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Autore: Pioggia    05/08/2009    3 recensioni
Edgar è un molliccio, ma anche un gran chiacchierone. Molti non lo sanno, ma lui è una creatura importante. È un peccato che finora non abbia mai raccontato la sua storia. Quale? La storia.
- “Ehi, frena! Per favore... Rallenta! Fermati! Santo Godric... Impedimenta!”.
James le aveva provate tutte per riuscire a raggiungere la ragazza senza ricorrere alle maniere forti, ma arrivati all'ennesimo pianerottolo di chissà quale rampa di scala del castello la soluzione drastica era l'unica via che gli era venuta in mente per riuscire a placcarla...
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I vantaggi dell'impedimenta




- “Ehi, frena! Per favore... Rallenta! Fermati! Santo Godric... Impedimenta!”.
James le aveva provate tutte per riuscire a raggiungere la ragazza senza ricorrere alle maniere forti, ma arrivati all'ennesimo pianerottolo di chissà quale rampa di scala del castello la soluzione drastica era l'unica via che gli era venuta in mente per riuscire a placcarla.
Con un tonfo il prefetto crollò ingarbugliandosi nelle sue stesse gambe e qualche istante dopo venne ulteriormente scaraventata a terra da Potter che – non avendo calcolato bene la velocità alla quale stava andando – atterrò su di lei.

- “Ahio! Che modi, Potter”. Lily portò una mano alla nuca cercando il bernoccolo che sicuramente stava iniziando a emergere con un dolore sordo.
Per qualche istante rimase intontita, confusa dalla caduta e successiva botta, ma poi aprì gli occhi e quello che vide le mozzò il fiato.

James non ebbe nemmeno il tempo di rallegrarsi per il geniale incantesimo. Toccare la morbida stoffa dei suoi vestiti, sentire ancora il suo respiro sul viso... senza volerlo si ritrovò a fissarle le labbra prima contratte in una smorfia e poi sempre più rilassate e desiderò poterle baciare almeno una volta, una sola, nella vita.

Lily spostò inconsciamente la mano dalla nuca al braccio del cercatore, non per respingerlo ma per trattenerlo, e ne cercò lo sguardo.

Quando i loro occhi si incrociarono fu come se i loro cuori volessero librarsi in volo, lontano dalla realtà ma l'uno vicino all'altro.

James le scostò con una mano una ciocca di capelli dal viso e udì perfettamente il suo respiro diventare sempre più fievole.
Lei chiuse gli occhi, gli stessi che più volte l'avevano portato sull'orlo della follia, per assaporare meglio la magia di quella carezza che apriva una breccia nell'anima. Lui con la punta delle dita disegnò il profilo del naso, solleticò lo zigomo coperto da piccolissime lentiggini e si perse nel suo collo così profumato da stordirlo.
Non riusciva a credere ai propri occhi e pregò intensamente che se fosse un sogno lo lasciassero dormire per sempre.
Quando fermò quell'intensa carezza, vide gli occhi incredibilmente verdi della ragazza fissarlo velati dall'emozione di quel momento.

- “Io...” non riuscì a esalare nient’altro che quel roco monosillabo.
Il prefetto, sperando che fosse la domanda che – più o meno inconsciamente – attendeva da ormai molto tempo, annuì lievemente.

James si avvicinò quel tanto che permetteva ai loro nasi di sfiorarsi, poi si allontanò impercettibilmente fino a fermarsi. Era titubante, ma allo stesso tempo cercava con una specie di masochismo di prolungare quel momento. Voleva fissare nella sua mente quell'immagine in modo da poterla conservare per il resto della sua vita come il più prezioso dei tesori. Lei sospirò leggermente frustrata e strinse un po' di più la presa sul braccio del ragazzo, come a invitarlo a proseguire. Visto che però lui non reagiva, posò l'altra mano sul suo collo e lo attirò finalmente a sé.

Se gli avessero detto che baciare Lily Evans era molto meglio di quanto potesse immaginare, James le avrebbe legato i piedi con un incantesimo moltissimo tempo prima.
Quello che era nato come un leggero incontro di labbra, quasi una lenta presa di coscienza, si protrasse per un tempo che a entrambi sembrò ridicolamente breve ma che fu sufficiente a far esaurire le rispettive scorte di ossigeno.
Riluttante a lasciare quanto aveva appena conquistato, James si concesse un breve respiro prima di assaporare con maggiore decisione le labbra della ragazza e lei sembrò gradire la piega che stava prendendo la situazione.
Stiracchiandosi come una gatta, allungò entrambe le braccia e avvicinò ancora di più il cercatore a sé.

Non poteva crederci, stava realmente baciando Lily Evans! Quando questo pensiero fece capolino nella sua mente decisamente distratta, non poté fare a meno di ridere.
Poggiò la fronte a quella della ragazza e ridacchiò sempre più forte, lasciandola alquanto perplessa.
- “Non è carino interrompere un bacio per mettersi a sghignazzare” lo riprese, la voce leggermente arrochita.
- “Se ti concentri un secondo mi darai ragione”. Visto che lei non dava segni di comprensione continuò: “pensa se qualcuno passasse da qui. Lily Evans e James Potter che si baciano, per terra, sulla scala del sesto piano”.
- “Morgana, hai ragione!” esclamò arrossendo e cercando di rialzarsi.
Non senza problemi, riuscirono a rimettersi in piedi.
- “Non scappi più adesso?”.
Lei ridacchiò sentendosi una perfetta stupida. Tanto tempo e tanta energia impiegati per allontanarsi da una cosa così bella.
- “Dove eravamo rimasti?” bisbigliò intrecciando le dita nella sua cravatta.
- “Ahem, stavamo ripassando Storia della magia, no?”.
- “Sai, penso fosse Divinazione”.
- “Davvero?”.
- “Già”.
- “Uhm... hai ragione. Anzi, sto per avere una premonizione”.
- “Riguarda noi due?”.
- “Sì, e anche quella bella poltrona rossa in sala comune”.
- “Quella vicino al fuoco?”.
- “Esattamente. Dieci punti per Grifondoro” bisbigliò prima di baciarla ancora una volta. E un'altra. E altre dieci, o forse cento.



- “Maledizione. Lo sapevo che sarebbe finita male”.
- “McDonald, non farti venire una crisi. Vedrai che li troveremo”.
- “Non dovevamo seguire il vostro piano. Ma come si fa a chiudere in una stanza quei due sperando che non si polverizzino a vicenda?”.
- “Li abbiamo spinti verso il massacro reciproco”.
- “Per non parlare della punizione che ci ha appioppato la McGranitt”.
- “Perderemo quel che resta dei nostri polmoni in quella stanza. Merlino, pulirla da cima a fondo senza magia!” sospirò Peter.
- “Già. L'idea però non era malvagia”.
- “Oh, taci Remus. Se Lily sapesse...”.

Nessuno scoprì cosa sarebbe successo se Lily avesse saputo, perché quando i cinque Grifondoro raggiunsero la sala comune (dopo un pomeriggio di lunghi vagabondaggi per il castello alla ricerca dei due compagni di casa e una poco piacevole permanenza nella stanza della professoressa di Trasfigurazione) si trovarono davanti a una scena a dir poco sconvolgente.
Lily Evans e James Potter, seduti sul divano, circondati da libri, pergamene e affaccendati a ricopiare appunti e date.

- “E meno male che dovevamo studiare tutti insieme!” esclamò la rossa una volta che tutti ebbero attraversato il ritratto.
- “Ma che state facendo?” chiese sconvolto Peter.
- “Stiamo studiando” rispose il cacciatore alzando le spalle e sistemandosi gli occhiali sul naso. “A proposito, grazie per averci rinchiuso in quella stanza e per aver rischiato di farci saltare in aria”.
- “Noi... cioè... credevamo...” Mary si strofinò con decisione gli occhi. Niente da fare: l'immagine rimaneva la stessa. “Ma è...”.
- “Stupefacente? Innaturale? Sconvolgente? Strano?” suggerì il licantropo.
- “Siete voi quelli strani. Prima ci date appuntamento per studiare, poi ci sequestrate e infine – dopo essere scomparsi per tutto il pomeriggio – piombate qui e vi comportate come... come...” Lily si grattò il naso con la punta della piuma cercando l'ispirazione.
- “Come se aveste visto Silente ballare il mambo con Pix in gonnella mentre Gazza suona l'ukulele” terminò James annuendo.
- “Io sono stanco morto. Mi sa che sono frutto della nostra immaginazione”. Sirius prese sottobraccio Peter e si avviò verso la scala del dormitorio. Mentre passava accanto a James, però, gli rivolse un sorriso impercettibile quanto soddisfatto e senza farsi notare da nessuno alzò un pollice verso di lui.
- “Concordo. Credo sia meglio andare a letto. Magari domani riusciremo a ripassare qualcosa prima di colazione”. Alice lanciò a Lily la sua bacchetta e si trascinò verso l'altra scala sparendo assieme a Mary.

Quando udirono i tonfi leggeri delle porte che si richiudevano, James e Lily scoppiarono a ridere come matti.
- “Se la sono bevuta” esclamò la ragazza gettando il libro sulla poltrona accanto.
- “Sirius forse no, ma gli altri ci sono caduti in pieno” rispose facendo volare le pergamene con un tocco di bacchetta. Si allungò sul divano fino a raggiungere la ragazza e la strinse a sé sospirando soddisfatto.
- “Quella mappa è davvero geniale. Li abbiamo evitati per tutto il pomeriggio e siamo riusciti a fregarli con questa messinscena”.
- “Sai che ti ho rivelato il segreto del nostro successo?”.
- “Ne sono immensamente onorata. Però siamo stati cattivi, forse. In fondo il merito è un po' anche loro”.
- “Il merito di cosa?”.
- “Beh, di averci fatto capire che eravamo due imbecilli a fuggire”.
- “Veramente quella che è sempre fuggita sei tu, mia cara”.
- “Scappavo dal mago gradasso e spocchioso”.
- “Dal manzo, insomma” sorrise sentendosi leggermente a disagio.
- “Esattamente. Ma il bovino per fortuna si è trasformato in un fantastico principe”.
- “Aspetta, ma la favola non parlava di un rospo?”.
- “Ma non avrei mai potuto baciarti! I rospi sono anfibi, somigliano troppo ai Serpeverde!” esclamò indignata.

James guardò per un istante interminabile la ragazza negli occhi per poi sospirare un “Santo Godric! Quanto ti amo, Lily Evans”. Interrompendo l'allegra risata di lei, la baciò intensamente e con tale trasporto da rotolare ben presto sul tappeto.






Ta-daa!
Che ne pensate?
Il prossimo capitolo sarà un brevissimo epilogo e indovinate chi troverete?
Si accettano scommesse.

Scusate il telegramma, ma devo andare (il lavoro - ahimé - mi chiama).

Grazie a tutti quelli che hanno commentato finora e grazie anche ai lettori "silenziosi".
Salut,
Pioggia
  
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