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Autore: shana8998    12/02/2020    2 recensioni
Hannah è una studentessa modello. Una di quelle ragazze super intelligenti che non gode di alcuna popolarità nella sua scuola.
E' terribilmente infatuata di Justin Kohl uno dei ragazzi più ambiti della scuola che però la ignora totalmente.
Ma Justin non è l'unico ad essere popolare ed ambito alla Briar. Garret Graham un altro sportivo della Briar , è quel tipo di ragazzo senza nessun ritegno morale , uno sciupa donne viziato ed arrogante capitano della squadra di Hockey.
Dopo l'ultimo esame andato pessimamente per lui, Garret si troverà costretto a chiedere aiuto alla "secchiona" non che sconosciuta Hannah. Così stabiliscono una sorta di patto. Lei sarà la sua tutor per tutto l'anno mentre lui fingerà di essere il suo ragazzo , così da attirare l'attenzione di Justin. Ma qualcosa va storto e quella finzione fra i due non sembra più così falsa.
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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                                                                       Hannah
La casa del padre di Garret non è l'appartamento che mi aspettavo. Un po' fuori Boston , precisamente a Beacon Hill nella zona più lussuosa della città, si erge il grande edificio bianco attorniato da un prato ben curato, targato Graham. L'ingresso preceduto da una lunga lingua di mattoncini pesca , raggiunge la base della villa. Due ampie finestre , e per ampie intendo enormi , coprono quasi per intero la facciata. Al centro la porta blindata in legno bianco. Ci sono faretti che dall'ingresso arrivano fino a noi , ma sono spenti.
Ed un terrazzino quadrato sopra la tettoia dell'ingresso. A dire il vero , tutta la villa ha una forma quadrangolare.
Guardo Garret prima di muovermi all'interno del vialetto.
Per due ore di tragitto non ha emesso un fiato , guidando ad occhi serrati sulla strada.
Credo che siano passate più o meno due settimane dall'invito di suo padre ed è spaventoso il modo in cui lui è cambiato di colpo la mattina stessa della partenza.
Sotto il completo elegante , il suo corpo è stato continuamente scosso da evidenti ondate di tensione , e questo non ha fatto altro che rendermi più nervosa.
E si , ho detto proprio "completo elegante". Sembra che sia stato proprio suo padre a chiedergli di indossare un completo. Be' non posso negare che quell'abito gli sta da sogno sul suo corpo muscoloso.
Fra l'altro Garret non è l'unico che si ritrovato a doversi barcamenare fra camice costose e cravatte perché Phil Graham ha deciso che anche io dovessi presentarmi vestita bene quanto lui. Altro che festa del Ringraziamento dalla zia Sally , con maglione e calzettoni sui leggins.
Questo ringraziamento sarà in calze nere ,abitino grigio e tacchi.
-Sei pronta?-. 
Garret si ferma sulla soglia ma non bussa.
-Solo se lo sei tu.-.
Ci guardiamo e le sue iridi grigie mi scuotono.
-Non sarò mai pronto.-. Sorride rassegnato poi, guarda la lastra bianca .
Nel momento in cui gli intreccio le dita con le sue , suona con la mano libera al campanello.
Non è il padre ad accoglierci , ma una bionda carina con un abito di seta rosso che le svolazza sui fianchi.
Indossa anche un soprabito corto sulla vita , in pizzo spesso dello stesso colore del vestito, che trovo bizzarro poiché ci saranno almeno un milione di gradi dentro casa. Sul serio , qui dentro fa un caldo atroce , perciò appena la donna ci fa strada verso il salone , non perdo tempo e mi tolgo il cappotto di lana cotta , prima di evaporare.
Sembra avere trentacinque forse quaranta'nni , ma è difficile da dire, poiché ha quelli che io chiamo "occhi vecchi". Quegli occhi profondi e tristi tipici di chi ha una vita infelice.
Non so dire perché ho questa impressione ma è lampante e più la guardo più me ne convinco.
Niente nel suo aspetto , nel sorriso perfetto o nel come si muove farebbe pensare ad una donna dalla vita difficile , eppure il mio essere vittima di più traumi , mi spinge a captarle certe cose.
Garret stira la mano verso lei:- E' un piacere....?-. Lascia la frase in sospeso e a lei tremano le palpebre sugli occhi, quando realizza che il padre di Graham non ha detto a suo figlio come si chiama.
Il suo sorriso si fa esitante , poi torna fermo. -Rosalie.-.
Gli stringe vigorosamente la mano e poi sposta gli occhi a me - Tu devi essere la ragazza di Garret.-. 
Si sono proprio io. La ragazza di Garret da circa poche settimane, ma devo ricordarmi che sto con lui dal giorno della denuncia...
-Si, piacere Hannah.-.
Mi sorride calorosamente.
-Tuo padre è in soggiorno.-. Indica poi a Garret. -Non vedeva l'ora di vederti.-.
Vedo lo sguardo di Garret indurirsi. Ok , è normale che non avendo un buon rapporto possa non essere entusiasta di stare qui , ma quello sguardo , quel modo di essere rigido , è un po' troppo anche per un padre assente.
Ne' a Rosalie ne' a me sfugge lo sbuffo sardonico dalle narici di Graham. Gli stringo la mano di nuovo , ma questa volta per suggerirgli silenziosamente di non essere sgarbato .
Attraversiamo un corridoio largo ed altre due stanze prima di raggiungere quella incriminata.
Quando entriamo , il padre di Garret è seduto su una poltrona e sorseggia Whisky davanti alla fiamma del camino.
Garret bussa allo stipite della porta e l'uomo senza girarsi , si solleva abbandonando ciò che stava trangugiando sul bordo del camino.
-Phil, lei è Hannah.-. Dice Rosalie euforica.
-E' un piacere conoscerla signor Graham.-. Dico educatamente.
Lui fa un cenno con la testa.
Proprio così UN CENNO.
Dopo di che , non so cosa dire ed il palmo della mano inizia a sudarmi stretto in quella di Garret.
-Sedetevi.-. Dice spostandosi dalla poltrona di qualche passo , verso i due divani al centro della sala.
Garret rimane in piedi. Non dice una parola a suo padre. O a me . O a Rosalie.
Oh cazzo . Se ha intenzione di continuare con questo silenzio per tutta la serata , prevedo un giorno del Ringraziamento lungo ed imbarazzante.
Tra tutti quanti cala un silenzio raggelante.
Mi sfrego le mani sulle ginocchia e provo a sorridere , ma ho l'impressione che venga fuori una smorfia .
-Quindi...-. Prima che possa proferire qualcosa, qualsiasi cosa Rosalie interviene, come se avesse paura che stessi per sparare una puttanata.
-Allora Hannah, in cosa ti stai laureando?-.
-Musica. Sezione canto.-.
-Oh-. Dice lei.
Silenzio. 
Garret si appoggia alla libreria di quercia con la spalla e noto che ha un'espressione del tutto assente.
Oh Dio. Non credo di poter resistere ancora per molto a tutto questo.
-C'è qualcosa che ha un profumo magnifico.-. Esordisco.
-Giusto. Il tacchino. Dovrei andare a controllarlo.-.
Ridiamo imbarazzate.
-Lascia che ti aiuti.-. Mi tremano le gambe quando mi sollevo dal divano. Per poco non mi cedono i piedi , cosa che succede quando porti un tacco dodici e stai tirata come una corda di violino per l'ansia della situazione. "Oh no, no no" . Barcollo per un istante , e mi si ferma il cuore terrorizzata dall'idea di cadere.
Eh si, sono una pessima fidanzata . Le situazioni sgradevoli mi rendono nervosa ed irritabile e per quanto voglia restare accanto a Garret e aiutarlo a resistere durante questa serata infernale, non riesco a sopportare il pensiero di restare intrappolata in una sala insieme a due maschi la cui ostilità avvelena l'aria. Quindi perdonami Garret , ma il tacchino mi attende.
Lanciando uno sguardo di scuse a Graham , seguo Rosalie , che mi conduce in una grande cucina moderna con elettrodomestici in acciaio inossidabile e banconi in marmo nero. Qui il profumo intenso è più forte.
-Hai cucinato tutto tu?-.
Lei si volta con un sorriso timido .
-Si adoro cucinare, ma è raro che Phil mi dia la possibilità di farlo. Lui preferisce mangiare fuori.-.
Rosalie si infila un paio di guanti di felpa prima di aprire lo sportello del forno.
-Allora da quanto vi frequentate tu e Garret?-. Domanda per fare conversazione mentre appoggia la teglia sul bancone.
-Più o meno da settembre.-. La guardo mentre solleva il coperchio in vetro dalla teglia.-E tu e il signor Graham?-.
-E' un anno. -. Mi da le spalle quindi non posso vederle il viso mentre lo dice. -Ci siamo conosciuti ad una manifestazione di beneficenza-.
-Oh. Sei un 'organizzatrice di eventi?-.
Lei infila un termometro nel petto del tacchino. -E' pronto.- mormora - e per rispondere alla tua domanda , ero un'organizzatrice di eventi, ma ho dovuto lasciare il mio lavoro. Phil dice che gli manco troppo quando sono a lavoro.-.
Cosa?
Non riesco ad immaginare di poter lasciar perdere il mio lavoro o qualsiasi cosa mi renda felice per qualcuno.Per me questo è un segnale di pericolo non una dimostrazione d'affetto.
-Oh. Che..bello.-. 
Scende un attimo di silenzio mentre lei sposta le altre teglie sul bancone.
-Vuoi che ti aiuti a riscaldare tutto? Oppure mangiamo subito?-.
-Phil vuole mangiare nel momento in cui è pronto.-. Fa una risata forzata. -Quando stabilisce un programma, si aspetta che tutti lo seguano.-.
Controlla tutte le pentole e quando si accorge che ha dimenticato di preparare la purea di patate sembra andare nel pallone.
-Puoi scaldarmi questa ciotolina di latte nel micro?-. Mi passa la ceramica con un gesto svelto.
-Ecco...Certo.-.
Incomincia a mescolare qualcosa all'interno di una ciotola più grande. -Di solito lo faccio da zero , ma non abbiamo tempo.-
Spengo il micro-onde e munita di guanti le porgo la ciotolina. -Versala tu , mentre continuo ad amalgamare.-. 
Faccio ciò che dice.
La parete sopra il forno è piena di ganci per pentole e casseruole , e quando dal bancone si sposta e si sporge per afferrarne una , due lividi fanno capolino dal pizzo , sui suoi polsi.
Sembra proprio come se qualcuno l'avesse afferrata da li.
Abbassa le braccia ed il pizzo le riscende sulla pelle velocemente tanto da confondermi gli occhi, facendomi credere di essermi sbagliata.
-Vivi qui dal signor Graham da molto?-.
Infila il preparato nel micro. -Ho traslocato qui da Phil , circa due settimane dopo averlo conosciuto.-.
E' chiaro che mi immagino le cose , poichè non è possibile che il tono che sento nella sua voce sia amarezza, giusto?
-Ah. Sembra un po' impulsivo. Vi conoscevate a malapena , no?-.
-No. Non ci conoscevamo affatto.-.
D'accordo non  me lo sto immaginando. 
E' proprio amarezza.
Rosalie mi guarda ma sembra che non mi veda affatto. Ha negli occhi un inconfondibile barlume di tristezza.
-Non so se te l'ha mai detto nessuno, ma la spontaneità tende a ritorcersi contro.-.
Non ho la più pallida idea di cosa rispondere.
 
                                                                                 Garret
Lui la picchia.
Il figlio di puttana la picchia.
Mi è bastato solo un pranzo in compagnia di Rosalie per arrivare a questa conclusione. Per individuare i segni rivelatori. L'ho notato nel modo in cui sussulta ogni volta che lui la tocca. Un sussulto impercettibile , e probabilmente invisibile per chiunque altro, ma è lo stesso modo in cui reagiva mia madre ogni volta che lui le si avvicinava.
Era come se si aspettasse un altro pugno , o uno schiaffo o un altro maledetto calcio.
Ma questo non è l'unico segnale di allarme , Hannah mi ha raccontato, un momento in cui eravamo a sciacquarci le mani in bagno , di aver visto due lividi sui polsi, al che mi sono concentrato sulle sue braccia e ...bingo!
Quel pizzo così spesso non è stato indossato a caso. Copre perfettamente il viola bluastro dei lividi che le macchiano la pelle li sotto.
E poi c'è quella maledetta scintilla di terrore che le guizza negli occhi ogni volta che mio padre si muoveva sulla sedia.
La tristezza con cui abbassa lo sguardo ogni volta che mio padre durante il pranzo le dice quanto è salata la purea di patate o poco saporito il tacchino.
Siamo alla fine del giorno del Ringraziamento. Rosalie ed Hannah stanno sparecchiando e mio padre è li che sorseggia del Brandy questa volta. Ha finto un gesto di gentilezza versandomene un po' e lo mando giù mantenendo lo sguardo nel bicchiere.
Prima ha provato a parlarmi di Hockey , quando Hannah e Rosalie sono sparite in cucina con la prima manciata di piatti ed io ho provato a rispondergli . Sono certo di aver persino formulato frasi di senso con soggetti e predicati e tutte quelle stronzate. Ma dall'istante in cui io ed Hannah siamo entrati in questa casa dimenticata da Dio , ho avuto la testa da un'altra parte.
Ogni angolo di questa maledetta villa , ha un ricordo diverso ma atroce . Tutti però sono atroci allo stesso modo.
Ovunque guardo c'è lui che mi picchia che picchia mia madre.
-Quindi si. - Sta dicendo Hannah mentre le due stanno tornando indietro. -Ora devo cantare da solista , dato che il mio ex si è appropriato della mia compagnia di canto.-.
Rosalie schiocca la lingua in segno di comprensione- Questo tuo ex , deve essere un vero stronzo. Insomma ti ha lasciata ed ora dopo un anno ti viene a calpestare anche i piedi.-.
-Rosalie.-. Dice mio padre con voce tagliente. -Linguaggio.-.
Eccolo di nuovo: quel sussulto.
A seguire dovrebbe arrivare un "mi dispiace" , ma stranamente lei non chiede scusa.
-Non sei d'accordo Phil? Insomma pensa se stessi ancora giocando nella tua squadra e se il tuo portiere si facesse auto-rete apposta per farti perdere.-.
Mio padre contrae la mascella. -Le due situazioni non sono comparabili.-.
Lei fa subito marcia indietro -no, immagino di no.-
Mando giù di colpo l'ultimo sorso che ho nel bicchiere. Voglio andare via da questo posto , prima di fare qualcosa per cui mi pentirò a vita.
Phil sposta lo sguardo su Hannah. 
-Da quanto è che frequenti mio figlio?-.
-Poco più di due mesi.-.
Lui annuisce con un fare compiaciuto. Quando parla di nuovo capisco il motivo esatto.
-Allora non è una cosa seria.-
Hannah aggrotta le sopracciglia.
E anche io poiché so cosa sta pensando. NO. So cosa sta sperando.
Che questa cosa con Hannah finisca in fretta , perché sono convinto che la reputi un problema per me. Una distrazione.
Si sbaglia. Io non lascerò mai Hannah. Perché anche se in verità sono solo poche settimane che siamo una coppia , questa storia va avanti da un bel po'. C'è stato ogni giorno un passetto, ogni giorno un dettaglio in più, ogni santo giorno che ho passato a conoscerla è nato qualcosa. Perciò non è una storiella. Per me Hannah è la mia storia.
-Dove ti vedi dopo la laurea?-. Domanda quando vede che Hannah ha deciso di non ribattere. -A Brodway ad incidere un disco?-.
-Non ho ancora deciso.-.
Lui manda giù il suo ultimo sorso di Brandy e se ne versa un altro mezzo dito.
Hannah ha lo sguardo infuocato e non lo scolla da lui. E' nervosa. E quando Hannah sta così sembra non aver paura di nulla.
-Be' il mondo della musica è un mondo difficile. Per fare ciò a cui ambisci tu , ci vogliono molta pratica e dedizione.-.
Hannah beve un sorso della sua acqua.
-Ne sono ben consapevole-.
Lui sogghigna girandosi il bicchiere nelle dita.
-Lo stesso vale per gli sport professionistici.-. Dice con un tono pieno di sottointesi. -Richiedono altrettanta costanza, concentrazione. Una sola distrazione può costare cara.-. Punta la testa verso me. -Non è vero figliolo?-.
Allungo una mano su quella di Hannah coprendole le nocche.
-Alcune distrazioni ne valgono la pena.-.
Lui sbuffa dalle narici.
-A quanto pare abbiamo tutti finito di mangiare.-. Esordisce Rosalie , spazzando via quel momento. 
Hannah ed io ci alziamo all'unisono.
-Si, stavamo giusto andando.-.
Vedo lo sguardo di Rosalie rabbuiarsi.
-Ciao.-. Dico a mio padre. Lui non risponde.
-A rivederci signor Graham.-. Sussurra Hannah.
Rosalie ci segue in silenzio fino alla sala dove avevamo poggiato i nostri cappotti.
-Quindi andate già via?-. Quando la sento parlare ,  mi volto.
-Rosalie. Io lo so quello che succede.-. I suoi occhi si fanno larghi.
-Per qualsiasi cosa, il mio numero di cellulare è nel comodino di casa mia.-.
Finge di non capire per un attimo , poi mi si allaccia alle spalle.
-Grazie.-.
Torniamo al dormitorio.
Hannah passa l'ultima ora prima delle 20 di sera in camera mia. E' silenziosa , taciturna. Non fa altro che massacrarsi le pellicine sui polpastrelli come se stesse pensando intensamente a qualcosa. Siamo sul letto , ed io mi limito a guardarla. Cazzo , nemmeno io so che dirle . Vorrei chiederle scusa e ringraziarla a vita per l'enorme gesto che ha fatto venendo li con me solo che non trovo le parole.
Ma è lei che all'improvviso interrompe i suoi pensieri, ed i miei.
-Lui è un violento non è vero?-.
Respiro forte.
-Si.-.
I suoi occhi mi sbattono contro e mi distrugge vederla preoccupata per me.
-Dio...Garret.-. Mi stringe ma al tatto mi sento a disagio.
-Va tutto bene.-.
-Quando è iniziato? Perché?-.
Mi scanso.
-Io...- Non so se parlargliene. Per me è così nuovo tutto questo. Da quando si parla di me, dei miei problemi? -Non credo che parlarne ...-.
-Ti vedo esplodere-.
Serro la mascella. Ha ragione.
-Si.-. Alzo la voce ed il materasso rimbalza per lo scatto che faccio. -Vorrei ucciderlo. Per quello che ha fatto a me , a mia madre ed ora a Rosalie. Dio non vedo l'ora di sbloccare i miei soldi ed essere indipendente-.
Non riesco a guardarla in faccia. Non le voglio mettere altri carichi addosso, perché so che lei si ammala per le persone.
-Un giorno riuscirai a liberarti di lui.-.
Un sorriso sospirato mi sfugge dalle labbra. Appoggio la testa allo schienale del letto e mi convinco a guardarla. 
-Starai li con me quando succederà?-.
Mi stringe il dorso della mano.
-Certo. Ho proprio voglia di vedere quello stronzo affondare.-.
Sorridiamo e poi scoppiamo a ridere insieme.
La prendo avvicinandola a me e la bacio, ma proprio quando la voglia incomincia a scalpitarci dentro il suo cellulare vibra.
Si solleva e sblocca il display.
Sorride ed una vampata di gelosia mi blocca lo stomaco.
-Chi è?-.
Scuote la testa.
-Una ragazza che ho conosciuto allo stadio, ricordi c'era una ragazza vicino a me .-.
Non ho la più pallida idea di chi stia menzionando, ma faccio finta di sapere chi è , e sono costretto a crederle.
-Che dice?-.
Hannah mi riguarda con le labbra spalancate in un sorriso divertito. -La smetti di fare il geloso?-. 
Perché?Si nota?
Mi da una spinta leggera sulla spalla.
- Dice che la prossima partita della Harvard si giocherà in città contro la sesta in classifica. Mi ha chiesto di vederci dopo.-. Fa una pausa.
-Sai , siccome mi è simpatica ho pensato di portarla qui. E'...Una vostra tifosa.-.
Faccio spallucce.
-Va bene.-.
-Apposto, allora domani la porto qui, voi ci siete?-.
-Si siamo tutti a riposo.-.
-Perfetto.-. Sorride.
-Però-. Ruoto addosso a lei - questo , ora la togliamo.-. Le sfilo il cellulare dalle dita e mentre torno a baciarla.
-Garret! Fammi rispondere!-. Gracchia ridendo.
Schiozzo la lingua sul palato e per qualche motivo quando la guardo lei dimentica il cellulare e mi bacia con ferocia.
Io la amo. 
Io amo Hannah Welss.
   
 
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