Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: occhiverdi1972    26/02/2020    5 recensioni
"Perchè lui l' amava perdutamente, al di sopra di tutto, contro ogni umana comprensione, nessuna barriera o ceto sociale avrebbe oscurato tale sentimento, perchè solo lei era l' amore."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Axel von Fersen, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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Bimbe belle, buonasera!! Con un po di ritardo pubblico finalmente un nuovo capitolo di Sogno. Attendo con trepidazione i vostri commenti,.

Sogno capitolo 117 🌹 

 Andrè rimase seduto in acqua, fissò Oscar stupito, poi si alzò, le prese il viso fra le mani:

- Cosa dici amore!! E' impossibile!

- Ti dico che era lui Andrè! Era Fersen! È sbucato da un cespuglio, li di fronte! - sussurrò con voce impastata di pianto indicando il luogo esatto.

Andrè la fissò :

- Si è avvicinato? Ti ha molestato?

Lei scrollò la testa , il giovane le volse le spalle, salì su Alexander.

- Dove vai? - urlò Oscar

- Rimani qui! - le intimo'quindi si avviò proprio in direzione del punto che lei aveva indicato, sparendo fra le fronde .

Oscar lo guardò andare via preoccupata, sperò vivamente che i due non si incontrassero.

Uscì dall'acqua e si rivestì in fretta, poi si sedette sull'erba , si era lasciata sopraffare dallo sconforto ma rivederlo li...ricomparire malgrado l'esilio, malgrado una punizione del genere e soprattutto durante la sua luna di miele, l'aveva sconvolta.

Sperò che Andrè tornasse presto.

Andrè galoppava velocemente superando fronde  e arbusti. Setacciò ogni parte di quel piccolo posto , giunse persino alla spiaggia, ma di Fersen nessuna ombra. Cercò persino di intercettare qualche impronta sulla sabbia, ma niente!

Era quasi impossibile che Fersen fosse sfuggito al controllo Reale, che avesse osato tanto.

Di sicuro era controllato.

No, si disse, non poteva essere Hans...Non era di sicuro lui.

 

 

 

 

Charlotte fissò la tazza colma di cioccolata, l'abbandonò sul tavolo della colazione, aveva lo stomaco chiuso. Il padre si avvio' verso di lei, la saluto' con freddezza, lei rispose altrettanto freddamente.

Suo padre non le rivolgeva la parola da giorni ormai ,lei faceva altrettanto , si stranizzò quindi quando lo vide sederle di fronte

- Stasera ho invitato i Dubois  a cena! - esclamò. 

- Bene...divertitevi, io non scendero! - osò lei.

L'uomo battè il pugno sul tavolo con  furia  facendo sussultare le tazzine.

Anche Charlotte sussultò presa alla sprovvista.

- Oh...si che scenderai e indosserai il tuo vestito migliore, sarai allegra e sorriderai , quant'è vero che sei mia figlia! - tuonò, poi si alzò e la lasciò da sola al suo tavolo.

Charlotte si portò il viso fra le mani e pianse a dirotto.

 

 

Oscar sentì lo scalpitio di Alexander giungerle ovattato dal sentiero, poi vide distintamente Andrè avvicinarsi, il giovane visibilmente sconvolto e ancora bagnato scese da cavallo, Oscar gli andrò incontro:

- Allora? - chiese

- Nessuno...Non c'è nessuno Oscar!

- ma come...com'è possibile? 

Il giovane riprese fiato, poi respirò a fondo, si avvicinò a sua moglie , le posò entrambe le mani sulle spalle:

- Amore...- titubò - sei proprio sicura di averlo visto?

Lei rimase a bocca aperta:

- Che cosa...?

- Voglio dire...sei...sei sicura che fosse Fersen ? Magari...magari hai visto un'ombra e pensi che....

Oscar sbarrò gli occhi incredula:

- Che cosa vuoi dire Andrè ..?

Il giovane si trattenne dall'essere diretto ma Oscar...Oscar lo conosceva bene ormai.

- Credi che l'abbia immaginato...? Che sia stata una mia impressione..?

Silenzio.

- Rispondi Andrè...!

Muto

- Diamine...dillo!

- Per Dio Oscar! Non poteva essere Fersen , è in esilio, non puo' essere sfuggito ai controlli, magari...

- Magari...? 

- Magari , la sua assenza, il fatto che siamo liberi e felici dopo tanti mesi , ti ha suggestionato...! 

- Cosa???? Secondo te ...io sono qui, libera, felice, con mio marito e vado ad immaginare Fersen?

Oscar si bloccò, l'accusa di Andrè era gravissima, si sentì incompresa, non creduta!

- Sei sicura di non averlo immaginato? 

Oscar ebbe un risolino isterico , avrebbe potuto dire a sua difesa che Fersen le aveva parlato, che aveva sentito distintamente la sua voce ma non voleva nemmeno giustificarsi, lo sguardo incredulo di Andrè la colpi' nel profondo.

- Va al diavolo!- tuonò lasciandolo in asso e avviandosi a piedi.

- Aspetta! - urlo' lui raggiungendola e trattenendola per una spalla.

- Sei incredibile Andrè Grandier, invece di preoccuparti di come mi sento , del terrore che ho avuto trovandomelo davanti, fai riemergere la tua gelosia malata...Secondo te Fersen mi manca talmente tanto da materializzarsi davanti a me come una suggestione! Perchè è di questo che mi stai accusando...vero?

Lui abbassò gli occhi, Oscar gli tolse sgarbatamente la mano dalla spalla, si volto' e continuo' a proseguire da sola, dritta, altera marciando veloce.

- Aspetta, sali sul cavallo! - sbottò Andre'

- Non ci penso nemmeno! - sbottò lei stringendo i pugni irata.

Arrivò a casa , entrò velocemente e si chiuse nella sua stanza, si buttò sul letto e pianse.

C'era riuscito, Fersen era riuscito a rovinare la sua luna di miele.

 

 

 

Andre' diede una rapida controllata al perimetro del palazzo, poi sistemò Alexander nelle scuderie ed entrò in casa deciso a chiarire con Oscar.

Con disappunto osservò che non era in cucina , ne in salone, salì quindi le scale diretto nella loro camera.

Entro' .

Oscar era distesa sul letto, il viso immerso nel cuscino.

Il giovane si avvicinò, le toccò la spalla :

- Amore, ti prego , Parliamone!

Oscar non rispose.

Andrè sbuffò, si alzò, raggiunsee la porta:

- Vado a preparare il pranzo , riposati , porterò tutto qua sopra , mangeremo in camera e ne parleremo con calma .

Quindi uscì e si chiuse la porta alle spalle.

Oscar strinse i pugni nervosa, quello che aveva visto era Fersen in carne ed ossa e non solo una suggestione della sua mente, prima lo avesse capito suo marito, meglio sarebbe stato.

 

Andrè cucinò tutto con cura, alloggio' i piatti sul vassoio, si fermo' un attimo a pensare.

Non poteva essere davvero Fersen quello che sua moglie aveva visto, era impensabile, inconcepibile , irreale! 

Fersen era stato mandato in esilio, non poteva allontanarsi dalla Svezia , sarebbe stato un pazzo a farlo!! 

No...Non poteva essere lui si disse...o almeno, cercò di convincersene.

Afferro' il vassoio e salì a parlare con la moglie.

 

 

 

- Oscar...alza la testa da quel cuscino - sussurrò Andrè poggiando il vassoio sul comodino - ho preparato il pranzo e dobbiamo parlare!

- Non abbiamo nulla da dirci Andrè...Stai tranquillo, risolverò tutto io !

Il giovane sbuffò:

- Oscar...Ti prego!

- Mangia pure, io non ho fame! - sbraitò.

Andrè perse la pazienza:

- Diamine, alza la testa da quel cuscino e non fare la bambina!! sei sempre il comandante della guardia Reale mi pare!

Punta sul vivo Oscar si alzò girandosi di scatto.

- Si che lo sono! Lo sono eccome!

- Bene! Allora alzati e parla con me, sono tuo marito ed abbiamo fatto una promessa , quella di sorreggerci nella gioia e nel dolore, una promessa che io voglio mantenere Oscar! - sussurrò seriamente.

Oscar lo fissò , gli occhi verdi brillavano di fierezza, si addolci, si passò una mano fra i capelli:

- Tu non mi credi Andrè!

- Beh...forse...Forse non voglio farlo!

Lei lo fissò senza capire:

- Forse...Non crederti è più  facile, rende meno complicata la cosa!

- Che cos...- sussurrò lei stupita

- Credere che tu abbia visto Fersen fuori, significa accettare che lui possa entrare nuovamente nella nostra vita! Credere che non sia solo perfido e calcolatore ma che sia un vero Diavolo...!

Solo allora Oscar comprese che Andrè era preoccupato quanto lei...Anzi forse piu' di lei. 

Si avvicinò , Andrè la abbraccio', si guardarono.

- Ti prego...Dimmi che forse è stata un'impressione, che forse...

- No! Non lo è stata...mi ha parlato Andrè...era lui!

Oscar raccontò tutto con dovizia di particolari, Andrè si toccò i capelli confuso.

- Dobbiamo tornare a Parigi! - sbotto' - denunciare il fatto alla Regina.

- Cosa...? E fare il suo gioco..? Svegliati Andrè, quello che lui vuole è proprio rovinarci la luna di miele!

- Lo so tesoro, ma non abbiamo altro da fare !

- Non voglio tornare a Parigi!! Ho altri quattro giorni da passare con te , qui, nel nostro paradiso!

- Mi dispiace Oscar, ma non posso permettere che ti succeda qualcosa! Domattina partiremo, informeremo i Reali dell'ennesima diavoleria di Fersen e poi trascorreremo i restanti 4 giorni di riposo a palazzo jaryayes.

Oscar strinse i pugni trattenendosi.

Andrè la abbraccio':

- Ragiona tesoro, ogni giorno puo' essere bello come la luna di miele se stiamo insieme.

Oscar annuì, poi Andrè la baciò piano, fece vagare le sue labbra calde sul suo corpo e tutto, per qualche ora passò in secondo piano.

 

Fersen si calcò meglio il mantello fin a coprire il viso, si acquattò fra le fronde, un groppo in gola lo pervase.Oscar l'aveva fatto, l'aveva fatto davvero.

Si era sposata!

Aveva sposato Andrè Grandier !

Si portò una mano sugli occhi, aveva fatto di tutto per essere li, per constatarlo con i suoi occhi.

Aveva corrotto guardie, assoldato un uomo che gli somigliasse, rischiato persino la morte, e il tutto per vedere con i suoi occhi.

Ripensò alla figura di Oscar immersa in quel lago.

Bella, eterea, nuda ...

Rivide le sue mani sui seni e quella maledetta fede all'anulare!

Doveva rinunciare a lei , si disse, doveva farlo!! 

Ma il suo cuore non voleva arrendersi, doveva parlare con lei , una sola, un'altra sola volta! 

Si acquattò paziente attendendo il momento giusto.

 

 

Charlotte uscì controvoglia dalla sua stanza, si apprestò a scendere la lunghissima scala, aveva obbedito al padre, aveva indossato il suo vestito migliore, acconciato i lunghissimi capelli lasciandoli cadere in soffici boccoli vaporosi e si apprestava a trascorrere la sua noiosissima serata.

Il piede poggiò appena sul primo gradino, lo sguardo della giovane corse giu', verso il lussuoso salone .

Sentì gli occhi puntati su lei.

Dal basso, i suoi genitori e i coniugi Dubois  la fissavano ammaliati.

Lo sguardo di Charlotte corse al suo futuro marito.

Charlotte dovette trattenersi dal non cadere.

Non è così che ricordava Florence.

Ricordava un dolce fanciullo dagli occhi chiari e i capelli biondi, non di certo un bellissimo moro dagli occhi penetranti e dalle possenti spalle che il vestito lussuoso non riusciva di certo a nascondere.

Scese piano Charlotte e non riusciì a staccare gli occhi da quel sorriso, da quegli occhi scuri,da quei capelli leggermente lunghi ai lati e quelle gambe messe in risalto dai calzoni aderenti.

Sentì scombussolarsi l'anima e il sangue scorrere nelle vene impazzito.

La fisicità di quel giovane uomo era prorompente.

Lui la fissava sorridendo.

- Eccola! Ecco qui la mia bambina! - sussurrò il padre.

Florence si avvicinò, fece un inchino, le prese gentilmente la mano, se la portò alle labbra baciandola con gentilezza.

Charlotte sentì quella morbidezza .

- Siete davvero bellissima Charlotte! - sussurrò il giovane.

Il padre presentò i genitori, poi si avviarono tutti al tavolo per cenare.

Charlotte sentì tremare le gambe quando Florence prese posto accanto a lei.

Sotenere quello sguardo tutta la sera fu' una tortura.

A tavola Florence le riempì il calice, le sorrise gentilmente, cercò di intessere una piacevole conversazione.

Charlotte era spiazzata , era quasi impossibile essere sgarbata con lui, era scesa da quelle scale con l'intento di trattarlo con freddezza e adesso...adesso si sentiva quasi in colpa.

Dopo la cena tutti si trasferirono in un'altra sala, le madri conversavano fra loro, i padri fumavano, Charlotte uscì in veranda, respirò a fondo, chissà cosa faceva il suo Max si ritrovò a pensare guardando le stelle.

- Disturbo signorina Charlotte? - una voce calda la fece girare di botto.

Il bel Florence stava li, un braccio poggiato allo stipite della porta, la gamba col  ginocchio leggermente piegato.

Lo fissò, sembrava essere messo in posa per un dipinto, uno stupendo dipinto a giudicare dal soggetto.

- Oh..Io stavo solo ammirando le stelle!- sussurrò distogliendo lo sguardo.

- Posso unirmi a voi? - sussurrò avvicinandosi e poggiando le mani alla balaustra.

Charlotte rimase così, accanto a lui, con gli occhi al cielo, impacciata, non riuscendo ad intessere nessuna conversazione.

Ci pensò il bel Florence a sollevarla dall'imbarazzo .

- Ho l'impressione che voi non gradiate particolarmente la mia compagnia - sussurrò--sbaglio? 

Charlotte la fissò:

- Scusatemi è che....- si bloccò indecisa sull'essere sincera o rispondere con finta cortesia .

Florence catturò gentilmente la sua mano, la fissò:

- Sono così ripugnante?- chiese.

Gli occhi chiarissimi si incatenarono a quelli scuri, no che non lo era, non lo era affatto, ma lei era innamorata di Max.

- Io...- sussurrò

- So cosa pensate , vi sentite intrappolata in un rapporto che non volete. Che non avete scelto!

Quelle parole la colpirono nel profondo , Florence aveva capito benissimo come si sentiva.

Il giovane si portò quella piccola mano fra le sue, le carezzò piano le dita, a lungo :

- Io vi chiedo solo di imparare a conoscermi Charlotte!

- Io...Io non voglio sposarmi solo perchè devo! - esclamò lei.

Florence rise :

- Beh...Se è per quello neanch'io , proprio per questo ho scelto voi!

- Cosa...?

Gli occhi chiari ebbero uno strano guizzo:

- Vi amo! - sussurrò poi quella voce chiara e cristallina.

- Cosa...Cosa dite? - le bellissime labbra di Charlotte boccheggiarono annaspando sulle parole.

- Vi amo da anni ormai! da quella prima volta in cui vi vidi attraversare il sagrato della chiesa  accanto a vostro padre.

Le dita di Charlotte persero forza lasciando cadere il ventaglio sul pavimento.

- Darei qualsiasi cosa per baciare quelle labbra! - sussurrò il giovane allacciandole dolcemente le braccia attorno all'esile vita.

Charlotte lo fissò nei grandi occhi scuri, sentì il respiro mozzarsi, era stretta a quel torace caldo ed invitante:

- Io...Io vi ricordavo  diverso! - sussurrò

- Diverso?

- B...Biondo con...con gli occhi chiari! - sussurrò fissando quei profondi occhi scuri e quelle labbra eccitanti.

Florence rise :

- Forse ricordate mio cugino, è rimasto qualche anno con la mia famiglia quando la madre stava male.

- Oh...si...Possibile! - sussurrò.

Quando il padre le aveva detto di aver combinato il matrimonio con il giovane Florence lei aveva subito pensato al cugino, ma adesso...Adesso era piu' confusa di prima.

Florence continuo' a trattenerla dolcemente, a sorriderle, poi si avvicinò piano, con dolcezza.

- Non osate! - sbottò irata.

Il giovane sciolse immediatamente le braccia da quella vita sottile.:

- Scusatemi...Sono stato uno screanzato, non avrei dovuto osare , vi prego, perdonatemi , ma...ma era una vita che che volevo parlarvi.

Charlotte abbassò gli occhi, poi tornò a guardarlo:

- Perchè non mi avete fermato prima, perchè non vi siete mai presentato?

- Io ero un ragazzino, un tenero ragazzino impacciato!

Charlotte lo fissò duramente :

- E invece adesso cosa siete...? Un uomo...? Si...siete uno squallido uomo che si presenta con un matrimonio imposto! - sbottò irata.

Il giovane la guardò, era bella, molto piu' bella di quanto ricordasse e giustamente, aveva dentro tanto rancore.

Allungò la mano, le carezzò il viso:

- Non abbiate timore, non vi costringerò a sposarmi Charlotte. Non vi voglio a queste condizioni! Vi giuro però che farò di tutto per farmi amare, per farvi capire che l'interesse che nutro per voi è sincero! - sussurrò, quindi le baciò la mano , si girò e raggiunse gli altri in salone.

Charlotte lo guardò andar via non potendo far a meno di constatare che, anche da dietro, il giovane Florence rasentava la perfezione.

Si diede della stupida , raccolse da terra il ventaglio e tornò a pensare a Max, poi, confusa si abbandonò ad un pianto sommesso.

 

 

 

 

Oscar aprì gli occhi , la tenue luce del giorno inondava la stanza, era ancora presto.

Lasciò vagare la mano sul torace di Andrè, era ancora stretta a lui dopo un'infuocata notte d'amore .

Il suo uomo era preoccupato, talmente preoccupato da decidere di interrompere la luna di miele e rientrare a Parigi.

Oscar si scostò piano da lui alzandosi dal letto.

Andrè si mosse nel sonno girandosi e lasciando ben visibile le natiche nude e sode , quella parte che riusciva sempre ad accenderla solo con la vista.

Oscar si portò una mano al viso.

Non voleva andar via da lì, non voleva lasciare quel paradiso quattro giorni prima.

- Maledetto Fersen! Maledetto!

In preda ad un raptus di rabbia  incontrollata si alzò. Indossò la leggera camicia e il mantello, affibbiò per bene i calzoni , gettò un'ultima occhiata ad Andrè, poi uscì dalla stanza .

Raggiunse le scuderie , salì su Alexander, quindi si recò verso il lago galoppando come una furia.

- Esci bastardo! Esci fuori!! - urlò

Perlutro' la zona.

Silenzio totale.

Si recò verso la spiaggia, si immerse in acqua stando sul cavallo, uscì , percorse in lungo ed in largo la spiaggia.

Il vento continuava a sferzare freddo lambendole la pelle come lama tagliente.

La camicia bagnata le si appiccicava al corpo provocandole brividi di freddo intenso, ma la rabbia non faceva trasparire nessuna di quelle variabili negative.

Oscar stava lì,le pupille dilatate dall'ira , i pugni chiusi, i sensi in allerta.

Si guardava attorno incurante del vento, degli schizzi salati che la investivano :

- Esci fuori!! Lo so che sei li !! Esci fuori, affrontami maledizione!!- urlò a squarciagola cercando di superare il fragore del vento.

Un rumore metallico alle sue spalle la fece girare di botto.

Due occhi grigio - viola la fissarono crudelmente:

- Eccomi mia amata! - sussurrò Fersen con un ghigno crudele!

Oscar lo fissò con crudeltà :

- Bastardo! Intuivo foste ancora nelle vicinanze! - sbraitò.

Fersen osservò il suo abbigliamento legggero, la camicia bagnata :

- Vi buscherete un raffr...

- Tacete! - ringhiò.

Scese da cavallo , avanzò fra la sabbia  e l'acqua che le lambiva le caviglie .

Fersen la osservò avanzare , la sua mimica irata, i capelli biondi al vento, quel mantello svolazzante , la camicia che si appiccicava come una seconda pelle e il rossore dell'alba sullo sfondo .

Era magnifica!

Magnifica, fiera e tremendamente adirata.

Si fermò a pochi centimetri da lui :

- Cosa diavolo ci fate qui? Rischiare la forca una volta non vi è bastato? Siete ufficialmente in esilio . Non potete lasciare la Svezia!

Un lampo di commozione passò sugli occhi di Fersen:

- Volevo constatare con i miei occhi ...Volevo davvero vedere se avevate avuto il coraggio di farlo! Sposare quel...Quel servo!- si bloccò trattenendo un singhiozzo - l'avete fatto davvero Oscar!

- Certo che l'ho fatto! Io amo Andrè!

- E' l'uomo meno adatto a voi! - urlò.

- Davvero...? e chi sarebbe l'uomo perfetto...? Voi...? - sorrise istericamente - Un farabutto senza scrupoli che continua a perseguitarmi:..?  Dovete smetterla di rendermi la vita impossibile !

- Mai! - sbottò lui - Sarete mia un giorno!

Oscar si avvicinò sfidandolo:

- Nemmeno morta! - urlò - nemmeno se foste l'ultimo uomo sulla terra!

Fersen incurvò il labbro in modo crudele :

- Oh...Vi assicuro che lo sarete, anche a costo di togliere di mezzo il vostro bel maritino!

Quell'affermazione le fece ribollire il sangue nelle vene, Oscar scattò in avanti , lo afferrò per la gola  gettandolo all'indietro fra l'acqua e la sabbia .

Le mani stringevano la gola di Fersen , Oscar salì a cavalcioni su lui , lo fissò irata continuando a stringere:

- Rimangiatevi quel che avete detto Fersen! - ringhio' - fatelo immediatamente o giuro che vi ucciderò ora, adesso, crudelmente, freddamente, con le mie stesse mani!!
Fersen boccheggio' sbarrando gli occhi mentre l'aria cominciava a scarseggiare...
   
 
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