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Autore: Melanto    18/02/2020    5 recensioni
[Storia scritta per la FlashChallenge: bacio del gruppo facebook 'Il Giardino di EFP']
Una squadra di calciatori all'ultimo anno di liceo, tre manager e due giorni di ritiro in solitaria come regalo del loro mister prima che gli esami li assorbano del tutto e il diploma li catapulti nel mondo degli 'adulti'.
Due giorni per godere appieno di quella adolescenza che sta per tramontare. Benvenuta maturità... o quasi.
«Siamo soli, quindi?»
«Così pare.»
«E allora direi che possiamo scatenare l'inferno!»
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Kumiko Sugimoto/Susie Spencer, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Shingo Takasugi/Bob Denver, Yukari Nishimoto/Evelyne Davidson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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So, kiss me - #3

Note Iniziali:

Questa storia partecipa alla Flash Challenge: Bacio indetta dal gruppo facebook ‘Il Giardino di EFP’.

 

 

 

 

 

 

 

- III: Sakè o Aciditè? -

(prompt #10: bacio sulla guancia)

 

 

 

 

 

 

 

Un sospiro soddisfatto, il fondo della bottiglia che sbatte sulla superficie del tavolo e infine un rutto clamoroso che si attira una parte di applausi e una blanda parte di insulti.

Gli insulti sono soprattutto di Yukari.

«Ishizaki, fai schifo.» Sta raccogliendo le stoviglie del pranzo appena terminato, ma si ferma solo per lanciargli un’occhiataccia.

Ryo fa spallucce. «Ho gradito, dovresti essere contenta.»

«Non era un geppu e tu non sei un vecchio di mezz’età, ma solo un cafone!»

Senza dargli modo di replicare se ne va con i suoi piatti e il suo sdegno.

Ishizaki sospira. «Deve esserle rimasto il pranzo sullo stomaco.» Spera di riuscire a mascherare l’amarezza nello sguardo tanto bene come riesce a fare con le parole.

«Be’, non ha tutti i torti, senpai. Non è stato molto carino.»

Ryo alza mani e occhi. «Va bene, va bene. Le manager siete voi, avete ragione.»

Attorno alla tavola si è tutti più rilassati e non c’è la voglia di fare discussioni inutili. Sente un po’ di stanchezza nelle gambe e il desiderio di schiacciare un pisolino dopo aver fatto fuori tre ciotole di riso, pesce e verdure. Quella mattina, subito dopo che il mister è andato via, hanno fatto il loro dovere – si sono allenati – e questo significa che possono finalmente godersi il pomeriggio in pace secondo i loro pessimi piani. L’idea di stare in panciolle sulla spiaggetta privata della struttura l’ha solleticato fin dalla mattina.

«Sarebbe bello se te lo ricordassi sempre e non quando ti fa comodo o vuoi evitare una discussione in cui hai torto, Ishizaki.»

«Eddai, Anego. Abbi pietà.»

Sanae sotterra l’ascia e si versa un bicchiere di acqua fresca. Nella brocca, il ghiaccio è quasi tutto sciolto.

«Che programmi avete per la giornata?» domanda Iwami, rivolgendosi proprio alla manager.

«Dipende, voi avete da fare?»

«Decisamente!» Ryo s’intromette a braccio teso e indice puntato. «Noi oggi pomeriggio saremo off-limits. Non veniteci a cercare, torneremo noi.»

«Addirittura?» Yukari è tornata dalla cucina e raccoglie le ultime ciotole, ma non le porta subito di là. Resta ferma accanto al tavolo con espressione incuriosita.

«Sì, addirittura. E sai perché? Perché noi siamo giocatori seri. Siamo la Generazione d’Oro e dobbiamo mantenere alta la bandiera della nostra forma fisica e delle nostre capacità.»

«…soprattutto per la bandiera. Alta.» Hajime camuffa un paio di colpi di tosse che fanno affilare lo sguardo di Sanae seduta al suo fianco.

«Ah, sì. Penso di aver capito cosa dovete fare.» Molla una gomitata a Taki e questi crolla con la faccia sul tavolo ridendo come un disperato. «Quanto siete zotici…»

«Che cosa? Io non ho capito. Si tratta di un allenamento speciale?»

Ryo vorrebbe interrompere la ridacchiata generale che è partita alla domanda perplessa di Kumi, onde evitare sospetti. E poi è convinto che Sanae non abbia capito sul serio, a meno che qualcuno non glielo abbia detto... Naah! Impossibile! Avevano giurato di tenere le bocche cucite!

«Lascia perdere, Kumi. Si tratterà di qualche idiozia tipica maschile, tipo, prova di coraggio, forza fisica o solo Stupidità Applicata. Chi l’ha proposta questa cosa? Fammi indovinare: tu?»

«Il fatto che tu debba sempre prendere le mie idee poco sul serio, mi perplime, Yukari. Non so, te lo ha ordinato il medico o sei proprio odiosa di natura?»

«Finitela.» Una sola parola di Taro ed entrambi tornano nei rispettivi angoli del ring. Si scambiano un’occhiata intensa in cui ci sarebbe tutto e il suo contrario di quello che vorrebbero dirsi in quel preciso momento.

«Oh… e quindi non possiamo venire?»

«No! Proprio, no!» rispondono tutti in coro, tanto che Kumi, già delusa, ci resta ancora peggio e incrocia le braccia al petto, mettendo un broncio grazioso.

«Okay, okay! Che sarà mai?! Come se andassimo a rivelare i vostri segreti agli avversari.»

«Tranquilla. Per quello non ce ne sarebbe neppure bisogno, tanto perdono già così.»

«Questa è infame e gratuita, Yukari.» Ryo è punto sul vivo. Le tre sconfitte consecutive al campionato nazionale pesano per tutti e lui, che è anche il capitano, lo sente più degli altri.

Lei accenna un sorriso divertito. Prende le ultime cose e si volta, guardandolo da sopra la spalla.

«Non è colpa mia se la verità fa male.» Come prima, se ne va senza aggiungere altro.

In tavola è calato un silenzio imbarazzato in cui si sente solo il rumore dei passi di Yukari e il tintinnare delle stoviglie che ha in mano.

«Di solito, a fine pranzo si beve un goccio di sakè, tu che hai preso: aciditè?!» Ryo gracchia come un corvo e la tensione attorno si scioglie in mezze risate.

«Lascia perdere quello che ha detto, non so che le prende da un po’ di tempo.» Sanae non è l’unica a essere perplessa.

«Ultimamente Nishimoto è sempre antipatica, pare che non le vada mai bene nulla.» Fa notare Nakayama. Taki sogghigna: «Avrà le sue cose.»

«Da mesi? Cazzo è?» Teppei scuote il capo. «E poi non è sempre vero, perché con i kohai era tutta miele e gentilezze.»

«Si starà mettendo nell’ottica del fare la maestra.» Morisaki solleva le spalle.

«Ho capito, ma perché trattare noi a pesci in faccia?»

Ryo ha abbassato lo sguardo sul bicchiere in cui un cubetto solitario, l’unico ancora rimasto dallo sciogliersi, nuota nel tè annacquato. Avrebbe la risposta a quelle domande, ma non la dice né ci vuole pensare. Se una parte di sé riesce a capire, l’altra – che è poi la fetta più grande – è incazzata come e più dei suoi amici, perché niente giustifica a sufficienza quei modi del cazzo.

Due braccia sottili gli circondano il collo in maniera inaspettata mentre è perso con la mente altrove, tanto che quasi sobbalza.

«Sono sicura che la senpai non pensa affatto male di te o delle tue idee. Né che non siate bravi. Deve solo stuzzicarvi, lo fa per non farvi abbassare la guardia, ma sono certa che vi rispetti moltissimo.» Kumi gli stampa un bacio sulla guancia, morbido come lo zucchero filato – ha pure lo stesso odore – che lo lascia intontito, perché non se l’è aspettato, e poi lo fa sorridere.

«Kawaii, Kumi-chan», dice in un teatrale sbatter di ciglia. Al suo fianco, Urabe alza la mano.

«Ehi! Anche io sono stato trattato male da Yukari! Spetta anche a me un bacino di consolazione?»

«Sì, sì! Anche io!»

«Presente!»

«Qui, qui!»

«Polletti», ridacchia Sanae con il mento nella mano, mentre Kumi è un girasole con le mani piene di baci.

 

 

 

 

 

 


 

 

Note Finali: …qualcuno continua ad avere un atteggiamento da spina nel chiul, e qualcun altro sembra sapere più di quello che dice.

Ma.

Scusate.

Qui si sta parlando della spiaggetta.

Ve lo ricordate, vero, cosa si era detto a proposito della spiaggetta?

Cos’è che dovevano fare i ragazzi al mare…?

*ride*

Ci rileggiamo domani, con il Capitolo 4! XD

(I capitoli sono appena diventati 12. Posso bestemmiare? Posso bestemmiare. *facepalm*)

 

 

   
 
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