sirius annuì, era vero, molto spesso a casa sua vedeva Bellatrix e Narcissa ma negli ultimi anni Andromeda presenziava solo agli eventi ufficiali e di una certa importanza. In quel momento il pianto improvviso di un bambino lo fece sobbalzare, Star invece si alzò in piedi di scatto sorridendo entusiasta. “La posso vedere, An?”  

Andromeda le sorrise e li guidò tutti verso una delle camere dove una bambina di circa due anni stava piangendo seduta sul letto. 

“Tutto bene, tesoro?” Andromeda la prese in braccio e lei si calmò subito, i suoi capelli ebbero uno strano scintillio ma nella stanza semibuia era difficile identificarne la natura.  

“Guarda, questa è Star, ti ricordi?” Andromeda si avvicinò con la bimba alla sua amica che sorrise emozionata. 

“Stella!” Esclamò la bimba porgendo le braccia verso Star, la ragazza la prese in braccio sorpresa da tutto quell'affetto. 

“Crede che tu sia una stella per davvero.” Le sussurrò Andromeda come spiegazione. 

Sirius era a dir poco sconvolto, ma vedere Star con una bambina in braccio, dopo Anne, lo rendeva anche felice e nervoso allo stesso tempo. Natante tutta la confusione dentro di sé il ragazzo riuscì finalmente a fare una delle molte domande che gli affollavano la mente.  

“Come si chiama?” La voce del giovane era roca come arrugginita.  

Ninfadora.” Rispose Andromeda con un sorriso. “A Ted piaceva qualcosa che avesse un suono naturale.”  

“Mi piace, ma chissà se piacerà a lei. Magari è un tipetto peperino.” Commentò Star tranquilla.  

“Quando l’hai avuta? Come hai fatto? Non capisco.” Le domande premevano troppo all’interno del cranio di Sirius premevano troppo per non lasciarle uscire.  

Tornarono nel salottino, Star si sedette a terra in un morbido tappeto giocando con la piccola Ninfadora, mentre Andromeda serviva il the e raccontava la sua storia. La storia di come lei è Ted si fossero finalmente decisi a sposarsi, una cerimonia intima e parecchio segreta in Scozia. Poi il loro cercare un luogo sicuro con l’aiuto della madre di Andromeda che in realtà faticava a reputare qualsiasi luogo abbastanza sicuro. Una vita vissuta a metà in mille case diverse per essere sempre in movimento e non destare sospetti. Infine quella casa nel bosco, perfetta, bastava solo qualche lavoro per sistemarla e molti, molti incantesimi di protezione.  

“Avevamo appena iniziato a lavorarci quando sono rimasta incinta.” Spiegò l’ex Black. “Ninfadora è nata due anni fa, ha reso le cose più difficili. Eravamo più impegnati a tenerla al sicuro e abbiamo concluso tardi la casa. Mia madre ha acconsentito al mio trasferimento completo solo dopo lo scorso Natale. E ora sono ufficialmente libera di vivere tranquilla la mia vita. Ho preso volentieri il cognome di Ted, non ho sofferto. La cosa più bella è stata affermare con sicurezza davanti a tua madre che avevo sposato un figlio di babbani. La sua espressione era impagabile, mia madre è stata bravissima a fingere di non saperne nulla, l’ho pregata di restare al sicuro. E tua madre era così soddisfatta di poter bruciare quel pezzo di arazzi, così l’ho fatto io stessa. Le ho tolto anche questa soddisfazione. Ed è stato stupendo. Sai, Bellatrix mi ha sempre disprezzata, non le importava quello che facevo, ma anche se Narcissa cerca di essere come lei io credo che sospettasse qualcosa di tutto ciò, ma non ha mai detto nulla.” 

“Ah, l’ingenua Cissy si farà trascinare nel barato dalla spietata Bella.” Commentò Alphard sereno.  

“Tu zio non vuoi andartene?” Chiese Sirius dopo qualche minuto di silenzio.  

Nah, aspetto che anche il mio ultimo nipote buono venga rapito dall’amore della sua vita. Ho bisogno di sapere che non sarai solo quando te ne andrai. Devi poterti appoggiare a qualcuno, devi fidarti. Allora me ne andrò anche io. Ma fino a quel momento…. Beh, qualcuno deve pur fare il doppio gioco per renderti la vita migliore.” Alphard si alzò sorridendo e andò alla finestra.  

“Pensi che me ne andrò?” Domandò Sirius.  

“Tu no?” Fu la risposta di suo zio, alla quale seguì un altro lungo silenzio. “Questa è una zona sicura. E l’ultima volta che sono venuto qui ricordo di aver visto un rifugio oltre il boschetto, non troppo lontano. Magari tu e la magnifica Gioia potreste andare a camminare fino a lì. Non avrete molti altri momenti di libertà come questo nei prossimi giorni.” Propose Alphard dopo un po’.  

“Appena tornerà Ted ceneremo tutti insieme.” Aggiunse Andromeda.  

Sirius annuì piano e uscì e Star si alzò da terra per raggiungerlo.  

“Mio cugino è sexy, eh?” Le sussurrò Andromeda prima che la ragazza carcasse la porta. E Star tornò alla sera della Vigilia. Doveva ancora raccontare tutto ad Andromeda.  

“Aspettami.” Star raggiunse il Malandrino con una corsetta leggera. “Mi dispiace non averti detto di Andromeda, davvero. Ma lei voleva parlartene di persona.” 

“Sapevi tutto da anni?” Le chiese lui.  

“No. Lei mi scriveva di Ted e del fatto che erano innamorati ma non usava mai il suo nome, né mi ha mai detto di essersi sposata o aver avuto una figlia. Era rischioso, capisci? Mo ha raccontato tutto solo lo scorso Natale.” Spiegò lei.  

“Poteva dirlo anche a me.” Sbuffò lui continuando a camminare qualche passo avanti.  

Star gli afferrò un braccio, spazientita, costringendolo a voltarsi verso di sé. “Intanto non avrebbe dovuto dirlo nemmeno a me, ho solo percepito una cosa strana mentre la abbracciavo, e non so come ho capito che doveva aver partorito. E in secondo luogo, io non ho scatto di rabbia come i tuoi in cui non controllo quello che dico. Più persone lo sapevano più Leo era in pericolo, ho dovuto evitare anche solo di pensarci per cercare di proteggerla il più possibile.” 

Sirius la guardò sconvolta. “Credeva che l’avrei tradita in uno scatto d’ira…” Ripetè atono. 

La ragazza gli lasciò il braccio rendendosi conto di aver detto una cosa orribile. “Scusami.” 

Lui scosse la testa piano. “No, hai ragione. Non mi so controllare. Specialmente in quella casa. Ha fatto bene. Sono felice per lei, davvero. Mi chiedo se un giorno riuscirò a vivere libero anche io.” 

Star sorrise. “Certo che si.” 

I due camminato o in silenzio fino ad arrivare al rifugio, ma era un silenzio gradevole, poi Star colpì il suo amico con una palla di neve e allora iniziarono una battaglia. Continuarono a colpito con la neve finché non tornarono alla casa. Lì Andromeda consegnò loro sua figlia ben imbottita in abiti pesanti e chiese di farla giocare un po’ in giardino. “Per rinforzare il carattere.” Aggiunse.  

Fu mentre la bimba giocava afferrando la neve con le piccole manine che videro i suoi capelli cambiare colore all’improvviso.  

“Ehm, le sono venuti i capelli azzurri.” Gridò Sirius attirando l’attenzione di sua cugina che uscì di casa.  

“Oh, si. Crediamo sia una Metamorfomagus.” Li tranquillizzò quest'ultima. 

“Forte.” Commentò il ragazzo. 

Star invece propose ad Andromeda di aiutarla a cucinare e lo zio Alphard uscì a fare compagnia a Sirius. 

“Allora, che succede?” Le chiese la giovane donna senza tanti preamboli. 

Star sospirò e le raccontò del Ballo del Ceppo. “Mi sa che mi sono innamorata di Sirius.” Concluse con tono cupo. 

Ed è brutto?” Replicò Andromeda trattenendosi appena dal ridere. 

Bhe, credo che gli piaccia Mary e a Mary piace lui ma anche se non fosse così.. Sirius Black non ha mai amato nessuna ragazza per davvero. Dice che c’è né una… se fosse Mary … sarebbe una cosa brutta. E non credo di essere io perché … insomma. Avrebbe potuto dirmelo.” Spiegò la ragazza. 

“A me sembra he te lo abbia detto, al ballo.” Ribatté la sua amica. 

 

 Star scosse la testa. “Nei paraggi c'era Regulus. Io credo che Sirius lo sapesse, credo che fosse una delle sue messe in scena. Come l'invito al ballo. Vuole solo una copertura da me. Nessuno a scuola sa che esce con Mary in segreto. Lei adora questa cosa, e visto che sono l'unica a cui può dirlo me ne parla in continuo. Le cose che le dice… secondo me è lei che ama.”  

“Ma tu glielo hai chiesto?” Andromeda le posò una mano sul braccio dal momento che la ragazza sembrava davvero giù di morale. 

“Non posso. Mi ha chiesto di non fare domande per via di una scommessa…” Provò a raccontare lei ma la donna la interruppe subito. “Che sciocchezza! Non può impedirti di chiederglielo. Al massimo può evitare di rispondere. Ma noi sappiamo che se non risponderà vorrà dire che tu gli piaci e per qualche assurdo motivo non vuole dirtelo.”  

“Oppure può voler dire che gli piace Mary, e ha notato che io sto provando qualcosa, e non vuole ferirmi.” Ipotizzò Star. 

La sua amica di penna la guardò con occhi dolci e gentili. “Siete così complicati voi giovani. Non costa niente essere chiari. Serve solo un po’ di coraggio. Capisco che siate molto amici, ma questo non cambierà comunque vadano le cose.” 

 

Ted tornò a casa poco dopo e cenarono tutti insieme. Finito il cibo Star si offrì di pulire i piatti e Ted la aiutò. Alphard andò a fare una breve camminata per trovare un punto sicuro per smaterializzarsi e tornare a casa. Così Andromeda e Sirius parlarono un po’. 

Infine Sirius, Star e Alphard salutarono la famiglia Tonks e se ne andarono.  

Una volta tornati a casa Black Sirius ebbe il permesso di accompagnare Star nelle sue stanze. 

Credi ancora che dovrei dare a questa mia famiglia altre possibilità?” Le chiese lui all'improvviso. 

“Non so. Credo sempre che allontanarsi totalmente dalla propria famiglia sia difficile, per quanto sia brutta. Ma credo anche che tu meriti di essere felice.” Rispose lei con un dolce sorriso in volto, senza pensarci accarezzò la guancia del suo amico che la ringraziò e se ne andò. 

 

……. 

 

Il mattino seguente, durante la colazione più formale di sempre, successe qualcosa di inaspettato.  

Regulus, tu sei stato con Sirius e la sua promessa ad Hogwartsti sembra che abbiano rispettato i patti?” Domandò Walburga come se stesse conversando sul tempo. Star invece rischiò di soffocarsi con il thè che stava bevendo, ma riuscì a cavarsela con un lieve colpo di tosse quasi impercettibile. 

Si, hanno presenziato al Ballo insieme, e sono stati spesso visto insieme. Tutti a Hogwarts sanno del loro amore.” Rispose Regulus sforzandosi di mantenere lo stesso tono calmo. Ovviamente parlare dei sentimenti di suo fratello, che lo detesta, in sua presenza non era facile per lui. 

“Capisco. Ma, secondo te, lo sono davvero? Non mi piace essere presa in giro.” Insistette la donna.  

Era evidente che il giovane ebbe delle serie difficoltà a deglutire. “Li ho visti la sera del Ballo. Io credo che non si possa fingere quel trasporto.” 

Walburga sorrise soddisfatta. “Certo. La sera del bacio.” 

Star si dimenticò all'improvviso come si respira e dovette cercare di calmare il battito del suo cuore sapendo di star perdendo il controllo. Le era del tutto passato di mente che Sirius l'aveva baciata un giorno prima della fine dell'incantesimo 

“Io…” Cominciò a scusarsi la Deran, pronta a inventarsi qualche stupidaggine sulla passione di un giovane amore così a lungo trattenuto. 

“Capisco, non potevate farne a meno e a avete pensato che essendo passata la mezzanotte forse il patto era rispettato.” La interruppe Walburga. “Lo accetto, per questa volta. Siete scusati.” 

Sirius si alzò nuovamente in piedi di scatto. “Quindi sarà per sempre così? Da ora ci controllerete entrambi? Mettendo mio fratello come spia? Solo perché non vi siete resi conto di Andromeda allora mi impedite di avere la benché minima intimità così sarete sicuro che la mia vita scorra esattamente come programmato?” Senza attendere risposta il giovane se ne andò. 

Star guardò tutti i presenti. “Mi scuso per lui. Se me ne date il permesso, posso provare a farlo ragionare.” 

Orion annuì in segno di consenso ma osservandola con i suoi occhi gelidi, come se fosse principalmente curioso di vedere se sarebbe riuscita a piegare Sirius al volere dei Black. Cave da laboratorio. 

La ragazza bussò piano alla porta della stanza del Malandrino e lui aprì subito. Le foto delle riviste tappezzavano le pareti ma c’erano anche foto dei Malandrini, i quadri che gli avevano regalato per Natale e molto altro. Star smise di analizzare la stanza e riportò il suo sguardo su Sirius. 

“Mi dispiace.” Disse lui prima che lei potesse aprire bocca. “Non vorrei che tu dovessi subire tutto questo. Questi interrogatori ad altri come se tu non fossi lì, come se la tua parola non fosse affidabile. Il fatto che sappiano tutto di ciò che fai e con chi stai… so che è orribile e … credo che dovremmo smetterla.”  

Star sbuffò. “Non la smetterò ora dopo tutta la fatica che ho fatto. Vedrai che una volta che li avremo convinti i controlli diminuiranno.” 

“Come vuoi.” Sirius si sedette sul suo letto e ci rimase a lungo in silenzio, finché la ragazza non prese posto accanto a lui. 

Dopo alcuni secondi Star si decise, prese coraggio e parlò: So che è la tua ricompensa per aver vinto la scommessa ma…”  

“No.” La bloccò lui. “Non ci provare nemmeno. Ti ho chiesto una sola cosa. Devi rispettarla.” 

La ragazza si alzò in piedi ponendosi di fronte a lui. “Però non puoi nemmeno impedirmi di chiedere! È una cosa che riguarda anche me! 

Bhe, non era certo il tuo primo bacio, o sbaglio?” Sbuffò Sirius. 

Non era il primo bacio, ma era stato il primo bacio che l'aveva fatta sentire così. Oltre ad essere stato un bacio lievemente più profondo di quelli a stampo fin ora ricevuti. 

“Dimmi almeno se lo hai fatto perché c'era Regulus. Solo questo.” Mormorò la giovane. 

“Non sono tenuto a risponderti.” Brontolò il ragazzo. 

“No, ma perché non dovresti farlo? Mi hai sempre detto tutto dei nostri piani, perché questa volta no? Mi hai colta alla sprovvista e ho il diritto di sapere perché.” 

“Si! Va bene? L’ho fatto per Regulus. Sei felice ora?” Sbottò lui. 

Felice? Il cuore di Star era appena sprofondato da qualche parte nel suo stomaco, ma non era sorpresa. Una parte di sé lo aveva sempre saputo. L'unico problema, a quel punto, era nascondere i suoi reali sentimenti per fingere di avere quei sentimenti per finta. Fortunatamente era una Deran. Ed era anche convinta che un giorno qualcuno le avrebbe fatto venire il batticuore come aveva fatto Sirius. 

“Perché sei così arrabbiato?” Chiese lei. 

“Speravo che almeno tu non mi pressassi. È difficile essere una persona spontanea e impulsiva in una famiglia in cui devo rendere conto di tutto. E ora anche con te?” Rispose Sirius sinceramente. 

“Mi dispiace. Ma vuoi sapere una cosa che potresti fare a sorpresa che nessuno avrebbe il coraggio di chiederti di spiegare?” Piumadoro era così, aveva sempre un piano in testa. 

Il ragazzo la guardò curioso. 

“Comportati come vogliono loro.” Spiegò la giovane. 

Sirius rise. “Sei talmente brava a fare il doppio gioco che mi chiedo se questa proposta sia per aiutare me o per rendere soddisfatti i miei genitori.”  

Star si inchinò, ma come avrebbe fatto un uomo. “Pensavo che il punto fosse non fare domande.” E dopo un sorriso Malandrino uscì dalla stanza lasciandosi dietro un'altra risata di Sirius. 

Non era felice. 

Giunta l'ora dello studio in biblioteca i giovani della famiglia si radunarono attorno al tavolo. Sirius entrò vestito di tutto punto, mantenendo la posizione corretta e, sotto gli occhi increduli di sua madre, prese posto accanto alla sua futura moglie senza dire una parola. 

Star sorrise. Avevano avuto la prima piccola vittoria, entrambi. Sirius aveva sbalordito e lei aveva dimostrato di saper fare ciò che mille punizioni non erano mai riuscite a fare. 

Per il resto della giornata Sirius si comportò in modo esemplare, tanto che a cena Walburga Se ne uscì con un “Sono felice di vedere i miei figli prendere finalmente sul serio le nostre tradizioni, e dobbiamo ringraziare il futuro membro della famiglia per questo.”. Star notò con estremo piacere che questo fece apparire per un secondo un'espressione delusa sul volto di Bellatrix. Non essere al centro dei complimenti serali era evidentemente una novità per lei. 

Dopo cena Star si concesse un lungo bagno rilassante. Andromeda le aveva dato il permesso di svuotare il suo armadiobruciare gli abiti verdi e prendersi quello che voleva; e la giovane aveva trovato dei Sali da Bagno che emanavano un dolcissimo profumo di rosa, le ricordarono talmente tanto la sua amica che non resistette e li usò. 

Uscirà dalla vasca si legò l’asciugamano addosso e si chiuse la porta del bagno alle spalle restando nella penombra creata dalla luce della luna che entrava dalla finestra. Cercò di asciugarsi al meglio mentre si recava nella camera da letto e accendeva la candela sulla cassettiera. La stanza si illuminò un po’, estrasse da un cassetto una sottoveste leggera che indossò sopra le mutande. Infine si voltò verso il letto e per poco non cacciò un urlo; Sirius era steso sopra le lenzuola, in mutande, e la guardava divertito. 

“Ma sei pazzo!” Lo sgridò la ragazza sentendosi all'improvviso troppo nuda. 

“Mi dispiace averti spaventata. E giuro che ho chiuso gli occhi mentre ti cambiavi.” Replicò lui trattenendo una risata. 

“Non è che… se tu fossi vestito almeno… cosa Bolide stai facendo?!” Si agitò lei. 

Sirius le sorrise. “Oh, la mia bellezza ti sta mettendo a disagio?” 

Star lo guardò; il ragazzo era steso su un fianco, il comito puntellato sul cuscino e la testa posata sulla mano. Era totalmente a suo agio nel suo corpo, in quel suo favoloso corpo tanto simile a quelle statue italiane… Star scosse la testa cercando si tornare in sé. 

“No!” Ribatté stizzita, rendendosi perfettamente conto che era passato un lasso di tempo troppo lungo e anche se la luce della candela alle sue spalle probabilmente impediva a Sirius di vedere il suo viso sapeva che lui non aveva dubbi sul fatto che lei lo avesse guardato. 

Infatti rise. Una risata di cuore. “Sai, è da un po’ che fai la strana con me… non è che finalmente si stanno accendendo gli ormoni anche a te?” 

“Non sono strana!” Sbuffò lei. “Mi dici cosa ci fai qui, così?”  

Sirius trattenne un'altra risata. “Se pensi di essere al sicuro qui nelle tue stanze ti sbagli. Mia mamma può vedere ogni cosa. Raramente può sentire, ma può vedere. Molti di questi quadri sono in realtà finestre. Non c’è scampo.” 

“E cosa vuoi che faccia?” Chiese Star riacquistando un po’di dignità. 

Lui batté piano la mano sul letto accanto a sé. “Vieni qui.” 

La ragazza quasi si strozzò con la sua saliva. “No!” 

“Avanti! Come se non avessimo mai dormito insieme.” La prese in giro lui. 

La giovane sospirò. “Si ma tu…” 

“So che ho sempre cercato di indossare almeno i pantaloni dormendo con te ma qui non sarebbe realistico. E poi non cambia così tanto dai. Ti prometto che lo terrò a bada.” La rassicurò. 

“Chi…?” Chiese lei spontaneamente, sorpresa da quel cambio di persona, ma poi realizzò. “Oh, stavi parlando del tuo… oh… Certo! Questo mi mette proprio a mio agio.” Borbottò poi. 

Sirius sbuffò spazientito e si sporse fuori dal letto per afferrare il polso della ragazza e trascinarla accanto a sé. 

“Ti ripeto che mia madre ci osserva. So che è odioso, ma se vuoi aiutarmi dovresti almeno fingere di non potermi resistere.” Le ricordò lui. 

Star non capì molto bene. Stava analizzando la sensazione della stoffa leggera addosso alla pelle, attraverso la quale il calore delle dita di Sirius si faceva strada per carezzarle la schiena piano. 

Il ragazzo passò un braccio sotto il fianco di lei e la strinse a sé, con l'altra mano le toccò i capelli con delicatezza. 

“Ti chiedo perdono, sembri davvero non a tuo agio.” Si scusò Sirius. 

Star gli sorrise. “No… tranquillo. Mi hai solo colto di sorpresa.” Dopo un secondo di silenzio la ragazza si rese conto che si stava perdendo un po’ troppo nel grigio degli occhi di Sirius così abbassò lo sguardo e chiese: “Vuoi dormire qui questa notte?” 

“Il piano è questo.” Le spiegò il ragazzo tranquillo. 

“Vuoi proprio fargli capire che non possiamo fare a meno uno dell'altra.” Scherzò lei. 

Bhe certo! Vogliono che ci sposiamo? PerfettoDevo comportarmi da bravo figlio? Ok. Ma almeno rendiamolo un po’ divertente. Deve essere scandaloso!” Si esaltò lui. 

“Come il Rocky Horror?” Chiese la ragazza. 

“Esatto!” Gli occhi di Sirius brillarono alla luce della candela. 

“Sono felice che questo ti metta di buon umore. Ti aiuterà a stare bene.” Commentò lei poggiando la testa sul petto di lui. 

“Grazie… è l'unico modo per sopravvivere a questi giorni.” Il ragazzo rimase in silenzio qualche secondo. “Sicura che non sia un problema per te? Mia madre.. le regole..” Chiese poi. 

Star alzò la testa per poterlo guardare negli occhi. “No. Non è pensante. E poi sto bene finché non devo interagire con tuo padre.” 

“Ah, hai paura di mio padre, eh?” La prese in giro lui. 

“Tu no? È terrificante! Austero, quella serietà…la sua freddezza… mi dà l'idea che possa uccidere o che lo abbia già fatto.” La giovane finse un brivido come per scuotersi via quell'idea. 

“Capisco. Ti chiedo scusa. Ma tu resta con me…non ti succederà niente.” La rassicurò lui  

“Lo so. Tu non lo permetterai.” Improvvisamente Star si senti stanca e cercò di mettersi comoda in quella posizione. “Come l'anno scorso.” 

“In che senso?” Chiese lui perplesso. 

“So che sei stato tu e non James, quel giorno.” Dopo aver detto questo tutto diventò buio. Non aveva mai preso sonno così all'improvviso. Una parte del suo cervello registrò la voce di Sirius chiederle come lo sapesse ma non ottenendo risposta si arrese. Forse erano stati i Sali da Bagno. 

 

 

……… 

 

Il mattino successivo Star si svegliò con le braccia di Sirius ancora attorno a sé, non l'aveva lasciata nemmeno un secondo. Sospirò chiedendosi se un giorno avrebbe dormito così anche con la persona che avrebbe sposato. Poi si alzò e si vestì. 

“Sei già pronta, che peccato.” Fu il commento lieve di Sirius mentre la osservava raccogliersi i capelli in una crocchia elaborata. 

“Fatti bastare lo spogliarello di ieri, pervertito.” Sbuffò la ragazza con il sorriso sulle labbra. 

Lui rise. “Quindi siamo d’accordo, cercheremo di essere scandalosi giusto?”  

Star lo guardò, gli occhi cobalto che mandavano bagliori divertiti. “Ma certo.” Poi si alzò e imitò Janet del Rocky Horror: “I wanna be dirty!” Allora Sirius si sventolò il volto con una mano fingendo di essere a dir poco scandalizzato. 

“Bene, iniziamo.” Il ragazzo afferrò la sua maglietta dalla sedia dove l’aveva lasciata ma non la indossò, se la posò sulla spalla e senza dire altro uscì dalle stanze di Star. La ragazza lo guardò sconvolta salutare allegramente Regalus senza preoccuparsi minimamente di essere in mutande. 

Mentre scendeva a colazione Star sperò che Sirius si fosse almeno vestito e si stupì di vederlo arrivare in completo perfettamente indossato, anche se in ritardo. 

“Tuo fratello ti ha visto uscire dalle stanze della tua promessa decisamente in deshabiller.” Walburha non perse tempo e cominciò subito il suo interrogatorio. 

“È la mia futura moglie.” Fu Il rilassato commento di Sirius, poi si sedette a tavola prendendo la mano di Star. 

“Certo. Ma ti viene comunque chiesto di mantenere un certo decoro. Se hai bisogno di esprimere i tuoi sentimenti canta per lei, oggi a pranzo.” Propose la donna, in un ambiente come quello sembrava davvero fuori luogo cantare i propri sentimenti, ma a quanto pare essere portati nelle arti era comunque un vanto. 

“Sto bene così.” Rispose Sirius. 

“Tu canterai per lei subito dopo pranzo. È deciso.” Decretò Orion in tono severo. Doveva davvero odiare che suo figlio disubbidisse sempre. 

La conversazione si concluse lì. 

Per tutta la mattina Star non riuscì a cacciare dal suo corpo una certa emozione; si chi deva cosa avrebbe cantato Sirius e si sentiva entusiasta. Il che la faceva sentire anche una stupida. A peggiorare la situazione quando la ragazza tornò nelle sue stanze, che erano state quelle di James l’anno precedente, non trovò la vasca da bagno. In compenso Walburga era lì, le spiegò che le era proibito lavarsi, voleva vedere se le Deran l’avrebbero protetta anche dall’accumulare sporcizia. 

“Preparati per il pranzo.” Concluse la donna uscendo. 

Star era certa che il sangue delle Deran avrebbe reso il suo aspetto gradevole anche senza fare il bagno, ma si sentì estremamente irritata; immergersi nell’acqua calda era un ottimo modo per recuperare le energie e sentirsi meglio dopo lunghe giornate di studio, non le andava proprio che le venisse privato anche quest’unico piacere.  

Durante il pranzo, che passò in silenzio tombale, Star cercò in tutti i modi di evitare lo sguardo di Sirius. Si sentiva come una ragazzina, una di quelle che lo andavano a vedere alle partite di Quidditch per sbavargli dietro. Ed era inaccettabile! Doveva trovare un po' di contegno. 

Quando finirono di mangiare Sirius insistette affinché andassero tutti in salone. “Volete che lo faccia? Lo farò come si deve, la mia futura moglie merita il meglio.” Il ragazzo si posizionò di fronte a tutti. “Ovviamente, sapete che è vietato interrompere un’esibizione.” Si assicurò. Walburga annuì. Anche Star sapeva che le regole di bon ton impedivano a chiunque di fermare un Black mentre si esibiva in casa propria, il che a parer suo era molto egocentrico, e le sembrò strano che Sirius ci tenesse così tanto. Ma capì tutto non appena la musica cominciò; il ragazzo si era portato con sé il suo giradischi e aveva fatto partire una versione solo base di Touch me” dei The Doors 

C'mon, c'mon, c'mon, c'mon now 

Touch me, babe 

Can't you see that I am not afraid? 

What was that promise that you made? 

Why won't you tell me what she said? 

What was that promise that she made? 

E il Sirius cantò. Le sue movenze erano appositamente provocatorie e per Star l'espressione dei Black costretti a guardare quello spettacolo non aveva prezzo. 

NowI'm gonna love you 

Till the heavens stop the rain 

I'm gonna love you 

Till the stars fall from the sky 

For you and I 

Durante la parte lenta il giovane riprese un po’ di contegno, giusto per dimostrare che aveva comunque scelto una canzone d'amore. O più che altro per riprendere fiato e potersi scatenare di più quando la musica ricominciò ad accelerare.  

C'mon, c'mon, c'mon, c'mon now 

Now touch me, baby 

Can't you see that I am not afraid? 

What was that promise that you made? 

Why won't you tell me what she said? 

What was that promise that she made? 

Poi successe qualcosa; prima dell'ultima parte calma e profonda Sirius puntò i suoi occhi grigi su quelli cobalto di Star. 

I'm gonna love you 

Till the heavens stop the rain 

Il giovane non smise di guardarla dritto negli occhi mentre pronunciava quelle parole e Star era impietrita. Fino a quel momento la scena era stata così divertente e normale che lei aveva fatto sparire i suoi nuovi sentimenti per Sirius e si era semplicemente concentrata sul trattenersi dal ridere. Ma ora, mentre lui cantava quelle cose scavandole nell’anima con uno sguardo… era difficile non pensare a quel bacio. 

I'm gonna love you 

Till the stars fall from the sky for you and I 

For you and I” 

La canzone finí ma Sirius continuava a fissarla come se si fosse appena accorto della sua presenza nella stanza. Poi un la voce di Walburga ruppe l’incanto. 

“Perfetto, pensavo di potermi fidare ma credo che avrai bisogno di un'altra lezione privata.” 

Sirius sorrise colpevole, come se non avesse potuto farne a meno. Ma Orion non era dello stesso umore del figlio. L’uomo si alzò, lo sguardo gelido come sempre. “Mi occuperò io della tua futura moglie oggi.”  

“NO!” Gridò Sirius, il sorriso gli era sparito dal volto ad una velocità impressionante, lasciando spazio alla paura e alla preoccupazione. 

“È deciso. Così vediamo se continuerai a sfidarci. Devi ricordarti che possiamo impartire anche a lei le tue stesse lezioni.” Decretò il signor Black. 

Il suo primo genito rimase immobile per qualche secondo e poi con il volto basso e il tono cupo parlò: “Verrò io con voi, padre. E anche con Bellatrix se volete. Potremmo andare nella nostra villa estiva, sono certo che potrò imparare molto.”  

“No, Sirius.” Star rimase immobile, non era certa di essere stata lei a parlare, ma da come tutti la guardavano non c'erano dubbi.  

“È giusto che tu prenda le sue difese. Ma non qui. Come sua futura moglie non dovresti permettere a nessuno al di fuori della famiglia di ferirlo. Ma ora siamo in famiglia. Non ci sono pericoli.” Le spiegò Walburga tranquilla come se non stesse per vedere il suo stesso figlio afflitto da una delle peggiori maledizioni del mondo magico.  

“Accetto la tua proposta.” Decretò Orion guardando suo figlio. “Ma questa notte. Questo pomeriggio lei starà comunque con me.”  

Gli occhi di Sirius erano disperati. E Star gli si affiancò. “Starò bene.” Gli promise in un sussurro prima di seguire il capostipite della famiglia.  

A sorpresa Star non subì nessuna punizione. L'uomo la fece esercitare in alcuni incantesimi osservandola attentamente. Ne sceglieva di sempre più complessi dai libri, lasciandole solo qualche secondo per studiarli, e poi osservava l’esecuzione. Star immaginò che lui volesse rendersi conto di persona del potere delle Deran, infondo era stata Walburga ad occuparsi di lei l'anno precedente. 

“Basta così. Hai del tempo libero ora.” Annunciò Orion, mancava ancora più di un'ora alla cena così Star prese coraggio. “Non è che potrei fare una passeggiata?”  

Orion la fissò intensamente. “Verrà Regulus con te.” Acconsentì dopo. 

In pochi minuti lei e il fratello di Sirius uscirono dalla casa. 

“Non sei felice che io sia qui, vero?” Chiese il giovane mentre si allontanavano. 

“Preferirei solo una persona di cui potermi fidare.” Replicò Star, ma poi sorrise. “Ciò non toglie che potresti essere tu.” 

Regulus la guardò stranito. “Sai che dirò qualsiasi cosa farai ai miei genitori, vero?” Le ricordò lui. 

“Magari potresti non dire tutto. Devo solo smaterializzarmi e andare in un posto per mezz’ora. Solo mezz’ora.” Spiegò lei. 

“Io non sono Sirius.” Commentò Regulus. “Non sono bravo come lui a resistere alle torture, faccio sempre quello che vogliono perché così non dovrò soffrire.” 

Star lo guardò per un secondo, poi gli posò una mano sulla spalla. “Scusami. Sono stata un'egoista a chiederti di rischiare per me. Fai bene, a non voler essere ferito. Mi dispiace. Sai, una parte di me si sentirebbe meglio se anche Sirius si comportasse bene, così non dovrebbe soffrire mai.” 

Regulus alzò lo sguardo su di lei, era incredibile quanto somigliasse al fratello maggiore. “Tu sai Obliviare?” Le chiese, lei annuí e lui prosegui soddisfatto. “Vai, torna e cancellami la memoria. Ti prego. Così io potrò essere sincero e non dovrò essere punito.” 

Star sorrise e istintivamente abbracciò il ragazzo. Quando lo lasciò Regalus era visibilmente imbarazzato ma si riprese subito. “Tu non stai fingendo.” Aggiunse poi poco mentre la ragazza si preparava a smaterializzarsi in una via laterale.  

“Come?” Domandò Star. 

“Tu lo ami davvero.” Concluse Regulus. Quelle parole le rimbombarono dentro per svariati minuti. Non rispose e sparì, ma anche una volta comparsa nel famigliare boschetto quella strana sensazione non se ne andò. 

La ragazza si avvicinò alla casa e bussò alla porta. Andromeda le aprì di corsa piazzandole tra le braccia una piccola Ninfadora urlante.  

“Non riesco a farla smettere, scusami! Ti faccio un the?” Gridò la donna sovrastando i pianti di sua figlia. 

“Si certo.” Star cullò un po' la bambina e prese a farle delle facce buffe cosa che la calmò. 

Adromeda si voltò di colpo verso le due ancora con la teiera in mano. “Come diavolo hai fatto?!”  

La ragazza la guardò con aria colpevole. “Non saprei.”  

Bhe, vieni a trovarmi più spesso, ti prego!” Commentò la sua amica. “Allora, che succede?” Aggiunse poi curiosa. 

Star iniziò a cambiare il colore dei suoi capelli e si divertiva a vedere la piccola Ninfadora imitarla alla perfezione. “Gli ho chiesto se lo ha fatto perché c’era Regulus e lui ha detto di si.” Sputò fuori poi. 

Bhe, come ti ho detto non vuol dire che sia la verità.” Ripeté Andromeda. 

“An, non voglio sperarci ancora. Mi sento così stupida! Oggi ha cantato per me, lo hanno obbligato i suoi genitori, ma comunque io... quasi non mi reggevo in piedi! Ridicolo!” Cercò di spiegare la ragazza. 

“Potresti porre fine a tutto e dichiararti." Propose la donna. 

“Uno. Sta con Mary. Due. Io ho una dignità! Non gli sbaverò dietro come le altre.” Sbottò Star. 

“A me pare che tu lo stia facendo.” Andromeda la guardò di sottecchi con un’aria complice e scherzosa. 

“Si ma non gli darò la soddisfazione di vedermi.” Decretò la giovane Deran. 

“Tu sei pazza! E terribilmente orgogliosa!” La sgridò la donna mantenendo sempre un tono sereno. 

“Io preferisco pensarmi determinata e realista.” 

Andromeda sbuffò mentre i capelli di Ninfadora diventavano rosa shokking come quelli della ragazza che ancora la teneva in braccio, la piccola rise allegra.  

“Sinceramente se io avessi anche una minima possibilità di fiondarmi tra le braccia di uno come mio cugino lo farei subito.” Star la fissò sconvolta. “Bhe, io non sono come te, l’ho visto crescere e i miei occhi e ho immediatamente capito quanto sia diventato sexy.” 

“Sei una ragazzaccia!” Fu il commento di Star. 

“Si, e mi sono presa l’uomo che volevo e ora sono sposata e con una meravigliosa creatura.” Concordò Andromeda. 

“Sei stata molto coraggiosa.” La ragazza guardò la neve fuori dalla finestra. “Un giorno troverò anche io una persona con cui creare la mia nuova famiglia. Per ora… i Malandrini sono la mia famiglia, e non voglio rischiare di rovinare tutto.” 

Non succederà mai. Sei importante per tutti loro.” La rassicurò Andromeda. 

Dopo pochi minuti Star dovette andare via e la sua amica la pregò di ritornare presto affermando che la sua bambina sarebbe diventata bravissima a trasformarsi se avesse continuato a giocare con lei. “In più sono un po’ sola qui.” Concluse. 

La ragazza dagli occhi cobalto la abbracciò e le promise di tornare e poi si avviò nel boschetto e si smaterializzò.  

“Sei pronto?” Chiese a Regulus appena riapparve. Il ragazzo annuì con determinazione.  

Non aveva mai obliviato qualcuno ma appena poggiò le mani sulle tempie del giovane Black riuscì a vedere tutti i ricordi di quella giornata, si concentrò in quelli che riguardavano la loro chiacchierata e la sua sparizione e cercò di immaginarsi di essere rimasta con Regulus tutto il tempo a parlare di pittura. Cercò di essere più dettagliata possibile, e le sembrò che qualcosa nel ragazzo stesse cambiando. Sì allontanò da lui ma poi lo afferrò saldamente poiché il giovane stava avendo un mancamento. Quando si riprese Regulus la guardò. “Scusami. Credo di essere sfinito. Cosa dicevi a proposito del chiaroscuro?” 

Star sorrise. Era fatta. “Vorrei dipingere con te domani.” Replicò lei mentre tornavano a casa Black. 

“Certo, non credo che sarà un problema.” Replicò il ragazzo tranquillo. 

Star gli strinse amichevolmente un braccio e lo guardò negli occhi. “Ti ringrazio.” Ed era un ringraziamento davvero sentito. 

 

…… 

 

SiriusBellatrix e Orion non erano presenti a cena quella sera. Star non riusciva a fare a meno di pensare a Sirius e a cosa stesse passando, era talmente preoccupata che, nonostante si stesse comportando egregiamente, era certa che se qualcuno l'avesse guardata bene negli occhi lo avrebbe capito. Narcissa distolse altezzosamente lo sguardo da lei, Bella e Cissy la guardavano spesso mentre mangiava o si muoveva in casa Black, il sangue delle Deran in lei le permetteva di muoversi come se stesse sempre danzando.  

Quando tornerà mia sorella?” Chiese Narcissa a Walburga. 

La donna guardò l'orologio nella stanza. “Credo che ci vorrà ancora qualche ora. Forse sarà qui nel pieno della notte.”  

Narcissa annuì silenziosamente. Anche Regulus fissò l'orologio. “Quale lezione stanno ripassando?” Domandò come se credesse davvero a quella scusa. 

“Vedo che come sempre ti preoccupi per lui. Sì è preso la responsabilità dei suoi sbagli, almeno questa volta. Non dovresti stare in pensiero. Tutto è come deve essere. Vedrai che questa volta capirà.” Rispose Walburga tranquilla. 

Suo figlio veniva torturato, da sua padre e sua cugina, e lei restava tranquilla. Anzi, era certa che andasse bene, che fosse necessario.  

Star si alzò. “Credo di non sentirmi molto bene.” Annunciò, la donna le fece un rapido cenno, segno che poteva andare, sapeva di apparire pallida, esercitarsi con la piccola Ninfadora le aveva fatto bene, poteva controllare il colorito del suo viso a piacimento.  

Entrò nella stanza di Sirius e cercò di concentrarsi sui bei momenti che le foto appese le riportavano alla mente. Notò che molte erano stata scattate da David e si chiese quando le avesse prese. Si ritrovò spesso in quelle fotografie ma pensò che fosse normale visto che era uno dei soggetti preferiti dal loro nuovo amico. Mentre rifletteva su come Sirius le aveva ottenute sentì una fitta allo stomaco. SiriusSirius stava soffrendo. Cercò di concentrarsi su di lui e le sembrò quasi di essere lì, di vedere nella sua testa, in modo confuso e sfumato, quello che vedeva il suo amico. Allora provò a immaginare di portargli via un po’ di dolore, e iniziò a sentirlo su di sé. Non aveva mai provato la Cruciatus su sé stessa, sembrava che ogni nervo, ogni osso stesse andando a fuoco. Era un dolore incredibile e fu sorpresa di provarlo ma non gridò. Sì inginocchiò a terra e continuò a sperare di poter aiutare Sirius. Passarono alcuni minuti, forse ore, il cielo fuori dalle finestre era completamente nero, le nuvole coprivano le stelle. Star esausta si tolse l'abito elegante, con la magia di slacciò il corpetto intricato e il vestito scivolò a terra. Indossava una sottoveste leggera e si accorse di avere la pelle calda, aprì la finestra e in un secondo tornò alla sua normale temperatura. Il vento freddo su di sé la fece sentire meglio, come un balsamo lenitivo. Comunque era stanca, si infilò sotto le coperte e chiuse gli occhi. Attorno a sé dilagava un forte profumo di rose fresche, da quando Walburga le aveva proibito di fare il bagno quel profumo era diventato sempre più intenso, e in un certo senso le piaceva, era come riposare in un campo di rose selvatiche. 

Sirius tornò a casa distrutto e senza dire una parola andò dritto in camera sua. Era strano ma nonostante fosse stato terribile il dolore che aveva provato gli era sembrato meno intenso. Forse stava imparando a resistere. Chiuse la porta della sua stanza dietro di sé e sorrise alle foto dei Malandrini, si tolse il completo e si sfilò la camicia senza nemmeno slacciare tutti i bottoni. Il vento freddo lo sorprese e corse a chiudere la finestra; quello stupido elfo faceva davvero di tutto per metterlo a disagio in quella casa, come se non lo fosse già abbastanza. Si infilò sotto le calde coperte e dovette trattenere un grido sorpreso quando si accorse che c’era qualcuno. 

“Sir?” Chiese Star piano, era ovvio che si era appena svegliata. 

“Ah, quindi questa notte sei venuta tu da me? Vedo che non ti dispiace dormire insieme.” Commentò lui. 

“Ero solo preoccupata per te.” Sbottò lei alzandosi a sedere. 

Sei molto dolce.” Replicò lui stendendosi accanto alla ragazza. 

“Cosa ti hanno fatto?” Star creò una piccola bollicina luminosa che usò per indagare il volto del suo amico.  

“Stai tranquilla, sto bene. Anzi, è stato anche meno peggio del solito. E comunque… sto già pensando alla mia personale vendetta di domani.” Il giovane sorrise rilassato, incrociandola le mani dietro la testa. 

“Sei sicuro di volerli sfidare ancora?” Chiese lei piano. 

“Ti ho detto che saranno giorni di scandali. Non mi arrendo così facilmente. Tu però hai tutta la libertà di scegliere.” Sirius la guardò dritto negli occhi, per lui era normale tutto quello, le punizioni e il sentirsi sempre giudicato, ma non voleva costringere Star a subire quelle angherie. 

La ragazza sorrise, un mezzo sorriso Malandrino che rivelò tutte le sue intenzioni. “Non ti lascerò tutto il divertimento. Dimmi cosa hai in mente.” 

“Domani inviteranno un paio di colleghi a pranzo, e io ho recuperato degli abiti che fanno proprio al caso nostro.” Spiegò lui. 

I due parlarono a lungo del loro piano, e di tutti i dettagli del caso. Sirius la avvertì più volte delle conseguenze ma Piumadoro non demorse. 

Alla fine si stesero di nuovo sul letto.  

“Come hai fatto a farti dare le foto di David? Non è semplice convincerlo a cedere le sue opere, nemmeno se sono delle copie.” Domandò Star dopo un po’. 

“Ho fatto sesso con lui.” Rispose Sirius tranquillo. 

“Cos..?” La ragazza si strozzò con la sua stessa saliva cosa che le provocò un attacco di tosse. “Come scusa?” Rantolò poi. 

Il giovane le sorrise, come solo lui sapeva fare, mistero e divertimento in una perfetta piega delle labbra. “Bhe, a dire la verità sono uscito con lui per le foto. Però poi la sua compagnia mi è piaciuta davvero… e ci ho fatto sesso.” 

Star lo guardò sconvolta senza riuscire a dire niente. E a Sirius tornò in mente il giorno in cui avevano incontrato David, lasciò vagare la sua mente. 

 

“Mi dispiace aver infranto la tua privacy. Ma ho bisogno di un favore.” Gli disse il giovane Black mentre il Serpeverde già si spostava per allontanarsi da lui. Evidentemente era riuscito ad incuriosirlo perché David non disse più nulla. 

Cosi Sirius continuò. “Vorrei una copia di queste foto.” 

Il fotografo scosse vigorosamente la testa. 

“Te le posso pagare.” Aggiunse il ragazzo dagli occhi grigi. 

“Non sono in vendita.” Lo bloccò David. 

“Ti prego, dimmi cosa vuoi. Infondo sono Sirius Black. Vuoi qualche favore dai miei stupido parenti? Preferisci la promessa di non finire mai più in uno degli scherzi di noi Malandrini ad Hogwarts, a proposito; mi scuso per le volte in cui ci sei finito in mezzo. Oppure vuoi che ti procuri un appuntamento con una ragazza..?” 

A quell’ultima domanda David rise con amarezza. “Le ragazze sono merce di scambio ora?” 

Sirius si trovò spiazzato. “Bhe, parlavo di un'uscita… nel senso che se sei timido io ti posso aiutare… a trovare qualche ragazza con cui uscire…” Blaterò poi. 

“Ah…” Fece David. Seguì un lunghissimo silenzio e poi il padrone di casa fece un cenno con il mento alle foto dietro a Sirius. “Mi piacciono i ragazzi.” Disse infine arrossendo visibilmente.  

Black si voltò e notò una cosa che prima, preso ad osservare le foto di Star, non aveva notato: c'erano moltissime foto di ragazzi, in particolare molte foto… sue. “Oh.” Mormorò, poi sorrise. “Bhe, diciamo che a me piace sperimentare.” 

David deglutì sonoramente. “Cosa intendi…?” 

Sirius gli si avvicinò piano posandogli una mano sotto il mento e una dietro la schiena in modo da poterlo avvicinare a sé. E poi lo baciò. “Nel senso che non sei il primo ragazzo che bacio.” Gli confidò infine con quel suo mezzo sorriso così famoso. “Esci con me, ad Hogwarts. Voglio solo delle copie di quelle belle foto.” Insistette poi. “Conosco un posto, lo sapremo solo noi.” 

“Ma tu… non starai mai con me.. intendo in pubblico.”  

Sirius sospirò. “Se non fossi già innamorato magari avrei potuto amare anche te. Chi lo sa. Se vuoi possiamo uscire in pieno giorno. Per me non è un problema. Ma non voglio illuderti… non smetterò mai di amarla. Lei però non mi ama, quindi non posso stare con lei, non per davvero. Quindi se ti va di vivere un amore a metà possiamo tranquillamente uscire quanto vuoi.” 

Toccò a David sorridere. “Sapevo che la amavi. Si vede. In ogni scatto.” 

“È per questo che li voglio. Sei bravo, davvero.”  

Il Serpeverde sospirò. “Non sapevo che frequentassi anche i ragazzi...” 

“Sono innamorato dell'amore.” Replicò Sirius sollevando le spalle. 

“Una notte. Voglio sapere cosa sa fare il famoso Sirius Black.”  

Sirius lo guardò sorpreso. “Vuoi fare sesso?”  

“Non lo escludo. Hai paura?” Replicò David ora molto più tranquillo. 

“Non sono mai arrivato fino a quel punto con un ragazzo. E non lo farò in cambio di un favore. È squallido. Stiamo insieme a parlare in cambio di quelle foto mentre se vorrai altro… seducimi.” Propose Sirius sicuro di sé. 

“Pensavo fossi tu il seduttore, il predatore.” Lo prese in giro David. “Le ragazze dicono così.” 

Sirius  rise piano. “Sì, alle ragazze piace pensare di essere quelle innocenti. Ma fidati che non ci provo mai se prima non sono convinto di essere una compagnia gradita.” Gli rivelò. 

“Bene, allora siamo d'accordo.” Concluse David. 

 

“Mi dispiace.” La voce di Star lo riportò alla realtà. “Ci ho sempre scherzato perché non pensavo che a te piacessero davvero i ragazzi. Sono stata insensibile.” 

Il giovane Black sorrise. “Mi piace sperimentare. Ma non sei stata insensibile. Non mi piace Remus in quel senso. E per ora esco con Mary, quindi…”  

La ragazza sospirò. “Com’è?”  

Sirius la fissò stranito. “Mi stai chiedendo com’è fare sesso con un ragazzo?” 

Lei sostenne lo sguardo. “No, solo … com’è fare sesso?”  

Il ragazzo aprì la bocca sbalordito e poi rise. “No! Non sarò io a raccontarti queste cose!” 

“Perché no?” Si offese la sua amica. 

“Perché è imbarazzante, siamo amici e siamo già mezzi nudi nello stesso letto, non mi sembra il caso di peggiorare la situazione.” Rispose lui. 

Star si sedette sul letto e incrociò le braccia sul petto. “A James però lo dici.”  

Sirius si mise sul fianco per guardarla meglio, ora il suo torso nudo non era più coperto dalle lenzuola. “James è un ragazzo. È come se ti chiedessi di venirmi a parlare del tuo ciclo o di come ti masturbi.”  

Star si concentrò per reprimere il rossore che le era salito alle guance. “Lo so. Ma non voglio sapere delle tue avventure. Voglio solo sapere com’è il sesso.” Mormorò dopo. 

Il ragazzo sospirò rassegnato. “È bello. È questo che vuoi sapere? È bello e eccitante. Ti fa sentire vivo, e felice, e il cuore sembra uscirti dal petto. E con ogni persona è diverso. Per questo mi piace cambiare.”  

“E non pensi mai di farlo con una sola persona per tutta la vita?” Chiese lei. 

Sirius sbuffò. “Non si fa sesso con una sola persona per tutta la vita. Ci fai l'amore. È diverso. Prima o poi il semplice e puro sesso stanca. Ma l'amore… deve essere una cosa speciale. Qualcosa che riguarda dei veri sentimenti altrimenti non lo concederesti ad una persona sola.” 

“Non hai mai fatto l'amore?” Domandò Star. Il giovane scosse piano la testa. “Nemmeno con Mary?” Insistette lei. Sirius sollevò le sopracciglia in segno di avvertimento. “Non sono affari che ti riguardano. Comunque no. Ti ho detto che devi provare qualcosa, qualcosa di speciale e profondo, per fare l'amore. 

“Oh.” Mormorò la ragazza delusa. 

Lui tornò a stendersi a pancia in su. “Credo che non farò mai l'amore. L'ho capito quest'anno. Dopo aver fatto sesso con David. Stavo cercando di dimostrarmi di essere una persona migliore rispetto a quello che tutti credono. Ma ero curioso, ero così curioso, e ho fatto sesso con lui. E ho capito che non mi merito l'amore. Non merito che qualcuno provi quei sentimenti per me… perché vedi, il guaio dell'amore è che deve essere reciproco. Se sei da solo, se l'altro non si perde nei tuoi occhi come tu nei suoi… allora non è niente, o è sesso, o è ossessione.” Il ragazzo chiuse gli occhi. “E io voglio troppo il sesso per meritarmi l'amore. Nessuno può provare quelle cose per uno come me.” 

“Ti sbagli.” Gli occhi cobalto di Star erano diversi, così pieno di dolcezza da sembrare stelle che brillano in cielo. “Non è vero. Sono sicura che incontrerai qualcuno e vi innamorerete. Sei giovane, è normale che tu faccia qualcosa di cui non vai fiero. Ma non importa. Un giorno sarai chi vuoi essere. E qualcuno ti amerà. E secondo me, Mary ti ama già.” 

Sirius ridacchiò. “Non credo che sia come dici tu. Ma non è male sperarci, sai?” 

Star gli sorrise e poi si stese accanto a lui e si riaddormentò. 

E sognò. Sognò di fare sesso, bhe, non sapeva come doveva essere quindi in realtà sognò di passare la sua mano sul petto di un ragazzo e di avvicinare il suo corpo al suo. E il ragazzo nel sogno era Sirius. Ma poteva essere davvero così ossessionata da lui? Era sicuramente una cosa che riguardava quello di cui avevano parlato la sera precedente. 

“Star?” E si svegliò. L'aveva chiamata Sirius, e le ci volle solo qualche secondo per capire il perché; i loro corpi aderivano l'uno all'altro e la ragazza aveva una mano poggiata sul petto di lui. Si allontanò di scatto. La luce fuori dalle finestre indicava che era già mattina.  

Sirius si esibí nel suo mezzo sorriso più perverso di sempre. “Potevi continuare se volevi.” Commentò. 

E Star dovette ancora una volta concentrarsi con estrema attenzione per mantenere un colorito normale. “Mi dispiace, dev'essere…” cominciò a scusarsi ma lui concluse al posto suo: “L’argomento di ieri che si ripercuote nei tuoi sogni? Molto probabile.”  

Sirius si alzò in piedi stiracchiandosi, i  suoi muscoli si tendevano flessuosi. “Ma forse è anche il fatto che io sono l'uomo più sexy del mondo e nessuno può resistermi.” Poi iniziò a vestirsi. “Comunque, indipendentemente da quello che pensa tuo fratello, tra un anno sarai un adulta nel mondo magico. Se vuoi fare sesso fallo e basta.”  

“Non voglio fare sesso!” Sbottò lei. 

“No, certo che no. Tu sei pura come un fiorellino, proprio per questo ti stavi strusciando contro di me cinque minuti fa.” La prese in giro il ragazzo. 

Star gonfiò le guance furiosa. “Stammi bene a sentire, Ser Villano Black! Io non mi stavo strusciando su di te.” 

Lui rise di cuore. “Era da una vita che non usavi quel nomignolo. Comunque io non ti giudico, capisco che tu possa essere curiosa.”  

La ragazza fissò ostinatamente le lenzuola tra le sue dita. “Non voglio fare sesso perché vorrei fare l'amore.” Mormorò poi. Era poco più di un sussurro, un timido soffio di vento. Sirius sorrise dolcemente e si avvicinò a lei posandole due dita sotto il mento per sollevarle il volto. “Allora dovrai fare attenzione. Ci saranno di sicuro dei ragazzi che vorranno ingannarti. Promettimi che starai attenta.”  

Lei sorrise a sua volta. “Bhe, sono certa che tu e James mi aiuterete a capire chi fa sul serio con me.”  

“James ti farà aspettare ben oltre il matrimonio e sottoporrà tuo marito a prove ben peggiori di quelle di mia madre, quindi non credo sia affidabile. E io… io sono un delinquente, no? Non posso capirlo. Dovrai imparare da sola. Ma sono sicuro che lo saprai… quando troverai quello giusto intendo.” Sirius la lasciò andare e riprese a vestirsi con calma. 

“Oggi sarà tuo l'onore di fare la camminata della vergogna.” Commentò il giovane dopo qualche minuto di silenzio. Star ormai aveva indossato di nuovo il suo abito del giorno precedente, che era sgualcito e stropicciato.  

La ragazza si scompigliò i capelli e prese in mano le sue scarpe. “Non ho paura. Abbiamo optato per lo scandalo. E che scandalo sia!” Detto questo uscì decisa dalla stanza e incontrò Regulus che la fissò sbalordito, lei si portò un dito alle labbra e lanciò uno sguardo complice al fratello del suo futuro marito, infine si chiuse dentro le sue stanze. Il più giovane dei Black guardò Sirius, il quale aveva osservato tutta la scena appoggiato allo stipite della sua porta. 

“Vorrei proprio sapere come hai fatto.” Mormorò Regulus stupefatto. 

“Non ho fatto niente, è tutta una messa in scena.” Sbottò Sirius, senza smettere di osservare ammirato la porta dietro la quale era scomparsa Star.  

“Non dovresti giocare così con lei.” Sbuffò suo fratello. 

Felpato lo guardò sospettoso mentre scendevano per la colazione. “Ti sei affezionato a lei?” Chiese all'improvviso. Regulus sobbalzò appena e non rispose.  

Eh, già. Bhe, era inevitabile. È fantastica.” Sirius sorrise ampiamente, quei momenti con suo fratello gli mancavano davvero, e poi Star era stata davvero eccezionale.  

Regulus lo stava fissando in modo strano, stava per parlare di nuovo quando la loro madre si intromise. “Niente colazione per te, SiriusBellatrix è andata nelle stanze di Gioiaquesta mattina prima di partire, e non l'ha trovata. Non vorrei mai sapere che l'hai costretta a dormire con te.” 

“Era solo preoccupata per me, madre. È una cosa che non ti è famigliare ma per lei è normale.” Sbottò Sirius 

Con un cenno severo del capo Walburga gli indicò di salire con lei. “Passeremo la giornata insieme. Il pranzo con i nostri ospiti è diventato un ricevimento serale. Voglio assicurarmi che tu ti comporti come si deve.  

Star arrivò appena in tempo per la colazione. Orion se ne andò a lavoro e la ragazza fu affidata a Regulus. 

“Dicevi di voler dipingere.” Le ricordò il ragazzo guidandola verso la stanza per la pittura.  

“Certo.” Confermò lei. La giornata con Regulus non fu affatto spiacevole. Senza la fredda presenza degli altri Black il giovane era molto più tranquillo e rilassato. 

“Sai…” Provò Star mentre studiavano lingue. Sirius… ha molti difetti, però.. il suo modo di reagire… mia madre non è una brava persona, e vederlo fare così mi ricorda che posso essere migliore di lei, e usare la mia magia per il bene.”  

“Tua madre non è qui.” Replicò piano lui. 

“No. Ma mi sta cercando.” Replicò lei.  

In quel momento la porta si aprì. “Andate a prepararvi. Gli ospiti saranno qui tra poco.” Ordinò Walburga. 

Regulus se ne andò subito e Star sospirò profondamente prima di alzarsi a sua volta e andare nelle stanze di Sirius. 

“Potresti bussare almeno!” Gridò lui appena lei aprì la porta. 

La ragazza chiuse istintivamente gli occhi. “Scusami, scusami!” Si affrettò a dire ma la risata del suo amico le fece capire che era tutto uno scherzo. Aprì gli occhi e lui era completamente vestito seduto su una poltroncina. “Che stupido.” Sbottò. 

“Senti, mi faccio un bagno prima. Mia madre mi ha strapazzato con il suo bon ton oggi e ho bisogno di un po’ di relax. Puoi iniziare a vestirti se vuoi.” Spiegò il ragazzo. 

“Già, capisco perfettamente. Non sai cosa darei per un bagno caldo.” Replicò lei gettandosi su una poltroncina. 

“Vai a farti un bagno allora. Abbiamo tempo, se stai abbastanza veloce.” Ribatté lui. 

“Sì… non posso. Tua madre ha tolto la vasca dalle mie stanze per vedere cosa sarebbe successo.” Raccontò Star. 

“E tu profumi di rose.” Rise Sirius. “Devo dire che questa cosa delle Deran deve essere un grande affronto per lei.”  

La ragazza fece spallucce.  

“Puoi sempre fare il bagno con me, ma solo se mi prometti di tenere le mani a posto; sono pur sempre un ragazzo.” Scherzò lui. 

Star sorrise. “Ah, allora ti è piaciuto!”  

Il ragazzo rise scuotendo la testa. “Sempre la solita. Dai, muoviti. Ti vedo il bagno ma abbiamo comunque poco tempo.”  

Lei corse verso il bagno felice ma poi si bloccò. “Verrai con me?”  

“Certo che no! Non siamo più ragazzini.” Sbottò lui. 

“Ma non voglio rubarti il tuo momento di relax. E poi non te ne fregava niente due mesi fa, il giorno del tuo compleanno.” Protestò Star. 

“Perché io sono a mio agio con il mio corpo. Ma tu no. E non saresti tranquilla. E poi… dovremmo stare molto vicini perché la vasca non è così grande.” Iniziò ad elencare il ragazzo. 

“Tu stai nella tua zona e io nella mia. Non succederà niente.” Insistette lei. 

Sirius sospirò ma poi la seguì in bagno, riempì la vasca mentre lei si spogliava dietro un paravento e poi ci si immerse. Star si avvicinò a lui, l’asciugamano stretto addosso.  

“Chiuderò i miei bellissimi occhi se ti fa sentire meglio.” Annunciò lui abbassando le palpebre. La ragazza si sfilò l'asciugamano e entrò nella vasca stando bene attenta a restare nel suo lato. 

“Puoi aprirli ora.” Lo avvertì mentre si passava una spugna sulle braccia e lasciava cadere la testa all'indietro sul bordo freddo della vasca. “Ah! Non sai quanto mi mancava!” Mugolò lei. 

Sirius rise. “È dura vivere in questa casa, eh?” 

“Abbastanza.” Star fece emergere un piede dall'acqua e lo sbatté sulla superficie schiumosa per schizzare il suo amico. “Ma non ti lamentare troppo, è pur sempre una casa.” Aggiunse poi scherzosa. 

“Hai ragione. Però, ammetti che la mia famiglia non è delle migliori.” Replicò lui asciugandosi il volto con una mano. 

“Lo so. E mi dispiace, per quello che ho detto anni fa, avevi ragione tu: non sapevo niente di te e di loro e di come fosse vivere qui. Forse è vero che saresti più felice se te ne andassi, però io continuo a credere che in parte ne soffriresti.” Spiegò lei giocherellando con la schiuma. Ogni volta che le sue dita si sollevavano facevano apparire tante piccole bollicine iridescenti che incominciarono a volteggiare nella stanza. 

“Chi lo sa.” Commentò il giovane cupo. 

Star lo fissò e poi sorrise. “Non credi che stiamo crescendo troppo in fretta?”  

“In che senso?” 

“Qualche anno fa facevamo il bagno nudi nel Lago. Ora siamo in imbarazzo a stare nella stessa vasca, nemmeno James riesce più a fare il bagno con me con la stessa serenità di prima.”  

Sirius sbuffò. “Gli ormoni non sono facili da controllare. Non so per voi ragazze ma per noi ragazzi… ci sono giorni in cui basta che una ragazza ci sfiori la mano per mandarci completamente in tilt. E tu sei una ragazza molto bella, e che tu lo ammetta o no stai crescendo, e il tuo corpo sta cambiando, e non è facile per tutti noi Malandrini ricordarci in ogni momento che sei nostra amica e che… bhe … hai capito il concetto.”  

Lei lo fissò stupita e poi lo colpì ancora con dell'acqua. “Voi ragazzi pensate solo a quello!” Sbottò poi fingendosi sconvolta.  

“L’ho appena ammesso! Che altro vuoi?” Replicò lui, e rispose a suon di schizzi. Partí una piccola battaglia che fu divertente finché Star non ebbe la brillante idea di sporgersi in avanti per dare una spinta amichevole ad una spalla di Sirius. E bhe, erano nudi, in una vasca molto stretta. Il ragazzo si spostò prontamente di lato facendola finire completamente sott’acqua mentre lui usciva rapido dalla vasca e si legava l’asciugamano in vita.  

Lei rimase con la testa immersa per qualche secondo. Ben conscia di avere esagerato, non sapeva bene se si erano toccati o no, ma di sicuro aveva rischiato di finire nuda tra le braccia di Sirius nudo, per il quale attualmente aveva una cotta. Uscì dall'acqua e si sciacquò in fretta.  

“Tu sei pazza!” Stava sbraitando Sirius dalla sua camera. “Ma ti pare?!”  

Sentirlo così agitato, però, in qualche modo la divertiva. Si legò l’asciugamano addosso e uscì dal bagno. 

“Vestiti!” La rimproverò lui lanciandole un rapido sguardo, aveva già indossato i pantaloni e stava frugando nell’armadio alla ricerca della camicia.  

“Perché?” Rise lei. “Ti ho messo a disagio?” Gli si avvicinò tranquilla. “Ho messo a disagio il grande Sirius Black che è a proprio agio con il suo corpo?” Continuò a prenderlo in giro facendosi sempre più vicina. Fu un attimo. Un battito di ciglia e si ritrovò con la schiena al muro, una mano di Sirius ancora sul suo polso e l'altra poggiata sulla parete accanto alla sua spalla. Il ragazzo alzò lo sguardo piano, i capelli neri che gocciolavano a terra come l'anno precedente. “Non sfidarmi.” Sussurrò lui mentre la guardava negli occhi, i visi vicini, i corpi a pochi centimetri l'uno dall'altro. Quel tono di voce era qualcosa di nuovo per Star, era morbido come del velluto, ma profondo e nero come una notte senza luna. Era pericoloso, suadente. Si chiese se era con quel tono che attirava le ragazze. Sì ricordò di un commento udito di sfuggita tempo prima da una ragazza del sesto anno: “Mi stava solo sussurrando cose completamente normali, eppure credevo di impazzire.” . Parlavamo di lui.  

Nel frattempo il ragazzo si era fatto ancora più vicino, i due si guardavano negli occhi già da un po’, e il cuore di Star batteva così forte che la ragazza era certa che sarebbe esploso a momenti. E poi si ricordò: “non gli darò la soddisfazione di vedermi.”. Rapida come una freccia ben scoccata passò sotto il braccio del ragazzo che trovandosi con le mani incrociate fu costretto a lasciarle il polso. Sorrise serena. “Sei bravo!” Commentò. “Ero davvero curiosa di sapere come facevi ad andare a letto con tutte quelle ragazze, ma adesso l'ho capito. Complimenti.” Aggiunse poi con un lieve tono di scherno che lasciava ben intendere che con lei non aveva funzionato. 

“Sì, bhe, ti prego di non svelare a nessuno i miei segreti.” Replicò lui poggiandosi alla parete con aria soddisfatta. 

Star prese i suoi vestiti e tornò in bagno. “Le tue tecniche sono al sicuro con me!” Gli gridò da lì mentre si vestiva. “Spero che tu non usi questo squallore anche con Mary, però.” Aggiunse poi. 

“Squallore?!” Ripeté Sirius fingendosi profondamente offeso mentre a sua volta finiva di vestirsi. “Non sono squallide, sono tecniche sopraffini.”  

Lei rise. “Siamo in ritardo.” Annunciò uscendo dal bagno completamente vestita, si girò e sollevò i capelli. “Corpetto.” Disse, e Sirius andò a chiederglielo, cosa che ricordò ad entrambi il Musical e li fece sorridere. 

“Lo so. Ma visto che ci stiamo comunque cacciando nei guai tanto vale farlo per bene, no?” Replicò chiudendo i nastri del corpetto con un bel fiocco e passando alla ragazza la cravatta che lei gli annodò con abilità prima di cercare le scarpe nell'armadio.  

“Dove sono le mie scarpe?” Chiese poi cercandole accanto al letto dove trovò la giacca di Sirius che gli lanciò dopo averlo avvertito con un sonoro: “Giacca.” 

Lui la prese e se la infilò rapido chinandosi poi vicino alla poltrona e ficcando tra le mani della ragazza le scarpe. “Le sue calzature, Milady.” Scherzò.  

In quel momento, tra la confusione di abiti nella stanza, erano talmente in sintonia da sembrare che si vestissero insieme da una vita. Il che era decisamente strano, ma piacevole, almeno per Star. 

“Sono pronta.” Annunciò la giovane.  

Sirius le porse il braccio e insieme uscirono dalla stanza, camminata perfetta, postura perfetta. Arrivarono in salone talmente in ritardo che Walburga li guardò a malapena, si affiancò a Sirius e guardando uno degli ospiti disse. “Posso presentarvi mio figlio, Sirius, e la sua promessa Star Gioia Deran?” L'uomo strinse loro la mano perplesso e mentre la coppia felice sorrideva ampiamente Walburga li guardò meglio. E la sua espressione fu impagabile, era brava a mantenere le apparenze ma in quel momento si capiva perfettamente quanto fosse sconvolta.  

Sirius e Star erano vestiti in abiti eleganti, perfettamente adatti alla serata, se solo non fosse che erano rossi e oro, in ogni singolo dettaglio. 

“Una particolare scelta di colori.” Commentò l'ospite. 

“Oh, si.” Rispose rapido Sirius. “Siamo stati smistati in Grifondoro. Dobbiamo molto alla nostra Casa.”  

L’uomo era sempre più perplesso e Walburga sempre più furente. “Ma pensavo foste Serpeverde, come tutti nella famiglia Black.” Si stupì il funzionario del Ministero. 

Serpeverde? No!” Replicò Sirius sereno. 

“Però abbiamo molti amici Serpeverde.” Aggiunse Star con un meraviglioso sorriso. 

“Oh, si. Molti amici!” Concordò Sirius. “Possiamo offrirle qualcosa da bere?” Chiese poi guidando l'ospite verso un tavolino con Star sempre poggiata al suo braccio. 

I due erano inarrestabili, il loro comportamento era impeccabile, perfetto, esattamente come Walburga e Orion avrebbero desiderato. Ma quei vestiti, quei vestiti! Disonoravano l'intera casata dei Black. Ma ne Walburga ne Orion dissero nulla, certo, il padre di Sirius lanciò loro uno sguardo che fece raggelare il sangue di Star ma finché lei e Sirius erano insieme non sarebbe accaduto nulla. 

A Star fu chiesto di accompagnare alla porta degli ospiti e Sirius spero che tornasse prima che gli ultimi se ne andassero via, ma non fu così. E lui rimase solo con Regulus e o suoi genitori. Walburga lo prese per un braccio trascinandolo al piano di sopra senza dire niente. Lo spinse dentro una stanza a casa e iniziò subito a torturarlo. Ma a lui non importava del dolore, si chiedeva solo cosa stessa accadendo a Star. E poi sentì il suono di un colpo di frusta, nitido nel silenzio della casa. Senza pensarci due secondi alzò la bacchetta e disarmò sua madre. “Come ti permetti!?” Gridò lei ma lui era già fuori dalla porta, diretto verso la sala degli arazzi. Entrò e vide Star, immobile di fronte a suo padre che reggeva la bacchetta dalla quale usciva un filamento rosso lungo e sinuoso che Orion fece scattare. Di nuovo quel rumore. E gli occhi di Star si allargarono in pozze di terrore e Sirius ricordò, ricordò che il suo molliccio era quella donna, con una frusta, che era quello il modo in cui era stata torturata per anni all'orfanotrofio, e anche i suoi amici avevano sofferto per quell'arma, e provò ad immaginare la paura di vederla ora, ma non ci riuscì.  

Orion fece scattare la frusta verso di lei ma Sirius si mise in mezzo e bloccò il colpo con un braccio. 

“No, ti prego!” Supplicò. 

Ma suo padre era furioso. “Spostati.” Gli intimò con voce gelida. “So che le maledizioni non la colpiscono ma questo, questo sembra farle paura quindi spostati. È giunta l'ora che impartisca una lezione anche a lei.”  

“No. Ti prego. Punisci me, è stata un’idea mia.” Continuò Sirius. 

“Lo sappiamo.” Intervenne Walburga entrando nella stanza. “Puniamo lei proprio per questo. Così la prossima volta ci penserai più a lungo prima di architettare un tale affronto.” La donna alzò la bacchetta contro suo figlio. “Levati.” Gli intimò di nuovo, ma lui non si mosse e lei lo colpì. 

Almeno Sirius credeva che lo avrebbe fatto, ma non sentì nulla. Non un solo accenno di dolore. Aprì gli occhi, sua madre era sorpresa quanto lui. Allora si girò di scatto. Star.  

La ragazza sorrideva tranquilla, non c’era nulla che tirasse fuori la Piumadoro in lei come vedere i suoi amici in pericolo. 

“Avevi ragione.” Il suo tono era calmo, con un lieve accenno di sfida, mentre si rivolgeva alla madre del suo amico. “Non dovrei permettere a nessuno al di fuori della sua famiglia di ferirlo.” La ragazza cominciò ad emanare una lieve luce dorata. “IO sono la sua famiglia. IO gli voglio bene davvero, e per questo non voglio ferirlo mai, ne permetterò più che lo facciate voi.”  

Era bellissima, e potente, e poi alle sue spalle apparve BellatrixSirius la vide chiaramente imitare con la bacchetta un colpo di frusta, e Star cadde in ginocchio.  

“Quindi è questo che ti spaventa, eh?” La prese in giro Bellatrix. 

La ragazza non dovette nemmeno alzarsi in piedi, un battito di ciglia e tutti i Black, a parte Sirius, si trovarono sbalzati indietro.  

“No, non più.” Commentò Star sollevandosi da terra.  

Sirius le si avvicinò rapido. “Stai bene?” Le chiese preoccupato. Lei annuì guardandosi intorno. 

“Vai a casa tua.” La pregò Sirius 

“Voglio restare con te.” Affermò lei mentre Orion riprendeva pian piano conoscenza. 

“È la mia famiglia. Me ne occuperò io. Devo farlo da solo.” Insistette lui. 

Star imprecò, e sembrava davvero preoccupata. “Se griderai il mio nome io tornerò subito qui.” Gli promise.  

“Avrai mie notizie prima dell'alba, promesso.” La tranquillizzò Sirius, poi le sorrise e la baciò sulla guancia. “Vai.”  

Star non staccò gli occhi da quelli grigi del ragazzo nemmeno mentre si sentiva trascinare via dalla smaterializzazione. Apparve in casa Potter, proprio di fronte a James che si era alzato per prendere un bicchiere d’acqua. 

“Oh, no!” Disse lui tetro. “Cosa avete combinato?” 

E Star gli raccontò tutto, ogni cosa. Ma era troppo sconvolta per preoccuparsi dei suoi sentimenti, voleva solo che Sirius stesse bene. 

“La mia bambina è tornata!” La signora Potter scese le scale evidentemente svegliata dalla voce di Star, subito dietro di lei suo marito, entrambi felici di rivedere la loro bambina. 

Sirius è nei guai con la sua famiglia.” Li avvertì James. “Se non dovessimo ricevere sue notizie entrò l’alba dovrete aiutarci, per favore, è una cosa seria! Lo torturano! Star lo ha visto.” 

Susan abbracciò James accarezzandogli piano i capelli. “Se non si farà sentire faremo sicuramente un bel discorsetto ai Black.”  

Henry invece guardò Star negli occhi. “Tu stai bene?”  

La ragazza annuì. “Non sono un bersaglio facile da colpire.” Rispose fiera, poi guardò a terra. “Sono molto preoccupata per Sirius, però.” 

“Non vi preoccupate. Aspetteremo insieme.” Henry li condusse in sala da pranzo a passo deciso e aprì la finestra della cucina, in caso dovesse arrivare un gufo, infine si sedette di fronte all'orologio e James accanto a lui. Susan sospirò preoccupata. “Faccio un the.” Annunciò. Star scattò subito ad aiutarla, qualcun cosa che le tenesse impegnato il cervello andava bene. 

E così attesero, tutti insieme. Sedevano sul tavolo della cucina, con le tazze di the ancora traboccanti, guardando l'orologio che calmo ticchettavaEra già il 30 dicembre, ma il sole invernale tardava ad alzarsi, e questo rendeva tutti sia più ansiosi che più speranzosi; più tardi sorgeva più tempo aveva Sirius per farsi sentire, ma era anche vero che più tempo passava più lui restava in quella casa terribile.  

Henry accese anche il camino per precauzione, la Metropolvere così funzionava meglio. E a Star non importava cosa Sirius aveva deciso, se aveva risolto con la sua famiglia o no, voleva solo che stesse bene. Era tutto ciò che le importava. 

 

 

***** 

 

 

 

Dal momento che sono babbea ho buttato via quasi tutta la giornata di ieri di studio, ma almeno questo mi ha portato a finire il capitolo con largo anticipo. È uno dei capitoli che mi ha preso di più, mi sono divertita molto a scriverlo ma più avanti lo rivedrò per correggere o mille errori che avrò fatto scrivendo dal telefono. Pensate che il mio correttore mi ha cambiato Cissy in Cossu almeno due volte! Spero che sia comunque leggibile. 

Vi ricordo che nella mia pagina Instagram nelle storie in evidenza ho messo tutte le canzoni usate nei primi 4 anni, presto inizierò a mettere anche quelle del 5° .  

E ora, ciao ciao.  

  
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