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Autore: Ahimadala    16/02/2020    1 recensioni
Ricomincia un nuovo anno ad Hogwarts: il sesto anno.
Ma per Draco Malfoy non sarà un anno come gli altri: in una sola estate le sue certezze sono state stravolte e iniziano a crollare una dopo l'altra.
Un compito dal Signore Oscuro ed un unico obiettivo: sopravvivere e far sopravvivere la sua famiglia.
Tra tutti i problemi che appannavano la sua idea di futuro, l'amore per una mezzosangue era l'ultima cosa che si sarebbe aspettato.
Dal testo:
La osservò mentre le sue dita percorsero il profilo di quel marchio. Era strano. Un tocco così delicato su quel segno così oscuro. Si sentiva in qualche modo guarito.
Lei aveva questo effetto su di lui.
"Perchè vuoi farlo? Perchè vuoi mettere in pericolo la tua vita per aiutare me?"chiese.
"La mia vita è già in pericolo" affermò decisa, continuando a fissare il suo avambraccio.
"Solo per questo?"
[...]
"Lascia che io ti aiuti" furono le parole di Hermione, sussurate sul bordo delle sue labbra.
"Ad una condizione" rispose lui. Non aveva scampo, era debole di fronte a lei.
Le sue resistenze crollavano, la sua volontà vacillava, la sua ragione e il suo buon senso si dissolvevano.
"Devi permetterti di proteggerti"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Lavanda/Ron
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
Capitoli:
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Hermione era quasi infastidita dal comportamento di Draco. Cosa voleva dire "non posso"? A quale pericolo si riferiva? Perché all'improvviso sembrava così serio? Perché non aveva lo stesso tono di voce dell'idiota che l'aveva sempre presa in giro?

Per quanto volesse convincersi a pensare male di lui, non ci riusciva. Si fidava delle sue parole. Gli credeva. Voleva aiutarlo e voleva sapere la verità. Era tormentato, stanco, spaventato. Lo capiva, glielo leggeva in faccia.

Non provò ad inseguirlo in quel momento perché altri ragazzi erano apparsi nel corridoio. Ma non avrebbe accettato quella risposta come se nulla fosse: avrebbe scoperto la verità. Doveva parlare con lui, era determinata.

Decise di tornare nella sala della festa. Provò a cercare Ginny ma non la vide. Possibile che fosse ancora con Blaise? Cosa stava combinando? Decise di aspettarla dove si erano lasciate: al tavolo dei liquori, sedendosi in un angolo e versandosi da bere. Non era da lei ballare, e non era una grande amante delle feste, ma non se la sentiva di rientrare adesso nei dormitori: la partita stava per finire e voleva evitare di incontrare Ron. Aveva deciso di rimandare la questione il più possibile. Con gli occhi continuava a cercare qualche traccia di Draco, ma niente. Iniziava anche a sentirsi la testa pesante, non aveva forse bevuto un po' troppo?
Passò un po' di tempo, era abbastanza tardi ormai. 

Di Ginny nessuna traccia. 

"Granger, hai visto Draco, non eri con lui?" 

Hermione si girò, vedendo che Theo Nott le stava parlando. Si erano mai rivolti la parola, loro due? Ma cosa avevano tutti, perché erano così strani? 

"Io.. No non l'ho visto" si alzò, barcollando un po'. Theo le diede una mano. 

"Granger, passi da una serpe all'altra sta sera?" era di nuovo Cormac. 

Theo lo fulminò con gli occhi, mentre Hermione parlò "Me ne vado in camera" disse. 

"Non ti lascio andare da sola, quell'idiota potrebbe seguirti" disse Theo, e uscì dalla sala con lei per accompagnarla, offrendole il suo braccio come appoggio. 

Hermione non protestò, forse perché era troppo stanca, le girava la testa e Cormac le sembrava particolarmente insistente questa sera, più del solito. 

Camminavano in silenzio verso il dormitorio, Hermione ogni tanto barcollava e Theo cercava di farle mantenere l'equilibrio. A metà del corridoio, da un angolo buio, uscì fuori proprio lui: Draco. 

Cosa ci faceva lì? Hermione avrebbe voluto chiederlo, ma in quel momento le parole non le uscirono dalla bocca.
Theo, invece non sembrava stupito di vederlo. 

"Sto riportando Granger al suo dormitorio. Ha bevuto un po', e qualche grifone sembrava volerne approfittare". 

"Grazie.. Theo" rispose Draco. 

Grazie, ma che gli importava?  pensava intanto Hermione. Ma le parole non le uscirono dalla bocca. Era incantata ad osservare Draco. Ginny aveva ragione, era bello, era affascinante. Sentì l'istinto di allungare una mano verso di lui e accarezzare i suoi capelli argentei.

Nel muoversi perse l'equilibrio sui suoi tacchi e quasi cadde a terra, ma Draco l'afferrò per la vita. "L'accompagno io" disse all'amico. Theo annuì con la testa, allontanandosi senza dire nulla. 

Ora erano da soli. Il biondo camminava con il proprio braccio avvolto intorno alla vita di Hermione. Nonostante i suoi tacchi, era ancora più alto di lei.
Hermione guardava i tratti del suo volto, e non poté fare a meno di notare le pesanti occhiaie, l'unica imperfezione del suo viso: almeno dimostrava che era umano anche lui. 

Arrivarono alle scale del dormitorio. Esse iniziarono a muoversi ed Hermione sentì la propria testa girare vertiginosamente. Draco lo capì e la strinse con più forza. Quando arrivarono all'entrata la grifona pregò che nessuno la vedesse rientrare in camera sua, nel cuore della notte, con Draco Malfoy. 

Proseguirono in silenzio, senza incontrare nessuno. 

Appena furono in camera sua, lei si sentì libera di parlare. "Perché mi hai aiutata, perché ti importa?" 

"Tu hai aiutato me, no?" rispose lui, il volto serio. 

Hermione si sentì confusa. Si sedette su letto e si tolse le scarpe che ormai non sopportava più. Poi tornò davanti a lui.
Era bello. Lo aveva sempre saputo. Ma non aveva mai avuto modo di apprezzare il suo volto così da vicino prima.
Si alzò sulle punte, avvicinandosi al suo viso, quasi per baciarlo. Ma non lo fece: aspettò che lui aprisse le sue labbra per lei e poi si allontanò. 

"Cosa vuol dire non posso?" chiese. 

Draco sorrise, e con una mano accarezzò la sua guancia.
Sta giocando con me- pensò. Non riusciva a resistere. Mise una mano sulla sua schiena e con una spinta decisa la avvicinò di nuovo a sè. I loro corpi premuti l'uno contro l'altro. 

"Tu sei pericolosa, Hermione Granger" 

 Hermione rispose con un coraggio sfrontato, non sapeva ben definire dove finisse il suo spirito grifondoro e iniziasse l'audacia provocata dall'alcool. 

"Perché sono una mezzosangue? Per quello non mi hai mai guardata, in questi anni?" un attimo di silenzio, "Perché sei qui adesso?" 

Draco restò in silenzio. La guardò. Si avvicino a lei ancora di più. Con una mano le accarezzò il volto, mentre l'altra accarezzò la sua schiena, stringendola con forza. 

"Non lo so" fu la sua riposta. A bassa voce. Sussurrata sulle labbra di lei. 

"Questa l'ho già sentita" rispose lei. 

A lui scappò un sorriso. Malizioso, compiaciuto. Non riusciva proprio a resistere. Sapeva di mettersi nei guai, sapeva che era sbagliato, eppure non voleva fermarsi. Era egoista, stava agendo egoisticamente, come aveva sempre fatto, da vera serpe. 

La baciò, e questa volta non fu lento. Fu un bacio passionale, pieno di desiderio. Hermione era diversa, più libera, più disinvolta. 

Mentre si baciavano i loro piedi si diressero verso il letto. Era lei a spingerlo lì.
Hermione si staccò dal bacio, afferrò una spallina del suo vestito e la fece scivolare lungo la sua spalla. Draco baciò il suo collo, afferò il suo seno. Morse e leccò i suoi capezzoli, risalendo lungo il suo collo. 

"Non dovremmo" riuscì a dire, mentre con le labbra continuava a sfiorarle il collo, poi le clavicole, poi di nuovo il seno.

"Vuoi andartene?" chiese lei. 

Non rispose. Non lo voleva. Non pensava più, aveva perso la capacità di ragionare lucidamente. Erano entrambi ubriachi: lei di alcool, lui di lei. 

Hermione fece scivolare giù il suo vestito. Lui restò immobile un secondo ad osservare il suo corpo: "Sei bellissima" pensò, o disse. Non capiva più nulla.
La fece adagiare delicatamente sul letto. 

Salì su di lei: afferrò le sue braccia e le bloccò, distese sul letto, mentre mordeva il suo orecchio, poi il collo, poi le sue labbra. Voleva assaggiare ogni centimetro della sua pelle, era come droga. 

Assaggiò nuovamente i suoi seni, poi la sua lingua scese lungo la linea dell'ombelico, le sue dita che accarezzavano la sua pelle d'oca, che vibrava come una corda di violino ad ogni suo tocco. 

Raggiunse le sue mutandine, sfliandole delicatamente. La baciò nel suo punto più sensibile, godendo di ogni suo gemito. Infilò due dita in lei, mentre con le sue labbra continua a sentire il suo sapore. Dopo poche spinte la sentì tremare intorno a sé, le mani di lei strette intorno ai suoi capelli. 

Risalì e la guardò negli occhi. "Mi fai impazzire, Hermione" ansimò. 

Lei si alzò. I suoi capelli erano ormai ridotti ad un ammasso disordinato e puntavano in tutte le direzioni. 

Slacciò la sua cravatta, sbottonò la sua camicia. Poi scese verso la sua cintura. Draco si sfilò i pantaloni e poi i boxer, prima di salire nuovamente su di lei. Hermione poggiò le mani sul suo petto muscoloso, lasciandole scorrere lungo la sua schiena, aspettando che lui entrasse dentro di lei. 

Incrociò gli occhi di Draco. Capì dal suo sguardo i dubbi che lo attanagliavano. Strinse le proprie gambe intorno a lui, facendogli capire le sue intenzioni.

 Non aveva dubbi. Lo voleva. Si rese conto che lo aveva sempre voluto, che aveva sempre represso con tutte le sue forze quella sensazione che gli incendiava il ventre ogni volta che sentiva i suoi occhi di ghiaccio puntati su di lei. Che la sua curiosità verso Malfoy era iniziata prestissimo, ma lei l'aveva repressa con ogni sua forza, per anni.
Adesso era esplosa. 

Draco entrò il lei, provando qualcosa che non aveva mai provato prima. I loro corpi si incastravano perfettamente, era come se fossero stati creati per quello.
Non si rese conto di quanto tempo passò prima di sentire Hermione stringersi nuovo intorno a lui, graffiargli la schiena con le unghie.

"Draco" disse, in un gemito soffocato, che forse voleva trattenere. Ma lo aveva sentito. Lui lo aveva sentito. E lo fece impazzire: esplose in un orgasmo intensissimo, forse il più forte che avesse mai provato. Guardò il corpo di Hermione rilassarsi tra le sue braccia. 

Si sdraiò accanto a lei, le accarezzò i capelli con una mano. Erano molto più soffici di quanto pensasse.
Si era addormentata. 

Poi il buio. 

Si addormentò con lei tra le braccia e dormì come non faceva da tempo. 

Si sentiva al sicuro.

   
 
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