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Autore: BlondeFox04    23/02/2020    0 recensioni
Coward è una storia ambientata nel periodo antecedente e seguente lo Zero Requiem. Divisa in tre parti, tratta diversi aspetti della codardia del nostro amato Imperatore ed esplora il rapporto profondo che c'è fra Lelouch e Suzaku. I principali protagonisti di questa storia sono Lelouch, Nunnally e Suzaku.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: C.C., Kururugi Suzaku, Lelouch Lamperouge, Nunnaly Lamperouge
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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COWARD


- The Chronicles of Nunnally - Why are you? -




Non aveva contato i giorni.
Era certa non le servisse sapere quante volte il sole era sorto e tramontato, né quante lune si fossero affacciate nel cielo notturno per far compagnia alle stelle sole. Ingannava la sua attesa con C.C., che ogni giorno rimaneva insieme a lei a parlare. L'aveva stupida più di una volta con i suoi racconti e, nonostante si rifiutasse di farle vedere con i suoi occhi ciò che aveva vissuto, non aveva timore che lei sapesse la realtà di ciò che era stato. Questa forse era la cosa che Nunnally apprezzava in lei. Tutti l'avevano fatta andare avanti sfoggiando un sorriso gentile in una terra priva di grazia. Per un proprio bisogno o per rinchiuderla semplicemente in una campana di vetro? Non aveva poi molta importanza. Lei voleva semplicemente essere adulta.
Senza rimorso o paura, avrebbe fronteggiano l'Imperatore suo fratello e avrebbe lottato per la sua libertà e un futuro migliore. Era ancora in tempo per farlo rinsavire dai suoi propositi, ne era certa.
Ma quel giorno sembrò non arrivare mai.


C'era una cosa che Nunnally aveva notato sin da piccola. Suo fratello era elegante in ogni suo movimento e soprattutto possedeva un passo leggero, ma incideva bene il piede sull'asfalto in modo tale da annunciare la sua venuta e il suo ritiro. Questo non era cambiato negli anni. Era molto alto e di poco superava persino Suzaku, tuttavia nulla gli vietava di portare un tacchetto tattico. Anche il giorno in cui era venuto lì giù, il suono del tacco aveva risuonato ad ogni suo passo.
E proprio per questo, quando il suo udito venne meno nel preannunciare l'arrivo di qualcuno diverso da C.C. - lei l'aveva appena lasciata - ne rimase molto delusa.
«Nunnally, come ti senti?»
La ragazza avrebbe voluto rispondere "avvilita, logorata dall'attesa". Quindi si morse le labbra, evitando così di parlare. A questa reazione il soldato sospirò, sedendosi sulle proprie ginocchia, rimanendo di fronte a lei. Era la prima volta che si guardavano negli occhi. La piccola principessa poté sentire dei sentimenti contrastanti al riguardo, non riuscendo a interpretare le emozioni che quelle gemme le stavano trasmettendo.
«Tu mi odi, non è vero, piccola Nunnally?»
«Come?...», sussurrò interdetta. Sbattè gli occhi più e più volte, guardando il suo sorriso malinconico accompagnare uno sguardo che non avrebbe mai immaginato di vedere su di lui.
«Io non potrei mai odiarti, Suzaku! Anche se tu mi hai mentito, io non-»
«Ne sono felice.»
Suzaku accarezzò la testa della ragazza, che a quel gesto gentile e privo di alcun senso, almeno per lei, ne rimase spiazzata. Gli aveva risposto energicamente, come se avesse avanzato un'idea folle. Nunnally non era cambiata, nonostante il mondo intorno a lei fosse completamente sottosopra. Questo rincuorò l'animo del giapponese prossimo al divenire Zero. Ma non appena la ragazza approfittò di quel momento per prendergli la mano, lui la ritirò di scatto. Immediatamente dopo fece per andarsene e la giovane lo chiamò supplichevole per fermarlo.
«Ti prego Suzaku! Non andartene! Parla con me... solo per poco tempo... Non ci proverò più... te lo prometto.»
Se in un primo momento ragionò sull'idea di andarsene seduta stante, subito dopo quelle ametiste lo invogliarono a restare. Quel maledetto colore brillava in una luna crescente. Il suo cuore tremava ancora così tanto al ricordo degli ultimi giorni con Lelouch...
Il giapponese si sedette nuovamente dinanzi a lei, questa volta in una posizione più statica, a gambe incrociate e le mani posate morbidamente sulle proprie ginocchia.
«Te ne sono grata», sussurrò la principessa, riprendendo dopo qualche momento di pausa.
«Sei stato via per molto tempo insieme a Lelouch...»
«Si.»
«Dove siete stati?»
«In Africa.»
«Woah... Dev'essere stato un bel viaggio, allora!»
«Spero che lo sia stato anche per tuo fratello.»
«Era con te, quindi può essere stato solo che piacevole, no?»
Nessuna risposta.
«Posso farti una domanda?»
«Dimmi pure.»
«Perché mi hai mentito, Suzaku?»
«Non volevo che si arrivasse fino a questo punto.»
«E adesso, allora?»
«So solo che non avrei fatto nulla di diverso.»
«Sei deciso.»
«Più che mai.»
«Posso chiederti un'ultima cosa?»
Suzaku assentì con un cenno del capo.
«Perché hai scelto di stare al suo fianco?»
«Lo sai bene, Nunnally. Non è forse vero che io e lui insieme possiamo fare qualsiasi cosa, anche ciò che è impossibile?»


L'ultima notte.
Per ore, Suzaku era rimasto seduto sul trono in silenzio, osservando da ogni angolazione possibile la lunga spada con la quale avrebbe dovuto prendersi la vita del suo migliore amico quella mattina stessa. Non faceva altro che ripensare al sorriso di Lelouch, alle sue parole...
«Come faccio a crederti?», chiese ad alta voce guardando la spada. Passò su di essa due polpastrelli, tagliandosi. Non reagì a quel dolore acuto, quanto alla figura che si stanziava dinanzi la porta della grande sala. In silenzio, Sua Maestà Imperiale lo stava scrutando da diverso tempo senza che se ne rendesse conto. Era insolito per lui.
«Lelouch, sei tu?», chiese per sicurezza. In risposta ricevette una breve risata così schietta da togliere ogni dubbio.
«Non dovresti essere qui.»
«Potrei dirti la stessa cosa.»
Il cavaliere ripose con cura la spada mentre veniva raggiunto a passi leggeri dall'altro. Questi gli prese le dita ferite e le portò alle labbra, leccandone il taglio netto.
«Che stai facendo...?»
«Che domande... mi prendo cura del mio cavaliere, no?»
Suzaku ritrasse la mano e, leggermente in imbarazzo, distolse lo sguardo da quello di un Lelouch abbastanza divertito.
«Non dovresti pensarci così tanto.»
«Sei tu che ti comporti in modo strano.»
«Non parlo di quello.»
Silenzio.
«È inevitabile, per me.»
Lelouch prese respiro, poi si decise. Doveva porre un ultimatum nella mente del ragazzo. Quindi catturò il suo viso fra le mani e poggiò con delicatezza le labbra sulle sue. Dischiuse in un bacio casto, Suzaku si ritrovò a tremare. Era la seconda volta che lo coglieva impreparato e, come per magia, il suo cervello insieme alle sue paure si spensero. Il britanno lo guardò negli occhi con una risolutezza spaventosa.
«Questo è un bacio d'addio, Suzaku. Dormi bene.»
Il cavaliere impallidì e, tendendo una mano verso le schiena del suo imperatore che si stava allontanando, non poté fare altro che lasciarsi abbandonare al suono di quelle parole. Riscosso dal chiudersi della porta, si mosse chiamando il suo nome. Corse fino alla fine della sala, spalancò le porte e lo cercò con lo sguardo. Era come sparito.
Un sogno?, pensò ad alta voce, chiedendosi poi Se ora venissi nella tua stanza, ti troverei lì ad attendermi?.
Un bacio d'addio.
Non doveva seguirlo.


«"Vuoi passare quest'ultima notte insieme a me?", non era questo che dovevi dirgli? Perché non lo hai fatto, Lelouch?», chiese la strega immortale, seduta sul parapetto del balcone presente nella sua stanza. Guardò il moro appoggiarsi contro la porta appena chiusa, scegliendo quasi un altro posto piccolo e stretto dove rinchiudersi di fronte a quella vasta stanza che gli aveva concesso. Non era abbastanza afflitto per definirsi tale, piuttosto aveva l'aria di chi sa la verità. Non sicurezza, ma onestà. Di certo una cosa che su di un volto dalle mille maschere non donava, ma che apprezzava su ogni essere umano.
«Perché altrimenti non mi avrebbe più lasciato andare.»



 
  
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