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Autore: thithdouthchebag    21/02/2020    0 recensioni
Il tempo di Asahi e Nishinoya sta per scadere; quello di Bokuto e Akaashi deve ancora iniziare.
Per Oikawa e Iwaizumi non c'è tempo da perdere; per Kuroo e Kenma tutto il tempo che hanno non è abbastanza.
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Amor ch'al cor gentile ratto s'apprende
ATTO V:
Febbraio, o meglio,
Kotarou non ha un ombrello e ne
paga le conseguenze
_____________


Non era colpa di Koutarou se stava diluviando.

Certo, quando erano arrivati a casa di Akaashi dopo gli allenamenti pomeridiani, coprendosi inutilmente le teste con le felpe dell’uniforme scolastica, era stato lui a chiedere un ombrello in prestito.

Ma era stato decisamente Akaashi ad invitarlo dentro per aspettare che la tempesta si calmasse.

Perciò non poteva ritenersi responsabile in alcun modo di quello che sarebbe successo dopo.

Non era mai stato in casa di Akaashi prima, e la novità lo esaltava, insieme all’assenza dei suoi genitori.

Akaashi, invece, sembrava nervoso.

Koutarou pensò che forse non portava molti amici a casa.

In bagno, si passarono gli asciugamani sulle teste — i capelli di Koutarou, parzialmente liberati dal gel, non ne furono particolarmente contenti — e usarono un phon per asciugarsi gli orli dei pantaloni.

Akaashi disse, “Devo dare da mangiare a Ray.”

E Koutarou disse, “Che?”

Ray, scoprì Koutarou quando entrò nella camera da letto di Akaashi, era un pesce rosso con le pinne molto lunghe.

Sembrava cattivo.

Akaashi lo salutò picchiettando con l’indice sulle pareti dell’acquario.

Un gesto dolce, per un pesce cattivo con un nome dolce.

“Che figata,” fece Koutarou. “Non sapevo avessi un animale domestico.”

“Non te l’ho mai detto,” rispose l’altro, e Koutarou rise perché chiunque altro avrebbe risposto, Non me l’hai mai chiesto, ma Akaashi era sempre impossibile da prevedere.

Ray ingoiò la propria cena, e Koutarou lo fissò mentre lo faceva, domandandosi che sapore avesse. Akaashi, invece fissò Koutarou, poi si leccò le labbra, e poi chiese, “Pensi davvero che sia figo?”

“Tu o Ray?” rispose Koutarou. “Non importa, lo siete entrambi. Posso sedermi sul tuo letto?”

Akaashi lo guardò un altro po’ e Koutarou si preoccupò del fatto che fosse ancora mezzo bagnato, ma poi scrollò le spalle e disse, “Sì,” andandosi a sedere insieme a lui. I

l letto di Akaashi era piccolo; le loro spalle erano premute l’una contro l’altra.

Gli amici di Koutarou lo toccavano molto e molto spesso — Komi gli si stendeva addosso quando guardavano i film insieme, Konoha gli saliva sulla schiena nel giardino della scuola, Shirofuku gli prendeva le mani quando ballavano. A Koutarou piaceva e non ci pensava troppo quando succedeva.

Con Akaashi era diverso.

Era nuovo essergli così vicino, e si sentiva quasi a disagio, il che era inspiegabile, perchè a Koutarou piaceva Akaashi.

Per colmare il silenzio tirò fuori il cellulare su cui aveva caricata la pagina del suo webcomic preferito e cominciò a dire, “Vuoi vedere una cosa?” ma contemporaneamente parlò anche Akaashi che disse, “Mi piaci.”

Koutarou rise per la coincidenza, una risata debole e nervosa, ahah! “Anche tu mi piaci. Come mai sei così espansivo? Aspetta — si può dire espansivo in questo caso?”

“No, lo so,” continuò Akaashi. “Volevo dire un’altra cosa.”

Poi lo guardò negli occhi, ed era chiaro che voleva qualcosa da Koutarou, ed infatti si stava avvicinando, e adesso che ci faceva caso forse gli aveva cominciato a guardare le labbra, e Koutarou pensò, Oh no, e poi il cellulare gli cominciò a vibrare in mano.

Koutarou se lo porto all’orecchio senza guardare Akaashi. “Pronto?”

“Bokuto, aiutami con i compiti, sto impazzendo,” disse Komi dall’altro capo del telefono.

“Hai ragione, mamma, scusa,” rispose Koutarou. “Sto arrivando.”

“Ma sei scemo? Hai la febbre?”

Koutarou gli attaccò in faccia dopo aver detto, “Tra dieci minuti. Ciao,” e poi ad Akaashi, “Si è fatto tardi, devo tornare a casa.”

La faccia di Akaashi era rossa. “Ma sta ancora piovendo.”

Koutarou scosse la testa. Non sapeva bene cosa volesse comunicare con quel gesto.

Akaashi cominciò a dire, “Senti,” ma contemporaneamente parlò anche Koutarou che disse, “Ci vediamo domani,” e uscì dalla stanza di Akaashi senza neanche salutare Ray.

Prese a correre verso casa.

Akaashi aveva provato a baciarlo?

Si sentiva sbagliato — forse per via dei vestiti appiccicati addosso dalla pioggia.

Forse per via dei sensi di colpa.

Akaashi aveva provato a baciarlo.

Anche le altre persone hanno dei sentimenti, disse Shirofuku nei suoi ricordi.

Koutarou sospirò. “Cazzo.”
   
 
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