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Autore: Dan13la1995    20/02/2020    0 recensioni
Liam torna nella sua città natale dopo anni, quando sua madre decide di risposarsi. Il suo più grande shock è scoprire che il figlio del suo nuovo patrigno è lo stesso ragazzo che all'epoca della scuola elementare era solito bullizzarlo, rendendo la sua vita letteralmente un inferno...
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"Qualcuno potrebbe dire che non dovrebbe voler amare la persona che lo ha distrutto. Però lui vuole amare la persona che lo ha rimesso insieme. Lo vuole, davvero, ma non può."
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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11. La persona che vorrei poter amare
 

"Oh mio dio, la volete smettere?" sbuffò Liam irritato.

Jenna e Theo si immobilizzarono all'istante, Jenna seduta al suo fianco sul divano, ancora curva per sistemargli i cuscini dietro la schiena, e Theo in piedi davanti a lui con un altro cuscino in mano. Era tutto il giorno che si comportavano come se fosse un moribondo sul letto di morte. Era frustrante.

Si mosse sul divano per trovare finalmente una posizione comoda. "Aspetta, tesoro, fammi solo sistemare que-" si affrettò a parlare Jenna, ma Liam gli schiaffeggiò via la mano con un sorriso erasperato. "Piantatela, vi ho detto che sto benissimo! I cuscini sono apposto, il mio caffè non era troppo caldo, e decisamente non ho bisogno di aiuto per fare il bagno!"
Jenna lo guardò sconcertata "Non ti ho mai chiesto se avessi bisogno di aiuto per fare il bagno!"
"Infatti è stato Theo" rispose Liam, cercando di non arrossire di nuovo al ricordo.

Theo roteò gli occhi. "Era una battuta, Dunbar, rilassati" Non proprio in realtà. "E comunque questo cuscino..." Theo si buttò sul divano di peso "...era per me" concluse con un ghigno, sistemandoselo dietro la schiena. Liam lo guardò di sbieco, per niente convinto.

Jenna ridacchiò scuotendo la testa affettuosamente, prima di alzarsi. Liam la seguì con lo sguardo esitante. "Mamma, credi che potrei uscire piu' tardi?" le chiese supplichevole.

Jenna lo guardò corrucciata. "E' proprio necessario, tesoro?"

Liam scrollò le spalle. "C'è una cosa che dovrei fare"
"Coinvolge risse da bar o liti di qualunque tipo?"
"Non esattamente" Jenna alzò un sopracciglio. "Voglio dire... assolutamente no"
La donna sospirò. "Andrò in ospedale piu' tardi, quindi va bene solo se posso accompagnarti io e passarti a prendere dopo."
Il cuore di Liam perse un battito. "Ospedale? Perchè l'ospedale?"
Jenna scrollò le spalle con fare indifferente, anche se la sua espressione diceva tutt'altro. "Io... tutta questa storia mi ha fatto riflettere.. e ho pensato... che forse sì, potrei riprendermi il mio vecchio lavoro..." mormorò esitante. Poi guardò Liam "Che ne pensi?"
Un sorriso si allargò sul viso di Liam. "E' fantastico, mamma! Tu ami fare l'infermeria!"
"Sì... cioè... ho pensato che.. avevo smesso per prendermi cura di te ma ormai sei grande... entrambi lo siete" Il suo viso scivolò anche su Theo. Poi sorrise sardonica "E a quanto pare non hai bisogno di me"

Liam roteò gli occhi "Avrò sempre bisogno di te, mamma" rispose poi sinceramente. "Ma dovresti farlo, se è quello che vuoi"
"Lo è" rispose Jenna con un sorriso. "Allora, dove è che devi andare, tesoro?"
Liam esitò. La prospettiva ora già lo allarmava. "Ah sai.. credo che ci andrò domani, sai-" rispose, con un cenno della mano. Theo lo guardò, incuriositò dal suo tono vago e dal cambio repentino di idea ma non disse nulla.

Anche sua madre sembrò insospettita, finchè poi non gli rivolse un sorrisetto "So cos'è- ti vergogni di farti accompagnare a casa del tua fidanzatina da tua mamma?"
Liam arrossì furiosamente. "Non è- non è vero, voglio dire- non mi vergogno, perchè non devo andare dalla mia fidanzatina, cosa che comunque Hayden non è-" balbettò.

"Sarebbe il minimo da parte sua visto che ti sei preso un pugno per lei" osservò Jenna tranquillamente.
"Mamma!" Liam mormorò sconcertato. "Hayden non ha nessuna colpa in tutto questo"
"Se non quella di avere un pessimo gusto in fatto di ragazzi" s'intromise Theo saggiamente. Liam lo guardò di sbieco, ma non poteva esattamente discutere su questo.

"Sono solo preoccupata, hai intenzione di rivederla, Liam?" chiese Jenna sfacciata come al solito.

"Non ho intenzione di rispondere" mormorò Liam in risposta, arrossendo di nuovo. "Comunque, non devi preoccuparti... per Gabe intendo. Hayden mi ha detto che lo sceriffo è riuscito a infondere un po' di buon senso in sua madre. E con 'infondere un po' di buon senso' intendo che le ha detto che alla prossima minima infrazione l'avrebbe spedito in riformatorio e poi in galera. Lo manderà a stare con suo padre a New York per un po'."
Theo si piegò verso di lui "Mi stai dicendo che non vedrò piu' la sua brutta faccia in giro?" chiese, fingendo commozione, mentre si teneva una mano sul cuore.

Liam rise. "Sì, a quanto pare"

"Be' non posso dire di non essere contenta" mormorò Jenna scuotendo la testa. "Be' vi lascio ora, sei sicuro di non aver bisogno di nulla, tesoro?"
"No mamma" Liam sospirò con un sorriso, poi la guardò orgoglioso "Vai a riprenderti il tuo lavoro"

Jenna ricambiò il sorriso "Contaci"

Quando la porta si chiuse alle spalle della donna, Theo guardò Liam. "Non hai davvero intenzione di uscire?"
Liam scrollò le spalle incerto, evitando il suo sguardo "Non.. non era urgente. Può aspettare domani"
Theo lo guardò attentamente. Riusciva a vedere che c'era qualcosa di strano in Liam, qualche pensiero che lo tormentava dal giorno precedente. Theo strinse le labbra. Era curioso anche lui se avesse intenzione di rivedere Hayden dopo quello che era successo, ma non trovò la forza di chiedere. Aveva troppa paura di sentire la risposta, così decise di cambiare argomento. Liam sembrò apprezzarlo. "Mason verrà anche oggi?" chiese.
"Uh no, lui e gli altri passeranno domani mattina" rispose Liam velocemente.

"Bene, allora..." Theo lo guardò esitante. "Ti va un film e una pizza?"

Liam si voltò a guardarlo di scatto, con gli occhi grandi "Uh.. intendi.. qui?" biascicò. Si maledisse internamente. Certo che Theo intendeva qui, idiota. Non è come se ti stesse chiedendo di uscire.

"Be' non credo tua madre sarebbe d'accordo all'idea che uscissimo per andare al cinema, però- se è quello che vuoi-" Theo alzò un sopracciglio colto alla sprovvista.

Liam arrossì di nuovo, agitandosi sul suo posto sul divano "No, io- cioè, sì... va bene qui" balbettò impacciato, evitando il suo sguardo
"Okay" rispose Theo lentamente, il cuore che accellerava per qualche motivo. Che sta succedendo? Si chiese esitante.

"Chiamo la pizzeria, tu scegli un film" si affrettò a dire Liam alzandosi. Theo lo seguì con lo sguardo, incapace di fermare la piacevole sensazione di calda speranza che gli si gonfiò per qualche motivo nel petto.

*

"Alloraa.. cosa ti va? Call of Duty o Street Fighter?" chiese Mason dondolando davanti ai suoi occhi le due custodie, mentre lui e Corey stavano seduti comodamente in terra davanti alla tv.

"Call of Duty. Niente piu' pugni, grazie" rispose Liam tranquillamente.

Mason ridacchiò ubbidendo prontamente. Corey si voltò a guardare Liam con uno sguardo indagatore. "Sai, però ti dona il look cattivo ragazzo, Li, dovresti prenderlo in considerazione"

"Impossibile" esclamarono contemporaneamente Liam e Theo, che aveva appena varcato la porta con una ciotola di pop corn in una mano e una bottiglia di cola nell'altra. I due si scambiarono un'occhiata divertita, mentre Liam alzava un sopracciglio nella sua direzione. "Non pensi che io possa essere un cattivo ragazzo?" fece in finto tono offeso.

"Per favore" sbuffò Theo roteando gli occhi, e sedendosi accanto a lui. "Ieri hai pianto guardando "Resta anche domani"."
"Hai pianto anche tu, stronzo" protestò Liam arrossendo.
"La pizza ai peperoni era troppo piccante" rispose Theo senza inflessioni.

Liam roteò gli occhi "Si certo"

Liam notò il modo in cui Mason e Corey osservavano le loro interazioni. Non sapeva esattamente cosa fosse successo la sera di Capodanno, ma evidente qualcosa era cambiato. Due giorni prima, quando Mason si era presentato a casa, Liam aveva subito notato che c'era qualcosa di diverso nascosto tra i rapidi anche se ancora rari scambi di battute tra lui e Theo. Meno tensione e sospetto, e più qualcosa che suonava tanto come cordialità. Corey era un po' più sulla difensiva. Teneva le chiacchiere al minimo, ma sembrava piu' disposto ad accettare la presenza dell'altro ragazzo, al contrario delle settimane precedenti, in cui tutto quello che faceva era lanciargli occhiate assasssine da una parte all'altra della stanza.

Liam non poteva dire di non essere sorpreso. Ma non poteva nemmeno dire di non essere contento. Aveva scelto di dare una seconda possibilità a Theo, e fino ad ora non aveva mai avuto modo di pentirsene. Anzi, Theo sembrava essere diventato un punto focale nella sua vita, qualcuno su cui poter sempre contare. Quindi poteva solo essere contento che i suoi amici più stretti si concedessero a loro volta la possibilità di vedere questo lato migliore di Theo.

Anche se un'altra parte, quella più egoista, quella piccola voce nel retro della sua testa, non poteva fare a meno di ripetergli che avrebbe voluto tenere questo lato finora nascosto di Theo tutto per sè.
Scosse la testa, per allontanare il pensiero. Non doveva pensarci.

"Tua mamma ha riavuto il suo lavoro, Li?" chiese improvvisamente Mason, dopo aver inserito il gioco e essersi seduto accanto a Corey.

"Non ancora. Ha un colloquio domani, ma è fiduciosa. Ha già lavorato lì in passato, e ha anche delle conoscenze. E poi lei è incredibile, ce la farà" rispose Liam prontamente, afferrando il joystick.

"Sì lo è, pensavo mi avrebbe ucciso per averle mentito, lo sai? Avevo il terrore di incontrarla" sussurrò Mason. Gli altri ridacchiarono. "Ma quando sono arrivato, mi ha solo detto che ho un'idea abbastanza confusa di "festicciola privata"." continuò.

"Lei è incredibile" ripetè Liam.

"Ma sono sicuro che se si troverebbe Gabe davanti, lo farebbe diventare docile come un agnellino" sorrise Theo.
"Sicuro, lei è una tosta" concordò Liam scuotendo la testa affettuosamente.

"A proposito di Gabe..." s'intromise finalmente anche Corey "..sapete se è vera la voce che se ne va a New York finalmente?"
"Sì, me l'ha detto Hayden" rispose Liam tranquillamente, pigiando i tasti del joystick.

Mason si voltò a guardarlo. "Hai parlato con Hayden?"
"Sì è venuta a trovarmi ieri mattina" Liam scrollò le spalle con noncuranza.

"E?"
"E cosa?"
Mason roteò gli occhi. "Avete parlato solo di Gabe?" chiese con un sorrisetto malizioso.
Liam roteò gli occhi a sua volta arrossendo leggermente. "Si Mason" rispose esasperato. "Lei mi ha chiesto scusa, io gli ho detto che non ce n'era bisogno ...non è stata colpa sua" aggiunse poi con un sospiro.
"Quindi vi rivedrete?" insistette Mason speranzoso.

Theo si mosse a disagio sul suo posto, voltandosi a guardare Liam che era arrossito ancora di più, e sembrava fare del suo meglio per evitare il suo sguardo. "Non lo so" biascicò Liam "Forse"

La verità era che lui stesso faceva fatica ad ammettere che il suo interesse iniziale era lentamente sfumato. Si era fatto guidare da vecchi sentimenti, dall'illusione che niente fosse cambiato nonostante il tempo passato, e sicuramente anche Mason aveva avuto la sua parte. Ora il fatto che l'amico sembrasse volerlo spingere per forza verso la ragazza cominciava quasi a infastidirlo. Certo, sapeva che Mason lo faceva per il suo bene, ma Liam sentiva che qualcosa era diverso ora. Hayden era una brava ragazza, sì, ma più il tempo passava, più la vecchia cotta stava lentamente sfumando in qualcos'altro. In qualche modo, c'era un qualcosa in tutto questo che non sembrava giusto, come se stesse forzando un pezzo di un puzzle in un posto che non era il suo.

Tenendo lo sguardo fisso sulla tv, cercò di ignorare gli occhi di Theo su di lui, quasi in attesa, ma era difficile quando la spalla di Theo contro la sua era come una calda presenza, solida e sicura. Liam cercò di scuotersi internamente. No non è per questo. Non doveva pensarci.

*

Il giorno dopo, Liam aspettò che sua madre uscisse per le sue solite commissioni, che voleva sbrigare prima del suo incontro col direttore dell'ospedale. Poi si vestì rapidamente e scese al piano di sotto. Si fermò quando incontrò Theo che usciva dal salotto diretto in camera sua. Il ragazzo lo guardò sorpreso. "Stai uscendo?"
"S-sì.. Va-vado da Mason, ci vediamo stasera" balbettò frettolosamente prima di uscire di casa. Theo lo seguì con lo sguardo, un sopracciglio alzato, osservandolo mentre usciva veloce chiudendosi la porta alle spalle.

Theo restò immobile per un attimo. Non aveva mai conosciuto un bugiardo peggiore di Liam, era palese che avesse altro in mente, che ce l'avesse da giorni. E se lo conosceva bene, sapeva fin troppo bene cosa stava succedendo.

*

Liam si fermò in mezzo al parcheggio contemplando l'ingresso principale del Beacon Hills Memorial. Sentiva il suo stesso cuore martellargli nelle orecchie, l'ansia che gli scorreva nelle vene, intorpidendogli il corpo e rendendolo pesante. Era arrivato il momento.
Si sentiva quasi in colpa ad aver escluso sua madre e Theo dalla sua decisione, soprattutto visto quanto entrambi erano stati determinati nel cercar di convincerlo ad affrontare la cosa e a smettere di incolparsi, ma in qualche modo sentiva che era qualcosa che voleva, che doveva fare da solo.

Sapeva anche che entrambi avrebbero capito se avesse detto loro che voleva farlo da solo, tuttavia... Liam se ne vergognava, ma il motivo per cui non lo aveva detto a nessuno era che nel caso avesse fallito, nel caso all'ultimo minuto avesse avuto paura e si fosse tirato indietro... non avrebbe avuto così spiegazioni da dare a nessuno, nessuno lo avrebbe saputo.

Tremava mentre varcava l'ingresso dell'ospedale, era pallido mentre chiedeva informazioni alla donna alla reception, aveva il fiato corto mentre pigiava il pulsante per chiamare l'ascensore. Era quasi nel panico mentre l'ascensore cominciava a salire. Il suo cuore sembrò fermarsi al ding dell'ascensore che segnalò l'apertura delle porte.

Era ora, era il momento. Non poteva più tirarsi indietro. Non voleva farlo. Fece un passo verso il corridoio, prima che le porte si chiudessero davanti a lui cancellando quel poco di coraggio che aveva preso, e cominciò a camminare lungo il corridoio. Quell'ala era quasi deserta, non si sentiva quasi volare una mosca. Liam riusciva a sentire il suono dei suoi passi che battevano sul pavimento spoglio. Sembrò passare un'eternità, come se il corridoio continuasse ad allungarsi sotto i suoi piedi, fino a quando raggiunse la porta contrassegnata dal numero 21. Deglutì facendosi coraggio.

Cominciò a pentirsi di essere venuto da solo quando oltrepassò la soglia, bloccandosi sul posto. Scott era sul letto davanti a lui, immobile. Il viso era rilassato, i capelli scuri che gli ricadevano sulla fronte, le braccia ai lati del corpo. Sarebbe sembrato come se dormisse pacificamente, se non fosse stato per la fasciatura attorno alla fronte, l'ago nel braccio sinistro e il monitor che scandiva il suo battito cardiaco, lento ma costante. Cercò di degludire di nuovo, ma scoprì di non avere più saliva. Aveva il cuore a mille, ma continuò. Fece un altro passo avanti e poi un altro, finchè non fu di fronte al letto. Come prosciugato di tutte le sue forze si lasciò cadere sulla sedia al lato del letto e sospirò, le lacrime che minacciavano di uscirgli da un momento all'altro. Tornò finalmente a guardare Scott, soffermandosi sul suo viso. In quel momento ogni parola che aveva pensato di dire sembrava essere svanita, dimenticata. Nessuna sembra buona o giusta abbastanza per quella situazione. Così Liam allungò la mano e prese quella dell'altro ragazzo tra la sua, stringendola delicatamente. Fece un respiro tremante, abbassando lo sguardo.
"Io..." iniziò, la voce strozzata e rauca, come se non parlasse da giorni "... non so davvero cosa dire" biascicò "Mi... dispiace così tanto, Scott" Strinse ancora di più la mano dell'altro, una lacrima solitaria che gli solcò la guancia "Ho bisogno che tu ti svegli, così da potertelo dire di persona. Devi svegliarti, Scott. Ti prego" Un'altra lacrima gli bagnò la guancia, mentre chiudeva gli occhi nel tentativo di fermarle, soffocando i singhiozzi, il beep beep del monitor come unico rumore, lento ma rassicurante in qualche modo, come lo era stata per lui la voce di Scott in passato. "Io... non avrei mai, mai... voluto ferirti, Scott" sussurrò alla fine.

"Liam" fece una voce meravigliata dietro di lui.

Liam sussultò, voltandosi di scatto, lasciando la mano di Scott e alzandosi per fronteggiare il ragazzo moro in piedi sulla soglia davanti a lui, una lattina di cola in mano. Il cuore di Liam accellerò nuovamente, in preda al panico. "Io- mi dispiace, forse è meglio che vada via-" balbettò.

"Cosa?" sussurrò Stiles debolmente, allungando una mano per posare la lattina sul mobile alla destra della porta senza mai smettere di fissarlo. "Tu, piccolo nanerottolo" Fece due veloci passi verso di lui, facendolo tendere. "Dove diavolo pensi di andare?" E un attimo dopo Liam si ritrovò con due braccia che gli avvolgevano il collo stringendolo in una morsa d'acciaio. Liam si ritrovò preso alla sprovvista, le mani che si libravano senza sapere cosa fare. Di sicuro non era quello che si aspettava. Non sapeva cosa dire. "Tu, razza di idiota- Ero così preoccupato per te!" mormorò Stiles contro la sua spalla, prima di fare un passo indietro, tenendogli con le mani le spalle e guardandolo in faccia.
"Tu... non sei arrabbiato con me?" chiese Liam in un sussurro, la voce piccola e gli occhi spalancati ed esitanti.

"Liam" sospirò Stiles, scuotendo la testa. "Nessuno di noi è arrabbiato con te, non io, non Melissa, non Malia né Lydia!" Si fermò per un attimo, parlando piu' velocemente "Okay, forse io un po' lo sono, ma solo perchè hai continuato ad ignorarmi per mesi! Razza di idiota!" Liam continuava a non sapere cosa dire, guardava soltanto il ragazzo davanti a lui sentendosi profondamente in colpa. "Ma sai chi meno di tutti potrebbe essere arrabbiato con te? Scott" Stiles strinse la presa sulle sue spalle. "Lo sai cosa sarebbe? Lo stesso che sono io! Fiero di te"
Liam lo guardò senza capire "Co-?"
"Tu sei la persona più buona al mondo, Li" Stiles gli sorrise "Nonostante avessi paura, nonostante tutto, ti sei fatto avanti per proteggermi, per aiutarmi" Stiles abbassò lentamente le mani "Pensi che io non mi sia sentito in colpa per questo?" Il suo sguardo scivolò tristemente su Scott "E' successo tutto... Jackson, la lite.... per colpa mia"
"Non è stata colpa tua, Stiles" esclamò subito Liam.
"E nemmeno tua" ribattè prontamente l'altro, con un cenno della testa. "Scott ci avrebbe preso a pugni se ci avesse sentito incolparci per questo" aggiunse poi con un sorriso, facendo un passo verso il suo migliore amico e guardandolo con affetto. Poi si voltò verso Liam "Si sveglierà, Li, lo so. Lui è più forte di questo, hai bisogno di crederci. E smettere di incolparti o isolarti. Non risolverà nulla"
Liam sorrise debolmente, passandosi la mano sugli occhi per asciugarsi le guance umide e fece un passo avanti verso il letto anche lui. "Lo so, qualcuno mi ha ripetuto per settimane la stessa identica cosa, finchè non ci ho creduto"
"Deve essere un qualcuno speciale allora" mormorò Stiles. Non c'era malizia nella sua voce, e Liam potè solo sorridere, un calore che gli si allargava nel petto.

Perchè era vero. Lo era. "Lo è"

Stiles gli sorrise dandogli una pacca sulla spalla. "Pensi che tornerai?"
Liam esitò solo un secondo prima di annuire. "Sicuramente"
"Be'... allora la prossima volta potresti portarlo con te. Vorrei davvero conoscere la persona in grado di convicere Liam Dunbar a fare qualunque cosa"

Liam rise, tornando a guardare Scott. Poi sospirò. "E' solo che a volte mi sembra egoista continuare con la mia vita quando lui...-" Si bloccò.

"A volte va bene essere un po' egoisti sai? Non puoi fermare la tua vita, Li, nessuno può, e Scott non lo vorrebbe in ogni caso, non è così?"

"Probabilmente no" concordò Liam mestamente. Perchè questo era il tipo di persona che Scott era.

Ma non lo rendeva meno difficile. Anzi. Poteva superare il senso di colpa, poteva vincere l'ansia opprimente e l'odio verso se stesso che l'aveva mangiato vivo in quei mesi, ma non il dolore. Il dolore che forse avrebbe potuto non vedere mai piu' Scott, parlare con lui, averlo vicino. Era un dolore che non aveva ancora affrontato davvero, almeno non fino ad ora che lo aveva visto lì disteso, immobile e inerte, con i suoi stessi occhi.

"Posso chiederti una cosa?" chiese Stiles qualche minuto dopo, distraendolo dai suoi pensieri negativi.

"Cosa?" chiese Liam alzando la testa esitante.

Stiles lo guardò per un secondo. "Cosa è successo alla tua faccia?" chiese leggermente.

Liam scoppiò a ridere a malincuore. "Ohh e' una lunga storia" rispose poi drammaticamente.

"Ho tutto il tempo del mondo sai"

*

Quando uscì dall'ospedale, mezz'ora più tardi, Liam non sapeva dire come si sentiva. C'era un peso in meno nel suo cuore, è vero, ma c'era ancora una sensazione spiacevole che gli opprimeva la bocca dello stomaco. Erano passate sette settimane, sette settimane, e Scott non si svegliava. Sapeva che Stiles aveva le stesse paure, ma cercava di essere forte e ottimista, per non crollare. Ma lui non era mai stato così forte. Mentre attraversava lentamente il cortile esterno, Liam si sentiva davvero sul punto di piangere. Ora che era solo trattenersi richiedeva davvero ogni sforzo della sua forza di volontà....

Si fermò sui suoi passi quando raggiunse il parcheggio, il cuore che mancò dolorosamente un battito. Davanti a lui, le mani nella tasca della felpa, appoggiato con la schiena contro la portiera del pick-up, accostato sul ciglio della strada, c'era Theo. Il ragazzo alzò lo sguardo su di lui quando gli fu vicino e lo osservò esitante.

"Co-cosa fai tu qui?" chiese Liam debolmente e senza fiato.

Theo scrollò le spalle facendo un passo avanti. "Ho pensato che potessi avere bisogno di una spalla su cui contare una volta uscito di lì"
Il cuore di Liam batteva incontrollabile ora. "Co-come sapevi che ero qui?"
Theo fece un mezzo sorriso mesto "Non sei mai stato un buon bugiardo. Sapevo che qualcosa ti turbava, e non è stato difficile fare due piu' due. Ero sicuro che ti avrei trovato qui"
Liam abbassò lo sguardo, come a nascondere le emozioni che lo sovrastavano in quel momento, sicuro che Theo le potesse leggere chiaramente nei suoi occhi. "Mi.. mi dispiace se ti ho mentito" mormorò, guardandosi i piedi. "Mi hai detto che saresti venuto con me, e-"
"Non c'è bisogno che ti scusi, Li" si affrettò a dire Theo facendo ancora un altro passo verso di lui e facendogli alzare lo sguardo "Ho capito. Avevi bisogno di farlo da solo, e l'hai fatto." Un sorriso si allargò sul viso di Theo, e Liam si ritrovò incapace di distogliere lo sguardo. "Ce l'hai fatta, Li. Sono fiero di te"

Quelle parole furono come una scarica elettrica che lo attraversò da parte a parte. Era quasi doloroso ora il modo in cui il suo cuore gli pulsava nel petto, come se volesse uscirne, il modo in cui tutto il suo corpo doleva per il miscuglio di emozioni contrastanti che stava provando. Dolore, perdita, paura... ma anche sollievo, speranza e affetto. Ed era tutto merito di quel ragazzo in piedi davanti a lui. Sentiva il suo corpo attirato come una calamita verso l'altro, ma non riusciva a trovare la forza di fare quel passo. Sapeva cosa significa tutto questo. Negarlo non sarebbe servito a farlo sparire. A cancellare in qualche in modo il fatto che era arrivato a provare sentimenti, sentimenti forti, per l'unica persona al mondo per cui non avrebbe mai pensato ne avrebbe provati, l'unica per cui non avrebbe dovuto provarli. Tutto questo era troppo. "Perchè-?" balbettò Liam, quasi terrorizzato, quasi disperato di sapere perchè Theo era venuto fin lì per lui, quasi desiderando che in qualche modo il ragazzo dicesse qualcosa di sbagliato, qualcosa che cancellasse tutto questo, perchè non sapeva come gestirlo, non sapeva assolutamente cosa fare con questi sentimenti. "Perchè sei qui?"
Theo lo guardò tranquillo, ignaro della battaglia interiore nella sua mente. Probabilmente pensava che fosse sconvolto per Scott. In parte lo era, era... per tutto. Liam si sentiva sul punto di impazzire.

"Non lo so, so che è difficile affrontare tutto questo, decidere di vedere Scott... ma credo di aver pensato che forse sarebbe stata ancora piu' dura gestire il dopo, ecco- Non lo so" Lo guardò esitante. "Credo di aver solo pensato che non volevo che fossi solo" Liam strinse le labbra, strizzando gli occhi, le lacrime sul punto di uscire finalmente. Dio, come può questo ragazzo sapere sempre cosa provo, a volte perfino prima che lo capisca io? "Li, va bene piangere" sussurrò alla fine Theo. E lì fu il momento in cui Liam si arrese, in cui smise di contrastare la forza di gravità che lo spingeva verso l'altro ragazzo. E Theo sembrò fare lo stesso, come se si fossero letti nella mente, mentre coprivano il metro che li separava ancora, avvolgendo l'uno le braccia attorno all'altro, in un'abbraccio mozzafiato. Liam si perse nell'abbraccio, come se fosse l'unica cosa che lo tenesse davvero in piedi. E forse era proprio così. Sentì la mano di Theo stringersi al tessuto della sua maglia, come a non lasciarlo andare. E così Liam, il viso nascosto tra l'incavo del collo di Theo e la spalla, lasciò finalmente uscire le lacrime, tutte quelle che aveva sempre trattenuto, lacrime per Scott, per Stiles, per suo padre, per sua madre, per Theo... per se stesso. Per questi sentimenti che non sapevano dove andare. Perche' non erano destinati ad essere. Ma che però erano l'unica cosa che al momento sembrava giusta. Mentre si perdeva tra le braccia di Theo, incastrandovisi perfettamente, si sentiva a casa, come se l'avesse finalmente trovato, quel pezzo giusto del puzzle che gli era sempre mancato. Era folle, era sbagliato forse, forse era inutile, nessun'altro l'avrebbe capito, nessun'altro l'avrebbe accettato. Ma era così.

Qualcuno potrebbe dire che non dovrebbe voler amare la persona che lo ha distrutto. Però lui vuole amare la persona che lo ha rimesso insieme. Lo vuole, davvero, ma non può averlo.

 

CONTINUA

 

   
 
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