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Autore: Kuro Iri    12/02/2020    0 recensioni
Cosa succede se uno spirito maligno continua a mietere vittime, senza che nessuno riesca a fermarlo? Cosa succede se a uno spirito guardiano viene distrutto il tempio? Cosa succede se a farne le spese sono dei ragazzi senza colpe? O forse, tutti hanno le proprie
Genere: Fantasy, Song-fic, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Nyx!! Ti prego, rispondi!”
Gli occhi della ragazza erano vitrei, il volto pallido e le labbra macchiate di sangue, che sembrava nero su quella pelle così pallida.
“Mettila sul carro”
“Ha bisogno di un dottore!”
“Lo so. Il migliore si trova al villaggio”
Partirono immediatamente. Non fecero quasi nessuna pausa, e, dopo quattro giorni, rientrarono nelle mura del villaggio. Mentre Orion correva alla ricerca del dottore, Shyia portò la nipote in camera. Dopo un’attesa che gli parve infinita, sentì il rumore di una porta che sbatteva, due voci concitate e il suono ritmico di una stampella sul pavimento di legno.
“Da questa parte! Siamo qui!”
L’uomo che Orion aveva portato aveva il volto paonazzo, una borsa stretta al petto e lo sguardo preoccupato.
“Mostratemela”
Si fecero da parte. Il dottore aggrottò le sopracciglia, poi iniziò ad esaminare il corpo della ragazza. Quando le mise una mano sulla fronte, gli sfuggì un gemito di sorpresa.
“Che c’è? Che succede?”
“Com’è possibile?! Non ho mai sentito nessuno bruciare così tanto!”
Si tolse la giacca per lavorare meglio.
“Svelti portatemi dell’acqua fresca e dei panni. Veloci, non perdete tempo!”
Mentre i due si affrettavano a obbedirgli, cercò di togliere i vestiti alla ragazza, per verificare che non avesse ferite. Shyia e Orion lo trovarono bloccato a bocca aperta, a guardare il busto di Nyx.
“Cos’ha? Guarirà, vero?”
“Cos’è… questa…”
Si avvicinarono. Sul petto, in mezzo ai seni, sui fianchi e sul ventre erano presenti tanti corti tagli, alcuni più profondi di altri, ma nemmeno lontanamente spaventosi quanto quello che le attraversava il ventre dal seno sinistro all’ombelico. Era infiammato e continuava a trasudare sangue e pus. L’elfo e il ragazzo sbiancarono, poi Orion uscì in fretta dalla porta, facendo cadere una sedia. Lo sentirono vomitare.
“Riuscirà a salvarla?”
“Con l’aiuto degli Spiriti. Pregate. Io verrò ogni giorno, ma se ci dovessero essere cambiamenti, avvisatemi all’istante. Per il momento, posso solo pulirle le ferite e spalmare l’unguento. Tornerò domani, a quest’ora”
Mentre usciva, lo sguardo gli cadde sulla gamba amputata del ragazzo.
“Vieni con me, c’è una persona che devo presentarti”
Ancora pallido in volto, Orion lo seguì. Il dottore lo condusse al negozio di un artigiano. Li ascoltò parlare senza capire, finché non si rivolsero a lui.
“Da quanto tempo ti manca la gamba?”
“Circa dieci anni, perché?”
“Seguimi”
Lo condusse nel retro bottega, dove gli prese alcune misure e gli fece un paio di domande. Lo congedò con queste parole.
“La protesi sarà pronta fra una settimana”
Con il cuore colmo in egual misura di gioia, terrore, speranza e disperazione, tornò alla casa nella quale lo stava aspettando Shyia. Appena entrato nel giardino, però, vide una scopa volare verso la sua testa. Si scansò appena in tempo.
“Come osi entrare nel mio giardino, lurido mendicante! Fuori!”
“No, Shu, fermati! Ho portato io il ragazzo”
La donna guardò sbalordita il marito.
“Mi ha aiutato a prendermi cura di Nyx”
“Lo sapevo, quella ragazza è una piaga!”
“Ti sbagli! È stata ferita, io… io credo che sia stato lo spirito colpevole delle altre morti”
“Uno spirito?!”
“Altrimenti non si spiegherebbe mai come sia potuto succedere: era davanti a me, in perfetta salute, improvvisamente ha sputato sangue e si è ritrovata col corpo pieno di ferite”
Si girò verso Orion.
“Mi spiace chiederti un’altra volta di uscire, ma dovresti consegnare questa lettera al palazzo delle Guardie. È per mio figlio, per dirgli di tornare subito a casa. È molto legato a Nyx”
Annuì. Poi partì alla massima velocità che poteva raggiungere, cinque minuti dopo, col fiato corto, arrivò davanti al palazzo. La Guardia che prese la lettera gli scoccò uno sguardo disgustato, poi andò a cercare Lux.
 
ODIO. COME OSA. FECCIA.
 
Lux correva al fianco di Orion, diviso tra il terrore per la cugina e lo stupore verso il ragazzo mingherlino al suo fianco, che riusciva a stare al suo passo nonostante gli mancasse una gamba. Arrivati a casa, Orion crollò esausto in giardino, senza fiato, le labbra secche e bisognose d’acqua, mentre Lux si precipitò al fianco di Nyx. Appoggiato alla staccionata, il ragazzo tentava di riprendersi.
“Tieni”
Shyia gli stava porgendo un bicchiere e una brocca pieni d’acqua fresca e cristallina. Come se non bevesse da giorni, afferrò il bicchiere e, dopo averlo vuotato, finì anche l’acqua nella brocca.
“Meglio, ora?”
“Si… grazie… se non vi servo più, vado a cercare un postò dove montare il mio rifugio-“
“Cosa stai dicendo? Ora starai qui con noi”
Il cuore del ragazzo perse un battito.
“Tranquillo, troverai il modo di ripagare”
Deglutì. Poi parlò con voce flebile.
“Prima che mi amputassero al gamba…la mia famiglia ne serviva altre. Se non vi spiace, vorrei che mi consideraste vostro servitore”
Shyia annuì e sorrise.
“Se è ciò che vuoi, va bene”
 
Vide Orion tenderle una mano per aiutarle a salire sul carro. Improvvisamente, sentì una strana sensazione al ventre, poi tutto si fece buio. Sentiva le loro voci, preoccupate, ma non le capiva.
“Sto bene, tranquilli. È solo un giramento di testa. Un attimo e tornerò a vederci”
Le parole non uscirono dalla sua bocca. Si chiese il perché. In quel momento, arrivò il dolore. Prigioniera di quell’oscurità che la separava dallo zio e dall’amico, Nyx urlò. Urlò fino a perdere la voce, ma nessuno venne in suo aiuto, né il dolore si placò. Si arrese, raggomitolandosi su sé stessa, cercando di non pensare a niente, nemmeno al dolore. Dopo un’infinità di tempo, il dolore, così lancinante e bruciante si affievolì, lasciandole solo una sensazione di perdita. Provò a muoversi, ma ogni più piccolo movimento lo acuiva nuovamente. Passarono altri secondi, altri minuti, altre ore, altri giorni. Il dolore era quasi sparito. Provò a muoversi un’alra volta. Ci riuscì. Esausta, si trascinò nel buio, cercando di sfuggire a quell’infinito nulla, alla ricerca di qualsiasi cosa. Niente. Era sola. Chiamò, ma nessuno rispose. Pianse, ma fu tutto inutile. Ogni tanto, le sembrava di sentire la voce di qualcuno fuori dal buio, ma era distorta, e non capiva le parole. Era sempre più stanca. Iniziò ad arrancare. Sempre più lentamente. Finché non cadde. Non tentò nemmeno di rialzarsi. Tanto, era inutile. Nessuno sarebbe venuto. Una lacrima solitaria le scese lungo la guancia. Una mano delicata l’asciugò. Nyx spalancò gli occhi di colpo e sollevò la testa. C’era qualcuno, inginocchiato davanti a lei.
“Chi… chi sei?”
La sua voce era rauca: era da troppo tempo che non parlava, e l’ultima cosa che la sua voce aveva fatto era stato rompersi nelle urla d’aiuto. Il volto davanti a lei sorrise.
“Ciao, Nyx”
 
   
 
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