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Autore: Dan13la1995    14/02/2020    1 recensioni
Liam torna nella sua città natale dopo anni, quando sua madre decide di risposarsi. Il suo più grande shock è scoprire che il figlio del suo nuovo patrigno è lo stesso ragazzo che all'epoca della scuola elementare era solito bullizzarlo, rendendo la sua vita letteralmente un inferno...
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"Qualcuno potrebbe dire che non dovrebbe voler amare la persona che lo ha distrutto. Però lui vuole amare la persona che lo ha rimesso insieme. Lo vuole, davvero, ma non può."
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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3. Se me lo permetterai...


Quando Liam sparì, sbattendosi alle spalle la porta, Theo restò a guardare la porta chiusa per una manciata di secondi, prima di trovare la forza di seguirlo, almeno fino al pianerottolo. Da lì guardò impotente mentre Liam sfrecciava davanti a sua madre, appena apparsa dalla porta della cucina, uno straccio ancora in mano, e l'espressione confusa. Liam si sbattè anche la porta di casa alle spalle, un rumore sordo che risuonò nelle orecchie di Theo come un colpo di cannone.

Jenna guardò sconvolta la porta, per poi alzare lentamente lo sguardo su Theo. "Che è successo?" chiese debolmente, agitata. Theo deglutì un paio di volte, un groppo in gola che sembrava non voler sparire. Restò a guardare ancora la porta chiusa, un fischio nelle orecchie che sembrava coprire tutto il resto. Ci mise un po' a realizzare che Jenna aveva effettivamente chiesto qualcosa, e che forse si meritava una spiegazione. Una spiegazione che lui non sapeva dare.

Pensi che sia qualcosa che puoi aggiustare? No, niente di quello che avrebbe fatto, avrebbe mai cancellato dalla sua memoria l'espressione di dolore sul viso di Liam mentre gli urlava l'amara verità che da bambino gli aveva sempre taciuto. Verità che probabilmente non avrebbe nemmeno compreso all'epoca. Dopotutto era solo un ragazzino stupido e arrogante, che non sapeva quello che stava facendo.

Niente... di quello che farai o dirai... mi ridarà tutto questo! Theo sollevò il viso per incontrare quello ancora sconvolto di Jenna, e sentiva gli occhi bruciare, un nodo che gli opprimeva la gola rendendo difficile respirare, figuriamoci parlare.

"Mi dispiace" fu tutto quello che disse, prima di tornare nella sua stanza, l'eco della porta sbattuta da Liam che ancora gli riecheggiava nelle orecchie.

*

Non sapeva dove stava andando. Sapeva solo che voleva allontanarsi da lì. Sentiva le vertigini, e il fiato corto, che non aveva nulla a che fare con la corsa che aveva fatto per allontanarsi da casa. Si fermò solo quando fu a parecchi isolati di distanza, immobile, fermo sul ciglio della strada. Liam fece un respiro profondo cercando di calmare il battito cardiaco. Sentiva le lacrime bagnargli le guance e alzò la mano destra per asciugarle con stizza. Mentre la rabbia si dissipava, la vergogna si faceva strada sotto forma di ricordi, flash, di quello che aveva urlato a Theo. Sentì il rossore invadergli il viso, una sensazione di caldo bruciante all'altezza del viso e del petto, come se qualcuno gli avesse accesso un fuoco sotto pelle. Seppellì il viso tra le mani, rilasciando un gemito frustrato. Non ci posso credere che l'ho fatto davvero. Sapeva che non poteva tornare indietro ora. Così riprese a camminare piu' lentamente, piu' calmo, ma pur sempre senza meta.

Liam non si arrabbiava mai. Il suo terapista diceva che vergognarsi della propria rabbia era un'altra caratteristica della sua fobia sociale. Spesso si era chiesto perché non fosse capace di liberarsi, dare sfogo alla rabbia che gli inondava il cervello, di imprecare, urlare e spaccare oggetti, come chiunque altro, invece che tenersi tutto dentro. Se l'era chiesto spesso, soprattutto da bambino, mentre rimaneva immobile a sopportare le crudeltà di Theo. Forse era perché preferiva che ogni cosa sembrasse al suo posto anche quando non lo era. Perchè odiava quel profondo, improvviso e sgradevole senso di nudità, di sentirsi scoperti, spogliati, smascherati che segue sempre uno sfogo di rabbia. Perchè la rabbia e' un modo per mettere a nudo davanti agli altri le proprie debolezze, i propri punti deboli. Aveva letto da qualche parte che per conoscere veramente qualcuno, devi scoprire cosa lo fa arrabbiare. Ed era vero. Ma Liam odiava chi era, per questo odiava arrabbiarsi. E odiava averlo fatto ora proprio davanti a Theo Raeken fra tutte le persone.

Senza rendersene conto si ritrovò davanti al cancello del vecchio parcogiochi, in cui sua madre lo portava sempre da bambino. Restò per un attimo immobile a guardare il vecchio cancello arrugginito e chiuso da un grosso lucchetto. Poi, senza ulteriori indugi, si arrampicò, una mano alla volta, una gamba alla volta, saltandolo e atterrando con un tonfo sordo sul terreno fangoso. Lì nessuno lo avrebbe trovato. Ed era tutto quello che poteva chiedere ora.

*

"Sono preoccupata" fece Jenna, l'angoscia nella voce, mentre allontanava il cellulare dall'orecchio per l'ennesima volta, posandolo sul tavolo. Paul le posò una mano sulla spalla, in piedi dietro di lei.
"Sono sicuro che sta benissimo, sarà andato a fare una passeggiata, per schiarirsi le idee... tornerà presto" le disse, cercando di essere il piu' rassicurante possibile. Ma la tensione nelle sue spalle e le labbra serrate dicevano altro.

"Non capisco cosa è successo" Jenne abbassò la voce, come se temesse che Theo potesse sentirla. Come se Theo non fosse in cima alle scale, seduto sull'ultimo gradino, ascoltandoli di nascosto. "Sembrava tutto okay oggi pomeriggio. Forse è colpa mia-" Il panico si insinuò sempre di piu' nella voce di lei "Forse ho sbagliato- abbiamo sbagliato, i ragazzi-"

Theo si spinse in piedi scendendo le scale velocemente. "Non è colpa tua" borbottò apparendo sulla porta.
Paul lo guardò esasperato. "Che diavolo è successo, Theo?" sibilò.

"Non è colpa vostra, voi non c'entrate, è una cosa- che riguarda me e Liam" Theo alzò una mano verso di loro, la voce agitata ma decisa.

"Sai che non possiamo accontentarci di questo? Siamo i vostri genitori, si suppone che voi andiate d'accordo per far funzionare le cose, o che almeno ci proviate. Sono passati solo due giorni, e uno di voi corre già fuori casa sbattendosi la porta alle spalle, non possiamo solo-" Paul rispose, frustrato.

"Lo sistemerò. Io- lo sistemerò" Theo entrò nella stanza, allungando una mano verso la chiave dell'auto appoggiata sul mobile della tv.

Jenna si portò una mano alla fronte, e Paul strinse la presa sulla sua spalla. "Cosa vuoi fare ora?" chiese, suonando esausto.

"Lo vado a cercare, e lo riporto qui" dichiarò Theo, senza guardarli di nuovo e fiondandosi fuori casa.

*

Rannicchiato nella piccola casetta in cima allo scivolo, la schiena contro l'asse di legno, e le ginocchia strette al petto, Liam ascoltava il silenzio, i suoi pensieri e il thump thump agitato del suo stesso cuore come unica compagnia. Il cielo era cupo, come se fosse ancora indeciso se lasciar piovere o no, e cominciava davvero a far freddo. Era uscito solo con una maglia leggera, e aveva ancora i capelli umidi dalla doccia. Rabbrividì, stringendosi le ginocchia ancora di piu', come se così potesse attingere a un po' di calore.

Sua madre era senz'altro preoccupata. In preda all'impulso del momento, non aveva nemmeno preso il cellulare. Non aveva idea di quanto tempo fosse passato. Forse minuti, forse ore. Ma non voleva tornare ancora. E rivedere Theo. Theo. Cosa starà facendo Theo ora? Sarà nella loro camera, a ridere di lui, della sua sfuriata e di quanto doveva essere suonato patetico? Sua madre gli avrà fatto delle domande? Theo gli avrà detto la verità? Il suo cuore perse un battito: sua madre non doveva scoprirlo. Avrebbe rovinato tutto.

Ripensò al fumetto. Theo lo aveva comprato per lui. Superato ora lo shock iniziale del trovarselo all'improvviso davanti, poteva chiaramente vedere le buone intenzioni dell'altro ragazzo. Forse era davvero il modo di Theo per scusarsi per quello che aveva fatto. Ricominciare, sostituendo qualcosa di danneggiato con qualcosa di completamente nuovo. Rifare tutto daccapo. Il problema era che Theo ignorava l'entità del danno che gli aveva causato. Era qualcosa per cui non sarebbe bastato quel singolo gesto. Non sarebbe bastato aggiustare quel singolo pezzo, perchè il danno era talmente esteso, talmente vario, su talmente parti di sé che a quel punto non sapeva nemmeno se qualunque cosa sarebbe mai stata sufficiente per tornare integro.

Liam sospirò di nuovo afflitto, tremando, e stringendosi ancora di piu'.


"Davvero, non sei cambiato per niente"

La voce proveniente dal nulla di Theo lo fece letteralmente saltare sul posto. Sciolse la presa sulle ginocchia per potersi voltare. Sbalordito, incontrò attraverso gli spazi tra le assi laterali della casetta, il volto teso e serio di Theo, in piedi sotto di lui, a pochi passi di distanza dallo scivolo.

"Che fai qui?" chiese Liam, la voce piena di sorpresa e qualcosa che suonava tanto come disperazione. "Co-come mi hai trovato?"

Theo scrollò le spalle alla domanda. "Ti nascondevi sempre lassù quando da bambini giocavamo qui e qualcuno ti infastidiva o ti prendeva in giro" Fece un altro passo in avanti, le mani nella tasca della felpa, senza però mai distogliere lo sguardo da lui. "Probabilmente pensavi che lì nessuno ti avrebbe visto piangere, ma... sbagliavi. Ti vedo"

Liam si voltò per nascondere il viso, e alzò di nuovo una mano ad asciugarsi gli occhi con stizza. "Immagino che con 'qualcuno' tu intenda te" disse con amarezza, fissando un punto in lontananza davanti a se'.

"Non ero solo io" disse Theo lentamente, come se quello facesse una grande differenza. Fece un altro passo.

"Tu eri l'iniziatore. Sempre." Liam serrò le labbra, trovando finalmente il coraggio di tornare a guardare il ragazzo sotto di lui, una sorta di furia silenziosa nel suo sguardo. "E non ho mai saputo il perchè. Cosa diavolo ti avevo mai fatto per meritarmi una cosa del genere?"

Theo per la prima volta abbassò lo sguardo, dondolando sui suoi piedi, come in cerca delle parole giuste. "Ero un ragazzino ed ero stupido" disse alla fine, tornando a guardarlo, le sopracciglia corrucciate in un'espressione colpevole. "A volte lo sono ancora." Theo si strinse nelle spalle. "Mi dispiace, per il fumetto-"

"Ti ho già detto che-"

"Non era mia intenzione rimpiazzarlo. So che non posso. Speravo di poter compensare per quello che ho fatto in passato, ma forse hai ragione tu, non si può. Così come non posso tornare indietro nel tempo e cambiare le cose. Se potessi lo farei. Tutto quello che posso fare è chiedere scusa. E cercare di fare meglio d'ora in poi... se me lo permetterai"

Liam rimase in silenzio, gli occhi incastrati in quelli di Theo. Poi abbassò lo sguardo, come in segno di resa. Theo fece un altro passo avanti "Posso salire?" chiese esitante.

"E' un luogo pubblico, puoi fare quello che ti pare" fece Liam brusco.

"Non ora"

Liam lo guardò di nuovo, attentamente. Poi scrollò le spalle con un sospiro "Sali"


Le spalle di Theo si rilassarono visibilmente, le labbra inclinate in un piccolo sorriso, mentre con un salto, si arrampicava sulla piccola costruzione. Liam lo seguì con lo sguardo, scettico, le sopracciglia aggrottate, mentre Theo balzava dentro. "Seriamente? Non potevi usare le scale?" sbuffò Liam, mentre Theo si lasciava cadere a pochi passi da lui.

"Dov'è il divertimento in questo?" Theo gli rivolse un tentativo di sorriso.

Liam lo guardò di nuovo, prima di distogliere lo sguardo, un lieve rossore che gli si faceva strada sul viso al ricordo della sua sfuriata. "Mi dispiace, di averti urlato contro in quel modo" disse debolmente.

"Non scusarti, idiota" Theo fece brusco "Me lo sono meritato, anzi... forse avresti dovuto atterrarmi e darmi un pugno. Sarebbe stato il minimo" Liam lo guardò sconvolto, come se la sola idea lo terrorizzasse. "Sono serio"

Liam scosse la testa, lasciandosi scappare uno sbuffo divertito. "Be' me ne ricorderò per il futuro"

Anche Theo sorrise, tirandosi indietro con la schiena finchè non riposò completamente contro la superficie fredda di legno. Restarono in silenzio per un po', le teste inclinate verso l'alto, persi ad osservare il cielo stellato visibile oltre la recinzione attorno a loro.

"Sai" disse Theo dopo un po' "Forse dovremmo tornare, tua mamma era davvero preoccupata. E mio padre sì che sembrava davvero volermi dare un pugno"

"Tu... gli hai detto... gli hai detto que-?"

Theo scosse la testa. "No, non ce l'ho fatta. E poi ho pensato che non volessi che lei lo sapesse, altrimenti gliene avresti parlato anni fa"

"Davvero?" gli chiese Liam, sorpreso.

Theo annuì. Poi sospirò. "Prima che tu arrivassi a casa, mi ha chiesto di prendermi cura di te. Temeva che qualcuno potesse darti fastidio e prenderti di mira..." Theo fece uno sbuffo pieno di amarezza. "Se solo sapesse... probabilmente mi odierebbe anche lei" Theo chinò il capo.

Liam seguì il suo movimento. "Io non ti odio" disse poi lentamente.

Theo rise scettico. "Ti ho già detto che non dovresti farmi sentire meglio, dovresti urlarmi contro e picchiarmi-"

"Io non ti odio" ripetè Liam piu' deciso. "Odio il modo in cui mi hai fatto sentire per tutti questi anni. Odio il fatto che non sono mai riuscito a difendermi o a reagire. Odio il non aver mai saputo cosa dire. Odio quei brutti ricordi. Ma non odio te. Eri un ragazzino, e tutti facciamo cose stupide da ragazzini, no? Anch'io lo ero. Ero un codardo, e probabilmente lo sono ancora. Però forse ora possiamo essere diversi. Tutti e due. Se ci lasciamo questa storia alle spalle, magari io sarò piu' forte e tu...-"

"Meno un coglione?" suggerì Theo.

"Mi hai tolto le parole di bocca" Le labbra di Liam si inclinarono in un sorriso genuino, e gli occhi di Theo indugiarono sul suo viso mentre rideva anche lui.

Sprofondarono di nuovo in un silenzio, stavolta meno carico di tensione. Ascoltarono i grilli cantare nella notte, mentre le nuvole che coprivano il cielo lentamente correvano via. Poi Theo prese un bel respiro. "Che ne dici se torniamo a casa ora?" Si alzò, porgendo tentativamente una mano a Liam, che la guardò incerto prima di annuire.

"Torniamo a casa"

*

Non appena Theo aprì la porta di casa, Jenna si fiondò nell'ingresso lanciandosi tra le braccia di Liam e stringendolo in un abbraccio stritola-ossa. Theo incrociò lo sguardo di Paul, che l'aveva seguita lentamente. L'uomo gli fece un cenno, rivolgendogli un sorriso, che Theo ricambiò debolmente.

"Ero così preoccupata, tesoro! Non fare mai piu' una cosa del genere" esclamò Jenna, dandogli un'ultima stretta prima di allontanarsi, le mani ancora sulle spalle di Liam, studiandolo attentamente come in cerca di qualche ferita visibile.

"Mi dispiace, mamma, avevo solo bisogno.... di stare un po' da solo" si scusò Liam, sentendo una morsa di senso di colpa attanagliargli lo stomaco.

Jenna guardò prima lui poi Theo "Cosa è successo?" chiese angosciata.

Theo vide il modo in cui Liam si era teso alla domanda e s'intromise. "Noi solo- abbiamo discusso..." tentennò "-per la doccia!" Jenna, Paul e Liam lo guardarono scettici.

"Sei... corso via di casa... per via di una lite sulla doccia?" chiese Jenna, tornando a guardare Liam quasi diverita, come se non si bevesse una singola parola.

"E' una.... bella doccia?" tentò Liam, allargando le sopracciglia.

Theo sbuffò, in un vano tentativo di trattenersi, prima di scoppiare a ridere. Jenna li guardò confusa, mentre Paul le si avvicinava, posandole una mano sulla spalla. "Vedi? Ora sembra tutto apposto" le sussurrò all'orecchio, mentre Liam spingeva Theo. "Non ridere, idiota" gli sibilò, mentre l'altro continuava a ridere. Liam poi lo imitò, la tensione che li abbandonava piano piano.

Magari ci sarebbe voluto tempo, ma era qualcosa su cui potevano lavorare. Qualcosa che potevano far funzionare... per il bene di tutti quanti.

*

Quando l'allarme sotto il suo cuscino cominciò a suonare, Theo gemette, il viso sprofondato nel cuscino, cercando a tentoni il telefono per spegnerlo. Quando fu finalmente zittito, sospirò sdraiandosi di schiena, gli occhi persi nel fondo dell'armadio sopra di lui.

Liam si lamentò nel sonno, facendo sì che gli occhi di Theo si trascinassero su di lui. Theo si voltò su un fianco, un sorriso che gli increspò le labbra quando incontrò la sua espressione pacifica, le labbra socchiuse mentre dormiva ancora profondamente. Cavolo, era davvero difficile da svegliare! Si alzò a sedere, afferrando il cuscino e tirandoglielo di nuovo in faccia.

Liam sobbalzò impaurito, afferrando il cuscino mentre scattava seduto. "Che-" Incontrò il ghigno di Theo. "Smettila, idiota" Liam sbuffò tirandogli indietro il cuscino. Theo lo afferrò al volo, ridendo. "Allora- anche oggi mi mollerai a metà strada?" volle sapere Liam, mentre si alzava, corrucciato, senza guardarlo e marciando verso i suoi vestiti ammucchiati in angolo.

"Be', dipende. Vuoi che tutti pensino che te la fai con me?" chiese Theo, con una scrollata di spalle e l'espressione tranquilla, ancora seduto comodamente sul letto.

Liam si voltò a guardarlo di scatto con gli occhi sbarrati "Cosa? Pe-perchè dovrebbero pensare una cosa del genere?!"

"Be'... perchè sono io" rispose solo Theo, rivolgendogli un sorriso malizioso

"Co-?" Liam aggrottò le sopracciglia, fermandosi "Questo sarebbe il tuo modo di fare coming-out con me?" chiese dubbioso e improvvisamente a disagio.

"Be' almeno ora-" Theo si alzò di slancio, puntando alla porta, diretto al bagno "-hai qualcosa per cui prendermi in giro nel caso tu voglia vendicarti"

Liam arrossì distogliendo lo sguardo "Non potrei farlo" gli sfuggì.

Theo si voltò a guardarlo dalla porta, studiandolo con attenzione. Poi un ghigno si fece strada sul suo viso. "Quindi anche tu-" Lo lasciò in sospeso perchè l'imbarazzo di Liam per aver ammesso così facilmente una cosa del genere era evidente.

"Ci vediamo di sotto!" Liam alzò la voce per impedirgli di aggiungere altro, schizzando tra Theo e la porta semi-aperta. Theo guardò la sua ritirata con un sorriso ancora piu' grande, scuotendo la testa nella sua direzione.

*

Dopo aver percorso le ultime centinaia di metri che lo separavano dalla scuola, Liam si diresse al suo armadietto. Lo aveva appena aperto, quando registrò dei passi di corsa avvicinarsi da un lato. Si sporse incontrando un Mason particolarmente agitato. "Hayden mi ha detto di quello che è successo ieri" disse soltanto, sbattendo la mano sull'armadietto accanto al suo. Liam gli rivolse un'espressione confusa. "Theo." aggiunse, infervorato. "Mi ha detto che l'ha fatto di nuovo. Quel figlio di- giuro che ora gliene dico quattro-"

"Mason, Mason- calmati- è tutto okay" Liam si affrettò a fermare la sua invettiva.

"Non è affatto okay, chi si crede di essere? Io-"

"Abbiamo parlato" esclamò Liam. Mason lo guardò sbalordito. "Sì, noi... abbiamo- diciamo che abbiamo chiarito le cose" Liam tornò a frugare nel suo armadietto alla ricerca dei libri.

Mason non sembrava affatto d'accordo "Liam, non si tratta di qualcuno con cui hai avuto una discussione o cose del genere. Lui è stato- perfido con te, per anni. Torni e si comporta come se avesse ancora dieci anni. Come si chiarisce una cosa del genere?"

Liam degludì, chiudendo l'armadietto con i libri stretti in mano e guardando il ragazzo di fronte a lui. "Lo so, non potrò mai dimenticare quello che ha fatto, ma... possiamo provare a ricominciare daccapo?" tentò Liam.

"Perchè vorresti fare una cosa del genere? Non si merita una seconda possibilità, non si merita niente" protestò Mason, abbassando la voce quando altri studenti cominciarono a circondarli, impegnati ad aprire i loro armadietti.

Liam sospirò afflitto. Poi si guardò intorno con circospezione. "Guarda, posso dirti una cosa? Però devi promettermi che resterà tra di noi per ora" Mason inarcò le sopracciglia. "Non dovrai dirlo nemmeno a Corey"

"Non posso prometterti questo" fece Mason debolmente.

"Okay" Liam lo prese da una spalla, tirandolo lontano da orecchie indiscrete. Prese un respiro. "Io sono tornato a Beacon Hills per un motivo, in realtà. Mia mamma... si risposerà, tra qualche mese."

"Uh è fantastico-"

"Sì lo è. E' felice ora e voglio che continui ad esserlo"

"Mi sembra giusto, Liam, ma non capisco cosa-"

"Ieri ci siamo trasferiti a casa del suo fidanzato. In via di prova, in attesa del matrimonio. E-" Liam fece un altro respiro. Ancora dirlo suonava strano perfino a lui. "Lui è il padre di Theo"

Cadde il silenzio. Mason sembrò impiegare qualche secondo per recepire la cosa. Liam lo vide lentamente allargare gli occhi. "Cosa?" gridò. Parecchie persone si voltarono verso di lui.

"Shh non voglio che lo sappiano tutti prima del tempo!"

"Mi-mi stai dicendo che Theo sarebbe ... cosa ? Tuo fratello ora?"

"Fratellastro. O almeno lo saremo quando i nostri genitori si sposeranno"

"Oh mio Dio, questo è assurdo"

"Sì, lo è" concordò Liam, le spalle che si afflosciavano. Si guardò di nuovo freneticamente intorno, prima di tornare a Mason "Guarda, andare d'accordo con Theo non è qualcosa che avrei mai voluto provare a fare, visto quello che è successo in passato. Ma è qualcosa che devo fare... per mia madre. Per Paul. Loro meritano di essere felici, e io e Theo... non possiamo rovinare tutto solo... per... delle cose successe quando eravamo bambini"

Mason restò in silenzio ad osservarlo. Ora sembrava visibilmente piu' calmo, probabilmente aveva colto il punto di Liam. "Sì... immagino che sia così" mormorò alla fine. "Però- se solo prova a fare qualcosa di nuovo, io ti giuro su Dio, Liam, che-" riprese, di nuovo infervorato.

Liam ridacchiò. "Sì, lo so, lo farai a pezzi"

"Lo ucciderò" corresse Mason determinato, ricambiando il suo sorriso. "Comunque, sta tranquillo, è un segreto che posso mantenere, ma sai che- prima o poi si verrà a sapere, vero?"

Liam scrollò le spalle. "Sì, lo so. A me non importa in realtà. Però preferisco aspettare che la situazione si calmi, capisci?"

"Bene" concordò, poi scoppiò a ridere. "Oh mio Dio, non ci credo che Theo è tuo fratello" Liam lo spinse allegramente, mentre incominciavano a camminare verso la loro classe.

"Fratellastro" lo corresse di nuovo Liam con uno sbuffo.

*

Alla fine della giornata scolastica, Liam stava beatamente camminando per il corridoio ormai già quasi deserto, diretto in biblioteca per incontrare Mason, quando qualcuno pensò fosse una buona idea sequestrarlo.

Non fece in tempo ad emettere nemmeno un suono, che una mano si cinse attorno al suo polso, sbucata da una porta socchiusa, tirandocelo dentro, e nemmeno con delicatezza. Restò a guardare Theo che se la chiudeva alle spalle con fare circospetto. Liam lo guardò scioccato. "Sei serio?"

Theo si voltò verso di lui, roteando gli occhi, anche se c'era una leggera spruzzata di rosso sulle sue guancie. "Okay" sospirò Liam "Perchè mi hai rapito?"

"Idiota, non ti ho rapito, non essere drammatico" Theo sbottò di nuovo acido. Imbarazzo finito.

"Volevo dirti che ho gli allenamenti, quindi non potrò accompagnarti a casa"

"Non potevi dirmelo a lezione o in corridoio come qualunque persona normale?" Theo non rispose. Però distolse lo sguardo, le labbra serrate in evidente disagio. Liam lo studiò. "Perchè non vuoi che scoprano che viviamo insieme?" chiese stringendo gli occhi.

"Non sono affari tuoi" rispose Theo velocemente. "Ora ho gli allenamenti" Lo scansò per puntare alla porta.

"E' perchè ti imbarazza che sia io?" gli gridò dietro Liam. Theo si bloccò, voltandosi verso di lui e incontrando l'espressione corrucciata e in evidente attesa di Liam.

Theo sospirò e stavolta parlò con voce piu' calma e gentile "No Liam, non è per questo. Non sono affari tuoi, perchè non riguarda te, quindi... semplicemente- tienitelo per te" Si voltò per aprire la porta. "Ci vediamo a casa" mugugnò mentre usciva. Sicuramente non era il momento giusto per dirgli che lo aveva spiattellato a Mason.

Sospirò, e stava per uscire quando il cellulare suonò. Lo tirò fuori e vide che era un sms di Mason


Oggi pratica di lacrosse, ti unisci a me per fare il tifo per Corey? (;

A quanto pare non avrebbe dovuto aspettare di arrivare a casa per rivedere Theo.

*

Liam non si aspettava tutto quel fermento al campo di lacrosse, solo per un allenamento.

"Che fa qui tutta questa gente?" sussurrò a Mason, mentre si arrampicavano sugli spalti in cerca di un posto. Mason roteò gli occhi senza degnare di uno sguardo le decine e decine di ragazzine, soprattutto, che li circondavano. "Theo" disse soltanto.

"Theo cosa?"

"Hai presente quando ti ho detto che Theo si crede il re di questa scuola? Be' qualcuno ce lo deve pur far credere" spiegò Mason. "Anche se in effetti è abbastanza figo, lo devo ammettere" sospirò poi, come se ammetterlo gli costasse una grande fatica.

In quel momento, la folla di ragazze cominciò a saltellare e schiamazzare, facendo sobbalzare Liam, che alzò lo sguardo verso il campo, dove Theo stava correndo verso la panchina a bordo campo, togliendosi il casco, il sudore che gli appiccicava i capelli alla fronte in un modo in cui chiunque altro sarebbe sembrato un mostro. Lui sembrava un modello pronto per un servizio fotografico.

Liam abbassò la testa tornando poi a Mason scettico "Non so proprio che ci trovino in lui" commentò, mentre le ragazze si lanciavano in una serie di gridolini eccitati quando Theo si rovesciò la bottiglietta d'acqua sulla testa, scuotendosi. Esibizionista, pensò Liam, mentre lo guardava.

Theo sollevò la testa, lo sguardo che sfrecciò sulla folla, fermandosi su di lui. Il cuore di Liam perse un battito mentre chinava la testa. Theo avrà pensato che lo stava fissando! Quando osò dare un'altra occhiata, vide il sorriso di Theo allargarsi prima di correre via, di nuovo verso i suoi compagni.

"E' un pallone gonfiato" commentò Mason, scuotendo la testa, catturando di nuovo l'attenzione di Liam.

"Uh-uh" si affrettò a concordare lui, spostando lo sguardo sul resto della squadra e notando finalmente Corey, che stava lanciando occhiatacce a Theo.

"A Corey non piace per niente Theo, eh" sussurrò a Mason.

"Uh, te l'ho detto, a nessuno piace veramente Theo. A parte Josh, e forse Tracy"

"Però Corey sembra particolarmente incazzato" osservò, inarcando le sopracciglia e ricordando le parole di Corey del giorno prima su Theo.

Mason sospirò. "Sai, non mi piace dirlo, ma... L'anno scorso, a inizio anno, c'è stato un piccolo... flirt... tra lui e Theo"

Liam lo guardò sbalordito "Davvero?"

"Sì, nel senso che Theo l'ha solo usato. Corey non glielo ha mai perdonato" Mason scrollò le spalle "Theo è così. Non gli importa particolarmente di nessuno, ragazzi e ragazze, è uno a cui piace divertirsi... non so se mi spiego"

Liam tornò a guardare il campo, gli occhi che trovarono Theo, mentre con un bel placcaggio stendeva un avversario e tirava in porta. "Mi sembra avessi detto che uscisse con Tracy però, no?"

"E' come ha detto Corey, lui se la fa con Tracy. È la cosa piu' simile a una relazione che ha mai avuto sicuramente, sì, ma non significa nulla, per nessuno dei due, probabilmente, altrimenti lui non la tradirebbe e lei non gliela farebbe passare liscia, no?"

"Immagino di sì" fece Liam pensieroso, tornando a guardare gli allenamenti con un cipiglio.

Comunque non che a lui importasse qualcosa di quello che faceva Theo fuori casa, quello che faceva con gli altri o perchè. Quello che gli importava era mantenere un rapporto civile con lui dentro casa.

 

Però....

A nessuno piace veramente Theo

Ho smesso di curarmi di quello che dice Theo anni fa

Ero un ragazzino ed ero stupido. A volte lo sono ancora.

Non sono affari tuoi, perchè non riguarda te

 

...non poteva fare a meno di chiedersi se ci fosse altro, se ci fosse un motivo dietro a quel comportamento che Theo aveva sempre avuto...

 

CONTINUA

 

   
 
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