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Autore: Blue_Wander    16/02/2020    4 recensioni
"Ti odio così tanto che non vedo l'ora di vedere il giorno in cui ti rovinerai con le tue stesse mani. E ti strapperò quei meravigliosi occhi. [...] La vita vera non è come nelle favole. I principi non si innamorano delle fanciulle del popolo, non rinunciano alla loro vita agiata per una donna, non si fanno mettere i piedi in testa da qualcuno solo perché nei suoi occhi è riflesso il bene più puro o il male più oscuro. [...] Però, mia mortale nemica, non c'è cosa peggiore di conoscere i sentimenti di una persona e non poter farci nulla comunque."
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Seokjin/ Jin, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Alleanze per sopravvivere

 

Le porte del palazzo si spalancarono di colpo, quasi facendo saltare il re di Zamek giù dal trono. Una ragazza dai capelli rossi e vestita di armatura e con la faretra posizionata sulla spalla sinistra, si inginocchiò davanti al proprio sovrano, in quel momento impegnato a dettare un messaggio scritto ad un servo alla sua destra.

-Maestà.- cominciò la giovane ragazza, alzando di poco il viso, i capelli corti leggermente davanti agli occhi. -Seyun è a Zamek.

Il sovrano si alzò in piedi, mostrano il mantello sfarzoso, quasi facendo cadere la corona. -Cosa?!- tuonò, girando lo sguardo verso la guardia in servizio. -Dov'è mio figlio?- il poveretto alzò le spalle e il re borbottò qualcosa di incomprensibile, per poi avvicinarsi alla ragazza, ancora inginocchiata. -Kerasi, cerca Jungkook per me e portalo da lei.

La giovane si alzò in piedi e chinò solo il capo, annuendo e uscendo dall'edificio. Era da quando Jungkook era solo un ragazzino che lei aveva il compito di stargli dietro, riportandolo nella retta via quando cercava di fuggire da palazzo. E pensare che ora era diventato così maturo, così uomo. Erano in molti a pensarla diversamente, ma Kerasi era l'unica che lo conosceva davvero: ricordava ancora quanto dispettoso fosse da piccolo, ma quanto rispetto portava ora a chi era più grande di lui. Nemmeno suo fratello Namjoon era riuscito a creare il solido legame che lei aveva con il principe che, nonostante i suoi ventun anni, era considerato sempre il piccolo erede al trono del regno, il principino a cui era tutto dovuto ma che, in realtà, non aveva mai chiesto niente.

In un quartiere appena fuori da palazzo scorse tre ragazze della sua età, più o meno, vestite in maniera stravagante e con colori improponibili. Spettegolavano su qualcosa che riguardava un piccolo forno li vicino e la rossa cercò di avvicinarsi per sentire che cose avessero da dire.

-Hai sentito?- chiese quella vestita di viola all'amica in giallo. -Quel ragazzo somigliava davvero tanto al principe Jungkook!

La terza, che indossava un abito arancione, diede uno sguardo severo ad entrambe. -E perché mai il principe dovrebbe entrare in una panetteria? Ha ai suoi ordini i migliori servitori e non è di certo il tipo che si sporca le mani.

-Wow.- esclamarono in coro le altre due.

-Lo so perché noi due siamo intimi amici e quindi, ovviamente, lo conosco meglio di chiunque.- concluse.

Kerasi alzò gli occhi al cielo. L'ennesima ammiratrice che inventava storie sul prossimo sovrano; la cosa peggiore era che il popolo ci credeva a quelle assurdità. Ma una cosa era vera: Jungkook non sarebbe davvero mai entrato in un negozio del popolo, non quando la città era invasa da strane creature. Perché mettere in pericolo coloro che desiderava proteggere?

In ogni caso, la giovane aveva il compito di riportare Jungkook a casa, ma controllare un semplice forno appena aperto non doveva farle perdere una grande quantità di tempo, giusto?

Si avvicinò alla maniglia di ingresso, poggiando la mano coperta sulle decorazioni in ferro. Prima di compiere qualsiasi altro movimento ripensò a quello che stava per fare, interrogandosi. Era davvero la scelta giusta?

Oh, al diavolo.” pensò, alzando gli occhi al cielo, spingendo la porta per aprirla. “Sto solo entrando dal nuovo panettiere della zona!

-Buongiorno e benvenuta.- sentì provenire da dietro al banco. Era una voce giovane e allegra, ma sembrava completamente diversa da quella di Jungkook. Dopo essersi guardata attorno, constatando l'assenza del principe, guardò in faccia il suo interlocutore, decisa a salutarlo e andarsene alla svelta.

Ma Kerasi, una volta incastrati gli occhi in quelli scuri di lui, non riuscì a muovere un muscolo.

 

Alcune ragazze erano intente a preparare i cavalli per la partenza imminente del principe e dei suoi tre accompagnatori, mentre Jungkook passeggiava tranquillamente con Namjoon. La notte precedente era stata ricca di avvenimenti.

-Altezza...- cominciò il generale. -Perché volete portare con voi la ragazza? Non sarà pericoloso?

Il principe guardò fisso davanti a se, incrociando le mani dietro la schiena, sporcando di terra l'orlo del lungo mantello rosso. -Non hai sentito le parole di Yoongi? Ha chiaramente detto che Veral è già in pericolo.

Il biondo si chiese da quando l'altro avesse cominciato a chiamarla per nome. La cosa lo infastidiva, ma cercava, invano, di non farlo notare. -Credo comunque che sia più saggio lasciarla in città. Inoltre, scusate la mia insolenza, ma penso che tutta la questione della leggenda sia assurda. Insomma magia, stregoneria, gemme...- continuò, gesticolando un poco. -Perdonatemi, ma lo trovo eccessivo. Persino per Yoongi, sì.- annuì da solo al suo stesso discorso, ma Jungkook fece un gesto negativo con il capo.

-Se suo padre è morto un motivo c'è, Namjoon.- il principe sarebbe andato avanti con la frase, ma non voleva apparire debole agli occhi del generale, segretamente ammirato sotto tutti i punti di vista. La realtà era che il vecchio re di Ignogan era un grande amico di suo padre e ricordava ancora bene le parole che il sovrano defunto gli aveva rivolto da bambino: “Tu hai la stoffa per fare il re” aveva detto, puntandogli un dito contro e scoppiando in una fragorosa risata. “Diventerai anche meglio del tuo vecchio, vedrai.

Il piccolo Jungkook dell'epoca ci aveva creduto fino in fondo, ma di certo non lo avrebbe mai ammesso. Chissà che cosa avrebbe pensato un uomo autoritario e severo come Namjoon di lui che in confronto era un ragazzetto viziato cresciuto tra i soldi e tra l'apprezzamento della gente. Ovviamente, era il principe!

-A proposito di quella canaglia.- iniziò il generale, poggiando le mani sui fianchi. -Chissà dove si è cacciato.

Jungkook alzò gli occhi sulla torre dell'orologio della città. -Ah, sono le dieci.- esclamò, facendo schioccare la lingua. -È in città una delle pretendenti, che seccatura.- si stiracchiò appena.

Namjoon aveva capito benissimo: nemmeno il minore era così scemo da credere alla magia. Il moro cercava una scusa per andarsene da palazzo visto che sua madre non faceva altro che rifilargli appuntamenti con le ragazze dell'intero continente.

Che vita, il povero principe.

Il generale alzò gli occhi al cielo. Sapeva che per il giovane era una scocciatura, ma era suo compito come principe essere fedele alle tradizioni e sposare una ragazza degna del suo rango sociale. Non che gli importasse, comunque. Da quando aveva rifiutato Veral, Namjoon aveva la possibilità di starle accanto e di sollevarle il morale – nonostante sembrasse non servire per nulla.

-Principe, dovete andare a palazzo, sicuramente il re, vostro padre, vi aspetta.- il biondo si inchinò leggermente, anche se, come al solito, gli costava fatica. Sottomettersi al più giovane gli faceva venire il voltastomaco.

-Alzati, Namjoon.- pronunciò, controllando che non ci fosse più nessuno intorno a loro. -È fastidioso quando ti rivolgi a me con quell'aria così estranea.- strinse i pugni e cercò di evitare il suo sguardo. -Quando eravamo piccoli mi trattavi come se fossi tuo fratello e ora sembra che mi conosci appena.

Il generale cambiò subito tono. -Come osi parlare del passato dopo tutto quello che è successo? Tu non...

-Dopo questo viaggio potrai andartene.- lo interruppe. -Non metterai più piede al castello se lo vorrai. Potrai tornare dalla tua famiglia e portare con te la ragazza.- Namjoon arrossì. -Darò ad entrambi tutto l'oro che vorrete, ma devi concedermi questo viaggio. Sei il mio generale e, fino a che sei qui, sei costretto a sottostare ai miei ordini.- lo guardò negli occhi, allungandogli la mano destra. -Allora, ci stai?

-Ci sto.- rispose l'altro, ricambiando la stretta.

-Allora abbiamo un accordo.

 

Alle dieci e mezza della mattina Kerasi non era ancora tornata a palazzo, ma le porte della sala del trono si spalancarono comunque. Due uomini vestiti in modo strano accompagnavano una ragazza dall'abito scuro e dal trucco pronunciato, i capelli neri legati in una treccia lunga fino alla fine della schiena. La ragazza si stava guardando in giro, ma l'unica cosa che fu in grado di vedere fu il re, intento a parlare con un giovane uomo, anch'egli con la corona reale sulla testa con inciso lo stemma di Ignogan.

-Seyun!- esclamò il sovrano più anziano, alzandosi. Andò subito a stringere la mano della giovane che ricambiò, sorridendo cordialmente. Yoongi, dal canto suo, aveva capito che la mora non aveva alcuna voglia di trovarsi là. L'aveva già vista e, per di più, il suo nome era familiare. Chissà dove lo aveva sentito...

-Mi dispiace per il ritardo, sire. Purtroppo abbiamo avuto dei problemi con dei banditi alle porte della città.- si inchinò uno dei due uomini, mentre l'altro annuiva, finendo il discorso del collega.

-I vostri soldati sono intervenuti immediatamente e hanno...eliminato il problema.

Il re scoppiò a ridere. -Un benvenuto particolarmente interessante, eh! Hai sentito, Yoongi?- domandò, mentre l'altro abbozzò un sorriso. -Beh, che posso dire? Siete i benvenuti, anche se non sembra proprio!- Seyun si lasciò sfuggire un verso divertito. Il re stava praticamente prendendo in giro le sue guardie del corpo. -Ora, posso sapere perché siete qui?

Uno dei due uomini aprì la bocca per parlare, ma ciò che le orecchie del re udirono fu la voce soave della regina. -Li ho invitati io. È ora che nostro figlio si trovi una moglie, caro.- spiegò a testa alta, poggiando la mano magra e minuta su quella più grossa e ruvida del marito.

Il re, leggermente scosso, pregò gli uomini di Seyun di seguirlo insieme alla regina, chiedendo a Yoongi di intrattenere la ragazza.

Rimanendo da soli, il biondo, cercò di studiarla. Era sicuro di averla già vista da qualche parte, ma lei non sembrava provenire da Ignogan e non era mai uscito più di tanto dalla sua città. La guardò un altro paio di volte: aveva anche già dimenticato il suo nome, non che gli importasse così tanto. Alla fine Yoongi aveva ben altre priorità. Di certo non era suo compito intrattenere una ragazzina di qualche anno in meno del principe Jungkook – che neanche gli andava troppo a genio. Non sapeva nemmeno perché si stava facendo tutte quelle paranoie.

Seyun. Quel nome gli rimbalzò nella testa con insistenza.

Ecco come si chiamava, Seyun. Certo, era fin troppo familiare e lo aveva già sentito, ma proprio non riusciva a ricordare dove.

Il biondo spalancò gli occhi: in realtà lo sapeva benissimo. -Ho sentito tanto su di te, Seyun. Ora mi ricordo...- cominciò guardandola. -Sei l'idolo di tutto il continente.

Ricevette un suo sguardo annoiato. -Sono io.

-Proprio non capisco.- cominciò lui, portandosi una mano al mento. -Perché non ti nascondi? Perché hai scelto di diventare famosa?

L'espressione della giovane si fece cupa. -Attirerei molta più attenzione se fossi rimasta a Vimana.- gli riservò poi un'occhiata raggelante. -Chi altro lo sa?- chiese, studiando ogni dettaglio del suo interlocutore. Lei, purtroppo, non sapeva nulla su di lui.

Yoongi le si avvicinò, fermandosi solo a pochi centimetri dal suo viso. -Nessuno.- prima che Seyun potesse tirare un sospiro di sollievo, il re ghignò. -Se starai alle mie condizioni, ovviamente.- la mora gli fece segno di andare avanti, allontanandosi un po' e mantenendo lo sguardo. -Al tramontare del sole, io e il principe Jungkook partiremo per Ignogan insieme al suo generale. E a te, naturalmente.

-Perché hai tanto bisogno di me? Non sai cavartela da solo?- rispose lei, scocciata.

-Hai ragione sai.- cominciò il ragazzo, girandole attorno, fermandosi alle sue spalle, sussurrando al suo orecchio, facendole venire i brividi. -Potrei.- si riposizionò davanti a lei. -Ma sai, fa sempre comodo qualcuno che faccia da esca. Non che tu abbia molta scelta, in ogni caso.- concluse, dirigendosi verso la porta.

Seyun si girò nella sua direzione. -Come potrò sapere quando partite?

-Tutto a suo tempo, mia cara.- sparì nell'oscurità della stanza a fianco, lasciando nuovamente entrare nella sala del trono il re, la regina e le guardie della giovane artista.

 

-Quest'uomo ha davvero visto in faccia Ametista?- chiese Namjoon, balzando in piedi, mentre Jungkook gli intimava di calmarsi. -Ma quindi la leggenda è...

-Vera.- concluse Yoongi. -Come avevo detto.

Kerasi si strinse nelle spalle e l'uomo che la accompagnava aggrottò le sopracciglia. La giovane lo aveva portato al cospetto del principe per ben altri motivi, in realtà. Inizialmente il giovane panettiere -che ricordava si chiamasse Seokjin- aveva detto che si era trasferito da Luskin, il Regno della Luce, insieme alla sua famiglia. Erano stati messi in fuga da alcuni abitanti di Vellham, ma quando avevano provato a chiedere sostegno al proprio sovrano, egli gli aveva riso in faccia, dicendo che non si sarebbero immischiati con il volere del paese dell'acqua.

Poi, quando i due arrivarono all'interno delle stanze del giovane Jungkook, Seokjin vide il futuro re di Zamek e l'attuale sovrano di Ignogan parlare di una pietra preziosa, in particolare Lapislazzuli. I due si stavano rivolgendo a lui come se fosse una persona vera, il tutto davanti al generale della città, troppo impegnato a leggere il quotidiano del giorno che era stato consegnato quella stessa mattina.

Kerasi, inizialmente, pensò che i due fossero andati fuori di testa. Poi però notò lo sguardo interessato del proprio accompagnatore e cominciò a capire di non essere a conoscenza di alcune cose. Dopo essersi schiarita la gola chiese delle spiegazioni.

-Sa troppe cose, Yoongi.- cominciò Jungkook, indicando il fornaio con la testa. -Non possiamo lasciarlo qui.- guardò il maggiore che annuì, tenendo i propri occhi su Seyun, intenta a bere una calda tazza di tè.

-Cosa vorreste dire?- chiese Seokjin, sistemandosi leggermente i capelli scuri. -Io ho un lavoro e una famiglia, non posso certo abbandonare tutto e andarmene.

Yoongi gli poggiò una mano sulla spalla. -Hai detto che Ametista infesta il tuo paese d'origine, vero?

-Sì, è con questo?- chiese, affrontandolo.

-Potremmo aiutarti a capirne il perché, se tu ce ne dessi la possibilità.- spiegò. -E poi se non facciamo qualcosa nessuno più avrà una famiglia e i pochi superstiti saranno costretti a vivere sotto una nuvola d'angoscia costante. Vogliamo indagare e scoprire perché queste entità mostruose stanno inginocchiando tutto il continente.

-La cosa strana è che Zamek non ha solo un nemico.- si intromise Kerasi, aiutando una serva che stava mettendo gli abiti del principe in un baule in pelle. -Sembra che le creature della leggenda siano tutte contro il nostro paese.

Jungkook annuì. -Ed è da questo che sono cominciati i nostri problemi. Ora che siamo a conoscenza della causa dobbiamo stanarli e ucciderli.

Namjoon si alzò in piedi e andò verso il nuovo arrivato, squadrandolo. -Perciò vieni con noi o no? Tra qualche ora partiremo e dobbiamo comunicare il numero di cavalli supplementari alle ancelle prima di cena.

Prima della risposta di Seokjin, Kerasi poggiò una mano sulla spalla del fratello. -Certo che veniamo, non hai sentito il re di Ignogan? Più siamo, più avremo la possibilità di uscirne vivi.

Il fratello maggiore della rossa stava per dire qualcosa ma ci ripensò non appena vide Seyun alzarsi dalla comoda poltrona del principe. Poggiò la tazzina sul piccolo piatto in porcellana, decorato da dei piccoli disegni dorati. Fece qualche passo verso Jungkook, fermandosi poi solo per guardarlo in faccia, studiando il suo volto. L'intero gruppo nella stanza la seguì con lo sguardo per tutto il tempo, rimanendo in silenzio, ben in contrasto con la confusione di solo qualche attimo prima, dove ognuno faceva casino e parlava a voce alta.

-Indubbiamente non avete un piano.- proclamò con voce stremata. -Nessuno di voi è convinto di quello che sta davvero per fare, tu meno di tutti gli altri.- indicò Namjoon con un dito, per poi tornare a guardare il principe. -Come pensate di riuscire a muovervi contro le peggiori creature del creato senza un piano?

Yoongi evitò di farla continuare, catturando la sua attenzione chiamandola per nome. -In realtà abbiamo un asso nella manica.

  
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