Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: Martin1256    19/02/2020    0 recensioni
Atena era convinta al cento per cento che tutto quello che le succedeva non era solo per le scelte sbagliate che aveva Fatto, di certo non era nemmeno colpa del suo nome totalmente ridicolo. Per questo non riesce a capire come mai si ritrova di nuovo in situazione decisamente poco piacevole. Eppure aveva solo diciannove anni, era davvero troppo giovane per morire.
Forse è proprio per questo che l'universo decide di darle una seconda possibilità. Per questo Di certo non si aspetta di svegliarsi nel mondo del suo fumetto preferito, davanti ai pirati che l'hanno accompagnata fin dall'inizio della sua adolescenza.
Ff parecchio personale, ho deciso di raffigurare il mondo e i Personaggi di One Piece in chiave più realistica, sopratutto i personaggi che sono resi molto meno personaggi da fumetto e più come personaggi da libro. Ho cercato di immaginare come un mondo pieno di pirati spietati, guerre e schiavitù possa realmente essere.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Roronoa Zoro, Sanji, Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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Quando Liz era stata lanciata dentro una stanza da letto non credeva che sarebbe finita in quel modo, certo sapeva che avrebbe dovuto fare alcune cose poco carine per sopravvivere ma di certo non si aspettava che Barbanera avesse gusti del genere, poteva sopportare di andarci a letto fino a che la faceva stare in vita,  la prima giorno era stato così, aveva subito in silenzio cercando di non vomitare e cercando di inviare la sua mente altrove, quando alla fine venne lanciata letteralmente venne lanciata dentro una cella con altri prigionieri credette che forse se si comportava bene le avrebbero tolto le manette in fretta. Se ci ripensava le veniva da ridere, era stata una stupida cogliona a pensare che fosse così tanto facile, mentre fissava le pareti del sottomarino pensò che forse alla fine morire sarebbe stato più semplice, ora doveva convivere con quei ricordi e la cosa non sarebbe stata semplice. Iniziò a piangere in silenzio per evitare di svegliare Chopper e Nami che dormivano in un angolo, almeno il suo intento era riuscito, aveva protetto i suoi compagni, protetto l’uomo che amava. Il dolore fisico era diminuito e sapeva che sarebbe sparito, ma quelle immagini che vedeva ogni volta che chiudeva gli occhi non se ne sarebbero mai andate dal suo cervello. Strizzò forte gli occhi per cercare di fermare le lacrime, cazzo era la prima volta che incontrava Law e si faceva vedere come una ragazzina piagnucolosa.  Davanti a lei c’era di nuovo quel mostro, che la teneva legata e appesa alla parete ad un metro da terra, come fosse un specie di soprammobile, era il quarto giorno e qualcuno lo aveva fatto arrabbiare, l’aveva usata come sacco da box personale, si era sfogato su di lei per ore, facendo cadere Liz in un limbo di disperazione, quel giorno aveva scoperto che nonostante le catene era in grado di utilizzare il suo potere, certo riusciva solo a fare una sola cosa, in quel caso curarsi per non morire, ma scoprire che L’agalmatolite non funzionava del tutto le aveva fatto vedere la luce in fondo al tunnel.
Sentì i tubi che le venivano rimossi, praticamente le avevano sostituito tutto il sangue che aveva in corpo visto che quello che aveva era infetto e potenzialmente letale, riaprì gli occhi di scatto quando sentì dei suoi metallici.
“ragazzina, non ti farò del male, sto solo sistemando. Senti è meglio se eviti di fare quello che hai appena fatto.”
“Non ci riesco. Se non sono occupata a fare qualcosa la mia mente torna li. È passato solo un giorno, non posso superarla in un cazzo giorno. Dammi tregua.”
Lo osservò mentre prendeva una sedia e si metteva di fianco a lei.
“Forza allora,  teniamo la tua mente maleducata impegnata. Primo passo per superare un trauma, parlarne. Quindi parla.”
Fisso l’uomo, non diceva sul serio giusto? Insomma nel suo mondo quelle cose portavano le persone al suicidio, lui invece le chiedeva di iniziare a superarlo.
“Non guardarmi in quel modo. Non so come fosse il tuo mondo, ma questo è spietato, succedono cose del genere tutti i giorni e tu sei una Pirata, non hai tempo per compatirti e piangerti addosso. Tutti noi abbiamo avuto grandi traumi, più in fretta li superi, prima puoi concentrarti sul non farti ammazzare. Quindi parla.”
Liz parlò. Senza seguire una schema, solo raccontando quello che ricordava in quel momento cercando di  non tralasciare i dettagli, in fondo era già stata da una psicologa in passato, sapeva che dire le cose a metà non aiutava. In alcuni momenti pianse, in altri momenti iniziò a tremare talmente tanto che Law, non potendo darle altre medicine, dovette per forza di cose accarezzarle la testa per farla calmare. Alla fine nessuno de due dormi un solo secondo.
 
Nei tre giorni in cui rimase costretta a letto le uniche persone che la andarono a trovare furono la ciurma di Law è Chopper, a detta della renna nessuno voleva disturbare il suo riposo, nella realtà tutti si sentivano in colpa per quello che le era successo e non avevano il coraggio di guardarla in faccia. In quel momento però mentre camminava verso il bagno per farsi la prima vera doccia dopo non sapeva quanto tempo avrebbe davvero voluto che ci fossero Nami o Robin a farle una mano, non che Chopper le desse fastidio, anzi lo adorava ma insomma un conto era farsi aiutare per alzarsi un conto era farsi aiutare per fare la doccia, avrebbe solo voluto andare fuori da quel trabiccolo di metallo, voleva aria fresca e sole e non pareti di metallo e luci artificiali.
“Ne Choppy, ma quest’isola in cui ci siamo fermati non ha dei  laghi?”
“In realtà si, uno solo a piedi di una piccola cascata al centro dell’isola, l’acqua è super limpida e fresca.”
Liz guardò la piccola renna trasformata nella sua forma umana e fece la migliore faccia triste della sua vita.
“Ne Choppy, non è che possiamo andare lì a farmi il bagno?”
“Non so se è una buona idea.”
“Ti prego, ti prego, ti prego. Sono rimasta rinchiusa per due settimane e ora che sono libera vorrei davvero tanto stare all’aria aperta. Tanto sono quasi guarita! La pelle è rimarginata e le ferite più profonde sono quasi chiuse! Solo ancora dolorante e un po’ po’ piena di lividi, ma quelli chissene!”
“Non voglio farti sforzare troppo, in questi giorni hai dormito davvero poco e solo sotto farmaci e stai usando i tuoi poteri senza fermarti un secondo per guarire in fretta.”
“Dai! Dottore ti preeeeegooooo! Tanto lo sai, entro sera le ferite saranno guarite e potrò pensare a tutti quei pesti e dopo vedrò se riesco a fare qualcosa per le cicatrici. “
La renna la osservò e poi alzò gli occhi al cielo annuendo. Vittoria!
 
Ecco oltre a vedere il sole la sua speranza era quella di incorare qualcuno, ma l’unica persona che videro era Law, che non d’accordo con la scelta di portarla fino al centro dell’isola decise di accompagnarli. Non appena misero piede sulla terra ferma Liz si guardò in girò e respirò a pieni polmoni l’aria pulita e si accorse che la Sunny non c’era, così come tutti gli altri del resto.
“Dove sono tutti?”
“Sulla Sunny a mangiare, che se vuoi sapersi si trova nascosta in una grotta marina enorme non molto lontano da qui, sai è meglio tenere le navi separate, danno meno nell’occhio.”
“oho, va bene, insomma la vita va avanti . . .Choppy Rufy come sta?”
La renna prese la sua forma animale e Liz, aiutata da Law ci salì sopra.
“Lui sta benissimo, bhè come tutti ho un po’ di senso di colpa addosso, ma quando gli abbiamo detto che non era più in pericolo di vita è tornato allegro.”
“Bene, sono contenta che si stia divertendo. Magari gli verrà anche voglia di vedere la sua ragazza uno di questi giorni.”
Sentiva gli occhi di law fissi su di lei, Chopper la veniva a trovare ma la notte erano Law e Pepo che andavano a consolarla mentre si svegliava urlando per gli incubi, anche con i farmaci non riusciva a dormire e per farlo decentemente aveva bisogno di Rufy, sapeva che tra le sue braccia si sarebbe sentita al sicuro. Distolse lo sguardo, gli occhi di quel dottore sembravano sempre sapere troppo, come se lui fosse a conoscenza di una cosa che non sapeva, ma non voleva pensarci, ora si pregustava solo il suo fantastico bagno.
Si godette ogni singolo raggio di sole che riuscì a prendere, erano un vero toccasana dopo tutti quei giorni di buio e chiuso, la cascata alla fine era piccola sul serio, forse alta due metri e buttava acqua in quello che più che un lago sembrava una pozza, però era profonda il giusto e l’acqua trasparente e fresca fù un tocca sana per la sua sofferente, alla fine visto il fatto che erano all’aperto e che Law era presente si vide costretta a tenere il costume da bagno che le avevano messo sempre negli ultimi giorni quando dovevano visitarla o lavarla, mica poteva sempre stare in giro nuda per quel sottomarino. Chopper la stava aiutando a darsi quegli strano unguenti naturali che preparava sulla schiena quando avvertì la presenza dei suoi amici che si avvicinavano, tutti quanti, nessuno escluso. Quando lì sentì vicino a loro al posto degli schiamazzi di prima cadde il silenzio, Liz girata di schiena si buttò sotto l’acqua, sapeva perché si erano zittiti, il suo corpo non era esattamente un bello spettacolo da vedere, solo quando l’acqua le arrivò la mento si girò per ritrovarsi a guardare solo sguardi pietosi e sfuggenti. Stava seriamente per incazzarsi quando Usopp decise di rompere il ghiaccio.
“LIZ! Sei in piedi!”
Poi ci furono altre urla e altri schiamazzi tutti quanti la andarono ad abbracciare, anche se lo sguardo di Nami non raggiunse ma il suo e la mani di Rufy la toccarono solo un secondo prima di staccarsi. Lo capiva che qualcosa non andava. Ma fù felice di vederli tutti in costume che si facevano il bagno con lei, sorridenti e allegri, con Brook che cantava e tutti che ridevano, felici. Si accorse di tremare solo dopo una decina di minuti, Chopper fù svelto si ingrandì e la accompagnò fuori dall’acqua, la fece sedere e la strinse in un grande abbraccio peloso e morbido che le diede subito calore. Si rimise subito la veste azzurra e sorrise verso i suoi compagni, dicendo a Chopper di andare a divertirsi, mentre la renna si tuffava felice, guardandola sempre con la coda nell’occhio lei si appoggiò ad un albero con la schiena godendo del calore del sole. Forse su quello, o magari la stanchezza oppure l’aria di casa che finalmente sentiva farla appisolare, fù un errore rilassarsi troppo perché i ricordi la assalirono immediatamente sotto forma di incubi. Le catene che le scavavano la pelle, lui che le tirava verso l’alto per avere la soddisfazione di vederla mentre faticava a respirare, poi i suoi primi ufficiali che ridevano e la abbandonavano in mezzo alle lenzuola sporche e lei senza forze che piangeva mentre cercava di non svenire per continuare a tenere attivo il suo potere, l’unica cosa che la teneva realmente in vita e che le assicurava dei pasti regolari, visto che a detta loro era divertente il fatto che ancora non fosse morta, la sua resistenza l’aveva portata in pochi giorni ad essere la preferita.
Aprì gli occhi scatto, cercando di placare il suo respiro, non aveva la gola in fiamme quindi voleva dire che non aveva urlato, bhè era un passo avanti. Riconobbe il profumo di Law, disinfettante  e bende pulite,  come succedeva spesso negli ultimi giorni l’uomo le stava accarezzando la testa per cercare di farla calmare, sentì dolore alle braccia, si era fatta male di nuovo.
“Ti sei ferita di nuovo da sola.”
“Dammi tregua dottore pazzo, te l’ho detto non posso superarla in zero due!”
Liz concentrò il potere di guarigione verso i graffi sanguinanti e quelli immediatamente sparirono, rimase un attimo incantata ad osservare il suo sangue che le sporcava la pelle ora guarita, non le dispiaceva in realtà provare dolore, le ricordava che era viva, che era salva e che presto avrebbe superato tutto quanto.
“RAGAZZINA!”
Si risvegliò  e distolse lo sguardo dal sul braccio, i suoi compagni era tutti attorno a lei la fissavano preoccupati, tranne Rufy, no lui osservava le mani di Law su di lei, mentre Nami se ne stava in disparte.
“Scusate, tutto bene. Tutto a posto, solo incubi, credo ne avrò per un po’ ma se ne andranno prima o poi, credo … spero.”
Spostò la mano del chirurgo a disagio, guardava Rufy diritto negli occhi, cercando una qualche connessione, ma il ragazzo continuava a guardare il punto in cui mezzo secondo prima c’erano le mani del dottore pazzo. Aveva rotto il cazzo. Si alzò un po’ barcollante e fissò quello che doveva essere il suo ragazzo, era arrabbiata e stufa, non riusciva a capire quale cazzo fosse il suo problema.
“Capitano, ti va se parliamo per favore?”
Capì che Nami aveva fatto qualcosa dal modo cui la vide indietreggiare e abbassare lo sguardo, strano si disse Liz eppure non aveva chiamato lei. Rufy le puntò gli occhi addosso, era arrabbiato? Lo conosceva non era per il fatto che avesse tardato ad arrivare, sarebbe stato diverso in quel caso, no quelli erano gli occhi di uno che aveva appena colto in fallo la sua dolce metà con l’amate, lo sapeva aveva visto quello sguardo rivolto verso di lei un’altra volta, era lo sguardo che la perseguitava ovunque ogni volta che provava da approcciarsi a qualcuno.
“Rufy? Non dirmi che sei geloso del dottore pazzo? Insomma lui mi sta aiutando a guarire, secondo tua richiesta!”
“Non sembra fare solo quello a quanto pare! Ti confidi con lui, ti fai consolare, sembra conoscerti quasi meglio di me!”
Ora era incazzata, molto incazzata.
“Grazie al cazzo brutto pezzo di merda! Tu non ci sei! Nessuno di voi c’era a parte Chopper! La notte quando mi sveglio urlando e mi vengono gli attacchi di panico ci sono solo lui e la sua ciurma, quindi dimmi a chi cazzo dovrei chiedere aiuto è?”
“Nessuno mi ha detto nulla qui.”
“Perché dovresti essere tu a farlo coglione! Non devo essere io a venirti a cercare mezzo moribonda! Deve essere ti cazzo!”
“Come se ti servisse sul serio il mio aiuto, non ti è mai interessato! Fin dall’inizio il piano era chiedere a Law di diventare parte della sua ciurma, com’è che hai detto? Volevi portarti a letto Zoro, chiedere un passaggio e poi trovare Law! Bhè ora lo hai trovato e mi sembra anche che tu stia bene con lui!”
Si sentiva fissata, vedeva i suoi compagni, non erano di certo arrabbiati solo un po’ infastiditi.
“ Già è vero! Ma come ben sai alla fine le cose sono andate diversamente! Senti Rufy, io so che tu ritenevi la tua ciurma al completo, ovviamente volevo venire con voi ma non volevo pregare, così ho pensato che Law poteva accettarmi, visto che la sua ciurma era parecchio ridotta e non sembrava importargli poi molto del numero o dei ruoli come a te. Mi ero detta che se tu me lo avessi chiesto avrei accettato e come vedi l’ho fatto! È stato come un sogno che si avverava! Poi ci sei stato tu e mi sono innamorata, io ancora ti amo Rufy. Vi considero la mia famiglia. Cazzo mi sono sacrificata per voi! Permettervi in salvo, ho passato due settimane ad essere stuprata e picchiata a sangue solo per divertimento, con l’unico pensiero fisso che ero riuscita a salvarvi tutti!”
Stava piangendo, si perché amava quel ragazzo, lo amava come non aveva mai amato nessuno e non riusciva a credere che tutto quello stava accedendo sul serio.
“Tu mi dici tutte queste cose, poi flurti con Law, gli dici non raccontarmi che in realtà volevi andare da lui, gli prometti anche che nel caso con me non fosse andata tu lo avresti cercato! Tu dici di amarmi ma alla fine menti!”
“Ero sotto farmaci lo sai vero? Ero totalmente fuori di testa, imbottita di droga per non sentire il dolore!  Se Nami fosse rimasta mi avrebbe sentito mentre dicevo al dottore pazzo che in realtà non mi importava se lo venivi a sapere, dove mi scusavo per il mio comportamento da drogata pazza e gli dicevo che ti amavo e che non me ne sarei mai andata dalla tua nave, che non doveva più darmi così tante medicine, perché mi annebbiavano il cervello, per poi chiedergli  alla fine, come stavi tu e come stavano tutti gli altri. “
“Non mettere in mezzo Nami ok?! Lei ha fatto bene a dirmi tutto quanto. “
Muoveva gli occhi frenetica, perché nessuno la stava difendendo? Perché tutti quanti la guardavano affranti e basta? Come se si fossero resi conto di essere appena stati usati, come se lei fosse la cattiva, perché tutto quello stava succedendo? Perché si stavano comportando in quel modo? Era tutto sbagliato! Tutto troppo sbagliato! Strinse i pugni aveva appena passato l’inferno per loro, si era procurata un trauma psicologico che l’avrebbe accompagnata per tutta la vita. Non doveva essere così, quelle persone non si stavano comportando nel modo giusto, perché non stavano dando conto al loro capitano per farlo ragionare!? Perché ora era lei la cattiva?
Puntò la ragazza con i capelli arancioni. Strinse i pugni. Vedeva rosso. Tutto il suo campo visivo era rosso, tranne la faccia terrorizzata della navigatrice.
Era ovvio che nessuno andasse contro Rufy, era il capitano in fondo.
Ovvio che non fosse come nei fumetti, quella era la realtà, la crudele, infima e bastarda realtà. Dove le persone non si comportavano come nei fumetti, ma dove erano stronze, bastarde e cattive fino al midollo, soprattutto se si trattava di dare ragione all’uomo che gli aveva salvato la vita a tutti loro e li permetteva di essere quello che erano.
Quella era la realtà. La realtà la stava spingendo a prendere il collo della navigatrice e spezzarlo, non gli ci voleva nulla, le bastava aumentare la sua forza fisica e poi in un colpo sarebbe stramazzata a terra.
Ma ovviamente non poteva farlo. No non poteva uccidere una persona così vicina all’uomo che amava, non poteva spezzargli il cuori in questo modo. Quindi non lo fece.
Ma la furia, era ancora lì, l’odio pure, la tristezza anche. Così semplicemente lasciò che tutto quanto esplodesse, buttò fuori tutto quanto in una grande scarica di energia che fece barcollare tutti quelli attorno a lei tranne Rufy. Un’onda di energia che racchiudeva un potere tanto intenso che poteva trattarsi solo di una cosa e il suo ex capitano lo riconobbe immediatamente.
“ Haki del re conquistatore . . .ma, ma come. Tu non hai la D nel nome.”
Li si guardò le mani e per poco non scoppiò a ridere, quella dannata isola aveva davvero interpretato a modo suo quello che la riguardava, perché in realtà lei nel sua vecchio modo aveva una D nel nome. Guardò Rufy sorridendo, la rabbia era svanita, tutto quanto era svanito, ogni sentimento che l’aveva fatta arrabbiare era sparito, persino l’amore per il ragazzo, non sapeva come fosse possibile ma era così.
“Me lo hai mai chiesto Rufy? Il mio nome completo? Perché sai il mio cognome è D’amico. Quindi si Rufy capello di paglia ho una D. nel nome”
 
 
3 mesi dopo.
Liz guardò attorno a se, pubblicare quell’annuncio così generico era stato un azzardo, ma almeno aveva radunato in quel bar un numero davvero notevole di uomini e donne, di ogni età razza e forza. Law se ne stava in un angolino buio, Liz poteva percepirlo e sapeva che stava sorridendo, anche se non lo vedeva oramai lo conosceva, in fondo era lui ad averle dato l’idea di creare una sua ciurma. Certo all’inizio aveva preso quel mondo nel modo spagliato, credendo che tutto quando sarebbe andato come in una delle tante Fun Fiction che leggeva di continuo. Ma alla fine aveva imparato che in fondo, quel mondo pieno di bastardi infami, e guerre continue era esattamente quello che voleva, il suo carattere e la sua voglia costante di picchiare qualcuno la rendevano una pirata perfetta. Si era resa conto di non essere fatta per eseguire ordini ma per darli, era quella la sua natura comandare tutto e tutti, essere la migliore di tutti, al più forte di tutti. Per quello tirò un grosso colpo vicino al sua manifesto da ricercata facendo voltare ogni testa del locale. Si tolse il mantello che addosso e si crogiolò negli sguardi di ammirazione e desiderio che ricevette, capelli rosso scuro, giacchetto in pelle con sotto un mezzo bustino nero che le lasciava scoperto l’ombelico, dei piccoli pantaloncini neri e per finire degli anfibi di pelle, tatuaggi e cicatrici che si alternavano tra di loro, i tatuaggi posti il linee sinuose che delineavano le curve del suo corpo e le arrivavano fino alle caviglie e le cicatrici che Liz aveva deciso di lasciare che mostravano a tutti quanti la sfida che aveva affrontato. Tutti gli occhi erano su di lei.
“Il mio nome è Elizabet Atena D. Amico, ma voi mi conoscerete come Liz L’angelo nero, con una taglia da 850 milioni di Berry. Sono qui un motivo, scoprire se qualcuno di voi coglioni ha le palle per entrare nella mia ciurma e aiutarmi ad ottenere il dominio di tutti i mari!”
   
 
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