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Autore: Dan13la1995    19/02/2020    1 recensioni
Liam torna nella sua città natale dopo anni, quando sua madre decide di risposarsi. Il suo più grande shock è scoprire che il figlio del suo nuovo patrigno è lo stesso ragazzo che all'epoca della scuola elementare era solito bullizzarlo, rendendo la sua vita letteralmente un inferno...
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"Qualcuno potrebbe dire che non dovrebbe voler amare la persona che lo ha distrutto. Però lui vuole amare la persona che lo ha rimesso insieme. Lo vuole, davvero, ma non può."
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Nota autrice: Eccomi qui ad aprire la mia prima nota d'autore. Volevo ringraziare chi sta leggendola storia, chi l'ha aggiunta ai seguiti e anche chi ha lasciato una recensione! Mi fa piacere sentire il parere di chi legge, quindi non fatevi scrupoli, buone o cattive, accetto qualunque critica! Può solo aiutarmi a migliorare!
Inoltre volevo informarvi che procederò abbastanza spedita con la storia, poichè l'ho già scritta quasi tutta, ad eccezione dei capitoli finali, e che avrà circa 30 capitoli. Grazie ancora a tutti! ^_^


 
10. Ne è valsa la pena
 

La stazione dello sceriffo era stranamente più silenziosa di quanto Theo si aspettasse. Non si sentiva volare una mosca, l'unico rumore erano i loro respiri lenti e tesi, e il ronzio delle luci appese al soffitto, mentre aspettavano e aspettavano. E aspettavano.

Theo, la testa buttata all'indietro contro il muro vicino alla porta e le braccia incrociate al petto, fissava attraverso le tapparelle la schiena di suo padre e dei genitori di Josh che parlavano con lo sceriffo, mentre batteva nervosamente con il piede in terra. Non voleva stare qui. Non gli interessava sapere cosa lo sceriffo stava dicendo a suo padre, e non gli importava della punizione che sicuramente lo aspettava. Voleva solo sapere come stava Liam. Voleva solo correre da lui il prima possibile.

Quando la polizia li aveva 'invitati' a seguirli in centrale, aveva fatto arrivare un'ambulanza per l'altro ragazzo, e Corey, l'unico non coinvolto apparentemente nella rissa, lo aveva seguito con la sua auto. Theo spostò lo sguardo su Tracy e Hayden sedute riposando l'una sulla spalla dell'altra, a Mason, che sembrava solo star fissando vacuamente il cellulare, a Josh che si teneva un impacco di ghiaccio sulla guancia. Quando incrociò il suo sguardo, lui gli rivolse una tacita scrollata di spalle.


Hayden diede un sospiro pesante, portandosi la mano sulla fronte e Tracy la guardò preoccupata, disegnandolo cerchi sulla schiena con fare consolante. "Forse dovresti andare a casa e riposare un po'. Lo sceriffo ha già sentito la tua dichiarazione, non c'è bisogno che resti qui"

"Non voglio andare a casa, tutto quello che vorrei fare ora è spaccare la faccia a Gabe" mugugnò con rabbia lei. Rilasciò un altro respiro frustrato prima di alzarsi di scatto. Tracy la guardò preoccupata. "Dove pensi di andare ora?"

"Vado a cercarlo" disse soltanto, camminando decisa verso l'uscita.

Theo le afferrò il polso con forza nel momento in cui gli passò accanto. Hayden lo guardò seccata. "Che vuoi, Theo? Lasciami andare-" protestò cercando di liberarsi.

"Non farlo." rispose gelido. "Basta già che Liam sia rimasto coinvolto in tutto questo, tutto quello che ci manca ora è il doverci preoccupare anche per te" Hayden smise di provare a liberarsi e si immobilizzò guardandolo quasi sorpresa. Theo le lasciò il polso, e continuò ancora senza guardarla. "So che non sono affari miei, ma- dovresti solo stare lontana da lui. È pericoloso, tutti quelli che gli stanno intorno finiscono per farsi male, non lo vedi? E tu potresti essere la prossima, non ti lascerò uscire da quella porta"
"Lui.. non mi farebbe mai del male" protestò Hayden debolmente, stringendosi istintivamente il polso dove l'amico di Gabe le aveva lasciato un piccolo livido, mentre lo sguardo sorpreso diretto a Theo diventava piu' inarcato. Anche Mason e Tracy lo stavano guardandolo allo stesso modo, solo Josh per qualche motivo non sembrava stupito.

"Non puoi mai saperlo" rispose lui, cercando di ignorarli.

Hayden lo fissò per un secondo. "Perchè ti importa?" chiese incerta.
"Non mi importa" Theo sentì il suo stesso cuore saltare alla menzogna. E a giudicare dalle espressioni esasperate di tutti, non ci avevano creduto nessuno. Theo sospirò prima di guardare Tracy.
"Tracy" La ragazza sussultò sentendosi chiamata in causa. "Dovresti accompagnare Hayden a casa, non c'è bisogno che restate qui ancora, tutte e due" intimò con forza.

"Uh..." Tracy fece presa allo sprovvista prima di annuire e alzarsi, raggiungendo Hayden, ancora in piedi davanti alla porta, quasi come se fosse indecisa sul fare di testa sua o dare ascolto a Theo per la prima volta nella sua vita probabilmente.

Tracy le poggiò una mano sulla spalla "Andiamo?"

Dopo qualche secondo Hayden sospirò sconfitta "Andiamo" Guardò i ragazzi uno a uno. "Mi dispiace per stanotte, ragazzi, davvero"
"Niente di tutto questo è colpa tua, Hayden" rispose Mason dolcemente, rivolgendole un sorriso. Josh lo imitò. Theo non disse nulla. Ma Hayden lo guardò. "Theo, dì a Liam scusa da parte mia"
Theo sentì una stretta al petto a sentire il nome di Liam, ma sbuffò una mezza risata affettuosa "Quell'idiota non ti incolperebbe mai per questo, ma se proprio gli vuoi chiedere scusa, dovresti farlo di persona"
"Penso che lo farò... Notte, ragazzi"
"Fateci sapere se succede qualcosa"
"Certo"

Quando le ragazze furono sparite, cadde di nuovo il silenzio. L'unico rumore ora era quello del vice sceriffo, il cui bedge recitava Parrish, che batteva al computer qualcosa. Theo era tornato a sentirsi irrequieto, l'unico suo pensiero era Liam, Liam, Liam. Si maledì per la sua abitudine di lasciare in auto il cellulare quando andava al Sinema, e per un attimo pensò di chiedere a Mason se avesse ricevuto notizie da Corey, ma visto il modo in cui Mason lo stava fissando quasi a volerlo smembrare per studiarlo pezzo per pezzo, pensò di evitare. In ogni caso se Mason avesse saputo qualcosa sarebbe stato il primo a comunicarlo, no?

Josh sembrava condividere la sua frustrazione, perchè a un certo punto aveva iniziato a battere il piede in terra, voltandosi ripetutamente per spiare oltre il vetro dietro di lui. Alla fine si era arreso, sbattendo la testa contro la parete e sospirando frustrato. "Giuro che ucciderò Gabe per questo, deve pregare che non mi capiti mai piu' tra le mani o giuro su di Dio che-"
"Che fai cosa?" lo interruppe una voce dura, mollandogli un ceffone leggero sulla nuca. Josh alzò lo sguardo su suo padre che aveva appena aperto la porta. "Guarda come ti sei ridotto" aggiunse, guardando il livido sullo zigomo e scuotendo la testa severamente, mentre la moglie gli appariva accanto.

"Dovresti vedere come abbiamo ridotto gli altri" fece Josh con un ghigno, guadagnandosi un altro ceffone. Mason nascose un sorriso esasperato dietro la mano.

"Sei fortunato che lo sceriffo Stilinski sia una persona comprensiva. A quanto pare questo ragazzino, Gabe o come si chiama, lo conosce bene. Gli ha già dato un sacco di problemi."
"Quindi... non ci succederà nulla?" fece Josh speranzoso.
"Oh no, mio caro, sappi che sei in punizione fino al diploma"
"Uh pensavo peggio" esclamò lui sollevato.
L'uomo roteò gli occhi esasperato "Forza, andiamo" sospirò, e lo afferrò per la spalla tirandolo in piedi. Josh fece cenno a Theo di chiamarlo mentre i suoi genitori lo spingevano fuori.

Cinque minuti dopo il silenzio non poteva piu' essere definito teso, ma solo goffamente imbarazzante. Innanzittutto, Theo non ricordava di essere mai stato veramente solo con Mason, e per giunta il modo in cui l'altro lo stava fissando da quasi mezz'ora era decisamente snervante. Theo lanciò un'occhiata a suo padre oltre la vetrata, ancora preso in una conversazione concitata con lo sceriffo, prima di emettere uno sbuffo esasperato. "La smetti?"

Mason trasalì. "Di fare cosa?"
"Di fissarmi, è inquietante, se hai da dire qualcosa, dimmelo e basta." sbottò. "Pensi che io sia un idiota? Pensi che io sia uno stronzo? Un violento? Che non ho diritto di giudicare Gabe perchè sono come lui? Che-?"
"Grazie" disse Mason all'improvviso, fissandolo con gli occhi grandi dopo il suo sproloquio.

Theo lo guardò sconcertato. "Come scusa?"
"Non sapevo come dirlo... o se dirlo. Sai, potrai essere un idiota a volte, e sei sicuramente uno stronzo... ma non sei come Gabe. Sei corso da Liam prima ancora che ti chiedessi qualcosa, e hai fermato Hayden dal fare una sciocchezza, quindi... grazie"

Theo evitò decisamente il suo sguardo, a disagio. "Non devi ringraziarmi, chiunque lo avrebbe fatto" disse seccamente.

"Sai che non è vero" Mason si torse la mani in grembo "Sai, Liam mi aveva detto che non eri... poi così male come sembravi, ma io non gli ho creduto-" Il cuore di Theo saltò un battito e alzò lo sguardo sull'altro ragazzo esitante "-fino a stasera"
"Ce ne hai messo sicuramente di tempo" fece Theo sarcastico.

"Tu non hai sicuramente fatto nulla per aiutare il tuo caso" sbuffò Mason.

"Non è che tu possa dire di conoscermi" protestò Theo.

"Non è che tu me ne abbia mai dato modo!" Theo si zittì, e abbassò lo sguardo degludendo. Mason scosse la testa "Sei stato un idiota da bambino con Liam, e sei stato uno stronzo con Corey l'anno scorso, e con tante altre persone a dirla tutta – ma questo non ti rende una persona cattiva" Lo guardò per un attimo. "Ti rende semplicemente un idiota" concluse poi con un sorriso. Theo si lasciò a malincuore andare a una piccola risata. "E se Liam è altrettanto idiota da darti una possibilità, allora posso farlo anch'io no?"
"Non credo che Corey sarebbe d'accordo"
Mason scrollò le spalle "Lo sarà... dopo stasera" Theo lo guardò confuso. "Ho sempre pensato che non avessimo nulla in comune, e che per questo non saremmo mai potuti andare d'accordo. Ma ora.. ce l'abbiamo, qualcosa in comune, e lo stesso vale per Corey" Allo sguardo ancora piu' confuso di Theo, Mason continuò. "Liam" Il cuore di Theo saltò di nuovo un battito. Doveva imparare a controllarsi, non poteva essere sufficiente il suo solo nome, il suo solo pensiero a farlo impazzire. Il ricordo di quando avevano ballato appena quella sera si presentò nella sua mente prepotentemente. In quel momento sembrava essere passata una vita, non sembrava qualcosa successo solo poche ore fa. Theo scrollò la testa per allontanare il pensiero tornando a concentrarsi su Mason "Se qualcuno è disposto a fare quello che hai fatto tu per proteggere il mio amico, allora per me è un tipo apposto. E so che Corey sarà d'accordo. Forse avrà bisogno di tempo, ma lo sarà"
"Stai dicendo che ora siamo migliori amici?" scherzò Theo. Aveva bisogno di spezzare la tensione in qualche modo.

"Mai" rispose Mason leggermente, un piccolo sorriso che gli inclinava le labbra. Il suono di una notifica sul cellulare di Mason troncò definitivamente l'argomento. Mason prese il cellulare "E' Corey" disse trepidante. Poi tirò un sospiro sollevato "E' okay, Liam sta bene, a quanto pare non era così grave come sembrava, l'hanno perfino dimesso. Jenna lo ha riportato a casa"
Theo sentì un'ondata di sollievo invaderlo lentamente, mentre la tensione abbandonava le sue spalle lasciandolo il posto a una stanchezza opprimente. La sua mente si svuotò per un attimo e lasciò ricadere la testa contro la parete. Era andata bene. Ora mancava solo che suo padre uscisse da lì, e sarebbe potuto andare da Liam. Aveva bisogno di vederlo con i suoi stessi occhi per essere del tutto tranquillo.
Si voltò di nuovo verso Mason, in cerca di una distrazione. "Perchè sei ancora qui? Il vice-sceriffo ha già preso la tua dichiarazione, non c'è bisogno che aspetti-"
Mason scrollò le spalle. "Non riuscirei comunque a dormire a casa, tanto vale che resti a farti compagnia" disse semplicemente.

"Sai, credo che potremmo dire che abbiamo davvero avuto un nuovo inizio quest'anno" scherzò Theo.

Mason sorrise "Già"

Sicuramente i loro se stessi delle elementari non avrebbero mai creduto possibile di ritrovarsi un giorno in quel modo. Loro cinque, insieme, a fare fronte unito per proteggere... per aiutare Liam. In un modo o in un altro, Liam aveva cambiato qualcosa. Lo aveva fatto quando se n'era andato, lo aveva fatto ritornando. Era come se qualcosa si stesse evolvendo proprio lì davanti agli occhi di Theo, come se cose che credeva rovinate stessero tornando improvvisamente apposto. Non sapeva esattamente dire cosa o come, ma durante quei due mesi qualcosa era sicuramente cambiato. E sicuramente era tutto merito di Liam.

Passò un altra mezz'ora prima che Paul uscisse con un sospiro dall'ufficio dello sceriffo. Theo si alzò subito in piedi e Paul lo guardò con un'espressione inquieta. "Allora?" chiese Theo bruscamente.
Paul guardò prima Mason poi tornò al figlio passandosi una mano tra i capelli. "Credo che ora andrò a casa" fece Mason, alzandosi. Guardò Theo "Saluta Liam per me, e digli che passerò da lui domani"
"Okay"
"Notte Theo" Mason guardò Paul "Signor Raeken" lo salutò, prima di uscire lentamente.

"Non lo hai fatto vero?" chiese Theo lentamente dopo qualche secondo di un intenso scambio di sguardi. Paul aspettò un momento, prima di scuotere la testa. "Papà!" protestò Theo con rabbia. "Quello stronzo mi ha colpito con un coltello una volta, e non hai voluto denunciarlo. Ora ha riempito di botte Liam, e non hai voluto denunciarlo di nuovo? Per cosa poi? Per quella stupida donna che non ha nemmeno saputo apprezzarti!"

"So che sei arrabbiato, figliolo, e sono il primo a dire che forse ha sbagliato la prima volta, ma questa non è stata una mia scelta. Ma di Liam"
"Cosa?" Theo si fermò sorpreso, prima di scuotere la testa esasperato. "Certo, ovvio, quell'idiota-"

"Theo, dobbiamo seriamente parlare di questo. Tu e Gabe- So che-" cominciò Paul mestamente.

Theo sbuffò irritato, voltandosi e cominciando a farsi strada verso l'uscita "Non ora, ora voglio solo andare da Liam"

Paul lo seguì a grandi passi fuori dalla centrale di polizia. "Sai, Theo- per quel che vale-" gli gridò dietro. Theo si fermò e si voltò a guardare suo padre. Incontrò confuso il suo sorriso.

"Che hai da sorridere ora?"
"Niente, è che... sono orgoglioso di te."
"Seriamente? Sei orgoglioso che abbia riempito di botte qualcuno? Wow ti daranno sicuramente il premio padre dell'anno" sbuffò sarcastico

"Sai, questo tuo atteggiamento perennemente sarcastico è esasperante, figliolo" Paul scosse la testa. "Ma sì, sono fiero di te. Perchè lo hai fatto per aiutare qualcuno che non fossi te stesso per una volta. L'hai fatto per aiutare Liam."
Theo roteò gli occhi "Non voglio avere una toccante conversazione padre-figlio con te ora" fece leggermente.

"Bene, nemmeno io. Ma sono felice, sappilo. Di solito tu non ridevi mai... invece da quando Jenna e Liam si sono trasferiti da noi sei... meno piatto. Ridi molto, ti arrabbi, dici se qualcosa ti dà fastidio..."
"Non credevo che il mio arrabbiarmi fosse fonte della tua felicità"

"Sai cosa intendo Theo"

Theo sospirò passandosi una mano tra i capelli. "Cosa vuoi che ti dica?"
"Tu sei felice?"

"Ora non molto" Paul gli lanciò un'occhiataccia e Theo roteò gli occhi "Ma sì, quando qualcuno non cerca di fare a pezzi me o i miei amici, sì, sono tendenzialmente felice. Le cose vanno bene, diciamo"
"Bene" Paul lo sorpassò tirando fuori le chiavi dell'auto. "Forza, ti accompagno a recuperare il tuo pick-up"
"Okay" disse soltanto Theo prima di salire in auto.

 

*

"Non ci posso credere che mi hai mentito" mugugnò Jenna, picchiettando con un fazzoletto bagnato per pulire il sangue rimasto sul viso di Liam.
"Mi dispiace tanto mamma" rispose Liam, la voce leggermente nasale. "Ma in realtà, Mason ti ha mentito" Jenna gli lanciò un'occhiata che poteva significare solo "non è il momento per questo"

Sospirò. "Ho sempre temuto che qualcuno potesse prenderti di mira, ma questo- questo è-" Lei scosse la testa, muovendo lo sguardo dal suo naso leggermente gonfio al grosso livido sullo zigomo destro.
"Non è come pensi, mamma, non è niente di grave"

"Niente di grave? E dimmi, è per questo che hai un occhio nero e Melissa ha dovuto sistemarti il naso? Per questo Theo e i tuoi amici ora sono alla centrale di polizia?" chiese lei ironica.

Liam deglutì al pensiero. "Cosa succederà?"
Jenna sospirò stanca "Niente, tesoro, risponderanno a qualche domanda e basta."
"E Gabe?"
"Ho detto a Paul che preferivi non denunciarlo, tesoro. Anche se devo ammettere, non sono affatto d'accordo" Jenna abbassò la mano, incontrando gli occhi di Liam, seduto sul letto, con la schiena contro parecchi cuscini. Liam evitò il suo sguardo. "Non... volevo creare altri problemi-" mugugnò debolmente. Sapeva che non era proprio la verità. Alzò una mano istintivamente a toccarsi il naso dolorante, e non riuscì a trovare in se' la forza di odiare Gabe per questo, non quando lui stesso... era stato la causa dello stesso identico dolore per qualcun'altro. Degludì, e sua madre gli accarezzò i capelli affettuosamente. "Stai bene? Hai bisogno di qualcosa?"
Liam scosse la testa. "Bene, ti lascio riposare un po', okay?" Jenna si chinò posandogli un bacio sulla fronte, attenta a non fargli male.
Liam la guardò alzarsi faticosamente "Mi dispiace mamma" ripetè debolmente.

Jenna gli sorrise. "Non hai bisogno di esserlo, tesoro. Ora dormi un po'"
Liam dubitava seriamente che avrebbe chiuso occhio stanotte, i mille pensieri che gli affollavano la mente probabilmente l'avrebbero tenuto sveglio per settimane. Dopo che sua madre fu uscita, rimase seduto, ma chiuse gli occhi, tirando indietro la testa.

Il dolore al viso era molto diminuito ora, sicuramente merito degli antidolorifici che gli avevano dato all'ospedale. I dottori lo avevano inoltre avvertito che probabilmente i lividi e il gonfiore sarebbero peggiorati nei giorni seguenti, ma che sarebbe spariti in una settimana o due. Quello che non poteva veramente sopportare era il pensiero che gli altri, soprattutto Theo, fossero nei guai per causa sua. Era stata una sua idea parlare con Gabe, sperava di dimostrare qualcosa a se stesso, invece aveva messo in pericolo Hayden per prima, e poi tutti gli altri. Aveva ricordi confusi della rissa, come era confuso il momento in cui gli altri li avevano raggiunti. Ricordava solo che a un certo punto Mason era accanto a lui, e che poteva vedere Theo fronteggiare Gabe esattamente sopra di lui. Poi piu' niente. Era imbarazzante da dire, ma doveva essere svenuto come una vera femminuccia. Un'ondata di imbarazzo lo travolse al pensiero e arrossì, scuotendo la testa.

Allo stesso tempo al dolore fisico e all'imbarazzo e al senso di colpa si mescolava una strana stretta al petto all'idea di Theo che si metteva contro Gabe per lui. Per proteggerlo. Il suo cuore svolazzò all'immagine che gli si era formata nella mente. "E' mio fratello" ricordava vagamente di aver sentito dire a Theo prima di svenire. E per la prima volta quelle parole che aveva aspettato di sentire per quasi due mesi, erano apparse quasi dissonanti. Sbagliate. Come se non fossero le parole che Theo avrebbe dovuto dire. Come se non fossero le parole che Liam avrebbe voluto sentire. Tutto questo è così sbagliato. Liam ricordò il modo in cui avevano ballato, a come il suo corpo sembrava reagire alla vicinanza dell'altro ragazzo. Al modo in cui avrebbe voluto avvicinarsi e scappare lontano quasi nello stesso momento. Ma era sbagliato. Ed era assurdo. Perchè quello era Theo. Theo che era dannatamente figo e attraente, è vero, ma niente di piu'. In qualche modo aveva cominciato a preoccuparsi dell'altro ragazzo, e aveva imparato a guardare Theo sotto una nuova luce. Non era piu' solo il ragazzino prepotente e bullo che lo aveva maltrattato da bambino, ma era la persona che lo aveva capito, che lo aveva ascoltato e che si era preso cura di lui a modo suo. Aveva conosciuto il vero Theo. E probabilmente era uno dei pochi ad averlo mai visto. Forse... forse stava solo proiettando dopottutto. È normale provare confusione davanti a gesti gentili e premurosi soprattutto di persone da cui non te lo aspetteresti mai, probabilmente era per questo che si sentiva in quel modo. Sì, era ovvio, mai al mondo lui avrebbe potuto...- No era impossibile.

Quando qualcuno bussò alla porta, Liam trasalì uscendo dai suoi pensieri di scatto. "C-chi è?" mugugnò.

"Hey Li" fece la voce di Theo ovattata da dietro la porta. Il cuore di Liam accellerò di colpo, e Liam si rifiutò di pensare che il suo bel monologo di poco fa fosse stato completamente inutile. "Posso entrare?"
"Uh.. s-si" balbettò. Alzò lo sguardo su Theo nel momento in cui aprì la porta, e il suo respiro si bloccò, gli occhi che si trascinarono istintivamente verso la ferita sul sopracciglio sinistro.

"Hey" Theo lo salutò, avvicinandosi lentamente "Come ti senti?" gli chiese sedendosi sul letto vicino alle sue gambe.

"E tu?" chiese Liam debolmente, ancora guardando quasi terrorizzato la ferita. Theo sembrò ricordarsi solo ora del taglio e portò le dita a sfiorarlo. "Io? Non è niente, tua mamma dice che devo metterci i punti, ma non mi sembra così grave" rispose lui come se nulla fosse. Poi si soffermò a guardare il viso livido di Liam, un'ondata di rabbia che gli torceva lo stomaco, ma trasalì quando poi incontrò i suoi occhi lucidi. "Mi dispiace così tanto, Theo" sussurrò debolmente.

"Che-? Di che parli? Non è stata mica colpa tua"

"Qualcuno si è ferito per colpa mia... di nuovo" Theo non potè evitare di sentire stringersi il cuore all'espressione afflitta sul viso di Liam. Certo, pensava a Scott. Theo avrebbe dovuto immaginarlo che questa storia avrebbe riportato alla luce brutti di ricordi in Liam.

"Hey" Istintivamente coprì la mano di Liam con la sua, stringendola. Liam lo guardò esitante. "Non è stata colpa tua. La vedi questa?" Theo si indicò la ferita "E' vero, fa male ora, ma ne è valsa la pena, e sai perchè? Perchè è servita a proteggerti" Theo gli sorrise. "E sai, se Scott tiene a te tanto quando ci tengo io-" Il cuore di Liam accellerò di nuovo a quelle parole "-sono sicuro che quando si sveglierà, la penserà allo stesso modo. E sono sicuro- che quando succederà, vorrebbe vederti accanto a lui"

Liam lo guardò in silenzio per un attimo, il cuore che batteva forte contro il suo petto, e gli occhi ancora grandi e lucidi. "Tu... tieni a me?"

Il cuore di Theo saltò quando comprese ciò che aveva detto nella foga del momento. Era sembrato fuori luogo? Strano? Aveva esagerato? Così Theo ricorse all'unica soluzione che conosceva per evitare conversazioni scomode e eccessivamente serie. Il sarcasmo.
"Certo! Sai, io non faccio regali a tutti" fece con un sorrisetto.
Liam strinse gli occhi nella sua direzione "Tu non mi hai regalato niente per Natale, stronzo" gli ricordò con un mezzo sorriso.

"Be' ho qualcosa per te ora" Theo ridacchiò sollevando una scatola bianca che Liam non avevano notato all'inizio, troppo preso dalla ferita sul suo viso.
Liam lo riconobbe subito. "Quello è-?"
"Non è sicuramente all'altezza del tuo regalo, però-" Theo gli porse la scatola "Mia nonna diceva sempre che il gelato è il miglior antidoto per la tristezza, non so se è vero" Scrollò le spalle mentre Liam sorrideva. "Lo è"

"Grandioso, allora ti andrebbe di dividerlo con me?" sbuffò Theo. Liam ridacchiò mentre si muoveva lentamente per fare posto a Theo accanto a lui. "Tieni" Theo tirò fuori due cucchiaini dalla tasca e Liam lo guardò divertito. "Cosa? Bisogna essere sempre preparati, non lo sai? È la prima regola dei boy scout"
"Saresti stato un ottimo boy scout" concordò Liam ironico, mentre prendeva il cucchiaino.

"Puoi dirlo forte" Liam sorrise mentre apriva la scatola. Sussultò quando vide cosa Theo aveva scelto. "Questo è -?"
"Pistacchio" rispose Theo allegramente, togliendogli il coperchio dalle mani e posandolo sul comodino. Liam fece per dire qualcosa ma Theo fu piu' veloce. "E' il tuo preferito, no?" chiese incerto. Il cuore di Liam perse di nuovo un battito. "Co-?" Come lo sai? Era quello che voleva chiedere. Ma poi ricordò di averlo detto, una volta. Qualche settimana prima, parlando con Mason di Hayden. Come farle sapere che il mio gusto preferito di gelato è il pistacchio mi farà finire a pomiciare con lei? Il suo cuore accellerò di nuovo all'idea che Theo stesse prestando attenzione alle sue parole al punto da ricordarsi di un dettaglio così stupido e banale in un momento del genere. "Non lo è?" chiese poi ad un tratto agitato.

"S-sì, lo è" mormorò Liam sorridendo e alzando lo sguardo per guardarlo.

"Forza, a te l'onore di iniziare" Liam sorrise, le guance rosse e il cuore che ancora batteva velocemente, mentre cercava in tutti i modi di ripetersi che no, quello che non voleva dire assolutamente nulla.

Mentre attaccavano lentamente il gelato, Liam rimase silenzioso, e anche Theo sembrava assorto nei suoi pensieri. Infatti qualche minuto dopo lo guardò intensamente. "Posso chiederti una cosa?" chiese ad un tratto, facendo voltare Liam verso di lui. Lui annuì. "Devi essere sincero però" Liam si agitò nervosamente. "Il motivo per cui non hai voluto denunciare Gabe... è perchè pensi che siate in qualche modo simili?" Il respiro di Liam si bloccò. "Pensi che l'aver ferito Scott e Jackson sia come il suo aver ferito te? Perchè Liam, non lo è, e dovresti saperlo"

Liam degludì il boccone che aveva in bocca, un ondata di gelo che gli scendeva nella gola che non aveva del tutto a che fare con il gelato che aveva inghiottito.

"Lo so, è- solo che-"
"Ti prego, dimmi che non pensi che meritavi di essere picchiato, perchè giuro su Dio che ti dò un pugno anch'io" esclamò Theo. Il cuore di Liam perse un battito. Dio, come era possibile che questo ragazzo sapesse leggerlo così dannatamente bene? La sua espressione dovette tradirlo perchè Theo sospirò frustrato "Lo sapevo, sai, sei un vero idiota" mormorò scuotendo la testa affettuosamente. "Pensi che io meriti di essere picchiato perchè ho ferito Gabe per aver ferito te?" chiese poi improvvisamente
"Che-? No!"

"Pensi sia colpa tua se io di mia scelta sono intervenuto per aiutarti e mi sono ferito?"
Liam rimase zitto per un attimo "No.." mugugnò poi meno convinto. "Ma Scott- è stata davvero colpa mia-"
"Forse sei il motivo per cui si è ferito, è vero, ma non è qualcosa che volevi fare. Questo ti rende diverso da Gabe. Gabe è scappato lasciandoci lì, senza preoccuparsi di quello che aveva fatto. La vera domanda ora è se vuoi continuare a scappare anche tu. Questo è ciò che veramente farà la differenza" concluse Theo. Liam degludì, il cuore che accellerava di nuovo prepotentemente. Theo aveva ragione. Affrontare Gabe... aveva pensato che fosse un modo per evitare di scappare ancora, ma invece lo stava facendo di nuovo. Scappava, cercava modi per incolparsi, per punirsi... evitando però la vera questione. E aveva bisogno di smettere di farlo. Finalmente l'aveva capito.

Guardò Theo. I suoi occhi verdi guardavano dentro i suoi in un modo che sembrava stesse leggendo la sua anima, e forse lo stava facendo davvero. Ad un tratto era piu' difficile ignorare la sensazione del corpo di Theo, caldo e premuto contro il suo. Era come un ancora di salvezza. Come la soluzione a tutti i suoi problemi. Per la prima volta si sentiva come se avesse potuto affrontare qualunque cosa.

Ma non osava chiedersi cosa significasse precisamente tutto ciò.

 

CONTINUA

 

   
 
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