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Autore: padme83    11/02/2020    9 recensioni
Da mi basia mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum,
deinde usque altera mille, deinde centum.

*
[Raccolta di flash e one-shot, omogenea ma non troppo - benché i baci, in qualche modo, c'entrino sempre. Arco temporale variabile, con una predilezione per il periodo a Godric's Hollow; alcuni capitoli partecipano a challenge o a eventi/attività di gruppi fb; POV alternati, si comincia con Gellert]
*
"La pioggia cade, cade, sottile, non si ferma e vi sommerge, vi travolge, vi protegge, testimone fidata e discreta del vostro amore. Sussurra favole di innamorati, prima di voi, fra le stesse lenzuola umide e vestiti sfatti dimenticati in un angolo. Racconta di notti insonni, di gemiti soffocati con furia tra i denti, di amanti felici e pazzi come voi, legati come voi, disperati come voi.
Ma nessuno è come voi."
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: Lemon, Missing Moments, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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- Questa storia fa parte della serie 'We were closer than brothers'
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Finalmente mi hai baciato.
Vado a dormire con il cielo in bocca.
(Franco Arminio – L’infinito senza farci caso)[1]
 
 
 
 
 
 
 
 
 
~ Where do we go from here? ~
 
 
 
 
 
 
 
There's no place to call our own,
like a drifting haze we roam.
 
 
 
 

 
Ci sono momenti in cui ti sembra di impazzire se lui non è accanto a te, attimi dannati in cui ti si mozza il fiato in gola al pensiero di dover aspettare ore – o forse anni? Secoli? Millenni? – prima di poterlo stringere di nuovo fra le braccia.
Durante il giorno siete costretti a mantenere le distanze, anche se è difficile – impossibile, quasi – tentare di nascondere, mascherare, imbrigliare la smania incontrollata che vi tortura le dita, il tremito feroce che vi scuote le labbra, ancora umide di baci, i brividi al ventre quando i vostri occhi si incontrano, dopo essersi cercati, rincorsi e negati a lungo, senza tregua, senza vergogna.
Senza speranza.
«Sono solo bambini, cosa vuoi che capiscano?»
È lui a ripeterlo, sempre, rompendo la quiete dei vostri incontri, intervalli fugaci che, infine, riesci a strappare ad una quotidianità ristretta, oppressiva, mortificante, decisamente complicata da gestire – e troppo, troppo dolorosa da sopportare.
«Non è questo il punto. E anche se fosse, mi sono stati affidati. Non posso lasciarli soli.»
Lo stai già facendo.
Quello sguardo…
Gellert non giudica, mai.
Gellert non mostra pietà.
Non rispondi – non serve, non c’è niente da aggiungere –, lo attiri a te e ti concentri su altro, sui piccoli – preziosi, immensi – particolari che la tua mente affilata raccoglie, analizza e poi sigilla, laggiù, dentro i risvolti più profondi, oscuri e segreti della tua anima. Il riverbero del cielo stellato che si specchia nelle sue iridi liquide, ardenti di desiderio; il sussurro placido del vento fra gli alberi; il calore del suo corpo, premuto addosso al tuo; il bubbolare sommesso e lontano di un gufo; lo sfavillio di un bottone in madreperla, la sensazione della seta sotto i polpastrelli sudati, mentre, con lentezza estenuante, vi liberate entrambi dall’impaccio delle camicie; il profumo d’erba fresca e di terra, che si mischia al vostro, e un poco stordisce; il mormorio basso della sua voce – ti prego, mio blu, ti prego 
, una cantilena struggente e dolcissima in grado di annodare lo stomaco, artigliare il petto e arrivare dritta al cuore; le sue mani che affondano tra i tuoi capelli, si aggrappano alle spalle tese, scivolano piano lungo le scapole e alla fine raggiungono i fianchi, che sfiorano e accarezzano e imprigionano in una morsa rovente, inesorabile.
Uno spasmo di piacere, un sospiro ricolmo d’estasi.
Un bisogno così forte e disperato da lasciarvi i lividi.
Il Tempo si espande e si contrae
 per voi, soltanto per voi, esclusivamente per voi –, ogni istante racchiude in sé una luce intensa e vibrante – crudele e accecante –, uno scampolo d’infinito, una luminosa scintilla d’eternità.
La sua pelle e la sua bocca contro la tua.
Finalmente.
 
 
 
 
 
 
 
 
Where do we go from here?
Where do we go from here?
How do you fly with no wings?
How do you breathe without dreams?
Where do we go from here?
 
 
 
 
 
 
 
{Words Count: 442}
 
 
 

 
[1] Sempre grazie alla pagina fb Bohemian_Rapsody per queste magnifiche perle.


 
 
 
 
Questo capitolo partecipa alla Flash Challenge: Bacio indetta dal gruppo Facebook Il Giardino di Efp.
Prompt 42: baciarsi di nascosto.


 
 
 
 
Nota:
 
Ed eccomi qui, di nuovo a tediarvi. Contenti, eh?  ^^
 
Però questa volta non è del tutto colpa mia: la challenge del gruppo FB Il Giardino di EFP era troppo ghiotta per non darci almeno un’occhiata come se comunque non avessi già fatto baciare questi due tordi in ogni modo possibile nell’ultimo anno e mezzo
 
Ehm. Dicevo.
 
I prompt sono parecchi e tutti quanti interessanti, ma il periodo è davvero, davvero difficile, per cui la speranza in realtà è di riuscire a tirare fuori altre due flash, ma sinceramente non garantisco. Come al solito, vediamo come va.
 
Intanto ho incorporato nella raccolta anche la flash “3 gradi”, non è nata da un prompt ma l’argomento in definitiva è sempre lo stesso. Cosa c’entro io se i due tordi di cui sopra non sono capaci di non mettersi le mani – e pure tutto il resto – addosso? XD
 
Il titolo è ovviamente il famosissimo verso del Carme V di Catullo.
 
SoundtrackWhere do we go from here, Ruelle.
 
Grazie come sempre a chi leggerà – anche silenziosamente –, e a chi commenterà o inserirà questa nuova raccolta in una delle liste messe a disposizione da EFP.
 
A presto!
 
Baci e abbracci :*
 
 
padme




N.B per i naviganti che si dovessero trovare da queste parti per la prima volta:
 se siete interessati, cliccate sul link alla serie, ho inserito una piccola introduzione che dovrebbe aiutarvi a raccapezzarvi meglio in questo guazzabuglio di storie ^^
   
 
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