Anime & Manga > Boku no Hero Academia
Segui la storia  |       
Autore: Wolfgirl93    14/02/2020    0 recensioni
Per Izuku vedere la neve è come un dono che il cielo gli ha fatto, una notte di dicembre però tutto ciò a cui teneva venne spazzato via da delle impetuose fiamme, il suo odio per la neve iniziò a crescere e il ghiaccio si formò attorno al suo cuore.
AU BakuDeku
Dal testo: "Quella notte di dicembre la neve scendeva leggera sul suo regno, Izuku sorrideva come un bambino mentre guardava quei fiocchi scendere e imbiancare quel paesaggio sempre così serioso.
“Tesoro se continuerai a stare con il naso fuori ti si ghiaccerà e poi dovremmo tagliartelo.” Scherzò sua madre entrando nella sua stanza, come sempre senza bussare.
“Mamma! Non sono più un bambino! Poi è la prima neve che vedo da quando sono nato quindi non voglio perdermela!” Si lamentò il principe mentre continuava a fissare quella distesa bianca che tanto lo affascinava.(...)"
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: All Might, Inko Midoriya, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Shōta Aizawa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Erano ormai passati tre mesi dalla partenza dal castello dei Bakugou, i primi giorni Izuku si era posto mille domande sull’assenza di Katsuki ma col tempo erano state nascoste in un angolo recondito della sua memoria; intanto il suo addestramento con Toshinori stava continuando, sapeva che padroneggiare la magia era impossibile per lui, visto che non era nato con quel dono, ma almeno poteva imparare a creare degli intrugli magici che avrebbero aiutato le persone e questo per Izuku era molto più importante di saper lanciare incantesimi.
I due si erano recati in vari altri regni per donare il loro aiuto e Izuku aveva ormai dimenticato l’atteggiamento di Katsuki, immergendosi completamente nello studio della magia e nella preparazione di pozioni e unguenti che avrebbero curato le ferite dei soldati tornati dalle varie battaglie.

Fu in un giorno come un altro che arrivò un corvo nero per consegnare un messaggio al mago, Toshinori gli aveva spiegato che i maghi avevano diversi animali al loro servizio e che questi venivano richiamati con una formula magica e potevano trovare il loro padrone anche in capo al mondo, quel corvo infatti portava una comunicazione urgente e quando gli occhi dell’uomo si soffermarono sulle lettere scritte in quella bella calligrafia gli fu impossibile non emettere un sospiro.

“Principe è meglio andare, siamo richiesti nuovamente al castello dei Bakugou.” Tagliò corto il mago con un tono annoiato mentre sistemava le erbe in una scatola e le rimetteva nel piccole baule dove teneva le scorte.
“Il principe Katsuki ha deciso di giocare nuovamente al piromane?” Chiese Izuku guardando l’uomo che dopo avergli lanciato un’occhiata annuì sospirando.
Toshinori scrisse un piccolo biglietto con i giorni che gli sarebbero serviti per arrivare al castello e lo affidò al corvo che dopo aver preteso una piccola carezza si alzò in volo diretto nuovamente verso il castello di coloro che lo avevano evocato.

 

Ci vollero quattro giorni di cammino per arrivare al castello, giorni che Izuku aveva usato per preparare degli unguenti che avrebbero aiutato le scottature a guarire, quella volta sarebbe toccato a lui occuparti di preparare il necessario e quando arrivarono Toshinori non poté che congratularsi con il suo allievo per l’ottimo lavoro svolto.

La routine al castello era ormai la solita, la mattina si divideva tra la creazione di pozioni o unguenti mentre il pomeriggio era scandito da delle piccole lezioni di etichetta o di altri doveri regali che Katsuki non riusciva a fare, o meglio, non voleva fare.

“No Kacchan la mano che devi alzare in questo ballo è questa.” Disse Izuku mostrandogli come avrebbe dovuto fare.

Il biondo aggrottò le sopracciglia guardando quel ragazzino come se avesse appena parlato una lingua aliena. “Kacchan?” Chiese arricciando le labbra, perché nonostante tutto quel nomignolo detto da quell’impiastro suonava bene? E perché non gli era venuta voglia di prenderlo a pugni?
Katsuki scosse la testa e nascose un sorriso compiaciuto quando vide Izuku avvampare e iniziare a gesticolare sbraitando almeno per una decina di volte delle scuse.

“Chiamami come ti pare, alla fine non è che il mio nome mi piaccia poi così tanto.” Concluse secco voltando appena lo sguardo.
Fu la prima volta in cui Izuku credette di vedere le guance del principe arrossarsi, sorrise nel vederlo diventare impacciato ma non disse nulla tenendo quei particolari per sé, anche perché non ci teneva a sentire le urla dell’altro nel caso gli avesse fatto notare quei piccoli particolari.

 

La loro permanenza al castello quella volta fu più lunga, il principe aveva deciso di giocare con il fuoco in ben due stanze coinvolgendo nei suoi malsani esperimenti due cameriere e una povera guardia che ne era uscita con entrambe le braccia ustionate gravemente, infatti ci vollero circa 2 mesi e mezzo per far sì che ogni ferita guarisse del tutto.
Izuku dovette applicarsi maggiormente in quelle mattine per creare degli unguenti abbastanza forti da far guarire anche quelle ferite così profonde, mentre pestava i vari ingredienti però si promise di chiedere una spiegazione a Katsuki, alla fine se anche fosse andata male avrebbe solo ricevuto delle urla.

Mentre stavano provando per l’ennesima volta il Valzer, Katsuki sembrava particolarmente ostico nel non voler imparare quei semplici passi, Izuku provò a parlare al re.
“Tra pochi giorni ce ne andremo visto che la guardia sta guarendo bene, ma posso solo chiederti perché lo fai? Perché appicchi incendi nella tua stessa casa?” Chiese il più piccolo attendo a soppesare ogni parola nel tentativo di non far arrabbiare troppo l’altro.

Katsuki si fermò, continuò a tenergli le mani ma spostò lo sguardo altrove come se quei ricordi lo riportassero in un tempo lontano.

“Non credo tu possa capire.” Tagliò corto con la voce leggermente spazientita, lasciò la mano di Izuku ma quest’ultimo la riprese al volo stringendola fra le proprie prima di guardare quegli occhi rossi in cerca di risposte.
“Perché non provi? Alla fine non hai nulla da perdere no?” Spiegò l'apprendista mago prima di sorridere dolcemente al principe.

Il biondo arricciò le labbra ed emise un verso frustrato simile ad un ringhio, strattonò le mani del più piccolo e dopo l'ennesimo sospiro aspro si mise a sedere.

“Non volevo essere un principe, prima di venir annunciato al mondo come tale ero libero di fare ogni cosa e soprattutto quasi tutti al castello mi trattavano come una persona normale: nessun tono formale, nessun obbligo di presiedere a pranzi o cene importanti, nessun pensiero. Quando raggiunsi i diciassette anni però tutto cambiò, mia madre iniziò a trattarmi con ancora più freddezza di prima e a rimproverarmi per ogni atteggiamento che ai suoi occhi sembrava sbagliato, persi ogni amico che mi ero fatto nella servitù, perché ‘Non sta bene che un principe abbia come amici dei servi’ mi aveva detto mentre mandava via le famiglie di questi ragazzi. Ero solo e pieno di rabbia e il mio unico pensiero era quello di smettere di essere un principe, la prima volta che feci un danno con il fuoco avevo otto anni, bruciai un arazzo di mia madre e lei mi spedì in camera mia urlandomi che continuando così non sarei mai stato un principe.
Così pochi mesi dopo la mia incoronazione decisi di rifarlo dopo quello che mi aveva detto volevo sfidare nuovamente la sorte e pagare le conseguenze; diedi fuoco – questa volta di proposito – ad una tenda nella sala e quando mia madre lo venne a scoprire non mi disse che non sarei stato un principe, solo mi guardò con odio e se ne andò senza dire una sola parola. Continuai a farlo e ogni volta andava sempre peggio, ho rischiato di bruciarmi metà viso, ho persino rischiato di uccidere un servo, ma a lei non importava. Continuava a guardarmi con odio ma non mi tolse mai il titolo di principe, così alla fine capii: avrei potuto fare di tutto ma nessuno poteva farmi tornare come un tempo, questo sangue è la mia maledizione.”

Izuku ascoltò quelle parole sentendo una stretta al cuore, lui non era riuscito a diventare un principe a tutti gli effetti ma avrebbe tanto voluto esserlo, avrebbe aiutato i suoi genitori nelle faccende burocratiche e si sarebbe messo in ghingheri per partecipare ai pranzi e alle cene importanti. Lui voleva essere un principe ma il destino aveva deciso che quello non sarebbe successo, per Katsuki era invece il contrario, lui era stato costretto a diventare un principe e anche quella volta il destino sembrava ridere loro in faccia.

Sentendo quel silenzio da parte di Izuku, Katsuki ridacchiò amaramente. “Te l’ho detto che non avresti capito.” Disse con una lieve nota di tristezza nella voce prima di uscire dalla biblioteca, l’apprendista mago lo raggiunse velocemente bloccandolo per il polso.

“So che sembra strano ma io… Io lo capisco.” Disse senza riuscire a guardare l’altro negli occhi, si stava esponendo dicendo quelle cose ma dentro di lui sentiva di potersi fidare di Katsuki. “Se vorrai quando saremo assieme ti tratterò come una persona normale ok? Non che non lo abbia fatto in questi ultimi mesi ma lo farò sempre anche in presenza dei tuoi genitori.” Disse Izuku sperando che l’altro accettasse.

Katsuki lo guardò sorpreso per qualche secondo, sentì uno strano calore attanagliargli il petto e la paura lo fece quasi tremare quando sentì il cuore iniziare a battergli più veloce, non disse nulla, se ne andò velocemente lasciando Izuku con quella domanda in sospeso.

 

Passarono almeno cinque giorni senza vedersi, per Izuku era straziante non poter passare del tempo con il biondo, si era ormai abituato ai suoi modi e alla sua presenza e sentire quella mancanza era stato come riaprire una vecchia ferita che non si era ancora del tutto rimarginata; per il minore era difficile lasciarsi andare, aveva perennemente paura che se iniziava ad affezionarsi a qualcuno, quel qualcuno gli sarebbe stato strappato via o se ne sarebbe andato. Fu così che quei giorni di solitudine lo fecero chiudere nuovamente nel suo guscio, o almeno era quello che lui pensava.

La notte del quinto giorno di solitudine il ragazzino si svegliò di soprassalto, i ricordi della notte in cui aveva perso i genitori erano tornati più prepotenti che mai e lui si era ritrovato senza fiato e madido di sudore, uno strano odore gli arrivò alle narici e Izuku si sentì svenire: odore di fumo.

Uscì velocemente dalla propria stanza e corse verso la fonte di quel cattivo odore, tremò nel vedere che una scura nuvola di fumo proveniva dalla stanza di Katsuki, l'apprendista mago non ci pensò due volte, iniziò a urlare per chiedere aiuto poi aprì la porta della stanza bruciandosi leggermente le mani per il colore della maniglia di ferro.

La stanza era avvolta dal fumo ma per fortuna l’incendio era piccolo e ben arginabile, il ragazzino fu subito pronto: prese le coperte del letto del principe e le buttò sopra le piccole fiamme che dopo qualche secondo si spensero lasciando la stanza nell’oscurità. Izuku aprì la finestra tossendo per il troppo fumo e con la luce della luna riuscì a vedere dove si trovava il principe; Katsuki era a terra, le mani e le braccia erano bruciate e stava faticando a respirare, il cuore del più piccolo perse un battito ma cercò di non farsi prendere dal panico e provò a ricordare le varie lezioni di primo soccorso che sua madre gli aveva dato e le ultime lezioni che Toshinori gli aveva impartito.
Portò Katsuki fuori dalla stanza e quando vide il mago e la regina accorrere tirò un sospiro di sollievo.
“Quando sono entrato nella stanza c’era un piccolo incendio, le sue mani e le sue braccia sono bruciate e penso abbia respirato troppo fumo da svenire.” Spiegò il ragazzo tenendo ancora il principe tra le braccia.

Mitsuki digrignò i denti. “Non ne combina mai una giusta! Lo lascio alle vostre cure!” Disse stizzita prima di tornare sui suoi passi e sparire oltre i corridoi bui, Izuku la fissò scioccato, come poteva una madre lasciare da solo suo figlio in un momento così delicato?
“Non farti troppe domande pri… Izuku, la regina è sempre stata così, comunque il principe Katsuki sembra stare meglio ora che può respirare aria pulita, ma dobbiamo prenderci cura delle sue ferite.” Spiegò Toshinori guardando incerto il ragazzo e il principe che ancora era incosciente.

“Lo farò io...” Sussurrò appena l'apprendista mago mentre stringeva appena il corpo del biondo, nonostante l’allontanamento, nonostante volesse fingere che non fosse vero, era chiaro come il sole che provasse qualcosa per quel principe strano e piromane.

Toshinori sbuffò un lieve sorriso e annuì, aiutò Izuku a portare il principe nella sua stanza, dove per fortuna vi erano due letti e gli portò poi tutto il necessario per curare le ferite del biondo.

Katsuki si risvegliò la mattina dopo ancora intontito, le sue braccia erano fasciate come le mani ed era certo che la stanza che stava guardando non fosse la sua, ebbe la certezza di quel pensiero quando pochi metri più in là vide un cespuglio di capelli color smeraldo che spuntavano dalle lenzuola.

Si mise seduto e mugugnò per il mal di testa e per il bruciore a braccia e mani, ricordava poco di quello che era successo la sera prima ma era certo che era successo tutto per colpa di quel ragazzino che ora dormiva profondamente nel letto accanto.

 

I giorni passati senza Izuku erano noiosi e la presenza di sua madre peggiorava il tutto, nonostante la donna fosse sempre fredda nei suoi confronti in quel periodo sembrava più nervosa e permalosa del solito; Katsuki passava quasi tutte le ore del giorno nella propria stanza e usciva solo per cenare o pranzare, l’idea di uscire dalla stanza e incrociare il più piccolo lo preoccupava, soprattutto perché sapeva di essersene andato via senza motivo e di essere lui la causa di quell’isolamento.

Quella notte la sua mente era piena di Izuku, ogni qualvolta chiudeva gli occhi rivedeva un particolare del suo viso come le piccole lentiggini che lo rendevano ancora più carino, oppure gli occhioni verdi che sembravano scrutarlo fin nel profondo dell’anima. Aveva deciso di far tacere quei pensieri voltandosi in tutta fredda e urtando con il braccio il mobile dove la sua candela stava ancora bruciando, riuscì ad addormentarsi poco dopo ma non si era per niente accorto che le piccole fiammelle che cadevano dalla candela ormai rovesciata stavano iniziando a bruciare l’orlo della tenda.

Si svegliò di soprassalto durante la notte per la mancanza d’aria, quando aprì gli occhi vide le pareti proiettare ombre vermiglie per colpa del fuoco che stava bruciando nella sua stanza, si lasciò cadere dal letto provando ad allontanarsi ma il suo corpo sembrava non voler reagire e in poco tempo il fumo gli fece nuovamente perdere i sensi.

 

“Sei sveglio.” La voce di Izuku lo colse di sorpresa facendolo tornare con i piedi per terra.
“Ti fanno male le bruciature? Vuoi qualcosa per il dolore o vuoi dell’acqua o qualcosa del genere?” Chiese il più piccolo iniziando a parlare di fretta, Katsuki ridacchiò appena, come poteva quello scricciolo essere così energico di prima mattina?
“Sto bene, bruciano un po’ ma posso sopportare.” Disse semplicemente il biondo prima di guardare le bende che lo coprivano. “Grazie...”
Izuku si era ormai alzato dal letto e si era avvicinato al principe, gli rivolse un lieve sorriso poi scrollò le spalle “Figurati, potrei dirti che il mio lavoro ma non sono ancora un mago a tutti gli effetti.” Scherzò alleggerendo l’atmosfera diventata ormai pesante.

Parlarono per buona parte della mattina e quando arrivarono a pranzo l’atmosfera era diversa dal solito.

Mitsuki se ne stava sul suo scranno composta ma sorridente, una cosa strana visto che Izuku l’aveva vista sorridere davvero raramente.
“Questo giorno porta buone notizie.” Annunciò la regina prima di guardare il marito e successivamente spostare lo sguardo verso il figlio “Il nostro Toshinori questa mattina mi ha salvata da una rovinosa caduta e dopo una piccola visita veloce ha trovato al causa del mio malessere.” Il suo sorriso si allargò notevolmente mostrando i denti bianchi. “Aspetto un figlio.”

Quelle parole fecero spalancare gli occhi a Izuku, era contento per quella notizia ma quello che lo aveva sorpreso maggiormente fu il sorriso sorpreso e sconvolto che aveva Katsuki in volto.

‘Sono libero’ Fu quello il primo pensiero che passò nella mente del principe alle parole di sua madre, un altro figlio equivaleva a una possibilità di fuga da tutti gli obblighi, un figlio significava che poteva andarsene e vivere una vita come voleva lui; quando quel pensiero gli passò nella mente gli fu impossibile non voltare lo sguardo verso Izuku, forse avrebbe potuto anche spiegargli come si sentiva e poteva chiedergli di seguirlo nel suo viaggio lontano da quel regno che per lui era diventata una prigione.
“Tra due settimane voglio organizzare una piccola festa intima, voglio festeggiare questa notizia e voi due siete invitati.” Disse la regina posando lo sguardo prima su Toshinori e poi su Izuku.
Il mago sorrise cortesemente prima di schiarirsi la voce. “Saremo onorati di partecipare anche perché tra due settimane, il quindici luglio, sarà il compleanno del mio allievo. Ma purtroppo tra una settimana dovremmo andare perché siamo desiderati per altri incarichi, ma con lo spirito saremo con voi a festeggiare.” Spiegò Toshinori, nessuno disse altro e il pranzo continuò senza altri annunci.

 

Katsuki ci aveva pensato così tanto, aveva passato notti insonni a quella notizia, ora che vedeva uno spiraglio di luce aveva paura, paura di quello che avrebbe fatto dopo, paura di quello che lo aspettava.

Passò quei giorni sempre insieme all’apprendista mago e cercò di comportarsi nel miglior modo possibile, anche se ogni tanto quel piccoletto lo faceva imbestialire con le sue mille domande stupide. Quel tempo lo aveva aiutato a capire meglio ciò che provava, si sentiva uno stupido ad essersi innamorato di un altro uomo, sua madre lo avrebbe ucciso se lo avesse scoperto ma a lui era sempre piaciuto infrangere le regole.

Arrivò anche l’ultimo giorno di permanenza di Toshinori e Izuku, le sue ferite si erano ormai rimarginate e di quelle brutte ustioni era rimasto solo il ricordo. I due ragazzi avevano deciso di passare quell’ultimo giorno assieme come avevano sempre fatto, si era rifugiati in biblioteca e tra una lezione di ballo e una di storia della guerra si era fatta sera.
“E’ ora che vada, Toshinori mi starà aspettando e visto che abbiamo quattro giorni di cammino è meglio che mi avvi se non voglio essere sgridato.” Aveva detto il ragazzino ridacchiando appena.
Katsuki l’osservò e non riuscì a non sorridere, quella risata gli sarebbe mancata, ma era certo che l’altro sarebbe tornato, infondo non provavano entrambi la stessa cosa?
“Aspetta!” La stretta di Katsuki sul polso di Izuku si fece ferrea, tanto che il più piccolo si voltò spaventato. “S-Scusa.” Borbottò il biondo allentando la stretta. “Solo vorrei parlarti prima che tu te ne vada...” Disse lentamente cercando di trovare le parole adatte, come poteva dichiararsi a qualcuno se mai aveva conosciuto un briciolo di amore? Si sentiva uno stupido e quella cosa lo fece andare su tutte le furie, strinse i pugni e digrignò i denti.
“Katsuki dovrei andare...” Provò a dire Izuku incerto, la reazione del principe era strana ma lui stava realmente facendo tardi.

“Cazzo Izuku perché non ti dai una calmata?! Sto cercando di dirti che sono innamorato di te porca puttana!” Urlò il biondo prima di premere con forza le labbra contro quelle dell’altro.

La mente del più piccolo divenne completamente vuota, quando poi sentì quel bacio quasi violento rimase pietrificato sul posto. ‘No! Non voglio! Non voglio soffrire ancora!’ La sua mente gli urlava di scappare, di lasciarsi alle spalle quell’amore che lo avrebbe nuovamente fatto soffrire. Con un gesto dettato dalla paura spinse via Katsuki e scappò fuori dalla biblioteca diretto verso l’ingresso del castello dove Toshinori lo stava aspettando, mentre correva le lacrime iniziarono a scorrergli lungo il viso annebbiandogli la vista, correre sembrava così difficile e per un momento pensò di essere nuovamente in mezzo a quella neve che gli avvolgeva le caviglie pronta a inghiottirlo nel suo freddo abbraccio.

Katsuki rimase fermo a fissare la porta aperta da dove Izuku era scappato, sentì qualcosa di caldo scivolargli lungo le guance e si sorprese quando portando due dita a raccogliere quelle cose nuove scoprì che erano lacrime, gli uscì una risata amara mentre quelle lacrime continuavano senza sosta a scendere. “Forse non sono fatto per amare...” Sussurrò prima di scivolare piano a terra e lasciarsi andare ad un pianto liberatorio mentre la persona a cui più teneva in quel momento stava partendo si portò una mano all’altezza del petto dove batteva il suo cuore e strizzò gli occhi sentendolo come bruciare come avvolto da mille fiamme roventi.

 

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Boku no Hero Academia / Vai alla pagina dell'autore: Wolfgirl93