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Autore: Il Moro    20/02/2020    1 recensioni
Zagor viaggia verso sud, diretto al grande raduno dei capi Cherokee. Tex sale al nord, all'inseguimento di un malvivente. Si ritrovano a passare nello stesso luogo, separati dall'abisso del tempo.
La fitta foresta sul fondo della valle appare antica, e silenziosa. Persino gli animali tacciono. Come per non disturbare. Eppure a volte, la notte, si possono udire dei sussurri sinistri...
Riusciranno Tex e Zagor a svelare il mistero de "La valle nascosta"?
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il pigmeo di guardia alza la testa di scatto, spaventato, quando la porta della cella viene scossa da un colpo violento che fa saltare alcuni legacci e cadere delle schegge di legno. Si alza in piedi mentre un secondo colpo fa piegare la porta e saltare altri legacci. Indietreggia puntando davanti a sé la lancia, più come uno scudo che come un'arma. Al terzo colpo la porta cede con uno schianto, spargendo ovunque rami spezzati e corde. Zagor la supera come un proiettile lanciato da una catapulta, finisce a terra, si rialza con un'agile capriola e afferra la lancia dello stupefatto guardiano strappandogliela di mano, usando poi la parte in legno come una clava sulla sua testa.
Scavalca il corpo del guardiano prima ancora che finisca di accasciarsi e continua a correre. Si trova in un'ampia caverna su cui si affacciano diversi cunicoli di varie grandezze. Solo tre di essi sono illuminati da torce appese alle pareti. Zagor si ferma un istante ad ascoltare. I pigmei sussurrano invece di parlare, ma se sono tanti tutti insieme e sono eccitati per il prossimo sacrificio: l'eco dovrebbe arrivare lo stesso.
Niente. Zagor sta per scegliere un cunicolo a caso, quando finalmente arriva un rumore: la risata di quel bastardo di Moses. Corre dentro il cunicolo di destra digrignando i denti per la rabbia.
Un pigmeo nel cunicolo si volta sentendolo arrivare. Zagor gli scaglia la lancia in mezzo alle gambe, facendolo incampare, e passandogli vicino prima che cada gli mette una mano in faccia e lo manda a sbattere contro la parete di roccia. Il pigmeo scivola a terra mentre Zagor continua a correre, a testa bassa. Il cunicolo in molti punti non è abbastanza alto per permettere il passaggio di un uomo in piedi.
Sente la voce di cico.
«...mammaiut... ZAGOOOOR!!»
Aumenta ancora il passo. Il cunicolo sfocia in una camera più grande. Un pigmeo all'uscita del cunicolo si volta verso di lui al rumore dei suoi passi, in tempo per prendere un pugno che lo fa volare all'indietro. Zagor gli strappa dalla cintura l'ascia di pietra scheggiata prima che tocchi terra.
Cico, legato a un palo dietro la schiena, sta venendo trascinato da due portantini alle estremità del palo verso un pozzo nero. Tutt'intorno un centinaio di pigmei, forse più, osserva la scena in assoluto silenzio. L'unico rumore sono le urla del messicano.
«ZAGOOOOR! AIUUUTO!!»
Zagor si lancia nella caverna, lanciando il suo grido di guerra e mulinando l'ascia.
«AAAHHYYAAAAAKKK!!!»
Tre, quattro, cinque dei pigmei vengono abbattuti nell'attimo stesso in cui si accorgono di essere attaccati. L'arrivo del colosso furibondo getta la comunità nello scompiglio. Alcuni indietreggiano, spaventati, altri, i più lontani, sfoderano le armi, ma non riescono ad avvicinarsi. Le donne cercano di scappare, mettendo in salvo i loro bambini. Eppure, nessuno emette più di un sussurro. Zagor crede di intuire qualche parola in un dialetto simile al cherokee.
«Zagor! E vai!» esulta Cico, un attimo prima di essere lasciato cadere dai suoi portantini e sbattere il naso per terra.
«AAAHHYYAAAAAKKK!!»
Zagor si fa strada attraverso la folla di piccoletti, il più alto dei quali gli arriva a malapena al petto. Alcuni si fanno avanti per cercare di fermarlo, ma non possono arrestare quella furia scatenata.
Uno sparo riempie l'aria di echi, e una pallottola sibila sopra la testa di Zagor. Si gira e scaglia l'ascia quasi senza mirare. Moses grida quando viene colpito al braccio, e la pistola gli salta via di mano.
Zagor solleva di peso un pigmeo che stava cercando di infilzarlo con una lancia e lo usa come un'arma improvvisata, buttando a terra altri due suoi simili. Zagor raccoglie la scure di uno di loro e finalmente raggiunge Cico al centro della caverna. Taglia le corde con un colpo preciso e aiuta il messicano a rialzarsi, per poi fronteggiare i pigmei. Ma sono troppi.
Il popolo della caverna non li attacca, ma si stringono intorno a loro armi in pugno. Zagor e Cico sono costretti a indietreggiare, verso l'abisso.
«Maledetti mostriciattoli!» sibila il messicano, tra i denti. «Ma sono umani? Non hanno gridato nemmeno mentre li colpivi!»
Nel silenzio della folla il ringhio di Moses rimbomba come un grido. Il trapper si sta precipitando di corsa verso di loro, a testa bassa e con un'espressione folle sul viso, tenendo il braccio attaccato al corpo.
«Mi hai spezzato un braccio, figlio di...»
Moses si lancia verso Zagor con l'intenzione di spingerlo nell'abisso, ma lo spirito con la scure ha gioco facile nello spostarsi di lato. Incapace di arrestare il suo lancio, Moses si precipita verso l'abisso mentre la rabbia sul suo volto si trasforma in terrore.
Colto da un'improvvisa intuizione, Zagor si allunga ad afferrare il cacciatore per la cintura un attimo prima che cada nel buco nero, e lo tira repentinamente all'indietro mandandolo a rotolare in mezzo ai suoi amici. Grida come un folle tenendosi il braccio rotto.
«NO!» grida Zagor, in cherokee, sperando che il popolo della caverna riesca a capirlo.
«Basta vittime! È finito il tempo dei sacrifici!» Si erge in tutta la sua statura e alza l'ascia verso la volta in un gesto di sfida. «Ed è finito il tempo di questo dio oscuro! Io sono Za-Gor-Te-Nay, Lo Spirito Con La Scure! È iniziato il MIO tempo!»
Si sporge sull'abisso, gridando la sua sfida al buio infinito sotto di lui.
«Mi senti, dio oscuro e pauroso, che temi a tal punto la luce da nasconderti nei recessi del terreno? Io sono lo Spirito Con La Scure! Io ti sfido! Vuoi difendere il tuo diritto a ricevere sacrifici? Vieni su, dunque, e provaci! Altrimenti rimani nascosto nel tuo buco, e non venire mai più, mai più a tormentare questo popolo coraggioso! Popolo che ora è sotto la MIA protezione!»
Zagor alza lo sguardo sulla folla, studiando l'effetto delle sue parole. Il silenzio è totale, eccezion fatta per i lamenti di Moses. Gli occhi che lo squadrano sono sgranati dallo stupore e dall'ammirazione. Se riuscirà a convincere il popolo delle caverne che non c'è nessun dio a cui fare sacrifici, forse questa catena di sangue si potrà interrompere, e le persone come Moses non potranno più approfittare dell'ingenuità di questi poveretti.
«Allora?!» grida ancora, verso il pozzo nero.
I pigmei, vedendo che il loro dio non raccoglie la sfida, si guardano tra di loro, dubbiosi. Le armi iniziano ad abbassarsi. I volti si rilassano.
Poi, un gemito sale dall'abisso.
   
 
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