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Autore: Xenebe    26/02/2020    1 recensioni
Sono passati anni e Robin ancora non è riuscito a prendere Red X. C'è qualcosa in lui che lo infastidisce e incuriosisce allo stesso tempo: le sue abilità, il suo tono sempre scherzoso e un po' canzonatorio, il suo conoscerli così bene da sapere delle teorie di Beast Boy sulla sua identità. E quel flirtare continuo con Starfire che sembra fatto apposta solo per ingelosirlo…
Red X dal canto suo continua a osservare i Titans, a studiarli, per essere certo di compiere la sua missione, restando quanto più a distanza possibile, per assicurarsi che non scoprano la sua identità. Ma quando, durante uno scontro, uno dei cinque ragazzi si troverà in pericolo, lui come reagirà?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Raven, Red X, Robin
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3


Ecco perché pochi minuti dopo BB e Raven erano seduti sul divano davanti alla TV con il “ragazzo dal futuro”, come aveva iniziato a chiamarlo Beast Boy, in quel momento impegnato a giocare con la nuova consolle.
- Ehi, amico, ti va di giocare?-
- No, ma grazie dell’offerta.- rispose, seguendo con lo sguardo Raven che si alzava per andare a farsi un the.
Pochi secondi e anche Nightwing era in piedi.
- Dove vai?-, gli chiese il ragazzo verde.
- Volevo prendere un caffè, non è un problema, vero?-, BB aveva gli occhi incollati allo schermo e nessuna intenzione di staccarli.
- Dov’è Raven?-
- In cucina.-
- Ah, allora ok.-, con un sorriso furbo Richard Grayson raggiunse, in poche ampie falcate, la soglia della cucina, fermandosi ad osservare la figlia di Trigon mentre prendeva una bustina di the, attendendo che l’acqua bollisse.
- Non ti avevo lasciato di là con BB?-
- Volevo un po' di caffè.-
- Prego… o devo mostrarti dove puoi trovarlo?-
Lui rise raggiungendola, mentre si voltava per mettere la bustina nell’acqua.
- Non c’e bisogno di tenere su questo, quando sei con me, vero?-
Le chiese abbassandole il cappuccio che era stato sollevato sin dal momento in cui i due Robin erano usciti dalla stanza.
Raven rimase un attimo a guardarlo, quasi spaventata e intimidita da lui, con le guance appena colorate di rosa. Quello che aveva di fronte era il solito Robin, eppure non lo era. Il sorriso era più dolce, i movimenti più fluidi e meno impetuosi, più disinvolti.
- Non riesco a leggerti.-, si ritrovò a dire la ragazza e solo allora si rese conto di quanto fosse vera quell’affermazione. Sgranò gli occhi, - Se tu fossi davvero Ri… Robin, avrei un legame con te, ma non sento niente.-
- E se io non fossi Richard,- lui sorrise, - non avrei ricevuto da te lezioni su come bloccare i tuoi poteri e tu saresti in grado di capire ogni mia emozione, volendo.-
Raven si ritrovò a dover annuire leggermente e a cercare letteralmente una via di fuga mentre sentiva il suo sguardo su di sé. Fu grata dell’esistenza della maschera, non era certa di poter essere tranquilla di fronte allo sguardo di quel nuovo Richard così intenso e… adulto.
Voleva tornare nella stanza accanto, dove ci sarebbe stata la confortante presenza di BB a stemperare quella tensione, ma si accorse di essere praticamente bloccata dalle sue braccia, allungate verso il mobile alle proprie spalle.
- Potresti lasciarmi passare?-, la sua voce era ferma e quasi nessuno avrebbe avvertito il leggero tremolio che l'aveva quasi spezzata alla fine. Ma lui era il Ragazzo Meraviglia.
- Lo sai che non ti farei mai del male, Rae. MAI.-, le disse allungando la mano a sfiorarle i capelli, prima di posarla sulla sua guancia.
- Perché sei qui?-
- Devo salvare ciò che ho di più prezioso.-, sussurrò abbassandosi fino all’altezza di lei, che rimase, quasi boccheggiante, immobile.
A interrompere quella specie di incantesimo in cui Raven sentiva di essere caduta, fu la voce meno profonda del Robin di quel tempo.
- Che diavolo stai facendo! Tieni le mani lontane da lei!-, l'altro sollevò le mani, per indicare che non aveva intenzione di far nient'altro che obbedire.
- Rilassati, finirai per farci prendere un infarto a 19 anni! -
- Rilassati? Mi hai mentito! Perché mai dovrei fidarmi più di te? Ti ho dato esattamente quello che volevi e mi hai preso in giro! Volevi che ti lasciassi qui con Raven e BB e l’ho fatto e alla fine mi hai fregato!-
- Robin, non mi pare il caso…- disse Nightwing.
Raven si accorse che stava osservando i loro amici, fermi all'entrata della cucina, dietro Robin. Capì quindi che voleva riservatezza e in un secondo si teletrasportò con i due Richard di nuovo nella camera blindata, l’audio dei filmati di sorveglianza della quale era ancora disattivato.
- Grazie…-, le sussurrò il più adulto dei due ragazzi, spostando lo sguardo dal sé più giovane e avvicinandosi appena a lei.
- No! Ora basta!-, Robin era a dir poco furioso, la rabbia di poco prima, notò Raven, ancora più folle.
- La devi lasciar perdere! Ti proibisco di avvicinarti a lei, di toccarla, di parlarle, persino di guardarla, ci siamo intesi? Non puoi venire qui, raccontare che vieni dal futuro per cambiarlo e decidere che intanto puoi goderti la sua compagnia! Non mi interessa se sei me o meno! Stai. Lontano. Da. Lei.-, pochi secondi dopo e, dandogli le spalle, continuò, - Andiamo, Raven!-
- No.-, entrambi i ragazzi rimasero di sasso.
- Come?-, le chiese voltandosi.
- Mi hai sentita. Evidentemente mi state nascondendo qualcosa che dovrei sapere e quindi non mi muoverò di qui finché non mi avrete spiegato che cosa sta succedendo.-
Rimasero tutti e tre in silenzio per qualche minuto, Nightwing la osservò a lungo, prima di decidersi a parlare.
- Ok, Rae. Sono venuto qui per cambiare il futuro…-
Non riuscì a continuare, perché gli arrivò un bugno da Robin.
- Sta’ zitto!-, sibilò.
- Ora basta! Robin perché ce l’hai tanto con… il futuro te stesso?-
- Raven, come tuo leader…-
- Perché è arrabbiato e geloso.-, lo interruppe Nightwing,- Perché è certo che ora, conoscendo il futuro possa cambiarlo senza rinunciare a l’amore della mia vita. Perché è arrabbiato con se stesso, cioè con me, perché sono venuto a rovinare tutto, perché è un egoista e vuole essere amato da lei.-
- Quindi si tratta di questo? Di una ragazza? Sei qui per salvare Starfire?-
- Rae, a volte…-, rispose il più grande, allungando la mano verso di lei, ma Robin si mise tra i due.
- No! Ti ho detto che non puoi toccarla! E ti ho detto che non ti credo! Ti ho dato una possibilità e mi hai mentito: lascia BB, lui mi terrà a bada! Sciocchezze! Sicuramente mi hai mentito su molto altro!- ora la sua voce era più calma, ma più profonda,- Non vedo quindi perché dovrei crederti. Andiamo, Rae.-, finì prendendo la mano di lei.
- Ehi, non è colpa mia! Evidentemente tenendo lontani voi due, anche BB non si è ancora accorto dei suoi sentimenti…-, a queste parole Raven si bloccò.
- Noi… due?-, Raven sentì quasi un coro di “Dannazione!”.
- Ragazzi, credo che voi dobbiate darmi delle spiegazioni.-, ma quando notò che entrambi rimanevano in silenzio, riprese lei:
- Allora, iniziamo da cosa semplici, quindi… che c'entra Beast Boy?-, entrambi avevano un’espressione sorpresa.
- Ehi, ho detto “semplici” e francamente la mente di Garfield è molto più semplice e lineare della vostra.-
- Chi è Garfield?-, Raven si rese conto del suo errore quando Robin pose la domanda.
- È il vero nome di BB, ma non ho mai capito come mai lei lo conoscesse da prima di tutti noi altri.-, spiegò Nightwing.
- Me lo disse lui… non so perché, cosa vide mentre io e… te stavamo discutendo di un caso, ma improvvisamente gli venne una specie di attacco di gelosia, lo sentii distintamente, e appena rimasi sola mi si avvicinò per parlare e poi mi disse il suo vero nome… Ma non vedo come la sua cotta per me possa essere pertinente ora.-
I due ragazzi erano a bocca aperta.
- Sai della sua cotta? Lo hai sempre saputo?- tentò il più grande, lei invece si voltò verso il suo leader ancora a bocca aperta.
- Dopo Trigon… quando mi abbracciò. Proiettava in modo piuttosto prepotente i suoi sentimenti.-
Dopo queste parole cadde il silenzio, finché Nightwing non lo ruppe.
- Quindi semplicemente non crede che io sia una minaccia per lui…-
- I suoi sensi sono piuttosto sviluppati, raramente il suo intuito sbaglia. Ti riconosce come Robin, quindi non sei una minaccia.-
- Non intendevo questo.-, le disse avvicinandosi e sorridendo furbo.
- Ti ho detto di finirla.-, ancora una volta Robin si piazzò tra i due.
- Io invece vorrei capire che hai contro la tua versione futura, Richard.-, lui si irrigidì e piuttosto che voltarsi verso di lei, guardò male l'altro se stesso.
- Vuole evitare che io compia la mia missione.-
- Che sarebbe?-
- Devo cambiare il vostro presente per modificare il futuro.-
- Sai che giocare con le linee temporali può essere pericoloso?-
- Devo farlo.-
Robin si sentiva come invisibile e come un bambino che assiste ad una discussione dei suoi genitori: capiva ogni singola parola, ma il tutto non aveva senso.
- No!-, si trovò ad urlare, prima di ricomporsi,- Hai già modificato il futuro, ora so del pericolo. Puoi tornartene a casa e goderti la tua relazione.-
“E soprattutto lasciarci vivere la nostra vita!”, aggiunse mentalmente.
- No. Credi che non abbia provato? Sono tornato indietro dopo aver modificato la nostra storia…Ma non è bastato. Devo assicurarmi che sia tutto diverso.-
- Tu vuoi assicurarti che la mia vita sia un inferno!-
- Robin… smettila di fare il bambino.-, la voce monocorde e calma di Raven fu peggio di una doccia gelida.
- Rae, tu non capisci… ti fidi più di lui che di me?-, Raven alzò gli occhi al cielo, prima di avvicinarsi a lui e mettergli le mani sulle spalle.
- Robin, sii ragionevole, quello sei tu. Quindi mi fido di lui come mi fido di te.-
- Non lo faresti se sapessi la verità…- rispose allontanandosi e voltandosi verso la porta di uscita. Se Raven voleva dar conto a quell’idiota lui non si sarebbe più messo in mezzo, non finché lui non fosse tornato dritto dritto nel suo tempo.
- Sei un egoista.- lo bloccò la voce di Nightwing.
- Invece sembra che a te non importi della felicità di nessuno di noi!-
- Dobbiamo salvarla! Maledizione! Lo so come ti senti. Io sono come una luna intorno a lei e non riesco ad allontanarmi… ma devo, devi! Io non avrei voluto dirti tutto, ma non ho potuto evitare! Stava per ferirsi… e se le fosse successo qualcosa? Ma tu eri troppo pieno di te per credermi quando ti ho detto di salvarla, quindi ora siamo bloccati qui! Io non voglio veder morire la donna che amo, tu non vuoi rinunciare a lei perché non vuoi rinunciare a essere felice… Ma devi farlo, dobbiamo farlo…-
- Come avrei dovuto sapere che eri me stesso nel futuro e che quindi la tua preoccupazione per Raven non fosse una farsa?-
- Dovresti preoccuparti per lei! E se fosse morta?-
- Immagino che sarei tornato indietro nel tempo, no? È così che so risolvere le cose, è così che so proteggere Raven, no? E tu sei arrabbiato solo perché tu l’hai persa! -
Si erano entrambi dimenticati che la persona di cui stavano parlando era ancora nella stanza, se ne accorsero quando, in mezzo a loro, davanti ai loro occhi, apparve una parete di energia di colore nero.
- Io credo-, la voce bassa e minacciosa, ma il volto, stranamente non coperto dal solito cappuccio, vulnerabile e confuso,- che voi due mi dobbiate spiegare. Da come parlate sembra quasi che la persona che dovete salvare…-
- Sei tu, Raven.- concluse con un sorriso timido Nightwing. I due Richard Grayson videro gli occhi della ragazza sbarrarsi e la osservarono sedersi sul divano e cercare di calmarsi usando il suo solito mantra.
Fu Robin ad avvicinarsi lentamente a lei e a inginocchiarsi per essere alla sua stessa altezza, spostandole poi una ciocca di capelli dal viso. Questo sembrò far tornare in sé la mezza demonessa.
- Ci sono cose che non riesco a capire. Io… che c'entro con… -, mosse lo sguardo indaco sul maggiore dei due ragazzi e Robin poté ammirare lo strano fenomeno di Raven che, come in trans, arrossiva appena.
- Rae...-, la voce di Robin la svegliò. Lei si alzò facendo finire sedere a terra il Ragazzo Meraviglia che fino a pochi attimi prima era inginocchiato davanti a lei.
- È impossibile. È un bugiardo.- la voce dura, aveva una leggera nota isterica, così lontana dalla sua solita calma.
- Come? Cosa?-, Robin era confuso e forse anche un po' offeso, ancora seduto a terra.
- Non è vero! Non è possibile!- si voltò lei a guardarlo male.
- E perché mai sarebbe impossibile? Perché l'idea di essere innamorata di me è così folle?-
Robin e Raven ora erano uno di fronte all'altra. Entrambi portati allo stremo dalla rivelazione e dai sentimenti che questo stava causando a entrambi. Erano arrabbiati e impauriti da quella discussione eppure si sentivano stranamente attratti l'uno dall'altra.
- Ok, ora basta. Credo che vi dobbiate allontanare.-, solo quando si trovarono Nightwing accanto si resero conto di quanto fossero vicini. Entrambi imbarazzati, si sforzarono di non allontanarsi di scatto, concentrando tutta la loro frustrazione sul ragazzo.
- Il mio compito è di allontanarvi! Se continuate così tra poco i vostri compagni dall’altro lato della porta vedranno un film a luci rosse!-
Come previsto quello fece allontanare di scatto i due teenager.
- Vado a tranquillizzare gli altri e poi controlleremo la strategia che avete usato. Sicuramente ci saranno degli errori di cui non ti sei reso conto.- prima di uscire dalla porta però, Robin si voltò a guardarlo di nuovo, - E stalle lontano.-
- Sono davvero così folle da essere geloso di me stesso?- commentò Nightwing appena l’altro fu uscito, ma ricevette in risposta solo un’occhiataccia.
- Rae…-
- Non mi fido di te…-
- Non è vero. Fino a poco fa ti fidavi e ora…-
Raven non si era quasi accorta di quanto si fosse avvicinato a lei: aveva il passo elegante e sicuro di Robin, ma anche un modo di parlare ipnotico, quasi seducente. La mezza demonessa si ritrovò a chiudere il poco spazio che ancora c'era tra loro, per accettare la carezza che lui le stava facendo.
- Sei qui per separarci, non per… sedurmi.-, riuscì a sussurrare, - Ammettendo che ti creda.-
A questo lui sorrise appena, avvicinandosi ancor più a lei e spostandosi in modo da dar le spalle alle telecamere. Tolse la maschera e la fece cadere a terra.
- Non so mentirti, ma se preferisci puoi leggermi in volto per capire. O posso abbassare la mia barriera per un attimo… e non voglio sedurti…-
- Ah, no?- intanto la mano di lui aveva lasciato il suo volto ed era scesa sulla sua spalla, mentre l’altra le sfiorava la mano.
- No… è solo che… sono qui da tanto. E mi manchi Rae.-
Questo la riscosse e la fece allontanare a grandi falcate.
La porta si aprì senza far rumore, proprio mentre lei diceva che non credeva alla sua storia, ma si chiuse sbattendo, richiamando l’attenzione sul ragazzo vestito di rosso, verde e giallo.
- Che succede?-, sibilò.
- Non mi crede! Lei davvero non mi crede!- Nightwing stava quasi urlando.
- Nightwing…-
- No! Io so perché non mi credi e sai che ti dico? Sono qui per cambiare il nostro futuro, per mandare all’aria la nostra storia e quindi…- si rivolse al sé più giovane,- lei non mi crede perché non pensa che tu la possa amare. Che lei sia degna del tuo amore, perché in realtà lei ti ama già, ti ama da sempre e se ne è accorta al suo sedicesimo compleanno.-
Quando si zittì cadde a terra stremato prima di voltarsi verso Raven.
- Ora l’ho fatto. Ho distrutto tutta la nostra storia, l’ho modificata per sempre.-
- Perché?- chiesero in coro entrambi gli interessati, ma lui continuò a rivolgersi solo a lei.
- Perché il giorno in cui mi hai detto che mi amavi è stato il più importante, il più bello della mia vita… E ora è scomparso.-
Robin vide Raven avvicinarsi all’altro e abbracciarlo. Si schiarì la voce prima di parlare.
- Ho mandato gli altri a pattugliare la città per le prossime tre ore. Abbiamo la torre per noi. Dobbiamo capire cosa è andato storto.- disse spostando lo sguardo sulla parete.
- Richard…-
- Cosa?- sbottò Robin verso Raven.
- Lo hai sentito… è tutto scomparso.-, lui rise.
- No, non credo. È scomparso quel giorno.-, a questo la tirò a sé,- Ma credi davvero che questo possa cancellare tutto?- concluse dolce prima di sfiorarle appena le labbra con le sue.
- Non ci posso credere! Fai sul serio?- si intromise Nightwing.
Robin sembrò arrossire appena, ma non si staccò dalla ragazza. Anzi le prese la mano e la guidò fuori, ignorando completamente le occhiatacce del se stesso futuro, non che gli fosse difficile: era totalmente rapito dal fatto che il semplice sfioramento di labbra che aveva appena causato gli avesse procurato delle emozioni così forti rispetto ai baci appassionati che aveva scambiato con Star. Era stato come ritrovare la gravità dopo un salto, inesorabile, terribile e necessario per riafferrare il trapezio.
 
   
 
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