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Autore: Dan13la1995    16/02/2020    1 recensioni
Liam torna nella sua città natale dopo anni, quando sua madre decide di risposarsi. Il suo più grande shock è scoprire che il figlio del suo nuovo patrigno è lo stesso ragazzo che all'epoca della scuola elementare era solito bullizzarlo, rendendo la sua vita letteralmente un inferno...
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"Qualcuno potrebbe dire che non dovrebbe voler amare la persona che lo ha distrutto. Però lui vuole amare la persona che lo ha rimesso insieme. Lo vuole, davvero, ma non può."
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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5. Qualcuno che non posso avere
 

Meglio vero o sintetico?
 

Quello fu il primo messaggio in assoluto che Theo ricevette da Liam, e lui restò a guardarlo per un minuto buono chiedendosi quale diavolo fosse il suo problema. Stava per rispondere, quando Josh lo chiamò dal fondo del corridoio. Theo bloccò in fretta il cellulare, prima di infilarlo in tasca.

"Hey amico" Josh lo raggiunse correndo con un sorriso sul viso.

"Hey" lo salutò Theo, continuando a camminare verso gli spogliatoi per prepararsi per la pratica.

"Sai, stavo parlando coi ragazzi a pranzo e- quest'anno solita festa a casa tua per Natale, giusto?" esclamò Josh elettrizzato. "Ho già trovato un tizio che vende alcool sottobanco ai minorenni" aggiunse in un sussurro.
Theo trasalì per un attimo. Si diede uno schiaffo mentalmente. Giusto, la festa. Come aveva fatto a non pensarci? Era diventata una sorta di tradizione da qualche anno. Visto che suo padre per Natale partiva sempre per un paio di giorni coi suoi colleghi di lavoro, e non poteva portarlo con sé, Theo aveva la casa tutta per se'. Dopotutto Theo era abituato fin da piccolo a badare a se stesso, visto che suo padre era quasi tutto il giorno al lavoro, quindi non c'erano mai stati grossi problemi.

E da ragazzini ne approffittavano e si riunivano lui e un paio di altri amici per giocare e vedere film. Ma da un paio di anni, le loro serate cinema si erano trasformate in feste in grande stile.

Ma quest'anno la situazione era diversa. C'era Jenna, e c'era Liam.

"Uhm.. non so, in realtà... forse mio padre quest'anno resterà a casa. Magari possiamo trovare un altro posto..?" In realtà Theo aveva sentito Paul e Jenna parlare di un weekend romantico da qualche parte in Canada la settimana scorsa, ma non ne era certo.

"Credevo andassero in vacanza" fece Josh confuso.

"Non credo quest'anno... aspe- andassero chi?" chiese Theo guardandolo ad un tratto sconcertato.

Josh lo guardò come se fosse stupido "Tuo padre e la sua fidanzata" rispose inarcando le sopracciglia, con un sorrisetto malizioso sul viso

Theo sbarrò gli occhi, voltandosi a guardarlo così velocemente che probabilmente si slogò qualcosa. Lo afferrò per una spalla spingendolo in un angolo tra gli armadietti e il muro. "Tu lo sai?" sussurrò.

"Certo che lo so, idiota" Josh roteò gli occhi. "Tuo padre ci ha spedito gli inviti di matrimonio un secolo fa. A proposito-" Corrugò le sopracciglia verso di lui, fingendo di essere profondamente offeso "-quando pensavi di dirmelo?"

"Io-"

"Magari il tuo migliore amico meritava di sapere che vivi col ragazzo per cui hai una cotta da quando avevi dieci anni" fece Josh tranquillamente, come se stesse parlando del tempo.

Theo stava per avere un infarto. Una cotta, lui, per Liam Dunbar? Strinse la presa sulla sua spalla, prima di dargli una spinta. "Che cazzo dici, Josh?"

Josh roteò di nuovo gli occhi. "Tu e il tuo rifiuto verso l'ovvio"

"Ascoltami bene, stronzo, io non ho..." Arrossì leggermente, le parole che gli si incastrarono in gola. Abbassò la voce di parecchi decibel. "Non ho una cotta per Liam. Non ce l'avevo quando avevo dieci anni e sicuramente non ce l'ho ora" Sbuffò una risata incredula. Questo era ridicolo. "Chi ti ha messo in testa questa stronzata? E come diavolo fai a sapere che vivo con lui?"

"Sugli inviti c'è scritto il nome, sai" gli ricordò Josh impassibile. "E mia madre ha incontrato sua madre, che gli ha raccontato che andranno in montagna per Natale" Josh rise scuotendo la testa. "Sei un tale idiota, per quanto pensavi di poterlo nascondere? Theo, a nessuno importa" Scrollò le spalle con noncuranza "E in ogni caso, non puoi impedire alle persone di parlare." Theo si morse l'interno della guancia, le labbra serrate, mentre distoglieva lo sguardo da Josh. "Comunque, tutto questo ci riporta al fatto che casa tua è libera e che quindi... che festa sia!"

"Josh, no- meglio lasciar perdere" Theo sospirò, alzando una mano per tirarsi indietro i capelli, sconfitto. "Troviamo qualche altro po-"

"Mmh, credo sia un po' tardi per quello" Josh borbottò guardandolo con una smorfia colpevole.

"Che vuol dire?" Theo lo guardò, il panico che saliva lentamente. Spalancò gli occhi. "Che cazzo hai fatto?" chiese lentamente, terrorizzato di sapere la risposta
"Potrei averlo già detto a qualcuno"

"Be' disdici" sbottò Theo stizzito.

"Theo!" Theo sobbalzò quando Liam, appena comparso in fondo al corridoio, si fiondò verso di lui, il cellulare stretto in mano e ansante per la corsa. Theo guardò su e giù per il corridoio, guardandolo seccato. "Ti ho detto di non parlarmi a scuola" gli sussurrò.

"Troppo tardi per questo, non credi?" fece Liam ironico roteando gli occhi. All'espressione confusa di Theo, girò il cellulare verso di lui.

Theo lo afferrò per leggere, alzando poi lentamente gli occhi su Josh, che sembrava sul punto di voler darsi alla fuga. "Perchè c'è un evento su Facebook che invita tutta la scuola alla festa di Natale a casa di Theo Raeken e Liam Dunbar?"

"Uhm- credo che io andrò, sì-" Josh fece, fingendo noncuranza

"Josh!" Theo quasi ringhiò, mollandogli un pugno sulla spalla.

"Credevo che non dovesse saperlo nessuno" fece Liam divertito, incrociando le braccia.

"Non sono stato io!" Josh si affrettò a esclamare. Theo lo fulminò con lo sguardo. Josh sospirò. "Okay, io- potrei averlo detto a Boyd, che l'ha detto a Isaac, che l'ha detto a Erika..."

"...che l'ha detto all'intera scuola" completò Liam tranquillamente, annuendo in accordo

"Liam, stai zitto"

"Okay" Josh alzò le mani, con fare conciliante. "Lo so che non volevi si sapesse in giro, chissà per quale oscuro motivo, mi dispiace, ma comunque l'avrebbero scoperto comunque, no? Insomma, il matrimonio è tra sette mesi" Theo continuava a guardarlo di traverso, l'espressione corrucciata. "E guarda il lato positivo" Il sorriso di Josh si allargò.

"Sarebbe?" sbuffò Theo seccato.

"Possiamo fare la festa" esclamò l'altro ragazzo alzando le mani in un'esultanza.

Theo stava per dargli un pugno. Ma Liam lo interruppe. "Seriamente faremo una festa mentre i nostri genitori non ci sono? Questo è così clichè" Roteò gli occhi, un piccolo sorriso sulle labbra

"Hey, innanzittuto, è la mia festa" Theo puntualizzò puntando il dito verso se stesso "Non la tua"

"Ti ricordo che vivo anch'io lì" protestò Liam alzando un sopracciglio. Josh seguì il loro scambio di battute con un ghigno divertito.

"Solo da tre settimane, non c'è confronto"

"Non conta il tempo, visto che potrei sempre fare la spia" fece Liam petulante.

"Non oseresti" fecero in coro Josh e Theo scioccati. Liam incrociò le braccia con aria di sfida.

"Okay" mormorò Theo. Liam avrebbe esultato mentalmente se Theo non lo stesse poi improvvisamente guardando, con un ghigno che si allargava sul viso.

Liam lo guardò incerto. "Che c'è?" chiese, ora spaventato

"Oh niente, pensavo a quando mi aiuterai a pulire casa dopo la nostra festa"

Liam boccheggiò, mentre Theo si allontana ridendo con Josh "Uh, lo odio" borbottò Liam tra i denti.

"A proposito" Theo si voltò continuando a camminare all'indietro "Sintetico"

Liam lo guardò per un attimo confuso, poi ricordò il messaggio. "Scherzi? Chi preferisce l'albero sintentico?"

"Uno che non vuole pulire il disastro che fa un albero vero!" gridò allontanandosi poi con Josh.

Liam scosse la testa "Idiota"

*

Nonostante Theo avesse negato veemente - e continuasse in realtà a farlo ripetutamente nella sua testa da giorni - di provare anche il benchè minimo interesse per Liam, non poteva negare, da quanto Josh lo aveva sottolineato, di essersi accorto di quanto spesso i suoi occhi indugiavano sul ragazzo più basso. Di come il suo sguardo lo trovava quasi immediatemente non appena metteva piede in una stanza affollata, di come le sue labbra si inclinavano istintivamente in un sorriso quando vedeva Liam ridere, di come si faceva particolarmente attento ogni volta che Liam gli parlava di qualunque cosa, anche la più noiosa del mondo, di come la sua pelle formicolasse quando le loro mani si sfioravano per caso quando a tavola gli passava qualche piatto, del bisogno di mettersi in mostra ogniqualvolta scorgeva Liam seduto sugli spalti al campo di lacrosse, di come lo stomaco si contraeva spiacevolmente quando vedeva Liam parlare allegramente con Hayden o perfino con Mason, consapevole che lui non avrebbe mai potuto chiedere di più dell'educata sopportazione che li univa ora, perchè Liam non l'avrebbe mai considerato piu' di un fratellastro non voluto con cui doveva necessariamente andare d'accordo. Non solo per tutto quello che gli aveva fatto passare in passato, ma perchè per Liam la felicità e la serenità di sua madre era evidentemente una priorità, e non avrebbe mai permesso che niente scombinasse quella neonata famiglia. Soprattutto non lui.

Non ha senso inseguire qualcuno che non posso avere, qualcuno che non dovrei nemmeno volere, qualcuno che non merito. Doveva fermare quest'attrazione intensa che sentiva per l'altro ragazzo prima che fosse troppo tardi, prima che diventasse qualcosa di piu'. Era quello che Theo si ripeteva da giorni – forse perfino da settimane – se lo ripeteva a casa, se lo ripeteva a scuola, e se lo ripeteva soprattutto ora, mentre si spingeva a fondo dentro la ragazza sotto di lui, mentre Tracy gli cingeva le spalle, graffiandogli la pelle e gemendo debolmente il suo nome. Mentre lui teneva le labbra serrate, per non rischiare di dire il nome sbagliato, e gli occhi chiusi, per non vedere che gli occhi che aveva davanti non era quelle profonde pozze blu che lo avevano sempre attratto come falene verso la luce.

E quando si accasciò su Tracy, stremato, Theo pensò di non essersi mai sentito tanto vuoto, tanto sporco e insoddisfatto come in quel momento.

*

"Mi sorprende che tu abbia scelto un albero sintetico, tesoro" commentò sua madre scettica, mentre insieme a Liam aveva cominciato a decorare il grosso albero che ora adornava il soggiorno.

Liam scrollò le spalle "Qualcuno mi ha fatto notare che sarebbe stato piu' pratico" disse soltanto con un mezzo sorriso. Jenna sbuffò divertita, scuotendo la testa affettuosamente, mentre si chinava per prendere altre decorazioni dalla grossa scatola ai suoi piedi.

Liam guardò l'orologio appeso alla parete dietro di lui, prima di tornare al suo albero. Aveva sperato che potessero decorare l'albero tutti insieme come una vera famiglia. Sapeva che Paul lavorava fino a tardi, ma contava che almeno Theo li avrebbe raggiunti dopo gli allenamenti di lacrosse. Invece gli allenamenti erano finiti da oltre due ore e lui ancora non si vedeva. Probabilmente era con Josh, oppure con Tracy, sempre che si vedessero ancora dopo l'ultima volta che se n'era andata sbattendo la porta. Liam non aveva ancora capito che razza di rapporto avessero. Non che gli importasse, fintanto che non doveva piu' assistere a scene raccapriccianti.

Scosse la testa violentemente per liberarsi del pensiero, e si allungò per appendere la pallina all'albero.

Sua madre alzò lo sguardo verso di lui. Lo studiò attentamente, prima di aprire la bocca, come se indecisa se parlare o no. Alla fine optò per farlo, perchè lo chiamò "Hey Li"

Liam si voltò verso di lei, aggrottando le sopracciglia al suo tono stranamente e improvvisamente teso. "Cosa?" chiese.

Sua madre si concentrò sulle decorazioni mentre rispondeva "Io... ho parlato con Melissa ieri"

Il cuore di Liam perse un battito, il corpo che si tese dolorosamente mentre stringeva la pallina che aveva in mano come se fosse l'ancora che gli impedisse di farsi trascinare via. Prese un respiro tremante "Novità?" chiese, allungandosi tentativamente per appendere la decorazione.

Jenna scosse la testa "Ancora non ci sono miglioramenti" Caddero in silenzio per qualche secondo, prima che Jenna si decidesse a parlare ancora. "Tesoro, so che è difficile per te, ma... forse dovresti-"

"No" esclamò Liam, la voce carica di angoscia, forse un po' troppo forte.

Theo che stava rientrando dalla porta principale proprio in quel momento, sentì la voce alta di Liam, e si mosse lentamente verso il soggiorno con un'espressione confusa.

"Io- non posso, mamma. Non- non ce la faccio" disse Liam quasi disperato.

"Non dovresti addossarti tutta la colpa in questo modo, Li, non-"
"Invece sì, mamma, è stata tutta colpa mia!" Liam sospirò afflitto, prima di posare la pallina che aveva in mano sul tavolo. "Scusa, vado in camera mia, finirò dopo la mia parte"

Theo trasalì quando sentì i passi di Liam avvicinarsi, ma non fu abbastanza veloce. Quando Liam varcò la soglia, si ritrovò Theo davanti, e riuscì a fermarsi giusto a pochi centimetri da lui evitando di sbattergli contro. Theo fece istintivamente un passo indietro, vedendo lo sguardo sconvolto di Liam. "Stavi origliando?" gli chiese Liam in un soffio incredulo.

"No- no! Io.. sono appena arrivato.." protestò Theo, scuotendo la testa, prima di fermarsi a guardarlo attentamente. "Stai bene?"

"Io- sì, lascia perdere" disse soltanto prima di correre via su per le scale.

A Theo bastò guardare l'espressione addolorata sul viso di Jenna per capire che qualunque cosa fosse, era qualcosa di grosso. Non sapeva cosa fosse, ma probabilmente si riferiva a quel famoso incidente successo alla Devenford Prep che lei gli aveva accennato settimane prima, e di cui a quanto pare Liam era – o si considerava – responsabile.

Theo sospirò facendosi coraggio. Posando lo zaino e la borsa da lacrosse in fondo alle scale, salì velocemente, puntando poi alla stanza di Liam invece che alla sua. Guardò la porta per un momento indeciso, prima di bussare due volte. Liam non parlò per parecchi secondi, ma Theo bussò di nuovo, non demordendo. Sentì Liam sospirare pesantemente. "Non voglio parlare, mamma" disse poi, con la voce ovattata, probabilmente perchè teneva la testa contro il cuscino.

Theo sbuffò "Sono io" disse tranquillo. Non che ciò dovesse incentivare Liam ad aprire la dannata porta, perchè probabilmente l'ultima persona con cui voleva parlare era proprio lui.

Liam girò la testa verso la porta, confuso. "Cosa vuoi?" chiese debolmente.

"Non lo so" Theo rispose onestamente. Si diede dell'idiota mentalmente. "Io- solo-" sospirò "Non lo so"
Liam sbuffò, un mezzo sorriso che gli inclinò le labbra. "Ci sai proprio fare con le parole" mormorò. "Entra, dai"

Le labbra di Theo si inclinarono in un sorriso sollevato, aprendo la porta, nel momento in cui Liam si tirava seduto sul letto. Il cuore di Theo mancò un battito, fermandosi sulla porta. Si era preparato a trovare un Liam sconvolto, forse con gli occhi lucidi, forse nervoso, e sicuramente non disposto a confidarsi con lui, ed era così in realtà, ma di certo non era preparato a trovarlo seduto sul suo grande letto senza maglia, i capelli bagnati sul davanti, il viso ancora umido. Lo sguardo di Theo indugiò sulla maglietta buttata in terra piu' in là. Theo poteva quasi immaginarselo, Liam entrare di corsa in camera, togliersi la maglia con stizza, lanciandola via, correndo poi in bagno buttandosi acqua sul viso per calmarsi. Gli occhi di Theo tornarono a lui, proprio mentre con un sospiro Liam si tirava indietro i capelli che gli si erano appiccicati in fronte, goccioline che schizzarono via, alcune che scivolarono lungo il collo e il petto nudo. Theo ne seguì una con lo sguardo, e degludì. Poi si scosse mentalmente. Non è il momento per questo, Theo. Sei qui per fare il bravo fratello. Si disse, mentre camminava verso il letto, sedendosi cautamente accanto a Liam. Sei qui per fare da sostegno morale, non per scoparlo con gli occhi. Penseremo alla tua stupida cotta piu' tardi.

"Sei qui per consolarmi?" chiese Liam scettico, guardandolo di sbieco.

"Non lo so, dipende" rispose Theo, scrollando le spalle.

"Dipende da cosa?" sbuffò Liam divertito.

"Dipende da quello che vuoi" fece l'altro con semplicità. "Possiamo parlare di quello che ti ha sconvolto, se è che quello di cui hai bisogno."

Liam lo guardò esitante, con gli occhi grandi, quasi colpito. "Oppure?" lo incitò tentativamente.

"Oppure possiamo tornare di sotto, e finire il nostro meraviglioso albero sintetico, per il quale non ti ringrazierò mai abbastanza"

Liam rise leggermente, chinando il capo, un lieve rossore sul viso. Theo non distolse lo sguardo dal suo viso, e fece un sospiro. "Senti" aggiunse serio "Tua madre mi ha detto che è successo qualcosa nella tua vecchia scuola" Theo vide Liam trasalire, e si affrettò a continuare "Però mi ha detto che doveva spettare a te decidere se dirmelo o no, quindi... so che non sono di certo il tuo miglior amico, però se cerchi qualcuno che può capire come ci si sente a fare qualcosa di cui ci si è pentiti o di cui ci si sente in colpa, forse allora sono la persona giusta"

Liam lo guardò, il cuore che accellerò alle parole di Theo, un'allusione poco velata riferita a lui nascosta in esse, prima di abbassare di nuovo lo sguardo sul pavimento.

Non era che non ne voleva parlare con Theo, in realtà non ne parlava mai con nessuno. Cambiava argomento quando sua madre lo accennava, aveva scansato l'argomento con Mason, e con chiunque gli avesse chiesto perchè aveva cambiato scuola. Era un mese che ignorava le chiamate di Stiles per non pensarci, come se bastasse tenere lontano il pensiero per cancellare il ricordo e il peso che portava. No, non era ancora pronto a parlarne. Sapeva che era un codardo. Sapeva che era sbagliato, ma era piu' forte di lui.

Theo sembrò cogliere la sua esitazione, perchè gli diede una spinta scherzosa sulla spalla per attirare la sua attenzione. Gli occhi di Liam scattarono su di lui. "Non devi farlo ora se non vuoi. Ma, quando vorrai, io sarò qui" Theo scrollò le spalle con semplicità.

Liam annuì, un sorriso sollevato che gli increspò le labbra. Poi Theo si battè la mani sulle ginocchia, alzandosi. "Dai, andiamo a decorare questo albero. Ho bisogno di aiuto, non l'ho mai fatto in vita mia!"

Liam lo guardò sconcertato "Cosa?! Sei serio"

Theo mormorò in accordo "Di solito passavo il Natale da solo o dai nonni, quindi-"

"Dio, dobbiamo recuperare allora" Liam esclamò alzandosi a sua volta.

"Bene. Però magari..." Lo sguardo di Theo indugiò sul suo petto nudo. "...Vuoi- non so metterti qualcosa addosso prima di scendere?" suggerì, con un ghigno che sperò nascondesse il suo desiderio.

Liam arrossì come realizzando solo al momento che era senza maglia. "Uhm- sì, g-giusto"

Liam raggiunse la maglia che aveva tirato lontano, e la infilò con un gesto fluido. Theo cercò di non guardare i muscoli che si tendevano al momento. Inutile dire che fallì miseramente. Quando la testa di Liam spuntò dal collo della maglia, distolse in fretta lo sguardo per non essere beccato a fissare.

"Andiamo?" chiese tentativamente Liam. Theo annuì. "Fai strada" gli disse, facendosi di lato per farlo passare con un cenno della mano.

Jenna sembrò sollevata di vedere Liam scendere piu' tranquillo assieme a Theo. Mentre i due si concentravano sull'albero, Liam cominciò ad istruire Theo sull'arte di decorare un albero di Natale, mostrandogli quali palline andavano messe sotto e quali in alto, dove quelle piu' grandi e dove quelle piu' piccole, mentre Jenna sparì in cucina, tornando poi con dello zabaione in grosse tazze per tutti. Fu così che li trovò Paul quando tornò a casa dal lavoro, tutti e tre attorno all'albero di Natale, ormai quasi concluso, le tazze in mano e un sorriso sul loro volto, mentre chiacchiere casuali si susseguivano placidamente. Mentre si univa a loro allegramente, Theo non potè fare a meno di pensare che nonostante la loro non fosse sicuramente una famiglia convenzionale, sapeva comunque di casa. E forse anche lui, come Liam, voleva, desiderava, aveva bisogno di quella felicità, di quella stabilità... e l'avrebbe protetta. Per una volta non sarebbe stato egoista, non poteva essere egoista, no....

 

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